Gestire i comportamenti dei lavoratori per migliorare la sicurezza sul lavoroNicola Bottura
Presentazione in occasione dell\'apertura dell\'Anno Accademico 2007/2008 del corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione presso l\'Università di Parma (1 ottobre 2007)
In questa presentazione (convegno presso Unione Industriale Savona nel febbraio 2016) si descrive l'importanza della cultura di sicurezza, di illustrano due sistemi per l'analisi della cultura di sicurezza, e si evidenziano le principali azioni e approcci per il miglioramento della cultura di sicurezza.
L’evoluzione della gestione della sicurezza nel Gruppo WürthNicola Bottura
La gestione della sicurezza nel gruppo Würth: dalla certificazione 18001 ottenuta sin dal 1999 all'implementaazione di modelli di sicurezza basati sul fattore umano e i comportamenti.
My Set Consulting\'s goal is to encourage market success for companies through the maintenance and improvement of people quality of life from both physical, psychological and social point of view.
Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoroCorrado Cigaina
introduzione ai sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro ed hai modelli organizzativi gestionali di cui all'art 2 D.Lgs 81/08. la presentazione può essere utile come aggiornalemto di RSPP.; aggiornato al aprile 2016
Il 21 aprile 2008, presso il Centro Studi Informatica Giuridica di Reggio Calabria, Vincenzo Calabrò ha tenuto un seminario dal titolo: La Riduzione del Rischio - D.Lgs. 231/2001. Questo seminario illustra brevemente gli obiettivi raggiungibili attraverso l'applicazione delle previsioni normative, contenute nel D.Lgs. 231/2001, finalizzate alla riduzione del rischio aziendale.
https://www.vincenzocalabro.it
Il metodo Cesvor per la valutazione rischio stress lavoro-correlatoCarlo Bisio (1000 +)
Vengono descritte le principali caratteristiche del metodo per la valutazione preliminare obiettiva della valutazione del rischio stress lavoro-correlato di Cesvor.
Il metodo è stato messo a punto negli anni e in base alle esperienze fatte in campo, oltre che sulla base della più accreditata letteratura internazionale sullo stress e i fattori psicosociali di rischio.
La leadership è un elemento fondamentale nella costruzione della sicurezza aziendale. Che cos'è la leadership nella sicurezza? Si può essere un'azienda leader in sicurezza ed avere successo sul mercato? Quali sono le prescrizioni di ISO 45001? Come costruire la leadership? Alcune risposte nella presentazione, estratta dal corso ALI sulla ISO 45001 tenuto il 17/05/2019.
Convegno Nazionale AIESiL.
19 ottobre 2016
“ 20 anni dalla Direttiva Europea 89/391 : Quale Risultato?“
La mia presentazione: "I sistemi di gestione come risorsa?"
- review delle ricerche sugli effetti dei sistemi di gestione;
- ISO 45001: introduzione e stato dei lavori
- dai sistemi alla gestione dei comportamenti con la BBS
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Definizione di linee guida per l’integrazione dei sistemi di gestione dell’ambiente e della sicurezza nelle piccole e medie imprese
Eccellere in Sicurezza: introduzione alla BBS. Il primo seminario applicativo...Nicola Bottura
Le slides introduttive del primo seminario applicativo sulla Behavior-Based Safety (BBS) aperto al pubblico tenuto in italiano a Milano il 30 novembre 2006.
4. Costi infortuni e malattie professionali:Costi economici Quantificabili Non facilmente quantificabili, come i danni d’immagine Costi umani ! non quantificabili o monetizzabili
7. La “sicurezza” è uno dei principali “valori” condivisi tra forza lavoro, management e proprietà
8. Se manca la condivisione di questo valore:Si gioca buona parte della credibilità del management Manca il presupposto per raggiungere l’eccellenza
9. Qualche risposta Gli infortuni sono un’inefficienza in sé e un segnale di potenziali inefficienze nel sistema: Le teorie di management evidenziano il ruolo “chiave” del coinvolgimento del personale per incrementare l’efficienza aziendale i metodi per il miglioramento della sicurezza dovrebbero essere il più possibile integrati con quelli per migliorare produttività, qualità, ecc. condivisione e partecipazione sono fondamentali anche per la sicurezza
12. La centralità del comportamento 88% dei casi di infortunio (Heinrich – 1941) 9
13. Critiche Al “metodo” Heinrich: Analisi di dati e informazioni provenienti dai periti assicurativi: studio non indipendente (Petersen, 1978): spesso gli infortuni sono generati da “cause prossime” multiple. L’identificazione di una sola causa è un limite.
