Le politiche europee di investimento e le iniziative del Gruppo FSFS Italiane
L'intervento dell'AD del Gruppo FS Italiane, Renato Mazzoncini, alla Scuola Nazionale dell'Amministrazione: "Le politiche di investimento, sviluppo e coesione dell’Unione Europea".
Ferrovie dello Stato Italiane: Piano Industriale 2017 - 2026FS Italiane
Novantaquattro miliardi di investimenti e un fatturato destinato a raddoppiare in 10 anni, oltre a una profonda trasformazione che farà di FS Italiane un’azienda internazionale di mobilità integrata globale.
A questi traguardi punta il Piano Industriale 2017 – 2026 di FS, facendo leva su cinque pilastri strategici: mobilità integrata anche con un coinvolgimento di tutti gli operatori del settore; logistica integrata, con una radicale riorganizzazione del comparto merci; integrazione fra le infrastrutture sia ferroviarie sia stradali; sviluppo internazionale e digitalizzazione, come fattore abilitante di tutto il Piano.
L'evoluzione delle politiche comunitarie in materia di ten tGruppo CLAS
Presentazione elaborata in occasione della sesssione "Transport policies and the regulation of network industries" nell'ambito della XVII Conferenza della Società Italiana di Economia dei Trasporti e della logistica (SIET) dal tema "New developments in transport economics: balancing economic growth, environmental sustainability and social inclusiveness" tenutasi a Milano, presso l'Università Bocconi dal 29 giugno al 1° luglio 2015. Il lavoro analizza l’evoluzione delle iniziative comunitarie nel settore delle infrastrutture di
trasporto e, più in particolare, delle politiche per lo sviluppo del reti transeuropee di trasporto (TEN-T), che si identificano come catalizzatori della crescita economica e del benessere sociale all’interno dell’Unione. La nozione di reti transeuropee nacque nel 1992 con la firma del Trattato di Maastricht che agli articoli 154, 155 e 156 del Titolo V stabiliva come obiettivo delle Comunità europee lo sviluppo di questi reti quale elemento fondamentale per la creazione e il consolidamento del mercato interno. In questo campo, l’attività principale dell’Unione è contribuire al finanziamento delle opere e degli studi per lo sviluppo delle infrastrutture, con l’obiettivo di aumentare l’interoperabilità e l’armonizzazione dei sistemi tra i Paesi membri.
In particolare il lavoro studia il rapporto tra investimenti infrastrutturali e crescita economica, dando evidenza empirica della relazione che intercorre tra questi fenomeni. Alla base dell’analisi vi sono gli “Implementation report” pubblicati periodicamente dalla Commissione Europea e che valutano quali sono stati i principali output dell’intervento comunitario attraverso il programma TEN-T.
Il nuovo Contratto di Servizio - Intercity giorno e notteFS Italiane
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Economia e Finanza hanno definito con Trenitalia il nuovo contratto per il servizio ferroviario “universale”, Intercity Giorno e Intercity Notte.
Il contratto avrà una durata decennale, con decorrenza dal 1° gennaio 2017 e scadenza il 31 dicembre 2026.
La gestione dei servizi è stata affidata a Trenitalia in base a una procedura prevista dalle norme nazionali e comunitarie, dopo che il precedente contratto, scaduto nel 2014, era stato prorogato per due anni consecutivi senza alcuna variazione di termini e condizioni.
Piano Industriale Gruppo FS Italiane 2014- 2017FS Italiane
L’Amministratore Delegato di FS Italiane, Mauro Moretti, ha illustrato alla comunità finanziaria nazionale obiettivi e strategie del Piano Industriale 2014 - 2017:
• investimenti complessivi per 24 mld di euro, per lo sviluppo delle infrastrutture e l’acquisto di nuovi treni;
• 3 mld per il Trasporto Pubblico Locale: 200 nuovi treni e 235 convogli completamente ristrutturati;
• integrazione ferro/gomma e offerta mirata per le Regioni;
• forte impulso alle merci, con strategia europea: nuove business unit specializzate per i grandi Corridoi europei;
• interventi sulle tratte italiane AV/AC dei Corridoi TEN-T definiti dall’UE, con particolare riferimento al SUD Italia;
• crescita all’estero nel trasporto e nell’ingegneria;
• obiettivi: ricavi +3,5% medio l’anno, utile +4,6% l’anno;
• dopo sei utili consecutivi di bilancio, il fatturato crescerà ancora fino a 9,5 mld di euro nel 2017.
