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Comunicazione
 Interculturale
   Antonella Passani
Dimensioni culturali della globalizzazione
Comunicazione interculturale




“L’Articolazione sociale della diversità è una negoziazione complessa e
continua che punta a conferire autorità a ibridi culturali nati in momenti di
trasformazione storica”
(Bhabha, 2001:13)
Ogni articolazione sociale della differenza propone una specifica risposta al
problema di “sapere fino a dove si estende il territorio dell’identità e dove
inizia quello della differenza, e quali relazioni intercorrano esattamente tra
questi due termini” (T   odorov:1991:108).
Regola il rapporto tra presunti ‘noi’ e presunti ‘loro’
to the whole.



                                   regulation




        consumption                                      representation




                 production                          identity




Figure 3.1      The Circuit of Culture, Showing the Interrelationships of the
                Five Stuart Hall: The circuit of culture
                     Moments
SOURCE: Graphic courtesy of Dara Curtin.
“In part, we give things meaning by how we represent them - the words we use
about them, the stories we tell about them, the image of them we produce,
the emotions we associate with them, the way we classify and conceptualise them,
                           the value we place to them”
                                      (Stuart Hall, 1997:3)
“anche il dominio può essere una forma
di comunicazione interculturale di
successo”

Baraldi, 2004: 34
“Toh, un negro!' era uno stimolo
esteriore che mi colpiva secco e
leggero in mezzo alla fronte
mentre passavo. [...] Mi percorrevo
con uno sguardo oggettivo, scoprivo
la mia negritudine,
 i miei caratteri etnici, e avevo i timpani
perforati dall'antropofagia,
l'arretratezza mentale,
il feticismo, i negrieri, e soprattutto,
soprattutto 'Y-a-bon banania'”
(Fanon, 1965:135).
Identità predatrici
identità
 “la
 cui
 costruzione
 e

mobilitazione
 sociale
 richiede

l’estinzione
 di
 altre
 categorie

sociali
 prossime,
 definite
 come

minacce
 all’esistenza
 stessa
 di

un
 qualche
 gruppo,
 a
 sua
 volta

definito
come
‘noi’”
(2005:139).




   Maggioranze
minacciate
Definizione Maggioranza-Minoranza
Universalismo dell’uguaglianza e della differenza
Universalismo della differenza


La differenza da superare: etnocentrismo e razializzazione
“L’etnocentrista è, per così dire, la naturale caricatura dell’ universalista:
quest’ultimo, nella sua aspirazione all’universale,
parte ovviamente da un particolare, che si impegna a generalizzare in seguito:
questo particolare deve necessariamente essergli familiare, cioè, in pratica,
trovarsi nella sua cultura.
La sola differenza - ma evidentemente decisiva – consiste nel minor sforzo compiuto
dall’etnocentrista che procede con atteggiamento acritico:
egli crede che i suoi valori siano effettivamente i valori
e ciò gli è sufficiente; non cerca mai effettivamente di provarlo”
(Todorov, 1991: 5-6)
Hottentot Venus - Saarjite Baartman




• Portata in Inghilterra nel 1819 con la promessa di diventare una ballerina
• Esposta tra Parigi e Londra sia nei freack-show che nelle università
• Dopo la sua morte il suo scheletro, i suoi genitali e il suo cervello sono
  stati conservati ed esposti al Musée de L’Homme di Parigi fino al 1974
• Nel 2002 viene accolta la richiesta del Sud Africa di Nelson Mandela di
  riportare i resti di Saarhite Baartman nel suo logo natale
Desiderio - stupore - distanza
“L’esotismo non è altro che la mescolanza di seduzione e ignoranza,
il rinnovarsi della sensazione grazie alla stranezza” (Todorov,
1991:367)
“They took meticulous care,
  lifting her delicate skeleton off the stand on which it has been
exhibited for decades, and gently laid her in the foam-lined box,
ensuring that each bone was inserted carefully and didn’t snag the
foam.”
Processi identificativi postcoloniali
Soggetti tradotti
Era odio. Ero odiato, detestato, disprezzato
non dallʼinquilino dirimpetto o dal cugino materno,
               ma da tutta una razza
                       F. Fanon
“se vi è un complesso di inferiorità,
questo è conseguenza di un duplice
processo: in primo luogo economico;
   d’interiorizzazione o, meglio, di
     epidermizzazione di questa
      inferiorità, in un secondo”


