GIARPS (GIANO-B & HARPS-N) è il nuovo strumento entrato in funzione nella primavera 2017 presso il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) alle Canarie. Si tratta di uno strumento dalle altissime potenzialità, tanto da essere, al momento, l’unico al mondo in grado di fornire spettri ad alta risoluzione in una banda spettrale molto estesa, che va dal visibile all’infrarosso, il tutto con una sola esposizione.
GIANO è uno dei nuovi strumenti disponibile al TNG per la comunità astronomica, italiana e internazionale. Si tratta del primo strumento al mondo capace di produrre uno spettro infrarosso completo ad alta risoluzione in una sola esposizione.
Uno dei più grandi obiettivi della ricerca astrofisica è l'individuazione di nuovi mondi, anche potenzialmente abitabili.
La maggior parte dei pianeti extrasolari scoperti e caratterizzati finora è stata fatta mediante metodi indiretti, osservandone cioé gli effetti che il pianeta produce sulla stella madre. Oggi, per la prima volta nella storia dell'Astrofisca SPHERE permette di "osservare direttamente" un pianeta.
Per riuscire a rilevare il pianeta attorno alla stella, bisogna eliminare in modo efficace la luce della stella e ottenere un elevato contrasto.
SPHERE, acronimo per Spectro-Polarimetric High-contrast Exolanet Research, è uno strumento installato al VLT-Very Large Telescope dell’ESO, all’Osservatorio del Paranal, in Cile.
Strumento altamente sofisticato, SPHERE permette di trovare e caratterizzare esopianeti giganti in orbita attorno a stelle vicine mediante la tecnica del direct imaging, o immagine diretta.
Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è il più importante strumento ottico/infrarosso della comunità astronomica italiana con uno specchio primario di 3,58 metri di diametro.
Intitolato al padre dell’astronomia moderna, Galileo Galilei (1564-1642), è finanziato dall’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica e gestito dalla FGG-Fundación Galileo Galilei-INAF, Fundación Canaria.
Situato nell'Isola di La Palma, il TNG sorge ad una quota di 2 387 metri al sopra del livello del mare sul bordo di un enorme cratere, la Caldera Taburiente, e fa parte dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, uno dei tre osservatori più grandi al mondo.
Dal 2012 montato in uno dei fuochi del TNG-Telescopio Nazionale Galileo vi è il cacciatore di pianeti extrasolari, lo spettrografo HARPS-N (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher-North), uno strumento all'avanguardia in grado di misurare la velocità radiale delle stelle con una precisione di 1 metro al secondo, che rappresenta l'impronta sulla velocità della stella dovuta alla presenza di pianeti con massa simile a quella della Terra.
Il programma GAPS-Global Architecture of Planetary Systems dell’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica ha come obiettivo la caratterizzazione dei sistemi multipli e la loro architettura grazie allo strumento HARPS-N. In particolare, si vuole acquisire una maggiore comprensione delle proprietà strutturali dei pianeti extrasolari e delle dipendenze tra proprietà fisiche dei pianeti e delle stelle che li ospitano. Tutto ciò nel contesto, più ampio, relativo alla comprensione di come si formino e si evolvano i sistemi planetari e, in particolare, quali tra gli scenari possibili, sia il più plausibile.
Numerose missioni spaziali, tra le quali Kepler della NASA iniziata nel 2009, e missioni già in orbita (come GAIA dell’ESA) o le molteplici in programma nei prossimi anni tra cui CHEOPS e PLATO dell’ESA, TESS e JWST della NASA, potranno dare nuove risposte sulla caratterizzazione dei sistemi planetari al di fuori del nostro. Uno degli obiettivi è quello di vedere per via diretta i pianeti, non solo i pianeti giganti, inadatti alla vita, ma anche quelli di taglia terrestre, e scoprire i segni dell’esistenza della vita sulla loro superficie.
Un modo potrebbe essere quello di riconoscere la presenza di vegetazione sulla loro superficie in linea di principio, da un esame della luce che ci inviano.
Nuovi strumenti sono stati già montati e funzionanti sui più grandi telescopi terrestri e molti stanno per venire sistemati con l'obiettivo di studiare i pianeti extrasolari.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
GIANO è uno dei nuovi strumenti disponibile al TNG per la comunità astronomica, italiana e internazionale. Si tratta del primo strumento al mondo capace di produrre uno spettro infrarosso completo ad alta risoluzione in una sola esposizione.
