EXPO: un grande evento sul cibo e l'alimentazione ha la necessità di essere analizzato con occhi "diversi". L'antropologo luca Ciurleo, nella sua relazione narra l'importanza di alcuni archetipi, mentre Ilaria Bonelli descrive l'alimentazione ed il contesto ossolano. Samuel Piana tratta, invece, EXPO come un evento da cui l'Italia deve poter trarre le maggiori ricadute economiche possibili.
Alcuni schemi e dati sono stati tratti da Una ricerca della camera di commercio di milano dell'ottobre 2013 oppure dal recentissimo incontro annuale di Federalberghi organizzato a Como il 15-17 maggio 2015
A lesson about history of spices and beverages between Roman time and XVIII century, simplyfied from the F. Antinucci's essay " Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso" (Laterza, 2014).
Globalizzazione e contaminazione tra gli stili alimentariFree Your Talent
Project work a cura degli studenti del Master in Food & beverage Management 2019-2020 Francesca Ciucci, Maria Eugenia D’Orazio, Marco Pizzuto, Paola Ricco Galluzzo e Stefano Zago
Cooking with a melting-pot: cosa nasconde un semplice piatto?Francesco Cambi
La cucina, come il linguaggio, si compone di simboli, codici, di una sintassi sensoriale e di collegamenti concettuali che includono i discorsi sul cibo portati avanti nella società, nei mass media o nel privato, tra commensali a tavola.
La cultura enogastronomica ha infatti l'ambizione di essere un sistema capace di mettere in relazione individui di luoghi, caratteristiche e persino epoche diverse. E' proprio l'unione di questa caratteristica - chiamata intersomaticità - con la natura soggettiva del gusto (“de gustibus non disputandum est”) che va a costituire un’unica sfera socio-culturale, fatta di ogni tipo di atto comunicativo prodotto tra i fornelli, in cucina, nelle pratiche commensali, per la scelta degli alimenti, nei discorsi letterari, cinematografici, mediatici, pittorici, pubblicitari, di marketing…
Si fa presto a dire tradizione - corso giornalisti 21 maggio 2016 CrevoladossolaLandexplorer
Durante il corso di formazione continua per giornalisti intitolato "Si fa presto a dire tradizione" i relatori Prof. Battista Saiu, Dott. Luca Ciurleo ed il dott. Samuel Piana ha affrontato il tema della tradizione, dei riti tradizionali e e della cucina tradizionale da diversi punti di vista antropologici e di marketing territoriale. Dimostrando come questo valore indentitario viene sentito fortemente dalle comunità, ma anche e soprattutto dalle grandi e piccole aziende italiane in nome del made in italy. Anche il rapporto tradizione e globalizzazione e quindi folklore e fakelore diventano molto interessanti se letti come fenomeni che si intrecciano e si uniscono...non come poli opposti!
EXPO: un grande evento sul cibo e l'alimentazione ha la necessità di essere analizzato con occhi "diversi". L'antropologo luca Ciurleo, nella sua relazione narra l'importanza di alcuni archetipi, mentre Ilaria Bonelli descrive l'alimentazione ed il contesto ossolano. Samuel Piana tratta, invece, EXPO come un evento da cui l'Italia deve poter trarre le maggiori ricadute economiche possibili.
Alcuni schemi e dati sono stati tratti da Una ricerca della camera di commercio di milano dell'ottobre 2013 oppure dal recentissimo incontro annuale di Federalberghi organizzato a Como il 15-17 maggio 2015
A lesson about history of spices and beverages between Roman time and XVIII century, simplyfied from the F. Antinucci's essay " Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso" (Laterza, 2014).
Globalizzazione e contaminazione tra gli stili alimentariFree Your Talent
Project work a cura degli studenti del Master in Food & beverage Management 2019-2020 Francesca Ciucci, Maria Eugenia D’Orazio, Marco Pizzuto, Paola Ricco Galluzzo e Stefano Zago
Cooking with a melting-pot: cosa nasconde un semplice piatto?Francesco Cambi
La cucina, come il linguaggio, si compone di simboli, codici, di una sintassi sensoriale e di collegamenti concettuali che includono i discorsi sul cibo portati avanti nella società, nei mass media o nel privato, tra commensali a tavola.
