I fenomeni attuali della comunicazione e dell’interazione tramite Internet e il Web sono quanto mai difficili da definire in modo autorevole, essendo in continuo aggiornamento. D’altro canto, gli effetti delle novità nelle tecnologie della comunicazione sono così importanti sulle relazioni sociali, sull’economia, sui territori, sulla nostra vita quotidiana da non poter essere affrontati con leggerezza, né utilizzando solo categorie di valutazione tradizionali. Un fenomeno sorprendente, con una portata assolutamente imprevedibile al suo esordio, neanche venti anni fa, è l’enciclopedia collaborativa libera ed aperta Wikipedia. Diversi studi scientifici hanno dimostrato come Wikipedia, ormai ai primi posti tra le risorse più consultate del Web, abbia raggiunto buoni livelli di qualità nelle sue voci, e come possa migliorare le competenze informative di chi vi contribuisce e influenzare i comportamenti di chi la consulta. In particolare, sono stati dimostrati effetti importanti della presenza di voci di qualità in varie lingue sulle scelte delle destinazioni turistiche. Effetti analoghi possono attivarsi sulla visibilità e conoscenza dei prodotti agroalimentari tipici, sostenendo la diffusione di informazioni corrette presso i consumatori. Presso l’Università di Macerata da circa tre anni sono stati organizzati numerosi workshop che hanno coinvolto un numero significativo di professori, studenti e imprenditori, per sperimentare l’uso dell’ecosistema Wikipedia per creare guide turistiche, itinerari e voci d’enciclopedia dedicate ai prodotti dei territori marchigiani. In questo intervento si intende dare conto di questa linea di attività, della metodologia adottata e qualche primo bilancio sui risultati.
Scrivere con gli studenti del territorio colpito dal terremoto: i laboratori ...Pierluigi Feliciati
Perché si ragiona ormai di filosofia dell’informazione digitale? Come intellettuali e docenti dobbiamo sentire la necessità di andare oltre le spesso sterili contrapposizioni tra “apocalittici e integrati”, mettendo piuttosto a fuoco quali siano i confini tra vita online e offline, quale possa essere il valore dell’identità individuale e collettiva nell’infosfera globale, quali i rischi e quali le potenzialità di tecnologie sempre più disruptive. Pensando poi al territorio, all’eredità culturale e alla responsabilità collettiva che ricade su tutti noi per la sua tutela e valorizzazione, non è possibile non porci alcune domande: come basare la valorizzazione sui risultati della ricerca scientifica, come condividere con le comunità di eredità tali conoscenze, usando quali canali, adottando quali linguaggi, coinvolgendo seriamente più cittadini possibile? Un’utopia, quella dell’attivazione dell’intelligenza collettiva, che ha dimostrato di avere buone probabilità di diventare pratica concreta e virtuosa, se si guarda al percorso e alla popolarità dell’ecosistema Wikipedia. La condizione che si è mostrata con evidenza è che gli utenti (le persone, le organizzazioni, le imprese) accettino un patto sulla collaborazione, sulla sperimentazione della neutralità, sulla libertà di uso e riuso delle risorse digitali, sul rispetto delle fonti e facciano un passo indietro, invertendo il rapporto classico tra peso dell’autorialità e affidabilità dei contenuti.
Presso l’Università di Macerata, fin dal lancio da parte del Rettore del progetto Wiki: Appennino Centro Italia, si è provato ad investire sull’intelligenza collettiva, per creare o rinforzare le conoscenze “popolari” in rete, tramite Wikipedia, dei territori colpiti dalla serie sismica del 2016. Tante sono state le iniziative, in aula e fuori, e confortanti i risultati. In questo breve intervento si racconteranno presupposti, metodologie e primi risultati di quasi tre anni di questo progetto, prendendo come caso emblematico il laboratorio con gli studenti, organizzato insieme ai colleghi Giuseppe Capriotti e Maila Pentucci, per la redazione collaborativa delle voci di enciclopedia sul museo di Visso e sulla Madonna del Voto di Paolo da Visso.
Slide dell'intervento realizzato da Cristina Cocever (AIB FVG), nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Presentazione del progetto di Renato Rinaldi e Andrea Collavino, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso dall'Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Francesca Ricci, Linked open data e ontologie per i beni culturali: le inizia...Patrimonio culturale FVG
Slide dell'intervento realizzato da Francesca Ricci, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Relazione presentata il 21 aprile 2015 a un pubblico di non bibliotecari*, per illustrare il ruolo delle biblioteche nell'ambito della sostenibilità e dello 'smart living' _ An overview about libraries, librarians, knowledge, communities, sustainibility, smart living
Wikimedia tra biblioteca e didattica: sapere libero e information literacyLuigi Catalani
Slide del seminario formativo svolto da Luigi Catalani (Wikimedia Italia) il 23 gennaio 2020 a Padova e organizzato dall'Associazione Italiana Biblioteche Sezione Veneto e dal Liceo Alvise Cornaro di Padova.
