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Vittorio Marchis
Politecnico di Torino
Una nota personale…
Venezia
Ferrara
Torino
Trieste
Napoli
Taranto
Alfonso           d’Este
(Ferrara, 21 luglio
1476 – 31 ottobre
1534)    fu      valente
tecnico d’artiglieria,
metallurgista          e
fonditore di cannoni.
Fondò a Ferrara un
arsenale      le     cui
produzione divenne
famosa      in     tutta
Europa.
Galileo Galilei (Pisa
1564 – Arcetri ) Negli
anni di insegnamento
allo Studio padovano
(1592-1610), ebbe più
volte     modo      di
visitare e frequentare
l’Arsenale          di
Venezia.
Galileo Galilei, Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a
due nuove scienze attenenti alla mecanica & i movimenti locali,
Arcetri, 1638.

GIORNATA PRIMA

INTERLOCUTORI: Salviati, Sagredo e Simplicio

Salv. Largo campo di filosofare a gl'intelletti specolativi
parmi che porga la frequente pratica del famoso arsenale di
voi, Signori Veneziani, ed in particolare in quella parte che
mecanica si domanda; atteso che quivi ogni sorte di
strumento e di machina vien continuamente posta da
numero grande d'artefici, tra i quali, e per l'osservazioni fatte
dai loro antecessori, e per quelle che di propria avvertenza
vanno continuamente per se stessi facendo, è forza che ve ne
siano de i peritissimi e di finissimo discorso.
Sagr. V. S. non s'inganna punto: ed io, come per natura
curioso, frequento per mio diporto la visita di questo luogo e
la pratica di questi che noi, per certa preminenza che tengono
sopra 'l resto della maestranza, domandiamo proti; la
conferenza de i quali mi ha più volte aiutato
nell'investigazione della ragione di effetti non solo
maravigliosi, ma reconditi ancora e quasi inopinabili. È vero
che tal volta anco mi ha messo in confusione ed in
disperazione di poter penetrare come possa seguire quello
che, lontano da ogni mio concetto, mi dimostra il senso esser
vero. E pur quello che poco fa ci diceva quel buon vecchio è
un dettato ed una proposizione ben assai vulgata; ma però io
la reputava in tutto vana, come molte altre che sono in bocca
de i poco intelligenti, credo da loro introdotte per mostrar di
saper dir qualche cosa intorno a quello di che non son capaci.
Salv. V. S. vuol forse dire di quell'ultimo pronunziato ch'ei
profferì mentre ricercavamo d'intendere per qual ragione
facevano tanto maggior apparecchio di sostegni, armamenti
ed altri ripari e fortificazioni, intorno a quella gran galeazza
che si doveva varare, che non si fa intorno a vasselli minori;
dove egli rispose, ciò farsi per evitare il pericolo di
direnarsi, oppressa dal gravissimo peso della sua vasta
mole, inconveniente al quale non son soggetti i legni
minori?
Sagr. Di cotesto intendo, e sopra tutto dell'ultima conclusione
ch'ei soggiunse, la quale io ho sempre stimata concetto vano
del vulgo; cioè che in queste ed altre simili machine non
bisogna argumentare dalle piccole alle grandi, perché molte
invenzioni di machine riescono in piccolo, che in grande poi
non sussistono. Ma essendo che tutte le ragioni della
mecanica hanno i fondamenti loro nella geometria, nella
quale non veggo che la grandezza e la piccolezza faccia i
cerchi, i triangoli, i cilindri, i coni e qualunque altre figure
solide, soggette ad altre passioni queste e ad altre quelle;
quando la machina grande sia fabricata in tutti i suoi membri
conforme alle proporzioni della minore, che sia valida e
resistente all'esercizio al quale ella è destinata, non so vedere
perché essa ancora non sia esente da gl'incontri che
sopraggiugner gli possono, sinistri e destruttivi.
