SlideShare a Scribd company logo
1 of 13
Il Cognitivismo
La “rivoluzione cognitivista” muta il panorama della psicologia sperimentale,
che fino agli anni ‘50 era stato completamente caratterizzato dalle teorie
comportamentiste.
Il cognitivismo è una diretta filiazione del comportamentismo: è da questo
che, sia pur per differenziarsi, il punto di riferimento dei cognitivisti. Il
cognitivismo e altre teorie che si sono poste alla sua base (cibernetica, teoria
della comunicazione, teoria della decisione) entrarono nel mondo della
psicologia specificamente attraverso il comportamentismo.
Il termine cognitivismo sarà utilizzato solo dopo l’uscita ne 1967 di
“Psicologia cognitivista” di Neisser. In precedenza gli stessi cognitivisti si
ritenevano dei comportamentisti di “terza generazione”: dopo la prima di
Watson, e la seconda (il neocomportamentismo) di Tolman, Skinner e Hull,
essi pensavano di vivere una nuova fase del comportamentismo chiamata
“cenocomportamentismo”.
La fase cenocomportamentistica ha inizio con D. O. Hebb. che studia le
“variabili intervenienti” (i processi interposti tra stimolo e risposta,
svolgentisi all’interno dell’individuo - e quindi non direttamente osservabili-
introdotti dai neocomportamentisti come “costrutti ipotetici” per spiegare tutti
quei fenomeni che non potevano essere interpretati direttamente come
semplice corrispondenza tra stimolo e risposta).
Hebb si distacca dal comportamentismo per il seguente motivo:
• per i neocomportamentisti le variabili intervenienti sono solo dei
costrutti ipotetici, che non hanno una base “realistica” ma una funzione
puramente logica.
Con Hebb per la prima volta l’interesse si rivolge ai processi che si svolgono
all’interno dell’individuo, non più sul piano del puro costrutto ipotetico, ma
su quello del modello logico dello svolgimento dei processi mentali.
È introdotta in psicologia una tipica modalità di concettualizzare i fenomeni
(propria del cognitivismo): creare modelli che di volta in volta possono fare
riferimento a un’idealizzazione del sistema nervoso o ai circuiti di un
elaboratore, in cui non è importante identificare realisticamente gli elementi
del modello, ma che il modello sia uno schema valido sul piano puramente
logico.
Il modello viene accettato o respinto se il comportamento in studio può essere
simulato dal modello.
Il modello può basarsi o sul funzionamento del sistema nervoso, o sul
funzionamento di un elaboratore programmato: in entrambi i casi il fatto che
la simulazione dia dei risultati positivi non porta assolutamente ad accettare
un’identificazîone realistica degli elementi del modello con quelli sin qui noti
del funzionamento del sistema nervoso o di un elaboratore.
L’interesse è rivolto ai processi mentali, visti questi sì con occhio realistico,
mentre il substrato “fisico” del modello può essere in ogni momento
accantonato, e sostituito con qualcosa di diverso man mano che le nostre
conoscenze si modificano.
Le variabili intervenienti non sono altro che dei costrutti ipotetici che trovano
una legittimazione solo quando le correlazioni tra variabili ambientali e
variabili comportamentali non riescono a fornire un risultato univoco che
possa essere interpretato senza ambiguità facendo ricorso unicamente a tali
due classi di eventi osservati.
Accade infatti a volte che, tale univocità non possa realizzarsi. La variabile interveniente è
allora qualcosa che si può ipotizzare per risolvere l’ambiguità.
Con particolare riferimento alle teorie di Hull, le variabili intervenienti da un certo punto di
vista sono realistiche, ma “celate all’interno del sistema nervoso”; da un altro punto di vista
non lo sono affatto, perché nessuna operazione è in grado di definirne realmente il concetto.
La variabile interveniente è pur tuttavia un concetto chiave nel sistema di Hull: è
indispensabile perché l’intero sistema teorico stia in piedi. Tolman appare come il più
cognitivista dei comportamentisti poiché:
• sviluppa concetti tipicamente mentalistici (“mappa cognitiva”, sorta di
rappresentazione mentale che l’organismo si costruisce dell’ambiente che lo circonda).
Di fatto però:
• ogni concetto mentalistico viene da Tolman risolto in un sistema di correlazioni tra
eventi di stimolazione e risposte dell’organismo.
• i contenuti mentali vanno comunque esclusi dalla possibilità di indagine, non essendo
possibile definirli operazionalmente.
• ammette l’uso dell’introspezione.
Tolman è comunque lontano dai cognitivisti perché non è riuscito a gettare l’indispensabile
ponte tra struttura mentale e azione.
L’empirismo logico
Con l’empirismo logico l’interesse è rivolto alla scienza considerata come linguaggio, e ai
rapporti che intercorrono tra linguaggio teorico e linguaggio osservativo; e alla possibilità di
definire, attraverso una serie di trasformazioni sugli enunciati relativi alle osservazioni
