Tour in Umbria, lavoro di Paolo Catalani, Jessica Proietti, Francesco Dercini e Maria Pia Maggi, classe IB, Istituto Comprensivo Giacomo Matteotti di Cave (Rm).
3. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
La fondazione e la storia
Cuma, la prima colonia greca d'occidente, fu
fondata tra il 750 e il 730 a.C. da coloni greci
provenienti dall'isola di Eubea all'estremità
nord-occidentale del Golfo di Napoli, sopra un
colle fortificato affacciato sul mare.
L'ambiente naturale della zona (i Campi
Flegrei) fu modellato da remotissime vicende
vulcaniche che crearono alture, depressioni e
laghi e i cui effetti si manifestano tuttora con
fenomeni di bradisismo e sorgenti termali
calde.
I Greci - si dice - scelsero questo luogo dopo
aver ascoltato il suono dei cembali e
osservato il volo di una colomba; in realtà per
proseguire nella loro espansione commerciale
nel golfo partenopeo.
La città crebbe e prosperò; da qui venne
introdotto l'alfabeto in Italia e nelle sue acque
gli Etruschi furono sconfitti (474 a.C),
perdendo il dominio navale nel Tirreno.
l’acropoli
pianta di Cuma: città, porto e acropoli
4. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
I resti archelogici
Dell'antico abitato, poi divenuto romano,
rimangono :
un tratto della Via Domiziana pavimentato
con grosse lastre di pietra (basoli) tagliate
"a spacco”
l’Arco Felice
parti delle mura
l‘ acropoli con i resti dei templi di Giove e
Apollo del V secolo a.C, ricostruiti dai
Romani
la città bassa con il foro, le terme e un
tempio, il “Capitolium”, dedicato alla Triade
Capitolina
il porto è oggi interrato nella pineta di
Licola
una Via Sacra che risale il colle
dell'acropoli
il famoso Antro della Sibilla Cumana (sul
L’Arco Felice
la via Sacra
5. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
La città bassa
L’impianto urbano di Cuma è
articolato in un polo religioso
sull’acropoli ed un centro civile e
residenziale nella parte bassa.
Scavi e studi condotti dal 1994 al
2008 hanno permesso di recuperare il
limite orientale del Foro, ancora
ignoto, e di calcolare il perimetro, pari
a m 39,90 x m 112,0
La piazza appare dominata sul lato
orientale dall’imponente mole del
Capitolium (un tempio dedicato forse
alla Triade Capitolina), mentre i
restanti tre lati sono racchiusi da un
porticato a due ordini in tufo grigio.
Ricostruzione del Foro con il Capitolium
6. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
L’Acropoli
L’acropoli rappresentava la parte più
alta della città, con funzioni religiose e
difensive: i greci, i sanniti ed i romani
realizzarono, infatti, mura di
fortificazione, delle quali si conservano
solo alcuni tratti, poiché quasi
completamente distrutte nel medioevo.
Sull’ampia terrazza si individuano
numerosi resti di strutture antiche, tra
cui la cosiddetta cisterna greca. Si
tratta di un ambiente di tipo ipogeo dalla
pianta rettangolare, destinata alla
raccolta delle acque, oppure potrebbe
aver avuto una qualche funzione di tipo
sacrale-religiosa in relazione al vicino
tempio di Apollo.
7. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
L’Acropoli : Il Tempio di Apollo
Il Tempio di Apollo si trova sul lato meridionale
della terrazza. Edificato in età greca, nel V
secolo a.C. il tempio doveva avere pianta
periptera con sei colonne sulla fronte minore.
L’intervento dell’imperatore Augusto portò
sostanziali modifiche alla struttura
architettonica del tempio, per l’orientamento e
l’aggiunta di un pronao esastilo con colonne
doriche e scalinata.
Nella cella si doveva trovare una gigantesca
statua di Apollo. Dell’impianto originario
rimane solo il podio in blocchi di tufo. Nel V
secolo d.C. il tempio fu trasformato in una
basilica cristiana
Sul lato opposto della terrazza è il c.d.
Tempio di Artemide, datato al II secolo a.C.,
ma rimaneggiato in età augustea.
8. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
L’Acropoli : Il Tempio di Giove
Sulla sommità del Monte di Cuma si trova
il tempio più importante del’acropoli, il c.d.
tempio di Giove.
Costruito tra il VI ed il V secolo, era più
probabilmente dedicato a Demetra,
divinità particolarmente venerata a
Cuma.Aveva l’accesso rivolto ad Est e la
cella era tripartita.
E’ difficile oggi definire quale dovesse
essere l’aspetto originario dell’edificio, a
causa delle varie modifiche subite già in
antichità.