La presentazione offre a docenti e bibliotecari informazioni utili per lo sviluppo di attività formative funzionali alle pratiche dell'information literacy e dell'educazione alla cittadinanza attiva.
Scrivere con gli studenti del territorio colpito dal terremoto: i laboratori ...Pierluigi Feliciati
Perché si ragiona ormai di filosofia dell’informazione digitale? Come intellettuali e docenti dobbiamo sentire la necessità di andare oltre le spesso sterili contrapposizioni tra “apocalittici e integrati”, mettendo piuttosto a fuoco quali siano i confini tra vita online e offline, quale possa essere il valore dell’identità individuale e collettiva nell’infosfera globale, quali i rischi e quali le potenzialità di tecnologie sempre più disruptive. Pensando poi al territorio, all’eredità culturale e alla responsabilità collettiva che ricade su tutti noi per la sua tutela e valorizzazione, non è possibile non porci alcune domande: come basare la valorizzazione sui risultati della ricerca scientifica, come condividere con le comunità di eredità tali conoscenze, usando quali canali, adottando quali linguaggi, coinvolgendo seriamente più cittadini possibile? Un’utopia, quella dell’attivazione dell’intelligenza collettiva, che ha dimostrato di avere buone probabilità di diventare pratica concreta e virtuosa, se si guarda al percorso e alla popolarità dell’ecosistema Wikipedia. La condizione che si è mostrata con evidenza è che gli utenti (le persone, le organizzazioni, le imprese) accettino un patto sulla collaborazione, sulla sperimentazione della neutralità, sulla libertà di uso e riuso delle risorse digitali, sul rispetto delle fonti e facciano un passo indietro, invertendo il rapporto classico tra peso dell’autorialità e affidabilità dei contenuti.
Presso l’Università di Macerata, fin dal lancio da parte del Rettore del progetto Wiki: Appennino Centro Italia, si è provato ad investire sull’intelligenza collettiva, per creare o rinforzare le conoscenze “popolari” in rete, tramite Wikipedia, dei territori colpiti dalla serie sismica del 2016. Tante sono state le iniziative, in aula e fuori, e confortanti i risultati. In questo breve intervento si racconteranno presupposti, metodologie e primi risultati di quasi tre anni di questo progetto, prendendo come caso emblematico il laboratorio con gli studenti, organizzato insieme ai colleghi Giuseppe Capriotti e Maila Pentucci, per la redazione collaborativa delle voci di enciclopedia sul museo di Visso e sulla Madonna del Voto di Paolo da Visso.
Slide dell'intervento realizzato da Cristina Cocever (AIB FVG), nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Presentazione del progetto di Renato Rinaldi e Andrea Collavino, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso dall'Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Francesca Ricci, Linked open data e ontologie per i beni culturali: le inizia...Patrimonio culturale FVG
Slide dell'intervento realizzato da Francesca Ricci, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Relazione presentata il 21 aprile 2015 a un pubblico di non bibliotecari*, per illustrare il ruolo delle biblioteche nell'ambito della sostenibilità e dello 'smart living' _ An overview about libraries, librarians, knowledge, communities, sustainibility, smart living
Wikimedia tra biblioteca e didattica: sapere libero e information literacyLuigi Catalani
Slide del seminario formativo svolto da Luigi Catalani (Wikimedia Italia) il 23 gennaio 2020 a Padova e organizzato dall'Associazione Italiana Biblioteche Sezione Veneto e dal Liceo Alvise Cornaro di Padova.
La presentazione offre a docenti e bibliotecari informazioni utili per lo sviluppo di attività formative funzionali alle pratiche dell'information literacy e dell'educazione alla cittadinanza attiva.
Biblioteche: accesso alla conoscenza tra dimensione locale e globaleAnna Galluzzi
A partire dal tradizionale ruolo svolto dalle biblioteche nei processi di accesso alla conoscenza, l'articolo si interroga su come cambia tale posizionamento nell'ecosistema informativo determinato dall'avvento del digitale. L'obiettivo è quello di valutare le possibili strategie per ricondurre a unità il piano di azione locale e quello globale, avendo chiari i diversi livelli a cui può essere declinata la mission delle biblioteche (da quello socio-culturale a quello tipologico, infine a quello istituzionale) e le relazioni tra governance e azioni intraprese. In particolare si propongono percorsi di sviluppo, a livello territoriale e di rete, in quattro aree: semplicità, visibilità, partecipazione e inclusività. Dopo una breve ricognizione degli ostacoli interni ed esterni al raggiungimento di tali obiettivi, l'articolo propone alcune raccomandazioni utili per i bibliotecari.