Le politiche europee di investimento e le iniziative del Gruppo FSFS Italiane
L'intervento dell'AD del Gruppo FS Italiane, Renato Mazzoncini, alla Scuola Nazionale dell'Amministrazione: "Le politiche di investimento, sviluppo e coesione dell’Unione Europea".
Ferrovie dello Stato Italiane: Piano Industriale 2017 - 2026FS Italiane
Novantaquattro miliardi di investimenti e un fatturato destinato a raddoppiare in 10 anni, oltre a una profonda trasformazione che farà di FS Italiane un’azienda internazionale di mobilità integrata globale.
A questi traguardi punta il Piano Industriale 2017 – 2026 di FS, facendo leva su cinque pilastri strategici: mobilità integrata anche con un coinvolgimento di tutti gli operatori del settore; logistica integrata, con una radicale riorganizzazione del comparto merci; integrazione fra le infrastrutture sia ferroviarie sia stradali; sviluppo internazionale e digitalizzazione, come fattore abilitante di tutto il Piano.
L'evoluzione delle politiche comunitarie in materia di ten tGruppo CLAS
Presentazione elaborata in occasione della sesssione "Transport policies and the regulation of network industries" nell'ambito della XVII Conferenza della Società Italiana di Economia dei Trasporti e della logistica (SIET) dal tema "New developments in transport economics: balancing economic growth, environmental sustainability and social inclusiveness" tenutasi a Milano, presso l'Università Bocconi dal 29 giugno al 1° luglio 2015. Il lavoro analizza l’evoluzione delle iniziative comunitarie nel settore delle infrastrutture di
trasporto e, più in particolare, delle politiche per lo sviluppo del reti transeuropee di trasporto (TEN-T), che si identificano come catalizzatori della crescita economica e del benessere sociale all’interno dell’Unione. La nozione di reti transeuropee nacque nel 1992 con la firma del Trattato di Maastricht che agli articoli 154, 155 e 156 del Titolo V stabiliva come obiettivo delle Comunità europee lo sviluppo di questi reti quale elemento fondamentale per la creazione e il consolidamento del mercato interno. In questo campo, l’attività principale dell’Unione è contribuire al finanziamento delle opere e degli studi per lo sviluppo delle infrastrutture, con l’obiettivo di aumentare l’interoperabilità e l’armonizzazione dei sistemi tra i Paesi membri.
In particolare il lavoro studia il rapporto tra investimenti infrastrutturali e crescita economica, dando evidenza empirica della relazione che intercorre tra questi fenomeni. Alla base dell’analisi vi sono gli “Implementation report” pubblicati periodicamente dalla Commissione Europea e che valutano quali sono stati i principali output dell’intervento comunitario attraverso il programma TEN-T.
Il nuovo Contratto di Servizio - Intercity giorno e notteFS Italiane
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Economia e Finanza hanno definito con Trenitalia il nuovo contratto per il servizio ferroviario “universale”, Intercity Giorno e Intercity Notte.
Il contratto avrà una durata decennale, con decorrenza dal 1° gennaio 2017 e scadenza il 31 dicembre 2026.
La gestione dei servizi è stata affidata a Trenitalia in base a una procedura prevista dalle norme nazionali e comunitarie, dopo che il precedente contratto, scaduto nel 2014, era stato prorogato per due anni consecutivi senza alcuna variazione di termini e condizioni.
Piano Industriale Gruppo FS Italiane 2014- 2017FS Italiane
L’Amministratore Delegato di FS Italiane, Mauro Moretti, ha illustrato alla comunità finanziaria nazionale obiettivi e strategie del Piano Industriale 2014 - 2017:
• investimenti complessivi per 24 mld di euro, per lo sviluppo delle infrastrutture e l’acquisto di nuovi treni;
• 3 mld per il Trasporto Pubblico Locale: 200 nuovi treni e 235 convogli completamente ristrutturati;
• integrazione ferro/gomma e offerta mirata per le Regioni;
• forte impulso alle merci, con strategia europea: nuove business unit specializzate per i grandi Corridoi europei;
• interventi sulle tratte italiane AV/AC dei Corridoi TEN-T definiti dall’UE, con particolare riferimento al SUD Italia;
• crescita all’estero nel trasporto e nell’ingegneria;
• obiettivi: ricavi +3,5% medio l’anno, utile +4,6% l’anno;
• dopo sei utili consecutivi di bilancio, il fatturato crescerà ancora fino a 9,5 mld di euro nel 2017.
