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dell’ambiente e
della informazione ambientale
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana:
controllo della balneazione, attività di laboratorio e
comunicazione
Pisa, 15 giugno 2016
La Direttiva 2006/7/CE, entrata in vigore il 15 febbraio
2006, è stata recepita nel nostro Paese con il DLvo 30
maggio 2008, n. 116. Successivamente, è stata attuata
con il Decreto del 30 marzo 2010 (Gazzetta Ufficiale
n. 97, 24 maggio 2010) che definisce i criteri per
determinare il divieto di balneazione e le specifiche
tecniche per l’attuazione del DLvo di cui sopra.
I parametri da monitorare per quanto riguarda il monitoraggio delle
acque di balneazione sono soltanto due, rispetto ai 17 della precedente
Direttiva. Si tratta di due parametri microbiologici, enterococchi
intestinali e Escherichia coli. La loro selezione, soprattutto degli
enterococchi intestinali, deriva da un esame effettuato da parte di
esperti dell’OMS degli studi epidemiologici disponibili
sull’associazione tra qualità delle acque di balneazione e patologie nei
bagnanti. Gli enterococchi intestinali sono risultati gli indicatori che
meglio correlano con episodi di gastroenteriti, che sono a loro volta le
patologie più frequentemente riportate in acque di balneazione
fecalmente contaminate.
Stati membri garantiscono che l'analisi della qualità delle
acque di balneazione sia effettuata secondo i metodi di
riferimento specificati nell'allegato I della direttiva e le
regole di cui all'allegato V. Tuttavia, gli Stati membri
possono consentire l'applicazione di metodi o regole
alternativi, purché essi possano dimostrare che i risultati
ottenuti sono equivalenti a quelli ottenuti applicando i
metodi specificati nell'allegato I e le regole di cui
all'allegato V. Gli Stati membri che consentono
l'applicazione di detti metodi o regole equivalenti
forniscono alla Commissione tutte le informazioni
pertinenti sui metodi o le regole applicate e sulla loro
equivalenza.
Decreto 30 marzo 2010
Definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione,
nonche' modalita' e specifiche tecniche per l'attuazione del decreto
legislativo 30 maggio 2008, n. 116, di recepimento della direttiva
2006/7/CE, relativa alla gestione della qualita' delle acque di
balneazione. (10A06405)
(G.U. Serie Generale , n. 119 del 24 maggio 2010)
ART 2
3. Il Ministero della salute consente l'applicazione di metodi
alternativi a quelli di riferimento, specificati all'allegato I, purche'
sia dimostrato che tali metodi rispondano a quanto previsto dalla
regola tecnica UNI/ISO 17994 sulla equivalenza dei metodi
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Enterococchi intestinali
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E. Coli
ISO 9308-3 o ISO 9308-1
I due nutrienti-indicatori, ONPG and MUG,
costituiscono la fonte principle di carbonio che può
essere metobolizzata dall’enzima β-galactosidasi dei
coliformi e dall’enzima β-glucuronidasi di E. coli.
Il test Colilert® IDEXX è usato in tutto il mondo per il
rilevamento di coliformi ed E. coli. Grazie alla tecnologia
a substrato definito (Defined Substrate Technology®,
DST®) brevettata, Colilert
I coliformi metobolizzano il
substrato ONPG mediante
l’enzima β-galactosidase. La
reazione è evidenziata da
colorazione gialla.
Escherichia coli, idrolizzando il 4-
metilumbelliferil-β-D-glucuronide
(MUG), produce fluorescenza nei
pozzetti
Gli enterococchi intestinali,
idrolizzando il 4-metilumbelliferil-
β-D-glucoside, producono
fluorescenza nei pozzetti
PRELIEVO EFFETTUTO DAI
DIPARTIMENTI COMPETENTI
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La Direttiva 2006/7/CE del 15 febbraio 2006 richiede che la
valutazione e la classificazione delle acque di balneazione siano
condotte sulla base dei dati di monitoraggio riguardanti le
densità di indicatori di qualità microbiologica, ma richiede
comunque alle autorità competenti di garantire un’adeguata
qualità delle acque e di adottare le misure di gestione necessarie
per prevenire esposizioni pericolose per i bagnanti anche in
relazione a fattori di rischio diversi dagli agenti microbiologici
Tra i principali fattori di rischio vanno annoverati i
cianobatteri, un gruppo di microrganismi fotosintetici
distribuiti in tutto il pianeta.
