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1
Università degli studi di Cagliari
Dipartimento di Meccanica, Chimica e Materiali
Corso di: Metodo agli elementi finiti
Docente Ing. Filippo Bertolino
RELAZIONE TECNICA
STUDIO DI UN VOLANO FORZATO IN UN
ALBERO SOTTOPOSTO A ROTAZIONE
Anno accademico 2013/2014
Studente:
Stefano Manca, Matr.: 47131
2
SOMMARIO
PREMESSA................................................................................................................................. 3
CAPITOLO 1 .............................................................................................................................. 4
Struttura analizzata................................................................................................................... 4
Risultati teorici......................................................................................................................... 5
CAPITOLO 2 ............................................................................................................................ 11
Risultati su Matlab ................................................................................................................. 11
CAPITOLO 3 ............................................................................................................................ 23
Risultati su Ansys................................................................................................................... 23
CONCLUSIONI........................................................................................................................ 33
3
PREMESSA
Lo scopo di questa relazione è di porre a confronto le varie metodologie di calcolo
disponibili per studiare lo stesso problema proposto. Nel caso specifico si presenta una
comparazione tra la trattazione teorica calcolata a mano, un’altra mediante Matlab e
dopodiché un riscontro con il software Ansys. Infine verranno valutati i risultati ottenuti
ed eventualmente presentare una conclusione oggettiva del problema.
La condizione a cui ci si riferisce nel calcolo è quella di massima interferenza, in cui ci
si pone con la massima rotazione angolare affinché avvenga il distacco del volano
dall’albero.
4
CAPITOLO 1
Struttura analizzata
La struttura che è stata studiata è composta da un albero sulla quale è stato forzato un
volano, con scopo di mantenere più uniforme la velocità angolare dell’albero motore,
espressa in radianti al secondo (calcolata successivamente alla condizione di massima
velocità).
Per quanto riguarda le dimensioni, prima del forzamento si hanno le seguenti grandezze
nominali dei due componenti:
- Dm
int = da = 80 [mm]; (diametro interno del volano = diametro dell’albero)
- Dm
est = 400 [mm]; (diametro esterno del mozzo)
- = 5;
- [mm]; (spessore volano)
- ( ) [mm]; (larghezza volano)
Figura 1.1: Sezione con dimensioni albero/mozzo
5
Mentre riguardo al tipo di materiale, è stato scelto l’acciaio, sia per l’albero che per il
volano, con caratteristiche fisiche e meccaniche:
- [MPa] (Modulo di Young)
- (coefficiente di Poisson)
- [kg/m3
] (densità)
Risultati teorici
Lo scopo è di determinare quella velocità di rotazione che causa un distacco del volano
dall’albero, quindi quando il diametro interno del volano raggiunge la stessa dimensione
del diametro dell’albero. Si è deciso di porsi nella condizione di interferenza massima,
calcolata quindi con la pressione massima alla quale il mozzo può resistere prima di
andare in campo plastico. Sostituendo l’equazione della Pmax nell’interferenza generale
si ha una semplificazione matematica alla quale porta alla seguente equazione:
[mm]
In cui si ha:
[MPa] (Sollecitazione ammissibile)
Si ottiene: 0.2286 [mm] = 228.6 [μm]
Ponendosi nella condizione di distacco, la pressione dovuta all’interferenza tra albero e
volano non agirà più nei due componenti, quindi non genera alcuno spostamento (u) in
direzione radiale durante la rotazione dei medesimi. Lo spostamento sarà determinato
allora esclusivamente dall’azione rotazionale .
A questo punto è possibile determinare la velocità di rotazione di distacco mediante
la relazione:
( ) ( )
6
In cui:
= spostamento radiale del mozzo (volano) [mm];
= spostamento radiale dell’albero [mm];
con equazioni:
( ) ( ) ( ) ( ) ( )
( )
( )
( ) ( ) ( ) ( )
Nel caso specifico si pone , quindi il calcolo verrà eseguito nell’interfaccia tra
albero/mozzo. Sostituendo le due espressioni degli spostamenti nella relazione scritta in
precedenza e inserendo tutti i valori nel S.I. (metri, Pascal, kilogrammi e secondi) è
possibile esplicitare la velocità angolare come:
√
( )
[
(( ) ( ) ( )
( )
( ) ) (( ) [
( )
( )
)
]
√
( )
[
(( ) ( ) ( )
( )
( ) ) (( ) [
( )
( )
)
]
[rad/s]
e questa velocità presenta la massima raggiungibile, affinché si abbia il distacco, tra
tutte le velocità angolari che si determinerebbero con interferenze inferiori a quella
massima.
I singoli risultati degli spostamenti del volano e dell’albero con , saranno
(inclusi errori di approssimazione):
[mm] [mm]
7
Per quanto riguarda la sollecitazione massima, verrà determinata nel mozzo all’altezza
del suo raggio interno, in cui, secondo la trattazione teorica, si ha la massima
sollecitazione equivalente nella condizione di distacco, nella quale lo sforzo radiale va a
zero e lo sforzo circonferenziale è massimo. Allora, utilizzando il criterio di Von Mises,
la sollecitazione equivalente sarà:
√
√
Essendo = 0.
L’equazione è:
( )
( )
( )
5.08 [Mpa]
Calcolato con .
Essendo la > = , ciò significa che si sta entrando nella condizione di
primo snervamento della sezione interna del mozzo. Questo risultato, secondo la teoria,
è corretto, perché quando si è prossimi alla imax basta aumentare di poco la velocità di
rotazione e si arriva allo snervamento (come determinato precedentemente).