Milioni di € “sprecati” per il controllo del trasporto delle merci pericolose tramerper
Sono in corso diversi progetti finanaziati dall'Unione Europea, dai Ministeri, dalle Regioni per progettare e realizzare sistemi di controllo del trasporto di merci pericolose. Ma servono davvero ?
Milioni di € “sprecati” per il controllo del trasporto delle merci pericolose tramerper
Sono in corso diversi progetti finanaziati dall'Unione Europea, dai Ministeri, dalle Regioni per progettare e realizzare sistemi di controllo del trasporto di merci pericolose. Ma servono davvero ?
“Dai PUMS e dai PULS delle città italiane l’impegno alla decarbonizzazione”Marco Talluri
Intervento effettuato nell’ambito del seminario online organizzato da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) il 22 gennaio 2024 sul tema “L’elettrificazione del trasporto merci in Italia”
Intervento di Stefano Bosisio, Resp. Practice Trasporti di TEH-A, al convegno "Citytech - Ripensare il paradigma della mobilità per le città del terzo millennio". Milano, 29 ottobre 2013.
Connettere l'Italia | MIT 2016 | Strategie per le infrastruttureBTO Educational
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
2016 | Documento allegato al DEF 2017
Connettere l’Italia rappresenta il quadro strategico e programmatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si avvale del supporto della Struttura Tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza.
La missione del MIT si riassume in 10 parole chiave che sono alla base delle strategie messe in atto per affrontare le nuove sfide e raggiungere i quattro obiettivi prefissati:
Accessibilità ai territori, all’Europa e al Mediterraneo
Mobilità sostenibile e sicura
Qualità della vita e competitività delle aree urbane e metropolitane
Sostegno alle politiche industriali di filiera
Quattro sono anche le strategie individuate, trasversali agli obiettivi:
Infrastrutture utili, snelle e condivise
Integrazione modale e intermodalità
Valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente
Sviluppo urbano sostenibile
La trasformazione in una città rinnovata, più europea, più salubre, più a misura d'uomo.
Questa è la Torino prefigurata nella settima parte del programma del Movimento 5 Stelle dedicata ai trasporti e alla mobilità.
Una Torino in cui vengano difesi, valorizzati ed estesi i beni comuni dei cittadini, dove muoversi sia l'espressione di un modo di vivere, l'esercizio di un diritto che viene garantito, protetto e reso più efficiente.
I temi principali sviluppati nel programma sulla mobilità cittadina sono il trasporto pubblico che viene valorizzato ed esteso, il recupero di spazi contesi per la mobilità dolce, il rinforzo della legalità e della sicurezza sulle strade cittadine, la riduzione dei danni generati da una mobilità distorta, l'educazione e l'informazione, una gestione più efficiente e moderna del trasporto merci. E poi la promozione della mobilità elettrica, dello sharing, dell'uso della bicicletta, la riduzione della congestione, sono altre tessere che completano il mosaico di una Torino finalmente trasformata.
60 richiesta a regione ripristino stanziamenti riattivazione ferrovia gaeta f...
Analisi del sistema ferroviario italiano
1. Analisi del sistema ferroviario italiano:
reti, servizi e investimenti
Dario Gentile
Gennaio 2009
2. 1. Il ruolo del sistema ferroviario nella mobilità generale dei
passeggeri e delle merci
La logica dell’intermodalità
- L’intermodalità consente di passare dalla logica settoriale delle singole modalità a
quella di un unico sistema integrato dei trasporti. Un salto culturale, prima che
tecnico e organizzativo, assolutamente necessario perché la logica monomodale
favorisce immancabilmente la modalità più flessibile e autosufficiente: la strada.
- Pensare intermodale significa concentrarsi sui nodi (stazioni, porti, interporti,
aeroporti, autostazioni, parcheggi di interscambio), ma anche, non meno importante,
sui servizi di trasporto, sugli assetti organizzativi.
Squilibrio verso la gomma
- Negli ultimi 35 anni l’uso dell’auto per abitante in Italia è aumentato di circa il
200% (in Europa del 145%) mentre le modalità più efficienti dal punto di vista
energetico e ambientale sono cresciute molto meno, ad esempio quella ferroviaria
solo del 30%. Secondo i dati del Conto Nazionale Trasporti l’83,2% degli
spostamenti motorizzati in Italia avviene in auto e solo l’11% su mezzi pubblici.
L’Italia è il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti per numero di auto per
abitante; basti mettere a confronto il numero di auto per abitante nelle grandi città
europee: Roma 74, Torino 65, Milano 58, Napoli 57, Parigi 45, Barcellona 41,
Vienna 40, Londra 32, Berlino 32.