Giovanni Casoni, Guida
all'Arsenale  di Venezia,
Venezia 1829.
Carlo Emanuele III di
Savoia, (Torino, 27 aprile
1701 – 20 febbraio 1773),
re di Sardegna, duca di
Savoia,    marchese     di
Monferrato, marchese di
Saluzzo,     principe   di
Piemonte e conte d'Aosta,
della Moriana e di Nizza
dal 1730 al 1773.
La Peota reale,
imbarcazione di
gala,      venne
commissionata
nel    1731   da
Carlo Emanuele
III di Savoia
all’Arsenale di
Venezia e fu
costruita     da
Matteo
Calderoni,
probabilmente in
uno «squero» di
Burano.
Torino, Palazzo dell’Arsenale
Avviato      nella      sua
costruzione nel 1736, su
progetto         juvarriano
seguito e completato dal
capitano di artiglieria
Antonio      Felice      De
Vincenti,    dagli     anni
Cinquanta iniziò l’attività
di fusione dei cannoni e
furono       allestiti    i
laboratori di chimica e
metallurgia. Dagli anni
successivi ospitò le Regie
Scuole teoriche e pratiche
di       Artiglieria      e
Fortificazione.
È del 1739 la fondazione delle Scuole d'Artiglieria, che
diventano ben presto un seminario d'alti studi, militari e
scientifici insieme: i Papacino d’Antoni, i Saluzzo, i Nicolis di
Robilant, con le loro ricerche e coi loro trattati, fanno testo e
autorità un po' dovunque, perfino nelle due più orgogliose
nazioni militari del tempo, la Francia e la Prussia.
Nella dinamica della ricostruzione, il re Vittorio Amedeo II
dirama in data 23 marzo 1726 un Regio Viglietto sulle
norme di "construzione de' novi Inventarij dell'Artiglieria".
L'esigenza di "far denominare propriamente e
categoricamente tutte le rispettive Robbe et Utigli"
dell'Artiglieria è sintomo di una nuova mentalità aperta a
concetti innovativi di efficienza e funzionalità, e viene
incontro alle difficoltà che si riscontravano anche solamente
a livello di linguaggio e terminologia tecnica. A seguito di
un nuovo Viglietto emanato da Carlo Emanuele III, in data
24 marzo 1731 si rinnova la prescrizione di eseguire un
nuovo inventario delle "Robbe d'Artiglieria".
Il 18 aprile 1731 il capitano
Commendator D'Embser viene
"caricato di far eseguire il
contenuto dei controscritti tre
capi" e cioè di redigere: un
"novo Vocabolario [...] sovra
tutte le categorie" concernenti
l'Artiglieria, una Raccolta di
"dissegni, piante e profili" di
ogni     voce    del   predetto
Vocabolario e una Collezione
di "Modelli e Mostre" in scala
di ogni categoria e roba di
Artiglieria.    Con    rapidità
incredibile, in meno di due
anni vengono redatti due
documenti.
Filippo      Juvarra,
Memoria sepolcrale
di Giovanni Battista
d'Embser      (Trieste
1669 - Pizzighettone
1733)
Il primo è il Dizzionario Istruttivo
di tutte le Robbe appartenenti
all'Artiglieria, un volume di 430
pagine fitte di descrizioni di armi,
utensili ed impianti, secondo le
disposizioni impartite. Mentre i
primi otto titoli seguono alla
lettera quelli del "Vocabolario"
allegato al Viglietto del 1731, gli
ultimi due sono nuovi e
riguardano due impianti siti a
Torino in regione Valdocco: "la
Polveriera, con tutti gli Edifizij ad
acqua per fabbricar la polvere
[...]" e la "Fabbrica della Fucina
per forgiar Canne".
