La valutazione e le proposte di Franco Pesaresi all'audizione delle Commissioni riunite Lavoro (XI) e Affari sociali (XII) della Camera dei Deputati sul disegno di legge "Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali".
Ruolo degli enti nella gestione del reddito di inclusione (REI)Franco Pesaresi
Il ruolo delle istituzioni pubbliche (Ministero, INPS, Regioni, Ambiti sociali e Comuni nella gestione del Reddito di inclusione (REI). Il quadro dei finanziamenti.
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeSFranco Pesaresi
La presentazione delle caratteristiche della unità operativa sociale e sanitaria (U.O.SeS) nel quadro del modello di integrazione sociosanitaria delle Marche.
Il Ministero del Lavoro propone un istituto nazionale di contrasto alla povertà.
l Sia è un nuovo schema contro la povertà, è allo stesso tempo universale e selettivo in base alle condizioni economiche.
Continua a leggere l'articolo di Massimo Baldini e Michele Pacifico su http://www.lavoce.info/un-sostegno-contro-la-poverta/
Leggi l'intero documento su http://www.lavoro.gov.it/ConsiglieraNazionale/In_Evidenza/Documents/2013-09-20%20Relazione%20povert%C3%A018settembre2013.pdf
Ruolo degli enti nella gestione del reddito di inclusione (REI)Franco Pesaresi
Il ruolo delle istituzioni pubbliche (Ministero, INPS, Regioni, Ambiti sociali e Comuni nella gestione del Reddito di inclusione (REI). Il quadro dei finanziamenti.
L'integrazione sociosanitaria nelle Marche: l'U.O. SeSFranco Pesaresi
La presentazione delle caratteristiche della unità operativa sociale e sanitaria (U.O.SeS) nel quadro del modello di integrazione sociosanitaria delle Marche.
Il Ministero del Lavoro propone un istituto nazionale di contrasto alla povertà.
l Sia è un nuovo schema contro la povertà, è allo stesso tempo universale e selettivo in base alle condizioni economiche.
Continua a leggere l'articolo di Massimo Baldini e Michele Pacifico su http://www.lavoce.info/un-sostegno-contro-la-poverta/
Leggi l'intero documento su http://www.lavoro.gov.it/ConsiglieraNazionale/In_Evidenza/Documents/2013-09-20%20Relazione%20povert%C3%A018settembre2013.pdf
Storia dei centri unici di accesso (PUA) che avrebbero dovuto accogliere i cittadini che richiedono prestazioni territoriali sanitarie, sociosanitarie e sociali ma che non si sono sviluppati davvero. Esistono solo per singole prestazioni (per esempio ADI) ma sono stati pensati per tutte le prestazioni territoriali.
Chi non riuscisse a scaricare il file, in subordine, può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Le Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia, sottoscritte nel novembre 2015 in Conferenza Unificata Stato Regioni e presentate dal Ministro Poletti il 10 dicembre 2015, sono il frutto di un gruppo di lavoro coordinato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali
PUA Punti unici di accesso. 1° parte: le norme nazionali e regionaliFranco Pesaresi
Le slides illustrano le poche norme nazionali e le diversificate norme regionali sui Puniti unici di accesso. La seconda parte si occupa delle funzioni e dell'organizzazione dei PUA.
Rapporto Labsus 2015 - Amministrazione condivisa dei beni comuniAmmLibera AL
A quasi due anni di distanza dalla presentazione del primo Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, a Bologna, il 22 febbraio 2014, Labsus fa il punto con il Rapporto 2015. Il Consiglio comunale di Bologna, con una delibera del 19 maggio 2014 approvò definitivamente il Regolamento, mettendo in moto un meccanismo di diffusione che non si è ancora arrestato. Come ricorda nell’Introduzione il Presidente di Labsus, Gregorio Arena, quella contenuta nel Rapporto è una vicenda che parte da lontano che "a raccontarla non ci si crede, perché l’Italia di cui parliamo in queste pagine non si vede, non fa notizia".
La vicenda ha inizio all’incirca nel 1997 quando, in un saggio intitolato "Introduzione all’amministrazione condivisa", Gregorio Arena aveva ipotizzato l’evoluzione dell’amministrazione pubblica italiana verso un nuovo modello organizzativo fondato sulla collaborazione, anziché sul conflitto, fra cittadini e amministrazioni. Nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione, l’amministrazione condivisa divenne disposizione costituzionale grazie all’introduzione dell’art. 118, comma 4 in base al quale "Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà". Sono così gettate le basi per la futura amministrazione condivisa, vale a dire un’alleanza fra amministrazioni e cittadini.