Anche per le merci la ripartizione modale è assolutamente squilibrata verso la strada
su cui si sposta oltre il 65% del traffico merci complessivo interno. Tutto ciò impatta
notevolmente sulla vivibilità delle nostre città con problemi di congestione,
incidentalità, occupazione di spazio e soprattutto inquinamento.
3. Intermodalità per il trasporto passeggeri
- Per correggere queste distorsioni bisogna intervenire sugli aspetti infrastrutturali ma
anche su quelli, gestionali, tecnologici e organizzativi
- L’AV/AC costituisce una straordinaria occasione per il rilancio del trasporto
ferroviario non solo per le lunghe percorrenze ma anche per le merci e per gli
spostamenti metropolitani e regionali.
- Una volta liberate dai collegamenti di lunga percorrenza le linee storiche possono
essere trasformate in linee di metropolitana regionale cambiando ruolo e funzione,
con servizi frequenti e regolari e con fermate ravvicinate nello spazio (ciò comporta
la costruzione di nuove stazioni)
- Al fine di ridare centralità al trasporto ferroviario e favorire l’intermodalità ferrogomma, bisogna assegnare ai servizi di tpl su gomma la funzione di adduzione alla
rete ferroviaria e prevedere la realizzazione di un intenso programma di
potenziamento di parcheggi di interscambio, autostazioni e nodi di interscambio
treno-bus.
- Servono scelte coraggiose e coerenti di politica economica e dei trasporti
prevedendo nuove risorse per il potenziamento dei servizi di tpl e del materiale
rotabile, e per interventi infrastrutturali di raccordo, messa in rete ed interscambio
modale.
Intermodalità per il trasporto merci (ruolo delle ferrovie e collegamenti con porti e
interporti)
- Nel corso dell’ultimo ventennio i traffici marittimi del Mediterraneo hanno
conosciuto una fase di notevole espansione, grazie ad una rinnovata centralità di
4. quest’area per il transito delle principali rotte di collegamento marittimo tra Estremo
Oriente, Europa e Nord America.
- Dalla seconda metà degli anni ’90 si registra un forte sviluppo della portualità
mediterranea nell’ambito del trasporto containerizzato, per effetto dell’aumento
dell’offerta dei servizi di transhipment e di feederaggio. Nella portualità italiana dal
2000 le movimentazioni sono cresciute ad un tasso medio annuo del 5,8%,
raggiungendo circa 10 milioni di TEU.
- Navi portacontainer sempre più grandi. Siamo passati da navi portacontainer di
5000/6000 teus di capacità a navi da 8000/9000 teus. Il fenomeno, tra l’altro,
contrariamente a quanto si possa credere interessa tutti i porti italiani, sia gli hub che i
regional.
- Il trasporto ferroviario: unico in grado di assorbire in maniera quantitativamente
coerente tali traffici, ipotesi che ad oggi confligge con alcuni elementi caratteristici
del sistema logistico/trasportistico legato alla portualità italiana:
1) mancata disponibilità di aree rilevanti in ambiti portuali che nella maggior parte
dei casi si trovano nei contesti urbani storici. 2) la scarsa infrastrutturazione
ferroviaria dei porti stessi e l’inadeguatezza delle ferrovie in molti punti della rete, in
particolar modo nel Mezzogiorno - La crescita dei porti del Northen Range europeo è
legata principalmente ad una consapevolezza dell’importante ruolo delle ferrovie (o
delle vie d’acqua interne), che ha visto i porti tedeschi, olandesi, belgi investire
pesantemente in quest’ambito sia sul “lato mare” che su quello “inland”.
- Aldilà del necessario adeguamento della rete ferroviaria in particolare nel
Mezzogiorno, una delle strategie è naturalmente quella di sviluppare la cosiddetta
“retroportualità”: aumentare la produttività degli spazi portuali integrandoli, tramite
ferrovia, con inland terminal, che, al contrario dei porti, offre superfici ed
5. infrastrutture logistiche adeguate, servizi efficienti, una più facile accessibilità
stradale e ferroviaria.
- Ad esempio in Campania tale strategia viene effettuata nei confronti del Porto di
Napoli sia dall’Interporto Sud Europa di Maddaloni Marcianise, con shuttle ferroviari
connessi direttamente con il terminal Co.Na.Te.Co che dall’Interporto Campano di
Nola. Quando l’inland terminal/retroporto svolge tale funzione per una molteplicità di
porti gli effetti positivi per il sistema logistico interessato si moltiplicano.