Il secondo documento è invece una
raccolta di Dissegni d'ogni sorta de
Cannoni et Mortari con tutte le pezze,
stromenti et utigli appartenenti
all'Artiglieria come anco le piante,
alzate et profili di tutte le machine,
edifizy, et ordegni necessary per la
medema, l'anno 1732. In 245 tavole,
ciascuna       corredata    da    una
dettagliata legenda, sono passati in
rassegna dapprima le bocche da
fuoco, quindi i carriaggi; seguono
gli utensili per ciascuna specialità
artigianale, sempre relativa alla
produzione di beni attinenti
all'Artiglieria.
Mortaretto,    osii   stromento
perpendicolare per polveri.

Riconosciuta la fallacia nelle
prove delle polveri […] si è
ritrovato altro stromento per
provare le      medesime con
maggiore sicurezza […] Vien
questo     formato    con     un
piedestallo    quadrato,     […]
S'ellevano perpendicolarmente
quattro barre di ferro quadrate,
ben limate e pullite, e con un
altro quadrato pure di metallo, a
guisa di capitello, vengono
superiormente fermate. […].
Evvi nel mezzo di detto stromento un'altra barra più picola,
pure di ferro, divisa in tante parti uguali, dentate, come si
desidera, quali "gradi" chiamansi; al fondo della quale vien
attaccato un altro quadrato pure di metallo, ed è neccessario
che questa barra resti sempre perpendicolare come le altre,
come pure il quadrato parallelo al piedestallo; […] Caricato
addonque detto mortaretto con due o tre ottavi di polvere, si
lascia cadere sopra il medesimo quel quadrato di metallo ch'è
in fondo alla picola barra di mezzo, e dando fuoco s'alza la
medesima, e nel tempo che ha giustamente finita l'ellevazione,
vien dalle soddette pezze di ferro ne' denti arrestata a quel
grado, che la polvere ne ha data l'ellevazione, sicché dalla
maggior o minor ellevazione se ne conoscerà la forza e bontà
della polvere.
Vittorio Amedeo III, figlio di Carlo
Emanuele III concede, nel luglio 1783, alla
Società Privata le Regie Patenti di «Reale
Accademia delle Scienze di Torino» il cui
motto sarà “Veritas et Utilitas”. Nel
Regolamento annesso alle Lettere Patenti si
legge:
«L’oggetto delle sue ricerche sarà l’illustrare
le scienze matematiche e tutte le parti della
fisica prese nella più ampia estensione,
prescindendo però sempre da quelle
discussioni le quali, per essere di sola sterile
e vana speculazione, non sono dirette
all’acquisto di nuove utili cognizioni e a
procurare qualche reale vantaggio alla
comune società».
Sir John Acton (Besançon, 3
giugno 1736 – Palermo, 12 agosto
1811) entrò dapprima nella
marina Francese, dopo poco
tempo passò a quella del
Granducato di Toscana e nel
1775 comandò una fregata nella
spedizione congiunta spagnola e
toscana       contro       Algeri,
distinguendosi per coraggio e
risorse. Nel 1778 la regina Maria
Carolina di Napoli chiese a suo
fratello il Granduca di Toscana
Pietro Leopoldo di permettere ad
Acton di recarsi a Napoli per
riorganizzare la marina militare.
Regolamento       per      la
fondazione e le dimensioni
de’ pezzi di artiglieria, la
prova, e verificazione de’
medesimi,              l’am-
ministrazione           della
fonderia,     prova     delle
polveri da guerra, barili,
trasporto, e magazzini
della medema, per uso
dell’Artiglieria        delle
Sicilie, Napoli, 1792.
La Spezia
Napoleone intuì la necessità di
costruire un arsenale a La Spezia,
ma gli Inglesi lo impedirono.
Dopo la Guerra di Crimea,
Cavour                      comprese
immediatamente          la     nuova
situazione     e       alla     metà
dell'Ottocento affidò a James M.