La cultura enogastronomica ha infatti l'ambizione di essere un sistema capace di mettere in relazione individui di luoghi, caratteristiche e persino epoche diverse. E' proprio l'unione di questa caratteristica - chiamata intersomaticità - con la natura soggettiva del gusto (“de gustibus non disputandum est”) che va a costituire un’unica sfera socio-culturale, fatta di ogni tipo di atto comunicativo prodotto tra i fornelli, in cucina, nelle pratiche commensali, per la scelta degli alimenti, nei discorsi letterari, cinematografici, mediatici, pittorici, pubblicitari, di marketing…
Si fa presto a dire tradizione - corso giornalisti 21 maggio 2016 CrevoladossolaLandexplorer
Durante il corso di formazione continua per giornalisti intitolato "Si fa presto a dire tradizione" i relatori Prof. Battista Saiu, Dott. Luca Ciurleo ed il dott. Samuel Piana ha affrontato il tema della tradizione, dei riti tradizionali e e della cucina tradizionale da diversi punti di vista antropologici e di marketing territoriale. Dimostrando come questo valore indentitario viene sentito fortemente dalle comunità, ma anche e soprattutto dalle grandi e piccole aziende italiane in nome del made in italy. Anche il rapporto tradizione e globalizzazione e quindi folklore e fakelore diventano molto interessanti se letti come fenomeni che si intrecciano e si uniscono...non come poli opposti!
1. L’ARTE DA ASSAGGIARE
progetto realizzato da Silvia Bosio per la manifestazione
«E se... la storia fosse cibo» progettata da Francesco Marino
2. Secondo i futuristi la cucina riveste un
ruolo molto importante nella vita delle
persone,
(del resto Carlo
Carrà, nel 1913, scrisse proprio il
Manifesto della pittura di suoni rumori e
odori); nel Manifesto è scritto ...Pur
riconoscendo che uomini nutriti male o
grossolanamente hanno realizzato cose
grandi nel passato, noi affermiamo questa
verità: si pensa si sogna e si agisce
secondo quel che si beve e si mangia...
tanto da dover essere equiparata
alle arti più 'nobili', come la letteratura
e le arti figurative
Secondo il Manifesto, affinché il popolo
i t a l i a n o v i n c a q u e s t a f u t u r a
conflagrazione è
, assurda religione
gastronomica italiana accusata di
contrastare collo spirito vivace e
coll'anima appassionata generosa intuitiva
dei napoletani [...] Nel mangiarla essi
sviluppano il tipico scetticismo ironico e
sentimentale che tronca spesso il loro
entusiasmo.
necessaria l'abolizione
della pastasciutta
A rileggere oggi il manifesto gastronomico futurista,
si
intuisce che alcuni dei suggerimenti di Marinetti
hanno trovato applicazione: esempi ne sono
l'integrazione dei cibi con additivi e conservanti, o
l'adozione in cucina di strumenti tecnologici per
tritare, polverizzare ed emulsionare. Le ricette che
apparivano allora rivoluzionarie furono, in alcuni
casi, un'anticipazione della Nouvelle cuisine
all'italiana tra gli anni sessanta e
scritto interamente da Filippo Tommaso Marinetti,
... La creazione dei e cangianti che contengano dieci,
venti sapori da gustare in pochi attimi. Questi bocconi avranno nella cucina
futurista la funzione analogica” immensificante” che le immagini hanno nella
letteratura. , lo
svolgersi di una passione amorosa o un intero viaggio nell'Estremo Oriente.
bocconi simultanei
Un dato boccone potrà riassumere una intera zona di vita
3. "Contrariamente alle critiche lanciate e quelle prevedibili, la rivoluzione cucinaria futurista, si propone lo scopo alto nobile ed utile a
tutti di modificare radicalmente l'alimentazione della nostra razza, fortificandola, dinamizzandola e spiritualizzandola con nuovissime
vivande in cui l'esperienza, l'intelligenza e la fantasia sostituiscano economicamente la qualità, la banalità, la ripetizione e il costo.