L’Interporto di Nola ne è un esempio: ad oggi è collegato quotidianamente con
shuttle ferroviari ai porti di Napoli e Gioia Tauro, con Piombino/Portovecchio e con
il porto di Taranto oltre che con lo scalo di Milano - Segrate
- Nello sviluppo di queste strategie un ruolo fondamentale si è avuto da parte dei dei
“newcomers” di settore che hanno portato servizi terminalistici e di trazione
ferroviaria dalle performance di costo e tempo sicuramente migliori, diversi da quelli
cui il mercato era ormai assuefatto. Tutto ciò determina specularmente un
miglioramento dei servizi di chi già storicamente operava nel mercato (Trenitalia),
come l’esperienza sul valico del Brennero ci ha ampiamente dimostrato in questi
ultimi anni, con effetti virtuosi tipici della libera concorrenza che hanno prodotto
benefici agli operatori della domanda.
Intermodalità e politica della mobilità
In Italia, come già sottolineato, si registra il predominio della logica monomodale e
quindi della modalità stradale, la più flessibile e autosufficiente, con una scarsa
predisposizione alla intermodalità, elemento determinante per migliorare la qualità e
l’efficacia dei servizi offerti dalle altre modalità di trasporto. Questa scenario è anche
e soprattutto legato al presupposto che l’intermodalità implica il coordinamento e un
raccordo operativo molto forte tra i diversi soggetti coinvolti e, quindi, anche la
presenza di Enti regolatori, di Authority che sappiano programmare e coordinare, in
6. modo da combattere ed abbattere quella tendenza all’autonomia, quella mancanza di
cultura di sistema che è tipica del nostro contesto nazionale e che tanto danneggia, e
ha danneggiato, lo sviluppo dei trasporti e della logistica sul nostro territorio. Altro
obiettivo da realizzare è l’integrazione tra i flussi di traffico merci nazionali e
internazionali.
Nel settore delle merci, inoltre, i gestori di infrastrutture, enti territoriali, operatori
della logistica, imprese manifatturiere devono condividere obiettivi e progetti per
poter raggiungere risultati positivi nella gestione logistica di un territorio. Per fare
tutto servono soggetti creati “ad hoc” che uniscano le diverse componenti del sistema
e che con adeguati strumenti e know how perseguano con continuità politiche
territoriali sistemiche di sviluppo della logistica. Un buon esempio, in tale direzione,
è l’Agenzia LOGICA, un soggetto misto pubblico-privato, presente in Campania da
quattro anni, che funge da think tank di sistema e che nel contempo promuove a
livello internazionale il sistema logistico regionale.
2. La rete ferroviaria nazionale
7. Confronti Italia-Europa dotazione rete ferroviaria nazionale
Km di rete
ferroviaria
nazionale
Km/100.000
abitanti
198.963
44
Repubblica ceca
9.602
94
Austria
5.656
72
Estonia
959
71
Bulgaria
4.318
55
Polonia
19.900
52
Francia
29.269
49
Irlanda
1.919
48
Germania
36.054
44
Danimarca
2.273
42
Spagna
14.387
35
Belgio
3.521
34
Italia
16.287
28
Grecia
2.414
22
Olanda
2.811
17
Eu-25
Fonte: Eurostat
In termini di estensione della rete e di dotazione per abitante l’Italia è piuttosto
indietro rispetto alla media dei principali Paesi Europei; infatti si colloca all’11°
posto.
Confronti tra Regioni italiane per dotazione di rete ferroviaria FS
Nella tabella seguente si rappresenta invece l’indice di dotazione della rete ferroviaria
FS per le diverse Regioni italiane, facendo anche riferimento alla elettrificazione
della rete e alla presenza del doppio o del singolo binario. Da questa tabella si evince
il forte ritardo del Mezzogiorno, ed in particolare delle isole, rispetto alle altre aree
del Paes
e.