Gli andamenti grafici delle sollecitazioni applicate lungo la sezione del volano sono:
8
Mentre i valori degli spostamenti radiali in funzione del raggio per l’albero e per il
volano saranno:
0
100
200
300
400
500
600
40 60 80 100 120 140 160 180 200
Ϭϴ[MPa]
raggio r [mm]
Andamento sollecitazione circonferenziale
0
100
200
300
400
500
600
40 60 80 100 120 140 160 180 200
Ϭr[MPa]
raggio r [mm]
Andamento sollecitazione radiale
9
Le ipotesi di base per effettuare il calcolo teorico sono state:
0,100
0,105
0,110
0,115
0,120
0,125
0,130
0,135
0,140
0,145
0,150
40 60 80 100 120 140 160 180 200
um[mm]
raggio r [mm]
Valori dello spostamento nel volano
0,00000
0,00020
0,00040
0,00060
0,00080
0,00100
0,00120
0 5 10 15 20 25 30 35 40
ua[mm]
raggio r [mm]
Valori dello spostamento nell'albero
10
- nella sezione del volano si considera solo il momento torcente (Mt), si esclude
un eventuale momento flettente;
- la sollecitazione in direzione assiale ( ) nel volano viene considerata nulla;
- è stata considerata una sollecitazione radiale sul raggio interno del volano, al
momento del distacco, pari a zero. In realtà è presente una piccola componente
non nulla, ma comunque trascurabile rispetto agli sforzi in gioco.
- Si considerano piccoli spostamenti, quindi si ha in mano un problema di tipo
lineare con possibilità di applicare la sovrapposizione degli effetti.
11
CAPITOLO 2
Risultati su Matlab
Mediante il programma “volano_calcolo.m”, si è potuto calcolare, mediante il metodo
in forma chiusa e il metodo incrementale, la massima interferenza in cui si ottiene la
massima velocità di rotazione, dopo aver dato come input i dati dimensionali e fisici
utilizzati nella trattazione teorica. Questo programma si ferma quando la sollecitazione
equivalente nell’interfaccia tra albero e mozzo è maggiore alla sollecitazione
ammissibile. Qui in seguito verranno presentati i risultati ottenuti con i due metodi sopra
citati:
- Con il metodo in forma chiusa
[mm]
[rad/s]
[MPa]
[mm]
[mm]
- Con il metodo incrementale
[mm]
[rad/s]
[MPa]
[mm]
[mm]
12
Come è possibile notare, con il metodo in forma chiusa, i risultati ottenuti sono molto
simili a quelli teorici, mentre con il metodo incrementale si ha una lieve differenza
sull’interferenza massima, e di conseguenza su tutti gli altri risultati.
Mentre mediante l’utilizzo del programma “Ex_Volano_Quad4_Manca”, inserendo
come input, oltre ai soliti dati geometrici e fisici della struttura, anche l’interferenza
massima e la velocità di rotazione massima calcolati nella trattazione teorica, è possibile
determinare gli spostamenti e gli sforzi nodali. In questo caso si otterranno sia risultati
numerici che grafici; in particolare sono stampati numericamente gli spostamenti dei
singoli nodi costituenti la struttura e controlla che i vincoli d'interferenza siano stati
rispettati, con l’interferenza imposta, nei nodi dell’albero e del volano che vanno a
combaciare durante l’accoppiamento. Inoltre vengono stampate per ogni elemento le
sollecitazioni applicate espresse nel sistema cartesiano e dopodiché le sollecitazioni
massime radiali, circonferenziali ed equivalenti nell’interfaccia volano/albero. Tutto
questo viene eseguito per i due sistemi di carichi applicati alla struttura, in cui uno
rappresenta una situazione senza carichi esterni applicati, quindi nel caso di sola
interferenza, mentre il secondo sistema di forze rappresenta l’applicazione della velocità
di rotazione ω.
Il confronto del programma realizzato su Matlab con i risultati ottenuti su Ansys, ora è
più corretto per il fatto che sia in quest’ultimo che su Matlab sono stati utilizzati degli
elementi a 4 nodi.
I risultati ottenuti dal programma “Ex_Volano_Quad4_Manca” , inserendo in input i
dati ottenuti nel caso teorico ( 0.2286 [mm] , [rad/s]), dal carico 2,
quindi dalle forze generate dalla velocità di rotazione, sono:
[mm] (del nodo 104 del mozzo)
[mm] (del nodo 95 dell’albero)
Sono stati considerati due soli nodi tra i 18 evidenziati dal programma (9 per il mozzo e
9 per l’albero).
Verificando i valori degli spostamenti, l’interferenza sarà:
( ) [mm]
13
Come ci si aspettava. Ponendo a confronto i singoli spostamenti, quelli teorici con quelli
ottenuti col programma, si possono notare gli stessi valori:
valori teorici:
[mm] [mm]
Dal programma:
[mm] [mm]
Mentre per quanto riguarda gli sforzi determinati all’interfaccia tra albero e mozzo, si
sono ottenuti i seguenti risultati:
Se si considera il caso teorico, si rammenta che lo sforzo radiale nel mozzo (con r=Rint)
è nullo, mentre in questo caso si ha una componente positiva. Questo non è corretto per
il fatto che, al momento del distacco del volano dall’albero, non si avrà alcuna pressione
interna agente sul volano, tanto meno di segno positiva, che sta a significare di trazione
(non è fisicamente possibile ottenere uno sforzo di trazione sul mozzo! Nel caso si abbia
ancora una componente di pressione interna, e quindi ci sia ancora interferenza, essa
genera una sollecitazione di compressione). Ciò significa che per il calcolo dello sforzo
equivalente entra in gioco, oltre lo sforzo circonferenziale, anche quello radiale nel
calcolo effettuato da Matlab, e si ha:
Secondo Von Mises
nell'albero -10.0 [MPa]
nel mozzo 16.9 [MPa]
nell'albero -30.6 [MPa]
nel mozzo 603.9 [MPa]
nell'albero 93.7 [MPa]
nel mozzo 587.0 [MPa]
14
√
√
Mentre con Tresca
Nel calcolo teorico invece è stata imposta l’uguaglianza , ottenendo quindi
uno sforzo equivalente maggiore rispetto a quello calcolato con Matlab. Allora, come è
possibile notare, con il valore della velocità di rotazione [rad/s], non si ha il
superamento della sollecitazione ammissibile imposta (600 [MPa]), cosa che invece
avviene nel caso teorico. Ciò significa che lo snervamento, se lo si considera pari allo
sforzo ammissibile, avverrà con una velocità maggiore (pari a circa 54.1 [rad/s]),
risultato non corretto.
