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l’Unità
Sabato, 6 Maggio 2017 l9
L’
Unione Europea spende un
terzo del suo budget per la
politica di coesione e i citta-
dini,spesso,sembrachenon
sappiano cosa sia la politica
di coesione. C´è un evidente
gapdiinformazioneecomunica-
zione che è diventato urgente
colmare, per questo Parlamento
europeo e Commissione stanno
avviandounaseriediiniziativepercomunicare
l´Europa nei territori. Cosa c´é in gioco? La fi-
duciastessadeicittadininell´UnioneEuropea.
Ai minimi storici in questo momento anche
perché la scarsa consapevolezza dell’impegno
della politica di coesione nelle Regioni, nelle
città,lasciaunospaziovuotochelapropaganda
populista antieuropea colma purtroppo senza
difficoltà. Secondo Cohesify, progetto lanciato
dalla Commissione europea per studiare il le-
game tra politica di coesione e
cittadinanzaeuropea,Bruxelles
è capace di parlare e di farsi ca-
pire da appena il 25% della po-
polazione,cioèdallapartepiùi-
struita, che viaggia, che parla
una lingua straniera. Ed è para-
dossale che l’Unione Europea
invece abbia impatto fonda-
mentale è determinante pro-
prio su quel 75% di europei con
cuinonriesceadialogare.Come
intervenire e da dove iniziare
per dare visibilità a quanto sui
nostri territori viene realizzato
grazie ai fondi europei, é proprio il tema della
RelazionesullaComunicazionedeifondistrut-
turali cui stiamo lavorando in Commissione
per lo Sviluppo regionale del Parlamento euro-
peo. La responsabilità della comunicazione, di
come l´Unione Europea ci aiuti a migliorare il
nostro territorio, deve essere condivisa e a Bru-
xellesspettaladefinizionedistrategiediampio
respiro, la definizione di un linguaggio comu-
ne.LaCommissionehaselezionatodegliesem-
pi di best practices comunicative davvero effi-
caci, la maggior parte delle quali realizzate at-
traverso il web. Foto pre e post interventi di ri-
strutturazione di importanti opere pubbliche,
ad esempio, oppure geolocalizzazione cliccabi-
le dei progetti realizzati, o ancora uno story tel-
lingpositivo,quasiaffascinante.Servecomuni-
care con audiovisivi, strumenti multimediali,
simboli identificativi efficaci, immediatamen-
te riconoscibili. Persino l´intervento alla Reg-
l Presentata la Relazione sulla Comunicazione dei
fondi strutturali in Commissione Sviluppo regionale
gia di Venaria, il cui restauro è stato realizzato
con il cantiere più grande d’Europa nel settore
deibeniculturali,avviatograzieall’utilizzodel-
le risorse del Fondo europeo per lo sviluppo re-
gionale, è stato segnalato solo con una timida
targhetta che il visitatore si lascia alle spalle
senza vederla all’uscita da quella meraviglia
che è uno dei siti più rappresentativi del nostro
Paese.
Chiediamo quindi alla Commissione Euro-
peamaggiorisforziepiù“fantasia”persegnala-
reilavori,iprogetti,icantieridel“MadeinEuro-
pe”. Ma è alle amministrazioni regionali, alle
autorità di gestione, che spetta prima di tutto il
compito di arrivare ai cittadini attraverso una
comunicazione che vada oltre gli annunci dello
stanziamento di fondi - di cui spesso leggiamo
suigiornalisoloidatilegatiadisfunzionio,peg-
gio, risvolti giudiziari - per dare visibilità alla
conclusione e alla realizzazione ultimata dei
progetti, agli obiettivi raggiunti.
Cosilacomunicazioneandràol-
tre la sua funzione di informa-
zione al pubblico e diventerà un
incentivo concreto alla respon-
sabilità e alla efficienza delle
amministrazioni. L´obiettivo é
aumentare nei cittadini europei
la consapevolezza che, soprat-
tutto nelle Regioni più deboli fi-
nanziariamente, investimenti
massicci sono realizzati proprio
grazie ai fondi europei. Tra le
proposte che abbiamo avanzato
c´é anche quella di replicare l’e-
sperienza della “Settimana europea delle regio-
niedellecittà”,cheogniannosisvolgeaBruxel-
les organizzata dal Comitato delle Regioni, in
forma itinerante negli Stati membri o nelle Re-
gioni che più beneficiano dei fondi strutturali.