8. Indici di dotazione dela rete FS per le diverse Regioni italiane (Italia=100)
Rete FS
Eletrificata
Non eletrificata
Totale
A doppio
binario
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
88,6
113,3
142,9
79,1
67,5
105
100,1
33,1
51,2
23,2
185,9
82,9
11
76,9
29,3
-
118,2
62,5
113,4
80,2
125,9
88,4
160,9
-
599,2
113,2
290
112,1
73,3
91,2
161,3
141,6
107,6
Indice
sintetico
rete FS
69,4
60
165,5
81,4
39
88,3
63,7
12,8
Mezzogiorno
- sud
- isole
Centro - nord
- Nord - ovest
- Nord - est
- Centro
Italia
85,8
98,2
67,7
109,8
129,7
91,4
109,5
100
55,3
82,7
15,1
130,8
131,7
110,5
151,6
100
92,4
98,8
83,1
105,2
150,8
90,7
75,4
100
117,3
289,8
88
268,9
100
122,1
120,1
125,2
84,7
107,5
65,8
82,2
100
69,1
89,6
39,1
121,3
132
102
131,2
100
A semplice A doppio A semplice
binario
binario
binario
Fonte: Svimez 2008
Stesso discorso vale per la dotazioni di stazioni e la relativa capacità di servizio.
Indici di dotazione di stazioni ferroviarie rispetto al territorio e capacità di servizio
Totale
stazioni
Stazioni
presenziate
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
115,5
74,7
114,7
66,2
76,1
110,7
79,8
84,8
120,9
39,5
90
98,6
35,3
47,7
111,2
89,8
Mezzogiorno
- sud
- isole
Centro - nord
- Nord - ovest
- Nord - est
- Centro
Italia
92
97,2
81
104,3
120,9
94,4
93,6
100
87
78
106,2
107
148,1
87,7
75,9
100
Fonte: Svimez 2008
9. Dati particolarmente significativi riguardano il confronto tra il Mezzogiorno ed il
nord per ciò che riguarda l’offerta di servizi ferroviari, ed in particolare il numero di
collegamenti diretti, di eurostar e di intercity tra capoluoghi di regione e la relativa
velocità media. Da queste analisi emerge un quadro ancora più sconfortante e di
maggiore arretratezza per il Mezzogiorno.
Offerta di servizi ferroviari: il gap del Mezzogiorno rispetto al Nord
COLLEGAMENTI FERROVIARI TRA CAPOLUOGHI DI REGIONE
SUD NORD ∆% (Nord-Sud)
RELAZIONI CON COLLEGAMENTI DIRETTI
20%
100%
NUMERO MEDIO EUROSTAR AL GIORNO
2
14,7
86,4%
NUMERO MEDIO INTERCITY AL GIORNO
4,8
13,6
64,7%
VELOCITA' MEDIA EUROSTAR
73,3
95,2
23,0%
VELOCITA' MEDIA INTERCITY
64,3
85,7
25,0%
Fonte: Elaborazioni ACaM
Anche dai dati sulla media delle persone soddisfatte dai servizi ferroviari emerge con
evidenza il gap delle Regioni del Mezzogiorno, ad esclusione della Campania,
rispetto alle altre aree del Paese.
Media delle persone soddisfatte dai servizi ferroviari
Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico
10. I nodi
Le saturazioni della rete FS sono principalmente concentrate nelle grandi aree
metropolitane. Nelle Aree Metropolitane di Milano, Roma, Napoli e Torino è
concentrato oltre il 60% dei consumi nazionaliIl Piano investimenti FS 2007-2011
prevede investimenti sui nodi per 2,6 mld €
Trasporto passeggeri
Secondo i dati Eurostat in Italia solo il 5,4% dei pass-km interessa la ferrovia rispetto
ad una media europea pari al 7% circa.
Trasporto merci: quote % delle diverse modalità
Gomma
66
44
12
Ferro
23
18
Cabotaggio
5
Oleodotti e aereo
0
Ita
UE
24,5
8,5
10
20
30
40
50
60
70
Come già sottolineato per il trasporto delle merci la quota modale della gomma è
nettamente prevalente rispetto alle altre modalità più di quanto non avvenga negli
altri Paesi Europei.
3. Il sistema di Alta velocità/alta capacità
- Il sistema Alta velocità-capacità ferroviaria rappresenta il più grande investimento
infrastrutturale realizzato in Italia dai tempi della stagione delle autostrade. La
costruzione della rete Alta velocità-capacità può considerarsi, a giusta ragione, come
l’avvio di una nuova stagione per la rete ferrovia italiana, che aumenterà l’estensione
della rete di circa 1.250 km di nuove linee, dopo un cinquantennio in cui le uniche
11. modifiche subite della rete hanno, essenzialmente, interessato la dismissione di
vecchi binari.
- L’alta velocità-capacità modifica completamente il modo di viaggiare lungo le
principali direttrici del Paese, con un notevole incremento nella qualità del servizio
offerto e riduzioni significative dei tempi di viaggio - dell’ordine del 40% - tra le
principali città italiane. Il sistema AV/AC può essere visto come la “metropolitana
d’Italia” con città e aree metropolitane che cominciano a funzionare come “quartieri”
di un’unica grande realtà urbana.