I centri diurni per anziani: organizzazione e prospettiveFranco Pesaresi
L'organizzazione dei centri diurni per anziani non autosufficienti e dei centri diurni alzheimer nelle regioni italiane.
Chi non riuscisse a scaricare le slides, in subordine, può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Riprogettare il welfare. Socializziamo le buone pratiche, promuoviamo l’innov...paolamarani
Intervento di Paola Marani, responsabile welfare PD Bologna e Consigliere regionale Emilia-Romagna
Lunedì 5 dicembre 2011, Partito Democratico, Bologna
Slide presentate da Martino Mazzoleni durante il laboratorio "Enti di Area Vasta e ambiti territoriali di riferimento per una nuova governance territoriale" realizzato il 9 e 10 novembre 2015 a Milano nell'ambito del progetto "Verso la costituzione delle Aree Metropolitane e la riorganizzazione delle Province" del Formez PA.
Gli uni per gli altri. I servizi per gli anziani a BresciaBSdelNOI
Gli anziani della città e la fragilità anagrafica anno 2016.
La fragilità sociale ed i servizi di supporto domiciliare anno 2016.
Il pensiero progettuale di “Brescia Città del Noi” a sostegno della domiciliarità
Il ruolo dei servizi sociali nel REIS (reddito di inclusione sociale)Franco Pesaresi
Il progetto di Reddito di inclusione sociale (REIS) nel contrasto alla povertà. Nelle slide presentate a Roma il 20/9/2016 si affronta il ruolo dei comuni e dei servizi sociali.
IL LAVORO SOCIALE CON I GIOCATORI D'AZZARDO PATOLOGICI: LA GESTIONE ECONOMICAmarcella gilli
Una completa descrizione (ultima versione) delle implicazioni dell'azzardo nella famiglia, nella gestione economica, negli interventi sociali da attivare
Storia dei centri unici di accesso (PUA) che avrebbero dovuto accogliere i cittadini che richiedono prestazioni territoriali sanitarie, sociosanitarie e sociali ma che non si sono sviluppati davvero. Esistono solo per singole prestazioni (per esempio ADI) ma sono stati pensati per tutte le prestazioni territoriali.
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Le Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia, sottoscritte nel novembre 2015 in Conferenza Unificata Stato Regioni e presentate dal Ministro Poletti il 10 dicembre 2015, sono il frutto di un gruppo di lavoro coordinato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali
PUA Punti unici di accesso. 1° parte: le norme nazionali e regionaliFranco Pesaresi
Le slides illustrano le poche norme nazionali e le diversificate norme regionali sui Puniti unici di accesso. La seconda parte si occupa delle funzioni e dell'organizzazione dei PUA.
Rapporto Labsus 2015 - Amministrazione condivisa dei beni comuniAmmLibera AL
A quasi due anni di distanza dalla presentazione del primo Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, a Bologna, il 22 febbraio 2014, Labsus fa il punto con il Rapporto 2015. Il Consiglio comunale di Bologna, con una delibera del 19 maggio 2014 approvò definitivamente il Regolamento, mettendo in moto un meccanismo di diffusione che non si è ancora arrestato. Come ricorda nell’Introduzione il Presidente di Labsus, Gregorio Arena, quella contenuta nel Rapporto è una vicenda che parte da lontano che "a raccontarla non ci si crede, perché l’Italia di cui parliamo in queste pagine non si vede, non fa notizia".
La vicenda ha inizio all’incirca nel 1997 quando, in un saggio intitolato "Introduzione all’amministrazione condivisa", Gregorio Arena aveva ipotizzato l’evoluzione dell’amministrazione pubblica italiana verso un nuovo modello organizzativo fondato sulla collaborazione, anziché sul conflitto, fra cittadini e amministrazioni. Nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione, l’amministrazione condivisa divenne disposizione costituzionale grazie all’introduzione dell’art. 118, comma 4 in base al quale "Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà". Sono così gettate le basi per la futura amministrazione condivisa, vale a dire un’alleanza fra amministrazioni e cittadini.
I centri diurni per anziani: organizzazione e prospettiveFranco Pesaresi
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Il ruolo dei servizi sociali nel REIS (reddito di inclusione sociale)Franco Pesaresi
Il progetto di Reddito di inclusione sociale (REIS) nel contrasto alla povertà. Nelle slide presentate a Roma il 20/9/2016 si affronta il ruolo dei comuni e dei servizi sociali.