Una settimana di eventi e scambio di buone
prassi,perinnescareunasanacompetizionetra
amministrazioni, condividere esperienze e dif-
ficoltà,trovarepartnere,perchéno,ispirazione.
Ancora: trasferire sui territori il Premio Regio
Stars,perpremiareogniannoilmigliorprogetto
realizzato attraverso i fondi strutturali a livello
regionale.Insomma,l'Europac´èmasivedepo-
co.Omeglio,sivedonoperlopiùlesuedebolez-
ze e rigidità. È l'altra Europa, quella che guarda
edèpiùvicinaalleRegioni,quellachesostienei
territori, che dobbiamo impegnarci a diffonde-
re, a promuovere. É l'Europa dei risultati con-
creti che dobbiamo comunicare, quella capace
di creare occupazione, benessere, sviluppo.
La politica di
coesione: un terzo del
bilancio europeo, ma
ignorata dai cittadini
L’Ue parla
al 25% dei
cittadini, chi
è più istruito
viaggia e parla
una lingua
straniera
A
i sovranisti
nostrani ed
europei che
sognano il ritorno
dall'Europa degli
Stati nazionali
consiglio di rivedere il film di
Ermanno Olmi “Il mestiere delle
armi”, un bellissimo affresco sul
quell'Italia cinquecentesca delle
Signorie che, non rendendosi
conto che l'epoca medievale dei
castelli e dei cavalieri era finita,
è stata incapace di superare le
divisioni tra casate ed è stata
travolta dai lanzichenecchi e dai
moderni cannoni dell'esercito di
Georg von Frundsberg. La
difficoltà nel costituirsi in Stato
unitario è stata la cifra politico-
sociale del nostro Paese ben
oltre l'Unità d'Italia. Signorie,
capanilismi, regionalismi,
indipendentismi, guelfi e
ghibellini, Peppone e Don
Camillo...la partigianeria sembra
essere una condanna scritta nel
Dna degli italiani e nel nostro
inno nazionale: “noi fummo da
secoli calpesti, derisi, perché
non siam popolo, perché siam
divisi”. Oggi che Un'Italia
unitaria esiste ed è forte la
malattia sembra essersi
trasferita al livello europeo. Le
Signorie cinquecentesche sono
gli Stati nazionali che, non
rendendosi conto che con la
globalizzazione è finita
un'epoca, sono incapaci di
superare le divisioni e di
federarsi per davvero in
un'Unione europea che possa
restituire ai cittadini la
sovranità, cioè la capacità di
essere padroni del proprio
destino partecipando a una
democrazia in grado di influire
su trasformazioni del lavoro,
regole della finanza,
cambiamenti climatici,
migrazioni e sicurezza.
È assurdo che, mentre l'Europa
deve fronteggiare l'emergenza
immigrazione, il terrorismo, la
crisi siriana, il conflitto in
Ucraina, il neoprotezionismo
mondiale, l'aggressività della
Russia, la concorrenza delle
grandi potenze e i cambiamenti
climatici, a Bruxelles dobbiamo
dedicare (sprecare) tempo ed
energie a parlare del negoziato
sull'uscita della Gran Bretagna
dell'Ue, dei vaneggiamenti di
Marine Le Pen sull'Europa delle
Patrie e degli scimmiottamenti
dei nostri Grillo e Salvini.
Domani, se in Francia i
sondaggi saranno confermati
dai risultati del secondo turno
delle elezioni presidenziali, la
leader dei sovranisti francesi ed
europei Marine Le dovrà
rimandare a un futuro indefinito
i suoi progetti antieuropei,
mentre con Macron rinascerà un
forte motore franco-tedesco (cui
dobbiamo associarci) che
rimetterà in moto il cantiere
delle riforme europee. L'Italia,
già appesantita dal grande
debito pubblico, non può
permettersi il lusso di
continuare a guardare al
passato, mentre a Bruxelles si
definiscono le regole dell'Europa
futura. Il nostro Paese deve
giocare fin da subito un ruolo di
primo piano e riprendere
l'iniziativa delle riforme
europee, come ha fatto con la
flessibilità di bilancio e il
Migration Compact, a partire
dalla proposta di scegliere il
candidato socialista alla
presidenza della Commissione
con delle primarie del Pse.
