1. L’AZIONE DI GESÙ PER INSEGNARCI I VALORI DELLA VITA
Nell’antichità il Signore Dio ci insegnò che i maggiori valori della vita sono l’amore per Dio
( Deuteronomio 6, 4-9 ) e l’amore per gli altri perché sono un valore ( Levitico 19,18 ). L’Altissimo,
con il Decalogo che dette a Mosè sul Sinai ( Esodo 20, 1-17 ) ci insegnò i valori da rispettare nei
rapporti con gli altri. Infatti nel Decalogo rilevo i seguenti valori:
La festa settimanale del sabato è un valore perché è in onore del Signore Dio ed è tempo
da dedicare al nostro Spirito e al riposo. Il Signore Dio dichiarò sacro il Sabato;
La vita è un valore e perciò l’uomo non deve uccidere, né offendere gli altri, anch’essi
valori;
La fedeltà è un valore;ne deriva che non si deve essere infedeli e in primo luogo tra
marito e moglie anche per i motivi che il Signore Dio esplicitò in Genesi 2,24;
Il rispetto delle cose altrui è un valore;
La verità è un valore;
Il desiderio della donna, degli esseri e delle cose altrui è un disvalore ovvero una cosa
che ha valore negativo
Con i discorsi delle beatitudini riferiti da San Matteo e San Luca il Signore Gesù ci insegnò
quali sono i veri valori della vita:
In Matteo 5 rilevo i seguenti valori della vita:
Il primo valore che vi rinvengo è l’umiltà;
Il secondo valore è il dolore; i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 dicono che il
dolore è un balsamo per l’anima, poiché dona comprensione all’uomo, la comprensione
dei propri errori e quella dei retti comportamenti da tenere anche a livello di pensiero;
Il terzo valore è la mitezza ;
Il quarto valore è l’amore per la giustizia e la verità;
Il quinto valore è la misericordia;
Il sesto valore è la purezza di cuore;
Il settimo valore è l’amore per la pace;
L’ottavo valore è fare la volontà di Dio;
In Luca 6 rilevo i seguenti valori della vita:
Il primo valore è la povertà;
Il secondo valore è il dolore come in San Matteo 5.
Si tratta indubbiamente di un sistema di valori diverso da quello umano, che però non aboliva
la Legge e l’insegnamento dei Profeti ( Matteo 5, 17 ), poiché il Cristo era venuto per portare a
perfezione tali insegnamenti con i Vangeli 1
; per Legge si deve intendere non il Pentateuco nel
suo complesso di legge mosaica, ma il Decalogo al quale devono essere sempre aggiunti i
Comandamenti dell’amore di Levitico 19, 18 e di Deuteronomio 6, 4-9.
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Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. VII°, pagina 123, CEV srl, 03036 Isola del Liri (FR)
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2. Riguardo al compimento della Legge ( Matteo 5,17-19 ) il Signore Gesù ammonisce gli
uomini dicendoci di osservarli anche nei dettagli e di insegnarli agli altri. In altri termini il Cristo ci
insegna che la Legge, cioè il Decalogo è eterno e che i cambiamenti introdotti dagli uomini non
hanno alcun valore.
In Matteo 5,21-25 il Messia fece un esempio di che cosa intendeva per portare a perfezione
la Legge dicendo che non solo non si deve uccidere, ma non si deve neanche offendere un'altra
persona.
Questi ed altri insegnamenti del capitolo cinque del Vangelo di San Matteo non potevano
passare inosservati a farisei, sadducei, dottori della legge, sinagoghi e anziani di Israele. Tali
insegnamenti e quelli contenuti nei capitoli sei e sette del Vangelo di Matteo, nel loro insieme,
formano un mini Vangelo.
In particolare sono molto importanti, anche ai fini dei rapporti con le autorità ecclesiali
ebraiche, gli insegnamenti sulla legge di Dio ( Matteo 5, 17-20 ), sulla collera e sulla pace ( Matteo
5, 21-26 ), sull’adulterio e lo scandalo ( Matteo 5, 27-30 ), sul divorzio ( Matteo 5, 31-32 ), sulla
vendetta e sul perdono; anche il perdono è un valore, anzi un grande valore ( Matteo 5, 38 - 41 ).
L’amore per i nemici diventa un comandamento e così la preghiera per i propri persecutori
( Matteo 5, 43-48 ).
Anche il capitolo sesto del Vangelo di Matteo è denso di insegnamenti. In particolare, quello
sull’elemosina segreta, che è un valore; un valore più prezioso è la preghiera al Padre nostro;
anche il digiuno segreto è un valore, così come la scelta delle ricchezze spirituali. In questo
capitolo c’è anche un’ammonizione significativa: non potete servire Dio e i soldi, o servite Dio o
servite i soldi ( con la parola soldi si possono intendere anche il potere e la carriera ). Il capitolo sei
si chiude con il discorso sulla Provvidenza e le preoccupazioni ( Matteo 6, 25- 34 ).