Questo errore è causato da un problema che presentano i programmi FEM: essi
approssimano i valori esatti degli sforzi, quindi determinano errori numerici, e sono
senza dubbio meno attendibili rispetto agli spostamenti individuati. Per poter annullare
questo deficit si dovrebbe utilizzare un programma non lineare tale che, al momento del
distacco, modifichi il vincolo imposto nel caso lineare (spostamenti identici dell’albero
e del mozzo) liberando così i due componenti.
Altro modo per migliorare il risultato è quello di infittire la mesh sia nell’albero che nel
mozzo. Nel caso in esame le mesh sono state realizzate con i seguenti valori:
ny = 8; % N. divisioni nello spessore del disco
dy = Thick/ny;
nxa = 10; % Mesh nell'albero
dxa = Ray1/nxa;
nxm = 50; % Mesh nel mozzo
dxm = (Ray2 - Ray1)/nxm;
variando il numero delle suddivisioni come segue:
ny = 8; % N. divisioni nello spessore del disco
dy = Thick/ny;
nxa = 30; % Mesh nell'albero
dxa = Ray1/nxa;
nxm = 120; % Mesh nel mozzo
dxm = (Ray2 - Ray1)/nxm;
15
si ottengono i seguenti valori degli sforzi:
Come è possibile notare, gli sforzi radiali sono stati ridotti (in particolare la
sollecitazione radiale nel mozzo ora tende ad azzerarsi) mentre si ha un aumento dello
sforzo circonferenziale del mozzo e quindi di quello equivalente. La tendenza che si
rileva all’aumentare del numero di elementi per realizzare la mesh è la voluta riduzione
degli sforzi radiali agenti nel mozzo e nell’albero (si tende quindi ai valori nulli corretti)
ma un aumento della sollecitazione circonferenziale ed equivalente agenti sul volano.
Per quanto riguarda gli spostamenti, i loro valori rimangono invariati nei nodi presi in
esame.
Come risultati grafici e numerici sono state ottenute le sollecitazioni applicate al singolo
elemento, costituito da 4 nodi: è possibile notare che si determinano sforzi, oltre di tipo
circonferenziale e radiale, anche assiali (lungo z) e sforzi tangenziali (τ).
Sempre mediante il sistema di carico 2, sono stati determinati i seguenti grafici:
nell'albero -9.6 [MPa]
nel mozzo 2.6 [MPa]
nell'albero -31.3 [MPa]
nel mozzo 617.9 [MPa]
nell'albero 99.7 [MPa]
nel mozzo 615.4 [MPa]
16
Figura 2.1: Geometria della struttura in 2D. La sezione sinistra
rappresenta una parte dell’albero, la sezione a destra il volano.
Figura 2.2: Immagine della struttura deformata in 2D
17
Figura 2.3: Immagine della matrice di rigidezza
18
Figura 2.4: Andamento degli spostamenti radiali in [mm]
Figura 2.5: Andamento degli spostamenti verticali (assiali) in [mm]
19
Figura 2.6: Andamento degli sforzi circonferenziali medi in [MPa]
Figura 2.7: Andamento degli sforzi radiali medi in [MPa]
20
Figura 2.8: Andamento degli sforzi verticali medi in [MPa]
Figura 2.9: Andamento degli sforzi tangenziali medi in [MPa]
21
Figura 2.10: Andamento degli sforzi equivalenti secondo Tresca in [MPa]
Figura 2.11: Grafico degli sforzi equivalenti nella sezione dell’albero e del mozzo [MPa]
22
Dalla figura 2.4 si può notare come gli spostamenti radiali siano più marcati nella
sezione del volano (da 0.11 ÷ 0.145 [mm] circa). In particolare gli spostamenti maggiori
si hanno al crescere del raggio, quindi in direzione radiale positiva.
Per quanto riguarda gli sforzi circonferenziali medi (Figura 2.6), si può notare come
nell’interfaccia tra albero/mozzo si ottiene una certa concentrazione tensionale pari a
550 ÷ 610 [MPa].
Lo stesso avviene per le sollecitazioni radiali medie, alla quale presentano
nell’interfaccia (figura 2.7) una certa concentrazione tensionale e vanno ad annullarsi
verso il raggio esterno del volano.
Il grafico ottenuto per gli sforzi radiali (figura 2.12), è identico a quello ottenuto per via
teorica, si arriva in entrambi i casi al valore massimo di circa 200 [Mpa] per
, mentre, a differenza del caso teorico, non si ha l’annullamento
nell’interfaccia tra mozzo e albero.