Questa nostra cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità, sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti
pazzesca e pericolosa: essa invece vuole finalmente creare un'armonia tra il palato degli uomini e la loro vita di oggi e di domani.
Nasce con noi futuristi la prima cucina umana, cioè l'arte di alimentarsi (...)." Marinetti
4. IL NOVECENTO
Magritte,nello «Stregone»
del 1951 rappresenta una
intesi potente dell’atto
magico d, ferino e rituale
del nutrirsi. Il pittore belga
ritrae se stesso seduto ad
una tavola imbandita (un
pezzo di pane, un bicchiere
di vino e una pietanza)
officiare il rito ancestrale e
quotidiano del pranzo.
Il XX secolo si può dividere in due fasi: prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. la
prima fase è da considerarsi una prsecuzione dell’Ottocento, anche se i progressi
tecnici e dei trasporti favorirono alcuni fenomeni (nuovi metodi di conservazione,
disponibilità di prodotti tropicali o di frutta e verdura fuori stagione.
La seconda fase vede delle trasformazioni più importanti, prima fra tutte la
Globalizzazione delle abitudini. Con questa sono nati «nuovi alimenti» quali gli
omogenizzati, i surgelati, stuzzichini, snack, cibi funzional, ecci...che mirano a
soddisfare consumatori sempre più esigenti.
Gli anni del boom economico postbellico (1950-1960) portarono in
ogni casa il frigorifero, il forno,la cucina a gas, gli elettrodomestici
multi uso, e di conseguenza si modificò profondamente i modo di
cucinare. L’entrata della donna nel mondo del lavoro ha poi
sconvolto i ritmi della vitafamiliare, col risultato di avere sempre
meno tempo da dedicare alla cucina. Ecco quindi che il modo di
mangiare subisce un cambiamento, diventando più rapido, e fanno
la loro comparsa cibi che prima erano considerati troppo costosi e
poco “gastronomici”, come la fettina di bovino o il petto di pollo ai
ferri.
5. GL BALIZZAZIONE
PPOART
Magnificare la banalità del quotidiano,svelandone la bellezza nascosta fu anchebuna
delle sfide raccolta dalla pop art. Andy Warhol con la Pop Art stabilisce la connessione
tra arte e mass media con più determinazione di ogni altro artista
contemporaneo,celebrando la merce, i consumi e l’opulenza di massa. Nella «Zuppa
Campbell» (1964) o nelle «bottiglie di Coca Cola», sorprende l’irrilevanza del motivo e
l’impersonalità dell’esecuzione come nella globalizzazione, anche l’arte diventa un
prodotto privo di riferimenti locali (international style)
6. Oggi i nostri pasti si vanno sempre più semplificando, sempre
più spesso il pranzo è uno spuntino, si può scegliere tra
hamburger, pizzette o panini al bar. I pranzi importanti, quelli
con tante portate e piatti raffinati, sono ormai riservati alle
occasioni particolari.
Claes Oldenburg (1929) ingigantisce oggetti banali come tubetti di
dentifricio, gelati,ecc. per dimostrare come la società si basa su cose
banali e materiali.
La sua ricerca artistica si concentra sul consumismo nella società
americana contemporanea soprattutto per quanto riguarda quello
legato al cibo. Realizza enormi sculture in gesso dipinto raffiguranti
gelati, hot-dog e quant'altro l'ipernutrita popolazione americana
Il cibo, in quanto oggetto di consumo, si carica, nell'opera di
Oldenburg, di un'accezione di orrido, perché viene svalutato del
suo ruolo primario e ridotto a prodotto commerciale.
