Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è il più importante strumento ottico/infrarosso della comunità astronomica italiana con uno specchio primario di 3,58 metri di diametro.
Intitolato al padre dell’astronomia moderna, Galileo Galilei (1564-1642), è finanziato dall’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica e gestito dalla FGG-Fundación Galileo Galilei-INAF, Fundación Canaria.
Situato nell'Isola di La Palma, il TNG sorge ad una quota di 2 387 metri al sopra del livello del mare sul bordo di un enorme cratere, la Caldera Taburiente, e fa parte dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, uno dei tre osservatori più grandi al mondo.
This slide contains some basic content about astronomical scales and some methods to find the astronomical distances. This slide tells about the concept of luminosity.
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Presentazione realizzata da Rollandi Maicol, Gori Camilla, Negrari Tommaso, Forte Davide, Conenna Roberto della classe 2 ST B dell'Istituto di Istruzione Superiore Capellini-Sauro di La Spezia
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
Presentazione realizzata da Rollandi Maicol, Gori Camilla, Negrari Tommaso, Forte Davide, Conenna Roberto della classe 2 ST B dell'Istituto di Istruzione Superiore Capellini-Sauro di La Spezia
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
Nuovi strumenti sono stati già montati e funzionanti sui più grandi telescopi terrestri e molti stanno per venire sistemati con l'obiettivo di studiare i pianeti extrasolari.
A eccezione della Terra, tutti i pianeti e i satelliti del Sistema Solare hanno grosse limitazioni per la vita come noi la conosciamo.
Nel nostro Sistema Solare, Europa, Marte e Titano possono avere (o avere avuto in passato) condizioni adatte alla vita.
I pianeti extrasolari nella Costellazione di Orione rientra all’interno di un’attività didattica sviluppata ad Asiago durante la manifestazione in piazza Asiago da Fiaba (21-22 e 28-29 maggio 2016). Qui si può leggere del mito di Orione, avere qualche informazione su una delle costellazioni più facili da individuare in cielo, e dare uno sguardo ai pianeti extrasolari scoperti nel corso degli ultimi anni attorno alcune stelle della costellazione.
HARPS-N è il cacciatore di pianeti extrasolari montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie.
E' il gemello dello spettrografo HARPS montato oltre una decina di anni fa al Telescopio di La Silla, dell'ESO, in Cile.
HARPS-N è uno strumento di altissima precisione in grado di misurare la velocità radiale di una stella, ossia la proiezione della velocità della stella lungo la nostra linea di osservazione, dell'ordine di 1 m/s. Questo equivale a scoprire pianeti delle dimensioni della nostra Terra attorno a stelle di tipo solare.
La ricerca di vita nell’universo richiede dei metodi per identificare e caratterizzare i pianeti abitabili attorno ad altre stelle.
Il concetto di zona abitabile intorno a una stella rappresenta il procedimento più facile per identificare i pianeti abitabili.
ATTENZIONE: "abitabile" non significa "abitato"
La classificazione permette non solo di capire quali osservazioni possono essere prioritarie rispetto ad altre, ma anche di confrontare i risultati fra loro.
Dal 2012 montato in uno dei fuochi del TNG-Telescopio Nazionale Galileo vi è il cacciatore di pianeti extrasolari, lo spettrografo HARPS-N (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher-North), uno strumento all'avanguardia in grado di misurare la velocità radiale delle stelle con una precisione di 1 metro al secondo, che rappresenta l'impronta sulla velocità della stella dovuta alla presenza di pianeti con massa simile a quella della Terra.
Il programma GAPS-Global Architecture of Planetary Systems dell’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica ha come obiettivo la caratterizzazione dei sistemi multipli e la loro architettura grazie allo strumento HARPS-N. In particolare, si vuole acquisire una maggiore comprensione delle proprietà strutturali dei pianeti extrasolari e delle dipendenze tra proprietà fisiche dei pianeti e delle stelle che li ospitano. Tutto ciò nel contesto, più ampio, relativo alla comprensione di come si formino e si evolvano i sistemi planetari e, in particolare, quali tra gli scenari possibili, sia il più plausibile.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall’effetto che essi hanno sulla stella ospite.
