Corso di formazione per bibliotecari di pubblica lettura del Sistema Bibliotecario Milano Est: "Come organizzare e condurre un Gruppo di Lettura", a cura di Roberto Spoldi (Biblioteca di Segrate) e Luigi Favalli (sociologo, esperto di gestione nei gruppi e esperto letterario). Giugno 2008
Slide dell'intervento di DONATELLA MURTAS (esperta di patrimonio locale ed ecomusei), tenuto nell'ambito del convegno "Ecomusei. 10 anni dopo" (Villa Manin, Passariano, 9 aprile 2016).
Programma completo del convegno sul sito IPAC > http://bit.ly/22UP1uO
Corso di formazione per bibliotecari di pubblica lettura del Sistema Bibliotecario Milano Est: "Come organizzare e condurre un Gruppo di Lettura", a cura di Roberto Spoldi (Biblioteca di Segrate) e Luigi Favalli (sociologo, esperto di gestione nei gruppi e esperto letterario). Giugno 2008
Slide dell'intervento di DONATELLA MURTAS (esperta di patrimonio locale ed ecomusei), tenuto nell'ambito del convegno "Ecomusei. 10 anni dopo" (Villa Manin, Passariano, 9 aprile 2016).
Programma completo del convegno sul sito IPAC > http://bit.ly/22UP1uO
Le storie dei giovani che hanno partecipato a #ifoamobility 2014, i percorsi di mobilità internazionale finanziati dal bando SISMA della regione Emilia Romagna.
Turismo sostenibile e governance del territorio nella società globalizzata - Umberto Di Maggio – Phd Sociologist on local development and social policies
Report qualitativo delle visite – Progetto Visiting Sicilia 2014 Tripletta Co...Raffaele Barone
La tripletta CA si fonda giorno 20 giugno 2014, alla presenza dei coordinatori Agata Barbagallo e Domenico Mazzaglia, Simone Bruschetta, e i referenti delle tre realtà che hanno aderito al progetto. In questa occasione si è spiegato il significato dell’esperienza, i coordinatori esterni danno in questa circostanza alcune indicazioni facendo riferimento alle procedure, descrivendo le fasi previste dal progetto. Si effettua la spiegazione degli strumenti da adottare, precisando che i materiali cartacei dovranno essere consegnati da ciascuna realtà durante la prima visita.
I partecipanti hanno concordato le diverse scadenze da rispettare durante la seconda fase del progetto, lavoreranno seguendo le indicazioni del facilitatore interno, organizzando degli incontri specifici per spiegare ed effettuare la compilazione degli strumenti. Inoltre, è stato definito il calendario delle visite.
Presentazione di Paolo Di Benedetto all'evento "Green Care: le aree verdi per il benessere, la salute, l’inclusione sociale" del 14 ottobre 2021. L'evento è stato realizzato nell'ambito del progetto europeo Green4C. Scopri di più su greenforcare.eu
PROGETTO DI TIROCINIO SdFP - Di festa in festa con le nostre tradizioni - A....Ada Vantaggiato
PROGETTO DI TIROCINIO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano - Di festa in festa con le nostre tradizioni - A. Vantaggiato
Il libretto della 3° edizione del progetto SMILE (2017-2018) con le testimonianze dei volontari partecipanti che raccontano il loro "viaggio" di apprendimento nello spazio, nel tempo, tra le culture, verso gli altri e verso sé stessi.
Uno stralcio del mio percorso di servizio civileSilvia Manini
Descrizione del mio servizio civile regionale presso la Caritas diocesana di Piacenza - Bobbio. E' il diario di bordo consegnato per la formazione generale. Ma ci sarebbe molto da dire su questa incredibile avventura
Le storie dei giovani che hanno partecipato a #ifoamobility 2014, i percorsi di mobilità internazionale finanziati dal bando SISMA della regione Emilia Romagna.
