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CRONACA
di una SICCITÀ
ANNUNCIATA
e di come presto ce ne
dimenticheremo
diario di viaggio fra Italia e Bolivia
di Martino Terrone, referente GSF Liguria
Con l’arrivo di settembre, sembra che le notizie
riguardanti la siccità di questa torrida estate siano
state spazzate via in un solo colpo. Le piogge
intense di questi giorni hanno provocato seri
disagi in alcune città italiane: Imperia, Monza, Orio
al Serio, Bologna, Firenze, Roma, Capri.
Esattamente otto mesi fa, sulla nostra pagina
Facebook1
, postavamo la notizia della grande crisi
idrica boliviana: nella capitale La Paz e nella parte
andina del paese, l’acqua potabile era trasportata
per mezzo di autobotti e si vedevano file e file di
persone che attendevano, con le taniche in mano,
la propria razione.
La ragione, in quel caso, fu attribuita ad un effetto
de El Niño2
, che colpì il Sud-America nel biennio
2015 – 2016 con strascichi nel primo trimestre di
quest’anno, come dimostra la grande alluvione
avvenuta a marzo in Perù.
In particolare, la mancanza di precipitazioni,
protrattasi per mesi, combinato con una cattiva
gestione della rete idrica provocò l’indisponibilità
di acqua per gran parte della popolazione e
determinò un periodo di instabilità anche a livello
politico3
.
Quando siamo atterrati a Cochabamba, capoluogo
del dipartimento omonimo, abbiamo visto la
medesima situazione: ci hanno spiegato che la
laguna cittadina potrebbe sparire. Questo a causa
delle precipitazioni sempre meno frequenti e
all’aumento della domanda idrica che, in molti
casi, si traduce in pozzi e allacci abusivi.
Durante la nostra permanenza in Bolivia, si stava
entrando pian piano nella stagione delle piogge e,
nonostante il livello della laguna non crescesse, la
percezione della grave penuria idrica sembrava
ormai superata. Anzi c’era (forse) da preoccuparsi
degli allagamenti che stavano interessando la
città.
L’atteggiamento di dimenticare gli affanni patiti, di
per sé positivo, risulta alla fine essere un ostacolo
alla risoluzione dei problemi ambientali e la
conseguenza è che si rimane impreparati per le
crisi successive.
Si pensa che un evento calamitoso come
un’alluvione sia il fenomeno opposto a quello della
siccità e che subentrando l’uno, l’altro venga
superato.
L’equilibrio terrestre, tuttavia, non funziona come
siamo tenuti a pensare. Vi è stato negli ultimi
trent’anni4
un aumento della temperatura media
annua e contestualmente il fenomeno della
tropicalizzazione in alcune zone temperate del
pianeta per il quale al periodo arido si alternano
precipitazioni molto intense 4bis
A marzo di quest’anno, Geologia Senza Frontiere
ha collaborato con l’organizzazione boliviana
Aynisuyu per un progetto sociale ed educativo,
svoltosi nel Comune di Vila Vila, riservato ai
contadini e ai tecnici locali.
Questo corso di formazione aveva la finalità di far
comprendere l’importanza della pianificazione
territoriale per quanto riguarda la gestione della
risorsa idrica e la cura dei versanti.
La convergenza di soluzioni tese a mitigare la
scarsità d’acqua e la forte erosione dei versanti è
l’obiettivo ultimo del nostro progetto in Bolivia
che ci vedrà coinvolti anche nei prossimi anni.
Per noi la parola soluzione si traduce in vari modi.
Può significare costruzione di opere, ma anche
trasmissione di conoscenze pratiche.
All’interno del Comune di Vila Vila, abbiamo
selezionato un villaggio, Huañuma, che mostra il
tipico processo di desertificazione.
La comunità ci ha raccontato che fino a qualche
anno fa non si irrigavano i campi, ma era
sufficiente aspettare il ciclo naturale della pioggia
e a quel punto si seminava.
Da qualche tempo, invece, dopo il lungo periodo
secco, la pioggia precipita con maggior intensità in
finestre temporali sempre più brevi, accelerando il
processo di erosione e trasporto solido del
materiale.
In particolare un contadino ci ha mostrato il suo
appezzamento di terra posizionato su un’isola
fluviale, a ridosso di un versante molto brullo.
Questo coltivo riceve il sovralluvionamento sia da
parte del fiume (il cui letto si sta via via alzando
grazie all’apporto costante di sedimento), sia dal
versante che scarica il materiale dilavato dalle
acque ruscellanti.