empiriche (i cosiddetti “protocolli”), gli enunciati teorici.
• Nella “versione ristretta dell’empirismo” (adatta ad un radicale come Watson) si ritiene
possibile dare di ogni concetto teorico una definizione contestuale o esplicita in termini
di osservabili.
• Nella successiva versione, la “prima liberalizzazione dell’empirismo” (adatta a
neocomportamentisti come Hull o Tolman) si è resa necessaria l’introduzione di altri
procedimenti definitori (ad esempio, per “riduzione”) per i termini disposizionali,
quelli cioè che designano caratteristiche degli eventi fisici osservabili solo in
determinate circostanze (ad esempio l’elastîcità di un laccio, che si manifesta solo
quando lo “tiriamo”).
• Nella “seconda liberalizzazione dell’empirismo” (‘50): non è possibile sperare di
definire tutti i termini teorici in funzione di osservabili, ma esistono dei termini
primitivi nd sistema teorico che vanno introdotti indipendentemente dall’osservazione.
È in questo momento di crisi che emerge il cognitivismo.
Dalle teorie ai modelli
Il mentalismo dei cognitivisti si manifesta nell’uso dei Modelli.
Il modello è una rappresentazione semplificata della realtà, concepita come
assolutamente realistica per ciò che riguarda le funzioni svolte dalla mente,
ma non per forza una riproduzione fedele di ciò che vi può essere nel sistema
nervoso dell’individuo.
In altri termini, se in un modello riferito a un certo comportamento percettivo
viene inserito un elemento destinato a memorizzare per tempi molto brevi le
informazioni in arrivo prima del loro riconoscimento, l’autore del modello
non pretende con ciò di affermare che vi sia un organo, o una parte del
cervello deputata a tale funzione; più semplicemente, che tale funzione è
logicamente necessaria, quale che sia la parte del sistema nervoso che la
svolge; e la necessità logica di tale funzione ne costituisce il criterio di
esistenza.
Il mentalismo dei cognitivisti ha quindi delle caratteristiche molto peculiari,
diverse dal mentalismo metafisico contro cui era soprattutto indirizzata la
polemica dei comportamentisti.
Alcune conseguenze:
• Tali modelli sono sovente derivati dai modelli cibernetici, in termini di
flusso di informazioni che vengono elaborate a vari stadi nd corso del
loro passaggio all’interno dell’organismo --> ciò consente l’utilizzo di
un altro criterio: la simulazione mediante calcolatore elettronico.
• L’uso dei modelli consente di superare le ambiguità di cui sono affetti
gli eventi di fronte ai quali lo psicologo si trova spesso ad operare,
perché nel modello ogni elemento è definito con precisione.
• Il cognitivismo (che criticava il comportamentismo per la sua incapacità
di spiegare il comportamento dell’uomo al di fuori dell’ambiente
asettico del laboratorio), ha finito spesso per allontanarsi dalla vita
reale, spezzettandosi nella costruzione di modelli sempre più sofisticati,
ma sempre più lontani da ciò che l’uomo è e fa nel suo agire quotidiano.
L’inizio probabile del cognitivismo è fatto risalire alla II guerra mondiale. A
Cambridge K. Craick e F. C. Bartlett svolgono ricerche sul comportamento
di tracking, che portarono per la prima volta a concepire l’uomo come
servomeccanismo. Un compito, questo, in cui vi è un bersaglio mobile che si
sposta su uno schermo, e al soggetto viene chiesto di tenere allineato un
segnale con il bersaglio. Il soggetto umano non appare in grado di operare più
di una correzione ogni mezzo secondo. A partire da questa valutazione,
l’ipotesi è che all’interno dell’organismo esiste un meccanismo decisore che
deve impiegare almeno mezzo secondo per elaborare le informazioni in
arrivo, e che non era in grado di elaborare un nuovo lotto di informazioni
fintantoché non erano state elaborate tutte le precedenti.
Si affermava quindi per la prima volta che:
• l’uomo è assimilabile ad un elaboratore di informazioni, un
servomeccanismo di tipo cibernetico;
• l’uomo aveva un tipo di funzionamento discreto;
• il meccanismo decisore era unico, e non potevano essere eseguite più
cose alla volta.
Limite al funzionamento dei processi cognitivi dell’uomo:
• l’uomo è in grado di eseguire un unico compito per ogni atto di decisione;
• esiste un limite della quantità di informazioni che si possono elaborare alla volta
(Miller), 7 “pezzi” di informazione alla volta, più o meno due, a seconda del compito
eseguito (memoria a breve termine, giudizi assoluti, quantità di apprensione = quanti
elementi possono essere colti in una volta con un singolo atto percettivo).
NB: “pezzi” e non “singoli elementi” (per cui per memorizzare 21 numeri è preferibile
memorizzare 7 gruppi da 3 numeri).
Temi prediletti dai cognitivisti sono la memoria a lungo, breve e brevissimo termine,
vigilanza, tempi di reazione, l’attenzione (selettiva), il linguaggio.