          (Fanon, 1965:37)
“Non sono prigioniero della Storia.
Non devo cercare il senso
del mio destino.
Devo ricordarmi in ogni momento
che il vero salto consiste nell’introdurre
l’invenzione
nell’esistenza”
“Domando che mi sii consideri a
partire dal mio desiderio. Non sono
soltanto qui e ora rinchiuso nel regno
delle cose. Sono per altrove e per
altra cosa. Devo ricordarmi in ogni
momento che il vero salto consiste
nellʼintrodurre lʼinvenzione
nellʼesistenza”

 
      Fanon, 1952
“Reclamo che si tenga conto
della mia attività negatrice nel
senso che perseguo cose che
non sono la vita, nel senso che
lotto per la nascita di un mondo
umano, vale a dire un mondo
di riconoscimento reciproco”
Mi creo interminabilmente
Universalismo dell’uguaglianza


Il labile confine tra integrazione e assimilazione
Il melting-pot e l’uomo nuovo
I primi movimenti per i diritti civili

        “We can never be satisfied as long as our bodies, heavy with the
        fatigue of travel, cannot gain lodging in the motels of the
        highways and the hotels of the cities. [...] We cannot be satisfied
        as long as the negro's basic mobility is from a smaller ghetto to a
        larger one. We can never be satisfied as long as our children are
        stripped of their self-hood and robbed of their dignity by a sign
        stating: ‘For Whites Only.’ We cannot be satisfied as long as a
        Negro in Mississippi cannot vote and a Negro in New York
        believes he has nothing for which to vote. No, no, we are not
        satisfied, and we will not be satisfied until ‘justice rolls down like
        waters, and righteousness like a mighty stream’.
        And so even though we face the difficulties of today and
        tomorrow, I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the
        American dream. [...]
        I have a dream that one day this nation will rise up and live out the
        true meaning of its creed: ‘We hold these truths to be self-evident,
        that all men are created equal”.
        (Martin Luter King, 1963).
La tolleranza è la peggiore delle
repressioni…
La tolleranza smussa gli estremi e
riporta tutto nel mezzo,
Omologando.
 Certi fatti e certi uomini non
possono essere ridotti
alla normalità?
Ebbene, cataloghiamoli, facciamo
un dialogo, comprendiamoli
Dice il potere tollerante.
Così facendo crea dei ghetti
diversi, nominali e dà loro
Il permesso di esistere!
Cosa c’è di più umiliante?

P.Pasolini
Una nuova fase della lotta per i diritti civili: la
                         differenza come valore




e
nd



         Inversione dello stigma             Tommie Smith and John Carlos
                                               Olimpiadi 1968, Messico
     Black power- Black is beautiful!
La differenza da rispettare: relativismo e multiculturalismo
Il multiculturalismo ingenuo




“Se volevamo verità familiari, dovevamo starcene a casa”
                     (Geertz, 2001:83)
“noi siamo stati i primi a insistere su alcune
cose: che il mondo non si divideva in pio e
superstizioso; che vi sono sculture nella giungla
e dipinti nei deserti; che l’ordine politico è
possibile senza un potere centralizzato e che la
giustizia strutturata in base a principi è possibile
senza regole codificate; che le norme di ragione
non furono stabilite in Grecia, l’evoluzione della
moralità non terminò in Inghilterra. Cosa
soprattutto importante, noi fummo i primi a
insistere sul fatto che noi vediamo le vite degli
altri tramite lenti fatte da noi stessi, e che essi
osservano a loro volta le nostre con lenti fatte da
loro stessi. Che questo abbiamo condotto
certuni a pensare che il cielo cadeva, il
solipsismo incombeva e l’intelletto, il giudizio,
perfino la stessa possibilità di comunicazione
erano tutti svaniti non è sorprendente. [...] Se
volevamo verità familiari, dovevamo starcene a
casa”
(Geertz, 2001:83).
Equivoci del multiculturalismo ingenuo:


-  esistono delle culture intese come sfere autosufficienti,
 chiaramente determinate;
- gli individui sono portatori di una e una sola cultura;
- le culture che si rendono compresenti nella situazione
 multiculturale sono le culture di presunti “altri”.
Ibrida invisibilità