New librarianship: un futuro sociale per biblioteche e bibliotecari?Anna Galluzzi
L’intervento prende spunto dal recente volume di David Lankes, The atlas of new librarianship, per interrogarsi sul ruolo delle biblioteche e sui contenuti della professione in un contesto nel quale la biblioteca come spazio fisico viene messa in discussione in virtù dei processi di convergenza al digitale e gli effetti della crisi economica impongono alle biblioteche e ai bibliotecari la necessità di giustificare e dimostrare la loro utilità sociale.
La new librarianship di Lankes si basa sul presupposto che “la missione dei bibliotecari consiste nel migliorare la società facilitando la creazione della conoscenza nelle loro comunità di riferimento”. In sostanza, la tesi principale sostenuta da Lankes è che sia necessaria una rifondazione ontologica della biblioteconomia basata su un corretto posizionamento delle biblioteche e dei bibliotecari, il cui ruolo non è incentrato sull'oggetto libro, né su qualunque altro tipo di supporto o di tecnologia dovesse diventare vettore di contenuti (quelli che Lankes chiama artifacts), bensì sulla capacità dei bibliotecari di continuare a svolgere il ruolo di facilitatori del processo di creazione della conoscenza in un contesto di apprendimento partecipativo.
Per farlo, il bibliotecario deve prendere parte attiva alla conversazione attraverso cui avviene il processo dell'apprendimento ovvero creare le condizioni per facilitare e/o potenziare tale conversazione, separando di fatto il proprio destino da quello delle biblioteche.
L’aspetto più critico di questa visione consiste nel trasformare tale punto di vista in convinzione comune all'interno della professione e in percezione diffusa nella società, ribaltando secoli di associazione mentale e pratica tra biblioteche, bibliotecari e libri (o altri supporti del sapere), come anche le più recenti ricerche e indagini sulla percezione degli utenti continuano a mettere in evidenza.
La discontinuità insita nell'idea di bibliotecari che restano tali pur non essendo agganciati ad alcuna struttura bibliotecaria e di utenti che partecipano alle funzioni bibliotecarie come creatori e vettori di conoscenza resta impegnativa in termini di formazione, di politiche pubbliche, di progettazione dei servizi, di attitudine del personale e di organizzazione delle attività. È inoltre del tutto incerta e per niente scontata la possibilità che le nostre comunità (e le altre professionalità che operano nel settore della conoscenza) possano vederci, in tempi brevi, come partner all’interno di un raggio di azione più ampio di quello a cui sono abituati e che scelgano di aprirsi alla conversazione con noi.
Slide dell'intervento realizzato da Daniele Manacorda, Università Roma Tre, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Le recenti tecnologie virtuali, web e mobili stanno cambiando il modo di leggere il presente; allo stesso modo deve mutare anche il modo di presentare il passato. La fruizione dei beni culturali e della storia sta maturando modalità proprie nell’impiego di strumenti (siti, portali, social network, dispositivi mobili) e tecniche (computer grafica, tour virtuali, realtà aumentata) per una migliore comunicazione. Di seguito verranno analizzati alcuni fenomeni attuali e presentate alcune tecniche e casi di studio relativi alle applicazioni ICT (Information Communication Technology) per la didattica e la divulgazione culturale
Slide dell'intervento realizzato da Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Biblioteche pubbliche tra mode passeggere e prospettive che si consolidanoAnna Galluzzi
L'intervento si sofferma sui cambiamenti che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando le strategie di sviluppo delle biblioteche, in particolare delle biblioteche pubbliche, dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi e dei servizi, a seguito dei rilevanti cambiamenti di contesto intervenuti negli ultimi anni, tra cui la crisi economica globale da un lato e la rivoluzione tecnologica dall’altro. Nello specifico, sono discussi temi quali: il rapporto tra grandi e piccole biblioteche e, dunque, tra centralizzazione e convergenza dei servizi e decentramento e personalizzazione; la dialettica tra ricerca della massima flessibilità nell’organizzazione degli spazi e necessità di funzionalizzazione degli stessi; la tendenza verso l’ampliamento delle funzioni e la convergenza dei servizi pubblici territoriali negli spazi delle biblioteche; infine, la spinta verso il coinvolgimento degli utenti nella costruzione dei servizi e dei suoi percorsi di sviluppo. L'intervento si conclude con una riflessione su quanto dei cambiamenti in atto nelle biblioteche passi nella percezione pubblica, e a titolo esemplificativo proporrà una riflessione sul recente Rapporto indipendente sulle biblioteche inglesi.