IL LAVORO SOCIALE CON I GIOCATORI D'AZZARDO PATOLOGICI: LA GESTIONE ECONOMICAmarcella gilli
Una completa descrizione (ultima versione) delle implicazioni dell'azzardo nella famiglia, nella gestione economica, negli interventi sociali da attivare
Ambiti sociali nelle Marche: dimensionamento e prospettiveFranco Pesaresi
Come dare stabilità e forza agli Ambiti territoriali sociali delle Marche in questa fase di grave crisi economica che determina una forte crescita dei bisogni sociali ed assistenziali.
Francesco Aiello al Forum Fusioni organizzato dalla Regione CalabriaUniversity of Calabria
Si tratta della presentazione di Francesco Aiello (Fondatore di OpenCalabria) al forum sulle fusioni dei comuni organizzato il 15 Maggio 2017 dalla Regione Calabria presso la Cittadella Regionale di Germaneto (Catanzaro)
Carta dei beni comuni , un Manifesto di principi e azioni civiche congiunte, per
permettere l’elaborazione, sperimentazione e valutazione di un Regolamento per il governo e la cura
partecipata dei beni comuni, oggetto decisionale del percorso partecipativo.
Che cosa è, a cosa serve, quali le informazioni necessarie per la sua redazione, come interpretare i dati, chi lo fa. Chi non riuscisse a scaricare questo file, in subordine, può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Finalità e modello di intervento delle politiche di coesione [riflessioni teo...OpenCoesione
Intervento di OpenCoesione al Corso di Banca d'Italia sulle "Politiche per la coesione territoriale": Finalità e modello di intervento delle politiche di coesione [riflessioni teoriche, istituzionali e di esperienza pratica]
Il nuovo censimento sulle istituzioni non profit: quali indicazioni per la ri...Iris Network
Colloquio sull'impresa sociale 2014
Dipartimento di Economia, Perugia
Intervento di Andrea Mancini (già Direttore Dipartimento per i Censimenti e i registri amministrativi e statistici, ISTAT)
"Il nuovo censimento sulle istituzioni non profit: quali indicazioni per la ricerca"
Una raccolta di storie di collaborazione virtuosa tra Enti Locali e Finanza Etica. Dall'asset building al microcredito, dalla produzione di energia da fonti rinnovabili alla cooperazione sociale e ancora, housing sociale, legalità e molto altro ancora.
SERVONO GLI OBIETTIVI DI SERVIZIO NELL'ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIALE (SAD)Franco Pesaresi
Il problema principale oggi è costituito dalla bassissima percentuale di anziani assistiti con il SAD: bisognerebbe pertanto fissare un livello standard che tutti i Comuni o gli ambiti sociali devono raggiungere (degli obiettivi di servizio) . Occorre innanzitutto raggiungere un livello base uguale per tutti per poi crescere gradualmente in una seconda fase.
Ricostruire i contenuti del livello essenziale dell’assistenza domiciliare sociale non è facile perché la prestazione viene
presentata come singola mentre invece i servizi in essa contenuti sono diversi e di diversa natura. Non ci sono spiegazioni
adeguate nella Legge di bilancio 2022 e nel Piano per la non autosufficienza 2022-2024 per cui l’unica soluzione è
interpretare in modo letterale quanto contenuto nelle norme citate.
LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimoraFranco Pesaresi
Per le persone senza dimora, la residenza anagrafica rappresenta un requisito decisivo per le sue possibilità di inclusione, perché ad essa si collega la possibilità di usufruire dei servizi sanitari, socio-assistenziali e abitativi, erogati dagli enti locali.
Una persona senza dimora può eleggere a suo domicilio non necessariamente un luogo fisico, l’importante è che scelga il Comune presso cui stabilisce i suoi interessi In questo caso, la persona viene iscritta in una via fittizia, territorialmente non esistente ma equivalente in valore giuridico; una via dove non vive nessuno e che in realtà non esiste, ma che viene istituita per dare la possibilità anche alle persone senza dimora di ottenere la residenza e i diritti ad essa connessi.
A quattro anni dal primo lockdown, e nella quarta giornata nazionale per le vittime del Covid, l'articolo si occupa delle residenze per
anziani ritornando a quel periodo terribile che ha segnato le vite, e le morti, di migliaia di anziani ricoverati. Lo facciamo
con la recensione del libro di Costanzo Ranci “Cronaca di una strage nascosta. La pandemia nelle case di riposo” (Mimesis
Edizioni, 2023).