Queste sono le proposte molto
forti e strategiche del Pd che
Renzi ha illustrato e che gli
iscritti e gli elettori del Pd hanno
appoggiato col loro consenso.
Patriza
Toia
CAPODELEGAZIONE PD
Il Commento
L’Ue e l’Italia
delle Signorie
Agricoltura, cibi sani e diritti
Agricoltura
E’ stata approvata in Commissione
agricoltura la relazione De Castro- Dess sulla
parte agricola del Regolamento Omnibus,
che stabilisce le regole finanziarie applicabili
al bilancio generale dell'Unione europea. Per
De Castro, vice presidente della
Commissione agricoltura, “la proposta si
articola su tre elementi: la semplificazione
delle procedure, il bilanciamento delle
relazioni di filiera e il rafforzamento degli
strumenti di gestione dei rischi”.
Notizie dall’Europa
Il 10 a Bruxelles, su iniziativa dell’on.Zanonato, dibattito su
“L’Università di Padova: 800 anni di storia europea”
1
2
Olio di palma
L’eurodeputato Pd Nicola Caputo ha posto
nuovamente la questione dell’olio di Palma. “Il
problema - ha detto - non è dell’olio di palma in
sè, ma del modo in cui viene prodotto: ad alte
temperature, per abbassare i costi di
produzione. Trovo assurdo che, alla luce dello
studio EFSA, a tutt’oggi la Commissione non
abbia ancora preso provvedimenti. L’olio di
palma ha sostituito i grassi precedentemente
utilizzati proprio perché più economico e non
è prodotto a basse temperature”
3
Mutilazioni femminili
Si è svolta al Parlamento europeo un’iniziativa
sulle mutilazioni genitali femminili. Per
l’europarlamentare Pd Cécile Kyenge si tratta
“di una pratica inaccettabile, che non deve
trovare giustificazione in nessuna tradizione.
Una vera e propria violazione dei diritti
fondamentali della persona umana, una
pratica che va punita e vietata. Nessuna
tradizione può essere fatta valere a spese del
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integrale dignità. In nessuna parte del mondo”.
Michela
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  • 1. l’Unità Sabato, 6 Maggio 2017 l9 L’ Unione Europea spende un terzo del suo budget per la politica di coesione e i citta- dini,spesso,sembrachenon sappiano cosa sia la politica di coesione. C´è un evidente gapdiinformazioneecomunica- zione che è diventato urgente colmare, per questo Parlamento europeo e Commissione stanno avviandounaseriediiniziativepercomunicare l´Europa nei territori. Cosa c´é in gioco? La fi- duciastessadeicittadininell´UnioneEuropea. Ai minimi storici in questo momento anche perché la scarsa consapevolezza dell’impegno della politica di coesione nelle Regioni, nelle città,lasciaunospaziovuotochelapropaganda populista antieuropea colma purtroppo senza difficoltà. Secondo Cohesify, progetto lanciato dalla Commissione europea per studiare il le- game tra politica di coesione e cittadinanzaeuropea,Bruxelles è capace di parlare e di farsi ca- pire da appena il 25% della po- polazione,cioèdallapartepiùi- struita, che viaggia, che parla una lingua straniera. Ed è para- dossale che l’Unione Europea invece abbia impatto fonda- mentale è determinante pro- prio su quel 75% di europei con cuinonriesceadialogare.Come intervenire e da dove iniziare per dare visibilità a quanto sui nostri territori viene realizzato grazie ai fondi europei, é proprio il tema della RelazionesullaComunicazionedeifondistrut- turali cui stiamo lavorando in Commissione per lo Sviluppo regionale del Parlamento euro- peo. La responsabilità della comunicazione, di come l´Unione Europea ci aiuti a migliorare il nostro territorio, deve essere condivisa e a Bru- xellesspettaladefinizionedistrategiediampio respiro, la definizione di un linguaggio comu- ne.LaCommissionehaselezionatodegliesem- pi di best practices comunicative davvero effi- caci, la maggior parte delle quali realizzate at- traverso il web. Foto pre e post interventi