Figura 2.12: Grafico degli sforzi radiali nella sezione dell’albero e del mozzo [MPa]
23
CAPITOLO 3
Risultati su Ansys
Andando ad individuare per via grafica due nodi appartenenti alla zona di contatto
(nodo 42 e nodo 562), che in condizioni statiche risultano coincidenti, dopo aver
applicato la velocità di rotazione di distacco, i due si allontanano radialmente (in
direzione orizzontale x) di una quantità pari a:
Dove il nodo 42 appartiene all’albero, mentre il nodo 562 appartiene al volano; è
possibile determinare in questo modo l’interferenza:
( )
Come verifica sono stati analizzati altri due nodi, situati in questo caso nella zona
centrale di contatto (nodo 54 dell’albero e 662 del volano), per verificare ancora una
volta l’interferenza:
Con interferenza:
( )
Si ottiene quindi praticamente la stessa interferenza precedente. Ponendo a confronto
questa con quella teorica imposta come input ( 0.2286 [mm] = 228.6 [μm]) si ha
una differenza di circa 3.4 [μm], praticamente trascurabile. Ciò significa che con la
velocità di rotazione si raggiunge il distacco tra albero e mozzo.
Per quanto riguarda le sollecitazioni equivalenti, i valori massimi vengono raggiunti
nell’interfaccia albero/mozzo, secondo la teoria, quindi quando r = Rint; allora anche in
24
questo caso si analizzano gli sforzi agenti sui nodi a contatto e, in particolare, nei nodi
54 e 662 si ha:
Il nodo 662, appartenente al volano, risulta quello più sollecitato. Si può confermare che
risulta inferiore alla sollecitazione ammissibile, considerata uguale a quella di
snervamento:
Ciò significa che non avviene snervamento.
Analizzando l’intero blocco di dati si scopre però che non è il nodo più sollecitato; il
nodo 619 appartenente al volano raggiunge una sollecitazione equivalente massima pari
a:
Quindi in quel punto si ha lo snervamento del materiale.
Tutti gli andamenti degli spostamenti e delle sollecitazioni sono illustrati qui in seguito
per avere un ottica migliore della soluzione.
Figura 3.1: Immagine linee della struttura
25
Figura 3.2: Immagine mesh della struttura (prima del carico)
Figura 3.3: Immagine mesh della struttura (dopo il carico)
26
Figura 3.4: Immagine mesh della struttura deformata
Figura 3.5: Andamento spostamenti nodali in [m]
27
Figura 3.6: Andamento spostamenti nodali in direzione x in [m]
Figura 3.7: Andamento spostamenti nodali in direzione y in [m]
28
Figura 3.8: Andamento sforzi nodali calcolati con Von Mises in [Pa]
Figura 3.9: Andamento sforzi nodali in [Pa]
29
Figura 3.10: Andamento sforzi nodali circonferenziali in [Pa]
Figura 3.11: Andamento sforzi nodali radiali in [Pa]
30
Figura 3.12: Andamento sforzi sugli elementi in [Pa]
Figura 3.13: Andamento sforzi sugli elementi calcolati con Von Mises, in [Pa]
31
Figura 3.14: Immagine pressione di contatto in [Pa]
Figura 3.15: Immagine del contatto
32
Figura 3.16: Andamento delle forze Fx
Figura 3.17: Andamento delle forze Fy
33
CONCLUSIONI
Dopo aver compiuto un’attenta analisi dei tre sistemi di calcolo, si può affermare come
la trattazione teorica semplifichi una condizione reale. In via di massima i risultati
ottenuti sono gli stessi per tutti e tre i casi, si notano particolari differenze numeriche nel
confronto con Ansys, che potrebbero essere sorte per imprecisioni di natura compilativa
nell’utilizzo del software.
Risultati numerici
Parametri determinati Teorico Matlab Ansys
[mm]
[mm]
[mm] 0.2286 0.2286
[MPa] 5.08 603.9 /
[MPa] 0 16.9 /
[MPa] 5.08 587.0
La comparazione grafica tra Matlab e Ansys potrebbe trarre in inganno: il numero di
elementi utilizzati per realizzare la struttura su Ansys sono di numero differente rispetto
a Matlab. Altra differenza è la dimensione dei singoli elementi: su Ansys si ha una
volontaria concentrazione di elementi nell’interfaccia tra albero e mozzo per permettere
di ottenere risultati più accurati nella zona di contatto, cosa che non avviene su Matlab,
nella quale tutti hanno una stessa dimensione costante. Ciò significa che la risoluzione
grafica è ben differente e gli andamenti ottenuti con Ansys tendono a diventare
discontinui e meno accurati man mano che ci si allontana dalla zona di contatto, mentre
su Matlab si ha una distribuzione più omogenea.
Il confronto dei grafici ottenuti però evidenziano che con Ansys si ottengono valori
elevati delle sollecitazioni radiali agli estremi del mozzo (per r=Rint e r=Rest):
34
Mentre con Matlab:
35
In realtà, al momento del distacco, si dovrebbe ottenere uno sforzo radiale come segue:
Quindi che si annulli nei due valori estremi del raggio.
Un confronto simile lo si può effettuare per gli spostamenti radiali; con Ansys si è
ottenuto:
0
100
200
300
400
500
600
40 60 80 100 120 140 160 180 200
Ϭr[MPa]
raggio r [mm]
Andamento sollecitazione radiale
36
Mentre con Matlab il seguente andamento:
In un caso gli spostamenti lungo la sezione dell’albero sono circa nulli (caso Matlab),
nell’altro invece possiedono un valore non trascurabile e nello specifico di segno
negativo (su Ansys).
Le due considerazioni potrebbero portare alla conclusione del fatto che, secondo il
calcolo eseguito mediante Ansys, i due componenti fisici siano ancora forzati, avendo
quindi un valore di pressione che agisce sia nell’albero che nel mozzo per
compressione, dovuto all’interferenza.