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'Franco Pesaresi
Il Decreto Legislativo attuativo n. 29/2024, in grandissima parte, non dà attuazione alla Legge delega rinviando quasi tutte le decisioni più importanti ad una serie impressionante di ulteriori 19 decreti e linee guida. Nei prossimi mesi bisognerà cogliere ogni occasione, compresa quelle dei tanti decreti attuativi previsti, per recuperare i contenuti in linea con le previsioni più innovative della legge 33/2023.
Il servizio di Pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza personali e familiari si attiva in caso di emergenze ed urgenze sociali, circostanze della vita quotidiana dei cittadini che insorgono repentinamente e improvvisamente, producono bisogni non differibili, in forma acuta e grave, che la persona deve affrontare e a cui è necessario dare una risposta immediata e tempestiva in modo qualificato, con un servizio specificatamente dedicato. Il pronto intervento sociale viene assicurato 24h/24 per 365 giorni l’anno.
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIFranco Pesaresi
on il Decreto Legislativo attuativo, approvato il 25 gennaio scorso, il Consiglio dei Ministri anziché procedere con l’avvio dell’attuazione della riforma della non autosufficienza prevista dalla Legge Delega 33/2023, si limita a disporre un rinvio quasi generalizzato degli obiettivi fondanti la riforma stessa. Franco Pesaresi mette a fuoco gli elementi centrali del recente Decreto, evidenziandone la distanza dai contenuti della Legge delega approvata meno di un anno fa dal Governo, una riforma che anziani non autosufficienti e caregiver attendono da anni.
LE DIMISSIONI PROTETTE (riordinate nel 2021-22)Franco Pesaresi
Le dimissioni protette sono state individuate come Livello essenziale delle prestazioni sociali (LEPS). L'articolo riordina il quadro normativo delle dimissioni protette.
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?Franco Pesaresi
Dopo la presentazione della Legge di Bilancio 2024 al Parlamento si è sviluppata una discussione sulla dimensione dei fondi destinati alla disabilità tra chi affermava che i fondi sono diminuiti rispetto all’anno precedente e le dichiarazioni del Governo che invece affermavano che i fondi sono rimasti gli stessi.
Come stanno effettivamente le cose?
Il Decreto del Ministero del Salute n. 77/2022 sull’assistenza sanitaria territoriale ha introdotto un nuovo strumento per
l’assistenza globale dei pazienti territoriali: il Progetto di salute. In questo contributo, l'autore propone un’analisi
dello strumento come definito dal quadro normativo e propone alcune valutazioni rispetto alla sua attuazione nel sistema
organizzativo dei servizi.
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023Franco Pesaresi
Questo ebook racconta dei primi due anni (2022-2023) di attuazione della parte sanitaria del PNRR nella Regione Marche. Parliamo di quella che tecnicamente si chiama Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Il PNRR prevede, come è noto, numerosi investimenti sia nella sanità territoriale che in quella ospedaliera, nulla purtroppo per la prevenzione. Parliamo per intenderci di Case della salute, di ospedali di comunità, di centrali operative territoriali, di grandi attrezzature sanitarie, di digitalizzazione ecc.
In queste pagine si cercherà di mettere in condizione il lettore di valutare come procede nelle Marche l’attuazione del PNRR nel settore sanitario, fornendo documentazione e valutazioni.
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)Franco Pesaresi
Seconda parte di un articolo che affronta il tema della regolamentazione nazionale degli alloggi per anziani. Negli ultimi due anni sono uscite ben 5 norme che dicono cose diverse ed inadeguate.
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)Franco Pesaresi
Negli ultimi due anni (2021-2023) è scoppiato un improvviso e significativo interesse statale per la realizzazione di alloggi
dedicati agli anziani testimoniato da ben cinque norme diverse che si sono occupate del tema.
Si tratterebbe di una cosa molto positiva se non fosse che le diverse norme vanno a costituire un quadro contraddittorio e
confuso.
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienzaFranco Pesaresi
Con Delibera regionale 1496 del 2023, la Regione Marche ha approvato definitivamente le “Linee attuative regionali degli interventi per la non autosufficienza”, disponendo l’utilizzo delle risorse del Fondo nazionale per la non autosufficienza sia per gli anziani che per i disabili. L'autore mette a disposizione un approfondimento sui contenuti di questa recente delibera regionale, proponendo alcune riflessioni su aspetti di particolare rilevanza.
La rivista "Abitare e Anziani" n.3/2023 ha dedicato l'intero numero agli alloggi assistiti. E' presente il mio articolo: "Gli alloggi assistiti: un'alternativa alle strutture residenziali per anziani".