Uno dei più grandi obiettivi della ricerca astrofisica è l'individuazione di nuovi mondi, anche potenzialmente abitabili.
La maggior parte dei pianeti extrasolari scoperti e caratterizzati finora è stata fatta mediante metodi indiretti, osservandone cioé gli effetti che il pianeta produce sulla stella madre. Oggi, per la prima volta nella storia dell'Astrofisca SPHERE permette di "osservare direttamente" un pianeta.
Per riuscire a rilevare il pianeta attorno alla stella, bisogna eliminare in modo efficace la luce della stella e ottenere un elevato contrasto.
SPHERE, acronimo per Spectro-Polarimetric High-contrast Exolanet Research, è uno strumento installato al VLT-Very Large Telescope dell’ESO, all’Osservatorio del Paranal, in Cile.
Strumento altamente sofisticato, SPHERE permette di trovare e caratterizzare esopianeti giganti in orbita attorno a stelle vicine mediante la tecnica del direct imaging, o immagine diretta.
Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è il più importante strumento ottico/infrarosso della comunità astronomica italiana con uno specchio primario di 3,58 metri di diametro.
Intitolato al padre dell’astronomia moderna, Galileo Galilei (1564-1642), è finanziato dall’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica e gestito dalla FGG-Fundación Galileo Galilei-INAF, Fundación Canaria.
Situato nell'Isola di La Palma, il TNG sorge ad una quota di 2 387 metri al sopra del livello del mare sul bordo di un enorme cratere, la Caldera Taburiente, e fa parte dell’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, uno dei tre osservatori più grandi al mondo.
Dal 2012 montato in uno dei fuochi del TNG-Telescopio Nazionale Galileo vi è il cacciatore di pianeti extrasolari, lo spettrografo HARPS-N (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher-North), uno strumento all'avanguardia in grado di misurare la velocità radiale delle stelle con una precisione di 1 metro al secondo, che rappresenta l'impronta sulla velocità della stella dovuta alla presenza di pianeti con massa simile a quella della Terra.
Il programma GAPS-Global Architecture of Planetary Systems dell’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica ha come obiettivo la caratterizzazione dei sistemi multipli e la loro architettura grazie allo strumento HARPS-N. In particolare, si vuole acquisire una maggiore comprensione delle proprietà strutturali dei pianeti extrasolari e delle dipendenze tra proprietà fisiche dei pianeti e delle stelle che li ospitano. Tutto ciò nel contesto, più ampio, relativo alla comprensione di come si formino e si evolvano i sistemi planetari e, in particolare, quali tra gli scenari possibili, sia il più plausibile.
Numerose missioni spaziali, tra le quali Kepler della NASA iniziata nel 2009, e missioni già in orbita (come GAIA dell’ESA) o le molteplici in programma nei prossimi anni tra cui CHEOPS e PLATO dell’ESA, TESS e JWST della NASA, potranno dare nuove risposte sulla caratterizzazione dei sistemi planetari al di fuori del nostro. Uno degli obiettivi è quello di vedere per via diretta i pianeti, non solo i pianeti giganti, inadatti alla vita, ma anche quelli di taglia terrestre, e scoprire i segni dell’esistenza della vita sulla loro superficie.
Un modo potrebbe essere quello di riconoscere la presenza di vegetazione sulla loro superficie in linea di principio, da un esame della luce che ci inviano.
Nuovi strumenti sono stati già montati e funzionanti sui più grandi telescopi terrestri e molti stanno per venire sistemati con l'obiettivo di studiare i pianeti extrasolari.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall’effetto che essi hanno sulla stella ospite.
I pianeti extrasolari nella Costellazione di Orione rientra all’interno di un’attività didattica sviluppata ad Asiago durante la manifestazione in piazza Asiago da Fiaba (21-22 e 28-29 maggio 2016). Qui si può leggere del mito di Orione, avere qualche informazione su una delle costellazioni più facili da individuare in cielo, e dare uno sguardo ai pianeti extrasolari scoperti nel corso degli ultimi anni attorno alcune stelle della costellazione.