Turismo sostenibile e governance del territorio nella società globalizzata - Umberto Di Maggio – Phd Sociologist on local development and social policies
Report qualitativo delle visite – Progetto Visiting Sicilia 2014 Tripletta Co...Raffaele Barone
La tripletta CA si fonda giorno 20 giugno 2014, alla presenza dei coordinatori Agata Barbagallo e Domenico Mazzaglia, Simone Bruschetta, e i referenti delle tre realtà che hanno aderito al progetto. In questa occasione si è spiegato il significato dell’esperienza, i coordinatori esterni danno in questa circostanza alcune indicazioni facendo riferimento alle procedure, descrivendo le fasi previste dal progetto. Si effettua la spiegazione degli strumenti da adottare, precisando che i materiali cartacei dovranno essere consegnati da ciascuna realtà durante la prima visita.
I partecipanti hanno concordato le diverse scadenze da rispettare durante la seconda fase del progetto, lavoreranno seguendo le indicazioni del facilitatore interno, organizzando degli incontri specifici per spiegare ed effettuare la compilazione degli strumenti. Inoltre, è stato definito il calendario delle visite.
Presentazione di Paolo Di Benedetto all'evento "Green Care: le aree verdi per il benessere, la salute, l’inclusione sociale" del 14 ottobre 2021. L'evento è stato realizzato nell'ambito del progetto europeo Green4C. Scopri di più su greenforcare.eu
PROGETTO DI TIROCINIO SdFP - Di festa in festa con le nostre tradizioni - A....Ada Vantaggiato
PROGETTO DI TIROCINIO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano - Di festa in festa con le nostre tradizioni - A. Vantaggiato
Il libretto della 3° edizione del progetto SMILE (2017-2018) con le testimonianze dei volontari partecipanti che raccontano il loro "viaggio" di apprendimento nello spazio, nel tempo, tra le culture, verso gli altri e verso sé stessi.
Uno stralcio del mio percorso di servizio civileSilvia Manini
Descrizione del mio servizio civile regionale presso la Caritas diocesana di Piacenza - Bobbio. E' il diario di bordo consegnato per la formazione generale. Ma ci sarebbe molto da dire su questa incredibile avventura
2. 5 novembre 2014 ambiente e biodiversità del monte baldo
Come si guida un gruppo
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CONOSCERE IL BALDO – GARDA
I° CORSO DI FORMAZIONE PER ANIMATORI TURISTICI AMBIENTALI
7° INCONTRO: MERCOLEDI’ 25 FEBBRAIO 2015
COME SI GUIDA UN GRUPPO
RELATORE: FABIO SALANDINI – PRESIDENTE provinciale CTG
Dopo che avete fatto un percorso di conoscenza del territorio, sicuramente
importante, che può sbocciare nella eventualità di accompagnare gruppi e quindi
persone alla conoscenza del territorio e, nel momento in cui si accompagna un
gruppo, è importante conoscere quello che è la storia, le tradizioni e quant’altro ma
è importante anche saperli trasmettere, prestando attenzione a non tracimare nel
nozionismo eccessivo così come non essere banali, per poter lasciare alle persone
che partecipano alle nostre iniziative, il piacere della scoperta del territorio. Qui
faremo alcune considerazioni che in parte vi sembreranno ovvie, in parte magari no,
su come si gestisce un gruppo, un vademecum basilare da tener presente nel
momento in cui ci si trovasse a dover gestire un gruppo, che può essere una
scolaresca, una parrocchia, un’associazione che chiede di venir a visitare le bellezze
di Brenzone.
Partiamo proprio dal termine basilare. Noi proponiamo itinerari turistici, se
dobbiamo andare alla radice del termine “turismo” questo deriva da “tour” quindi
“giro”.
Turismo è essenzialmente fare un giro in un luogo, in un territorio, per scoprirne le
peculiarità.
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Quindi è un muoversi fuori dal proprio ambiente naturale, che può essere più o
meno vicino, con vari scopi: essenzialmente quello di svagarsi, divertirsi e di
acquisire delle conoscenze.
