Slide dell'intervento realizzato da Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, nell'ambito del convegno "Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?" (Trieste, 28-29 gennaio 2016), promosso da IPAC - Istituto regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
Giuliano Volpe, Libero accesso e riforma dei beni culturali
1.
2. Un’eredità da
riconquistare. Libero
accesso e riforma dei
beni culturali
Giuliano Volpe
(Università di Foggia, Dipartimento di Studi
Umanistici)
(Consiglio Superiore ‘Beni Culturali e
Paesaggistici’, Mibact)
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16. la ‘Commissione regionale per il patrimonio
culturale’, che «coordina e armonizza l’attività di
tutela e di valorizzazione nel territorio regionale,
favorisce l’integrazione inter- e multidisciplinare
tra i diversi istituti, garantisce una visione olistica
del patrimonio culturale e paesaggistico, svolge
un’azione di monitoraggio, di valutazione e
autovalutazione» (art. 39).
La definizione ‘visione olistica’, fa così la sua
prima apparizione nel linguaggio ministeriale.
17. Per la soprintendenza unica
(alcuni precedenti)
• A. Carandini, Archeologia e cultura materiale, Bari 1979, 320-1: a
proposito dei problemi dell’archeologia medievale, si dichiara
favorevole a “un’unica struttura territoriale, articolata in più settori
di lavoro.
• C. Pavolini, Per una soprintendenza unica, Ostraka, V,1, 1996, 377-
87.
• G.P. Brogiolo, Archeologia o istituzioni: statalismo o policentrismo,
Archeologia Medievale, XXIV,1977, 7-30: pur non parlando
specificamente di soprintendenza unica, contesta la
frammentazione e il centralismo e propone 4 principi: 1) unitarietà
delle competenze e compenetrazione tra tutela e programmazione
urbanistica, 2) liberalizzazione della ricerca, 3)collegamento
istituzionale tra tutela e ricerca 4) decentramento
18. Sono sufficienti più soldi e
personale per risolvere i
problemi dei beni culturali?
• Si criticavano riforme senza progetto culturale e
ora si critica una riforma perché ha un progetto
culturale!
• «Tutti sanno di quanto è precipitosamente
cresciuto in poco più di una decina d’anni
l’organico delle Soprintendenze, per non parlare
di quello del ministero. C’è qualcuno capace di
scorgere un sia pur minimo segno di progresso
che si accompagni a questa crescita
quantitativa?» (G. URBANI, Intorno al restauro, a
cura di B. ZANARDI, Milano 2000, p. 80)
19. Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione.
Art. 114. La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province,
dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. [...]
Art. 118. [...] Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e
Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e
associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale,
sulla base del principio di sussidiarietà.
La nostra bella Costituzione: da leggere e
applicare in tutte le sue parti
Art. 33. L’arte e la scienza sono libere e libero ne è
l’insegnamento [...]
20. Il paesaggio come
museo vivente dell’evoluzione culturale,
palinsesto di paesaggi stratificati,
patrimonio di immagini condivise da una
comunità
Il paesaggio come patrimonio
21. Il paesaggio dell'archeologo è un sistema complesso di
relazioni, un flusso dinamico di processi costruttivi e
distruttivi in cui trova piena espressione la dialettica tra
uomo e ambiente.
Il paesaggio dell'archeologo
22. Globalità e complessità dei paesaggi
Non tanto una globalità interpretativa
per una illusoria comprensione totale
delle tracce archeologiche
quanto piuttosto una globalità dell’approccio
ai diversi sistemi di fonti
23. Superare una visione antiquaria e accademica che
separa pezzi di un patrimonio unitario: le architetture
e le opere d’arte dalle stratificazioni archeologiche, i
muri dalle pitture, le statue dagli edifici e dai contesti
urbani e rurali.
24. Canosa, area del Battistero di S. Giovanni e della
cattedrale paleocristiana di S. Maria
Area del Battistero, con
interventi di restauro e
scavo archeologico a
cura della Sopr. ai Beni
architettonici e Uniba
Area dell’atrio antistante
il Battistero e della
Cattedrale di S. Maria con
interventi di scavo
archeologico a cura della
Sopr. ai Beni archeologici
e Unifg
Mosaici e affreschi con
interventi di scavo
archeologico a cura della
Sopr. ai Beni artistici
25. Gli specialismi sono
assolutamente
necessari per il
progresso delle
conoscenze, ma
risultano meno utili
se, attribuendosi una
patente di totalità,
portano
all’isolamento e alla
autoreferenzialità.
27. • Un ospedale moderno non è composto solo
da reparti di cardiologia o di nefrologia, ma è
un sistema complesso e integrato.
• Un bravo direttore sanitario, solo perché
urologo di formazione, può considerare poco
importante la cardiochirurgia o l’ortopedia?