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Cured rubber compounds finger print
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Mech Eng Thesis
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Calcolo FEM - Volano

  • 1. 1 Università degli studi di Cagliari Dipartimento di Meccanica, Chimica e Materiali Corso di: Metodo agli elementi finiti Docente Ing. Filippo Bertolino RELAZIONE TECNICA STUDIO DI UN VOLANO FORZATO IN UN ALBERO SOTTOPOSTO A ROTAZIONE Anno accademico 2013/2014 Studente: Stefano Manca, Matr.: 47131
  • 2. 2 SOMMARIO PREMESSA................................................................................................................................. 3 CAPITOLO 1 .............................................................................................................................. 4 Struttura analizzata................................................................................................................... 4 Risultati teorici......................................................................................................................... 5 CAPITOLO 2 ............................................................................................................................ 11 Risultati su Matlab ................................................................................................................. 11 CAPITOLO 3 ............................................................................................................................ 23 Risultati su Ansys................................................................................................................... 23 CONCLUSIONI........................................................................................................................ 33
  • 3. 3 PREMESSA Lo scopo di questa relazione è di porre a confronto le varie metodologie di calcolo disponibili per studiare lo stesso problema proposto. Nel caso specifico si presenta una comparazione tra la trattazione teorica calcolata a mano, un’altra mediante Matlab e dopodiché un riscontro con il software Ansys. Infine verranno valutati i risultati ottenuti ed eventualmente presentare una conclusione oggettiva del problema. La condizione a cui ci si riferisce nel calcolo è quella di massima interferenza, in cui ci si pone con la massima rotazione angolare affinché avvenga il distacco del volano dall’albero.
  • 4. 4 CAPITOLO 1 Struttura analizzata La struttura che è stata studiata è composta da un albero sulla quale è stato forzato un volano, con scopo di mantenere più uniforme la velocità angolare dell’albero motore, espressa in radianti al secondo (calcolata successivamente alla condizione di massima velocità). Per quanto riguarda le dimensioni, prima del forzamento si hanno le seguenti grandezze nominali dei due componenti: - Dm int = da = 80 [mm]; (diametro interno del volano = diametro dell’albero) - Dm est = 400 [mm]; (diametro esterno del mozzo) - = 5; - [mm]; (spessore volano) - ( ) [mm]; (larghezza volano) Figura 1.1: Sezione con dimensioni albero/mozzo
  • 5. 5 Mentre riguardo al tipo di materiale, è stato scelto l’acciaio, sia per l’albero che per il volano, con caratteristiche fisiche e meccaniche: - [MPa] (Modulo di Young) - (coefficiente di Poisson) - [kg/m3 ] (densità) Risultati teorici Lo scopo è di determinare quella velocità di rotazione che causa un distacco del volano dall’albero, quindi quando il diametro interno del volano raggiunge la stessa dimensione del diametro dell’albero. Si è deciso di porsi nella condizione di interferenza massima, calcolata quindi con la pressione massima alla quale il mozzo può resistere prima di andare in campo plastico. Sostituendo l’equazione della Pmax nell’interferenza generale si ha una semplificazione matematica alla quale porta alla seguente equazione: [mm] In cui si ha: [MPa] (Sollecitazione ammissibile) Si ottiene: 0.2286 [mm] = 228.6 [μm] Ponendosi nella condizione di distacco, la pressione dovuta all’interferenza tra albero e volano non agirà più nei due componenti, quindi non genera alcuno spostamento (u) in direzione radiale durante la rotazione dei medesimi. Lo spostamento sarà determinato allora esclusivamente dall’azione rotazionale . A questo punto è possibile determinare la velocità di rotazione di distacco mediante la relazione: ( ) ( )
  • 6. 6 In cui: = spostamento radiale del mozzo (volano) [mm]; = spostamento radiale dell’albero [mm]; con equazioni: ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) Nel caso specifico si pone , quindi il calcolo verrà eseguito nell’interfaccia tra albero/mozzo. Sostituendo le due espressioni degli spostamenti nella relazione scritta in precedenza e inserendo tutti i valori nel S.I. (metri, Pascal, kilogrammi e secondi) è possibile esplicitare la velocità angolare come: √ ( ) [ (( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ) (( ) [ ( ) ( ) ) ] √ ( ) [ (( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ) (( ) [ ( ) ( ) ) ] [rad/s] e questa velocità presenta la massima raggiungibile, affinché si abbia il distacco, tra tutte le velocità angolari che si determinerebbero con interferenze inferiori a quella massima. I singoli risultati degli spostamenti del volano e dell’albero con , saranno (inclusi errori di approssimazione): [mm] [mm]
  • 7. 7 Per quanto riguarda la sollecitazione massima, verrà determinata nel mozzo all’altezza del suo raggio interno, in cui, secondo la trattazione teorica, si ha la massima sollecitazione equivalente nella condizione di distacco, nella quale lo sforzo radiale va a zero e lo sforzo circonferenziale è massimo. Allora, utilizzando il criterio di Von Mises, la sollecitazione equivalente sarà: √ √ Essendo = 0. L’equazione è: ( ) ( ) ( ) 5.08 [Mpa] Calcolato con . Essendo la > = , ciò significa che si sta entrando nella condizione di primo snervamento della sezione interna del mozzo. Questo risultato, secondo la teoria, è corretto, perché quando si è prossimi alla imax basta aumentare di poco la velocità di rotazione e si arriva allo snervamento (come determinato precedentemente). Gli andamenti grafici delle sollecitazioni applicate lungo la sezione del volano sono:
  • 8. 8 Mentre i valori degli spostamenti radiali in funzione del raggio per l’albero e per il volano saranno: 0 100 200 300 400 500 600 40 60 80 100 120 140 160 180 200 Ϭϴ[MPa] raggio r [mm] Andamento sollecitazione circonferenziale 0 100 200 300 400 500 600 40 60 80 100 120 140 160 180 200 Ϭr[MPa] raggio r [mm] Andamento sollecitazione radiale
  • 9. 9 Le ipotesi di base per effettuare il calcolo teorico sono state: 0,100 0,105 0,110 0,115 0,120 0,125 0,130 0,135 0,140 0,145 0,150 40 60 80 100 120 140 160 180 200 um[mm] raggio r [mm] Valori dello spostamento nel volano 0,00000 0,00020 0,00040 0,00060 0,00080 0,00100 0,00120 0 5 10 15 20 25 30 35 40 ua[mm] raggio r [mm] Valori dello spostamento nell'albero
  • 10. 10 - nella sezione del volano si considera solo il momento torcente (Mt), si esclude un eventuale momento flettente; - la sollecitazione in direzione assiale ( ) nel volano viene considerata nulla; - è stata considerata una sollecitazione radiale sul raggio interno del volano, al momento del distacco, pari a zero. In realtà è presente una piccola componente non nulla, ma comunque trascurabile rispetto agli sforzi in gioco. - Si considerano piccoli spostamenti, quindi si ha in mano un problema di tipo lineare con possibilità di applicare la sovrapposizione degli effetti.