La memoria era studiata anche dal comportamentismo per gli stretti legami con
l’apprendimento, ma per essi non aveva senso distinguere tra diversi tipi di memoria a
seconda dei tempi di memorizzazione.
L’influenza della cibernetica o la teoria dell’informazione per lo sviluppo del cognitivismo si
fa sentire nell’opera: “Piani e struttura del comportamento” di Miller, Galanter e Pribram,
libro che è una pietra miliare del cognitivismo.
In questa opera:
• l’unità di analisi della psicologia - che nel comportamentismo era il riflesso - diventa
l’unità TOTE (Test-Operate-Test-Exit);
• l’analogia fra uomo e calcolatore è spinta all’estremo.
Il linguaggio – Chomsky
In “Piani e struttura del comportamento” si parla di “piani per parlare”, con riferimento alla
psicolinguistica generativo-trasformazionale di Noam Chomsky.
La considerazione del linguaggio fino agli anni ‘50 era saldamente in mano agli strutturalisti
(in linguistica): esso trascurava l’“utente” linguistico, e si concentrava maggiormente
sull’analisi del messaggio.
Allo strutturalismo linguistico fanno riferimento prima di tutto i comportamentisti.
Il cognitivismo tra gli anni ‘80-90 si va diversificando lungo due filoni: l’impostazione
ecologica e la Scienza cognitiva. Per entrambi c’è il rifiuto dei micromodelli e di un
ampliamento del respiro teorico.
La scienza cognitiva insiste sull’intelligenza artificiale, e sull’utilizzo della simulazione,
operando di nuovo una saldatura tra il mondo dell’intelligenza artificiale e la psicologia dei
processi cognitivi. Neisser muove tre fondamentali critiche alla psicologia cognitivista:
un’attenzione focalizzata sull’esperimento di laboratorio, e sempre meno rivolta al mondo
esterno; gli esperimenti che vengono effettuati sembrano sempre più rivolti alla situazione
sperimentale stessa, e sempre meno volti a comprendere il funzionamento dell’uomo; il
concetto di “elaborazione delle informazioni” muta significato nel momento in cui le
“informazioni” vengono definite in modo diverso dai differenti autori.
La prospettiva ecologica
Secondo Neisser (influenzato da Gibson) le “informazioni” che l’individuo
elabora vanno viste nell’ambiente, perché è lì che sono, ed è l’ambiente che le
offre. Nella sua nuova concezione, l’individuo possiede nella sua struttura
cognitiva degli “schemi” che gli consentono di coglierle, e che costituiscono
il fondamentale legame tra percezione e pensiero.
Si afferma così una nuova linea all’interno del cognitivismo: la linea
“ecologica” .
Gibson rifiuta quello che è il postulato primo del cognitivismo che sottolinea
come la mente sia capace di rappresentazione ed elaborazione delle
informazioni.
Teoria della percezione diretta: le informazioni sono già presenti nello
stimulus array, nella stimolazione come si presenta direttamente al soggetto;
il soggetto coglie le informazioni direttamente dalla stimolazione in quanto
affordances (to afford = fornire) presentate dall’ambiente in relazione al
valore evolutivo che hanno per l’organismo --> il soggetto non deve ricorrere
a sistemi computazionali, flussi informazionali, strutture rappresentazionali.
In direzione opposta alla tendenza ecologica, si raggruppano studiosi delle
più diverse provenienze, che hanno dato inizio alla cosiddetta “scienza
cognitiva” che domina il quadro contemporaneo.
Nasce nel 1977, quando R. Schank, A. Collins e E. Charniak fondano una
nuova rivista chiamata “scienza cognitiva”.
La scienza cognitiva si configura come una vera e propria disciplina
autonoma con provenienze e apporti multidisciplinari, e sempre meno come
uno sviluppo del cognitivismo interno alla psicologia.
Sono i 2 paradigmi della scienza cognitiva dominanti negli anni ‘80.
Il modularismo (di Fodor) sostiene che i sistemi di analisi di input hanno un’architettura
cognitiva distinta in moduli, strutture verticali che trasformano computazionalmente gli
input in rappresentazioni che offrono alla parte centrale del sistema cognitivo.
Il connessionismo (Rumelhart e MacClelland) basato su due ordini di considerazioni,
tecnologiche e (neuro)psicologiche, suggerisce una modellistica con funzionamento parallelo
massivo (modelli connessionisti a parallelismo massivo).
I modelli processuali si omogeneizzano con i modelli computazionali, potendosi concepire la
computazione in termini di interazione diretta tra un ampio numero di unità locali nel
cervello. Questa concezione della computazione può essere intesa come una versione
formalizzata di due tradizioni di pensiero tradizionalmente distinte: idee qualitative delle
funzioni del cervello di Kohler e l’approccio connessionista di Hebb.
Di seguito gli
approfondimenti
sugli autori:
B. S. Bloom
A. N. Chomsky
M. Minsky
F. C. Bartlett
Se ti interessa
la formazione
esperienziale
continua a seguire la
Showcase Page di
SmartBiz
su LinkedIn.
D. O. Hebb
G. A. Miller
U.G. Neisser