“il cittadino a pieno titolo è privo di
cultura e più dotati culturalmente
sono senza una cittadinanza
pienamente riconosciuta […]
In questa scala pseudoevolutiva i
popoli iniziano privi di cultura, ne
acquistano via via che si risale nella
gerarchia quando raggiungono un
punto in cui diventano postculturali,
dunque trasparenti per noi”
(Rosaldo, 2001:279)
“L’idea, probabilmente nutrita sia dagli antropologi dopo Malinowski sia dai filosofi dopo
Wittgenstein, che gli sciiti, per esempio, essendo “altri”, presentino un problema, ma i tifosi di
calcio, essendo parte di noi, non presentino problema, o almeno non uno dello stesso tipo, è
semplicemente sbagliata. Il mondo sociale non si articola in perspicui ‘noi’ da un lato, con cui
possiamo empatizzare per quanto grande sia la differenza fra noi, e enigmatici ‘loro’ dall’altro,
con cui non possiamo empatizzare per quanto ci si sforzi di difendere fino alla fine il loro diritto di
essere diversi da noi” (Geertz, 2001:93).
“L’estraneità non comincia alla sponda del fiume, ma dalla pelle”
La differenza come   processo sociale: la prospettiva sincretica
Identità   Identificazione
Traveling Cultures
“Culture come fenomeni in perenne movimento,
come il prodotto, mai finito, di contatti,
di incontri e fusioni,
ma anche di conflitti e di resistenze
originati dall’interazione tra ciò che ‘risiede’ o
è ‘dentro’ (locale) e ciò che viene da ‘fuori’ e
‘passa attraverso’ (globale): media, merci, immagini,
turisti, funzionari, eserciti, capitali”
	 	 	 	 	 	 Clifford, 1999:118
The social life of things (Appaduari, 1986)




 Tre dimensioni dello studio degli oggetti:
  - La fase di vita (biografia) nella quale si trovano
  - La capacità di passare dallo stato di “cosa” allo stato di
 “merce”
  - Il contesto di merci nel quale si collocano
 A queste dimensioni si aggiunge la possibilità dell’oggetto di muoversi
 nel globalscapes
Yinka Shonibare
          (1962 Lagos-Londra)




Self-proclaimed post-cultural hibrid
Il batik trasculturale
                             Dall’Indonesia all’Olanda, dall’Inghilterra
                                             all’Africa




                                 “..the fabrics are not authentically
Scramble for Africa (2003)
                               African – they were produced by the
                                Dutch in the 19th century and then
                              subsequently by the English for sales to
                                   the African market” Shonibare




    Dad, dad and sons
Batik:
    Da ogetto
coloniale a simbolo
  della lotta anti-
     coloniale
"The alien is the colonial figure
                                          par excellence. Remember The
                                          War of the Worlds by H. G.
                                          Wells? It was about the fear of
                                          aliens taking over the world. In
                                          the United States for a long
       ‘Disfunctional Family”             time, the fear of communism
                                          prevailed. There is a lot of talk
                                          about 'bogus' asylum-seekers in
                                          Britain now. The alien work is
                                          an attempt to explore racial
                                          prejudice in a humorous way,
                                          using an image of popular
                                          American cinema."


‘Alien Obsessives; Mum Dad and the Kids
………………………….Glocal-scape




DisPlacement…………………………….
Krating Deang
   Red Bull è la traduzione letteraria di
Krating DEang sia in termini di marca, che
                  di logo.
La vesione Thay è precedente alla REd Bull
e si orienta verso un target adulto, coloro
       che svologono lavori usaranti
“e mentre il sole sorgeva in tutto il suo splendore
su quelle piatte distese di terra, tagliammo le innumerevoli anse del
fiume, passammo sotto l’ombra della grande pagoda dorata e
giungemmo alla periferia della città. Davanti a noi, adagiata sulle due
rive, la capitale orientale che non aveva ancora subito il conquistatore
bianco: una distesa di brune case di bambù, di stuoie, di foglie, di uno
stile architettonico fatto di vegetali”
(Conrad, 2000: 50)
Rimpatrio della differenza
Riproduzione - copia -
                    originalità



 Ironia?




