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CHIAROSCURI DELLA PRODUZIONE E DEL 
CONSUMO DELL’OLIO DI PALMA ROSSA 
Giancarlo Ugazio
OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO - ONA Onlus
QUADERNI TEMATICI DELL’ONA  QTO n. 119 
2
A	 cura	 di	 Michele	 Rucco,	 Segretario	 Generale	 dell’Osservatorio	
Nazionale	sull’Amianto	–	ONA	Onlus	
	
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus 
Proprietà letteraria riservata 
ISBN 978‐88‐99182‐23‐6 
Prima edizione: 30 Giugno 2017 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus 
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma 
http://osservatorioamianto.jimdo.com/ 
Email osservatorioamianto@gmail.com 
 
 
 
 
 
 
	
	
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possono	essere	effettuate	nei	limiti	del	15%	del	volume.	
 
 
3
INDICE
Prefazione 4
Informazioni-insegnamenti dalla trasmissione Report di
RAI-3 dello 03.05.2015, di Milena Gabanelli & Sabrina
Giannini. 7
“Tutta la verità sull’olio di palma” di Alice Pace,
giornalista scientifica di Wired.; 08.05.2015
15
Vitamina A – Retinolo, da Wikipedia 21
Composizione in acidi grassi dei più comuni alimenti
grassi commestibili. 28
Dati scientifici dalla ricerca biomedica, Laganathan et
al. Nutrition Reviews, 2017 & citazioni bibliografiche
pertinenti. 29
Postfazione 63
4
 
CHIAROSCURI DELLA PRODUZIONE 
E DEL CONSUMO DELL’OLIO DI 
PALMA ROSSA  
Giancarlo Ugazio
Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale
G. Ri.P.P.A., Torino
(sito web: www.grippa.org; mail: giancarlo.ugazio@grippa.org)
PREFAZIONE
Un sottotitolo alternativo del diagramma di flusso (flow chart) riportato in
copertina per illustrare la vexata quaestio che si riferisce alla produzione e al
consumo alimentare dell’olio di palma rossa potrebbe essere “dal cerino al
moccolo”. Il fiammifero è il mezzo con cui è appiccato l’incendio della foresta
pluviale, già habitat dell’orango (Pongo pygmaeus), che, con l’ausilio delle
macchine di movimento terra, spianano il terreno convertito alla
coltivazione di estese piantagioni di Elaeis guineensis, dai cui frutti, sia
dalla polpa sia dai noccioli delle drupe, è spremuto un olio vegetale, di colore
rosso-arancio per l’elevata concentrazione di fitonutrienti quali i carotenoidi,
tra cui il retinolo.
Il prodotto grezzo della spremitura sarà poi raffinato attraverso due
processi diversi, l’uno chimico, l’altro fisico, ciascuno dei quali ha un diverso
costo di esercizio ma, soprattutto una differente resa quanto alla
conservazione dei fitonutrienti, in particolare della vitamina A.
Nel frattempo, in corso d’opera, l’incendio delle foreste naturali provoca
due ricadute negative sull’ambiente: l’emissione di anidride carbonica e
formazione e diffusione di diossine. Dal primo evento deriva il cosiddetto
effetto serra, con le relative alterazioni climatiche. La sintesi di diossine è
inevitabile, giacché le foreste suddette affondano ora le loro radici in torbiere
di antichissima formazione per la fossilizzazione di tronchi d’albero. La
situazione geografica della Malesia e dell’Indonesia, ora culla della palma
rossa oleifera, è paragonabile a quella della Gran Bretagna in cui, secondo
ricercatori dell'università di Aberdeen (Scozia), la combustione della torba
come combustibile provoca l’emissione di 16 kg di diossine nell’UK per anno
(Nature, 2003). A queste alterazioni ambientali antropogene, variazioni
5
climatiche e diffusione di potenti veleni chimici, sono in grado di ripercuotersi
direttamente a danno dell’Homo sapiens.
Dopo la prima tappa del fuoco, fatta in concreto la terra bruciata, entrano
in azione le macchine agricole che la trasformano in terreno coltivabile.