More Related Content

What's hot

La creatività
La creativitàLa creatività
La creativitàmariolina
 
Santoro gestione della classe e problematiche relazionali
Santoro gestione della classe e problematiche relazionaliSantoro gestione della classe e problematiche relazionali
Santoro gestione della classe e problematiche relazionaliROBERTA SANTORO
 
Time management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempo
Time management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempoTime management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempo
Time management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempoMatteo Steduto
 
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104raffaelebruno1
 
Il Continuum Realtà aumentata-mista-virtuale
Il Continuum Realtà aumentata-mista-virtualeIl Continuum Realtà aumentata-mista-virtuale
Il Continuum Realtà aumentata-mista-virtualeLaura Antichi
 
26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppo26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppoiva martini
 
Psicologia arco vita
Psicologia arco vitaPsicologia arco vita
Psicologia arco vitaimartini
 
Metacognizione
MetacognizioneMetacognizione
Metacognizioneimartini
 
Lezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzioneLezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzioneimartini
 
Unita Di Apprendimento[1]
Unita Di Apprendimento[1]Unita Di Apprendimento[1]
Unita Di Apprendimento[1]guest4f81cf
 
Appunti costruttivismo
Appunti costruttivismoAppunti costruttivismo
Appunti costruttivismoimartini
 
Intelligenza
IntelligenzaIntelligenza
Intelligenzaimartini
 
Problem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problema
Problem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problemaProblem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problema
Problem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problemaMirko Cuneo
 
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...giuseppe torchia
 
Costruttivismo filosofia pedagogia didattica
Costruttivismo   filosofia pedagogia didatticaCostruttivismo   filosofia pedagogia didattica
Costruttivismo filosofia pedagogia didatticaSevdali Bulut
 
La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luino
La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - LuinoLa didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luino
La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luinoattilio milo
 
Presentazione (percezione)
Presentazione (percezione)Presentazione (percezione)
Presentazione (percezione)AleBoi95
 

What's hot (20)

La creatività
La creativitàLa creatività
La creatività
 
Santoro gestione della classe e problematiche relazionali
Santoro gestione della classe e problematiche relazionaliSantoro gestione della classe e problematiche relazionali
Santoro gestione della classe e problematiche relazionali
 
Time management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempo
Time management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempoTime management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempo
Time management - 20 consigli per imparare a gestire meglio il tuo tempo
 
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
 
Il Continuum Realtà aumentata-mista-virtuale
Il Continuum Realtà aumentata-mista-virtualeIl Continuum Realtà aumentata-mista-virtuale
Il Continuum Realtà aumentata-mista-virtuale
 
26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppo26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppo
 
Psicologia arco vita
Psicologia arco vitaPsicologia arco vita
Psicologia arco vita
 
Metacognizione
MetacognizioneMetacognizione
Metacognizione
 
Lezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzioneLezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzione
 
Unita Di Apprendimento[1]
Unita Di Apprendimento[1]Unita Di Apprendimento[1]
Unita Di Apprendimento[1]
 
Appunti costruttivismo
Appunti costruttivismoAppunti costruttivismo
Appunti costruttivismo
 
Intelligenza
IntelligenzaIntelligenza
Intelligenza
 
Problem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problema
Problem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problemaProblem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problema
Problem solving - Applicare il pensiero creativo alla risoluzione di un problema
 
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...
Alunni con BES.Presentazione del software gestionale per l'inclusione (Ericks...
 