Abbiamo pensato alla sistemazione con
terrazzamenti costituiti 3 ordini di muretti a secco.
A monte di questi realizzeremo un fosso di
guardia che avrà la funzione di recepire le acque
di ruscellamento in funzione anti-erosiva. Le acque
drenate saranno convogliate in una cisterna che
verrà utilizzata durante la stagione secca per
irrigare le lenze.
Schema del progetto preliminare: in verde i muretti a secco, in
giallo la cisterna e in azzurro il fosso di guardia.
L’utilizzo di materiali in situ garantirà la
replicabilità delle opere in altri villaggi, attraverso
quello che è definito il principio di reciprocità:
<ogni beneficiario diventa a sua volta diffusore di
conoscenza all’interno della comunità, realizzando
così l’effetto a cascata che permette il
coinvolgimento di tutti i membri, in un’ottica
inclusiva e non discriminante>.
Queste soluzioni tecniche sono applicabili
dappertutto anche se con piccole ma importanti
differenze. GSF opera come “supplente” di figure
professionali che nei paesi di intervento non
esistono e si inseriscono in progetti umanitari che
non sempre prevedono una pianificazione
organica e comparata degli aspetti sanitari, sociali
e ambientali.
In Italia per fortuna abbiamo a disposizione una
serie di strumenti pianificatori interessanti, ad
esempio il Piano di Tutela delle Acque (PTA)5
e il
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale
(FEASR)6
che rispettivamente si occupano di
garantire il rispetto quali - quantitativo dei corpi
idrici del territorio italiano (mare, laghi, fiumi e
acquiferi) e di programmare gli interventi
necessari per avviare il sostegno allo sviluppo delle
aree da coltivo e da pascolo.
In questo contesto si inseriscono perfettamente
gli studi e i progetti volti a minimizzare il consumo
d’acqua. La tendenza però è che tutta questa
programmazione rimane su carta. Vi è ancora
difficoltà a tradurre in opere concrete ciò che è
stato stabilito.
È vero, esistono gli incentivi regionali per il
ripristino dei muretti a secco, patrimonio degli
Appennini e delle Alpi, ma ancora non sono
previsti aiuti per le opere che contrastano il
consumo di acqua: cisterne, impianti a goccia-a-
goccia, sistemi di canalizzazione di acqua piovana
attraverso gli spioventi del tetto ecc.
E quindi a questo punto la domanda è: perché
cronaca di una siccità annunciata? Chi scrive non
si riferisce ovviamente alla siccità di questa estate
che ormai è alle spalle, ma ai probabili danni
relativi a quelle future e dal momento che la
tendenza di eventi ‘estremi’ non sembra
arrestarsi, c’è da chiedersi se queste anomalie ad
oggi non si siano già trasformate in normalità.
Come fermare l’anomalia? Non possiamo, ma
bisogna attuare delle procedure per mitigare gli
effetti.
Il passaggio preliminare è conoscere il fenomeno:
causa e comportamento e successivamente
adottare le soluzioni (opere e trasmissione di
conoscenza) più efficaci nel contrasto dell’evento
e vantaggiose dal punto di vista economico.
Per questo GSF ONLUS insiste sul valore della
divulgazione scientifica circolare, affinché il
cittadino a cui si rivolge possa a sua volta
trasmettere la conoscenza ambientale ad altre
persone con la finalità di esercitare un peso
specifico negli enti e nelle istituzioni, provando a
tramutare quello che è soltanto sulla carta in una
realtà sostenibile.
Il 2017 è stato nominato “l’Anno dei Corpi Idrici
Sotterranei” proprio perché l’aridità e il mancato
accesso all’acqua potabile saranno i grossi
problemi di questo secolo, senza sconto neanche
di un anno. Cerchiamo di non dimenticarlo mai.
Settembre 2017, Geologia Senza Frontiere ONLUS
Glossario
Desertificazione: processo di degradazione dei
suoli e della biosfera e trasformazione degli
ambienti naturali in deserto. Questo processo che
si manifesta ad una scala temporale decennale è
particolarmente significativo nelle zone a clima
temperato e specialmente quelle già interessate
da una condizione sub-arida secca o umida.
El Niño: in climatologia El Niño-Oscillazione
Meridionale, conosciuto anche con la sigla ENSO
(El Niño-Southern Oscillation), è un fenomeno
climatico periodico che provoca un forte
riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico
Centro-Meridionale e Orientale (America Latina)
nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni
cinque anni, con un periodo statisticamente
variabile fra i tre e i sette anni
fosso di guardia: elemento non strutturale
impiegato come soluzione ai fenomeni di
instabilità di versante specialmente quelli in frana.