Traduzione?
Auto-esotismo?
Auto-esotismo?
auto-messa in scena?
   Mercificazione?
“Il primo impulso commerciale delle
popolazioni non è quello di diventare
 come noi, ma di essere ancor più se
  stessi: rovesciano l’uso delle merci
straniere e lo pongono al servizio di
          idee domestiche, sino
   all’oggettivazione dei loro stessi
 rapporto e delle concezioni di cosa
            sia una ‘bella vita’”


    Dominazione senza egemonia
          (Sahlins, 2000)
Philip Kwame Apagya
Moltiplicare le rappresentazioni
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Comunicazione interculturale breve 1h.

  • 1. Comunicazione Interculturale Antonella Passani
  • 2. Dimensioni culturali della globalizzazione
  • 3. Comunicazione interculturale “L’Articolazione sociale della diversità è una negoziazione complessa e continua che punta a conferire autorità a ibridi culturali nati in momenti di trasformazione storica” (Bhabha, 2001:13)
  • 4. Ogni articolazione sociale della differenza propone una specifica risposta al problema di “sapere fino a dove si estende il territorio dell’identità e dove inizia quello della differenza, e quali relazioni intercorrano esattamente tra questi due termini” (T odorov:1991:108). Regola il rapporto tra presunti ‘noi’ e presunti ‘loro’
  • 5. to the whole. regulation consumption representation production identity Figure 3.1 The Circuit of Culture, Showing the Interrelationships of the Five Stuart Hall: The circuit of culture Moments SOURCE: Graphic courtesy of Dara Curtin.
  • 6. “In part, we give things meaning by how we represent them - the words we use about them, the stories we tell about them, the image of them we produce, the emotions we associate with them, the way we classify and conceptualise them, the value we place to them” (Stuart Hall, 1997:3)
  • 7. “anche il dominio può essere una forma di comunicazione interculturale di successo” Baraldi, 2004: 34
  • 8. “Toh, un negro!' era uno stimolo esteriore che mi colpiva secco e leggero in mezzo alla fronte mentre passavo. [...] Mi percorrevo con uno sguardo oggettivo, scoprivo la mia negritudine, i miei caratteri etnici, e avevo i timpani perforati dall'antropofagia, l'arretratezza mentale, il feticismo, i negrieri, e soprattutto, soprattutto 'Y-a-bon banania'” (Fanon, 1965:135).
  • 9. Identità predatrici identità
 “la
 cui
 costruzione
 e
 mobilitazione
 sociale
 richiede
 l’estinzione
 di
 altre
 categorie
 sociali
 prossime,
 definite
 come
 minacce
 all’esistenza
 stessa
 di
 un
 qualche
 gruppo,
 a
 sua
 volta
 definito
come
‘noi’”
(2005:139). Maggioranze
minacciate
  • 12. Universalismo della differenza La differenza da superare: etnocentrismo e razializzazione
  • 13. “L’etnocentrista è, per così dire, la naturale caricatura dell’ universalista: quest’ultimo, nella sua aspirazione all’universale, parte ovviamente da un particolare, che si impegna a generalizzare in seguito: questo particolare deve necessariamente essergli familiare, cioè, in pratica, trovarsi nella sua cultura. La sola differenza - ma evidentemente decisiva – consiste nel minor sforzo compiuto dall’etnocentrista che procede con atteggiamento acritico: egli crede che i suoi valori siano effettivamente i valori e ciò gli è sufficiente; non cerca mai effettivamente di provarlo” (Todorov, 1991: 5-6)
  • 14. Hottentot Venus - Saarjite Baartman • Portata in Inghilterra nel 1819 con la promessa di diventare una ballerina • Esposta tra Parigi e Londra sia nei freack-show che nelle università • Dopo la sua morte il suo scheletro, i suoi genitali e il suo cervello sono stati conservati ed esposti al Musée de L’Homme di Parigi fino al 1974 • Nel 2002 viene accolta la richiesta del Sud Africa di Nelson Mandela di riportare i resti di Saarhite Baartman nel suo logo natale
  • 15. Desiderio - stupore - distanza “L’esotismo non è altro che la mescolanza di seduzione e ignoranza, il rinnovarsi della sensazione grazie alla stranezza” (Todorov, 1991:367)
  • 16. “They took meticulous care, lifting her delicate skeleton off the stand on which it has been exhibited for decades, and gently laid her in the foam-lined box, ensuring that each bone was inserted carefully and didn’t snag the foam.”