Rendel, presidente della società
degli ingegneri civili d'Inghilterra,
l'incarico di stabilire se fosse
meglio ampliare il porto di
Genova o progettare un nuovo
sito a La Spezia. Nel 1860 Cavour
diede mandato al Cap. Domenico
Chiodo di disegnare il nuovo
arsenale.
Napoli (1865)
(Jacopo de' Barbari, 1500)
Venezia
Vittorio Marchis
        
vmarchis@libero.it

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Gli arsenali come culla della cultura politecnica (Vittorio Marchis)

  • 3.
  • 4.
  • 11. Alfonso d’Este (Ferrara, 21 luglio 1476 – 31 ottobre 1534) fu valente tecnico d’artiglieria, metallurgista e fonditore di cannoni. Fondò a Ferrara un arsenale le cui produzione divenne famosa in tutta Europa.
  • 12. Galileo Galilei (Pisa 1564 – Arcetri ) Negli anni di insegnamento allo Studio padovano (1592-1610), ebbe più volte modo di visitare e frequentare l’Arsenale di Venezia.
  • 13. Galileo Galilei, Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attenenti alla mecanica & i movimenti locali, Arcetri, 1638. GIORNATA PRIMA INTERLOCUTORI: Salviati, Sagredo e Simplicio Salv. Largo campo di filosofare a gl'intelletti specolativi parmi che porga la frequente pratica del famoso arsenale di voi, Signori Veneziani, ed in particolare in quella parte che mecanica si domanda; atteso che quivi ogni sorte di strumento e di machina vien continuamente posta da numero grande d'artefici, tra i quali, e per l'osservazioni fatte dai loro antecessori, e per quelle che di propria avvertenza vanno continuamente per se stessi facendo, è forza che ve ne siano de i peritissimi e di finissimo discorso.
  • 14. Sagr. V. S. non s'inganna punto: ed io, come per natura curioso, frequento per mio diporto la visita di questo luogo e la pratica di questi che noi, per certa preminenza che tengono sopra 'l resto della maestranza, domandiamo proti; la conferenza de i quali mi ha più volte aiutato nell'investigazione della ragione di effetti non solo maravigliosi, ma reconditi ancora e quasi inopinabili. È vero che tal volta anco mi ha messo in confusione ed in disperazione di poter penetrare come possa seguire quello che, lontano da ogni mio concetto, mi dimostra il senso esser vero. E pur quello che poco fa ci diceva quel buon vecchio è un dettato ed una proposizione ben assai vulgata; ma però io la reputava in tutto vana, come molte altre che sono in bocca de i poco intelligenti, credo da loro introdotte per mostrar di saper dir qualche cosa intorno a quello di che non son capaci.
  • 15. Salv. V. S. vuol forse dire di quell'ultimo pronunziato ch'ei profferì mentre ricercavamo d'intendere per qual ragione facevano tanto maggior apparecchio di sostegni, armamenti ed altri ripari e fortificazioni, intorno a quella gran galeazza che si doveva varare, che non si fa intorno a vasselli minori; dove egli rispose, ciò farsi per evitare il pericolo di direnarsi, oppressa dal gravissimo peso della sua vasta mole, inconveniente al quale non son soggetti i legni minori?
  • 16. Sagr. Di cotesto intendo, e sopra tutto dell'ultima conclusione ch'ei soggiunse, la quale io ho sempre stimata concetto vano del vulgo; cioè che in queste ed altre simili machine non bisogna argumentare dalle piccole alle grandi, perché molte invenzioni di machine riescono in piccolo, che in grande poi non sussistono. Ma essendo che tutte le ragioni della mecanica hanno i fondamenti loro nella geometria, nella quale non veggo che la grandezza e la piccolezza faccia i cerchi, i triangoli, i cilindri, i coni e qualunque altre figure solide, soggette ad altre passioni queste e ad altre quelle; quando la machina grande sia fabricata in tutti i suoi membri conforme alle proporzioni della minore, che sia valida e resistente all'esercizio al quale ella è destinata, non so vedere perché essa ancora non sia esente da gl'incontri che sopraggiugner gli possono, sinistri e destruttivi.