È costituito da una piccola escavazione di qualche
centimetro, riempito da materiale drenante. La
sua posizione è situata a monte della zona in frana
e forma una “U”. Serve per intercettare le acque
ruscellanti dal versante ed evacuarle in zone di
raccolta.
isola fluviale: elemento geomorfologico derivante
dall’accumulo di sedimenti fluviali nell’alveo del
corso d’acqua. Generalmente si forma nelle foci o
comunque in ogni parte del fiume dove si ha un
decremento di energia cinetica dell’acqua.
Lenze: Volume di terreno fra un muretto ed un
altro, utilizzate come campi coltivabili
muretti a secco: muretti in pietra utilizzati in
ambiente agricolo su versante o in pianura, di
varia altezza in cui l’equilibrio statico è garantito
dal reciproco incastro del materiale litoide. L’uso
di leganti (cemento, malta o argilla) è assente o
molto limitato.
processo di erosione: processo dovuto alla
detrizione fisica e alla degradazione chimica di
alcuni agenti (pioggia, ghiaccio, vento e organismi
viventi) che provoca la rimozione graduale di suolo
e roccia. Nei versanti poco vegetati le piogge
possono asportare materiale terrigeno dilavando
il materiale (erosione laminare) o infiltrarsi e
saturare il terreno contribuendo, in alcuni casi, a
superare il peso critico, oltre il quale vi è rottura e
franamento del materiale (frana, erosione di
volume).
Sovralluvionamento: Fenomeno per cui i
sedimenti trasportati dal fiume in condizioni di
piena (detti sedimenti alluvionali), tracimano e si
depositano su aree normalmente non occupate
dall’acqua.
Trasporto solido del materiale: Materiale (ciottoli,
ghiaia, sabbia, limo, argilla) dilavato dai versanti o
trasportato dalla corrente fluviale.
Tropicalizzazione: Modificazione del clima di una
regione verso le caratteristiche fenomeniche
tipiche delle regioni tropicali, con temperature
elevate nell’intero corso dell’anno e precipitazioni
violente e abbondanti concentrate in alcuni
periodi ricorrenti.
Note
1
https://www.facebook.com/geologiasenzafronti
ere/
2
http://reliefweb.int/disaster/dr-2016-000002-col
3
https://elpais.com/internacional/2016/11/21/ac
tualidad/1479750884_916120.html
4&4bis
http://data.giss.nasa.gov/gistemp/graphs/
5
http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/acqua/g
estione-delle-risorse-idriche-in-italia/piani-di-
tutela-delle-acque
6
https://ec.europa.eu/agriculture/rural-
development-2014-2020_it

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  • 1. CRONACA di una SICCITÀ ANNUNCIATA e di come presto ce ne dimenticheremo diario di viaggio fra Italia e Bolivia di Martino Terrone, referente GSF Liguria Con l’arrivo di settembre, sembra che le notizie riguardanti la siccità di questa torrida estate siano state spazzate via in un solo colpo. Le piogge intense di questi giorni hanno provocato seri disagi in alcune città italiane: Imperia, Monza, Orio al Serio, Bologna, Firenze, Roma, Capri. Esattamente otto mesi fa, sulla nostra pagina Facebook1 , postavamo la notizia della grande crisi idrica boliviana: nella capitale La Paz e nella parte andina del paese, l’acqua potabile era trasportata per mezzo di autobotti e si vedevano file e file di persone che attendevano, con le taniche in mano, la propria razione. La ragione, in quel caso, fu attribuita ad un effetto de El Niño2 , che colpì il Sud-America nel biennio 2015 – 2016 con strascichi nel primo trimestre di quest’anno, come dimostra la grande alluvione avvenuta a marzo in Perù. In particolare, la mancanza di precipitazioni, protrattasi per mesi, combinato con una cattiva gestione della rete idrica provocò l’indisponibilità di acqua per gran parte della popolazione e determinò un periodo di instabilità anche a livello politico3 . Quando siamo atterrati a Cochabamba, capoluogo del dipartimento omonimo, abbiamo visto la medesima situazione: ci hanno spiegato che la laguna cittadina potrebbe sparire. Questo a causa delle precipitazioni sempre meno frequenti e all’aumento della domanda idrica che, in molti casi, si traduce in pozzi e allacci abusivi. Durante la nostra permanenza in Bolivia, si stava entrando pian piano nella stagione delle piogge e, nonostante il livello della laguna non crescesse, la percezione della grave penuria idrica sembrava ormai superata. Anzi c’era (forse) da preoccuparsi degli allagamenti che stavano interessando la città. L’atteggiamento di dimenticare gli affanni patiti, di per sé positivo, risulta alla fine essere un ostacolo alla risoluzione dei problemi ambientali e la conseguenza è che si rimane impreparati per le crisi successive. Si pensa che un evento calamitoso come un’alluvione sia il fenomeno opposto a quello della siccità e che subentrando l’uno, l’altro venga superato. L’equilibrio terrestre, tuttavia, non funziona come siamo tenuti a pensare. Vi è stato negli ultimi trent’anni4 un aumento della temperatura media annua e contestualmente il fenomeno della tropicalizzazione in alcune zone temperate del pianeta per il quale al periodo arido si alternano precipitazioni molto intense 4bis A marzo di quest’anno, Geologia Senza Frontiere ha collaborato con l’organizzazione boliviana Aynisuyu per un progetto sociale ed educativo, svoltosi nel Comune di Vila Vila, riservato ai contadini e ai tecnici locali.