Come il tempio di Apollo anche questo
tempio venne trasformato in una basilica
cristiana, in cinque navate e dedicata a S.
Massimo con aggiunta di altare e fonte
battesimale.
il fonte battesimale nel tempio di Giove
9. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Il Tempio greco e romano
L'edificio vero e proprio era per i Greci la casa
del dio (oikos), ovvero la cella (naos). Questa
ospitava la statua della divinità, ed il
sacerdote era l'unico ad averne accesso,
mentre il culto si svolgeva su un altare
antistante, all'esterno di essa ed all'interno del
recinto sacro (temenos) in cui si situavano il
tempio ed altri edifici ad esso connessi.
Il tempio greco è sempre orientato est-ovest,
con l'ingresso aperto verso est.
I templi romani sono invece orientati nord-
sud, posti su di un alto podio, cui si accede
mediante un'ampia scalinata da sud.
Sulla superficie superiore (stilobate) di una
piattaforma, sopraelevata rispetto al terreno
circostante, per mezzo di pochi gradini
(crepidine), si elevava la struttura del tempio,
caratterizzata dalle colonne. La disposizione
delle colonne determina la classificazione dei
tipi di pianta del tempio greco, che ci è stata
tramandata da Vitruvio
10. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
L’Antro della Sibilla
L'antro è formato da una galleria rettilinea
lunga 131 metri, a sezione trapezoidale
come i camminamenti delle rocche
micenee, scavata nel tufo della collina ma
aperta sul lato verso il mare da sei finestre
che la illuminano, creando zone di luce e
d'ombra che doveva impressionare i
visitatori.
Lungo il corridoio, sul lato a monte, vi sono
alcune vasche nelle cui acque, secondo la
tradizione, la Sibilla si purificava prima di
pronunciare i suoi vaticini.
Al termine del corridoio, un vestibolo con
un paio di sedili scavati nella roccia
precede un ambiente sotterraneo a pianta
rettangolare voltato, con tre nicchioni alle
pareti, da uno dei quali si entra in una
stanza più piccola, pure ornata da tre
nicchie.
11. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
L’Antro della Sibilla
Si ritiene che nell'ambiente
maggiore si svolgessero le sedute
della Sibilla, la quale probabilmente
viveva nel locale attiguo
La galleria di accesso all'antro è
attribuita al VI-V secolo a.C, ma
secondo altre stime sarebbe
anteriore alla stessa fondazione di
Cuma: in origine poteva essere un
deposito di merci dei coloni greci di
Ischia, mentre le vasche
contenevano forse riserve d'acqua;
altri ritengono che queste ultime
siano opere di difesa militare di età
romana
12. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
La Sibilla Cumana
Le Sibille rivelavano il futuro senza essere
interrogate e quasi sempre annunciavano
calamità e disgrazie. Secondo fonti
letterarie latine la Sibilla era una
profetessa giunta dall'Oriente, legata al
culto di Apollo
La Sibilla fu resa immortale da Virgilio
nell'Eneide. Enea, l’eroe troiano, approdò
nel Lazio e incontrò la Sibilla Cumana,
che divenne la sua guida nell'Ade, la cui
entrata era immaginata nel Lago Averno
Virgilio colloca la Sibilla in una «spelonca
immane» aperta da cento porte e offre il
ritratto di una donna «orrenda» legata a
un aspetto ripugnante e ad atteggiamenti
da invasata, che ne rendono ancor più
misteriosa la mitica e leggendaria
esistenza.
Sibilla del Domenichino
Sibilla del Perugino
13. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
L’Arco Felice
Costruito nel 95 d.C. per consentire il
passaggio della via Domitiana (che
conserva il Basolato originario)
attraverso il monte Grillo, l'Arco Felice
può essere considerato l'ingresso
monumentale alla città di Cuma lungo il
lato orientale.
L’Arco appare in tutta la sua imponenza
in fondo alla strada stretta e incassata fra
due alte pareti di tufo. Il fornice
principale, alto 20 metri e largo 6, è
sormontato da altri archi in opera
cementizia rivestita di laterizio che
formano un viadotto per assicurare le
comunicazioni fra le parti alti della
collina.
Si ipotizza che per la sua edificazione sia
stato necessario ampliare il taglio nel
monte che, forse, già sussisteva in età
greca.
14. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
Veduta dell’antro della Sibilla
15. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
Veduta aerea dell’Acropoli con l’Antro della Sibilla e l’Arco Felice
16. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
Veduta del Lago d’Averno, porta dell’Ade
17. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
resti nella città bassa
18. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
resti nella città bassa
19. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
veduta del golfo di Pozzuoli da
Cuma
20. “Cuma e l’antro della Sibilla” (VIII sec. d.C.)
Immagini
la via Sacra