di ri- strutturazione di importanti opere pubbliche, ad esempio, oppure geolocalizzazione cliccabi- le dei progetti realizzati, o ancora uno story tel- lingpositivo,quasiaffascinante.Servecomuni- care con audiovisivi, strumenti multimediali, simboli identificativi efficaci, immediatamen- te riconoscibili. Persino l´intervento alla Reg- l Presentata la Relazione sulla Comunicazione dei fondi strutturali in Commissione Sviluppo regionale gia di Venaria, il cui restauro è stato realizzato con il cantiere più grande d’Europa nel settore deibeniculturali,avviatograzieall’utilizzodel- le risorse del Fondo europeo per lo sviluppo re- gionale, è stato segnalato solo con una timida targhetta che il visitatore si lascia alle spalle senza vederla all’uscita da quella meraviglia che è uno dei siti più rappresentativi del nostro Paese. Chiediamo quindi alla Commissione Euro- peamaggiorisforziepiù“fantasia”persegnala- reilavori,iprogetti,icantieridel“MadeinEuro- pe”. Ma è alle amministrazioni regionali, alle autorità di gestione, che spetta prima di tutto il compito di arrivare ai cittadini attraverso una comunicazione che vada oltre gli annunci dello stanziamento di fondi - di cui spesso leggiamo suigiornalisoloidatilegatiadisfunzionio,peg- gio, risvolti giudiziari - per dare visibilità alla conclusione e alla realizzazione ultimata dei progetti, agli obiettivi raggiunti. Cosilacomunicazioneandràol- tre la sua funzione di informa- zione al pubblico e diventerà un incentivo concreto alla respon- sabilità e alla efficienza delle amministrazioni. L´obiettivo é aumentare nei cittadini europei la consapevolezza che, soprat- tutto nelle Regioni più deboli fi- nanziariamente, investimenti massicci sono realizzati proprio grazie ai fondi europei. Tra le proposte che abbiamo avanzato c´é anche quella di replicare l’e- sperienza della “Settimana europea delle regio- niedellecittà”,cheogniannosisvolgeaBruxel- les organizzata dal Comitato delle Regioni, in forma itinerante negli Stati membri o nelle Re- gioni che più beneficiano dei fondi strutturali. Una settimana di eventi e scambio di buone prassi,perinnescareunasanacompetizionetra amministrazioni, condividere esperienze e dif- ficoltà,trovarepartnere,perchéno,ispirazione. Ancora: trasferire sui territori il Premio Regio Stars,perpremiareogniannoilmigliorprogetto realizzato attraverso i fondi strutturali a livello regionale.Insomma,l'Europac´èmasivedepo- co.Omeglio,sivedonoperlopiùlesuedebolez- ze e rigidità. È l'altra Europa, quella che guarda edèpiùvicinaalleRegioni,quellachesostienei territori, che dobbiamo impegnarci a diffonde- re, a promuovere. É l'Europa dei risultati con- creti che dobbiamo comunicare, quella capace di creare occupazione, benessere, sviluppo. La politica di coesione: un terzo del bilancio europeo, ma ignorata dai cittadini L’Ue parla al 25% dei cittadini, chi è più istruito viaggia e parla una lingua straniera A i sovranisti nostrani ed europei che sognano il ritorno dall'Europa degli Stati nazionali consiglio di rivedere il film di Ermanno Olmi “Il mestiere delle armi”, un bellissimo affresco sul quell'Italia cinquecentesca delle Signorie che, non rendendosi conto che l'epoca medievale dei castelli e dei cavalieri era finita, è stata incapace di superare le divisioni tra casate ed è stata travolta dai lanzichenecchi e dai moderni cannoni dell'esercito di Georg von Frundsberg. La difficoltà nel costituirsi in Stato unitario è stata la cifra politico- sociale del nostro Paese ben oltre l'Unità d'Italia. Signorie, capanilismi, regionalismi, indipendentismi, guelfi e ghibellini, Peppone e Don Camillo...la partigianeria sembra essere una condanna scritta nel Dna degli italiani e nel nostro inno nazionale: “noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”. Oggi che Un'Italia