30. La Carta dei Beni Culturali della Puglia
Politecnico di Bari
Assessorato
all’Assetto del
Territorio
Assessorato al Diritto
allo Studio
Direzione Regionale per i Beni culturali e
paesaggistici
31. Le discipline coinvolte dal progetto
Architettura
Urbanistica Archeologia
Storia
dell’arte
Storia
Carta dei
Beni
Culturali
32. I beni culturali censiti dalla Carta
• 10.940 siti
(6902 siti poligono, 4018 siti punto)
tra cui 345 città antiche e 319 città
moderne;
• 990 unità topografiche
(751 UT poligono, 239 UT punto);
• 1580 aree vincolate
(836 vincoli architettonici, 596
vincoli archeologici, 156 vincoli
paesaggistici).
33. CARTA DEI BENI CULTURALI – BENI IMMOBILI
Concetti, definizioni, relazioni
UNITA' TOPOGRAFICA (UT): unità minima che concorre a definire il SITO, intesa come
evidenza fisico-concettuale conclusa in sé, coerente per categoria e funzione, ben riconoscibile e
perimetrabile.
COMPLESSO TOPOGRAFICO (CT): insieme fisico di più UT, realizzate anche in fasi
cronologiche diverse ma che, per un determinato periodo, sono coesistite come organismo, in
quanto collegate da reciproche interrelazioni topologiche e funzionali. Il CT, come insieme,
possiede una autonoma rilevanza all'interno del SITO.
SITO: ogni luogo in cui ci siano testimonianze di attività antropiche riconosciute come “beni
culturali” ai sensi della normativa vigente.
SITO PLURISTRATIFICATO: ogni luogo in cui sia attestata una stratificazione diacronica di
più attività antropiche, riconosciute come “beni culturali” ai sensi della normativa vigente,
differenti per cronologia.
CONTESTO TERRITORIALE STRATIFICATO: porzione di territorio rilevante per le
peculiarità del patrimonio culturale e ambientale che la caratterizza. Collegamento con le Figure
Territoriali: spunto importante per futuri sviluppi
Carta dei Bei Culturali seconda fase: interoperabilità con ICCD, arricchimento dei dati e e
ampliamento delle funzioni
34. SERVIZI PER L’ ANALISI PROGETTAZIONE INTEGRAZIONE DELLA CARTA DEI BENI CULTURALI DELLA REGIONE PUGLIA – SAL FASE I E FASE II
25 FEBBRAIO 2015
UT
SI
Bene
mobile
SP
CTS
CT
Bene
Immateriale
Luogo della
Cultura
CODIFICA DELLE NUOVE ENTITA’
RELAZIONALI DELLA STRUTTURA
DATI ‘ESTESA’
Evento
Carta dei Bei Culturali seconda fase: interoperabilità con ICCD, arricchimento dei dati e e
ampliamento delle funzioni
35. Valorizzazione = vero ponte tra conoscenza-tutela e
fruizione; chiedersi quale sia il valore che i cittadini
attribuiscono al patrimonio, avere visione democratica
dei BC, attivare forme di partecipazione.
37. Uno specifico settore Educazione e Ricerca è previsto ora in tutte
le Soprintendenze Archeologia belle Arti e Paesaggio
38.
39. Dobbiamo ripensare la formazione universitaria nel
campo dei beni culturali
Formare non solo nelle discipline ma anche
all’interdisciplinarità e al lavoro di équipe
40. «Ci troviamo dunque di fronte a giovani che da
una parte si formano per lavorare e dall’altra si
specializzano perché non trovano lavoro,
alimentando quel circolo vizioso per cui più ci si
forma e più si è respinti da un mercato del lavoro
che vuole assumere a basso costo e con mansioni
elastiche»
(C. Gamba, in L’Italia dei beni culturali.
Formazione senza lavoro, lavoro senza
formazione, Annali ABB 23, 2014, p. 53)
Formazione senza lavoro
Lavoro senza formazione
41. La Scuola Nazionale del Patrimonio
Una scuola che abbia un nucleo comune, che insegni al lavoro
interdisciplinare, che affermi la visione olistica del patrimonio culturale e
del paesaggio e che sostituisca l’attuale sistema di reclutamento , con
un’ammissione, selettiva e rigorosa, tutti gli anni.
43. C’è un grande bisogno di conoscenza. Se non se ne occupano i ricercatori, c’è sempre chi è
pronto a riempire questo vuoto.
Dobbiamo cogliere il ruolo centrale della
comunicazione
44. Il Museo che piace ai sacerdoti dei beni culturali: il museo silenzioso,
dedicato alla contempleazione, meglio se vuoto
45. Il Museo che non piace ai sacerdoti dei beni culturali: affollato, con
ragazzi e bambini (un po’ rumorosi!)
47. • «I ruderi non appartengono agli archeologi o agli
architetti e tanto meno ai professionisti della tutela»
• «Se il passato è di tutti, il problema si sposta nelle forme
in cui mettere tutti in condizione di possederlo, cioè di
conoscerlo: è dunque un problema politico»
D. Manacorda
52. «love people as much as you love places»
“Servirebbe, per certi aspetti, una vera e propria
‘rivoluzione copernicana’: guardare, cioè, al patrimonio
culturale con gli occhi dei cittadini, dei visitatori, degli
utenti e non solo con quelli dei funzionari, dei
soprintendenti, dei professori, degli specialisti. È un po’
come, nella Scuola e nell’Università, guardare alla
formazione con gli occhi degli studenti e non solo con
quelli dei docenti, o, nella Sanità, considerare il punto di
vista dei malati e non solo quello dei medici”
(Patrimonio al futuro, p. 65).