Ho messo l’immagine un po’ emblematica di quello che è il Gran Tour, sappiamo che
nella storia, la nobiltà Inglese in modo particolare ma non solo, quella Europea
aveva la tradizione di questo Gran Tour che per ragazzi delle famiglie della nobiltà
rappresentava una sorta di rito di iniziazione, era un muoversi al di fuori del proprio
territorio per andare a scoprire le bellezze delle grandi città, in modo particolare
dell’Italia, per arricchirsi ed impossessarsi di quello che il passato aveva lasciato.
Quindi lo spirito del Gran Tour permane n un turismo che oggi è appannaggio di un
maggior numero di persone ma lo scopo rimane quello del Gran Tour che è
muoversi per portare a casa una molteplicità di stimoli che vanno dallo svago – relax
ma anche nell’approfondimento della conoscenza di vari aspetti.
Il viaggiare è un incontro con un ambiente naturale, perché ci si rapporta appunto
con l’ambiente naturale, con l’arte esistente nel territorio, ma soprattutto anche con
la storia della comunità umana che abita in un determinato luogo, una storia che è
fatta anche di tradizioni che cambiano, noi qui sul Lago di Garda lo sappiamo che
basta muoversi da paese a paese, addirittura a volta da frazione a frazione per
trovare caratteristiche e anche tradizioni diverse radicate anche in luoghi anche
3. 3
geograficamente ristretti. Però può essere anche un’occasione di svago, crescita
culturale e una formazione; quindi è un’opportunità importante; noi che siamo dei
mediatori, come persone che accompagnano e che prima di accompagnare
elaborano questo itinerario turistico, abbiamo una grossa responsabilità che è quella
di soddisfare le esigenze di chi si rivolge a noi.
Il territorio è quello che noi offriamo, che abbiamo imparato a conoscere. Attraverso
questo corso avete imparato a conoscere le varie sfaccettature del territorio,
ovviamente non basta un corso come non ne bastano nemmeno cento di corsi,
diciamo che la conoscenza del territorio è continua, anche perché man mano che si
inizia sempre di più poi si collegano tra loro le informazioni ricevute e si vanno
approfondendo, poi in ognuno c’è un’inclinazione diversa, uno magari è più spinto
all’approfondimento degli aspetti naturalistici, altri agli aspetti storici e artistici,
perché l territorio offre stimoli di diverso tipo.
La figura che il CTG propone è quella di Animatori Culturali Ambientali poi c’è la
figura di Guida, poi parleremo di questi aspetti dal punto di vista normativo.
Noi siamo quindi dei mediatori (non siamo dei tuttologi) che aiutano queste persone
che arrivano nel territorio a mediare portare queste persone alla scoperta delle
peculiarità che sono la somma di una serie di elementi e la parola per definire tutti
questi aspetti è il “Genius loci”, cioè l’identità, l’anima di un luogo. Il nostro compito
è trasmettere in chi lo visita il “genius loci” per cui chi va via da un’esperienza di
questo tipo deve portare con sé stimoli di vario tipo, deve avere una visione l più
possibile completa del territorio per l’aspetto che si è approfondito ma anche
accennato ad altri aspetti, la vera identità.
Noi quando conosciamo una persona, se non abbiamo una conoscenza superficiale,
abbiamo una conoscenza di tutti i suoi aspetti che lo caratterizzano, e più questi
aspetti sono vari abbiamo di questa persona una conoscenza migliore e entra
maggiormente in sintonia con noi.
Cosa dobbiamo fare nel momento in cui ci mettiamo a costruire degli itinerari?