  • 2. Questo corso di formazione aveva la finalità di far comprendere l’importanza della pianificazione territoriale per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica e la cura dei versanti. La convergenza di soluzioni tese a mitigare la scarsità d’acqua e la forte erosione dei versanti è l’obiettivo ultimo del nostro progetto in Bolivia che ci vedrà coinvolti anche nei prossimi anni. Per noi la parola soluzione si traduce in vari modi. Può significare costruzione di opere, ma anche trasmissione di conoscenze pratiche. All’interno del Comune di Vila Vila, abbiamo selezionato un villaggio, Huañuma, che mostra il tipico processo di desertificazione. La comunità ci ha raccontato che fino a qualche anno fa non si irrigavano i campi, ma era sufficiente aspettare il ciclo naturale della pioggia e a quel punto si seminava. Da qualche tempo, invece, dopo il lungo periodo secco, la pioggia precipita con maggior intensità in finestre temporali sempre più brevi, accelerando il processo di erosione e trasporto solido del materiale. In particolare un contadino ci ha mostrato il suo appezzamento di terra posizionato su un’isola fluviale, a ridosso di un versante molto brullo. Questo coltivo riceve il sovralluvionamento sia da parte del fiume (il cui letto si sta via via alzando grazie all’apporto costante di sedimento), sia dal versante che scarica il materiale dilavato dalle acque ruscellanti. Abbiamo pensato alla sistemazione con terrazzamenti costituiti 3 ordini di muretti a secco. A monte di questi realizzeremo un fosso di guardia che avrà la funzione di recepire le acque di ruscellamento in funzione anti-erosiva. Le acque drenate saranno convogliate in una cisterna che verrà utilizzata durante la stagione secca per irrigare le lenze. Schema del progetto preliminare: in verde i muretti a secco, in giallo la cisterna e in azzurro il fosso di guardia. L’utilizzo di materiali in situ garantirà la replicabilità delle opere in altri villaggi, attraverso quello che è definito il principio di reciprocità: <ogni beneficiario diventa a sua volta diffusore di conoscenza all’interno della comunità, realizzando così l’effetto a cascata che permette il coinvolgimento di tutti i membri, in un’ottica inclusiva e non discriminante>. Queste soluzioni tecniche sono applicabili dappertutto anche se con piccole ma importanti differenze. GSF opera come “supplente” di figure professionali che nei paesi di intervento non esistono e si inseriscono in progetti umanitari che non sempre prevedono una pianificazione organica e comparata degli aspetti sanitari, sociali e ambientali. In Italia per fortuna abbiamo a disposizione una serie di strumenti pianificatori interessanti, ad esempio il Piano di Tutela delle Acque (PTA)5 e il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)6 che rispettivamente si occupano di garantire il rispetto quali - quantitativo dei corpi idrici del territorio italiano (mare, laghi, fiumi e
  • 3. acquiferi) e di programmare gli interventi necessari per avviare il sostegno allo sviluppo delle aree da coltivo e da pascolo. In questo contesto si inseriscono perfettamente gli studi e i progetti volti a minimizzare il consumo d’acqua. La tendenza però è che tutta questa programmazione rimane su carta. Vi è ancora difficoltà a tradurre in opere concrete ciò che è stato stabilito. È vero, esistono gli incentivi regionali per il ripristino dei muretti a secco, patrimonio degli Appennini e delle Alpi, ma ancora non sono previsti aiuti per le opere che contrastano il consumo di acqua: cisterne, impianti a goccia-a- goccia, sistemi di canalizzazione di acqua piovana attraverso gli spioventi del tetto ecc. E quindi a questo punto la domanda è: perché cronaca di una siccità annunciata? Chi scrive non si riferisce ovviamente alla siccità di questa estate che ormai è alle spalle, ma ai probabili danni relativi a quelle future e dal momento che la tendenza di eventi ‘estremi’ non sembra arrestarsi, c’è da chiedersi se queste anomalie ad oggi non si siano già trasformate in normalità. Come fermare l’anomalia? Non