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuroFranco Pesaresi
Conciliare qualità e complessità oggi implica abbandonare la vecchia concezione delle organizzazioni sanitarie come strutture gerarchiche lineari: i sistemi sanitari e gli ospedali sono sempre più entità complesse governate da leggi di interazione e auto-organizzazione, spesso soggette a fenomeni emergenti, come lo è stato la minaccia pandemica. Sarà questa la chiave per riformare l’assistenza compresa quella ospedaliera, facendo convergere la pluralità di attori su un unico obiettivo: aumentare la flessibilità del sistema. Tutto il contrario della logica di “una singola causa genera un singolo effetto”.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI. Franco Pesaresi
Le proposte del "Patto per la non autosufficienza" per la legge di bilancio 2024 per avviare un piano di legislatura per l'attuazione della L. 33/2023.
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIAFranco Pesaresi
Dopo l’approvazione della Legge delega per la riforma del sistema della non autosufficienza (l. 33/2023), e in attesa dei decreti legislativi attuativi, l'articolo propone un’analisi delle spese per la Long Term Care in Italia negli ultimi 10 anni. Una lettura utile per sapere cosa rientra sotto il “cappello” della LTC e quali sono le varie voci di spesa pubblica, tra sanità, indennità di accompagnamento e altri interventi socio-assistenziali. L'articolo propone anche informazioni legate alle macro-funzioni della Long Term Care e un confronto coi numeri degli altri Paesi UE.
DDL delega sul contrasto della povertà. Audizione Franco Pesaresi
1. 1
Camera dei Deputati:
commissioni riunite: Lavoro (XI) e Affari sociali (XII)
Delega recante norme relative al
contrasto della povertà…
audizione
Franco Pesaresi
Direttore Asp “Ambito 9” Jesi (AN)
Comitato scientifico «Alleanza contro la povertà»
Roma, 11 aprile 2016
2. 2
L’importanza del DDL C. 3594
La presentazione del DDL 3594 è un evento politico di
grande importanza per il welfare italiano.
I suoi contenuti, in generale, sono apprezzabili, pur in
presenza di risorse non adeguate.
Spero in una sollecita approvazione da parte del
Parlamento ed in una oculata attuazione da parte del
Governo.
4. 4
Riprende il percorso riformatore
Dopo 16 anni (dalla L. 328/2000) riprende il percorso
riformatore dei servizi sociali che sono deboli e
straordinariamente disomogenei. Si tratta di un’ottima
notizia.
Nel merito si condividono i contenuti del DDL che
restituisce al Ministero un ruolo necessario di
coordinamento, di stimolo e di verifica (ed oggi poco
presente stante anche la normativa vigente) delle politiche
sociali.
Omogeneità territoriale e linee guida (contrarietà regionale ingiustificata ). Era
tempo.
5. 5
Verifica LEPS
Necessaria la previsione di attribuire al Ministero le
competenze sulle verifiche e il monitoraggio dei
LEPS.
Non ha significato avere i LEPS se poi non ci sono
organismi preposti alla verifica che essi vengano
rispettati.
Il modello di riferimento potrebbe essere quello messo
in piedi dal Ministero della Salute per i LEA: sistema
informativo, commissione nazionale, rapporto
nazionale, sanzioni e premialità.
6. 6
Gestione associata
L’implementazione della misura nazionale di contrasto
della povertà (e non solo) ha bisogno di una
organizzazione locale adeguata e solida e che
garantisca omogeneità di trattamento.
Stante la dimensione degli 8.000 comuni italiani (5.575
con meno di 5.000 ab. pari al 70%; solo 137 comuni
con +50.000 ab ) questo è possibile nei comuni più
grandi e, negli altri casi, solo con la gestione
associata. Bene dunque il DDL.
7. 7
Le ragioni per la gestione associata
• Garantire una distribuzione uniforme dei servizi
in tutto il territorio.
• Garantire una unica gestione al piano di zona.
• Garantisce i LEPS anche nei piccoli comuni
• Sviluppare economie di scala.
• Innalzamento qualità organizzativa.
• Migliorare i servizi sociali nel territorio.
8. 8
La spesa sociale associata è in
aumento?
• La spesa sociale 2012 era gestita per il 24,4% (era il
24,3% nel 2003) da forme associative (Ambito sociale, Comunità
montana, consorzio, Unione dei comuni, ASL, altro).