Nei corpi idrici superficiali eutrofici possono raggiungere
densità molto elevate, formare fioriture e schiume. Molte specie
di cianobatteri sono in grado di produrre una varietà di tossine e
dare luogo a effetti sanitari di rilievo anche a seguito di attività
di balneazione. Nel Decreto attuativo del DLvo 30 maggio
2008, n. 116 vengono fornite le linee guida per la gestione di
questo tipo di rischio nelle acque di balneazione.
Le acque costiere possono essere interessate da fioriture di
alghe marine. Sono note circa alcune decine di specie algali
marine in grado di produrre tossine. Tuttavia, il principale
rischio sanitario associato a queste tossine deriva dal consumo
di prodotti ittici, in particolare molluschi, nei quali possono
raggiungere livelli particolarmente elevati. Non sono invece
noti casi di intossicazione nei bagnanti dovuti ad ingestione di
acqua durante le attività di balneazione in acque interessate
dalla presenza di alghe tossiche marine. È anche improbabile
che nel volume d’acqua involontariamente o accidentalmente
ingerito (si fa riferimento in termini cautelativi a 100 ml)
vengano raggiunte dosi sufficienti per causare effetti tossici.
In alcune aree del Mediterraneo, compresi molti tratti del
litorale italiano, sono stati segnalati casi di disturbi alle prime
vie respiratorie e talvolta stati febbrili nei bagnanti che
stazionavano sulla spiaggia, associati in via ipotetica a fioriture
dell’alga bentonica Ostreopsis ovata. In alcuni casi è stato fatto
anche ricorso a cure ospedaliere. Al fine di prevenire episodi
analoghi, su iniziativa del Ministero della Salute, un gruppo di
esperti ha predisposto specifiche linee guida, alle quali viene
fatto riferimento nel Decreto attuativo del DLvo 30 maggio
2008, n. 116.
La possibilità di contrarre patologie a seguito dell’assunzione di
contaminanti chimici presenti nelle acque di balneazione è in
generale trascurabile. Infatti, i contaminanti che raggiungono il
mare o un lago sono soggetti a forti diluizioni. Inoltre, sulla base
delle loro caratteristiche chimico-fisiche, possono essere
assorbiti ai sedimenti se liposolubili e/o degradati attraverso
reazioni abiotiche (idrolisi, fotolisi) o dai microrganismi
presenti. Eventuali specifiche fonti di contaminazione
dovrebbero comunque essere individuate nel profilo delle acque
di balneazione e così tenute sotto controllo da parte delle autorità
competenti per territorio. Direttiva europea su acque di
balneazione 1
Il monitoraggio delle aree a rischio di fioritura di Ostreopsis
ovata (art. 3 DM 30/03/2010) verrà attuato nei punti indicati in
all. 4 DDRT 412/2016 e così sinteticamente riportati:
• in Comune di Massa (MS): OST-MS1, OST-MS2, OST-MS3
e OST-MS5;
• in Comune di Pisa (PI): OST-PI1, OST-PI2 e OST-PI3;
• in Comune di Livorno (LI): OST-LI6.
Verrà garantito altresì il controllo durante la stagione di altre
ventuali aree, che dovessero risultare a sospetto rischio a
seguito di segnalazioni sanitarie o di ispezioni visive
In attesa del recepimento normativo delle nuove Linee Guida
pubblicate, a fine 2014, dall’Istituto Superiore di Sanità
(Rapporti ISTISAN 14/19 - “Ostreopsis Cf ovata: linee guida
per la gestione delle fioriture negli ambienti marino costieri in
relazione alla balneazione e altre attività ricreative”), verrà
effettuato il solo controllo ed analisi delle concentrazioni in
colonna d'acqua (cell/l) di O. ovata, corredato delle necessarie
misure in campo
I prelievi vengono programmati ed effettuati di concerto fra i
Dipartimenti competenti di Massa Carrara, Pisa e Livorno, il Settore
Mare e la UO Biologia di AV Costa, mantenendo la frequenza
dimonitoraggio della stagione 2015 (mensile a giugno e settembre, ogni
10 giorni a luglio e agosto), in sintonia con quanto indicato nelle nuove
linee guida, per un totale di 8 controlli.
Tutti i risultati del monitoraggio di Ostreopsis ovata, una volta inseriti
in ARPALab, vengono resi disponibili attraverso la banca dati del
SIRA, consultabile all’indirizzo
http://sira.arpat.toscana.it/apex/f?p=118:1:4261777204111473::NO.