ICARA 2008 (Italian Congress of Amateur Radio Astronomy).
Presentazione dell'attività di rilevamento radio del satellite americano NROL21 poco prima della sua distruzione. L'attività è stata condotta insieme ai ricercatori dell'IRA-INAF di Medicina (BO), con l'impiego di una parte della Croce del Nord come antenna ricevente.
Autori:
IV3GCP, Giovanni Aglialoro;
IV3DVB, Maurizio Devetta.
Si ringraziano:
Strelio Montebugnoli, Giuseppe Pupillo, Salvo Pluchino.
GIARPS (GIANO-B & HARPS-N) è il nuovo strumento entrato in funzione nella primavera 2017 presso il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) alle Canarie. Si tratta di uno strumento dalle altissime potenzialità, tanto da essere, al momento, l’unico al mondo in grado di fornire spettri ad alta risoluzione in una banda spettrale molto estesa, che va dal visibile all’infrarosso, il tutto con una sola esposizione.
GIANO è uno dei nuovi strumenti disponibile al TNG per la comunità astronomica, italiana e internazionale. Si tratta del primo strumento al mondo capace di produrre uno spettro infrarosso completo ad alta risoluzione in una sola esposizione.
Uno dei più grandi obiettivi della ricerca astrofisica è l'individuazione di nuovi mondi, anche potenzialmente abitabili.
La maggior parte dei pianeti extrasolari scoperti e caratterizzati finora è stata fatta mediante metodi indiretti, osservandone cioé gli effetti che il pianeta produce sulla stella madre. Oggi, per la prima volta nella storia dell'Astrofisca SPHERE permette di "osservare direttamente" un pianeta.
Per riuscire a rilevare il pianeta attorno alla stella, bisogna eliminare in modo efficace la luce della stella e ottenere un elevato contrasto.
SPHERE, acronimo per Spectro-Polarimetric High-contrast Exolanet Research, è uno strumento installato al VLT-Very Large Telescope dell’ESO, all’Osservatorio del Paranal, in Cile.
Strumento altamente sofisticato, SPHERE permette di trovare e caratterizzare esopianeti giganti in orbita attorno a stelle vicine mediante la tecnica del direct imaging, o immagine diretta.
2. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è il telescopio
ottico/infrarosso più importante per la Comunità
scientifica italiana con un diametro dello specchio
primario di 3,58 metri.
Sorge a 2 387 metri di quota nell’Isola di La Palma
(Canarie) sul bordo di un enorme cratere, la
Caldera Taburiente.
È finanziato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica
(INAF) e gestito dalla Fundación Galileo Galilei-
INAF, Fundación Canaria (FGG), un’istituzione no-
profit spagnola voluta dall’INAF con l’obiettivo di
promuovere la ricerca astrofisica.
TNG – TELESCOPIO NAZIONALE GALILEO
3. Il TNG (nella foto, cerchiato in rosso) fa parte dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos
insieme ad altri 13 telescopi (di cui due telescopi solari).
L’Osservatorio del Roque de Los Muchachas è gestito da ben 64 paesi europei e rappresenta uno
dei tre osservatori più grandi al mondo insieme all’Osservatorio di Manua Kea (Isole Hawaii) e
all’Osservatorio dell’European Southern Observatory (ESO) in Cile.
L’OSSERVATORIO DEL ROQUE DE LOS MUCHACHOS
4. Il TNG e’ stato intitolato al padre dell’astronomia moderna, Galileo Galilei (1564-1642), per le
scoperte rivoluzionarie fatte con il cannocchiale tra il 1609 e il 1610.
Galileo ottenne risultati straordinari
nell’osservazione della Luna: la scoprì
diversa da come l’avevano pensata
fino allora, con una superficie scabra e
non liscia. Calcolò pure l’altezza delle
montagne, le cui cime vengono
raggiunte dai raggi solari prima delle
zone sottostanti, esattamente come
avviene sulla Terra quando all’alba le
vette delle montagne vengono
illuminate per prima dal Sole, mentre il
fondovalle e’ ancora immerso nel buio.
