«I vascelli cartaginesi erano costruiti in modo da potersi muovere in tutti i sensi con molta leggerezza; i loro rematori erano esperti. Quando il nemico avanzava per inseguirli loro si giravano, gli volteggiavano attorno o gli piombavano sul fianco e lo urtavano, mentre il vascello romano poteva appena virare nuovamente per la sua pesantezza e la scarsa esperienza dei rematori» [Polibio, 206 - 124 a.C.].
«I vascelli cartaginesi erano costruiti in modo da potersi muovere in tutti i sensi con molta leggerezza; i loro rematori erano esperti. Quando il nemico avanzava per inseguirli loro si giravano, gli volteggiavano attorno o gli piombavano sul fianco e lo urtavano, mentre il vascello romano poteva appena virare nuovamente per la sua pesantezza e la scarsa esperienza dei rematori» [Polibio, 206 - 124 a.C.].
Archi d'Arcacci in attesa dell'articolo 9JulioPadron2
Gli archi dell'acquedotto Alessandrino del quartiere Arcacci meriterebbero una maggior tutela istituzionale come prevede l'articolo 9 della costituzione. Mancata sensibilità e menefreghismo possono mettere a rischio questi preziosi elementi del patrimonio culturale del territorio.
Una breve narrazione sulla vita di Archimede fatta in un minuto, attraverso quattro pagine ciascuno con: una immagine, una breve descrizione su tre righe e tre parole chiave.
Il mare della Liguria è una fonte di tesori e di storia come poche altre al mondo con i suoi relitti sommersi che forniscono una sfida e un richiamo per tutti gli appassionati delle avventura subacquee e delle immersioni in mare.
Archi d'Arcacci in attesa dell'articolo 9JulioPadron2
Gli archi dell'acquedotto Alessandrino del quartiere Arcacci meriterebbero una maggior tutela istituzionale come prevede l'articolo 9 della costituzione. Mancata sensibilità e menefreghismo possono mettere a rischio questi preziosi elementi del patrimonio culturale del territorio.
Una breve narrazione sulla vita di Archimede fatta in un minuto, attraverso quattro pagine ciascuno con: una immagine, una breve descrizione su tre righe e tre parole chiave.
Il mare della Liguria è una fonte di tesori e di storia come poche altre al mondo con i suoi relitti sommersi che forniscono una sfida e un richiamo per tutti gli appassionati delle avventura subacquee e delle immersioni in mare.
2. Argomenti che tratteremo
● L'assedio romano a Siracusa
● Catapulte e balista
● Artiglio
● Lo specchio ustore
3. L'assedio romano a Siracusa
Nel 240 comincia l’assedio romano, sotto il comando
del console Marcello e di Appio Claudio. Siracusa
sarebbe subito caduta se un solo uomo non avesse
fermato l’offensiva dell’esercito invasore.
Marcello circondò la città siceliota per mare con 60
galere, Appio attaccava da terra. In cinque giorni i
due comandanti contavano, come ci tramanda
Polibio, di portare a termine i loro piani.
4. La difesa
Ma con le sue invenzioni Archimede riuscì a
diffondere un superstizioso terrore nel nemico. I
soldati romani, così, tentarono la notte di
cogliere di sorpresa gli assediati, ma dalle
fessure delle mura, ad altezza d’uomo dentro e
grandi come un palmo fuori, gli arcieri
investivano il nemico con miriadi di frecce.
5. Lancio di dardi
Quando i Romani cercavano di agganciare le
sambuche, dalle mura emergevano nuove armi,
che si estendevano molto al di fuori dei bastioni
e lanciavano massi e sfere di piombo dal peso
minimo di dieci libbre: le punte erano orientate
da uno speciale congegno e per mezzo di una
carrucola scaricavano il macigno ad una
velocità che aumentava la sua potenza
distruttiva, annientando navi ed armi annesse.
6. .. e mani di ferro
Dalle mura, inoltre, Archimede faceva calare
robuste catene provviste di uncini, le cosiddette
“mani di ferro” che, pilotate da dentro,
arpionavano la prora della nave e, mentre nella
città un manico si abbassava, la nave fuori si
alzava sulla poppa, poi di botto la catena
veniva lasciata libera e la nave cadeva in acqua
rovesciandosi.
