1. Il rapporto tra Irrigazione
agronomica e Paesaggio Veneto
Redatto dal dott. agronomo Edoardo Rossi
con il contributo del dott. forestale Paolo Speziali
Membri del Consiglio dell’Ordine degli Agronomi e Forestali di Venezia
(Sintesi degli argomenti trattati durante il Convegno
svolto a Padova presso il Flormart, 11 9 2014 dal titolo
Acqua e Ambiente: L'irrigazione Che Genera Il Paesaggio)
2. Il paesaggio Agrario Veneto
Sin da epoche romane, la storia del territorio rurale veneto
è sempre stata quella di un’area a prevalente vocazione
agronomica. In questi luoghi, la pratica dell’irrigazione
ha da sempre generato Paesaggio, cosi come lo
conosciamo, anche indirettamente attraverso lo stesso
governo delle acque.
3. I terreni coltivabili, di una parte del Veneto, sono stati
interessati dalla suddivisione e dal frazionamento con lo
sviluppo di comunità intorno alle numerose ville venete
(se ne contano ancora circa 4000).
Molte ville erano collegate attraverso una fitta rete di canali
alla Serenissima che in questo modo poteva garantire la
manutenzione del territorio, le necessarie innovazioni con
l’opera del Magistrato alle Acque.
4. Acque irrigue e Paesaggio
Nel passato, la pratica dell’irrigazione di colture annuali o
poliennali, erbacee o legnose, ha ricevuto ingiuste
critiche: si pensava all’abuso e spreco d’acqua, al
consumo indiscriminato di risorsa, all’inquinamento
delle falde.
Nell’accezione più moderna, la diffusione di questa pratica,
se adeguatamente seguita da consulenti esperti come i
dottore agronomi e forestali, viene maggiormente
accettata dall’opinione pubblica. A seguito della
distribuzione, l’acqua viene in parte restituita pulita in
falda, dopo essere stata filtrata dal terreno agrario o
emessa in atmosfera dalle colture, sotto forma di vapore
acqueo.
5. Acque irrigue ed Esternalità
Con il passare del tempo, la pratica d’uso dell’acqua irrigua
ha poi assunto sempre maggior consistenza con la teoria
delle “esternalità positive” ad essa legate, come:
1. la vivificazione del reticolo naturale di corsi d’acqua che
intersecano la campagna;
2. l’equilibrio idrogeologico;
3. il rigoglio della vegetazione ripariale,
4. il mantenimento delle aree umide che tutelano gli
habitat anche per le specie migratorie.
Tutto ciò si traduce in vantaggi per la collettività, non solo
di ordine economico, ma anche di valore sociale ed
ambientale.
6. Bacini di laminazione e acqua irrigua
Le acqua possono essere regimate anche attraverso il
contributo dei bacini di laminazione naturali o artificiali.
Questi sono veri e propri corpi recettori che svolgono
funzione di contenimento delle acque in eccedenza e
vengono dimensionati con il contributo di laureati in
agraria, esperti di corpi idrici: la materia delle
sistemazioni idrauliche forestali chiarisce metodi e
modelli di studio basati su specifici indicatori(es: tempo
di ritorno, eventi alluvionali storici, dati statistici).
Questi metodi possono essere utilizzati oggi per studiare
e prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico.
7. Valore indiretto dell’attività irrigua
Recenti studi di INEA spiegano come la collettività riconosce il
valore economico del paesaggio. E’ stata addirittura stimata la
cifra pro-capite che un cittadino sarebbe disposto a versare
all’erario (anche attraverso la fiscalità generale o i contributi
dovuti ai Consorzi di Bonifica) per sostenere la conservazione
del paesaggio attuale, così come viene generato attraverso
l’attività agricola irrigua. Tale cifra equivale a circa euro
7.8/mese.
Alcune stime effettuate da ricercatori hanno inoltre stabilito che
l’irrigazione porta ad un incremento di valore dei terreni
agricoli: +27% nei seminativi, +35% nei frutteti, +82% nei
terreni a colture orticole, + 48% nel prato foraggero.
8. Il ruolo dei Consorzi di Bonifica
Il servizio di gestione delle acque irrigue è garantito a
favore della collettività dall’organizzazione dei Consorzi
di Bonifica (es: il Consorzio di Bonifica del Veneto
Orientale), un Ente pubblico di diritto privato, nato dalla
geniale intuizione di Arrigo Serpieri, un agronomo nella
prima metà del 900.
In questo quadro, non vanno dimenticate le situazioni
estreme determinatesi con frequenza, dal 2010 ad oggi,
per la regimazione delle acque in eccesso, il rischio
idrogeologico, le alluvioni diffuse, originate dal
cambiamento climatico e dall’eccesso di precipitazioni.
9. Conclusioni
Irrigazione quindi come strumento di fertilità agronomica,
ma anche di mitigazione ambientale e di lotta alla
desertificazione. Per consentire questo fondamentale
ruolo, in conclusione, e’ necessario un riordino irriguo
“collettivo”, che consenta all’agricoltura italiana di
sviluppare tutte le sue potenzialità.
La produzione agricola va pertanto garantita e solo
l’irrigazione può assicurare la Sicurezza Alimentare e la
Qualità delle derrate agricole, fondamentale per l’export
dell’agroalimentare italiano, la cui produzione è
garantita per i 2/3 dall’irrigazione.
10. Fonti
Partecipazione al Convegno svolto a Padova, dal 11 9 2014
dal titolo Acqua & Ambiente: l'irrigazione che genera Il
paesaggio;
ANBI, Associazione Nazionale Bonifiche;
- Federazione Regionale degli Agronomi;
- UBV, Unione Veneta Bonifiche;
- INEA, Istituto Nazionale di Economia Agraria.