Il capitolo sette del Vangelo di Matteo si apre con un insegnamento significativo ( Matteo 7, 1-
5 ), che in Oriente chiamano legge karmica; i Maestri disincarnati del Cerchio Firenze 77 la
definiscono legge di causa ad effetto; tale legge in MedioOriente poteva essere meglio conosciuta
come legge del taglione.
Nel capitolo sette il Signore Gesù ci dà una regola pratica, conosciuta anche come regola
aurea: “ Fate anche agli altri tutto quel che volete che essi facciano a voi: così comanda la legge di
Mosè e così hanno insegnato i profeti ( Matteo 7, 12 ).
Sin dall’inizio della Sua predicazione Il popolo si rese conto che l’insegnamento del Signore
Gesù era un insegnamento autorevole.
Il magistero delle Beatitudini ( si veda l’Azione di Gesù per farci trovare la piena felicità ), con
tutti i loro insegnamenti, possono essere considerate le vie che gli uomini possono seguire per fare
la loro parte per diventare santi, poiché la parte maggiore la fanno il Redentore, cioè il Cristo, la
Madre Spirito Santo con correzioni, lavacri e purificazioni e la Madonna, la Corredentrice 2
. Con
essi collabora l’Angelo Custode di ciascun essere umano.
2
Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. I°, pagine 96 e 119, CEV srl, 03036 Isola del Liri, Italia
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3. Con i discorsi delle Beatitudini di Matteo 5 e Luca 6 il Signore Gesù pone le fondamenta del
nuovo sistema di valori, ma fondato sempre sul Decalogo, che avrebbe dovuto diffondersi tra gli
uomini per prepararli a vivere una vita più spirituale, idonea alla loro redenzione 3
che il Cristo
avrebbe operato dopo la Resurrezione.
Chi valuta e riflette sui discorsi delle Beatitudini comincia a cambiare il suo modo di pensare
e di valutare le situazioni della vita nella quotidianità; dopodiché gli individui cominciano a
cambiare il loro stile di vita e a comprendere il valore della sottomissione alle leggi divine,
rinnovando così la propria mentalità prevalentemente ribelle ed egoista.
I discorsi sulle Beatitudini dimostrano che il Signore Gesù aveva in mente un programma
chiaro e preciso che si articolò bene sin dai primi insegnamenti. Il Messia corresse anche errori
macroscopici della legge mosaica e della Tradizione Orale, quali, ad esempio, quello sul divorzio.
Sin dai primi insegnamenti il Cristo dimostrò molto coraggio pur essendo un mite. Era la
consapevolezza della Sua Missione e la potenza della Madre Spirito Santo che era presente in Lui
che lo rendeva deciso e audace nelle Sue correzioni. Il Signore osò modificare le regole di
comportamento del popolo giudeo, ovvero la legge mosaica nonché i riti, gli usi e i costumi di
Israele. In ogni sinagoga e in ogni piazza il Cristo sfidava continuamente farisei, sadducei, dottori
della legge, sinagoghi e anziani del popolo; tutti sappiamo quale fu infine la reazione dei capi di
Israele: lo crocifissero per mano romana.
I due discorsi delle Beatitudini dovrebbero essere meditati da tutti noi qualche volta all’anno
per comprendere meglio, nel silenzio, il celestiale messaggio complessivo del Messia di tutti i
popoli, valido – come il Decalogo - per gli uomini di tutte le epoche e di tutti i popoli.
Il Signore Gesù si rese presto conto che le Sue parole non toccavano soltanto il cuore dei
suoi discepoli, ma di tutti coloro che lo ascoltavano, anche perché i miracoli che faceva erano la
chiara dimostrazione che lo Spirito di Dio era con Lui.
Penso che giorno per giorno il Signore si rendesse conto delle Sue divine possibilità perché
ridava la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, l’uso delle gambe ai paralitici, la salute ai lebbrosi e la vita
ai morti; e in tal senso inviò un messaggio a Giovanni il precursore il quale gli mandò a chiedere se
lui era Colui che doveva venire 4
.
Con l’Azione di Gesù per insegnarci i valori della vita si ha la possibilità di discernere il grano
dall’oglio nel valutare le azioni umane. Ma tutti i Vangeli non sono altro che un insegnamento
Celeste e in fondo in fondo una spiegazione del Decalogo; lo disse il Signore stesso a Maria
Valtorta con queste parole: “ Voi vedete che ciò che dico è ancora Decalogo. Sempre è Decalogo
la parola del Rabbi. Perché il bene, la giustizia, la gloria è nel compiere ciò che il Decalogo
insegna e ordina di fare. Non c’è altra dottrina. Allora data fra le folgori del Sinai, ora data tra i
fulgori della Misericordia, ma la Dottrina è quella. E non muta. E non può mutare… 5
.
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Eileen Caddy, Le porte interiori, Messaggi del 24 e 25 Dicembre, Amrita
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Matteo 11, 2-15
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Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. VII°, pagina 123, CEV srl, 03036 Isola del Liri, (FR)
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