• Nel 2012 varie forme di gestione associata gestivano 1.709
milioni di euro (erano 1.262 milioni di euro nel 2003)
• % più alte: Trentino-AA 86%, Valle d’Aosta 63%, Friuli VG 54%, Piemonte
39%, Abruzzo 38%, Campania 36%, Toscana 34%, Veneto 32%.
• % più basse: Lazio 5%, Sardegna 6%, Marche 8%, Sicilia 9%, Calabria
10%, Lombardia 14%).
9. 9
Chi gestisce la spesa associata? (2012)
• Ambito/distretto/zona sociale 8,0%
• Consorzio 6,0%
• Azienda sanitaria 4,3%
• Altra associazione di comuni 3,6%
• Unione di comuni 1,5%
• Comunità montane 1,0%
10. 10
Tendenze gestione associata
• Negli ultimi 10 anni la gestione associata dei servizi sociali è
cresciuta in termini assoluti (+447 milioni) in linea con la
crescita della spesa sociale ma senza modificare le percentuali
di spesa che rimane del 24%. Come 10 anni fa.
• La modificazione principale si registra nella gestione delegata
alle ASL che si riduce gradualmente e costantemente
passando dal 7,5% al 4,3%.
• Questo ha permesso una crescita delle altre forme di gestione
associata intercomunale: soprattutto gli Ambiti sociali (+1,8%),
i Consorzi (+1,6%), le Unioni dei comuni (+1,1%). Ridotta di un
terzo la quota delle comunità montane.
11. 11
La dimensione ottimale
• La gestione associata ottimale dei servizi sociali si
realizza a livello dell’intero Ambito Territoriale sociale.
Altrimenti vengono meno parte di quei vantaggi
appena descritti.
• Per questo è importante anche la definizione dei
principi generali per l’individuazione degli ambiti
medesimi. Nella definizione della dimensione degli
ambiti occorre tener presenti gli obiettivi da
perseguire. Non troppo piccoli da non avere la massa
critica per operare né troppo grandi da risultare
troppo lontani dai comuni per cui si lavora. Ipotesi…
12. Dimensione degli ambiti sociali(2016)
Regione Popolazione x
ambito
Regione Popolazione x
ambito
Emilia Romagna 115.200 Marche 67.200
Toscana 108.600 Friuli VG 64.300
Lazio 101.000 Basilicata 64.000
Lombardia 99.900 Bolzano 63.700
Sicilia 90.900 Calabria 55.900
Puglia 90.000 Molise 44.800
Veneto 87.200 Trento 40.800
Campania 86.100 Abruzzo 37.500
Piemonte 74.100 Valle d’Aosta 32.000
Umbria 73.900 Liguria 22.700
Sardegna 71.300 Media 78.100 12
13. Distretti sanitari e ambiti sociali
Regione n. distretti n. ambiti Regione n. distretti n. ambiti
Basilicata 9 9 Puglia 49 45
Umbria 12 12 Lazio 48 55
Valle d’Aosta 4 4 Marche 13 23
Toscana 34 34 Veneto 26 56
E. Romagna 38 38 Trento 4 13
Molise 7 7 Lombardia 27 98
Sicilia 55 55 Calabria 18 34
Friuli V.G. 20 19 Liguria 19 69
Sardegna 22 23 Bolzano 20 8
Campania 65 67 Abruzzo 23 35
Piemonte 52 59 Totale 565 763
15. 15
Offerta integrata di servizi e
promozione accordi (comma 4 lett e)
• L’offerta integrata di servizi che diventa LEPS ha
bisogno di una serie di elementi predisponenti
che rendano possibile ed efficace l’integrazione
dei servizi.
• Per questo occorre rilanciare la coincidenza
territoriale fra ambiti sociali e distretti sanitari –
che non è mai decollata – per sviluppare
l’integrazione sociosanitaria.
• La nuova frontiera è che ci sia coincidenza anche
con i centri per l’impiego.
16. 16
Quali forme di gestione?
• Indicazioni regionali diverse
• Esperienze comunali ancora più diverse
• Ampie possibilità di scelta per gli enti locali
• Quali sono le caratteristiche delle varie modalità
gestionali?
• Per quale motivo scegliere l’una o l’altra modalità
gestionale?