Costruttivismo filosofia pedagogia didattica
Costruttivismo   filosofia pedagogia didatticaCostruttivismo   filosofia pedagogia didattica
Costruttivismo filosofia pedagogia didattica
 
Ricerca azione
Ricerca azioneRicerca azione
Ricerca azione
 
Il cervello
Il cervelloIl cervello
Il cervello
 
La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luino
La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - LuinoLa didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luino
La didattica per la scuola di tutti e di ciascuno - Luino
 
Presentazione (percezione)
Presentazione (percezione)Presentazione (percezione)
Presentazione (percezione)
 
9. Stereotipi E Schemi
9. Stereotipi E Schemi9. Stereotipi E Schemi
9. Stereotipi E Schemi
 

Similar to Formazione esperienziale: Il cognitivismo

Psicologia e socialita'
Psicologia e socialita'Psicologia e socialita'
Psicologia e socialita'imartini
 
Cognitivismo n
Cognitivismo nCognitivismo n
Cognitivismo nimartini
 
Cognitivismo m
Cognitivismo mCognitivismo m
Cognitivismo mimartini
 
Cognitivismo
CognitivismoCognitivismo
Cognitivismoimartini
 
Slides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cognSlides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cognimartini
 
Entanglement betti
Entanglement bettiEntanglement betti
Entanglement bettipsicosintesi
 
Logica dell' inconscio e schizofrenia
Logica dell' inconscio e schizofreniaLogica dell' inconscio e schizofrenia
Logica dell' inconscio e schizofreniaFausto Intilla
 
La psicologiacognitiva
La psicologiacognitivaLa psicologiacognitiva
La psicologiacognitivaiva martini
 
1 introduzione v
1 introduzione v1 introduzione v
1 introduzione vimartini
 
1 introduzione
1 introduzione1 introduzione
1 introduzioneimartini
 
Teoria pratica
Teoria praticaTeoria pratica
Teoria praticaimartini
 
Teoria pratica
Teoria praticaTeoria pratica
Teoria praticaimartini
 
La neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuita
La neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuitaLa neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuita
La neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuitaFondazione Giannino Bassetti
 
Formazione esperienziale: il costruttivismo
Formazione esperienziale: il costruttivismoFormazione esperienziale: il costruttivismo
Formazione esperienziale: il costruttivismoSmartBiz Consulting
 
Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...
Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...
Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...Andres Reyes
 

Similar to Formazione esperienziale: Il cognitivismo (20)

Psicologia e socialita'
Psicologia e socialita'Psicologia e socialita'
Psicologia e socialita'
 
Cognitivismo n
Cognitivismo nCognitivismo n
Cognitivismo n
 
Cognitivismo m
Cognitivismo mCognitivismo m
Cognitivismo m
 
Cognitivismo
CognitivismoCognitivismo
Cognitivismo
 
Slides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cognSlides prima parte_corso_psic_cogn
Slides prima parte_corso_psic_cogn
 
Entanglement betti
Entanglement bettiEntanglement betti
Entanglement betti
 
Cognitivismo
CognitivismoCognitivismo
Cognitivismo
 
Cognitivismo
CognitivismoCognitivismo
Cognitivismo
 
Logica dell' inconscio e schizofrenia
Logica dell' inconscio e schizofreniaLogica dell' inconscio e schizofrenia
Logica dell' inconscio e schizofrenia
 
Entanglement 02
Entanglement 02Entanglement 02
Entanglement 02
 
Nudge Theory e Digital Nudging
Nudge Theory e Digital Nudging Nudge Theory e Digital Nudging
Nudge Theory e Digital Nudging
 
La psicologiacognitiva
La psicologiacognitivaLa psicologiacognitiva
La psicologiacognitiva
 
1 introduzione v
1 introduzione v1 introduzione v
1 introduzione v
 
1 introduzione
1 introduzione1 introduzione
1 introduzione
 
Riuso neurale (2) (1)
Riuso neurale (2) (1)Riuso neurale (2) (1)
Riuso neurale (2) (1)
 
Teoria pratica
Teoria praticaTeoria pratica
Teoria pratica
 
Teoria pratica
Teoria praticaTeoria pratica
Teoria pratica
 
La neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuita
La neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuitaLa neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuita
La neuroscienza cognitiva e la sfida della mente distribuita
 
Formazione esperienziale: il costruttivismo
Formazione esperienziale: il costruttivismoFormazione esperienziale: il costruttivismo
Formazione esperienziale: il costruttivismo
 
Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...
Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...
Innovazione di prodotto_e_di_processo_in_psicopatologia_forense_definitivo_co...
 