Nascono così le sconfinate piantagioni di Elaeis guineensis, con il relativo
corredo di concimi chimici e di pesticidi. E non manca la manodopera che
maneggia tali veleni senza consapevolezza, senza precauzioni, e compensata
con salari da fame. Del resto, tutte queste manovre non sono prerogative
esclusive per le piantagioni di palma rossa da olio: sarebbero le stesse per
qualunque altra specie vegetale oleifera. L’Elaeis guineensis è privilegiata
poiché la sua resa, a parità di superficie coltivata, è cinque volte quella di un
campo di arachidi, sette volte quella di un campo di girasoli, e non molto
meglio andrebbe per un uliveto. Poi, non cambierebbe il costo emozionale
degli animalisti, militanti o d’affezione, per il massacro degli animali abbruciati
vivi.
Infine si giunge al termine del processo produttivo, concluso con la
raffinazione dell’olio di palma rossa, cui fanno seguito la sbiancatura e la
deodorazione. L’olio commercializzato, una volta raffinato, ha acquisito una
migliore accettabilità sia alla vista sia al palato del consumatore. Il gusto è
meno forte, più tollerabile, e l’olio raffinato può invadere tutte le merendine, o
gli snack, che lo conterranno illimitatamente come un ingrediente di basso
costo. Purtroppo, com’è testimoniato da qualche ricercatore, la raffinazione ha
rimosso una parte dei fitonutrienti, nello specifico, deila vitamina A, di cui può
esser perso circa il 16%.
La sbiancatura dell’olio di palma lo priva del marcato colorito originario.
E, talora, il rivenditore, per soddisfare il principio secondo cui anche l’occhio
vuole la sua parte potrebbe essere tentato di colorire di rosso l’olio smunto
con un bel colore rosso vivo, aggiungendo il Sudan IV, un cancerogeno: da qui
la candela, in onore del povero estinto a causa del male del secolo: cioè, dal
cerino al moccolo.
A questo punto, un lettore comune potrebbe domandarsi perché possa
comparire un veleno come il Sudan IV in un alimento commestibile.
Evidentemente il fatto è il frutto di una prassi fraudolenta, volta al profitto del
venditore, che si basa proprio sul fine di assecondare il colpo d’occhio del
consumatore grullo. Del resto, proprio il Sudan IV vanta un precedente di
colorazione impropria, e nociva, di un ingrediente alimentare: il peperoncino
rosso in polvere. Fortunatamente, in entrambi i casi, le istituzioni pubbliche del
Belpaese deputate al controllo della salubrità di cibi o di condimenti importati
hanno bloccato preventivamente lo smercio di tali prodotti nocivi: una partita
di olio di palma rossa, col colorante cancerogeno proveniente dal Ghana e
arrivato in Italia attraverso l’Olanda, oltre ad una partita di polvere di
6
peperoncino, arrossata con lo stesso cancerogeno, proveniente da un paese
orientale (India).
Analogamente, di recente, le nostre istituzioni pubbliche hanno bloccato,
col sequestro nel porto di Ravenna, una partita di latticini prodotti con latte
finto – acqua e melamina (molecola molto nociva che, nell’analisi in vitro,
presenta lo stesso comportamento colorimetrico della lattoalbumina) –
importati dalla Cina popolare (PRC) (Ugazio, 2011).
Questo ventaglio di precedenti, in un tentativo di completezza, non può
omettere di citare due tipologie di scellerati imbrogli legati alle prestazioni
professionali di qualche odontoiatra, italiano o straniero. Il primo si riferisce
all’otturazione di cavità cariose con amalgama di mercurio, fatte ancora
oggigiorno, con i rischi cui è sottoposto il paziente che subisce la neuro-
tossicità e la nefro-tossicità del metallo nocivo (Ugazio, 2015). Parallelamente,
non è raro che i cementi usati per otturare i canali radicolari devitalizzati e
detersi contengano minuscole quantità di fibre d’asbesto; ciò comporta
notevoli complicanze nell’evoluzione dell’intervento riparativo (Omura et al.,
2011). Ancora in tema di cura dei denti, non è raro vedere offerto sugli scaffali
dei supermercati paste dentifrice alla clorofilla, cioè decorate con una o più
striature di colore verde che non hanno nulla da spartire col pigmento naturale
vegetale ma che sono date da colori sintetici fatti con metalli pesanti nocivi.