17. 17
Caratteristiche delle forme di gestione
Convenzione
intercomunale
Unione dei
comuni
ASP Consorzio Azienda
speciale
consortile
Fondazione SPA o SRL
Partecipazione
di + comuni
Si Si Si Si Si Si Si
Partecipazione
della ASL
No No Teoricamente
possibile
Si Si Si Si
Partecipazione
dei privati
No No Si No No Si Si
Idoneità per la
gestione di tutti i
servizi sociali
Forte Forte Forte Forte Forte Media Debole
Idoneità per la
gestione di sole
strutture
residenziali
Debole Media Forte Forte Forte Forte Forte
Rappresentanza
istituzionale
degli enti locali
soci
Media Forte Forte Forte Media Debole Debole
Flessibilità di
gestione
Debole Debole Forte Media Media Forte Forte
Specializzazione
professionale
Debole Debole Forte Forte Forte Forte Forte
18. 18
CRITERI PER LA SCELTA GESTIONALE
• La forma gestionale ottimale e valida per ogni realtà non
esiste. Esistono necessità, obiettivi, caratteristiche particolari
di cui occorre, localmente, tener conto.
• Contano gli obiettivi posti, i soci che debbono partecipare
(pubbl. e privati) e i servizi da gestire e la dimensione del
bilancio da gestire.
– Servono enti diversi per la gestione solo di una residenza protetta o per la gestione di
tutti i servizi sociali, così come per un bilancio di un milioni di euro o di 10 milioni di
euro, o se si coinvolge l’ASL.
• Servono: Partecipazione, consenso, gradualità e un forte
indirizzo politico.
19. 19
Come promuovere la gestione
associata?
1. Siano i comuni a scegliere in autonomia la forma
gestionale associata più adatta che coinvolga tutti i
comuni dell’ambito;
2. La forma gestionale prescelta deve mantenere in
capo ai comuni il potere di indirizzo politico e di
controllo diretto.
3. Un quadro normativo nazionale adeguato. Risolvere
alcuni problemi (piccoli comuni, consorzi,
rappresentanza politica). Deve essere chiaro e definito
quali sono le forme gestionali che si possono scegliere.
4. Promuovere o incentivare gli Ambiti sociali che
realizzano la gestione associata.
20. 20
Gestione associata obbligatoria o
incentivata?
Alcune regioni hanno previsto la gestione associata
obbligatoria ed hanno anche esercitato i poteri
sostitutivi. Si può fare.
L’alternativa è quella di disincentivare finanziariamente in
modo significativo chi non fa gestione associata. Su
questo non devono esserci dubbi etici (penalizziamo gli
assistiti?). Già oggi ci sono territori che spendono 30 euro
a persona per il sociale mentre la media italiana è quattro
volte tanto. Non sono i finanziamenti statali a
determinare le differenze. Cambiamo le regole.
Più efficace l’obbligatorietà. Gli incentivi finanziari sono
troppo esposti alla variabilità regionale.
22. 22
Grandi riforme del welfare sociale
Povertà ed
emarginazione
sociale
Non
autosufficienza
Prima infanzia
Germania (1961, 2003) Austria (1993) Francia (1970, 1975)
Austria (1970-1975) Germania (1995) Spagna (2005, 2008)
Francia (1998, 2006-2008) Francia (1997, 2001, 2007) Germania (2008)
Portogallo (1996) Spagna (2006) Portogallo (2006)
Spagna (1995-2000) Portogallo (1999, 2006)
Italia - Italia - Italia -
Grecia –
Fonte: C. Gori
Grecia - Grecia -
23. La povertà assoluta in Italia (Istat)
Anno % Persone
(Milioni)
2007 3,1%
(1,8 milioni)
2014 6,8%
(4,1 milioni)
23
24. Introduzione di una misura nazionale contro la povertà assoluta, EU 15
PAESE CON LEGGE PAESE SENZA LEGGE
Regno Unito Italia
Svezia Grecia
Germania
Paesi Bassi
Finlandia
Austria
Belgio
Danimarca
Irlanda
Lussemburgo
Francia
Portogallo
Spagna
24
25. 25
Quale priorità di intervento?
La gradualità e la progressione dell’intervento può essere una
necessità dell’attuale contesto economico ma poi occorrerà
dare attuazione a questa progressione. Garanzie?
Priorità corrette? Nuclei familiari con figli minorenni è una buona
scelta. Si investe sul futuro per ridurre le possibilità che si
diventi adulti senza gli strumenti per uscire dalla povertà. E’ il
tipo di intervento anche preventivo che massimizza l’efficacia
dell’intervento, in prospettiva futura.
Per questo forse è migliore di coloro che hanno in assoluto i redditi più bassi.
26. 26
Quale priorità di intervento?/2
Qualche perplessità invece per la priorità successiva (i soggetti con maggiore
difficoltà di inserimento e di ricollocazione nel mercato del lavoro). Chi sono?