Web e social network nella PA: #culturavivafvg, raccontare il patrimonio cult...Patrimonio culturale FVG
L'esperienza di valorizzazione del patrimonio culturale tramite i canali digitali di ERPAC (Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia), presentato a Trieste il 6 dicembre 2016, in occasione della "Giornata di avvio del percorso per una comunicazione istituzionale web partecipata #RegioneFVG".
A cura di Rita Auriemma (Direttrice Servizio Catalogazione, Formazione e Ricerca di ERPAC) e Giovanna Tinunin (formatrice e consulente ERPAC)
Pensa-Wikipedia e open data per potenziare accessibilità e turismo.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa, Wikipedia e open data per potenziare accessibilità e turismo, Stati generali della Cultura e del Turismo della Regione Insubrica, 26/10/2022, CC BY-SA
Il laboratorio per la terra, Terra ti voglio bene: proteggiamo l'acquaMichele Rovati
Abbiamo creato un laboratorio virtuale e reale, dove ciascuna scuola segue autonomamente attività didattiche operative e attiva scambi in rete per promuovere la conoscenza e il rispetto della realtà naturale e ambientale, la didattica per competenze trasversali, l’educazione alla cultura economica, l’innovazione didattica, la cultura digitale e dei media.
La metodologia trialogica utilizzata prevede la rielaborazione e la restituzione dei risultati attraverso la rete.
Quest’anno l’attenzione è posta sulle pratiche di sostenibilità per all’acqua. Dopo una prima fase di ricerca-azione, docenti e studenti, con il sostegno di un regista, hanno elaborato narrazioni e brevi filmati per comunicare la loro esperienza al gruppo allargato della comunità coinvolgendo anche le famiglie.
Iolanda Pensa, Wikipedia e l’Africa in La rivoluzione digitale vista dall’Africa a cura di Cecilia Pennacini e Giovanna Santanera, VI Convegno biennale ASAI Associazione per gli Studi Africani in Italia: Afriche del terzo millennio nel mondo globale: sfide, riconfigurazioni e opportunità, Università degli studi di Urbino, 01/07/2022.
Biblioteche: accesso alla conoscenza tra dimensione locale e globaleAnna Galluzzi
A partire dal tradizionale ruolo svolto dalle biblioteche nei processi di accesso alla conoscenza, l'articolo si interroga su come cambia tale posizionamento nell'ecosistema informativo determinato dall'avvento del digitale. L'obiettivo è quello di valutare le possibili strategie per ricondurre a unità il piano di azione locale e quello globale, avendo chiari i diversi livelli a cui può essere declinata la mission delle biblioteche (da quello socio-culturale a quello tipologico, infine a quello istituzionale) e le relazioni tra governance e azioni intraprese. In particolare si propongono percorsi di sviluppo, a livello territoriale e di rete, in quattro aree: semplicità, visibilità, partecipazione e inclusività. Dopo una breve ricognizione degli ostacoli interni ed esterni al raggiungimento di tali obiettivi, l'articolo propone alcune raccomandazioni utili per i bibliotecari.
New librarianship: un futuro sociale per biblioteche e bibliotecari?Anna Galluzzi
L’intervento prende spunto dal recente volume di David Lankes, The atlas of new librarianship, per interrogarsi sul ruolo delle biblioteche e sui contenuti della professione in un contesto nel quale la biblioteca come spazio fisico viene messa in discussione in virtù dei processi di convergenza al digitale e gli effetti della crisi economica impongono alle biblioteche e ai bibliotecari la necessità di giustificare e dimostrare la loro utilità sociale.
La new librarianship di Lankes si basa sul presupposto che “la missione dei bibliotecari consiste nel migliorare la società facilitando la creazione della conoscenza nelle loro comunità di riferimento”. In sostanza, la tesi principale sostenuta da Lankes è che sia necessaria una rifondazione ontologica della biblioteconomia basata su un corretto posizionamento delle biblioteche e dei bibliotecari, il cui ruolo non è incentrato sull'oggetto libro, né su qualunque altro tipo di supporto o di tecnologia dovesse diventare vettore di contenuti (quelli che Lankes chiama artifacts), bensì sulla capacità dei bibliotecari di continuare a svolgere il ruolo di facilitatori del processo di creazione della conoscenza in un contesto di apprendimento partecipativo.
Per farlo, il bibliotecario deve prendere parte attiva alla conversazione attraverso cui avviene il processo dell'apprendimento ovvero creare le condizioni per facilitare e/o potenziare tale conversazione, separando di fatto il proprio destino da quello delle biblioteche.