Importante è la scelta dei soggetti: sono tutti prodotti, alimentari e
non, facilmente rintracciabili in qualunque negozio del quartiere;
egli pone quindi l'accento, come tutti gli esponenti della pop art,
sulla società di massa contemporanea ricorrendo un linguaggio
facilmente comprensibile da chiunque per quanto riguarda i
soggetti, oggetti di uso comune e quotidiano,
7. Le ragioni di detti improvvisi cambiamenti sono da ricercare nell’aumento della ricchezza
che si è avuto nella società industriale e nella conseguente modificazione degli stili di vita,
sempre più frenetici. La vita stressante che l’uomo oggi conduce ha costretto all'adozione
di un'alimentazione mordi e fuggi: ciò ha portato ad un consumo sempre maggiore di cibi
elaborati contenenti farina bianca, zuccheri semplici e raffinati, e grassi di origine animale.
C’è stata inoltre una parallela e notevole riduzione dei consumo di legumi, verdura e
frutta.
8. Ma lo sapete che l’arte si può anche mangiare?
In questo caso l’arte non si offre più solo allo sguardo, ma anche altatto e alle
papille gustative. Nel 1961 l’artista Daniel Spoerri, partecipò allo sviluppo
della corrente artisticadella Eat Art, dove le creazioni andavano a mettere in
evidenza il cibo e le nostre attitudini alimentari. Trasformò una drogheria in
galleria, dove si comprava del cibo etichettato “attenzione opera d’arte”.
Alcuni anni dopo apriva il Restaurant Spoerri, dove venivano serviti piatti
bizzarri, quanto orripilanti: ragù di pitone, bistecca di proboscide, formiche
alla griglia...
«L’uomo che mangia gli
spaghetti» e «Vucciria»,
due capolavori di
Guttuso, entrambi
pervasi da un crudo
realismo. Sembra di
stare al mercato e
sentire il vocio e la
cantilena dei
«vanniaturi» del celebre
mercato palermitano.
Mentre nell’altra opera
l’uomo è intento e
famelico nel consumare
il suo pasto.
9. Il modo di mangiare dell'uomo nei secoli è decisamente mutato: ma fino al XIX secolo
non esistevano rilevanti differenze negli alimenti delle diverse popolazioni della Terra.
Il vero cambiamento non è quello avvenuto dalla preistoria fino all’ottocento, ma è
quello avvenuto negli ultimi duecento anni, in cui le tecnologiealimentari hanno mutato
profondamente il nostro modo dimangiare! Con il progresso rapidissimo che si è
avuto, l’alimentazione è cambiata radicalmente, con l’uso di cibi sempre più elaborati
e sempre meno naturali. Tutto ciò èavvenuto molto rapidamente, nel giro di pochi
decenni.
Si chiamano FoodScapes, paesaggi alimentari, la opere di Karl Warner, create con
frutta, dolci, verdure e salumi.Non sono dipinti, ma realizzati con cibo vero, utilizzati
spesso per le campagne pubblicitarie.
Nel 1964, Errò, straordinario interprete della pop art. Le forme degli alimenti, più volte
ripetute ossessivamente all'interno dell'opera, propongono il cibo, non più come frutto
naturale e imperfetto di un processo naturale e artigianale, ma invece come risultato
di un processo standardizzato e "meccanico" di un processo industriale.
L'affollamento ossessivo degli alimenti rievoca l'esposizione moderna di un
supermercato, luogo strategico della società dei consumi. Un'opera d'arte tanto bella
quanto intelligente e fortemente critica.
Nel Novecento si assiste sia a un enorme incremento della produzione agricola,
sia al netto miglioramento delle tecniche di conservazione (inscatolamento,
surgelazione, liofilizzazione, etc.), sia a un deciso sviluppo dei sistemi di
trasporto, fenomeni tutti che hanno determinato una grande abbondanza di cibo
e la possibilità di consumo di alimenti prodotti in luoghi lontanissimi, con un
superamento della stagionalità.