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Progetto di ricerca 
E dopo? 
Studenti e docenti di 
fronte al nodo 
placement 
Rapporto dai focus group di ascolto 
delle scuole superiori e del campus universitario 
di Ravenna 
Mark Zuckerberg – Ice Bucket Challenge, 2014
Cos’è Ravenna Future Lessons 
Ravenna Future Lessons costituisce da cinque anni un’occasione di apprendimento, scambio, scoperta e 
approfondimento finalizzata a coinvolgere i giovani dai 18 ai 35 anni che studiano, cercano occupazione o già 
lavorano. 
Quest’anno il titolo dell’evento è «Reti di persone. In rete. Quando il lavoro è passione.» e verrà sviluppato in 
quattro aree tematiche: cultura digitale e creatività; green economy e design; turismo e web 2.0; innovazione e 
tecnologia. 
Le edizioni precedenti 
• 2010 «Il tuo sogno?» 
• 2011 «Giovani e innovazione» 
• 2012 «Cervelli che vanno e cervelli che restano» 
• 2013 «Digitale, tracchete!» 
Audience delle quattro edizioni 
• 1.273 presenze in quattro edizioni 
• 843 persone in streaming 
• 144 articoli offline e online 
• 847 iscritti alla pagina Facebook 
• 3.906 tweet di cronaca sugli eventi 
• 34 video su Youtube e 15.952 visualizzazioni 
• 205 foto su Pinterest 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 2
“E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement” 
La metodologia di ascolto 
RFL è per vocazione una iniziativa per i giovani che si pone l’obiettivo di dar loro 
nuovi scenari e spunti di riflessione per le scelte di futuro. 
Giunti alla quinta edizione, ci siamo chiesti: 
ma cosa vivono, immaginano e chiedono i giovani di Ravenna? 
• Nascita dell’idea di mettersi in ascolto sui temi di innovazione digitale, 
placement e offerta formativa (maggio 2014) 
• Presentazione di Ravenna Future Lessons ed il progetto “E dopo?” 
ai presidi delle scuole superiori e alla Fondazione Flaminia (giugno-luglio 2014) 
• Redazione del questionario guida sui temi di interesse (agosto 2014) 
• Organizzazione dei focus group con le scuole e il Campus di Ravenna (settembre 2014) 
• Raccolta ed elaborazione dati e informazioni (settembre 2014) 
• Redazione rapporto e presentazione (ottobre 2014) 
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“E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement” 
Hanno partecipato 57 persone 
1° focus group – 24/09/2014 
o Liceo Classico Alighieri (3 studenti – 3 docenti) 
o ITC Ginanni (5 studenti – 3 docenti) 
o ITIS Baldini (7 studenti – 2 docenti) 
2° focus group – 26/09/2014 
o Istituto Prof. Olivetti-Callegari (6 studenti – 2 docenti) 
o Liceo Scientifico Oriani (4 studenti – 1 docente) 
o ITS Agrario Perdisa (3 studenti – 1 docente) 
o ITS per Geometri Morigia (4 studenti – 1 docente) 
3° focus group – 29/09/2014 
o Fondazione Flaminia – Campus di Ravenna Università di Bologna 
(5 studenti – 4 ricercatori – 3 docenti) 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 4
I numeri 
3 focus group 
7 istituti superiori e 1 università 
57 persone 
27 anni l’età media 
18 anni per gli studenti e 45 anni per docenti e ricercatori/tutor 
30 donne e 27 uomini 
56% 
9% 
23% 
7% 5% 
Occupazione 
Studente superiori 
Docente superiori 
Studente università 
Ricercatore/dottorando/tutor 
universitario 
Docente università 
Università di Bologna 21% 
ITIS Baldini 16% 
ITC Ginanni 14% 
Olivetti-Callegari 14% 
Liceo Classico Alighieri 11% 
Morigia 9% 
Liceo Scientifico Oriani 9% 
ITAS Agrario 7% 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 5
Checklist delle domande 
Dati e contatti 
Innovazione digitale – IL RAPPORTO CON IL DIGITALE 
 Hai uno smartphone o un tablet? Per cosa li usi? Per quante ore al giorno? 
 Su quali social network sei presente? 
 Hai un blog? 
 Sai programmare un software? 
 Sai sviluppare un sito web? 
 Sai cos’è una startup? E cos’è un coworking? E un fablab? 
Placement – SCEGLIERE IL FUTURO 
 Cosa vorresti fare da grande? 
 Dopo la scuola superiore vorresti continuare a studiare o andare a lavorare? Perché? 
 Pensi che l’Università ti potrebbe aiutare ad ottenere quello che vuoi? Perché? 
 Che corso di laurea vorresti frequentare, dove e perché? 
 Conosci i corsi di laurea presenti a Ravenna? E quelli presenti nel resto della Romagna? E in Italia? 
 Conosci qualcuno che è riuscito ad ottenere ciò che desiderava? 
 A cosa serve fare un’esperienza di studio/lavoro all’estero? La farai? 
 Ti piacerebbe aprire una tua attività? Perché? 
 Quanto ti ha aiutato la scuola superiore nel placement? 
 Quanto influisce la famiglia/gli amici/ le esperienze di altri/il luogo in cui vivi/la situazione 
economica/il tuo sogno sulle tue scelte di placement? 
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Indice 
1. IL RAPPORTO CON IL DIGITALE 
Presenza in rete e sui social network, conoscenze di 
programmazione, conoscenze di termini e realtà 
innovative 
2. SCEGLIERE IL FUTURO 
Cosa vorrebbero fare gli studenti al termine della 
scuola e come affrontano questa scelta? 
3. L’OFFERTA FORMATIVA 
Conoscenza da parte di studenti e docenti dell’offerta 
formativa di Ravenna, della regione Emilia-Romagna e 
dell’Italia 
4. COSA MANCA E COSA CI VORREBBE A RAVENNA 
Mark Zuckerberg – Ice Bucket Challenge, 2014 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 7
1. IL RAPPORTO 
CON IL DIGITALE 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 8
96% ha uno smartphone o un tablet 
Per cosa lo usa? 
Soprattutto per chattare e navigare in internet. 