  • 17. Giovanni Casoni, Guida all'Arsenale di Venezia, Venezia 1829.
  • 18. Carlo Emanuele III di Savoia, (Torino, 27 aprile 1701 – 20 febbraio 1773), re di Sardegna, duca di Savoia, marchese di Monferrato, marchese di Saluzzo, principe di Piemonte e conte d'Aosta, della Moriana e di Nizza dal 1730 al 1773.
  • 19. La Peota reale, imbarcazione di gala, venne commissionata nel 1731 da Carlo Emanuele III di Savoia all’Arsenale di Venezia e fu costruita da Matteo Calderoni, probabilmente in uno «squero» di Burano.
  • 21. Avviato nella sua costruzione nel 1736, su progetto juvarriano seguito e completato dal capitano di artiglieria Antonio Felice De Vincenti, dagli anni Cinquanta iniziò l’attività di fusione dei cannoni e furono allestiti i laboratori di chimica e metallurgia. Dagli anni successivi ospitò le Regie Scuole teoriche e pratiche di Artiglieria e Fortificazione.
  • 22. È del 1739 la fondazione delle Scuole d'Artiglieria, che diventano ben presto un seminario d'alti studi, militari e scientifici insieme: i Papacino d’Antoni, i Saluzzo, i Nicolis di Robilant, con le loro ricerche e coi loro trattati, fanno testo e autorità un po' dovunque, perfino nelle due più orgogliose nazioni militari del tempo, la Francia e la Prussia.
  • 23. Nella dinamica della ricostruzione, il re Vittorio Amedeo II dirama in data 23 marzo 1726 un Regio Viglietto sulle norme di "construzione de' novi Inventarij dell'Artiglieria". L'esigenza di "far denominare propriamente e categoricamente tutte le rispettive Robbe et Utigli" dell'Artiglieria è sintomo di una nuova mentalità aperta a concetti innovativi di efficienza e funzionalità, e viene incontro alle difficoltà che si riscontravano anche solamente a livello di linguaggio e terminologia tecnica. A seguito di un nuovo Viglietto emanato da Carlo Emanuele III, in data 24 marzo 1731 si rinnova la prescrizione di eseguire un nuovo inventario delle "Robbe d'Artiglieria".
  • 24. Il 18 aprile 1731 il capitano Commendator D'Embser viene "caricato di far eseguire il contenuto dei controscritti tre capi" e cioè di redigere: un "novo Vocabolario [...] sovra tutte le categorie" concernenti l'Artiglieria, una Raccolta di "dissegni, piante e profili" di ogni voce del predetto Vocabolario e una Collezione di "Modelli e Mostre" in scala di ogni categoria e roba di Artiglieria. Con rapidità incredibile, in meno di due anni vengono redatti due documenti.
  • 25. Filippo Juvarra, Memoria sepolcrale di Giovanni Battista d'Embser (Trieste 1669 - Pizzighettone 1733)
  • 26. Il primo è il Dizzionario Istruttivo di tutte le Robbe appartenenti all'Artiglieria, un volume di 430 pagine fitte di descrizioni di armi, utensili ed impianti, secondo le disposizioni impartite. Mentre i primi otto titoli seguono alla lettera quelli del "Vocabolario" allegato al Viglietto del 1731, gli ultimi due sono nuovi e riguardano due impianti siti a Torino in regione Valdocco: "la Polveriera, con tutti gli Edifizij ad acqua per fabbricar la polvere [...]" e la "Fabbrica della Fucina per forgiar Canne".