L’aspetto più critico di questa visione consiste nel trasformare tale punto di vista in convinzione comune all'interno della professione e in percezione diffusa nella società, ribaltando secoli di associazione mentale e pratica tra biblioteche, bibliotecari e libri (o altri supporti del sapere), come anche le più recenti ricerche e indagini sulla percezione degli utenti continuano a mettere in evidenza.
La discontinuità insita nell'idea di bibliotecari che restano tali pur non essendo agganciati ad alcuna struttura bibliotecaria e di utenti che partecipano alle funzioni bibliotecarie come creatori e vettori di conoscenza resta impegnativa in termini di formazione, di politiche pubbliche, di progettazione dei servizi, di attitudine del personale e di organizzazione delle attività. È inoltre del tutto incerta e per niente scontata la possibilità che le nostre comunità (e le altre professionalità che operano nel settore della conoscenza) possano vederci, in tempi brevi, come partner all’interno di un raggio di azione più ampio di quello a cui sono abituati e che scelgano di aprirsi alla conversazione con noi.
Slide dell'intervento realizzato da Daniele Manacorda, Università Roma Tre, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Le recenti tecnologie virtuali, web e mobili stanno cambiando il modo di leggere il presente; allo stesso modo deve mutare anche il modo di presentare il passato. La fruizione dei beni culturali e della storia sta maturando modalità proprie nell’impiego di strumenti (siti, portali, social network, dispositivi mobili) e tecniche (computer grafica, tour virtuali, realtà aumentata) per una migliore comunicazione. Di seguito verranno analizzati alcuni fenomeni attuali e presentate alcune tecniche e casi di studio relativi alle applicazioni ICT (Information Communication Technology) per la didattica e la divulgazione culturale
Slide dell'intervento realizzato da Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Biblioteche pubbliche tra mode passeggere e prospettive che si consolidanoAnna Galluzzi
L'intervento si sofferma sui cambiamenti che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando le strategie di sviluppo delle biblioteche, in particolare delle biblioteche pubbliche, dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi e dei servizi, a seguito dei rilevanti cambiamenti di contesto intervenuti negli ultimi anni, tra cui la crisi economica globale da un lato e la rivoluzione tecnologica dall’altro. Nello specifico, sono discussi temi quali: il rapporto tra grandi e piccole biblioteche e, dunque, tra centralizzazione e convergenza dei servizi e decentramento e personalizzazione; la dialettica tra ricerca della massima flessibilità nell’organizzazione degli spazi e necessità di funzionalizzazione degli stessi; la tendenza verso l’ampliamento delle funzioni e la convergenza dei servizi pubblici territoriali negli spazi delle biblioteche; infine, la spinta verso il coinvolgimento degli utenti nella costruzione dei servizi e dei suoi percorsi di sviluppo. L'intervento si conclude con una riflessione su quanto dei cambiamenti in atto nelle biblioteche passi nella percezione pubblica, e a titolo esemplificativo proporrà una riflessione sul recente Rapporto indipendente sulle biblioteche inglesi.
Web e social network nella PA: #culturavivafvg, raccontare il patrimonio cult...Patrimonio culturale FVG
L'esperienza di valorizzazione del patrimonio culturale tramite i canali digitali di ERPAC (Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia), presentato a Trieste il 6 dicembre 2016, in occasione della "Giornata di avvio del percorso per una comunicazione istituzionale web partecipata #RegioneFVG".
A cura di Rita Auriemma (Direttrice Servizio Catalogazione, Formazione e Ricerca di ERPAC) e Giovanna Tinunin (formatrice e consulente ERPAC)
Pensa-Wikipedia e open data per potenziare accessibilità e turismo.pdfIolanda Pensa
Iolanda Pensa, Wikipedia e open data per potenziare accessibilità e turismo, Stati generali della Cultura e del Turismo della Regione Insubrica, 26/10/2022, CC BY-SA
Il laboratorio per la terra, Terra ti voglio bene: proteggiamo l'acquaMichele Rovati
Abbiamo creato un laboratorio virtuale e reale, dove ciascuna scuola segue autonomamente attività didattiche operative e attiva scambi in rete per promuovere la conoscenza e il rispetto della realtà naturale e ambientale, la didattica per competenze trasversali, l’educazione alla cultura economica, l’innovazione didattica, la cultura digitale e dei media.
La metodologia trialogica utilizzata prevede la rielaborazione e la restituzione dei risultati attraverso la rete.
Quest’anno l’attenzione è posta sulle pratiche di sostenibilità per all’acqua. Dopo una prima fase di ricerca-azione, docenti e studenti, con il sostegno di un regista, hanno elaborato narrazioni e brevi filmati per comunicare la loro esperienza al gruppo allargato della comunità coinvolgendo anche le famiglie.