  • 19. Era odio. Ero odiato, detestato, disprezzato non dallʼinquilino dirimpetto o dal cugino materno, ma da tutta una razza F. Fanon
  • 20. “se vi è un complesso di inferiorità, questo è conseguenza di un duplice processo: in primo luogo economico; d’interiorizzazione o, meglio, di epidermizzazione di questa inferiorità, in un secondo” (Fanon, 1965:37)
  • 21. “Non sono prigioniero della Storia. Non devo cercare il senso del mio destino. Devo ricordarmi in ogni momento che il vero salto consiste nell’introdurre l’invenzione nell’esistenza”
  • 22. “Domando che mi sii consideri a partire dal mio desiderio. Non sono soltanto qui e ora rinchiuso nel regno delle cose. Sono per altrove e per altra cosa. Devo ricordarmi in ogni momento che il vero salto consiste nellʼintrodurre lʼinvenzione nellʼesistenza” Fanon, 1952
  • 23. “Reclamo che si tenga conto della mia attività negatrice nel senso che perseguo cose che non sono la vita, nel senso che lotto per la nascita di un mondo umano, vale a dire un mondo di riconoscimento reciproco”
  • 25. Universalismo dell’uguaglianza Il labile confine tra integrazione e assimilazione
  • 26. Il melting-pot e l’uomo nuovo
  • 27. I primi movimenti per i diritti civili “We can never be satisfied as long as our bodies, heavy with the fatigue of travel, cannot gain lodging in the motels of the highways and the hotels of the cities. [...] We cannot be satisfied as long as the negro's basic mobility is from a smaller ghetto to a larger one. We can never be satisfied as long as our children are stripped of their self-hood and robbed of their dignity by a sign stating: ‘For Whites Only.’ We cannot be satisfied as long as a Negro in Mississippi cannot vote and a Negro in New York believes he has nothing for which to vote. No, no, we are not satisfied, and we will not be satisfied until ‘justice rolls down like waters, and righteousness like a mighty stream’. And so even though we face the difficulties of today and tomorrow, I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the American dream. [...] I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: ‘We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal”. (Martin Luter King, 1963).
  • 28. La tolleranza è la peggiore delle repressioni… La tolleranza smussa gli estremi e riporta tutto nel mezzo, Omologando. Certi fatti e certi uomini non possono essere ridotti alla normalità? Ebbene, cataloghiamoli, facciamo un dialogo, comprendiamoli Dice il potere tollerante. Così facendo crea dei ghetti diversi, nominali e dà loro Il permesso di esistere! Cosa c’è di più umiliante? P.Pasolini
  • 29. Una nuova fase della lotta per i diritti civili: la differenza come valore e nd Inversione dello stigma Tommie Smith and John Carlos Olimpiadi 1968, Messico Black power- Black is beautiful!
  • 30. La differenza da rispettare: relativismo e multiculturalismo
  • 31. Il multiculturalismo ingenuo “Se volevamo verità familiari, dovevamo starcene a casa” (Geertz, 2001:83)
  • 32. “noi siamo stati i primi a insistere su alcune cose: che il mondo non si divideva in pio e superstizioso; che vi sono sculture nella giungla e dipinti nei deserti; che l’ordine politico è possibile senza un potere centralizzato e che la giustizia strutturata in base a principi è possibile senza regole codificate; che le norme di ragione non furono stabilite in Grecia, l’evoluzione della moralità non terminò in Inghilterra. Cosa soprattutto importante, noi fummo i primi a insistere sul fatto che noi vediamo le vite degli altri tramite lenti fatte da noi stessi, e che essi osservano a loro volta le nostre con lenti fatte da loro stessi. Che questo abbiamo condotto certuni a pensare che il cielo cadeva, il solipsismo incombeva e l’intelletto, il giudizio, perfino la stessa possibilità di comunicazione erano tutti svaniti non è sorprendente. [...] Se volevamo verità familiari, dovevamo starcene a casa” (Geertz, 2001:83).
  • 33. Equivoci del multiculturalismo ingenuo: - esistono delle culture intese come sfere autosufficienti, chiaramente determinate; - gli individui sono portatori di una e una sola cultura; - le culture che si rendono compresenti nella situazione multiculturale sono le culture di presunti “altri”.