Come dicevamo dobbiamo conoscere bene la materia che è costituita dal territorio
ma dobbiamo anche conoscere coloro che richiedono questo nostro apporto di
mediatori perché che la richiesta venga da una determinata categoria di persone
rispetto ad un’altra il nostro modo di proporci è sicuramente diverso: se
ipoteticamente si avvicina a noi un gruppo di bambini non possiamo proporre il
4. 4
territorio e le sue peculiarità così come faremmo con un gruppo di adulti quindi
dobbiamo avere conoscenza di chi è il nostro interlocutore perché noi dobbiamo
adeguarci abbassarci al loro livello per andare incontro al nostro interlocutore. E poi
è fondamentale aver chiari i tempi e le modalità della visita guidata. Non possiamo
pensare di monopolizzare il tempo delle persone, dobbiamo avere tempi chiari,
siamo noi a stabilirli dobbiamo pensare che siano tempi ragionevoli, non possiamo
certamente proporre uscite che durano ore e ore perché l’attenzione umana, come
ci insegnano gli studi psicologici, ha una durata limitata nel tempo con dei picchi di
attenzione che poi vanno scemando; così anche dobbiamo organizzare e stare
attenti agli aspetti pratici in una visita guidata perché le persone hanno anche delle
esigenze fisiologiche che vanno dal pranzo, alle esigenze di servizi igienici, ai
momenti di svago, quindi perché una buona proposta sia valida dobbiamo proporre
cose adeguate, in genere se la proposta è indirizzata a un gruppo di persone non
precostituito ma che possono aderire liberamente questa viene fatta con un tempo
di esecuzione di circa due ore, proprio per non impegnare eccessivamente le
persone e per proporre un qualcosa più articolato possibile ma non pesante, nel
momento in cui invece ci rivolgiamo a un gruppo precostituito è fondamentale
prendere accordi con chi coordina questo gruppo, il capogruppo, per capire chi sono
queste persone, il tempo che hanno a disposizione, perché purtroppo oggi viviamo
nella dimensione di turismo che non ha la tranquillità del Gran Tour, non si hanno a
disposizione i mesi o gli anni per fare i viaggi, spesso si hanno tempi molto limitati e
dobbiamo anche cercare di accompagnare chi costruisce un itinerario perché a
volte, presi un po’ dall’entusiasmo si chiede alle persone di andare a vedere
moltissime cose, troppe, e dobbiamo invece considerare che c’è un limite fisiologico
delle proposte.
Dobbiamo avere quindi una conoscenza del territorio:
naturalistica: nella prima parte del corso vi siete dedicati a questo aspetto;
delle testimonianze storiche, artistiche, architettoniche;
tradizioni folkloristiche ed eno-gastronomiche, che costituiscono la peculiarità di un
luogo;
socio economiche proprie di una determinata zona.
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Di un gruppo dobbiamo conoscere:
l’età dei partecipanti, sapere che dobbiamo accompagnare dei bambini di una
scuola primaria o dei ragazzi di una scuola superiore, oppure un gruppo di anziani, le
cose cambiano radicalmente nel linguaggio, nei tempi, nella resistenza fisica anche
ai percorsi, quindi questo fattore è fondamentale;
il numero di persone che compongono il gruppo, evitando di accogliere gruppi
sconfinati, l’ideale di un guppo è 25 – 30 persone perché poi al di sopra è difficile
farsi sentire, si usano mezzi come microfoni o altro però la voce naturale attira olto
di più l’attenzione quindi un gruppo di 25 – 30 persone è molto più facilmente
gestibile;
la provenienza, se sono persone che arrivano da ambiti geografici vicini hanno
probabilmente già una conoscenza di molti aspetti, se qualcuno viene da Verona
sicuramente ha una conoscenza si presume almeno elementare del Lago di Garda,
della topografia e quant’altro, se è un gruppo che arriva da lontano sicuramente
deve avere un inquadramento molto più contingente;
le condizioni fisiche dei componenti, dobbiamo sapere se nel gruppo sono presenti
persone disabili, persone con difficoltà motorie, se sono anziani capire se possono
reggere percorsi di un certo tipo.