Iolanda Pensa, Wikipedia e l’Africa in La rivoluzione digitale vista dall’Africa a cura di Cecilia Pennacini e Giovanna Santanera, VI Convegno biennale ASAI Associazione per gli Studi Africani in Italia: Afriche del terzo millennio nel mondo globale: sfide, riconfigurazioni e opportunità, Università degli studi di Urbino, 01/07/2022.
Un percorso pensato per individuare percorsi di crescita virtuosi attraverso l'adozione di un approccio gestionale smart e di nuovi modi e forme del comunicare abilitate dal web 2.0
Rita Auriemma, Patrimoni culturali e sistemi informativi nell’era della trasp...Patrimonio culturale FVG
Slide dell'intervento realizzato da Rita Auriemma, Direttore dell'Istituto per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC.
Un workshop per approfondire i nuovi strumenti di produzione e condivisione della conoscenza contemporanei, con un’attenzione specifica ai dati aperti e ai progetti collaborativi online come Wikipedia, Wikidata e OpenStreetMap. Un’occasione pratica per imparare le tecniche di creazione e gestione della conoscenza grazie agli open data, all’open innovation, all’open science e alla citizen science.
Il workshop è realizzato dal Laboratorio cultura visiva della SUPSI Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana nell’ambito del progetto GIOCOnDa – Gestione Integrata e Olistica del Ciclo di vita degli Open Data che vede coinvolti, insieme a SUPSI (capofila svizzero) i partner Politecnico di Milano (capofila italiano), Regione Lombardia, Provincia di Lecco, Provincia di Brescia, EasyGov solutions, Fondazione Bruno Kessler, Varese Web e USI – Università della Svizzera italiana. Il progetto GIOCOnDa è finanziato all’interno del programma di cooperazione UE Interreg V-A Italia-Svizzera e sotto il coordinamento dell’Autorità di Gestione Regione Lombardia.
Innovation Garden, Salone Estense, Varese, 7 giugno 2019
Iolanda Pensa e Serena Cangiano, 2019, cc by-sa.
https://www.innovationgarden.it/programma/creare-sapere-e-innovazione-con-la-conoscenza-collettiva/
Premio PA Sostenibile e Resiliente 2022 - Template_PPT rev.pptxPaolaCaramadre1
La Soprintendenza Speciale archeologia belle arti e paesaggio di Roma è una realtà istituzionale la cui mission è quella di tutelare, conservare e valorizzare il Patrimonio storico, archeologico, artistico, architettonico, demoetnoantropologico e paesaggistico della città di Roma. Le attività dell’Istituto adempiono al dettato costituzionale dell’art. 9, considerando sempre il Patrimonio Culturale quale Bene comune destinato alla tradizione della memoria storica nazionale, alla formazione dell’identità collettiva, alla promozione della conoscenza scientifica e del senso critico dei cittadini, allo sviluppo e alla crescita economica dei territori, all’inclusione sociale e alla sostenibilità ambientale.
Nell’ambito di questa prospettiva si colloca il Primo Corso di Educazione civica al Patrimonio Culturale, rivolto agli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado elaborato e realizzato all’interno di una struttura museale di prossimità in una periferia storica della città di Roma.
Il progetto è stato strutturato realizzando un sistema a rete che coinvolge la Soprintendenza, istituzione culturale dello Stato, la Scuola, in quanto presidio permanente di cultura sul territorio, figure professionali private e realtà associative territoriali.
Il mutamento dei pubblici contemporanei: visitatori, utenti, partecipantiSara Radice
Intervento sul mutamento dei pubblici contemporanei; da visitatori, a utenti, a partecipanti, presentato al seminario Design e valorozzazione del patrimonio culturale, organizzato il 26 febbraio 2015 dal centro Aspi – Archivio storico della psicologia italiana presso l'Archivio di Stato di Milano
Il progetto ha avuto le sue basi dal Manuale OCSE "Guida per i governi locali, le
comunità e i musei", che spiega l'importanza e l'effetto sulla comunità locale della
trasformazione di un museo da un luogo da visitare in un "museo vivente", visto dai
cittadini e dal governo locale come punto centrale dello sviluppo locale.