Tra l’altro, il colore verde è ottenuto con la combinazione del giallo (cromo) e
del blu (cobalto), elementi descritti, nel bene e nel male, in PAPPF (Ugazio,
2017).
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
 Nature, Diossine, veleni antichi - Non sono solo i moderni a produrre la velenosa diossina.
2003.
 Omura Yoshiaki, O’Young Brian, Jones Marilyn, Pallos Andrew, Duvvi Harsha,
Shimotsuura Yasuhiro. Caprylic Acid in the Effective Treatment of Intractable Medical
Problems of Frequent Urination, Incontinence, Chronic Upper Respiratory Infection, Root
Canalled Tooth Infection, ALS, etc., Caused by Asbestos & Mixed Infections of Candida
Albicans, Helicobacter Pylori & Cytomegalovirus with or without Other Microorganisms &
Mercury. Acupunct. Electrother. Res. Int. J. 38: 19-64, 2011.
 Ugazio Giancarlo. www.grippa.org, Quaderno n. 4 cap. 5 Terre rare – Metalli rari. 2011.
 Ugazio Giancarlo, comunicazione personale da un insigne odontoiatrica “fatto” negli
States. 2015.
 Ugazio Giancarlo Patologia Ambientale, Passato-Presente-Futuro, Ed. ONA Roma. cap VII,
2017. ISBN: 978-88-99182-19-9
7
Informazioni-insegnamenti dalla
trasmissione Report di RAI-3 del 3.05.2015
di Milena Gabanelli & Sabrina Giannini.
CHE MONDO SAREBBE SENZA…
di Sabrina Giannini
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
L’olio di palma è il più diffuso tra gli oli alimentari ma i produttori e gli
utilizzatori finali sono molto reticenti a mostrare la spremitura e la raffinazione.
SABRINA GIANNINI
Non capisco perché non mi volete mostrare la vostra azienda, la piantagione.
ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO
È un problema di organizzazione.
SABRINA GIANNINI
No, io volevo sapere sei hai riferito al tuo capo della mia richiesta di vedere
l’azienda, di intervistarlo?
ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO
È stata presa questa decisione dalla direzione.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Queste aziende sono strane, si dichiarano tutte sostenibili e trasparenti, ma
non ne vogliono parlare, come i presidenti delle associazioni che rappresentano
i produttori di olio, sia della Malesia che dell’Indonesia.
ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO
Per favore, non parlare male dell’industria dell’olio di palma nella tua
trasmissione in Italia. Perché se i miei capi vedono che ne parli in modo
negativo mi fanno fuori, mi licenziano!
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ci manca solo che poi se la prendono con l’addetto stampa indonesiano..
Allora: l’olio di palma è il tema di oggi della nostra rubrica sul cibo curata
dalla nostra Sabrina Giannini. Ciao.
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
Buonasera.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Quindi, da domani, tutti a leggere le etichette …
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
Speriamo.
8
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Speriamo. Tu che sei stata direttamente sul posto a vedere qual è il problema,
prego.
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
Sì, anche perché le etichette non sono più camuffate e quindi noi possiamo
trovare questo che è l’olio di palma. Va anche detto che troviamo l’olio di palma
anche in molti sponsor di Expo che è questa prestigiosa vetrina del Made in
Italy che ha però al centro, proprio l’alimentazione sostenibile.. e dell’olio di
palma si può dire tutto, ma non che sia sostenibile. Va anche detto che queste
aziende, da qualche anno, dichiarano di comprare esclusivamente olio di
palma certificato, cioè che proviene da fornitori che non distruggono le foreste
e che rispettano i diritti dei lavoratori. Questo a dimostrazione del potere
che hanno i consumatori, che però devono sapere; e devono anche sapere
se questa certificazione di sostenibilità è vera, oppure di facciata.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Dietro il 50% delle etichette dei prodotti industriali e la generica dicitura
grassi vegetali c’è l’olio di palma. Però lo sappiamo da 5 mesi, da quando le
aziende sono state costrette a dichiararlo in etichetta. Adesso temono la
reazione dei consumatori. E basta andare in Indonesia, il principale fornitore di
quest’olio, per capirne la ragione. Parco nazionale Tanjung, Borneo
indonesiano. Non tutti gli orangutan si sorprendono della presenza umana
all’interno della loro foresta. Alcuni di loro sono gli orfani salvati dalla
dottoressa Birutè Galdikas. Senza di lei non ci sarebbero gli occhi del
mondo puntati su questo parco, ma soprattutto fuori da questa riserva che
ancora li protegge. È sua l’idea di fornire latte e cibo agli oranghi in tre punti
della foresta per garantire frutta nei periodi in cui scarseggia sugli alberi ed
evitare che escano dai confini del parco alla ricerca del cibo. Là fuori, le
probabilità che sopravvivano, sono sempre più basse.