Tempi
Tratta
attuali sulla
rete storica
Tempi su
nuove linee
Riduzione % dei tempi
per effetto delle nuove
linee
Torino-Milano
1h-30'
50'
-44%
Milano-Venezia
2h-43‘
1h-25'
-48%
Milano-Bologna
1h-42'
60'
-41%
Milano-Roma
4h-30'
3h
-33%
Torino-Napoli
8h-30’
5h
-41%
Bologna-Firenze
59'
30'
-49%
Roma-Napoli
1h-45'
1h-05'
-38%
Roma-Bari
4h-30’
3h
-33%
Napoli-Bari
3h-40’
2h
-45%
- Questo progetto ha dei costi molto alti; la Torino – Milano - Napoli costa ben 32
miliardi di euro (valore cresciuto moltissimo nel tempo; nel 1994 il piano finanziario
della convenzione fra FS e TAV prevedeva un costo di circa 11,3 miliardi di euro.
Fonte: Istituto di ricerche Ambiente Italia, 2004) e tutto il programma comprensivo
anche della Milano – Verona - Padova, della Milano - Genova, della Padova –
Venezia, della Torino – Lione, della Napoli – Bari, e della linea a monte del Vesuvio
12. arriva a oltre 62 miliardi. Il costo medio a km è di 32 milioni di euro rispetto ad una
media europea inferiore ai 20 milioni di euro.
- Il progetto AV/AC può e deve rappresentare la grande occasione per il vero rilancio
del trasporto ferroviario italiano non solo sulle medie e lunghe percorrenze, ma anche
per quello pendolare e merci. Tutte le analisi degli ultimi due decenni dimostrano che
il consistente investimento previsto si giustifica solo se si riuscirà a potenziare e
migliorare i servizi di trasporto regionale e metropolitano nelle grandi aree urbane del
Paese e a sviluppare il trasporto ferroviario merci. Oltre il 60% dei benefici derivano
proprio dal trasporto regionale e cargo.
- La sensazione, però, è che non si abbia piena consapevolezza della portata e degli
impatti di questo progetto; una rivoluzione silenziosa con un avvio – quello della
tratta Roma-Napoli - sottotono, quasi non annunciato. Eppure il prossimo 22
dicembre proprio questa tratta compirà tre anni, ed ha fatto già conseguire risultati
estremamente significativi.
- Da una analisi sviluppata dal Centro Studi ACaM emerge che già al termine del
primo biennio i flussi in auto lungo la relazione Napoli-Roma (A1) sono diminuiti
dello 0,7% (mentre nello stesso periodo, su tutta la rete gestita da Autostrade Spa, si è
registrato un incremento del 5,5%), i passeggeri a bordo dei treni sono aumentati del
23% (ovverossia 615.000 passeggeri in più all’anno), e in particolare, per i soli treni
Eurostar/AV, si è registrato un incremento del 38,4%.
Complessivamente, riferendoci ai passegeri AV e mettendo insieme i passeggeri che
prima non effettuavano questo spostamento tra Napoli e Roma, quelli che hanno
incrementato la frequenza di viaggio e quelli che prima utilizzavano l’auto o
l’intercity, l’area del cambiamento interessa complessivamente il 46,3% degli utenti
nel giorno feriale ed il 52,1% nei giorni pre-festivi e festivi. Pertanto circa la metà dei
13. passeggeri dell’alta velocità ha cambiato in qualche aspetto il proprio comportamento
rispetto al passato.
L’analisi di questi dati porta dunque a concludere che le due grandi aeree
metropolitane di Roma e Napoli si sono fortemente avvicinate. Il napoletano che
lavora a Roma può raggiungerla dalla sua abitazione di Napoli quasi negli stessi
tempi del romano che dalla periferia deve arrivare al centro della capitale.
- I risultati rilevati in questa analisi rappresentato un contributo importante per capire
i mutamenti e gli effetti che si determineranno nelle prossime settimane per effetto
delle prossime aperture della rete di Alta velocità. Con l’inaugurazione dell’alta
velocità Bologna - Milano sarà possibile spostarsi tra Roma e Milano in 3 ore e 30
minuti, tra Milano e Bologna in 65 minuti, tra Milano e Firenze in 2 ore e 10 minuti,
tra Milano e Napoli in 4 ore e 50 minuti. A mano a mano che la rete di AV si
completerà da Torino a Venezia e da Milano a Salerno, si modificherà la vita di
milioni di abitanti delle grandi aree metropolitane del Paese, e cambieranno le
abitudini e gli stili di comportamento.