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From Access to Use: the quality of human-archives interactions as a research ...Pierluigi Feliciati
Visiting Dodson Professor Colloquium - Vancouver, University of British Columbia - iSchool of Library, Archival and Information Studies - 14 March 2019 12:00 pm - Chilcotin Room (256), Irving K. Barber Learning Centre
Tutela e valorizzazione della memoria scritta: perché, cosa, come e soprattut...Pierluigi Feliciati
Intervento alla Conferenza "Conservarzione Tutela e Valorizzazione dei beni artistici e culturali", 3 marzo 2016, avvio progetto alternanza scuola-lavoro dell'Istituto Statale Lucio Lombardo Radice di Roma
Collaborare in rete per conoscere e promuovere i prodotti agroalimentari: i laboratori Wikipedia di UniMC
1. Collaborare in rete per conoscere
e promuoverei prodotti agroalimentari:
i laboratori Wikipedia di UniMC
Pierluigi Feliciati – Università di Macerata
2. L’eredità culturale e le comunità
(Convenzione di Faro, 2005, art. 2)
L’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal
passato che le popolazioni identificano (…) come riflesso ed
espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e
tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli
aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione
nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi
Una comunità di eredità è costituita da un insieme di
persone che attribuisce valore ad aspetti specifici
dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di
un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni
future.
3. Il Web,le comunità e il patrimonio
• Il Web è l’ecosistema informativo –infosfera - nel quale
quasi tutti abitiamo (onlife), per costruire le nostre
conoscenze, orientare le nostre scelte, interagire con
altre persone, istituzioni o aziende.
• Sembra essere dunque un ambiente ideale per far sì
che le comunità possono cooperare, per conoscere i
propri beni comuni e assumersene la responsabilità.
• Sul Web è facile adottare approcci collaborativi,
pratiche di riuso e condivisione, imparare linguaggi e
sfruttare le potenzialità di comunicazione e di
marketing dei territori.
4. Il ciclo dellaconoscenza digitalecomeparadigma
basatosullacondivisione
L’informazione digitale
è fonte di cittadinanza
consapevole
Ognuno deve poter
contribuire
con i propri contenuti
L’informazione digitale
è raramente neutrale
e può essere falsa
Ognuno deve poter
accedere a sempre
nuova
informazione
La competenza
informativa è un
processo, non uno
status definitivo
5. Il web da arcipelago a galassia
Il Web delle origini è cambiato: non è più una rete fatta di
isole/siti separati e indipendenti, al massimo linkati.
Ogni oggetto di informazione testuale e multimediale (un post,
un’immagine, una news, una scheda scientifica, un articolo) agisce in modo
indipendente, dinamico, è usabile e ri-usabile, condiviso, visibile
potenzialmente ovunque. L’infosfera è una galassia di oggetti digitali.
Questo fenomeno mette in crisi l'idea originaria del sito
auto-sufficiente e l‘originale idea di uso/fruizione univoca:
si attiva infatti un ciclo di vita della conoscenza aperto,
senza punti di arrivo, non ci sono più utenti finali ma
comunità complesse e dinamiche che creano,
interagiscono, arricchiscono e modificano contenuti.
7. Rendere partecipi e responsabili
le comunità di patrimonio
Aumentare la visibilità
degli asset territoriali
Usare in modo aggiornato la rete
Web attivandone le capacità
collaborative e le potenzialità di
promozione dei territori
8. L’ecosistema digitale collaborativo di e per tutti
Wikipedia sembra essere un ecosistema digitale
molto efficace per poter applicare ed esercitare le
proprie competenze informative (information
literacy), sperimentando pratiche di produzione
collaborativa del sapere e contribuendo
all’intelligenza collettiva
Imparare – tra l’altro - che la conoscenza
si basa sulle fonti
Imagine a world in which every single human being can freely
share in the sum of all knowledge. That's our commitment
(Jimmy Wales, 2001)
BE BOLD!
9. 9
Progetto
GLAM/Wiki: Appennino Centro Italia
https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/Wiki_Appennino_Centro_Italia
• Un progetto partecipativo per i territori colpiti dalla serie
sismica del 2016, basato sul rovesciamento della
tradizionale responsabilità della narrazione sui territori e
sugli elementi identitari.
• Un processo bottom-up, basato sul coinvolgimento attivo
delle comunità di eredità, in cui agli esperti è riservato il
ruolo di promozione della partecipazione dei cittadini e
degli altri attori coinvolti e di controllo di qualità sui lessici
e sui contenuti.
10. Come? Organizzando e promuovendo:
Laboratori di formazione a cascata (specie nelle scuole)
Eventi di informazione e motivazione (generali o personalizzati per comunità
diverse: università, scuole, biblioteche, musei, imprese, archivi, enti e
associazioni…)
Sessioni collettive di editing (editathon)
Eventi/gite di georeferenziazione (OpenStreetMap)
Campagne/gite/concorsi fotografici (Wiki Loves Monuments)
Raccolte di materiale multimediale
Progetti di digitalizzazione (Wiki Source)
Guide turistiche aperte (Wiki Voyage)
... idee?