Non dobbiamo mai dar nulla per scontato, non dobbiamo ragionare facendo una
proposta così come la viviamo noi, dobbiamo metterci nei panni dell’altro perché
anche la cosa più banale che può essere un gradino, uno scalino, può fare la
differenza, se io penso ad un determinato itinerario e non mi informo
precedentemente se c’è magari una persona con le stampelle o sulla sedia a rotelle,
nel momento in cui arrivo in un determinato luogo e c’è una barriera architettonica
creo un momento di grosso imbarazzo per me, che mi trovo a dover gestire una
situazione difficile e nei confronti di una persona che in quel momento si sentirà
diversa dagli altri quindi la sua problematica sarà messa in risalto. Se io invece faccio
in modo che tutti possono usufruire al meglio della proposta, rendo tutte le persone
uguali, tutte soddisfatte e il mio servizio è stato pienamente soddisfacente.
L’itinerario va adeguato quindi io posso avere degli itinerari base che conosco, so
che dura due ore o quant’altro però i tempi si possono dilatare o restringere a
seconda del gruppo, se è un gruppo con determinate caratteristiche forse ha
bisogno di tempi più distesi e più allungati, se il gruppo che viene in escursione è un
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gruppo di podisti che ama muoversi anzi vuole ritmi veloci posso anche proporre
tempi più stringati e più veloci. Devo avere chiari i tempi e devo informarmi sui
fattori esterni che condizionano la ma visita, io posso proporre, ma devo ricordarmi
che non sono il padrone del territorio, se vado al castello di Torri o di Malcesine o a
visitare un museo devo vedere l’orario, che l museo sia aperto, che non sia il giorno
di chiusura e non ci siano problemi, lì c’è tutto un lavoro di pianificazione, nel
momento in cui poi con il gruppo ho concordato devo verificare con il museo che in
quel giorno non ci sia magari un evento particolare per cui è chiuso o non ci siano
condizioni di limitazione o qualche sala chiusa per qualche motivo, per cui io devo
essere chiaro con chi usufruisce del mio servizio perché altrimenti questo crea attriti
e problemi. Quindi è fondamentale informarsi di questo e tenersi sempre aggiornato
in maniera che i termini dell’offerta siano ben definiti. Poi la stagione in cui svolgo
l’itinerario questo può cambiare radicalmente, se è il periodo invernale devo tenere
presente che se vado in una chiesetta i tempi di resistenza interni saranno brevi in
quanto il freddo si fa sentire, se è estate sarà molto più piacevole rimanere in chiesa
al fresco che non fuori sotto il sole cocente quindi ci saranno orari da evitare o
quant’altro, se è estate ed è un itinerario a piedi evitare le ore più calde,
raccomandare alle persone che si portino anche delle bottigliette d’acqua perché
poi se qualcuno sta male il problema condiziona il gruppo nella sua interezza.
Un altro aspetto fondamentale è che non si deve essere monotematici, può essere
che venga fatta una richiesta precisa, contingente, per vedere più un certo aspetto
rispetto ad un altro, ma devo cercare che la mia proposta sia multidisciplinare, se
parlo delle chiesette non devo fermarmi esclusivamente a parlare delle chiesette,
posso fare anche altre considerazioni su altri aspetti, perché questo dà alle persone
una visione più completa del territorio e dà anche stimoli diversi, sappiamo che
ricevendo stimoli diversi l’attenzione si mantiene desta, se invece vado a sviscerare
una questione in maniera troppo approfondita avrò l’attenzione di qualcuno che
magari è appassionato in materia ma perderò completamente l’attenzione della
maggioranza del gruppo, quindi non dobbiamo essere dei tuttologi e neanche dei
professori universitari da dover fare una lezione ex cathedra, per chi vuole
approfondire si lascia la possibilità di fare domande alla guida o all’accompagnatore
e in un secondo momento si possono suggerire testi e pubblicazioni per un
approfondimento personale. Non bisogna cadere nello specialistico eccessivo. Poi si
deve essere flessibili, non è perché il nostro itinerario prevede i punti a, b e c, che
dobbiamo per forza fare quei tre punti, se ci rendiamo conto che per motivi esterni
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siamo riusciti a fare due punti e il terzo diventa troppo stretto e non è più
proponibile non dobbiamo a tutti i costi costringere a un tour de force perché
dobbiamo fare anche l’altro, si spiega al capo gruppo ma anche in maniera chiara e
aperta al gruppo stesso, che i tempi non permettono di vedere un determinato
luogo perché altrimenti si rischierebbe di far fare corse vanificando tutto quello che
è stato fatto precedentemente.
