La nostra storia è la nostra vera ricchezza. E' lì che possiamo trovare e riconoscere anche i talenti innati. Consigli pratici per rievocare e scrivere
In questa lezione impariamo a presentarsi, i saluti, a ringraziare e rispondere, alcune espressioni utili, i pronomi personali, come si fa un semplice dialogo in italiano, il pronome Lei, gli appellativi e il verbo essere.
La nostra storia è la nostra vera ricchezza. E' lì che possiamo trovare e riconoscere anche i talenti innati. Consigli pratici per rievocare e scrivere
In questa lezione impariamo a presentarsi, i saluti, a ringraziare e rispondere, alcune espressioni utili, i pronomi personali, come si fa un semplice dialogo in italiano, il pronome Lei, gli appellativi e il verbo essere.
2. Quanti esercizi ci sono?
Come è distribuito il punteggio?
Devo scrivere sul foglio dell’esame oppure ho
bisogno di fogli a righe?
Ho a disposizione dei fogli per la brutta copia?
Quanto tempo ho a disposizione?
3. Sai cosa conosci meglio o cosa ti riesce
meglio: inizia da lì.
L’esame è come un gioco in cui devi
conquistare dei punti.
I punti si ottengono rispettando le regole del
gioco, quindi attenzione alle consegne.
Purtroppo l’esame è anche una gara contro il
tempo. Ma il segreto è rimanere calmi.
4. Il tuo esame verrà letto da uno o più
insegnanti che non correggeranno solo il tuo
esame, ma anche molti altri.
Una scrittura chiara, l’ inchiostro nero e
l’assenza di cancellature facilita la lettura.
Rispetta i margini, salta una riga fra il titolo e
il testo, dividi in paragrafi ben spaziati. Chi
legge partirà ben disposto nei tuoi confronti.
5. La lingua della scrittura è diversa da quella
orale.
E’ più formale, quindi fra ‘paura’ e ‘fifa’ si deve
scegliere ‘paura’
I legami fra le frasi devono essere chiari. Il
congiuntivo può essere dimenticato
nell’orale, ma nello scritto ci deve essere:
voglio che lui faccia, non che lui fa*
6. Un esame non è un concorso letterario.
Devi dimostrare di conoscere degli argomenti
e di saperti esprimere in modo chiaro.
Scrivendo con periodi brevi si fanno meno
errori.
Soprattutto quando devi raccontare un fatto
o un episodio attento a non perderti in
subordinate che non riesci a tenere sotto
controllo.
7. Un accento dimenticato o un apostrofo mal
collocato non sono un problema.
Ma chi legge e corregge prova fastidio,
questa è la realtà.
Allora perché non sforzarsi un po’? Non si
perdono punti e il correttore sarà ben
disposto nei tuoi confronti.
8. Po’ vuole l’apostrofo, non l’accento.
Gli imperativi dei verbi fare, dire, dare, stare e
andare vanno scritti con l’apostrofo: fa’, di’, da’,
sta’ e va’.
All’indicativo presente della terza persona
singolare non si mette l’accento: va, fa, sta. Fa
eccezione dà per distinguerlo dalla preposizione
DA: gli dà una penna ≠ viena daVienna
Si scrive io do, senza accento, nonostante
l’omonimia con la prima nota musicale.
9. Qual è non vuole l’apostrofo, è un
troncamento, non un’elisione.
Gli è per il maschile e le per il femminile: non
si può scrivere ‘gli dico alla prof’.
Perché e né vogliono l’accento acuto, è vuole
l’accento grave.
Sì, nel senso di yes, vuole l’accento, sempre.
10. Agli adolescenti piacciono i punti di sospensione
... Ricorda che i punti sono sempre tre, non due e
neanche quattro, cinque o sei.
Il punto e virgola è difficile da usare, evitalo.
Non esagerare con i punti esclamativi, se troppo
usati perdono la loro funzione e danno
l’impressione che chi scrive si meraviglia di tutto.
Dopo il punto, il punto interrogativo e il punto
esclamativo ci vuole la lettera maiuscola.
11. Evita le ripetizioni, chi legge si irrita
immediatamente. Usa un sinonimo o cambia la
frase.
Evita gli aggettivi quando non sono
strettamente necessari.
Siate semplici e asciutti: non scrivete ‘la proposta
che ho fatto’, bensì ‘la mia proposta’; invece di
scrivere ‘bisogna dire che non è male’ basta ‘Non è
male’ e si risparmiano 14 lettere inutili.