Coloro che stanno in povertà assoluta hanno tutti grandissima
difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. Quelli che ne hanno
maggiore sono i disabili, gli adulti in età avanzata ed altri. Per alcuni
di questi però esistono delle misure.
Sono persone in straordinario bisogno ma in questo caso non so se
abbiamo argomenti per privilegiarli rispetto a coloro che hanno i più
bassi redditi in assoluto.
ELEMENTO POSITIVO: prevedere una «successiva» priorità significa
che ci sarà una successiva fase di sviluppo della misura con ulteriori
finanziamenti.
27. 27
Finanziare l’organizzazione locale
Condivido quanto indicato per i principi generalizzati per la presa
in carico (comma 2, lett e)) ma per garantirne la realizzazione occorre
garantire il finanziamento anche delle risorse per gli enti
locali (gli Ambiti sociali ) per i percorsi di inserimento sociale e
lavorativo e per la struttura organizzativa che se ne deve
occupare.
Comuni ed Ambiti sociali hanno una organizzazione ma che è
inadeguata per un programma di questo tipo. Dare la
possibilità di assunzioni a tempo indeterminato per un
programma non episodico.
28. 28
Inclusione e Welfare generativo
• I percorsi di inclusione non lavorativa devono essere ispirati ai principi del
welfare generativo.
• Il welfare generativo è quello che mette in condizione la persona aiutata di
contribuire con le proprie capacità ad accrescere la socialità, la solidarietà e
la ricchezza della comunità a cui appartiene. Si tratta di trasformare l’aiuto
ricevuto (spesso aiuto economico) in ore di impegno che il beneficiario
dell’aiuto offre in attività utili per la comunità e per sé stesso.
• Non è un percorso di inclusione lavorativa. Tali attività possono essere le
più varie: attività con i soggetti del terzo settore e con gli enti pubblici. Ma
anche le forme possono essere le più varie.
• Queste esperienze trasformano radicalmente la posizione della persona
aiutata che salvaguarda la propria dignità senza essere ridotto a semplice
assistito “guadagnandosi” l’aiuto ricevuto restituendo alla comunità con il
suo impegno ciò che ha ricevuto e realizzando un percorso di
accrescimento personale.
30. 30
La razionalizzazione delle prestazioni
L’ipotesi di razionalizzazione delle prestazioni di natura
assistenziale secondo criteri unificati di valutazione della
condizione economica (ISEE) è condivisa.
Oggi ci sono grandi ed ingiustificate differenze nei trattamenti
categoriali e nei sistemi di valutazione dei redditi (per singolo
o per famiglia con patrimonio o senza, con ISEE e senza ISEE).
Il sistema è iniquo e produce aberrazioni. Ci sono risorse
assistenza che vanno ai decili più alti.
La scelta da fare non può basarsi su ciò che è più conveniente
per il cittadino. Occorre una scelta equa in un ottica di Stato.
Scelta fra opzione corporativa ed opzione equitativa.
31. 31
Prestazioni assistenziali e
previdenziali (sottoposte alla prova dei mezzi)
Preliminarmente occorrerebbe definire normativamente cosa è
assistenza e cosa è previdenza. Purtroppo non esiste una definizione univoca
e condivisa dei termini . Ci sono spazi grigi.
L’Istat assegna al settore “assistenza” tutte le prestazioni non
assegnate ai settori “sanità” e “previdenza” e quindi in qualche modo
residuali. E con qualche decisione che può essere discutibile dal punto
di vista logico.
Infatti, gli studiosi collocano tra gli istituti assistenziali anche l’assegno
per il nucleo familiare e l’integrazione al trattamento minimo delle
pensioni in quanto non sottostanno ad una logica assicurativa e
presentano, anche nostro avviso, finalità di assistenza sociale mentre
l’Istat, invece, considera queste misure nella voce previdenziale.
32. 32
Riordinare anche le prestazioni
previdenziali (sottoposte alla prova dei mezzi)?
Il DDL tratta le prestazioni previdenziali sottoposte alla prova dei
mezzi. La domanda da porsi non è se tali prestazioni vanno
toccate oppure no.
La domanda da porsi è: la revisione della prova dei mezzi per
renderle più eque ed uguali per tutti (per esempio ISEE) lede i
diritti acquisiti oppure no? Ci sono già stati diversi casi in
questo senso (modifica delle condizioni di accesso o di determinazione dell’importo della prestazione).
Non mettere in discussione il mantenimento della prestazione
previdenziale ma rendere la prestazione più equa.