In attesa del recepimento normativo delle nuove Linee Guida, si
mantiene anche per il 2016, a scopo cautelativo, la disposizione che, in
caso di fioritura di O. ovata con concentrazioni nella colonna d'acqua
superiori a 10.000 cell/l (All. C del DM 30/03/2010), il laboratorio
invii una comunicazione al Comune, alla Regione, al Ministero della
salute, all’IZS, alla Capitaneria di Porto e alla ASL competente per
territorio.
La comunicazione è effettuata via PEC e deve riportare il sito
interessato dalla fioritura, la data del campionamento, il valore di
concentrazione (cell/l) di O. ovata, la temperatura (°C) dell'acqua
di mare ed il riferimento alla banca dati di ARPAT (SIRA), insieme
ad una nota di rimando al mutato quadro di valutazione e gestione
del rischio previsto dalle nuove linee guida.
Al fine di tenere conto delle evidenze scientifiche delle nuove Linee
Guida (Rapporti ISTISAN 14/19), alla comunicazione è allegata la
nota informativa concordata con le ASL
La comunicazione deve essere anche notificata via freedocs (e per
e-mail) alla Direzione tecnica, al settore Comunicazione formazione
e documentazione ed al Dipartimento competente.
Analoga comunicazione deve essere inviata anche nel momento in
cui le concentrazioni nellancolonna d'acqua scendono sotto 10.000
cell/l nei controlli successivi alla fioritura nel medesimo sito.
Facsimile di nota: “In attesa del recepimento normativo, si segnala
che secondo quanto pubblicato in Rapporti ISTISAN14/19
(Ostreopsis Cf ovata: linee guida per la gestione delle fioriture negli
ambienti marino costieri in relazione alla balneazione e altre attività
ricreative) la fase routinaria, in cui il rischio sanitario è considerato
trascurabile e non necessita alcuna misura di intervento, comprende
anche situazioni con presenza di densità fino a 30.000 cell/L in
colonna d’acqua se le condizioni ambientali e metereologiche
garantiscono un periodo prolungato (7-10 giorni) con sufficiente
idrodinamismo e le temperature delle acque sono inferiori a quelle
ottimali di fioritura
INFORMAZIONE AI CITTADINI SULLA PROBLEMATICA
DELLE FIORITURE DI O. OVATA10
Ostreopsis cf. ovata è un’alga microscopica unicellulare presente in
Italia in molte acque costiere
con fondali a prevalente natura rocciosa.
La sua proliferazione è legata essenzialmente a fattori climatici e
idrodinamici quali:
• condizioni meteo-marine stabili (alta pressione atmosferica);
• moto ondoso ridotto (presenza di scogliere naturali o artificiali);
• temperatura dell’acqua relativamente elevata.
I segni caratteristici del fenomeno osservabili a occhio nudo, sono:
• formazione sott’acqua di una pellicola brunastra dall’aspetto
membranoso e gelatinoso sugli
scogli e su tutto ciò che si trova sul fondo;
• presenza di aggregati brunastri (fiocchi e/o filamenti) di
consistenza gelatinosa in
sospensione; in superficie tali aggregati possono talvolta presentarsi
sotto forma di schiume
di color bruno-rossiccio;
• talvolta opalescenza dell’acqua.
Durante la fioritura, si possono verificare disturbi respiratori e
irritazioni oculari e cutanee sia per esposizione ad aerosol (in
condizioni di forte vento dal mare o di moto ondoso forte) contenente
l’alga o suoi frammenti, che per contatto diretto con le acque di
balneazione.
Nei casi verificatesi, gli effetti riportati non sono stati mai gravi e
hanno mostrato di essere reversibili per lo più entro poche ore. Non
sono stati invece riportati casi di intossicazione associati a consumo di
prodotti ittici o ingestione di acque interessate da fioriture di O. cf.
ovata.
Questo problema è seguito con attenzione da enti e organi istituzionali
preposti, attraverso specifici piani di monitoraggio e sorveglianza
sanitaria.