53. Innovare significa saper garantire e favorire l’accesso ai dati e
la loro libera circolazione,
Paese Sera, 28-29 dicembre 1962
https://fotoliberebbcc.wordpress.com
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57. Nelle nuove norme per l’Archeologia preventiva è previsto l’obbligo di
pubblicazione dei dati grezzi e delle relazioni in open access
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60. Un’eredità da riconquistare
• Non si tratta di un problema tecnico,
tecnologico o amministrativo, ma di scelte
politiche.
• La conoscenza del patrimonio non è proprietà
dei soli funzionari
• Porre limiti al ‘diritto di pubblicazione’ a vita
• WEB-GIS e Open data : oggi più necessari
• Campo di collaborazione tra MiBACT e
Università
61. Un’eredità da riconquistare
Informazione pubblica sul web necessaria per:
• valorizzare la ricerca archeologica (preventiva,
di emergenza, programmata)
• un miglior controllo per la tutela;
• accrescere le conoscenze per pianificazione
delle ricerche
• Valorizzare i beni a scala territoriale;
• Creare nuove figure professionali
62. Un’eredità da riconquistare
Archeologia pubblica e partecipata richiede:
• Superamento di linguaggi ipertecnici
• Sistemi di comunicazione costante con il
pubblico
• Rapporti con Stampa e mezzi di
comunicazione locali, coinvolgimento delle
associazioni culturali, delle scuole e delle
comunità locali locali per favorire interesse
per le testimonianze del nostro passato.
63. Cosa dobbiamo intendere per
‘archeologia aperta’ o, meglio, per
‘patrimonio culturale aperto’?
Ritardo in Italia dell’archeologia pubblica
Applichiamo la Convenzione di Faro
64. ‘eredità culturale’: «un
insieme di risorse ereditate
dal passato che le popolazioni
identificano,
indipendentemente da chi ne
detenga la proprietà, come
riflesso ed espressione dei
loro valori, credenze,
conoscenze e tradizioni, in
continua evoluzione» (art. 2a)
‘comunità di eredità’: «un
insieme di persone che
attribuisce valore ad aspetti
specifici dell’eredità culturale,
e che desidera, nel quadro di
un’azione pubblica, sostenerli
e trasmetterli alle generazioni
future» (art. 2b)
65. La convenzione di Faro:
• considera il diritto, individuale e collettivo, «a trarre
beneficio dall’eredità culturale e a contribuire al suo
arricchimento» (art. 4 a)
• impegna a «mettere in luce il valore dell’eredità
culturale attraverso la sua identificazione, studio,
interpretazione, protezione, conservazione e
presentazione» (art . 5 b).
• sottolinea la necessità che l’eredità culturale sia
finalizzata all’arricchimento dei «processi di sviluppo
economico, politico, sociale e culturale e di
pianificazione dell’uso del territorio, ... » (art. 8 a).
66. La convenzione di Faro:
• sottolinea il valore della partecipazione democratica
della cittadinanza «al processo di identificazione,
studio, interpretazione, protezione, conservazione e
presentazione dell’eredità culturale» nonché «alla
riflessione e al dibattito pubblico sulle opportunità e
sulle sfide che l’eredità culturale rappresenta» (art.
12 a-b).
• Invita a «promuovere azioni per migliorare l’accesso
all’eredità culturale, in particolare per i giovani e le
persone svantaggiate, al fine di aumentare la
consapevolezza sul suo valore, sulla necessità di
conservarlo e preservarlo e sui benefici che ne
possono derivare» (art. 12 c).
67. Freud riprende un celebre detto di Ghoete:
«ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi
possederlo davvero» (Recalcati (2013, 121, 123)
Per una visione
dinamica dell’eredità
culturale superando la
visione del ‘valore in sé’
68. Se ereditare è un movimento di riconquista – è un fare proprio ciò
che è già nostro, è volerlo nuovamente, volerlo una seconda volta, è
nascere simbolicamente – l’ereditare non può ridursi a essere una
semplice ripetizione del passato, un movimento passivo di
assorbimento di ciò che è già stato. Ereditare non è la riproduzione
di quello che è già avvenuto. Anzi, la ripetizione del passato,
l’eccesso di identificazione, di incollamento, di alienazione, il suo
assorbimento passivo e la sua venerazione sono modi in cui l’atto
dell’ereditare fallisce. Per questo Freud sottolinea che l’eredità è
innanzitutto una decisione del soggetto, un movimento in avanti di
“riconquista”. (Recalcati 2013, 124)
69. C’è ancora tanto da fare per costruire
un’alleanza degli innovatori