  • 34. Ibrida invisibilità “il cittadino a pieno titolo è privo di cultura e più dotati culturalmente sono senza una cittadinanza pienamente riconosciuta […] In questa scala pseudoevolutiva i popoli iniziano privi di cultura, ne acquistano via via che si risale nella gerarchia quando raggiungono un punto in cui diventano postculturali, dunque trasparenti per noi” (Rosaldo, 2001:279)
  • 35. “L’idea, probabilmente nutrita sia dagli antropologi dopo Malinowski sia dai filosofi dopo Wittgenstein, che gli sciiti, per esempio, essendo “altri”, presentino un problema, ma i tifosi di calcio, essendo parte di noi, non presentino problema, o almeno non uno dello stesso tipo, è semplicemente sbagliata. Il mondo sociale non si articola in perspicui ‘noi’ da un lato, con cui possiamo empatizzare per quanto grande sia la differenza fra noi, e enigmatici ‘loro’ dall’altro, con cui non possiamo empatizzare per quanto ci si sforzi di difendere fino alla fine il loro diritto di essere diversi da noi” (Geertz, 2001:93). “L’estraneità non comincia alla sponda del fiume, ma dalla pelle”
  • 36. La differenza come processo sociale: la prospettiva sincretica
  • 37. Identità Identificazione
  • 39. “Culture come fenomeni in perenne movimento, come il prodotto, mai finito, di contatti, di incontri e fusioni, ma anche di conflitti e di resistenze originati dall’interazione tra ciò che ‘risiede’ o è ‘dentro’ (locale) e ciò che viene da ‘fuori’ e ‘passa attraverso’ (globale): media, merci, immagini, turisti, funzionari, eserciti, capitali” Clifford, 1999:118
  • 40. The social life of things (Appaduari, 1986) Tre dimensioni dello studio degli oggetti: - La fase di vita (biografia) nella quale si trovano - La capacità di passare dallo stato di “cosa” allo stato di “merce” - Il contesto di merci nel quale si collocano A queste dimensioni si aggiunge la possibilità dell’oggetto di muoversi nel globalscapes
  • 41. Yinka Shonibare (1962 Lagos-Londra) Self-proclaimed post-cultural hibrid
  • 42. Il batik trasculturale Dall’Indonesia all’Olanda, dall’Inghilterra all’Africa “..the fabrics are not authentically Scramble for Africa (2003) African – they were produced by the Dutch in the 19th century and then subsequently by the English for sales to the African market” Shonibare Dad, dad and sons
  • 43. Batik: Da ogetto coloniale a simbolo della lotta anti- coloniale
  • 44. "The alien is the colonial figure par excellence. Remember The War of the Worlds by H. G. Wells? It was about the fear of aliens taking over the world. In the United States for a long ‘Disfunctional Family” time, the fear of communism prevailed. There is a lot of talk about 'bogus' asylum-seekers in Britain now. The alien work is an attempt to explore racial prejudice in a humorous way, using an image of popular American cinema." ‘Alien Obsessives; Mum Dad and the Kids
  • 46. Krating Deang Red Bull è la traduzione letteraria di Krating DEang sia in termini di marca, che di logo. La vesione Thay è precedente alla REd Bull e si orienta verso un target adulto, coloro che svologono lavori usaranti
  • 47. “e mentre il sole sorgeva in tutto il suo splendore su quelle piatte distese di terra, tagliammo le innumerevoli anse del fiume, passammo sotto l’ombra della grande pagoda dorata e giungemmo alla periferia della città. Davanti a noi, adagiata sulle due rive, la capitale orientale che non aveva ancora subito il conquistatore bianco: una distesa di brune case di bambù, di stuoie, di foglie, di uno stile architettonico fatto di vegetali” (Conrad, 2000: 50)
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  • 51. Riproduzione - copia - originalità Ironia? Traduzione?
  • 54. “Il primo impulso commerciale delle popolazioni non è quello di diventare come noi, ma di essere ancor più se stessi: rovesciano l’uso delle merci straniere e lo pongono al servizio di idee domestiche, sino all’oggettivazione dei loro stessi rapporto e delle concezioni di cosa sia una ‘bella vita’” Dominazione senza egemonia (Sahlins, 2000)
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