Per conoscere i risultati del monitoraggio ambientale di O. ovata nei
punti a rischio del litorale toscano consultare anche le pagine ARPAT
all’indirizzo internet
http://www.arpat.toscana.it/temiambientali/acqua/balneazione/ostreopsis-
ovata/il-monitoraggio-di-ostreopsis-ovata .
http://www.arpat.toscana.it/temi-
ambientali/acqua/balneazione/dati
-del-monitoraggio

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Arpat: qualità delle acque di balneazione e attività del laboratorio biologico

  • 1. Incontri di aggiornamento professionale per giornalisti sui temi dell’ambiente e della informazione ambientale L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana: controllo della balneazione, attività di laboratorio e comunicazione Pisa, 15 giugno 2016
  • 2. La Direttiva 2006/7/CE, entrata in vigore il 15 febbraio 2006, è stata recepita nel nostro Paese con il DLvo 30 maggio 2008, n. 116. Successivamente, è stata attuata con il Decreto del 30 marzo 2010 (Gazzetta Ufficiale n. 97, 24 maggio 2010) che definisce i criteri per determinare il divieto di balneazione e le specifiche tecniche per l’attuazione del DLvo di cui sopra.
  • 3. I parametri da monitorare per quanto riguarda il monitoraggio delle acque di balneazione sono soltanto due, rispetto ai 17 della precedente Direttiva. Si tratta di due parametri microbiologici, enterococchi intestinali e Escherichia coli. La loro selezione, soprattutto degli enterococchi intestinali, deriva da un esame effettuato da parte di esperti dell’OMS degli studi epidemiologici disponibili sull’associazione tra qualità delle acque di balneazione e patologie nei bagnanti. Gli enterococchi intestinali sono risultati gli indicatori che meglio correlano con episodi di gastroenteriti, che sono a loro volta le patologie più frequentemente riportate in acque di balneazione fecalmente contaminate.
  • 4. Stati membri garantiscono che l'analisi della qualità delle acque di balneazione sia effettuata secondo i metodi di riferimento specificati nell'allegato I della direttiva e le regole di cui all'allegato V. Tuttavia, gli Stati membri possono consentire l'applicazione di metodi o regole alternativi, purché essi possano dimostrare che i risultati ottenuti sono equivalenti a quelli ottenuti applicando i metodi specificati nell'allegato I e le regole di cui all'allegato V. Gli Stati membri che consentono l'applicazione di detti metodi o regole equivalenti forniscono alla Commissione tutte le informazioni pertinenti sui metodi o le regole applicate e sulla loro equivalenza.
  • 5. Decreto 30 marzo 2010 Definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione, nonche' modalita' e specifiche tecniche per l'attuazione del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 116, di recepimento della direttiva 2006/7/CE, relativa alla gestione della qualita' delle acque di balneazione. (10A06405) (G.U. Serie Generale , n. 119 del 24 maggio 2010) ART 2 3. Il Ministero della salute consente l'applicazione di metodi alternativi a quelli di riferimento, specificati all'allegato I, purche' sia dimostrato che tali metodi rispondano a quanto previsto dalla regola tecnica UNI/ISO 17994 sulla equivalenza dei metodi microbiologici.
  • 6. Enterococchi intestinali ISO 7899-1 o ISO 7899-2 E. Coli ISO 9308-3 o ISO 9308-1
  • 7. I due nutrienti-indicatori, ONPG and MUG, costituiscono la fonte principle di carbonio che può essere metobolizzata dall’enzima β-galactosidasi dei coliformi e dall’enzima β-glucuronidasi di E. coli. Il test Colilert® IDEXX è usato in tutto il mondo per il rilevamento di coliformi ed E. coli. Grazie alla tecnologia a substrato definito (Defined Substrate Technology®, DST®) brevettata, Colilert
  • 8. I coliformi metobolizzano il substrato ONPG mediante l’enzima β-galactosidase. La reazione è evidenziata da colorazione gialla.
  • 9. Escherichia coli, idrolizzando il 4- metilumbelliferil-β-D-glucuronide (MUG), produce fluorescenza nei pozzetti
  • 10. Gli enterococchi intestinali, idrolizzando il 4-metilumbelliferil- β-D-glucoside, producono fluorescenza nei pozzetti
  • 11.
  • 12.
  • 13.
  • 14. PRELIEVO EFFETTUTO DAI DIPARTIMENTI COMPETENTI INVIO AL LABORATORIO TRAMITE CORRIERE DEDICATO INIZIO ANALISI AL MASSIMO ENTRO 24 H DAL PRELIEVO INVIO TEMPESTIVO DEI RISULTATI DIRETTAMENTE DAL LABORATORIO E PUBBLICAZIONE SUL SITO DEGLI STESSI
  • 15. La Direttiva 2006/7/CE del 15 febbraio 2006 richiede che la valutazione e la classificazione delle acque di balneazione siano condotte sulla base dei dati di monitoraggio riguardanti le densità di indicatori di qualità microbiologica, ma richiede comunque alle autorità competenti di garantire un’adeguata qualità delle acque e di adottare le misure di gestione necessarie per prevenire esposizioni pericolose per i bagnanti anche in relazione a fattori di rischio diversi dagli agenti microbiologici
  • 16. Tra i principali fattori di rischio vanno annoverati i cianobatteri, un gruppo di microrganismi fotosintetici distribuiti in tutto il pianeta. Nei corpi idrici superficiali eutrofici possono raggiungere densità molto elevate, formare fioriture e schiume. Molte specie di cianobatteri sono in grado di produrre una varietà di tossine e dare luogo a effetti sanitari di rilievo anche a seguito di attività di balneazione. Nel Decreto attuativo del DLvo 30 maggio 2008, n. 116 vengono fornite le linee guida per la gestione di questo tipo di rischio nelle acque di balneazione.