  • 11. 11 CAPITOLO 2 Risultati su Matlab Mediante il programma “volano_calcolo.m”, si è potuto calcolare, mediante il metodo in forma chiusa e il metodo incrementale, la massima interferenza in cui si ottiene la massima velocità di rotazione, dopo aver dato come input i dati dimensionali e fisici utilizzati nella trattazione teorica. Questo programma si ferma quando la sollecitazione equivalente nell’interfaccia tra albero e mozzo è maggiore alla sollecitazione ammissibile. Qui in seguito verranno presentati i risultati ottenuti con i due metodi sopra citati: - Con il metodo in forma chiusa [mm] [rad/s] [MPa] [mm] [mm] - Con il metodo incrementale [mm] [rad/s] [MPa] [mm] [mm]
  • 12. 12 Come è possibile notare, con il metodo in forma chiusa, i risultati ottenuti sono molto simili a quelli teorici, mentre con il metodo incrementale si ha una lieve differenza sull’interferenza massima, e di conseguenza su tutti gli altri risultati. Mentre mediante l’utilizzo del programma “Ex_Volano_Quad4_Manca”, inserendo come input, oltre ai soliti dati geometrici e fisici della struttura, anche l’interferenza massima e la velocità di rotazione massima calcolati nella trattazione teorica, è possibile determinare gli spostamenti e gli sforzi nodali. In questo caso si otterranno sia risultati numerici che grafici; in particolare sono stampati numericamente gli spostamenti dei singoli nodi costituenti la struttura e controlla che i vincoli d'interferenza siano stati rispettati, con l’interferenza imposta, nei nodi dell’albero e del volano che vanno a combaciare durante l’accoppiamento. Inoltre vengono stampate per ogni elemento le sollecitazioni applicate espresse nel sistema cartesiano e dopodiché le sollecitazioni massime radiali, circonferenziali ed equivalenti nell’interfaccia volano/albero. Tutto questo viene eseguito per i due sistemi di carichi applicati alla struttura, in cui uno rappresenta una situazione senza carichi esterni applicati, quindi nel caso di sola interferenza, mentre il secondo sistema di forze rappresenta l’applicazione della velocità di rotazione ω. Il confronto del programma realizzato su Matlab con i risultati ottenuti su Ansys, ora è più corretto per il fatto che sia in quest’ultimo che su Matlab sono stati utilizzati degli elementi a 4 nodi. I risultati ottenuti dal programma “Ex_Volano_Quad4_Manca” , inserendo in input i dati ottenuti nel caso teorico ( 0.2286 [mm] , [rad/s]), dal carico 2, quindi dalle forze generate dalla velocità di rotazione, sono: [mm] (del nodo 104 del mozzo) [mm] (del nodo 95 dell’albero) Sono stati considerati due soli nodi tra i 18 evidenziati dal programma (9 per il mozzo e 9 per l’albero). Verificando i valori degli spostamenti, l’interferenza sarà: ( ) [mm]
  • 13. 13 Come ci si aspettava. Ponendo a confronto i singoli spostamenti, quelli teorici con quelli ottenuti col programma, si possono notare gli stessi valori: valori teorici: [mm] [mm] Dal programma: [mm] [mm] Mentre per quanto riguarda gli sforzi determinati all’interfaccia tra albero e mozzo, si sono ottenuti i seguenti risultati: Se si considera il caso teorico, si rammenta che lo sforzo radiale nel mozzo (con r=Rint) è nullo, mentre in questo caso si ha una componente positiva. Questo non è corretto per il fatto che, al momento del distacco del volano dall’albero, non si avrà alcuna pressione interna agente sul volano, tanto meno di segno positiva, che sta a significare di trazione (non è fisicamente possibile ottenere uno sforzo di trazione sul mozzo! Nel caso si abbia ancora una componente di pressione interna, e quindi ci sia ancora interferenza, essa genera una sollecitazione di compressione). Ciò significa che per il calcolo dello sforzo equivalente entra in gioco, oltre lo sforzo circonferenziale, anche quello radiale nel calcolo effettuato da Matlab, e si ha: Secondo Von Mises nell'albero -10.0 [MPa] nel mozzo 16.9 [MPa] nell'albero -30.6 [MPa] nel mozzo 603.9 [MPa] nell'albero 93.7 [MPa] nel mozzo 587.0 [MPa]