  • 27. Il secondo documento è invece una raccolta di Dissegni d'ogni sorta de Cannoni et Mortari con tutte le pezze, stromenti et utigli appartenenti all'Artiglieria come anco le piante, alzate et profili di tutte le machine, edifizy, et ordegni necessary per la medema, l'anno 1732. In 245 tavole, ciascuna corredata da una dettagliata legenda, sono passati in rassegna dapprima le bocche da fuoco, quindi i carriaggi; seguono gli utensili per ciascuna specialità artigianale, sempre relativa alla produzione di beni attinenti all'Artiglieria.
  • 28.
  • 29.
  • 30. Mortaretto, osii stromento perpendicolare per polveri. Riconosciuta la fallacia nelle prove delle polveri […] si è ritrovato altro stromento per provare le medesime con maggiore sicurezza […] Vien questo formato con un piedestallo quadrato, […] S'ellevano perpendicolarmente quattro barre di ferro quadrate, ben limate e pullite, e con un altro quadrato pure di metallo, a guisa di capitello, vengono superiormente fermate. […].
  • 31. Evvi nel mezzo di detto stromento un'altra barra più picola, pure di ferro, divisa in tante parti uguali, dentate, come si desidera, quali "gradi" chiamansi; al fondo della quale vien attaccato un altro quadrato pure di metallo, ed è neccessario che questa barra resti sempre perpendicolare come le altre, come pure il quadrato parallelo al piedestallo; […] Caricato addonque detto mortaretto con due o tre ottavi di polvere, si lascia cadere sopra il medesimo quel quadrato di metallo ch'è in fondo alla picola barra di mezzo, e dando fuoco s'alza la medesima, e nel tempo che ha giustamente finita l'ellevazione, vien dalle soddette pezze di ferro ne' denti arrestata a quel grado, che la polvere ne ha data l'ellevazione, sicché dalla maggior o minor ellevazione se ne conoscerà la forza e bontà della polvere.
  • 32.
  • 33. Vittorio Amedeo III, figlio di Carlo Emanuele III concede, nel luglio 1783, alla Società Privata le Regie Patenti di «Reale Accademia delle Scienze di Torino» il cui motto sarà “Veritas et Utilitas”. Nel Regolamento annesso alle Lettere Patenti si legge: «L’oggetto delle sue ricerche sarà l’illustrare le scienze matematiche e tutte le parti della fisica prese nella più ampia estensione, prescindendo però sempre da quelle discussioni le quali, per essere di sola sterile e vana speculazione, non sono dirette all’acquisto di nuove utili cognizioni e a procurare qualche reale vantaggio alla comune società».
  • 34. Sir John Acton (Besançon, 3 giugno 1736 – Palermo, 12 agosto 1811) entrò dapprima nella marina Francese, dopo poco tempo passò a quella del Granducato di Toscana e nel 1775 comandò una fregata nella spedizione congiunta spagnola e toscana contro Algeri, distinguendosi per coraggio e risorse. Nel 1778 la regina Maria Carolina di Napoli chiese a suo fratello il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di permettere ad Acton di recarsi a Napoli per riorganizzare la marina militare.
  • 35. Regolamento per la fondazione e le dimensioni de’ pezzi di artiglieria, la prova, e verificazione de’ medesimi, l’am- ministrazione della fonderia, prova delle polveri da guerra, barili, trasporto, e magazzini della medema, per uso dell’Artiglieria delle Sicilie, Napoli, 1792.
  • 36.
  • 38. Napoleone intuì la necessità di costruire un arsenale a La Spezia, ma gli Inglesi lo impedirono. Dopo la Guerra di Crimea, Cavour comprese immediatamente la nuova situazione e alla metà dell'Ottocento affidò a James M. Rendel, presidente della società degli ingegneri civili d'Inghilterra, l'incarico di stabilire se fosse meglio ampliare il porto di Genova o progettare un nuovo sito a La Spezia. Nel 1860 Cavour diede mandato al Cap. Domenico Chiodo di disegnare il nuovo arsenale.
  • 42. Vittorio Marchis  vmarchis@libero.it