Immaginiamo che il futuro e la fantascienza si fondano o si confondano. Immaginiamo che sia possibile programmare un viaggio al di fuori del nostro Sistema Solare, su uno dei tanti pianeti extrasolari scoperti finora. Dove andare?
NASA-JPL ha immaginato delle mete ideali da poter visitare in un lontano futuro, quando la tecnologia permetterà di compiere viaggi fino a stelle relativamente vicine al nostro Sole. Qui trovate una breve descrizione di cinque sistemi planetari, selezionati sulla base dei poster-cartoline realizzati da NASA-JPL per questi mondi lontani: saluti dal tuo primo pianeta extrasolare, 51 Pegasi b; PSO J318.5-22 – dove la notte non finisce mai; sperimenta la gravità su una Super-Terra, HD 40307g; rilassati su Kepler-16b, dove la tua ombra ha sempre compagnia; Kepler-186f, dove l’erba è sempre più rossa.
HARPS-N è il cacciatore di pianeti extrasolari montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie.
E' il gemello dello spettrografo HARPS montato oltre una decina di anni fa al Telescopio di La Silla, dell'ESO, in Cile.
HARPS-N è uno strumento di altissima precisione in grado di misurare la velocità radiale di una stella, ossia la proiezione della velocità della stella lungo la nostra linea di osservazione, dell'ordine di 1 m/s. Questo equivale a scoprire pianeti delle dimensioni della nostra Terra attorno a stelle di tipo solare.
Missione Rosetta: una storia lunga 10 anni (e non è ancora finita!) ITLika Electronic
Avete sentito parlare della missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea? Dopo un viaggio di oltre 10 anni e 6 miliardi di km, mercoledì 12 Novembre 2014 la sonda Rosetta ha sbarcato il lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko.
Lika Electronic è orgogliosa di essere parte del team internazionale di aziende, istituti di ricerca e università che sotto la guida dell’Agenzia Spaziale Europea ha portato al conseguimento di questo storico risultato. La nostra tecnologia, la nostra innovazione e la nostra passione si sono concretizzate oltre 10 anni fa nella realizzazione per la missione Rosetta dell'encoder I38 Space, il primo encoder spaziale mai costruito in Italia; oggi allo stesso modo continuano a riversarsi nel nostro quotidiano impegno a fianco dei nostri clienti e dei nostri collaboratori.
Scaricate la brochure per saperne di più sulla missione e sul nostro encoder I38 Space che controlla il movimento dell'otturatore delle fotocamere WAC e NAC.
Altre foto e info all'indirizzo https://it.pinterest.com/LikaElectronic/lika-electronic-rosetta-space-mission-a-10-year-lo/
Vi sono alcune domande fondamentali a cui vorremmo un giorno poter rispondere: siamo soli nell’universo? Ci sono altre forme di vita, eventualmente intelligenti, su altri mondi? E’ possibile, o sarà mai possibile, entrare in contatto con esse?
Nel corso dei millenni queste domande hanno affascinato grandi pensatori, filosofi, mistici e uomini di scienza. Gli strumenti adottati per cercare risposte erano la pura speculazione e l’immaginazione. In mancanza di dati certi, la soluzione non poteva che dipendere dal modo di pensare di chi si poneva la questione. Così, accanto ad Epicuro e Giordano Bruno, convinti dell’esistenza di altri mondi abitati da esseri simili a noi, altri come Aristotele negavano tale possibilità.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
ICARA 2008 (Italian Congress of Amateur Radio Astronomy).
Presentazione dell'attività di rilevamento radio del satellite americano NROL21 poco prima della sua distruzione. L'attività è stata condotta insieme ai ricercatori dell'IRA-INAF di Medicina (BO), con l'impiego di una parte della Croce del Nord come antenna ricevente.
Autori:
IV3GCP, Giovanni Aglialoro;
IV3DVB, Maurizio Devetta.
Si ringraziano:
Strelio Montebugnoli, Giuseppe Pupillo, Salvo Pluchino.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall’effetto che essi hanno sulla stella ospite.
I pianeti extrasolari nella Costellazione di Orione rientra all’interno di un’attività didattica sviluppata ad Asiago durante la manifestazione in piazza Asiago da Fiaba (21-22 e 28-29 maggio 2016). Qui si può leggere del mito di Orione, avere qualche informazione su una delle costellazioni più facili da individuare in cielo, e dare uno sguardo ai pianeti extrasolari scoperti nel corso degli ultimi anni attorno alcune stelle della costellazione.