  • 14. 14 √ √ Mentre con Tresca Nel calcolo teorico invece è stata imposta l’uguaglianza , ottenendo quindi uno sforzo equivalente maggiore rispetto a quello calcolato con Matlab. Allora, come è possibile notare, con il valore della velocità di rotazione [rad/s], non si ha il superamento della sollecitazione ammissibile imposta (600 [MPa]), cosa che invece avviene nel caso teorico. Ciò significa che lo snervamento, se lo si considera pari allo sforzo ammissibile, avverrà con una velocità maggiore (pari a circa 54.1 [rad/s]), risultato non corretto. Questo errore è causato da un problema che presentano i programmi FEM: essi approssimano i valori esatti degli sforzi, quindi determinano errori numerici, e sono senza dubbio meno attendibili rispetto agli spostamenti individuati. Per poter annullare questo deficit si dovrebbe utilizzare un programma non lineare tale che, al momento del distacco, modifichi il vincolo imposto nel caso lineare (spostamenti identici dell’albero e del mozzo) liberando così i due componenti. Altro modo per migliorare il risultato è quello di infittire la mesh sia nell’albero che nel mozzo. Nel caso in esame le mesh sono state realizzate con i seguenti valori: ny = 8; % N. divisioni nello spessore del disco dy = Thick/ny; nxa = 10; % Mesh nell'albero dxa = Ray1/nxa; nxm = 50; % Mesh nel mozzo dxm = (Ray2 - Ray1)/nxm; variando il numero delle suddivisioni come segue: ny = 8; % N. divisioni nello spessore del disco dy = Thick/ny; nxa = 30; % Mesh nell'albero dxa = Ray1/nxa; nxm = 120; % Mesh nel mozzo dxm = (Ray2 - Ray1)/nxm;
  • 15. 15 si ottengono i seguenti valori degli sforzi: Come è possibile notare, gli sforzi radiali sono stati ridotti (in particolare la sollecitazione radiale nel mozzo ora tende ad azzerarsi) mentre si ha un aumento dello sforzo circonferenziale del mozzo e quindi di quello equivalente. La tendenza che si rileva all’aumentare del numero di elementi per realizzare la mesh è la voluta riduzione degli sforzi radiali agenti nel mozzo e nell’albero (si tende quindi ai valori nulli corretti) ma un aumento della sollecitazione circonferenziale ed equivalente agenti sul volano. Per quanto riguarda gli spostamenti, i loro valori rimangono invariati nei nodi presi in esame. Come risultati grafici e numerici sono state ottenute le sollecitazioni applicate al singolo elemento, costituito da 4 nodi: è possibile notare che si determinano sforzi, oltre di tipo circonferenziale e radiale, anche assiali (lungo z) e sforzi tangenziali (τ). Sempre mediante il sistema di carico 2, sono stati determinati i seguenti grafici: nell'albero -9.6 [MPa] nel mozzo 2.6 [MPa] nell'albero -31.3 [MPa] nel mozzo 617.9 [MPa] nell'albero 99.7 [MPa] nel mozzo 615.4 [MPa]
  • 16. 16 Figura 2.1: Geometria della struttura in 2D. La sezione sinistra rappresenta una parte dell’albero, la sezione a destra il volano. Figura 2.2: Immagine della struttura deformata in 2D
  • 17. 17 Figura 2.3: Immagine della matrice di rigidezza
  • 18. 18 Figura 2.4: Andamento degli spostamenti radiali in [mm] Figura 2.5: Andamento degli spostamenti verticali (assiali) in [mm]
  • 19. 19 Figura 2.6: Andamento degli sforzi circonferenziali medi in [MPa] Figura 2.7: Andamento degli sforzi radiali medi in [MPa]
  • 20. 20 Figura 2.8: Andamento degli sforzi verticali medi in [MPa] Figura 2.9: Andamento degli sforzi tangenziali medi in [MPa]
  • 21. 21 Figura 2.10: Andamento degli sforzi equivalenti secondo Tresca in [MPa] Figura 2.11: Grafico degli sforzi equivalenti nella sezione dell’albero e del mozzo [MPa]
  • 22. 22 Dalla figura 2.4 si può notare come gli spostamenti radiali siano più marcati nella sezione del volano (da 0.11 ÷ 0.145 [mm] circa). In particolare gli spostamenti maggiori si hanno al crescere del raggio, quindi in direzione radiale positiva. Per quanto riguarda gli sforzi circonferenziali medi (Figura 2.6), si può notare come nell’interfaccia tra albero/mozzo si ottiene una certa concentrazione tensionale pari a 550 ÷ 610 [MPa]. Lo stesso avviene per le sollecitazioni radiali medie, alla quale presentano nell’interfaccia (figura 2.7) una certa concentrazione tensionale e vanno ad annullarsi verso il raggio esterno del volano. Il grafico ottenuto per gli sforzi radiali (figura 2.12), è identico a quello ottenuto per via teorica, si arriva in entrambi i casi al valore massimo di circa 200 [Mpa] per , mentre, a differenza del caso teorico, non si ha l’annullamento nell’interfaccia tra mozzo e albero. Figura 2.12: Grafico degli sforzi radiali nella sezione dell’albero e del mozzo [MPa]
  • 23. 23 CAPITOLO 3 Risultati su Ansys Andando ad individuare per via grafica due nodi appartenenti alla zona di contatto (nodo 42 e nodo 562), che in condizioni statiche risultano coincidenti, dopo aver applicato la velocità di rotazione di distacco, i due si allontanano radialmente (in direzione orizzontale x) di una quantità pari a: Dove il nodo 42 appartiene all’albero, mentre il nodo 562 appartiene al volano; è possibile determinare in questo modo l’interferenza: ( ) Come verifica sono stati analizzati altri due nodi, situati in questo caso nella zona centrale di contatto (nodo 54 dell’albero e 662 del volano), per verificare ancora una volta l’interferenza: Con interferenza: ( ) Si ottiene quindi praticamente la stessa interferenza precedente. Ponendo a confronto questa con quella teorica imposta come input ( 0.2286 [mm] = 228.6 [μm]) si ha una differenza di circa 3.4 [μm], praticamente trascurabile. Ciò significa che con la velocità di rotazione si raggiunge il distacco tra albero e mozzo. Per quanto riguarda le sollecitazioni equivalenti, i valori massimi vengono raggiunti nell’interfaccia albero/mozzo, secondo la teoria, quindi quando r = Rint; allora anche in