30% 
25% 
7% 
12% 
16% 
5% 
18% 
42% 
51% 
54% 
51% 
49% 
32% 
19% 
33% 
28% 
25% 
33% 
46% 
63% 
61% 
Chattare 
Navigare in internet 
Chiamare 
Foto/video 
SMS 
Gestire email 
Social network 
Per niente Abbastanza Molto 
Ma anche per giocare, gestire l’agenda, fare acquisti online, leggere, prendere appunti . 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 9
Il 56% utilizza device mobili 
per più di 3 ore al giorno 
Ore utilizzo smartphone/tablet - STUDENTI 
0% 
34% 34% 31% 
0% 0% 
100% 
0% 
120% 
100% 
80% 
60% 
40% 
20% 
0% 
Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 4 
Studente superiori Studente università 
Ore utilizzo smartphone/tablet - TOT 
11% 
23% 
30% 
37% 
19% 
Ore utilizzo smartphone/tablet - DOCENTI 
31% 31% 
8% 
67% 
0% 0% 0% 
25% 
50% 
25% 
0% 
40% 
35% 
30% 
25% 
20% 
15% 
10% 
5% 
80% 
60% 
40% 
20% 
0% 
Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 4 
Docente superiori Docente università Ricercatore/dottorando/tutor universitario 
0% 
Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 4 
Gli studenti utilizzano 
smartphone/tablet 
molto più dei 
professori: il 31% dei 
ragazzi delle superiori 
li usano addirittura 
più di 4 ore al giorno 
e il 100% degli 
universitari più di 3. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 10
Il 91% ha un profilo Facebook 
Solo il 9% ha un blog 
91% 
9% 
16% 
84% 
15% 
NO 85% 
Ma anche Google +, Pinterest e Tumblr. 
9% 
91% 
SI 
Facebook è il social network più utilizzato: 
dal 100% degli studenti e dal 67% dei professori. 
Seguono Instagram, Twtter e Linkedin. 
Ask.fm è all’ultimo posto, utilizzato solo dal 15% dei partecipanti. 
Il 9% ha un blog. 
45% 
55% 
31% 
69% 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 11
Il 76 % vorrebbe imparare a programmare un 
software o a sviluppare un sito web 
Il 29% sa già programmare 
un software. 
Il 35% sa già sviluppare un sito web. 
Hanno imparato a scuola, a corsi di 
informatica o come autodidatti. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 12
L’81 % non sa cos’è un fablab 
una startup un coworking un fablab 
72% 
28% 
33% 
67% 
19% 
SI 
NO 81% 
• STARTUP: Con il termine startup si identifica la fase iniziale per l'avvio di una nuova impresa, cioè quel periodo nel quale un'organizzazione cerca di 
rendere profittevole un'idea attraverso processi ripetibili e scalabili. Inizialmente il termine veniva usato unicamente per indicare la fase di avvio di 
aziende nel settore internet o tecnologie dell'informazione. Successivamente il termine è diventato sinonimo di ciò che in borsa viene 
chiamato matricola. 
• COWORKING: E’ uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente. 
A differenza del tipico ambiente d'ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente 
professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento. 
L'attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei 
valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. 
• FABLAB: Un fab lab (dall'inglese fabrication laboratory o fabulous laboratory) è una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione 
digitale. Un fab lab è generalmente dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, 
un'ampia gamma di oggetti. Tra questi vi sono prodotti tecnologici generalmente considerati di appannaggio esclusivo della produzione di massa. 
Mentre non possono competere con la produzione di massa, e le relative economie di scala, nella produzione di beni di consumo, i fab lab hanno 
dimostrato grandi potenzialità nel fornire ai loro utenti gli strumenti per realizzare in proprio dispositivi tecnologici. Tali dispositivi possono infatti 
essere adattati alle esigenze locali o personali in modi tuttora non accessibili alle produzioni su larga scala. 
Da Wikipedia 
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2. SCEGLIERE IL FUTURO 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 14
Il 51% è «in ebollizione»: non ha le idee chiare ed 
esprime una vocazione in ambito creativo o sociale 
Rispondono gli studenti di superiori e università 
51% area «in ebollizione» 
a potenziale vocazione 
creativa / sociale 
29.7% 
10.8% 
13.5% 
8.1% 
8.1% 
5.4% 
5.4% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
Ambito sanitario 
Ambito delle lingue straniere 
Ambito della ricerca 
Ambito della psicologia 
Ambito del giornalismo 
Ambito del diritto 
Fare il veterinario 
Entrare nelle forze armate 
Ambito economico bancario 
Ambito dell'archietttura/archeologia/conservazione beni culturali 
Fare l'imprenditore 
Ambito sociale 
Ambito dello spettacolo 
Ancora non lo so 
Ambito elettronico/informatico 
0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0% 30.0% 35.0% 
• La risposta più gettonata è «lavorare nell’ambito dell’elettronica/informatica» scelta dal 29,7% degli 
studenti (NB. il 19% di loro viene dall’ITIS Baldini). 
• Il 13,5% invece ancora «non lo sa». 
• Segue l’ambito delle arti e dello spettacolo: segnalato dal 10,8% degli studenti. 
• Quindi l’imprenditoria e l’ambito sociale, segnalati dal 8,1%. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 15
L’84% degli studenti, dopo la scuola, 
vuole continuare a studiare 
Rispondono gli studenti di superiori e università 
2.7% 5.4% 
10.8% 
81.1% 
90.0% 
80.0% 
70.0% 
60.0% 
50.0% 
40.0% 
30.0% 
20.0% 
10.0% 
0.0% 
Lavorare e 
studiare 
Ancora 
non so 
Lavorare Studiare 
STUDIARE 
Per l’83,8% degli studenti dopo la scuola superiore la scelta giusta 
è quella di continuare gli studi. 
Di questi, il 2,7% intende però contemporaneamente lavorare. 
Il 10,8% invece, dopo la scuola superiore pensa di immettersi già nel mondo del lavoro. 
E’ ancora indeciso il 5,4% degli studenti 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 16
Solo il 24% vorrebbe continuare a studiare 
per seguire la propria passione 
Rispondono gli studenti di superiori e università 
43% 
Perché continuare a studiare? 
19% 
24% 
0% 10% 20% 30% 40% 50% 
Approfondire le proprie 
conoscenze 
Seguire la propria passione 
Durante la discussione notiamo una grande differenza generazionale 
 Gli studenti delle scuole superiori si sentono fortemente spinti a studiare qualcosa 
che possa garantire loro un futuro in termini lavorativi. 
A scegliere una facoltà che li interessi ma che abbia sbocchi lavorativi certi. 
 Gli studenti universitari, i ricercatori e tutti i docenti, dicono invece di aver seguito la 
loro passione. Alcuni universitari dicono: 
«meglio scegliere per passione e poi barcamenarsi»: il contrario di quello che 
abbiamo percepito tra i banchi delle scuole superiori. 
Avere maggiori chanche 
lavorative 
Tre le principali motivazioni per continuare a 
studiare: al primo posto c’è l’avere maggiori 
opportunità lavorative (43%). 