SABRINA GIANNINI
Come si vede quello è il parco, i confini del parco meno la riva sinistra. Quella
che non è protetta e qui stanno già operando le ruspe per una futura
piantagione.
Quando ha comprato la terra?
UOMO
Non l’ho comprata, ho semplicemente preso una parte di foresta.
SABRINA GIANNINI
Senza nessuno permesso?
UOMO
Sì, senza permesso …
SABRINA GIANNINI
Quanto guadagna?
UOMO 2
9
Per un giorno 60mila rupie per 5 ore.
SABRINA GIANNINI
E lei quanto guadagna?
UOMO 3
Mi danno 1000 rupie a palma.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
8 centesimi di euro per ogni palma interrata. Il salario medio in una
piantagione di palma è di 5 euro al giorno. Il basso costo dell’olio di palma
è soltanto una delle ragioni del successo cresciuto negli ultimi 30 anni. Un
arco di tempo durante il quale l’Indonesia ha tagliato e poi bruciato foreste
pluviali pari alla superficie di Italia, Svizzera e Austria. Ogni ora sparisce
l’equivalente di 300 campi di calcio di foresta nel sud est asiatico a causa dei
commercianti del legno che poi lasciano spazio alle piantagioni di palma. 80
specie sono a rischio di estinzione sull’isola di Sumatra, la più penalizzata dagli
incendi. All’inizio della stagione secca e nelle giornate di vento un’aspra
cortina di fumo raggiunge l’isola di fronte soffocando le popolazioni di
Singapore e della Malesia. Ma non possono essere i malesi a lamentarsi, visto
che il loro governo negli anni Sessanta è stato il primo a incentivare la
coltivazione di questa pianta africana, introdotta cent’anni fa da due
britannici: Sime e Darby. La società quotata in borsa che porta il loro nome,
per altro la fornitrice di Ferrero, è l’unica tra le numerose contattate che ci ha
aperto la porte. Ma qual è il prezzo sul mercato?
DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR
L’interno bianco costa molto di più, sì: 900 euro a tonnellata, mentre la
parte arancione 500-600 euro a tonnellata. Voi in Europa preferite questo
prodotto per l’industria della pasticceria.
SABRINA GIANNINI
Della cioccolata?
DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR
Questo è il materiale grezzo che comprano e poi lo processano.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
I frutti della palma dopo il raccolto vengono sterilizzati con il vapore; in
seguito vengono snocciolati, cotti, pressati e filtrati. L'olio che se ne
ricava è di colore rossastro per via dell'alto contenuto di beta-carotene.
Peccato che il processo di raffinazione distrugga i carotenoidi e gli
antiossidanti. I grassi saturi invece restano.
DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR
In Malesia, usiamo soprattutto un procedimento di raffinazione fisico, perché
quello chimico è più costoso. Guardi questi due prodotti: questo è stato
raffinato con procedimento chimico; questo è stato raffinato fisicamente.
Alcuni clienti, non so perché, preferiscono quello chimico.
10
SABRINA GIANNINI
Quali clienti?
DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR
I grandi clienti.
SABRINA GIANNINI
E perché?
DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR
Glielo abbiamo chiesto, ma non ci hanno risposto.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Forse per mantenere invariata la ricetta. Con il procedimento chimico
potrebbero restare tracce di solventi. Cosa che avviene con tutti gli altri oli
estratti con questo processo. Processo che noi avremmo voluto anche vedere.
DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR
Spenga! Spenga!
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Gli unici che possono determinare il successo o il declino di un prodotto sono
ovviamente i consumatori. Per questa ragione vengono spesso tenuti all’oscuro;
infatti fino a dicembre le industrie potevano scrivere in etichetta grasso
vegetale. Oggi sono obbligati a indicare il tipo di olio, ma non quanto ne
utilizzano. Secondo un’analisi di Greenpeace del 2007, nella Nutella ci sarebbe
il 31 per cento di olio di palma. Il primo ingrediente è lo zucchero raffinato.