Recently uploaded

Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptcarlottagalassi
 

Recently uploaded (7)

Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
 

Formazione esperienziale: Il cognitivismo

  • 2. La “rivoluzione cognitivista” muta il panorama della psicologia sperimentale, che fino agli anni ‘50 era stato completamente caratterizzato dalle teorie comportamentiste. Il cognitivismo è una diretta filiazione del comportamentismo: è da questo che, sia pur per differenziarsi, il punto di riferimento dei cognitivisti. Il cognitivismo e altre teorie che si sono poste alla sua base (cibernetica, teoria della comunicazione, teoria della decisione) entrarono nel mondo della psicologia specificamente attraverso il comportamentismo. Il termine cognitivismo sarà utilizzato solo dopo l’uscita ne 1967 di “Psicologia cognitivista” di Neisser. In precedenza gli stessi cognitivisti si ritenevano dei comportamentisti di “terza generazione”: dopo la prima di Watson, e la seconda (il neocomportamentismo) di Tolman, Skinner e Hull, essi pensavano di vivere una nuova fase del comportamentismo chiamata “cenocomportamentismo”. La fase cenocomportamentistica ha inizio con D. O. Hebb. che studia le “variabili intervenienti” (i processi interposti tra stimolo e risposta, svolgentisi all’interno dell’individuo - e quindi non direttamente osservabili- introdotti dai neocomportamentisti come “costrutti ipotetici” per spiegare tutti quei fenomeni che non potevano essere interpretati direttamente come semplice corrispondenza tra stimolo e risposta). Hebb si distacca dal comportamentismo per il seguente motivo: • per i neocomportamentisti le variabili intervenienti sono solo dei costrutti ipotetici, che non hanno una base “realistica” ma una funzione puramente logica.
  • 3. Con Hebb per la prima volta l’interesse si rivolge ai processi che si svolgono all’interno dell’individuo, non più sul piano del puro costrutto ipotetico, ma su quello del modello logico dello svolgimento dei processi mentali. È introdotta in psicologia una tipica modalità di concettualizzare i fenomeni (propria del cognitivismo): creare modelli che di volta in volta possono fare riferimento a un’idealizzazione del sistema nervoso o ai circuiti di un elaboratore, in cui non è importante identificare realisticamente gli elementi del modello, ma che il modello sia uno schema valido sul piano puramente logico. Il modello viene accettato o respinto se il comportamento in studio può essere simulato dal modello. Il modello può basarsi o sul funzionamento del sistema nervoso, o sul funzionamento di un elaboratore programmato: in entrambi i casi il fatto che la simulazione dia dei risultati positivi non porta assolutamente ad accettare un’identificazîone realistica degli elementi del modello con quelli sin qui noti del funzionamento del sistema nervoso o di un elaboratore. L’interesse è rivolto ai processi mentali, visti questi sì con occhio realistico, mentre il substrato “fisico” del modello può essere in ogni momento accantonato, e sostituito con qualcosa di diverso man mano che le nostre conoscenze si modificano. Le variabili intervenienti non sono altro che dei costrutti ipotetici che trovano una legittimazione solo quando le correlazioni tra variabili ambientali e variabili comportamentali non riescono a fornire un risultato univoco che possa essere interpretato senza ambiguità facendo ricorso unicamente a tali due classi di eventi osservati.
  • 4. Accade infatti a volte che, tale univocità non possa realizzarsi. La variabile interveniente è allora qualcosa che si può ipotizzare per risolvere l’ambiguità. Con particolare riferimento alle teorie di Hull, le variabili intervenienti da un certo punto di vista sono realistiche, ma “celate all’interno del sistema nervoso”; da un altro punto di vista non lo sono affatto, perché nessuna operazione è in grado di definirne realmente il concetto. La variabile interveniente è pur tuttavia un concetto chiave nel sistema di Hull: è indispensabile perché l’intero sistema teorico stia in piedi. Tolman appare come il più cognitivista dei comportamentisti poiché: • sviluppa concetti tipicamente mentalistici (“mappa cognitiva”, sorta di rappresentazione mentale che l’organismo si costruisce dell’ambiente che lo circonda). Di fatto però: • ogni concetto mentalistico viene da Tolman risolto in un sistema di correlazioni tra eventi di stimolazione e risposte dell’organismo. • i contenuti mentali vanno comunque esclusi dalla possibilità di indagine, non essendo possibile definirli operazionalmente. • ammette l’uso dell’introspezione. Tolman è comunque lontano dai cognitivisti perché non è riuscito a gettare l’indispensabile ponte tra struttura mentale e azione.