Solo il 24% vorrebbe continuare per seguire la 
propria passione e il 19% per l’approfondimento 
delle proprie conoscenze e competenze. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 17
Il 78% degli studenti ritiene che l’università 
aiuti a costruirsi un futuro 
Rispondono gli studenti di superiori e università 
8% 
14% 
78% 
No Non lo so/Non risponde Si 
Si 
per il 78% 
degli studenti 
L’università… 
«Completa la formazione superiore» 
«Amplia le chanche lavorative» 
«Permette di realizzarsi come persona» 
«Da un metodo rigoroso» 
«Da occasioni professionalizzanti» 
«Da un attestato delle tue competenze» 
*Dalle risposte di tutti i partecipanti al focus group 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 18
Le facoltà più gettonate 
Rispondono gli studenti di superiori e università 
Ingegneria informatica ed edile 
Programmazione e progettazione videogiochi 
su fare un’esperienza all’estero? 
18.9% 
Scienze politiche 
«Ancora non lo so» 
Quali sono le opinioni 
10.8% 
10.8% 
8.1% 
8.1% 
8.1% 
5.4% 
5.4% 
5.4% 
5.4% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
2.7% 
Progettazione e gestione di eventi 
Veterinaria 
Relazioni internazionali 
Medicina 
Architettura 
Ingnegneria gestionale 
Ingnegenria elettronica 
Gionalismo 
Dietistica 
Conservazione dei beni culturali 
Analisi e gestione ambientale 
Psicologia 
Una facoltà all'estero 
Giurisprudenza 
Fisioterapia 
Programmazione progettazione videogiochi 
Ancora non lo so 
Scienze Politiche 
Economia 
Ingegneria edile 
(Ingegneria) informatica 
Economia 
(segue slide) 
0.0% 2.0% 4.0% 6.0% 8.0% 10.0% 12.0% 14.0% 16.0% 18.0% 20.0% 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 19
Il 100 % reputa utile 
un’esperienza all’estero 
0% 
13% 
11% 
37% 
39% 
17% 
33% 
17% 
25% 
8% 
45% 
40% 
35% 
30% 
25% 
20% 
15% 
10% 
5% 
0% 
E' importante per 
completare la propria 
formazione 
Serve come esperienza di 
vita 
Serve per capire il mondo 
del lavoro fuori dall'Italia 
Serve per conoscere il 
mondo, aprire i propri 
orizzonti 
Serve per imparare le 
lingue 
Studenti sup e uni Docenti sup e uni 
• Secondo gli studenti l’esperienza all’estero serve soprattutto per imparare lingue straniere (39%) e per 
conoscere il mondo, aprire i propri orizzonti e venire a contatto con nuove culture (37%). 
• Anche per i docenti l’estero è una occasione relazionarsi con nuove culture (25%), ma soprattutto è una vera 
e propria esperienza di vita, «per confrontarsi con se stessi», «per capire cosa si vuole veramente» e «per 
crescere» (33%). 
Di nuovo emerge una differenza generazionale nella percezione dell’esperienza all’estero. 
Per i ragazzi delle superiori la situazione all’estero è spesso idealizzata e «migliore di quella italiana, a 
prescindere». Dicono che andranno all’estero ma spesso non sanno dire a fare cosa. 
Più razionali gli studenti universitari e i docenti: vedono l’esperienza all’estero come fondamentale per la 
formazione accademica e personale, soprattutto perché offre una prospettiva diversa, che deve però essere 
inserita in un percorso di crescita strutturato. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 20
L’estero secondo gli universitari 
Dal focus group con studenti e docenti del Campus di Ravenna 
L’esperienza all’estero è una realtà di fatto. Per tutti. 
Le difficoltà? 
Sono anche le sfide che fanno crescere, e sono volutamente…sfidanti 
•Nel progetto Erasmus Placement è difficile proporsi, cercare aziende e progetti senza essere 
seguiti dai docenti. Un parziale abbandono da parte dell’Università? No, una sfida voluta, da 
vivere in un’ottica di crescita e maturazione, anche personale, e di indipendenza e autonomia. 
•Un grave problema è invece la burocrazia. Alcuni progetti di E.P. messi in piedi dai ragazzi non 
si riescano ad attuare per la lentezza burocratica delle pratiche da parte dell’Università 
nell’accreditamento delle aziende straniere. 
La lingua straniera del settore: deve essere una priorità 
• Per studenti e docenti è fondamentale l’inserimento di materie del corso di laurea trattate in 
lingua straniera in modo da poter imparare con facilità il linguaggio tecnico, specifico delle 
proprie competenze. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 21
Al 23% piacerebbe lavorare in proprio 
Il 32% lo trova difficile e rischioso 
Il 46% non sa e non risponde alla domanda. 
Ma cosa serve per lavorare in proprio? 
• Servono soprattutto buone idee, 
intraprendenza e determinazione 
• Secondo alcuni, per essere imprenditori 
purtroppo «non bisogna stare in Italia» 
• Non devono mancare risorse 
economiche di partenza e una buona 
esperienza 
• Secondo alcuni infatti «la scuola non 
basta», mentre secondo altri quello che 
servirebbe è proprio una formazione 
adeguata a partire da corsi professionali 
sulle tematiche dell’imprenditoria 
• Altri ingredienti fondamentali sono 
l’entusiasmo, il coraggio, la passione e 
la follia. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 22
Il 54% ritiene che la scuola aiuti 
nella scelta del proprio futuro 
Rispondono gli studenti di superiori e università 
Quanto aiuta la scuola nell’affrontare la scelta del proprio futuro? 
0% 10% 20% 30% 40% 50% 
8% 
46% 
5% 
11% 
30% 
Molto 
Abbastanza 
Poco 
Per niente 
NR 
• «La scuola dà le basi», è percepita come un aiuto alla scelta futura soprattutto se si vuole 
intraprendere un percorso simile o continuativo rispetto agli studi fatti alle superiori. 
• Altrimenti non è vista come un aiuto ma anzi come una limitazione del tipo «avrei voluto fare 
questo, ma non ho le basi perché ho sbagliato scuola superiore». 
• La scuola è percepita come utile anche quando permette ai ragazzi di fare esperienze di lavoro come 
ad esempio gli stage estivi in azienda (molto apprezzati da studenti e docenti), o perché apre la 
mente e fa capire cosa piace o non piace. 
• Quasi nessuno studente la ritiene utile però per la scoperta dell’offerta formativa accademica. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 23
Scuola e famiglia sono i fattori più importanti 
nella scelta del proprio futuro 
Quanto influiscono nelle scelte di placement questi fattori? 
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 
59% 
38% 
32% 
32% 
19% 
16% 
14% 
14% 
30% 
38% 
38% 
43% 
38% 
27% 
68% 
32% 
8% 
22% 
27% 
22% 
41% 
54% 
16% 
51% 
3% 
3% 
3% 
3% 
3% 
3% 
3% 
3% 
Famiglia 
Esperienze di altri 
Situazione economica 
Amici 
Luogo in cui vivi 
Sogno 
Scuola 
Luogo in cui vorresti vivere 
Molto Abbastanza Per niente NR 
• Primo fra tutti la famiglia: è indicata come un fattore «molto» importante nelle scelte di placement dal 59% degli studenti 
e come «abbastanza» importante dal 30%. 