7. E i romani fuggivano
I Romani fuggivano, ormai, appena vedevano
funi e travi uscire dalle mura! L’industrioso
Archimede utilizzava inoltre i celeberrimi
specchi ustori di sua invenzione che egli
orientava sulle navi nemiche, facendovi
concentrare i raggi solari per incendiarle.
A raccontarlo sono Plutarco, Tito Livio e Polibio.
8. Catapulta e balista
Archimede inventò diverse macchine
belliche schierate nella battaglia tra
Siracusa e Roma. Macchine in grado di
colpire un bersaglio a diversa distanza di
tiro, sia con pietre o corpi pesanti
(baliste), sia con frecce e giavellotti
(scorpioncini).
La storia riferisce di forze romane
terrorizzate dalla potenza distruttrice
degli apparati bellici che si trovavano a
dover fronteggiare, e del condottiero
romano Marcello a corto di risorse e in
forte dubbio sulla possibilità di portare a
buon fine la missione contro Gerone II.
9. La potenza della balista
Il culmine della potenza venne raggiunto da
Archimede, che sviluppò una balista capace di
scagliare massi di ben 3 talenti (78 kg).
Per ottenere questi risultati, grazie a studi
matematici, giunse alla conclusione che il
diametro del fascio di corde era uguale a 1.1
volte la radice cubica di 100 volte il peso della
pietra in mine.
10. L'Artiglio di Archimede
L'artiglio di Archimede (greco: Ἁρπάγη), o mano
di ferro, era un'antica arma ideata da Archimede
per difendere le mura di Siracusa dagli assalti
nemici.
Nonostante la sua vera natura non sia chiara, i
racconti degli antichi storici sembrano
descriverla come una sorta di gru armata con un
gancio attaccato ad una corda in grado di
sollevare parzialmente le navi nemiche
dall'acqua, per poi farla rovesciare o cadere.
11. Impiego dell'arma
Queste macchine furono usate soprattutto
durante la seconda guerra punica nel 214 a.C.,
quando la Repubblica romana attaccò Siracusa
con una flotta composta di almeno 120
quinquereme guidate da Marco Claudio
Marcello.
Quando la flotta romana si avvicinò alle mura
cittadine approfittando dell'oscurità, furono usate
le macchine, affondando molte navi e spargendo
la confusione negli assalitori.
12. Test effettuati in seguito
Il funzionamento di questa invenzione fu testato
nel 1999 all'interno di un programma della BBC,
Secrets of the Ancients, e poi di nuovo nel 2005
da Discovery Channel in Superweapons of the
Ancient World riunendo un gruppo di ingegneri.
In sette giorni riuscirono a testare la loro
creazione. Furono in grado di sollevare ed
affondare una nave romana. Nonostante questo
non provi l'esistenza dell'artiglio, perlomeno ne
dimostra la fattibilità.
13. Lo specchio ustore
Legata alla vicenda dell'assedio è la leggenda
che vorrebbe le mura della città difese, dalla
parte del mare, anche da colossali costruzioni di
specchi parabolici, che catturando e
concentrando i raggi solari, li avrebbero riflessi
direttamente sulle navi romane, provocando
numerosi incendi.
14. Esperimenti condotti
Non si può dare credito a questa suggestiva
versione, sia perché le fonti più antiche non
menzionano gli specchi ustori, sia perché in
epoca contemporanea i fisici hanno effettuato
esperimenti e calcoli, dimostrando l'impossibilità
degli effetti che la tradizione attribuisce all'azione
degli specchi incendiari. Questa leggenda è
comunque il sintomo della visione che di
Archimede si aveva nel Medioevo.
15. Evoluzione dello specchio ustore
Nonostante tutto lo scienziato siracusano
appariva un simbolo del potere della tecnica e
del sapere. Il principio scoperto da Archimede
afferma che uno specchio a parabola riflette tutti
i raggi che arrivano paralleli all'asse della
parabola verso un punto ben preciso, dove si
concentra il fascio di radiazione: il fuoco della
parabola.
A raccogliere il testimone della sua opera
saranno poi i veri protagonisti della nuova
scienza del Rinascimento: Galileo, Leonardo e
Newton.