  • 5. L’empirismo logico Con l’empirismo logico l’interesse è rivolto alla scienza considerata come linguaggio, e ai rapporti che intercorrono tra linguaggio teorico e linguaggio osservativo; e alla possibilità di definire, attraverso una serie di trasformazioni sugli enunciati relativi alle osservazioni empiriche (i cosiddetti “protocolli”), gli enunciati teorici. • Nella “versione ristretta dell’empirismo” (adatta ad un radicale come Watson) si ritiene possibile dare di ogni concetto teorico una definizione contestuale o esplicita in termini di osservabili. • Nella successiva versione, la “prima liberalizzazione dell’empirismo” (adatta a neocomportamentisti come Hull o Tolman) si è resa necessaria l’introduzione di altri procedimenti definitori (ad esempio, per “riduzione”) per i termini disposizionali, quelli cioè che designano caratteristiche degli eventi fisici osservabili solo in determinate circostanze (ad esempio l’elastîcità di un laccio, che si manifesta solo quando lo “tiriamo”). • Nella “seconda liberalizzazione dell’empirismo” (‘50): non è possibile sperare di definire tutti i termini teorici in funzione di osservabili, ma esistono dei termini primitivi nd sistema teorico che vanno introdotti indipendentemente dall’osservazione. È in questo momento di crisi che emerge il cognitivismo.
  • 6. Dalle teorie ai modelli Il mentalismo dei cognitivisti si manifesta nell’uso dei Modelli. Il modello è una rappresentazione semplificata della realtà, concepita come assolutamente realistica per ciò che riguarda le funzioni svolte dalla mente, ma non per forza una riproduzione fedele di ciò che vi può essere nel sistema nervoso dell’individuo. In altri termini, se in un modello riferito a un certo comportamento percettivo viene inserito un elemento destinato a memorizzare per tempi molto brevi le informazioni in arrivo prima del loro riconoscimento, l’autore del modello non pretende con ciò di affermare che vi sia un organo, o una parte del cervello deputata a tale funzione; più semplicemente, che tale funzione è logicamente necessaria, quale che sia la parte del sistema nervoso che la svolge; e la necessità logica di tale funzione ne costituisce il criterio di esistenza. Il mentalismo dei cognitivisti ha quindi delle caratteristiche molto peculiari, diverse dal mentalismo metafisico contro cui era soprattutto indirizzata la polemica dei comportamentisti. Alcune conseguenze: • Tali modelli sono sovente derivati dai modelli cibernetici, in termini di flusso di informazioni che vengono elaborate a vari stadi nd corso del loro passaggio all’interno dell’organismo --> ciò consente l’utilizzo di un altro criterio: la simulazione mediante calcolatore elettronico.
  • 7. • L’uso dei modelli consente di superare le ambiguità di cui sono affetti gli eventi di fronte ai quali lo psicologo si trova spesso ad operare, perché nel modello ogni elemento è definito con precisione. • Il cognitivismo (che criticava il comportamentismo per la sua incapacità di spiegare il comportamento dell’uomo al di fuori dell’ambiente asettico del laboratorio), ha finito spesso per allontanarsi dalla vita reale, spezzettandosi nella costruzione di modelli sempre più sofisticati, ma sempre più lontani da ciò che l’uomo è e fa nel suo agire quotidiano. L’inizio probabile del cognitivismo è fatto risalire alla II guerra mondiale. A Cambridge K. Craick e F. C. Bartlett svolgono ricerche sul comportamento di tracking, che portarono per la prima volta a concepire l’uomo come servomeccanismo. Un compito, questo, in cui vi è un bersaglio mobile che si sposta su uno schermo, e al soggetto viene chiesto di tenere allineato un segnale con il bersaglio. Il soggetto umano non appare in grado di operare più di una correzione ogni mezzo secondo. A partire da questa valutazione, l’ipotesi è che all’interno dell’organismo esiste un meccanismo decisore che deve impiegare almeno mezzo secondo per elaborare le informazioni in arrivo, e che non era in grado di elaborare un nuovo lotto di informazioni fintantoché non erano state elaborate tutte le precedenti. Si affermava quindi per la prima volta che: • l’uomo è assimilabile ad un elaboratore di informazioni, un servomeccanismo di tipo cibernetico; • l’uomo aveva un tipo di funzionamento discreto; • il meccanismo decisore era unico, e non potevano essere eseguite più cose alla volta.
  • 8. Limite al funzionamento dei processi cognitivi dell’uomo: • l’uomo è in grado di eseguire un unico compito per ogni atto di decisione; • esiste un limite della quantità di informazioni che si possono elaborare alla volta (Miller), 7 “pezzi” di informazione alla volta, più o meno due, a seconda del compito eseguito (memoria a breve termine, giudizi assoluti, quantità di apprensione = quanti elementi possono essere colti in una volta con un singolo atto percettivo). NB: “pezzi” e non “singoli elementi” (per cui per memorizzare 21 numeri è preferibile memorizzare 7 gruppi da 3 numeri). Temi prediletti dai cognitivisti sono la memoria a lungo, breve e brevissimo termine, vigilanza, tempi di reazione, l’attenzione (selettiva), il linguaggio. La memoria era studiata anche dal comportamentismo per gli stretti legami con l’apprendimento, ma per essi non aveva senso distinguere tra diversi tipi di memoria a seconda dei tempi di memorizzazione. L’influenza della cibernetica o la teoria dell’informazione per lo sviluppo del cognitivismo si fa sentire nell’opera: “Piani e struttura del comportamento” di Miller, Galanter e Pribram, libro che è una pietra miliare del cognitivismo. In questa opera: • l’unità di analisi della psicologia - che nel comportamentismo era il riflesso - diventa l’unità TOTE (Test-Operate-Test-Exit); • l’analogia fra uomo e calcolatore è spinta all’estremo.