• Al secondo posto, ma con una preferenza comunque molto inferiore al fattore famiglia, ci sono le esperienze ascoltate da 
altri, amici o famigliari. 
Sono considerate un fattore «molto» e «abbastanza» importante dal 38% dei ragazzi. 
• Rilevante che al terzo posto ci sia la situazione economica: è un fattore che condiziona le scelte dei ragazzi nel 70% dei 
casi, quasi come gli amici che lo fanno nel 75%. 
• Chiudono la classifica il luogo in cui si vive (molto rilevante solo per il 19%), il proprio sogno (purtroppo decisivo solo per 
16%), la scuola (14%) e il luogo in cui si vorrebbe vivere (14%). 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 24
3. L’OFFERTA FORMATIVA 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 25
Il 65 % degli studenti conosce solo vagamente 
l’offerta formativa cittadina, regionale e nazionale 
Conoscenza dell'offerta formativa - STUDENTI 
24% 24% 
32% 
62% 
65% 
51% 
14% 
8% 
5% 
0% 
3% 
11% 
70% 
60% 
50% 
40% 
30% 
20% 
10% 
0% 
Off. Form. RA Off. Form. ER Off. Form. ITA 
No per niente 
Si, vagamente 
Si, bene 
NR 
Conoscenza dell'offerta formativa - DOCENTI 
65% 
25% 
50% 
35% 
35% 
0% 0% 0% 
45% 
10% 
15% 
20% 
70% 
60% 
50% 
40% 
30% 
20% 
10% 
0% 
Off. Form. RA Off. Form. ER Off. Form. ITA 
No per niente 
Si, vagamente 
Si, bene 
NR 
Conoscenza dell’offerta formativa? 
Molto poco gli studenti. 
Molto di più i professori. 
• Gli studenti conoscono molto poco 
l’offerta formativa a loro disposizione. 
• Quella di Ravenna è la più conosciuta, 
anche se dai più solo «vagamente» (dal 
62%). 
• Il 14% conosce bene l’offerta formativa 
della città e solo l’8% quella regionale. 
• La situazione migliora con i professori. 
• E’ molto buona la conoscenza 
dell’offerta formativa Ravennate (65% 
la conosce «bene»), abbastanza buona 
quella regionale (35% la conosce 
«bene» e 50% vagamente»). 
• Paradossalmente, rispetto a quella 
regionale, è meglio conosciuta l’offerta 
formativa italiana (46% la conosce 
«bene» e 35% «vagamente»). 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 26
L’offerta formativa è conosciuta solo 
da chi ha un’idea più o meno chiara di ciò che vuole 
L’offerta formativa è conosciuta soprattutto grazie al 
passaparola tra amici e famigliari o per sentito dire da studenti ed ex studenti. 
Molto utilizzato per informarsi anche internet 
e le giornate di orientamento universitarie e/o gli open day di facoltà. 
• L’offerta formativa è conosciuta da chi ha un’idea più o meno chiara di ciò che vuole. 
In questi casi gli studenti conoscono le facoltà di interesse e le relative differenze tra le 
città in cui si trovano. 
• Diversamente, non hanno una conoscenza diffusa dell’offerta a loro disposizione. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 27
L’offerta formativa secondo gli universitari 
Dal focus group con studenti e docenti del Campus di Ravenna 
E’ in grave ritardo rispetto alle esigenze reali del Paese 
• Si creano corsi di laurea per professioni che stanno scomparendo e si limitano gli accessi a corsi 
per professioni invece ancora in grado di offrire un futuro. 
• La scelta del corso di laurea cui iscriversi si fa per passione ma solo poiché nella maggior parte 
dei casi non si trova comunque riscontro nel placement. 
L’offerta formativa è tuttavia ritenuta teoricamente ottima 
• Tutti riconoscono di avere solide conoscenze, spesso elogiate anche all’estero. 
• Secondo alcuni il problema non è l’Università ma il mondo privato e il sistema politico: 
vengono permessi contratti di lavoro per neo laureati spesso degradanti e senza una 
progettualità e le aziende non investono sui giovani e sull’innovazione. 
I ragazzi non devono cercare alibi 
• Laurea non significa (più) placement. E per alcuni docenti è giusto così. 
• Secondo questi docenti l’Università dovrebbe fornire conoscenze eccellenti e non competenze 
professionalizzanti. 
• L’eccellenza si crea con l’interazione tra ciò che viene offerto e ciò che viene domandato. 
Nessuno si pone l’obiettivo di misurare cosa chiede la domanda. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 28
Il percorso ideale? 
Non c’è! 
Possono esserlo tutti. 
Un dato allarmante che è emerso dai focus group 
I ragazzi delle scuole superiori accantonano le passioni e scelgono un percorso di studi che 
a loro avviso faciliterà l’entrata nel mondo del lavoro. 
Obiettivo: la sicurezza di uno stipendio. 
I ragazzi all’università, ancora più disillusi sul mondo del lavoro, si rifugiano nella passione 
come unica (magra) consolazione. 
Obiettivo: “tanto vale che faccia quello che mi piace, non lavorerò comunque” 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 29
Non serve un percorso ideale, 
ma essere positivi e propositivi 
Nell’affrontare il nodo placement sono fondamentali passione e capacità di adattamento. 
Nemmeno una formazione di eccellenza è sufficiente, servono energia e forza di volontà per 
far coincidere ciò che si è studiato e che appassiona con ciò che si può fare. 
Non bisogna pensare che sia tutto dovuto. 
Non bisogna farsi demoralizzare ancora prima di averci provato. 
Si può cambiare ottica e mettersi in discussione anche con primi lavori di basso 
segretariato che possono servire per farsi conoscere, 
mettersi alla prova e imparare come funziona il mondo del lavoro. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 30
4. COSA MANCA E COSA CI 
VORREBBE A RAVENNA 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 31
Le 7 proposte dai focus group di RFL 2014 
Infrastrutture 
1. Un sistema efficiente di trasporti che NON penalizzi la città o il Campus universitario. 
Collegamenti pubblici efficienti e all’avanguardia anche verso il mare. 
2. Servizi per gli studenti: luoghi di aggregazione di studio e svago, una mensa per gli 
universitari, eventi pensati ad hoc. 