Come dicevamo poi dobbiamo far scoprire il “genius loci” cioè toccare con mano, in
maniera anche simbolica quelle che sono le caratteristiche di un territorio alla
persona che lo visita, quindi che si senta protagonista, non che subisca un qualcosa
ma che lo viva in prima persona.
Un piccolo vademecum di regole da seguire nel momento in cui capita di dover
gestire un gruppo:
- Bisogna contattarlo preventivamente
- Sapere per tempo quello che bisogna conoscere e fare
- Conoscere le motivazioni che spingono questo gruppo, il perché vengono a
vedere un determinato territorio, che cosa gli interessa in modo particolare ,
cosa li ha spinti a scegliere questo territorio
- Il numero dei componenti, come dicevamo l’ideale è 25, 30 persone. Se il
numero eccede di poco si può tollerare, se eccede di tanto è meglio dividere il
gruppo in due gruppi più piccoli, perché più facilmente gestibile
- Conoscere l’eventuale presenza di portatori di handicap di varia natura,
rapportandoci con le scolaresche dobbiamo essere consapevoli se all’interno
ci sono bambini o ragazzi che presentano handicap che possono essere fisici
ma anche non fisici cioè di tipo intellettivo per poter saper come comportarsi
in questa situazione magari trovare anche il modo di coinvolgere gli
interessati per una massima integrazione.
- La conoscenza della provenienza, parlavamo prima, per un gruppo
proveniente dall’Italia del Sud uno dei paragoni più semplici che possono
avvenire è sulla produzione dell’olio, la produzione e il tipo di olio sul Garda
rispetto alla produzione per esempio della Puglia se da là viene il gruppo,
oppure il paragone tra il colore del lago che sembra un mare al loro mare,
quindi confronti che interessa le persone perché le rapporta alla loro
esperienza
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- Avere chiari i tempi a disposizione, spesso chi si muove in gruppo ha esigenze
di pullman che hanno orari specifici.
Bisogno di ripartire, bisogna avere tanta pazienza quando si gestisce un gruppo
perché ogni componente ha una storia a sé, c’è chi brama di andare a vedere, c’è
chi ha bisogno di bere il caffè, insomma le cose normali che accadono quando si
muove appunto un gruppo.
Come comportarsi nel ruolo di Animatore Culturale durante l’uscita.