4. il costo e l’utilità sociale del sistema
Gli investimenti
- Sulla questione degli investimenti in infrastrutture una prima grande questione
riguarda il tema delle priorità. Nella programmazione nazionale sembra mancare del
tutto un’analisi approfondita delle reali priorità infrastrutturali per il nostro Paese. La
lista degli interventi da approvare e finanziare non sembra rispondere a logiche e
criteri di priorità effettive per il nostro Paese
- Altro tema importante è quello della velocizzazione dei tempi per la realizzazione
delle opere. Da uno studio dell’ANCE risulta che i tempi medi necessari per
realizzare opere pubbliche, comprensivi di tutte le fasi dalla progettazione alla
realizzazione, sono pari a 8 anni e 4 mesi per opere di importo superiore ai 50 milioni
14. di euro e 7 anni e 5 mesi per quelle di importo inferiore ai 50 milioni di euro. Sono
diversi i fattori che determinano un eccessivo rallentamento nella realizzazione dei
progetti infrastrutturali per il trasporto pubblico in Italia. Anzitutto la scarsa
attenzione alla qualità dei progetti già in fase di gara che spesso comporta l’esigenza
di varianti in corso d’opera, e quindi il rallentamento dell’esecuzione dei lavori e la
lievitazione dei costi, oltre che numerosi contenziosi con gli appaltatori delle opere.
Sarebbe, invece, auspicabile che si desse maggior peso alla qualità dei progetti da
mettere a gara, ed anche allo strumento della concertazione e della condivisione con
il territorio delle opere che si intendono realizzare, in modo da non avere poi
problemi e rallentamenti in fase realizzativa.
- Altra questione fondamentale è quella del Mezzogiorno del Paese che non sembra
rappresentare una priorità per questo Governo nonostante il notevole gap
infrastrutturale che sconta rispetto alle altre aree del Paese. Nella seduta del 18
dicembre del Cipe, in cui si è decisa una prima assegnazione, a carico delle
disponibilità del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), di 7.356 milioni di euro si è
deciso di intervenire per le seguenti opere::
Venezia – Sistema M.O.S.E.
Autostrada A 12 tratta “Rosignano Marittima – Civitavecchia”
Tratta AV/AC Fortezza - Verona e del Nodo di Verona
Metropolitana di Milano – linea 5 “variante Garibaldi”
Metropolitana di Milano linea M1 – Monza Bettola.
Metro C di Roma.
Programma interventi Roma e Catania.
Si riportano di seguito alcuni dati a conferma di come per il Mezzogiorno del Paese
gli investimenti siano troppo pochi e con un trend decrescente
15. - La quota % del Mezzogiorno sul totale Italia della spesa pubblica in conto capitale
nel 2007 è stata pari al 32,1% per il Settore Pubblico Allargato. L’andamento è in
continua diminuzione dal 2001 (anno in cui tale valore era pari a 36,8%), valori ben
lontani dall’obiettivo fissato negli anni passati del 45%.
- Fondi Europei sostituivi e non aggiuntivi delle risorse ordinarie: Il vero elemento di
debolezza per gli investimenti per il Mezzogiorno è rappresentato dalla spesa
ordinaria la cui incidenza sul valore complessivo nel Paese è scesa nel 2007 al 21,4%,
allontanandosi ancor più dall’obiettivo del 30% indicato nei documenti governativi.
La spesa aggiuntiva - erogazione FAS, programmazione comunitaria - (pari al 54%
della spesa complessiva nel Mezzogiorno) ha quindi avuto esclusivamente una
funzione sostitutiva della spesa ordinaria.
- Focalizzando l’attenzione sul settore dei Trasporti emerge un quadro ancora più
negativo per il Mezzogiorno con una % sul totale nazionale pari al 27% (33% per la
viabilità e 22% per gli altri settori). Nel 2001 questa % era pari al 32%.
- Focalizzando l’attenzione su FS emerge una % della spesa per il Mezzogiorno
estremamente bassa ( 17,8%)
Ferrovie: quota della spesa totale in conto capitale destinata al Mezzogiorno
1996
1997
1998 1999
2000
2001
2002
2003
2004
FERROVIE 29,5
31,9
29,4
24,8
22,8
20,4
16,7
12,2
24,6
2005 2006
14
17,8