14. Critiche All’uso fatto da altri del “metodo” Heinrich: (Petersen, 1978): Spostare il focus dalle “cause” immediate (riclassificati come “sintomi”) ai fattori che li determinano (detti appunto “rootcauses” “cause di base”)
16. Critiche All’uso fatto da altri del “metodo” Heinrich: (Krause, 2005): Una visione caratterizzata dalla “dicotomia” tra comportamento e condizione (di rischio) non si presta all’analisi in sistemi complessi e correlati e porta anche ad una dicotomia nella loro risoluzione Domanda fuorviante: “chi ha sbagliato” piuttosto che la domanda corretta: “come possiamo prevenire l’infortunio”
19. Modalità di classificazione: ESAW/modello “Sbagliando s’impara”Le cause prossime di un infortunio sono classificate: Determinanti: ogni fattore che concorre a determinare un incidente aumentandone la probabilità di accadimento Modulatori: ogni fattore che è in grado d’impedire, attenuare o anche peggiorare il danno L’indagine è aggiornata, per le informazioni principali, ogni 2 anni 15
23. Commenti Emerge con chiarezza il ruolo dell’attività (comportamento) come causa degli infortuni In poco più del 50% dei casi Dallo studio originario effettuato sul periodo 2002-2005 emergeva che in circa 42% infortuni: 1 determinante 44% infortuni: 2 determinanti Nei casi con 1 o 2 determinanti l’attività dell’infortunato/terzi incide con una percentuale mediamente del 60% (maggiore)
24. Avvertenza “Se l’attività dell’infortunato (e lo stesso vale per l’attività di terzi) viene riconosciuta come determinante d’incidente ciò non significa identificare automaticamente una responsabilità dell’infortunato” Perché? “…Il comportamento è dettato da fattori sui quali il lavoratore non ha il completo controllo…” 20
33. Considerazioni Questa indagine evidenzia l’importanza del ruolo dell’organizzazione nella prevenzione degli infortuni “Pratica scorretta tollerata” “Formazione, informazione, addestramento” “Problema di comunicazione (lingua, ecc.)” (Si conferma l’importanza di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro)
34. “Pratica scorretta tollerata” Pratica evidentemente ripetuta più volte nell’organizzazione: Pratica (comportamento, attività, ecc.) che avrebbe potuto essere rilevata, misurata con un sistema di osservazioni basate sul comportamento e (probabilmente) resa sicura Un sistema di questo tipo è prezioso nella prevenzione degli infortuni
35. 31 Triangolo di Heinrich (Heinrich – 1941) Quando accade un infortunio grave si può supporre che esso sia stato preceduto una serie di numerosi: Infortuni lievi Incidenti (mancati infortuni) Gli eventi lievi sono precursori di eventi di gravità maggiore Comportamento ed infortuni
36.
37.