Cosa banale ma importantissima, è giusto ricordarlo
- La puntualità. Avere un appuntamento e arrivare in ritardo è già un indice di
sfiducia verso chi ci deve guidare che dovrebbe essere invece chi in quella
giornata è il nostro punto di riferimento
- Salutare e presentarsi, non è che appena si arriva si comincia a raccontare la
storia del territorio e non si sa neanche chi è il personaggio che ci sta
parlando, noi abbiamo un’identità personale, un nome che le persone devono
sapere per rivolgersi a noi e soprattutto apparteniamo a un gruppo, in questo
caso si può dire benissimo che siamo il gruppo CTG, spiegare magari cosa è
questa associazione e quale finalità persegue
- Dobbiamo farci seguire da tutti, quando parliamo non parliamo per noi stessi
ma per il gruppo che ci sta intorno quindi non dobbiamo avere vergogna a
parlare e farlo con un tono di voce flebile, così come non dobbiamo neanche
urlare, usare quindi un tono naturale un po’ deciso ma l’importante è che a
tutti giunga la nostra voce, altrimenti chi è lontano comincia a gironzolare o a
divagare e distrarsi e a perdere attenzione
- È preferibile disporsi a semicerchio, se faccio un itinerario mentre cammino
vado davanti e osservo di non lasciare indietro le code chilometriche, devo
fare in modo che le persone mi seguano e se vedo che qualcuno si sofferma
mi devo fermare e fare in modo che il gruppo si compatti e quando si è riunito
disporlo in modo semicircolare
- Guardare gli interlocutori in modo che si sentano coinvolti senza fermarmi su
una persona in particolare che nel caso si sentirebbe presa di mira, invece
devo cercare di guardare tutti in maniera abbastanza indistinta così che tutti si
sentano presi in causa di volta in volta
- Devo essere disponibile, di fronte a una domanda non devo dire che non ho
tempo o che dobbiamo andare, o che non è il momento; se c’è una domanda
9. 9
o alla fine posso chiedere se serve qualche spiegazione su qualche su qualche
passaggio poco chiaro, vedere se c’è la volontà di approfondimento
- Devo suscitare la curiosità, ci sta molto bene, nel raccontare le cose, accanto
alla professionalità e alla serietà (dobbiamo raccontare il vero non certo
inventarci cose non vere) ma se c’è una tradizione locale, un qualcosa di
spiritoso, qualche leggenda o aneddoto simpatico si può tranquillamente
raccontare e questo rompe un po’ anche la serietà del momento, alleggerisce
quello che si sta facendo e aiuta a tener desta l’attenzione
- Fare delle domande, magari avendo trattato più volte una certa cosa, sotto
diverse sfaccettature chiedere al gruppo se si ricordano cosa è stato detto, o
secondo voi questo cos’è magari avendo visto qualche esempio precedente,
in questo modo ho un report immediato se chi è con me mi sta seguendo
perché se rispondono vuol dire che stanno seguendo e soprattutto sono vivi e
non stanno dormendo o pensando ad altro
- Posso utilizzare anche del materiale di supporto, mi viene l’esempio proprio
qui fuori dalla sala comunale la Pietra di Castelletto, bellissima sicuramente
ma avendo quelle didascalie appese alla parete si può molto più agevolmente
cogliere e capire cosa c’è rappresentato altrimenti uno con un occhio poco
attento vede parzialmente, ovvio qui c’è, se vado alle incisioni rupestri del
Monte Ruppia devo magari cercare di avere delle immagini che mostrano in
maniera chiara e visibile oppure se ho foto storiche o elementi che per
esempio in una chiesa non sono più visibili o comprensibili, posso utilizzare
questo materiale per aiutare le persone a comprendere quello che al
momento non vedono, magari una cosa che per me è scontata ma non lo è
per loro n quanto è la prima volta che vedono cose di questo tipo
- Cercare di coinvolgere i gruppi, se è possibile. Un esempio nelle incisioni
rupestri quando si propone questa visita, se si tratta di bambini in modo
particolare ma anche per gli adulti, spesso e volentieri proponiamo il
“frottage” ** è un’esperienza significativa perché la persona capisce la tecnica
con la quale è possibile farsi una copia delle incisioni senza rovinare il
** frottage: Questa tecnica consiste nel sovrapporre un certo supporto, come un foglio di carta o una tela a
una superficie che abbia dei rilievi più o meno marcati, come della pietra, dellegno o qualsiasi cosa che non sia
liscia. Utilizzando delle matite di varia morbidezza, pastelli, gessetti, contè o carboncini, si sfregherà il supporto,
lasciando affiorare a poco a poco i rilievi della superficie sottostante. Il risultato di tale procedimento consente di
ottenere dei disegni e delle textures chiaroscurate e sfumate e delle immagini in larga misura casuali e imprevedibili.