3. Un luogo reale di incontro e scambio tra scuola/università e aziende. 
4. Spazi di ritrovo e divertimento (soprattutto in inverno) che ravvivino la città e la 
rendano appetibile ai giovani. Questa mancanza è stata menzionata spesso come motivo 
anche per cambiare città con la scusa dell’Università o del lavoro. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 32
Le 7 proposte dai focus group di RFL 2014 
Contenuti 
5. Corsi in lingua straniera, specialmente tecnica, e aperti non solo agli studenti. 
Ravenna di pone come città culturale di livello europeo: è ancora più importante 
dare vita ad una cultura basata sulla apertura e sulla mobilità. 
6. Una efficiente comunicazione dell’offerta formativa del Campus di Ravenna e 
una valorizzazione delle sue eccellenze. 
7. Un’offerta formativa più ampia, corsi di laurea, master, ma anche corsi di 
formazione e corsi professionali. Più borse di studio e di lavoro per i ragazzi. 
© Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 33
Grazie dell’attenzione 
Gruppo di lavoro 
Giuseppe Giaccardi, consulente di direzione, titolare dello Studio 
Livia Bosi, analista di ricerca e coordinatrice operazioni 
Marco Antonioli, analista di ricerca jr 
Chiara Badini, content curator e community manager 
Valentina Zanon content curator, community manager e grapich designer 
Questo elaborato è un prodotto originale dello 
Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione 
© All Rights Reserved, Ravenna 28 ottobre 2014 
www.giaccardiassociati.it | info@giaccardiassociati.it

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“E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement”- Rfl2014 rapporto di ricerca completo

  • 1. Progetto di ricerca E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement Rapporto dai focus group di ascolto delle scuole superiori e del campus universitario di Ravenna Mark Zuckerberg – Ice Bucket Challenge, 2014
  • 2. Cos’è Ravenna Future Lessons Ravenna Future Lessons costituisce da cinque anni un’occasione di apprendimento, scambio, scoperta e approfondimento finalizzata a coinvolgere i giovani dai 18 ai 35 anni che studiano, cercano occupazione o già lavorano. Quest’anno il titolo dell’evento è «Reti di persone. In rete. Quando il lavoro è passione.» e verrà sviluppato in quattro aree tematiche: cultura digitale e creatività; green economy e design; turismo e web 2.0; innovazione e tecnologia. Le edizioni precedenti • 2010 «Il tuo sogno?» • 2011 «Giovani e innovazione» • 2012 «Cervelli che vanno e cervelli che restano» • 2013 «Digitale, tracchete!» Audience delle quattro edizioni • 1.273 presenze in quattro edizioni • 843 persone in streaming • 144 articoli offline e online • 847 iscritti alla pagina Facebook • 3.906 tweet di cronaca sugli eventi • 34 video su Youtube e 15.952 visualizzazioni • 205 foto su Pinterest © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 2
  • 3. “E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement” La metodologia di ascolto RFL è per vocazione una iniziativa per i giovani che si pone l’obiettivo di dar loro nuovi scenari e spunti di riflessione per le scelte di futuro. Giunti alla quinta edizione, ci siamo chiesti: ma cosa vivono, immaginano e chiedono i giovani di Ravenna? • Nascita dell’idea di mettersi in ascolto sui temi di innovazione digitale, placement e offerta formativa (maggio 2014) • Presentazione di Ravenna Future Lessons ed il progetto “E dopo?” ai presidi delle scuole superiori e alla Fondazione Flaminia (giugno-luglio 2014) • Redazione del questionario guida sui temi di interesse (agosto 2014) • Organizzazione dei focus group con le scuole e il Campus di Ravenna (settembre 2014) • Raccolta ed elaborazione dati e informazioni (settembre 2014) • Redazione rapporto e presentazione (ottobre 2014) © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 3
  • 4. “E dopo? Studenti e docenti di fronte al nodo placement” Hanno partecipato 57 persone 1° focus group – 24/09/2014 o Liceo Classico Alighieri (3 studenti – 3 docenti) o ITC Ginanni (5 studenti – 3 docenti) o ITIS Baldini (7 studenti – 2 docenti) 2° focus group – 26/09/2014 o Istituto Prof. Olivetti-Callegari (6 studenti – 2 docenti) o Liceo Scientifico Oriani (4 studenti – 1 docente) o ITS Agrario Perdisa (3 studenti – 1 docente) o ITS per Geometri Morigia (4 studenti – 1 docente) 3° focus group – 29/09/2014 o Fondazione Flaminia – Campus di Ravenna Università di Bologna (5 studenti – 4 ricercatori – 3 docenti) © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 4
  • 5. I numeri 3 focus group 7 istituti superiori e 1 università 57 persone 27 anni l’età media 18 anni per gli studenti e 45 anni per docenti e ricercatori/tutor 30 donne e 27 uomini 56% 9% 23% 7% 5% Occupazione Studente superiori Docente superiori Studente università Ricercatore/dottorando/tutor universitario Docente università Università di Bologna 21% ITIS Baldini 16% ITC Ginanni 14% Olivetti-Callegari 14% Liceo Classico Alighieri 11% Morigia 9% Liceo Scientifico Oriani 9% ITAS Agrario 7% © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 5
  • 6. Checklist delle domande Dati e contatti Innovazione digitale – IL RAPPORTO CON IL DIGITALE  Hai uno smartphone o un tablet? Per cosa li usi? Per quante ore al giorno?  Su quali social network sei presente?  Hai un blog?  Sai programmare un software?  Sai sviluppare un sito web?  Sai cos’è una startup? E cos’è un coworking? E un fablab? Placement – SCEGLIERE IL FUTURO  Cosa vorresti fare da grande?  Dopo la scuola superiore vorresti continuare a studiare o andare a lavorare? Perché?  Pensi che l’Università ti potrebbe aiutare ad ottenere quello che vuoi? Perché?  Che corso di laurea vorresti frequentare, dove e perché?  Conosci i corsi di laurea presenti a Ravenna? E quelli presenti nel resto della Romagna? E in Italia?  Conosci qualcuno che è riuscito ad ottenere ciò che desiderava?  A cosa serve fare un’esperienza di studio/lavoro all’estero? La farai?  Ti piacerebbe aprire una tua attività? Perché?  Quanto ti ha aiutato la scuola superiore nel placement?  Quanto influisce la famiglia/gli amici/ le esperienze di altri/il luogo in cui vivi/la situazione economica/il tuo sogno sulle tue scelte di placement? © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 6
  • 7. Indice 1. IL RAPPORTO CON IL DIGITALE Presenza in rete e sui social network, conoscenze di programmazione, conoscenze di termini e realtà innovative 2. SCEGLIERE IL FUTURO Cosa vorrebbero fare gli studenti al termine della scuola e come affrontano questa scelta? 3. L’OFFERTA FORMATIVA Conoscenza da parte di studenti e docenti dell’offerta formativa di Ravenna, della regione Emilia-Romagna e dell’Italia 4. COSA MANCA E COSA CI VORREBBE A RAVENNA Mark Zuckerberg – Ice Bucket Challenge, 2014 © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 7