Però Ferrero ci tiene ad evidenziare in etichetta la quantità di nocciole e
cacao. Noi abbiamo chiesto all’azienda di filmare il momento della
miscelazione degli ingredienti, ma si sa, le grandi industrie alimentari
piuttosto che svelare il segreto di una ricetta si mangerebbero le dita.
CAMPAGNA GREENPEACE 2007
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
E come ha reagito la Nestlé all’ondata di indignazione ambientalista? L’ha
cavalcata.
Ha annunciato di non utilizzare mai più olio di palma proveniente dalla
deforestazione del sud est asiatico. Così ha fatto anche la Ferrero che è stata
tra le prime, nel 2004, ad aderire all’associazione – questo è il logo
ovviamente verde - che certificata l'utilizzo di olio di palma sostenibile.
Tre settimane fa a Jakarta, capitale dell’Indonesia, assisto con molto
interesse a un convegno sulla sostenibilità. Tra gli invitati c’era anche la
portavoce indonesiana della tavola rotonda, intorno alla quale siedono
soprattutto i produttori di olio e le industrie che lo acquistano.
SABRINA GIANNINI
Adesso tutti, anche nell’industria, parlate di sostenibilità. Ma io come
consumatrice o giornalista come posso verificare se quello che dichiarate è vero
o falso?
11
DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA
Non è l’associazione che controlla ma un organo indipendente che certifica.
SABRINA GIANNINI
Indipendente, ma pagato da chi?
DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA
Pagato dalle compagnie.
SABRINA GIANNINI
Quindi i controllati pagano i loro controllori?
DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA
Sì, le compagnie pagano il loro certificatore.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Questo è il limite di molte certificazioni. Al convegno vengo a sapere che il
governo indonesiano potrebbe presto dare nuove concessioni alle compagnie
di olio di palma visto che le aveva sospese con una moratoria.
SABRINA GIANNINI
E quando scade la moratoria?
DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA
Scade proprio a maggio, adesso però il governo sta pensando se estenderla o
meno.
SABRINA GIANNINI
Ma i produttori non vorranno.
DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA
Sì. È così.
SABRINA GIANNINI
Voi state facendo pressione sul Governo perché cambi idea?
DIRIGENTE INDONESIAN SUSTAINABLE PALM OIL
Sì! Sì! Io sto facendo pressione sul governo per togliere la moratoria.
DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA
Adesso il governo non concede nuove licenze per le aree considerate
foresta o torbiera, ma io penso che sarà difficile evitare l’espansione delle
terre. C’è una forte domanda del mercato globale, visto anche l’incremento
della popolazione.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Soprattutto perché i principali acquirenti stanno diventando i paesi
emergenti come India e Cina, più attenti ai prezzi che alla sostenibilità.
DIRIGENTE INDONESIAN SUSTAINABLE PALM OIL
Qui la palma da olio cresce meglio che altrove, solo qui in Indonesia! Allora
12
perché mettere dei limiti scusi?! Noi abbiamo la terra.
SABRINA GIANNINI
E le foreste?
DIRIGENTE INDONESIAN SUSTAINABLE PALM OIL
No, no, no: le foreste sono già convertite.
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Ecco un esempio di conversione è la deforestazione di un’area protetta
fatta in violazione alle regole come denunciato da diverse organizzazioni non
governative. La società responsabile è la Bumitama Agri che gestisce
200mila ettari di piantagioni attraverso le sue sussidiarie. Il problema è che
la Bumitama è membro della tavola rotonda dell’olio di palma sostenibile.
Due anni dopo le ripetute denunce ufficiali sulle sue violazioni risulta ancora
membro dell’associazione. Quindi continua a vendere il suo olio certificato
sostenibile a clienti importanti dell’agroalimentare come la Wilmar e la Cargill,
fornitori a loro volta di grandi gruppi alimentari.
I pochi oranghi scampati alla deforestazione illegale di 3205 ettari della
foresta sono stati anestetizzati da una squadra dell’International Animal
Rescue che ha provveduto successivamente a reinserirli nelle aree protette.