Oltre che a essere usato semplicemente per produrre immagini grafiche particolari, il frottage può essere anche il
punto di partenza e la base per realizzare opere più elaborate, in un arco maggiore di tempo. Un altro modo di
utilizzare questa tecnica consente di arricchire zone e particolari di disegni e quadri con trame o motivi grafici.
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reperto, attira l’attenzione di tutti perché vedono cosa sta succedendo e poi
dà anche una soddisfazione perché il gruppo porta via qualcosa di tangibile,
un ricordo di quel luogo e di quella situazione
- Devo prestare attenzione ai bisogni, se ci sono bisogni nel gruppo devo
cercare di soddisfarli
- E poi, parafrasando Socrate, una buona guida “sa di non sapere”, dobbiamo
essere consapevoli che abbiamo dei limiti, non dobbiamo vergognarci di
rispondere “non so” perché dobbiamo conoscere molto e questo è il nostro
compito, questi corsi servono anche a questo, poi c’è la formazione personale,
ma la storia di un territorio e le sue peculiarità sono varie, anche l’attenzione
delle persone, magari qualcuno vede un particolare che noi in tanto tempo
non abbiamo mai visto, quindi non dobbiamo appunto vergognarci di dire non
lo so, mi lasci la Sua mail che se scopro cos’è Le faccio sapere , oppure grazie
di avermi fatto notare questo aspetto che aiuta anche me ad approfondire,
piuttosto di dare una risposta inventata su due piedi per far vedere che si sa
ottenendo l’effetto di vanificare tutto quello fatto precedentemente perché
magari quella persona sa benissimo di cosa si tratta o va a scoprirlo dopo e
può dire che ho raccontato una cavolata e dubitare di quanto raccontato
precedentemente
Per chiarezza ho messo anche questo aspetto:
questo è un corso promosso dal Centro Turistico Giovanile, noi siamo
un’Associazione di volontariato che in Italia esiste da più di 70 anni, a Verona opera
da più di 65 anni, quindi ha sicuramente una storia e un’esperienza forte,
ovviamente il nostro è un intervento che rivolgiamo in modo particolare nei
confronti di realtà a noi vicine, cioè possiamo operare nei confronti di gruppi fatti da
associazioni come le Parrocchie, le scuole, realtà di questo tipo.
Quando l’attività si rivolge invece in una direzione professionale, in questo caso,
quello che è l’Operatore Culturale Ambientale del CTG, pur essendo una figura
riconosciuta nell’ambito della nostra Associazione, non ha un riconoscimento
esterno, perché nell’ambito professionale vale quello che è stabilito dalla Legge, in
questo caso è la Legge Regionale del 4 novembre 2002, nr. 33, Testo Unico della
Legge Regionale in materia di Turismo, che ha normato quello che è il Veneto,
quindi cambia poi da Regione a Regione, e a livello Nazionale ed Europeo, ha
normato quelle che sono le figure professionali chiamate ad operare in un ambito
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appunto professionale, noi non entriamo nell’ambito professionale ma in un ambito
di volontariato, di assistenza verso persone o gruppi ma non spinti da una volontà
professionale.
Le figure normate da questa Legge sono:
la guida turistica
l’accompagnatore turistico
l’animatore turistico
la guida naturalistico ambientale
Sono tutte figure che hanno un preciso profilo ben identificato dalla normativa e che
hanno un esame di abilitazione. Questi corsi che avete fatto anche voi possono
servire se qualcuno fosse spinto anche dal desiderio di professionalità, in quanto
offrono una conoscenza del territorio e delle sue peculiarità. Bisognerà sottoporsi ad
un esame che viene fatto a livello ciclico dalla Provincia di Verona, superato il quale
viene rilasciata una patente, un attestato di esercizio di questa che a tutti gli effetti è
una professione. Moltissime persone che operano a Verona o in provincia hanno
iniziato il loro percorso proprio in questo modo, prima come Operatore Culturale
Ambientale per poi scegliere, per formazione personale e studi, di proseguire per
anche dal punto di vista professionale.