  • 8. 1. IL RAPPORTO CON IL DIGITALE © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 8
  • 9. 96% ha uno smartphone o un tablet Per cosa lo usa? Soprattutto per chattare e navigare in internet. 30% 25% 7% 12% 16% 5% 18% 42% 51% 54% 51% 49% 32% 19% 33% 28% 25% 33% 46% 63% 61% Chattare Navigare in internet Chiamare Foto/video SMS Gestire email Social network Per niente Abbastanza Molto Ma anche per giocare, gestire l’agenda, fare acquisti online, leggere, prendere appunti . © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 9
  • 10. Il 56% utilizza device mobili per più di 3 ore al giorno Ore utilizzo smartphone/tablet - STUDENTI 0% 34% 34% 31% 0% 0% 100% 0% 120% 100% 80% 60% 40% 20% 0% Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 4 Studente superiori Studente università Ore utilizzo smartphone/tablet - TOT 11% 23% 30% 37% 19% Ore utilizzo smartphone/tablet - DOCENTI 31% 31% 8% 67% 0% 0% 0% 25% 50% 25% 0% 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 80% 60% 40% 20% 0% Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 4 Docente superiori Docente università Ricercatore/dottorando/tutor universitario 0% Meno di 1 1 o 2 3 o 4 Più di 4 Gli studenti utilizzano smartphone/tablet molto più dei professori: il 31% dei ragazzi delle superiori li usano addirittura più di 4 ore al giorno e il 100% degli universitari più di 3. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 10
  • 11. Il 91% ha un profilo Facebook Solo il 9% ha un blog 91% 9% 16% 84% 15% NO 85% Ma anche Google +, Pinterest e Tumblr. 9% 91% SI Facebook è il social network più utilizzato: dal 100% degli studenti e dal 67% dei professori. Seguono Instagram, Twtter e Linkedin. Ask.fm è all’ultimo posto, utilizzato solo dal 15% dei partecipanti. Il 9% ha un blog. 45% 55% 31% 69% © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 11
  • 12. Il 76 % vorrebbe imparare a programmare un software o a sviluppare un sito web Il 29% sa già programmare un software. Il 35% sa già sviluppare un sito web. Hanno imparato a scuola, a corsi di informatica o come autodidatti. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 12
  • 13. L’81 % non sa cos’è un fablab una startup un coworking un fablab 72% 28% 33% 67% 19% SI NO 81% • STARTUP: Con il termine startup si identifica la fase iniziale per l'avvio di una nuova impresa, cioè quel periodo nel quale un'organizzazione cerca di rendere profittevole un'idea attraverso processi ripetibili e scalabili. Inizialmente il termine veniva usato unicamente per indicare la fase di avvio di aziende nel settore internet o tecnologie dell'informazione. Successivamente il termine è diventato sinonimo di ciò che in borsa viene chiamato matricola. • COWORKING: E’ uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d'ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento. L'attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. • FABLAB: Un fab lab (dall'inglese fabrication laboratory o fabulous laboratory) è una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Un fab lab è generalmente dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, un'ampia gamma di oggetti. Tra questi vi sono prodotti tecnologici generalmente considerati di appannaggio esclusivo della produzione di massa. Mentre non possono competere con la produzione di massa, e le relative economie di scala, nella produzione di beni di consumo, i fab lab hanno dimostrato grandi potenzialità nel fornire ai loro utenti gli strumenti per realizzare in proprio dispositivi tecnologici. Tali dispositivi possono infatti essere adattati alle esigenze locali o personali in modi tuttora non accessibili alle produzioni su larga scala. Da Wikipedia © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 13
  • 14. 2. SCEGLIERE IL FUTURO © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 14
  • 15. Il 51% è «in ebollizione»: non ha le idee chiare ed esprime una vocazione in ambito creativo o sociale Rispondono gli studenti di superiori e università 51% area «in ebollizione» a potenziale vocazione creativa / sociale 29.7% 10.8% 13.5% 8.1% 8.1% 5.4% 5.4% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% Ambito sanitario Ambito delle lingue straniere Ambito della ricerca Ambito della psicologia Ambito del giornalismo Ambito del diritto Fare il veterinario Entrare nelle forze armate Ambito economico bancario Ambito dell'archietttura/archeologia/conservazione beni culturali Fare l'imprenditore Ambito sociale Ambito dello spettacolo Ancora non lo so Ambito elettronico/informatico 0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0% 30.0% 35.0% • La risposta più gettonata è «lavorare nell’ambito dell’elettronica/informatica» scelta dal 29,7% degli studenti (NB. il 19% di loro viene dall’ITIS Baldini). • Il 13,5% invece ancora «non lo sa». • Segue l’ambito delle arti e dello spettacolo: segnalato dal 10,8% degli studenti. • Quindi l’imprenditoria e l’ambito sociale, segnalati dal 8,1%. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 15
  • 16. L’84% degli studenti, dopo la scuola, vuole continuare a studiare Rispondono gli studenti di superiori e università 2.7% 5.4% 10.8% 81.1% 90.0% 80.0% 70.0% 60.0% 50.0% 40.0% 30.0% 20.0% 10.0% 0.0% Lavorare e studiare Ancora non so Lavorare Studiare STUDIARE Per l’83,8% degli studenti dopo la scuola superiore la scelta giusta è quella di continuare gli studi. Di questi, il 2,7% intende però contemporaneamente lavorare. Il 10,8% invece, dopo la scuola superiore pensa di immettersi già nel mondo del lavoro. E’ ancora indeciso il 5,4% degli studenti © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 16
  • 17. Solo il 24% vorrebbe continuare a studiare per seguire la propria passione Rispondono gli studenti di superiori e università 43% Perché continuare a studiare? 19% 24% 0% 10% 20% 30% 40% 50% Approfondire le proprie conoscenze Seguire la propria passione Durante la discussione notiamo una grande differenza generazionale  Gli studenti delle scuole superiori si sentono fortemente spinti a studiare qualcosa che possa garantire loro un futuro in termini lavorativi. A scegliere una facoltà che li interessi ma che abbia sbocchi lavorativi certi.  Gli studenti universitari, i ricercatori e tutti i docenti, dicono invece di aver seguito la loro passione. Alcuni universitari dicono: «meglio scegliere per passione e poi barcamenarsi»: il contrario di quello che abbiamo percepito tra i banchi delle scuole superiori. Avere maggiori chanche lavorative Tre le principali motivazioni per continuare a studiare: al primo posto c’è l’avere maggiori opportunità lavorative (43%). Solo il 24% vorrebbe continuare per seguire la propria passione e il 19% per l’approfondimento delle proprie conoscenze e competenze. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 17