Gli orfani dovranno aspettare di diventare adulti prima di tornare nel loro
habitat, che è il Borneo indonesiano, il Kalimantan. Secondo alcune
organizzazioni non governative, è lì che si sono verificate le recenti violazioni
da parte di società produttrici di olio certificato sostenibile. A violare le
regole sarebbero state due grandi società malesi. Noi abbiamo chiesto
invano le loro versioni e di mostrarci le loro piantagioni.
ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO
Per favore, non parlare male dell’industria dell’olio di palma nella tua
trasmissione in Italia perché se i miei capi vedono che ne parli in modo
negativo mi fanno fuori, mi licenziano!
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Intanto nel Borneo indonesiano, tre settimane fa …
COLTIVATORE OLIO DI PALMA
Io ho due ettari, e venderò i frutti a una grande compagnia che mi fornisce le
piante e i pesticidi.
SABRINA GIANNINI
Li spruzza direttamente lei i pesticidi?
COLTIVATORE OLIO DI PALMA
Sì! Me li procura l’azienda.
SABRINA GIANNINI
La usa la mascherina?
COLTIVATORE OLIO DI PALMA
No!
13
SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Visto che per 5 dollari al giorno lavora per una società certificata sostenibile,
dovrebbe sapere che l’erbicida che utilizza è il Paraquat, recentemente vietato
in Europa. Se poi cerchiamo chi ha un giro di affari di due miliardi di euro
grazie al Paraquat, troviamo che è la società Syngenta. Troviamo anche che
questa società è membro della tavola rotonda dell’olio sostenibile. Ecco il
testimonial. Suo malgrado. Non riusciamo più a perdonarci che le nostre
merende, i nostri biscotti, il sapone, lo shampoo, causino l’estinzione di un
nostro parente. Noi che siamo scesi dalla pianta non guardiamo però sotto i
nostri piedi. Dovremmo, perché queste foreste nascondono qualcosa di
esplosivo.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ma cos’è quel “qualcosa di esplosivo” che sta là sotto? Quello che sappiamo
è che quando due paesi così piccoli come l’Indonesia e la Malesia da soli
producono il 90% di tutto l’olio di palma che viene consumato nel mondo …
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
… è un problema.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Qualcosa succede ...
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
È un problema soprattutto perché queste foreste sono torbiere, cioè
contengono la torba, che a sua volta è un giacimento di carbonio. Il problema
è che quando queste foreste bruciano c’è una emissione incredibile di
anidride carbonica ed è questa la bomba ecologica. Tra l’altro, l’Indonesia è
uno dei principali paesi al mondo produttori di gas serra; il terzo dopo Cina e
Stati Uniti.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
… che sono paesi industrializzati. Bisogna dire però che da quando la
dimensione del danno ambientale è diventata nota, cioè pochi mesi fa - io
ammetto di averlo scoperto nel corso di questo pezzo - e anche da quando è
obbligatorio scrivere sull’etichetta “olio di palma”, che è un grasso saturo, e
che vuol dire colesterolo, l’industria sta un po’ correggendo il tiro, sta
cercando strade alternative, così si può dire. Tant’è che questa settimana
per esempio la Buitoni, Misura e Ferrero ci scrivono dicendo che lo stanno
man mano sostituendo.
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
Esatto, con per esempio l’olio d’oliva. Ci sono aziende che addirittura
scrivono sulla confezione “non contiene olio di palma” e quindi lo stanno
sostituendo con altri oli che creano meno problemi, soprattutto anche di
immagine. Tra l’altro ultimamente sta girando una indagine di mercato
commissionata da una azienda che utilizza molto l’olio di palma, che chiede
agli intervistati “ma lei mangia il nostro prodotto? È di suo gradimento?” E
l’ultima domanda è “ma lei guarda Report? Ogni quanto?” E quindi siamo
praticamente diventati come una merendina.
14
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ma è uno scherzo?
SABRINA GIANNINI IN STUDIO
No, sembra proprio vero.. Non mi sembri neanche grassa.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Però sono molto satura. Mi vien da pensare che forse chi ci guarda ha
bisogno di compensare mangiando molto.. “quasi quasi mi spalmerei un 7,8
fette”. Grazie Sabrina.