  • 17. Le acque costiere possono essere interessate da fioriture di alghe marine. Sono note circa alcune decine di specie algali marine in grado di produrre tossine. Tuttavia, il principale rischio sanitario associato a queste tossine deriva dal consumo di prodotti ittici, in particolare molluschi, nei quali possono raggiungere livelli particolarmente elevati. Non sono invece noti casi di intossicazione nei bagnanti dovuti ad ingestione di acqua durante le attività di balneazione in acque interessate dalla presenza di alghe tossiche marine. È anche improbabile che nel volume d’acqua involontariamente o accidentalmente ingerito (si fa riferimento in termini cautelativi a 100 ml) vengano raggiunte dosi sufficienti per causare effetti tossici.
  • 18. In alcune aree del Mediterraneo, compresi molti tratti del litorale italiano, sono stati segnalati casi di disturbi alle prime vie respiratorie e talvolta stati febbrili nei bagnanti che stazionavano sulla spiaggia, associati in via ipotetica a fioriture dell’alga bentonica Ostreopsis ovata. In alcuni casi è stato fatto anche ricorso a cure ospedaliere. Al fine di prevenire episodi analoghi, su iniziativa del Ministero della Salute, un gruppo di esperti ha predisposto specifiche linee guida, alle quali viene fatto riferimento nel Decreto attuativo del DLvo 30 maggio 2008, n. 116.
  • 19. La possibilità di contrarre patologie a seguito dell’assunzione di contaminanti chimici presenti nelle acque di balneazione è in generale trascurabile. Infatti, i contaminanti che raggiungono il mare o un lago sono soggetti a forti diluizioni. Inoltre, sulla base delle loro caratteristiche chimico-fisiche, possono essere assorbiti ai sedimenti se liposolubili e/o degradati attraverso reazioni abiotiche (idrolisi, fotolisi) o dai microrganismi presenti. Eventuali specifiche fonti di contaminazione dovrebbero comunque essere individuate nel profilo delle acque di balneazione e così tenute sotto controllo da parte delle autorità competenti per territorio. Direttiva europea su acque di balneazione 1
  • 20. Il monitoraggio delle aree a rischio di fioritura di Ostreopsis ovata (art. 3 DM 30/03/2010) verrà attuato nei punti indicati in all. 4 DDRT 412/2016 e così sinteticamente riportati: • in Comune di Massa (MS): OST-MS1, OST-MS2, OST-MS3 e OST-MS5; • in Comune di Pisa (PI): OST-PI1, OST-PI2 e OST-PI3; • in Comune di Livorno (LI): OST-LI6. Verrà garantito altresì il controllo durante la stagione di altre ventuali aree, che dovessero risultare a sospetto rischio a seguito di segnalazioni sanitarie o di ispezioni visive
  • 21. In attesa del recepimento normativo delle nuove Linee Guida pubblicate, a fine 2014, dall’Istituto Superiore di Sanità (Rapporti ISTISAN 14/19 - “Ostreopsis Cf ovata: linee guida per la gestione delle fioriture negli ambienti marino costieri in relazione alla balneazione e altre attività ricreative”), verrà effettuato il solo controllo ed analisi delle concentrazioni in colonna d'acqua (cell/l) di O. ovata, corredato delle necessarie misure in campo
  • 22. I prelievi vengono programmati ed effettuati di concerto fra i Dipartimenti competenti di Massa Carrara, Pisa e Livorno, il Settore Mare e la UO Biologia di AV Costa, mantenendo la frequenza dimonitoraggio della stagione 2015 (mensile a giugno e settembre, ogni 10 giorni a luglio e agosto), in sintonia con quanto indicato nelle nuove linee guida, per un totale di 8 controlli.