Galileo si spinse ben oltre la Luna:
osservò la distesa di stelle scoprendone
di invisibili ad occhio nudo; scoprì
quattro nuovi satelliti di Giove, i più
interni al sistema gioviano, chiamati da
allora “astri medicei”.
Galileo osservò inoltre le fasi di Venere, la presenza di due lobi attorno a Saturno (che solo
successivamente si sarebbero mostrati come gli anelli di Saturno) e anche le macchie sul Sole.
TELESCOPIO GALILEO, DAL NOME DI UN GRANDE SCIENZIATO ITALIANO
5. L’Isola di La Palma è un sito ideale per fare osservazioni astronomiche grazie al suo cielo azzurro
incontaminato, sereno per la maggior parte dell’anno.
I venti Alisei, che soffiano da nord-est sull’isola, portano con sé aria calda stabile dall’oceano e
questo fa sì che l’aria sia poco soggetta a perturbazioni, che rappresentano uno dei peggiori
nemici per le osservazioni.
IL CIELO DI LA PALMA
6. L’edificio del telesopio, alto 24 metri, protegge il telescopio dagli agenti atmosferici, come, per
esempio, la pioggia, la neve, il vento, il sole e la polvere proveniente dal deserto.
La temperatura esterna ed interna deve essere la stessa, altrimenti si formerebbero dei vortici d’aria,
all’apertura della cupola, dannosi per le misurazioni astronomiche.
Nella foto, una intensa nevicata nel gennaio 2014 ricopre di bianco il TNG.
7. CARATTERISTICHE DEL TNG
SPECCHIO PRINCIPALE: 3,58 METRI
PESO DELLO SPECCHIO: 6 TONNELLATE
LUNGHEZZA FOCALE: 38,5 METRI F/11
PESO DEL TELESCOPIO: 140 TONNELLATE
DIAMETRO DELLO SPECCHIO
SECONDARIO: 0,875 METRI
8. Nelle moderne montature altazimutali il fuoco viene portato lungo l'asse orizzontale in una posizione
fissa attraverso due successive riflessioni su uno specchio secondario a 90 gradi e uno specchio
terziario a 45 gradi.
Dopo essere stata riflessa sullo specchio terziario, la luce viene focalizzata sul piano focale. Al TNG vi
sono due specchi terziari che focalizzano la luce su due piani focali chiamati Nasmyth A e Nasmyth
B.
Il nostro pianeta ruota attorno all’asse di rotazione (immaginario) in 24 ore.
Questa rotazione provoca lo spostamento apparente della volta stellata da Est verso Ovest. Di
conseguenza, anche il telescopio deve muoversi nel senso Est-Ovest di pari passo con il movimento
della volta celeste per poter mantenere inquadrato l’oggetto che si vuole osservare. Con una
montatura altazimutale, come quella del TNG, il telescopio ruota nel senso destro/sinistro e
permette di effettuare i movimenti alto/basso.
Tutti i grandi telescopi tendono ad usare la montatura altazimutale per la sua stabilità, soprattutto
perché i sistemi di controllo al computer garantiscono un buon inseguimento degli oggetti.
I due fuochi del TNG si trovano in due stanze adiacenti a quella dove è montato il telescopio.
9. Seguendo lo schema ottico rappresentato in figura, la luce dell’oggetto lontano (stelle) viene
raccolta dallo specchio primario (indicato dalla lettera M1), successivamente riflessa sul secondario
(M2) e infine, focalizzata grazie allo specchio terziario M3 su uno dei due fuochi Nasmyth, a
seconda del tipo di strumento che si vuole utilizzare per analizzare la luce.
10. I tre specchi principali sono fatti di una
speciale ceramica non soggetta ad
espansione termica e ricoperta di alluminio.
Le distorsioni dovute ai movimenti del
telescopio ed ai cambi di temperatura
vengono compensate da un sistema di
Ottica Attiva.
In questa foto è visibile, indicato dal cerchio
rosso, uno dei due specchi terziari che
focalizza la radiazione sul piano focale (nel
caso in questione sul fuoco Nasmyth A).
