2. Introduciamo il tema...
Lo sport: una scuola di vita
Lo sport è sempre stato un veicolo, il primo a dire il vero, di integrazione che spesso veniva intrapreso
per il semplice fatto di poter sfruttare un'occasione per uscire dalla routine delle quatto mura che di
sovente limitavano la vita del ragazzo sin da piccolo. Lo sport è il momento in cui il ragazzo esce e,
facendo attività sportiva, conosce nuove persone, allarga la propria cerchia sociale di conoscenze. Ma
sono ormai lontani i tempi in cui lo sport si praticava semplicemente al campetto di parrocchia: si è
passati da un contesto che praticare lo sport era forse l'unica opportunità per socializzare ad un
nuovo concetto per il quale, pratica lo sport colui che decide di impegnare in questo modo il
proprio tempo libero. C’è un passo ulteriore: nella contemporaneità, lo sport, insieme alla scuola, si
trovano davanti ad una nuova sfida: nell'era della globalizzazione deve favorire l'integrazione
culturale tra etnie e cerchie sociali diverse, senza farsene accorgere. I flussi migratori più importanti
hanno ormai raggiunto anche le nostre scuole al sud, le nostre comunità e solo lo sport, insieme alla
scuola, potrà favorire una reale integrazione silente e performativa. Molti degli esempi riusciti di questo
connubio ci vengono dalle Paraolimpiadi: Il ciclismo paralimpico azzurro è tra i più medagliati a
Pechino 2008 e a Londra 2012 grazie alle imprese di atleti del calibro di Fabio Triboli (il migliore italiano
a Pechino con tre medaglie) e di Paolo Vigano (un oro sull’inseguimento in pista). Mentre quest’anno è
toccato ad Alessandro Zanardi. Atleti impegnati non sono solo negli allenamenti ma anche nel
sociale per lavorare sul rapporto ciclismo-integrazione sociale.
3. i 3 tipi di
integrazione
permessi
dallo sport
(ciclismo)
- atleti normodotati e con
disabilità
- atleti di diversa nazionalità
- ragazzi