  • 23. Tutti i risultati del monitoraggio di Ostreopsis ovata, una volta inseriti in ARPALab, vengono resi disponibili attraverso la banca dati del SIRA, consultabile all’indirizzo http://sira.arpat.toscana.it/apex/f?p=118:1:4261777204111473::NO. In attesa del recepimento normativo delle nuove Linee Guida, si mantiene anche per il 2016, a scopo cautelativo, la disposizione che, in caso di fioritura di O. ovata con concentrazioni nella colonna d'acqua superiori a 10.000 cell/l (All. C del DM 30/03/2010), il laboratorio invii una comunicazione al Comune, alla Regione, al Ministero della salute, all’IZS, alla Capitaneria di Porto e alla ASL competente per territorio.
  • 24. La comunicazione è effettuata via PEC e deve riportare il sito interessato dalla fioritura, la data del campionamento, il valore di concentrazione (cell/l) di O. ovata, la temperatura (°C) dell'acqua di mare ed il riferimento alla banca dati di ARPAT (SIRA), insieme ad una nota di rimando al mutato quadro di valutazione e gestione del rischio previsto dalle nuove linee guida. Al fine di tenere conto delle evidenze scientifiche delle nuove Linee Guida (Rapporti ISTISAN 14/19), alla comunicazione è allegata la nota informativa concordata con le ASL
  • 25. La comunicazione deve essere anche notificata via freedocs (e per e-mail) alla Direzione tecnica, al settore Comunicazione formazione e documentazione ed al Dipartimento competente. Analoga comunicazione deve essere inviata anche nel momento in cui le concentrazioni nellancolonna d'acqua scendono sotto 10.000 cell/l nei controlli successivi alla fioritura nel medesimo sito.
  • 26. Facsimile di nota: “In attesa del recepimento normativo, si segnala che secondo quanto pubblicato in Rapporti ISTISAN14/19 (Ostreopsis Cf ovata: linee guida per la gestione delle fioriture negli ambienti marino costieri in relazione alla balneazione e altre attività ricreative) la fase routinaria, in cui il rischio sanitario è considerato trascurabile e non necessita alcuna misura di intervento, comprende anche situazioni con presenza di densità fino a 30.000 cell/L in colonna d’acqua se le condizioni ambientali e metereologiche garantiscono un periodo prolungato (7-10 giorni) con sufficiente idrodinamismo e le temperature delle acque sono inferiori a quelle ottimali di fioritura
  • 27. INFORMAZIONE AI CITTADINI SULLA PROBLEMATICA DELLE FIORITURE DI O. OVATA10 Ostreopsis cf. ovata è un’alga microscopica unicellulare presente in Italia in molte acque costiere con fondali a prevalente natura rocciosa. La sua proliferazione è legata essenzialmente a fattori climatici e idrodinamici quali: • condizioni meteo-marine stabili (alta pressione atmosferica); • moto ondoso ridotto (presenza di scogliere naturali o artificiali); • temperatura dell’acqua relativamente elevata.
  • 28. I segni caratteristici del fenomeno osservabili a occhio nudo, sono: • formazione sott’acqua di una pellicola brunastra dall’aspetto membranoso e gelatinoso sugli scogli e su tutto ciò che si trova sul fondo; • presenza di aggregati brunastri (fiocchi e/o filamenti) di consistenza gelatinosa in sospensione; in superficie tali aggregati possono talvolta presentarsi sotto forma di schiume di color bruno-rossiccio; • talvolta opalescenza dell’acqua.
  • 29. Durante la fioritura, si possono verificare disturbi respiratori e irritazioni oculari e cutanee sia per esposizione ad aerosol (in condizioni di forte vento dal mare o di moto ondoso forte) contenente l’alga o suoi frammenti, che per contatto diretto con le acque di balneazione. Nei casi verificatesi, gli effetti riportati non sono stati mai gravi e hanno mostrato di essere reversibili per lo più entro poche ore. Non sono stati invece riportati casi di intossicazione associati a consumo di prodotti ittici o ingestione di acque interessate da fioriture di O. cf. ovata. Questo problema è seguito con attenzione da enti e organi istituzionali preposti, attraverso specifici piani di monitoraggio e sorveglianza sanitaria.
  • 30. Per conoscere i risultati del monitoraggio ambientale di O. ovata nei punti a rischio del litorale toscano consultare anche le pagine ARPAT all’indirizzo internet http://www.arpat.toscana.it/temiambientali/acqua/balneazione/ostreopsis- ovata/il-monitoraggio-di-ostreopsis-ovata .