Nel caso del TNG sul fuoco Nasmyth A vi
sono due strumenti, NICS e GIANO;
sul fuoco Nasmyth B vi sono invece HARPS-N
e DOLORES.
11. L’OTTICA ATTIVA
Lo specchio principale del TNG ha un diametro di
3,58 m con un controllo ad ottica attiva.
In pratica, per poter gestire e mantenere in forma
specchi di grandi dimensioni, da tempo si è
abbandonato l’uso di un unico blocco di vetro
molto spesso e rigido, e si è preferito l’uso di specchi
sottili, e quindi più leggeri e maneggevoli.
La forma flessibile di questi specchi viene controllata
da una rete di computer che applica la forza
necessaria, per mezzo di pistoni, in ben 78 punti
diversi dello specchio, e che permettono di
correggere in tempo reale tutte le possibili
aberrazioni ottiche.
Il risultato è una qualità ottica di alte prestazioni.
Oggi la tecnica dell’ottica attiva è applicata
praticamente in tutti i nuovi telescopi.
12. NEW TECHNOLOGY TELESCOPE (NTT) - LA SILLA, CILE
Il TNG ha un gemello in Cile, il New Technology Telescope
(NTT) a La Silla, in Cile. TNG e NTT nascono infatti dallo
stesso progetto.
13. Si nota la somiglianza tra le cupole dei due telescopi gemelli. A sinistra quella dell’NTT e a destra
quella del TNG. E’ una cupola girevole di forma ottagonale, che in modo simpatico, può far
ricordare una moka di caffè.
14. IL TELESCOPIO NAZIONALE GALILEO (TNG)
IL TEAM:
GAPS SCIENCE TEAM
SABRINA MASIERO, INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PADOVA E FGG-TELESCOPIO
NAZIONALE GALILEO
CATERINA BOCCATO, INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PADOVA
RICCARDO CLAUDI, INAF- OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PADOVA
GLORIA ANDREUZZI, FGG-TELESCOIPIO NAZIONALAE GALILEO E INAF – OSSERVATORIO
ASTRONOMICO DI ROMA
EMILIO MOLINARI (DIRETTORE DEL TNG), FGG – TELESCOPIO NAZIONALE GALILEO E INAF – IAFS,
MILANO
15. Immagini:
diapositiva 1 e 2: Il Telescopio Nazionale Galileo , Roque de Los Muchachos. Crediti : FGG-TNG/Vincenzo Guido.
diapositiva 3: una vista dell’Osservatorio del Roque de Los Muchchacos. Crediti: FGG-TNG/Giovanni Tessicini
diapositiva 4: Ritratto di Galileo Galilei di Justus Sustermans -
http://www.nmm.ac.uk/mag/pages/mnuExplore/ViewLargeImage.cfm?ID=BHC2700 preparato daAdrian
Pingstone, dicembre 2003. Foonte Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Galileo_Galilei#mediaviewer/File:Galileo.arp.300pix.jpg
diapositiva 5: il Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TNG/Vincenzo Guido.
diapositiva 6: Il Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TNG/Jose San Juan
diapositiva 7 e 8: Il Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TNG/Sabrina Masiero
diaposivita 9: Schema ottico del TNG. Crediti: FGG-TNG.
diaposivita 10: Il Telescopio Nazionale Galileo. Crediti: FGG-TNG/Sabrina Masiero
diapositiva 11: Ottica Attiva. Crediti immagine del TNG: FGG-TNG/Giovanni Tessicini. Immagine del dettaglio
dell’ottica attiva, crediti: FGG-TNG/Sabrina Masiero
diapositiva 12: NTT, immagine in alto a sinistra. Crediti: Wikipedia -
http://it.wikipedia.org/wiki/New_Technology_Telescope#mediaviewer/File:Observatorio_la_silla_ntt.JPG
Immagine NTT più grande: http://www.astro-austral.cl/imagenes/trips/1-lg.jpg
Diapositiva 13: Telescopio NTT (a sinistra). Crediti: ESO/C.Madsen - http://www.eso.org/public/images/eso0912b/
Telescopio Nazionale Galileo (a destra). Crediti: FGG-TNG/Jose San Juan.