  • 18. Il 78% degli studenti ritiene che l’università aiuti a costruirsi un futuro Rispondono gli studenti di superiori e università 8% 14% 78% No Non lo so/Non risponde Si Si per il 78% degli studenti L’università… «Completa la formazione superiore» «Amplia le chanche lavorative» «Permette di realizzarsi come persona» «Da un metodo rigoroso» «Da occasioni professionalizzanti» «Da un attestato delle tue competenze» *Dalle risposte di tutti i partecipanti al focus group © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 18
  • 19. Le facoltà più gettonate Rispondono gli studenti di superiori e università Ingegneria informatica ed edile Programmazione e progettazione videogiochi su fare un’esperienza all’estero? 18.9% Scienze politiche «Ancora non lo so» Quali sono le opinioni 10.8% 10.8% 8.1% 8.1% 8.1% 5.4% 5.4% 5.4% 5.4% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% 2.7% Progettazione e gestione di eventi Veterinaria Relazioni internazionali Medicina Architettura Ingnegneria gestionale Ingnegenria elettronica Gionalismo Dietistica Conservazione dei beni culturali Analisi e gestione ambientale Psicologia Una facoltà all'estero Giurisprudenza Fisioterapia Programmazione progettazione videogiochi Ancora non lo so Scienze Politiche Economia Ingegneria edile (Ingegneria) informatica Economia (segue slide) 0.0% 2.0% 4.0% 6.0% 8.0% 10.0% 12.0% 14.0% 16.0% 18.0% 20.0% © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 19
  • 20. Il 100 % reputa utile un’esperienza all’estero 0% 13% 11% 37% 39% 17% 33% 17% 25% 8% 45% 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% E' importante per completare la propria formazione Serve come esperienza di vita Serve per capire il mondo del lavoro fuori dall'Italia Serve per conoscere il mondo, aprire i propri orizzonti Serve per imparare le lingue Studenti sup e uni Docenti sup e uni • Secondo gli studenti l’esperienza all’estero serve soprattutto per imparare lingue straniere (39%) e per conoscere il mondo, aprire i propri orizzonti e venire a contatto con nuove culture (37%). • Anche per i docenti l’estero è una occasione relazionarsi con nuove culture (25%), ma soprattutto è una vera e propria esperienza di vita, «per confrontarsi con se stessi», «per capire cosa si vuole veramente» e «per crescere» (33%). Di nuovo emerge una differenza generazionale nella percezione dell’esperienza all’estero. Per i ragazzi delle superiori la situazione all’estero è spesso idealizzata e «migliore di quella italiana, a prescindere». Dicono che andranno all’estero ma spesso non sanno dire a fare cosa. Più razionali gli studenti universitari e i docenti: vedono l’esperienza all’estero come fondamentale per la formazione accademica e personale, soprattutto perché offre una prospettiva diversa, che deve però essere inserita in un percorso di crescita strutturato. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 20
  • 21. L’estero secondo gli universitari Dal focus group con studenti e docenti del Campus di Ravenna L’esperienza all’estero è una realtà di fatto. Per tutti. Le difficoltà? Sono anche le sfide che fanno crescere, e sono volutamente…sfidanti •Nel progetto Erasmus Placement è difficile proporsi, cercare aziende e progetti senza essere seguiti dai docenti. Un parziale abbandono da parte dell’Università? No, una sfida voluta, da vivere in un’ottica di crescita e maturazione, anche personale, e di indipendenza e autonomia. •Un grave problema è invece la burocrazia. Alcuni progetti di E.P. messi in piedi dai ragazzi non si riescano ad attuare per la lentezza burocratica delle pratiche da parte dell’Università nell’accreditamento delle aziende straniere. La lingua straniera del settore: deve essere una priorità • Per studenti e docenti è fondamentale l’inserimento di materie del corso di laurea trattate in lingua straniera in modo da poter imparare con facilità il linguaggio tecnico, specifico delle proprie competenze. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 21
  • 22. Al 23% piacerebbe lavorare in proprio Il 32% lo trova difficile e rischioso Il 46% non sa e non risponde alla domanda. Ma cosa serve per lavorare in proprio? • Servono soprattutto buone idee, intraprendenza e determinazione • Secondo alcuni, per essere imprenditori purtroppo «non bisogna stare in Italia» • Non devono mancare risorse economiche di partenza e una buona esperienza • Secondo alcuni infatti «la scuola non basta», mentre secondo altri quello che servirebbe è proprio una formazione adeguata a partire da corsi professionali sulle tematiche dell’imprenditoria • Altri ingredienti fondamentali sono l’entusiasmo, il coraggio, la passione e la follia. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 22
  • 23. Il 54% ritiene che la scuola aiuti nella scelta del proprio futuro Rispondono gli studenti di superiori e università Quanto aiuta la scuola nell’affrontare la scelta del proprio futuro? 0% 10% 20% 30% 40% 50% 8% 46% 5% 11% 30% Molto Abbastanza Poco Per niente NR • «La scuola dà le basi», è percepita come un aiuto alla scelta futura soprattutto se si vuole intraprendere un percorso simile o continuativo rispetto agli studi fatti alle superiori. • Altrimenti non è vista come un aiuto ma anzi come una limitazione del tipo «avrei voluto fare questo, ma non ho le basi perché ho sbagliato scuola superiore». • La scuola è percepita come utile anche quando permette ai ragazzi di fare esperienze di lavoro come ad esempio gli stage estivi in azienda (molto apprezzati da studenti e docenti), o perché apre la mente e fa capire cosa piace o non piace. • Quasi nessuno studente la ritiene utile però per la scoperta dell’offerta formativa accademica. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 23
  • 24. Scuola e famiglia sono i fattori più importanti nella scelta del proprio futuro Quanto influiscono nelle scelte di placement questi fattori? 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 59% 38% 32% 32% 19% 16% 14% 14% 30% 38% 38% 43% 38% 27% 68% 32% 8% 22% 27% 22% 41% 54% 16% 51% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% Famiglia Esperienze di altri Situazione economica Amici Luogo in cui vivi Sogno Scuola Luogo in cui vorresti vivere Molto Abbastanza Per niente NR • Primo fra tutti la famiglia: è indicata come un fattore «molto» importante nelle scelte di placement dal 59% degli studenti e come «abbastanza» importante dal 30%. • Al secondo posto, ma con una preferenza comunque molto inferiore al fattore famiglia, ci sono le esperienze ascoltate da altri, amici o famigliari. Sono considerate un fattore «molto» e «abbastanza» importante dal 38% dei ragazzi. • Rilevante che al terzo posto ci sia la situazione economica: è un fattore che condiziona le scelte dei ragazzi nel 70% dei casi, quasi come gli amici che lo fanno nel 75%. • Chiudono la classifica il luogo in cui si vive (molto rilevante solo per il 19%), il proprio sogno (purtroppo decisivo solo per 16%), la scuola (14%) e il luogo in cui si vorrebbe vivere (14%). © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 24