Progetto
GLAM/Wiki: Appennino Centro Italia
11. Qualche numero del progetto WACI, in due anni di
attività:
675 persone coinvolte in totale (bibliotecari, studenti universitari,
studenti scuola secondaria, cittadini, professori) tra cui 141 editor
36 voci Wikipedia su città, personaggi, eventi storici, chiese,
musei, biblioteche, monumenti e opere, personaggi, prodotti
tipici, teatri, scuole, ricette, vitigni
26 guide turistiche WikiVoyage
1544 fotografie caricate per Wiki Loves Monuments 2017 e 2018
1 libro antico caricato su WikiSource
11
Progetto
GLAM/Wiki:AppenninoCentro Italia
12. Laboratori UniMC Wiki Wine&Food
12
Studi internazionali hanno dimostrato l’effetto positivo di
buone voci Wikipedia multilingue sull’attrattività turistica
delle destinazioni «minori» (Hinnosar et al. 2017).
Inoltre, va considerato che se sono gli attori degli stessi
territori ad investire sulla propria visibilità in rete può essere
meglio garantita la qualità e l’aggiornamento dei contenuti.
In Italia alcuni progetti in questo senso sono stati promossi
da enti territoriali, puntando però sempre sul modello top-
down, cioè coinvolgendo wikipediani esperti per coprire le
tematiche e le voci prescelte.
Unica eccezione, il comune di Brugherio (MB), che ha investito nel
2016 i fondi per la cultura per attivare cittadini, scuole, biblioteche
e associazioni nel progetto Wiki Loves Brugherio.
13. Laboratori UniMC Wiki Wine&Food
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Nell’Università di Macerata, nell’ambito dei progetti Erasmus+
TheWineLab e FoodBiz, si è provato ad appoggiarsi al triangolo
Università-Imprese-Studenti per sperimentare la validità dell’ecosistema
digitale Wikipedia per il place branding e la promozione delle eccellenze
enogastronomiche.
Oltre alle numerose guide turistiche del territorio prodotte su
WikiVoyage, si sono organizzati workshop su Wikipedia+Turismo e due
editathon:
- Tipicità, Hackaton workshop (marzo 2018)
- CreaHub workshop con Terroir Marche (maggio 2018)
- Torre di Palme (FM), Festival dieta mediterranea (sett 018)
- Potenza Picena, Montesanto 2.0 (sett 2018)
- International Students Competition, Editathon c/o Cocci Grifoni (maggio 2019)
- PON Istituto Varnelli Cingoli, Editathon su Vincisgrassi alla maceratese (otto 2019)
14. Prime conclusioni
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Non è semplice proporre alla comunità degli wikipediani (e degli
wikimediani) l’idea che il sapere libero possa avere effetti positivi di tipo
economico, né usare Wikipedia in Università (in Italia).
Ma l’idea che ho di valore dell’eredità culturale, determinato dalla
qualità dell’uso e dalla partecipazione che attiva, mi sembra si coniughi
ottimamente con l’ecosistema digitale aperto, collaborativo ma severo
sulle sintassi di Wikipedia e dei suoi progetti fratelli.
L’esperienza molto soddisfacente insieme agli studenti UniMC, agli
studenti dell’Istituto alberghiero e agli stakeholders del territorio mi
conforta a proseguire in questa direzione.
Sto approfondendo da alcuni mesi le metriche di analisi sull’uso e
sull’attivazione partecipativa dei contenuti prodotti o migliorati durante i
laboratori, ma i primi dati raccolti restituiscono tendenze positive.
15. • P. Lévy, (1994). L'intelligence collective: pour une
anthropologie du cyberspace.
• A. Cataldo., A. M. Rinaldi L’Ontologia come linguaggio
comune per la rappresentazione del paesaggio culturale,
Conference IPSAPA'08, January 2008
• M. Hinnosaar, T. Hinnosaar, M. Kummer, O. Slivko, Wikipedia
Matters, SSRN: https://ssrn.com/abstract=3046400, June
2017
• «Bricks», N.4 – 2017, Fascicolo monografico su Fare didattica
con i Progetti Wikimedia
• Teaching Information Literacy in Higher Education, Oxford,
Chandos Publishing, 2017
• L. Catalani, I progetti Wikimedia per l'apprendimento delle
competenze informative e digitali in biblioteca, a scuola, nelle
università, in «AIB Studi», 2 (2017), pp. 253-263
• Leveraging Wikipedia: Connecting Communities of
Knowledge, Merilee Proffitt, Chicago, IL, ALA Editions, 2018
References
Grazie dell’attenzione!
pierluigi.feliciati@unimc.it