38. Conclusioni Tutti gli studi sul fenomeno infortunistico quindi dimostrano che il comportamento è il fattore preponderante. Per incidere sui comportamenti è necessario agire sui fattori che li generano L’indagine INAIL/ISPESL fornisce indirettamente indicazioni sulle aree di intervento: Sistemi per gestire i comportamenti di sicurezza Formazione adeguata
43. Formazione processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi
46. … nella costruzione di sistemi di osservazione, misura e miglioramento dei comportamenti
47. Gli elementi essenziali Osservazione & feedback Grazie ad esso il sistema si alimenta di dati e informazioni sui comportamenti di sicurezza e fornisce feedback frequenti agli osservati Riesame e miglioramento Grazie ad esso si migliorano i comportamenti di sicurezza 43
52. Assessment iniziale Uno dei principali scopi dell’assessment iniziale è di identificare le pratiche esistenti in materia di sicurezza e esplorare la cultura organizzativa per progettare al meglio l’intervento ovvero inserirlo adeguatamente nel contesto organizzativo Secondo vari autori parte importante dell’assessment iniziale è un sondaggio su alcune aree chiave della gestione della sicurezza L’uso di questionari e interviste nel corso del safety assessment è ampliamente descritto in letteratura
54. Sondaggio Vi sono alcune aree chiave di valore fortemente simbolico per il lavoratore circa l’impegno dell’azienda (Krause, 1997), tra queste: Manutenzioni e controlli di sicurezza Studio di correlazione tra il risultati del sondaggio e i risultati derivanti dall’implementazione (1980-1993) Le aziende che avevano il punteggio maggiore nell’area ”safetyrelatedmaintenance” sono quelle che nel seguito hanno ottenuto i migliori risultati nel seguito
57. Osservazione & feedback (Petersen, 1978) “safetysampling” per descrivere la percentuale di comportamenti insicuri (basato su modelli pubblicati su “National safety news” dall’ASSE negli anni ‘60) Differenze: Percentuale di atti insicuri Osservatori Procedura di osservazione Feedback
58. Osservazione & feedback Punti di contatto: Riferimento ad azioni osservabili Check-list Anonimato Strumento di: valutazione delle performance previsione delle performance Valori simili di correlazione (positiva) tra % di insicurezza e infortuni
59. “Care Control” (Petersen, 1978) “Care Control è un approccio radicalmente nuovo alla sicurezza. E’ basato sul concetto che se i lavoratori pensano veramente che i loro […] supervisori sono veramente interessati a loro e alla loro sicurezza, adotteranno comportamenti sicuri. Vi è una grande quantità di ricerche delle scienze comportamentali a sostegno […]. In un programma Care Control ai supervisori è richiesto di somministrare, regolarmente e ripetutamente, “carezze” (rinforzatori) ad ognuno dei suoi lavoratori…” Smart, D.O. “Care Control “, OccupationalHazards, June 1976
61. Settore logistico Commercializzazione (movimentazione) prodotti di fissaggio Unità organizzativa: magazzino logistico di 200 addetti (all’interno di un’azienda di 800 dipendenti interni). Società certificata OHSAS 18001 58
62. Settore logistico Risultati complessivi nel periodo 2007-2009 rispetto al 2005-2006 (numero infortuni mese e media infortuni nel semestre) 59 Avvio osservazioni di validazione osservatori Osservazioni a regime
63. Settore chimico Produzione pannelli in silicato di calcio Unità organizzativa: stabilimento di produzione di circa 60 addetti, (inclusi uffici e servizi) 60
66. Settore metalmeccanico Giornale interno dell’azienda. Articolo sui risultati delle prime osservazioni. Categorie di comportamenti critici “… un metodo spettacolare, semplice e coinvolgente...”
67. Settore logistico Commercializzazione (movimentazione) prodotti di elettronici Unità organizzative: due sedi (sia logistica che amministrativa) per circa 200 addetti 64
68. Settore logistico Gli infortuni avvenuti nel periodo precedente al 2010 (mediamente 1 o 0 al’anno) non permettono un affidabile raffronto con l’ultimo periodo da quando le osservazioni sono attive E’ comunque possibile affermare che: non sono avvenuti infortuni nel periodo di osservazione le osservazioni hanno evidenziato comportamenti che avrebbero potuto determinarli ciò ha permesso di migliorare la sicurezza complessiva
72. Formazione Il ruolo della formazione e del formatore è centrale in questa proposta metodologica Il team di formatori deve essere fortemente multidisciplinare Ingegnere della sicurezza Psicologo professionista
80. Bibliografia Indagine integrata per l’approfondimento dei casi di infortunio mortale.Fogli di informazione I-2006, Roma: ISPESL. Heinrich, H. W. Industrial accident prevention: a scientific approach.New York: McGraw-Hill Book Company Inc., 1941 (2aedizione). Krause, T. R. Leading with safety. Hoboken: John Wiley & Sons, Inc., 2005. Krause, T. R. The behavior-based safety process. Hoboken: John Wiley & Sons 1997 (2aedizione). Petersen, D. Techniques of safety management. New York: McGraw-Hill Book Company Inc., 1978 (2aedizione). Behaviour based safety: guidelines for the safe loading & unloading of road freight vehicles , CEFIC/ECTA, 2004. Martin P., Bateson P., La misurazione del comportamento. Una guida introduttiva. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2010