possiamo, ma bisogna attuare delle procedure per mitigare gli effetti. Il passaggio preliminare è conoscere il fenomeno: causa e comportamento e successivamente adottare le soluzioni (opere e trasmissione di conoscenza) più efficaci nel contrasto dell’evento e vantaggiose dal punto di vista economico. Per questo GSF ONLUS insiste sul valore della divulgazione scientifica circolare, affinché il cittadino a cui si rivolge possa a sua volta trasmettere la conoscenza ambientale ad altre persone con la finalità di esercitare un peso specifico negli enti e nelle istituzioni, provando a tramutare quello che è soltanto sulla carta in una realtà sostenibile. Il 2017 è stato nominato “l’Anno dei Corpi Idrici Sotterranei” proprio perché l’aridità e il mancato accesso all’acqua potabile saranno i grossi problemi di questo secolo, senza sconto neanche di un anno. Cerchiamo di non dimenticarlo mai. Settembre 2017, Geologia Senza Frontiere ONLUS Glossario Desertificazione: processo di degradazione dei suoli e della biosfera e trasformazione degli ambienti naturali in deserto. Questo processo che si manifesta ad una scala temporale decennale è particolarmente significativo nelle zone a clima temperato e specialmente quelle già interessate da una condizione sub-arida secca o umida. El Niño: in climatologia El Niño-Oscillazione Meridionale, conosciuto anche con la sigla ENSO (El Niño-Southern Oscillation), è un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale (America Latina) nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni fosso di guardia: elemento non strutturale impiegato come soluzione ai fenomeni di instabilità di versante specialmente quelli in frana. È costituito da una piccola escavazione di qualche centimetro, riempito da materiale drenante. La sua posizione è situata a monte della zona in frana e forma una “U”. Serve per intercettare le acque ruscellanti dal versante ed evacuarle in zone di raccolta. isola fluviale: elemento geomorfologico derivante dall’accumulo di sedimenti fluviali nell’alveo del corso d’acqua. Generalmente si forma nelle foci o comunque in ogni parte del fiume dove si ha un decremento di energia cinetica dell’acqua. Lenze: Volume di terreno fra un muretto ed un altro, utilizzate come campi coltivabili muretti a secco: muretti in pietra utilizzati in ambiente agricolo su versante o in pianura, di varia altezza in cui l’equilibrio statico è garantito dal reciproco incastro del materiale litoide. L’uso di leganti (cemento, malta o argilla) è assente o molto limitato. processo di erosione: processo dovuto alla detrizione fisica e alla degradazione chimica di alcuni agenti (pioggia, ghiaccio, vento e organismi viventi) che provoca la rimozione graduale di suolo e roccia. Nei versanti poco vegetati le piogge possono asportare materiale terrigeno dilavando il materiale (erosione laminare) o infiltrarsi e saturare il terreno contribuendo, in alcuni casi, a superare il peso critico, oltre il quale vi è rottura e
  • 4. franamento del materiale (frana, erosione di volume). Sovralluvionamento: Fenomeno per cui i sedimenti trasportati dal fiume in condizioni di piena (detti sedimenti alluvionali), tracimano e si depositano su aree normalmente non occupate dall’acqua. Trasporto solido del materiale: Materiale (ciottoli, ghiaia, sabbia, limo, argilla) dilavato dai versanti o trasportato dalla corrente fluviale. Tropicalizzazione: Modificazione del clima di una regione verso le caratteristiche fenomeniche tipiche delle regioni tropicali, con temperature elevate nell’intero corso dell’anno e precipitazioni violente e abbondanti concentrate in alcuni periodi ricorrenti. Note 1 https://www.facebook.com/geologiasenzafronti ere/ 2 http://reliefweb.int/disaster/dr-2016-000002-col 3 https://elpais.com/internacional/2016/11/21/ac tualidad/1479750884_916120.html 4&4bis http://data.giss.nasa.gov/gistemp/graphs/ 5 http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/acqua/g estione-delle-risorse-idriche-in-italia/piani-di- tutela-delle-acque 6 https://ec.europa.eu/agriculture/rural- development-2014-2020_it