  • 9. Il linguaggio – Chomsky In “Piani e struttura del comportamento” si parla di “piani per parlare”, con riferimento alla psicolinguistica generativo-trasformazionale di Noam Chomsky. La considerazione del linguaggio fino agli anni ‘50 era saldamente in mano agli strutturalisti (in linguistica): esso trascurava l’“utente” linguistico, e si concentrava maggiormente sull’analisi del messaggio. Allo strutturalismo linguistico fanno riferimento prima di tutto i comportamentisti. Il cognitivismo tra gli anni ‘80-90 si va diversificando lungo due filoni: l’impostazione ecologica e la Scienza cognitiva. Per entrambi c’è il rifiuto dei micromodelli e di un ampliamento del respiro teorico. La scienza cognitiva insiste sull’intelligenza artificiale, e sull’utilizzo della simulazione, operando di nuovo una saldatura tra il mondo dell’intelligenza artificiale e la psicologia dei processi cognitivi. Neisser muove tre fondamentali critiche alla psicologia cognitivista: un’attenzione focalizzata sull’esperimento di laboratorio, e sempre meno rivolta al mondo esterno; gli esperimenti che vengono effettuati sembrano sempre più rivolti alla situazione sperimentale stessa, e sempre meno volti a comprendere il funzionamento dell’uomo; il concetto di “elaborazione delle informazioni” muta significato nel momento in cui le “informazioni” vengono definite in modo diverso dai differenti autori.
  • 10. La prospettiva ecologica Secondo Neisser (influenzato da Gibson) le “informazioni” che l’individuo elabora vanno viste nell’ambiente, perché è lì che sono, ed è l’ambiente che le offre. Nella sua nuova concezione, l’individuo possiede nella sua struttura cognitiva degli “schemi” che gli consentono di coglierle, e che costituiscono il fondamentale legame tra percezione e pensiero. Si afferma così una nuova linea all’interno del cognitivismo: la linea “ecologica” . Gibson rifiuta quello che è il postulato primo del cognitivismo che sottolinea come la mente sia capace di rappresentazione ed elaborazione delle informazioni. Teoria della percezione diretta: le informazioni sono già presenti nello stimulus array, nella stimolazione come si presenta direttamente al soggetto; il soggetto coglie le informazioni direttamente dalla stimolazione in quanto affordances (to afford = fornire) presentate dall’ambiente in relazione al valore evolutivo che hanno per l’organismo --> il soggetto non deve ricorrere a sistemi computazionali, flussi informazionali, strutture rappresentazionali.
  • 11. In direzione opposta alla tendenza ecologica, si raggruppano studiosi delle più diverse provenienze, che hanno dato inizio alla cosiddetta “scienza cognitiva” che domina il quadro contemporaneo. Nasce nel 1977, quando R. Schank, A. Collins e E. Charniak fondano una nuova rivista chiamata “scienza cognitiva”. La scienza cognitiva si configura come una vera e propria disciplina autonoma con provenienze e apporti multidisciplinari, e sempre meno come uno sviluppo del cognitivismo interno alla psicologia. Sono i 2 paradigmi della scienza cognitiva dominanti negli anni ‘80.
  • 12. Il modularismo (di Fodor) sostiene che i sistemi di analisi di input hanno un’architettura cognitiva distinta in moduli, strutture verticali che trasformano computazionalmente gli input in rappresentazioni che offrono alla parte centrale del sistema cognitivo. Il connessionismo (Rumelhart e MacClelland) basato su due ordini di considerazioni, tecnologiche e (neuro)psicologiche, suggerisce una modellistica con funzionamento parallelo massivo (modelli connessionisti a parallelismo massivo). I modelli processuali si omogeneizzano con i modelli computazionali, potendosi concepire la computazione in termini di interazione diretta tra un ampio numero di unità locali nel cervello. Questa concezione della computazione può essere intesa come una versione formalizzata di due tradizioni di pensiero tradizionalmente distinte: idee qualitative delle funzioni del cervello di Kohler e l’approccio connessionista di Hebb.
  • 13. Di seguito gli approfondimenti sugli autori: B. S. Bloom A. N. Chomsky M. Minsky F. C. Bartlett Se ti interessa la formazione esperienziale continua a seguire la Showcase Page di SmartBiz su LinkedIn. D. O. Hebb G. A. Miller U.G. Neisser