  • 25. 3. L’OFFERTA FORMATIVA © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 25
  • 26. Il 65 % degli studenti conosce solo vagamente l’offerta formativa cittadina, regionale e nazionale Conoscenza dell'offerta formativa - STUDENTI 24% 24% 32% 62% 65% 51% 14% 8% 5% 0% 3% 11% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Off. Form. RA Off. Form. ER Off. Form. ITA No per niente Si, vagamente Si, bene NR Conoscenza dell'offerta formativa - DOCENTI 65% 25% 50% 35% 35% 0% 0% 0% 45% 10% 15% 20% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Off. Form. RA Off. Form. ER Off. Form. ITA No per niente Si, vagamente Si, bene NR Conoscenza dell’offerta formativa? Molto poco gli studenti. Molto di più i professori. • Gli studenti conoscono molto poco l’offerta formativa a loro disposizione. • Quella di Ravenna è la più conosciuta, anche se dai più solo «vagamente» (dal 62%). • Il 14% conosce bene l’offerta formativa della città e solo l’8% quella regionale. • La situazione migliora con i professori. • E’ molto buona la conoscenza dell’offerta formativa Ravennate (65% la conosce «bene»), abbastanza buona quella regionale (35% la conosce «bene» e 50% vagamente»). • Paradossalmente, rispetto a quella regionale, è meglio conosciuta l’offerta formativa italiana (46% la conosce «bene» e 35% «vagamente»). © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 26
  • 27. L’offerta formativa è conosciuta solo da chi ha un’idea più o meno chiara di ciò che vuole L’offerta formativa è conosciuta soprattutto grazie al passaparola tra amici e famigliari o per sentito dire da studenti ed ex studenti. Molto utilizzato per informarsi anche internet e le giornate di orientamento universitarie e/o gli open day di facoltà. • L’offerta formativa è conosciuta da chi ha un’idea più o meno chiara di ciò che vuole. In questi casi gli studenti conoscono le facoltà di interesse e le relative differenze tra le città in cui si trovano. • Diversamente, non hanno una conoscenza diffusa dell’offerta a loro disposizione. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 27
  • 28. L’offerta formativa secondo gli universitari Dal focus group con studenti e docenti del Campus di Ravenna E’ in grave ritardo rispetto alle esigenze reali del Paese • Si creano corsi di laurea per professioni che stanno scomparendo e si limitano gli accessi a corsi per professioni invece ancora in grado di offrire un futuro. • La scelta del corso di laurea cui iscriversi si fa per passione ma solo poiché nella maggior parte dei casi non si trova comunque riscontro nel placement. L’offerta formativa è tuttavia ritenuta teoricamente ottima • Tutti riconoscono di avere solide conoscenze, spesso elogiate anche all’estero. • Secondo alcuni il problema non è l’Università ma il mondo privato e il sistema politico: vengono permessi contratti di lavoro per neo laureati spesso degradanti e senza una progettualità e le aziende non investono sui giovani e sull’innovazione. I ragazzi non devono cercare alibi • Laurea non significa (più) placement. E per alcuni docenti è giusto così. • Secondo questi docenti l’Università dovrebbe fornire conoscenze eccellenti e non competenze professionalizzanti. • L’eccellenza si crea con l’interazione tra ciò che viene offerto e ciò che viene domandato. Nessuno si pone l’obiettivo di misurare cosa chiede la domanda. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 28
  • 29. Il percorso ideale? Non c’è! Possono esserlo tutti. Un dato allarmante che è emerso dai focus group I ragazzi delle scuole superiori accantonano le passioni e scelgono un percorso di studi che a loro avviso faciliterà l’entrata nel mondo del lavoro. Obiettivo: la sicurezza di uno stipendio. I ragazzi all’università, ancora più disillusi sul mondo del lavoro, si rifugiano nella passione come unica (magra) consolazione. Obiettivo: “tanto vale che faccia quello che mi piace, non lavorerò comunque” © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 29
  • 30. Non serve un percorso ideale, ma essere positivi e propositivi Nell’affrontare il nodo placement sono fondamentali passione e capacità di adattamento. Nemmeno una formazione di eccellenza è sufficiente, servono energia e forza di volontà per far coincidere ciò che si è studiato e che appassiona con ciò che si può fare. Non bisogna pensare che sia tutto dovuto. Non bisogna farsi demoralizzare ancora prima di averci provato. Si può cambiare ottica e mettersi in discussione anche con primi lavori di basso segretariato che possono servire per farsi conoscere, mettersi alla prova e imparare come funziona il mondo del lavoro. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 30
  • 31. 4. COSA MANCA E COSA CI VORREBBE A RAVENNA © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 31
  • 32. Le 7 proposte dai focus group di RFL 2014 Infrastrutture 1. Un sistema efficiente di trasporti che NON penalizzi la città o il Campus universitario. Collegamenti pubblici efficienti e all’avanguardia anche verso il mare. 2. Servizi per gli studenti: luoghi di aggregazione di studio e svago, una mensa per gli universitari, eventi pensati ad hoc. 3. Un luogo reale di incontro e scambio tra scuola/università e aziende. 4. Spazi di ritrovo e divertimento (soprattutto in inverno) che ravvivino la città e la rendano appetibile ai giovani. Questa mancanza è stata menzionata spesso come motivo anche per cambiare città con la scusa dell’Università o del lavoro. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 32
  • 33. Le 7 proposte dai focus group di RFL 2014 Contenuti 5. Corsi in lingua straniera, specialmente tecnica, e aperti non solo agli studenti. Ravenna di pone come città culturale di livello europeo: è ancora più importante dare vita ad una cultura basata sulla apertura e sulla mobilità. 6. Una efficiente comunicazione dell’offerta formativa del Campus di Ravenna e una valorizzazione delle sue eccellenze. 7. Un’offerta formativa più ampia, corsi di laurea, master, ma anche corsi di formazione e corsi professionali. Più borse di studio e di lavoro per i ragazzi. © Studio Giaccardi & Associati Consulenti di direzione 33
  • 34. Grazie dell’attenzione Gruppo di lavoro Giuseppe Giaccardi, consulente di direzione, titolare dello Studio Livia Bosi, analista di ricerca e coordinatrice operazioni Marco Antonioli, analista di ricerca jr Chiara Badini, content curator e community manager Valentina Zanon content curator, community manager e grapich designer Questo elaborato è un prodotto originale dello Studio Giaccardi & Associati – Consulenti di Direzione © All Rights Reserved, Ravenna 28 ottobre 2014 www.giaccardiassociati.it | info@giaccardiassociati.it