Immaginiamo che il futuro e la fantascienza si fondano o si confondano. Immaginiamo che sia possibile programmare un viaggio al di fuori del nostro Sistema Solare, su uno dei tanti pianeti extrasolari scoperti finora. Dove andare?
NASA-JPL ha immaginato delle mete ideali da poter visitare in un lontano futuro, quando la tecnologia permetterà di compiere viaggi fino a stelle relativamente vicine al nostro Sole. Qui trovate una breve descrizione di cinque sistemi planetari, selezionati sulla base dei poster-cartoline realizzati da NASA-JPL per questi mondi lontani: saluti dal tuo primo pianeta extrasolare, 51 Pegasi b; PSO J318.5-22 – dove la notte non finisce mai; sperimenta la gravità su una Super-Terra, HD 40307g; rilassati su Kepler-16b, dove la tua ombra ha sempre compagnia; Kepler-186f, dove l’erba è sempre più rossa.
HARPS-N è il cacciatore di pianeti extrasolari montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie.
E' il gemello dello spettrografo HARPS montato oltre una decina di anni fa al Telescopio di La Silla, dell'ESO, in Cile.
HARPS-N è uno strumento di altissima precisione in grado di misurare la velocità radiale di una stella, ossia la proiezione della velocità della stella lungo la nostra linea di osservazione, dell'ordine di 1 m/s. Questo equivale a scoprire pianeti delle dimensioni della nostra Terra attorno a stelle di tipo solare.
Missione Rosetta: una storia lunga 10 anni (e non è ancora finita!) ITLika Electronic
Avete sentito parlare della missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea? Dopo un viaggio di oltre 10 anni e 6 miliardi di km, mercoledì 12 Novembre 2014 la sonda Rosetta ha sbarcato il lander Philae sulla superficie della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko.
Lika Electronic è orgogliosa di essere parte del team internazionale di aziende, istituti di ricerca e università che sotto la guida dell’Agenzia Spaziale Europea ha portato al conseguimento di questo storico risultato. La nostra tecnologia, la nostra innovazione e la nostra passione si sono concretizzate oltre 10 anni fa nella realizzazione per la missione Rosetta dell'encoder I38 Space, il primo encoder spaziale mai costruito in Italia; oggi allo stesso modo continuano a riversarsi nel nostro quotidiano impegno a fianco dei nostri clienti e dei nostri collaboratori.
Scaricate la brochure per saperne di più sulla missione e sul nostro encoder I38 Space che controlla il movimento dell'otturatore delle fotocamere WAC e NAC.
Altre foto e info all'indirizzo https://it.pinterest.com/LikaElectronic/lika-electronic-rosetta-space-mission-a-10-year-lo/
Vi sono alcune domande fondamentali a cui vorremmo un giorno poter rispondere: siamo soli nell’universo? Ci sono altre forme di vita, eventualmente intelligenti, su altri mondi? E’ possibile, o sarà mai possibile, entrare in contatto con esse?
Nel corso dei millenni queste domande hanno affascinato grandi pensatori, filosofi, mistici e uomini di scienza. Gli strumenti adottati per cercare risposte erano la pura speculazione e l’immaginazione. In mancanza di dati certi, la soluzione non poteva che dipendere dal modo di pensare di chi si poneva la questione. Così, accanto ad Epicuro e Giordano Bruno, convinti dell’esistenza di altri mondi abitati da esseri simili a noi, altri come Aristotele negavano tale possibilità.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
ICARA 2008 (Italian Congress of Amateur Radio Astronomy).
Presentazione dell'attività di rilevamento radio del satellite americano NROL21 poco prima della sua distruzione. L'attività è stata condotta insieme ai ricercatori dell'IRA-INAF di Medicina (BO), con l'impiego di una parte della Croce del Nord come antenna ricevente.
Autori:
IV3GCP, Giovanni Aglialoro;
IV3DVB, Maurizio Devetta.
Si ringraziano:
Strelio Montebugnoli, Giuseppe Pupillo, Salvo Pluchino.
2. Al fuoco del Telescopio Nazionale Galileo (TNG) vi è in funzione GIARPS, il nuovo strumento pronto a
scendere in campo per la ricerca e lo studio dei pianeti extrasolari.