unitaria esiste ed è forte la malattia sembra essersi trasferita al livello europeo. Le Signorie cinquecentesche sono gli Stati nazionali che, non rendendosi conto che con la globalizzazione è finita un'epoca, sono incapaci di superare le divisioni e di federarsi per davvero in un'Unione europea che possa restituire ai cittadini la sovranità, cioè la capacità di essere padroni del proprio destino partecipando a una democrazia in grado di influire su trasformazioni del lavoro, regole della finanza, cambiamenti climatici, migrazioni e sicurezza. È assurdo che, mentre l'Europa deve fronteggiare l'emergenza immigrazione, il terrorismo, la crisi siriana, il conflitto in Ucraina, il neoprotezionismo mondiale, l'aggressività della Russia, la concorrenza delle grandi potenze e i cambiamenti climatici, a Bruxelles dobbiamo dedicare (sprecare) tempo ed energie a parlare del negoziato sull'uscita della Gran Bretagna dell'Ue, dei vaneggiamenti di Marine Le Pen sull'Europa delle Patrie e degli scimmiottamenti dei nostri Grillo e Salvini. Domani, se in Francia i sondaggi saranno confermati dai risultati del secondo turno delle elezioni presidenziali, la leader dei sovranisti francesi ed europei Marine Le dovrà rimandare a un futuro indefinito i suoi progetti antieuropei, mentre con Macron rinascerà un forte motore franco-tedesco (cui dobbiamo associarci) che rimetterà in moto il cantiere delle riforme europee. L'Italia, già appesantita dal grande debito pubblico, non può permettersi il lusso di continuare a guardare al passato, mentre a Bruxelles si definiscono le regole dell'Europa futura. Il nostro Paese deve giocare fin da subito un ruolo di primo piano e riprendere l'iniziativa delle riforme europee, come ha fatto con la flessibilità di bilancio e il Migration Compact, a partire dalla proposta di scegliere il candidato socialista alla presidenza della Commissione con delle primarie del Pse. Queste sono le proposte molto forti e strategiche del Pd che Renzi ha illustrato e che gli iscritti e gli elettori del Pd hanno appoggiato col loro consenso. Patriza Toia CAPODELEGAZIONE PD Il Commento L’Ue e l’Italia delle Signorie Agricoltura, cibi sani e diritti Agricoltura E’ stata approvata in Commissione agricoltura la relazione De Castro- Dess sulla parte agricola del Regolamento Omnibus, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione europea. Per De Castro, vice presidente della Commissione agricoltura, “la proposta si articola su tre elementi: la semplificazione delle procedure, il bilanciamento delle relazioni di filiera e il rafforzamento degli strumenti di gestione dei rischi”. Notizie dall’Europa Il 10 a Bruxelles, su iniziativa dell’on.Zanonato, dibattito su “L’Università di Padova: 800 anni di storia europea” 1 2 Olio di palma L’eurodeputato Pd Nicola Caputo ha posto nuovamente la questione dell’olio di Palma. “Il problema - ha detto - non è dell’olio di palma in sè, ma del modo in cui viene prodotto: ad alte temperature, per abbassare i costi di produzione. Trovo assurdo che, alla luce dello studio EFSA, a tutt’oggi la Commissione non abbia ancora preso provvedimenti. L’olio di palma ha sostituito i grassi precedentemente utilizzati proprio perché più economico e non è prodotto a basse temperature” 3 Mutilazioni femminili Si è svolta al Parlamento europeo un’iniziativa sulle mutilazioni genitali femminili. Per l’europarlamentare Pd Cécile Kyenge si tratta “di una pratica inaccettabile, che non deve trovare giustificazione in nessuna tradizione. Una vera e propria violazione dei diritti fondamentali della persona umana, una pratica che va punita e vietata. Nessuna tradizione può essere fatta valere a spese del diritto fondamentale della persona alla propria integrale dignità. In nessuna parte del mondo”. Michela Giuffrida