  • 24. 24 questo caso si analizzano gli sforzi agenti sui nodi a contatto e, in particolare, nei nodi 54 e 662 si ha: Il nodo 662, appartenente al volano, risulta quello più sollecitato. Si può confermare che risulta inferiore alla sollecitazione ammissibile, considerata uguale a quella di snervamento: Ciò significa che non avviene snervamento. Analizzando l’intero blocco di dati si scopre però che non è il nodo più sollecitato; il nodo 619 appartenente al volano raggiunge una sollecitazione equivalente massima pari a: Quindi in quel punto si ha lo snervamento del materiale. Tutti gli andamenti degli spostamenti e delle sollecitazioni sono illustrati qui in seguito per avere un ottica migliore della soluzione. Figura 3.1: Immagine linee della struttura
  • 25. 25 Figura 3.2: Immagine mesh della struttura (prima del carico) Figura 3.3: Immagine mesh della struttura (dopo il carico)
  • 26. 26 Figura 3.4: Immagine mesh della struttura deformata Figura 3.5: Andamento spostamenti nodali in [m]
  • 27. 27 Figura 3.6: Andamento spostamenti nodali in direzione x in [m] Figura 3.7: Andamento spostamenti nodali in direzione y in [m]
  • 28. 28 Figura 3.8: Andamento sforzi nodali calcolati con Von Mises in [Pa] Figura 3.9: Andamento sforzi nodali in [Pa]
  • 29. 29 Figura 3.10: Andamento sforzi nodali circonferenziali in [Pa] Figura 3.11: Andamento sforzi nodali radiali in [Pa]
  • 30. 30 Figura 3.12: Andamento sforzi sugli elementi in [Pa] Figura 3.13: Andamento sforzi sugli elementi calcolati con Von Mises, in [Pa]
  • 31. 31 Figura 3.14: Immagine pressione di contatto in [Pa] Figura 3.15: Immagine del contatto
  • 32. 32 Figura 3.16: Andamento delle forze Fx Figura 3.17: Andamento delle forze Fy
  • 33. 33 CONCLUSIONI Dopo aver compiuto un’attenta analisi dei tre sistemi di calcolo, si può affermare come la trattazione teorica semplifichi una condizione reale. In via di massima i risultati ottenuti sono gli stessi per tutti e tre i casi, si notano particolari differenze numeriche nel confronto con Ansys, che potrebbero essere sorte per imprecisioni di natura compilativa nell’utilizzo del software. Risultati numerici Parametri determinati Teorico Matlab Ansys [mm] [mm] [mm] 0.2286 0.2286 [MPa] 5.08 603.9 / [MPa] 0 16.9 / [MPa] 5.08 587.0 La comparazione grafica tra Matlab e Ansys potrebbe trarre in inganno: il numero di elementi utilizzati per realizzare la struttura su Ansys sono di numero differente rispetto a Matlab. Altra differenza è la dimensione dei singoli elementi: su Ansys si ha una volontaria concentrazione di elementi nell’interfaccia tra albero e mozzo per permettere di ottenere risultati più accurati nella zona di contatto, cosa che non avviene su Matlab, nella quale tutti hanno una stessa dimensione costante. Ciò significa che la risoluzione grafica è ben differente e gli andamenti ottenuti con Ansys tendono a diventare discontinui e meno accurati man mano che ci si allontana dalla zona di contatto, mentre su Matlab si ha una distribuzione più omogenea. Il confronto dei grafici ottenuti però evidenziano che con Ansys si ottengono valori elevati delle sollecitazioni radiali agli estremi del mozzo (per r=Rint e r=Rest):
  • 35. 35 In realtà, al momento del distacco, si dovrebbe ottenere uno sforzo radiale come segue: Quindi che si annulli nei due valori estremi del raggio. Un confronto simile lo si può effettuare per gli spostamenti radiali; con Ansys si è ottenuto: 0 100 200 300 400 500 600 40 60 80 100 120 140 160 180 200 Ϭr[MPa] raggio r [mm] Andamento sollecitazione radiale
  • 36. 36 Mentre con Matlab il seguente andamento: In un caso gli spostamenti lungo la sezione dell’albero sono circa nulli (caso Matlab), nell’altro invece possiedono un valore non trascurabile e nello specifico di segno negativo (su Ansys). Le due considerazioni potrebbero portare alla conclusione del fatto che, secondo il calcolo eseguito mediante Ansys, i due componenti fisici siano ancora forzati, avendo quindi un valore di pressione che agisce sia nell’albero che nel mozzo per compressione, dovuto all’interferenza.