Sarà in grado di compiere osservazioni di velocità radiali delle stelle (si veda slide n. 8, oppure sezione
“Piccoli e lontani” http://altrimondi.inaf.it/la-scienza/piccoli-e-lontani) con alta precisione in una banda
osservativa molto grande, dall’ottico all’infrarosso.
GIARPS
3. GIARPS è l’unione dei due spettrografi installati al TNG, GIANO-B e HARPS-N.
HARPS-N (High Accurancy Radial Velocity Planet Searcher North, in alto a sinistra) é uno spettrografo
all’avanguardia, montato in uno dei fuochi del TNG dal 2012. GIANO-B è la nuova versione dello
spettrografo infrarosso GIANO, (in alto a destra) disponibile dalla primavera 2017.
Questa unione tra HARPS-N e GIANO-B fa sì che GIARPS abbia un’alta risoluzione in una banda spettrale
che va dal visibile al vicino infrarosso, ossia 0.383 - 2.45 μm.
GIARPS – L’UNIONE DI HARPS-N e GIANO-B
4. OTTICO E INFRAROSSO
La necessità di realizzare uno strumento come GIARPS, in grado di svolgere osservazioni sia in ottico
che in infrarosso, è legata al fatto che stelle particolarmente attive, come ad esempio le stelle più
giovani, potrebbero falsare le misure producendo un rumore che può coprire o addirittura imitare la
presenza di un pianeta.
Per ovviare a questi problemi, è necessario cambiare banda osservativa spostandosi nel vicino
infrarosso (NIR). In questa banda spettrale il livello di attività stellare è molto minore rispetto all’ottico,
mitigando così l’effetto del “rumore” o disturbo, che influirebbe negativamente sulle osservazioni.
Inoltre la banda infrarossa è l’ideale per l’osservazione di oggetti freddi come le stelle nane rosse.
5. HARPS-N
Con HARPS-N è possibile fare
osservazioni nella banda ottica
nell'intervallo che va da 380 a 690
nm.
Dunque, la “visione ottica” di
GIARPS è affidata allo strumento
HARPS-N.
HARPS-N è in grado di misurare la
velocità radiale delle stelle con una
precisione di 1m/s.
6. La visione infrarossa di GIARPS è invece affidata a GIANO-B. Le osservazioni nell’infrarosso vanno da
0.95 a 2.45 μm, con una precisione nella misura delle velocità radiali di 10 m/s.
GIANO-B
7. Quando la luce della stella osservata entra all’interno dello strumento, si utilizza un elemento dicroico per
separare la parte ottica e quella infrarossa. La parte ottica della radiazione viene direzionata verso HARPS-
N, mentre quella infrarossa verso GIANO.
In questo modo GIARPS è in grado di osservare sia nell’ottico che nell'infrarosso in una sola esposizione.
OTTICO E INFRAROSSO
Oltre ad un’osservazione combinata ottico-infrarosso, GIARPS può osservare solo in ottico o solo in
infrarosso, permettendo così ai ricercatori di selezionare la miglior banda osservativa per i loro studi.
8. GIARPS rivela pianeti extrasolari mediante il metodo delle velocità radiali. Tale tecnica prevede di misurare
piccole oscillazioni nel moto della stella causate della presenza di uno o più pianeti che gli orbitano
attorno. Quando una stella ha uno o più pianeti, il baricentro del sistema risulta spostato rispetto al centro
della stella (se la stella non avesse alcun pianeta, il baricentro coinciderebbe con il centro della stella).
Di conseguenza, sia la stella che il pianeta descrivono un’orbita attorno a tale baricentro.
IL METODO DELLE VELOCITÀ RADIALI
Si nota dunque una variazione
della componente radiale
della velocitò della stella
lungo la direzione
dell'osservatore a causa della
presenza del pianeta.
Tale variazione coincide con
un’oscillazione delle righe
spettrali della stella attorno
alla loro posizione di
equilibrio (effetto Doppler).l osservata > lo
l osservata < lo
9. Tra la primavera e l’estate del 2017 GIARPS inizierà
a cercare nuovi mondi.
LA PRIMA LUCE DI GIARPS
Il debutto di GIARPS, ossia le prime
osservazioni di test, sono già state ultimate.
Qui a lato il team festeggia la «prima luce di
GIARPS».
10. LO STUDIO DELLE ATMOSFERE PLANETARIE
GIARPS sarà in grado di studiare e caratterizzare le atmosfere di nuovi e lontani mondi. Infatti, quando un
pianeta transita davanti alla sua stella, la luce stellare viene filtrata dall'atmosfera del pianeta, che imprime
le sue seppur deboli righe spettrali sullo spettro stellare. In questo modo è possibile isolare ed identificare
quali molecole compongono l'atmosfera del pianeta.
11. I campi di ricerca per GIARPS sono molteplici e non sono solo legati al campo degli esopianeti. Con
GIARPS si potranno studiare le atmosfere planetarie, i pianeti gioviani caldi e quelli terrestri ma anche
oggetti stellari giovani, stelle variabili cataclismiche e i corpi minori del sistema solare.
PROGETTI SCIENTIFICI
12. Ad oggi GIARPS è l’unico strumento al mondo in grado di fornire spettri ad alta risoluzione con una
banda spettrale molto estesa che va dell’ottico all’infrarosso, il tutto in una sola esposizione.
Il primato di GIARPS rimarrà imbattuto fino a che, nell’emisfero meridionale, non verrà installato NIRPS, il
braccio infrarosso di HARPS il gemello dello strumento HARPS-N, montato al telescopio di 3,6 metri
all'Osservatorio di La Silla, in Cile.
IL FUTURO PER GIARPS
13. GIARPS IL NUOVO CACCIATORE DI PIANETI DEL TNG
IL TEAM:
FEDERICO DI GIACOMO, INAF - OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PADOVA
SABRINA MASIERO, INAF –OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PALERMO E GAL
HASSIN, ISNELLO – PALERMO
GAPS SCIENCE TEAM
14. Fonti:
Stefano Parisini, Caccia a nuovi mondi, un supersegugio al Tng, Media INAF, 21 novembre 2016
GIARPS is stepping in, http://www.tng.iac.es/news/2016/09/23/giarps-is-stepping-in/
Claudi R. et al. GIARPS: The Unique VIS-NIR High Precision Radial Velocity Facility in This World, 23
novembre 2016
15. Immagini:
diapositiva 1: Telescopio Nazionale Galileo (TNG) sull’IIsola di La Palma, Roque de los Muchachos. Crediti:
INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica.
diapositiva 2: Telescopio Nazionale Galileo. Crediti:http://www.tng.iac.es/news/2015/07/30/rocky/
diapositiva 3: immagine sinistra strumento GIANO-B immagine destra HARPS-N. Crediti: FGG-TNG.
diapositiva 4: rappresentazione artistica di una super Terra. Crediti: ESO/M. Kornmesser.
diapositiva 5: HARPS-N. Crediti: FGG-TNG, Telescopio Nazionale Gaileo, crediti:Giovanni Tessicini/FGG-
diapositiva 6: immagine di Giano-B presso il TNG.
diapositiva 7: rappresentazione artistica del sistema planetario KOI-961 Crediti: NASA/JPL-Caltech.
diapositive 8 : rappresentazione del fenomeno delle velocità radiali. Crediti: ESO.
diapositiva 9: a sinistra immagine della prima luce, a destra il team di GIARPS dopo la visione della prima
luce. Crediti: http://www.tng.iac.es/news/2016/09/23/giarps-is-stepping-in/ Adriano Ghedina.
diapositiva 10: rappresentazione dellp studio dell’atmosfera di un esopianeta a seguito del suo transito
davanti alla sua stella. Crediti: Amanda Doyle, Astrobiology Magazine.
diapositiva 11: in alto a destra: disegno artistico di una variabile cataclismatica del tipo Polare Intermedio
(M. Garlick),; al centro: illustrazione artistica dell’atmosfera di un pianeta gassoso gigante; in basso a
disco protoplanetario (crediti: NASA/JPL-Caltech), in basso a sinistra: rappresentazione artistica di un
pianeta roccioso (crediti: NASA/JPL-Caltech).
diapositiva 12: a destra, il TNG (crediti: Giovanni Tessicini / INAF-FGG-TNG) sullo sfondo: rappresentazione
artistica di un esopianeta con la sua luna attorno ad una nana rossa (crediti: Università di GInevra).