IL FILMATO ED IL TESTO SCRITTO SONO REPERIBILI ALL’INDIRIZZO
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-714dc797-1ff9-4ba0-
9444-6d8bf7cbff91.html
15
Tutta la verità sull’olio di palma
https://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/
di Alice Pace Giornalista scientifica 8 MAG, 2015
Fa male? Dobbiamo smettere di usarlo? La sua coltivazione è
insostenibile per il Pianeta? Facciamo il punto su uno degli
ingredienti più criticati dei nostri cibi industriali
Fa male. Rovina il nostro sistema cardiocircolatorio. Provoca il diabete.
Forse è anche cancerogeno. Le accuse contro l’olio di palma, un
grasso vegetale estratto dalle drupe (frutti simili alle olive) di alcune
varietà di palme e molto presente nei nostri consumi alimentari, mettono
paura. Lo ritroviamo in una lunghissima lista nera di biscotti e merendine
del supermercato, nelle farciture dei dolci confezionati e nelle creme
spalmabili di cui siamo ghiotti sin da bambini, in quasi tutti i cibi pronti e
persino nei prodotti per la prima infanzia.
Perché si usa
Chiunque abbia messo le mani in pasta per preparare una torta se ne
sarà reso conto: nella maggior parte delle ricette dei dolci da forno, oltre
allo zucchero, è necessario aggiungere una certa quantità di sostanze
grasse: olio, burro, a seconda della preparazione.
Nel caso dei prodotti da forno, così come nelle creme, i grassi che
regalano una miglior struttura e consistenza al prodotto sono i grassi
saturi, cioè quelli semisolidi come il burro, molto meno gli oli vegetali,
che sono insaturi e liquidi.
L’olio di palma, pur essendo di origine vegetale, rappresenta
un’eccezione, poiché ha una composizione in acidi grassi più simile al
burro che agli altri grassi vegetali: è infatti composto essenzialmente da
grassi saturi (palmitico, stearico e laurico). Di conseguenza ben si
presta, per le sue proprietà chimiche, a sostituirlo nelle preparazioni
industriali.
Perché? Innanzitutto, perché ha un costo nettamente inferiore. In
secondo luogo, perché è praticamente insapore, e aggiunto alle
preparazioni non ne altera la gradevolezza. Inoltre, rispetto al burro
garantisce una conservabilità maggiore dei prodotti, per la sua maggior
resistenza alla temperatura e all’irrancidimento.
16
Il suo ingresso massiccio tra i nostri cibi è avvenuto in seguito
all’inasprimento delle normative dell’Organizzazione mondiale della
sanità sui grassi idrogenati, come le margarine, una trasformazione
degli oli vegetali inizialmente impiegata come ripiego al burro, ma
reputata subito nociva su vari fronti della salute. Se ora ci ritroviamo a
consumare olio di palma, quindi, è anche per evitare che nei nostri
alimenti ci fosse di peggio.
Fa male?
Dipende da quanto ne consumiamo. Trattandosi di un grasso saturo, va
considerato esattamente come tutti gli altri grassi saturi: pensiamo per
esempio al burro o allo strutto. “Che queste sostanze vadano consumate
in modo limitato nella nostra alimentazione, perché altrimenti fanno
ammalare le nostre arterie, è risaputo” ci spiega Laura Rossi,
ricercatrice presso il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione
di Roma e delegata italiana per il Consiglio Fao, “ma l’olio di palma non
dovrebbe essere demonizzato in quanto tale”.
Significa che sì, è corretta l’osservazione nutrizionale che dice di
limitarne il consumo. Quello che però è sbagliato è sostenere che altri
grassi, come il burro, non facciano male mentre l’olio di palma sì: “Ciò
che è correlato a un aumento del rischio cardiovascolare non è in questo
caso la fonte, ma l’eccesso di grassi saturi, che andrebbero invece tenuti
sotto controllo”. In sintesi: non possiamo continuare a pensare che la
merendina industriale (fatta con l’olio di palma) sia per forza cattiva,
mentre la crostata fatta in casa dalla mamma (col burro) sia per forza
buona. Perché, di fatto, sono sia buone quanto cattive entrambe, e con
nessuna delle due si dovrebbe eccedere nelle quantità.
Una soglia accettabile? Quella del 10% massimo sul totale delle calorie
giornaliere. Una quota che comprende però tutti i grassi saturi, sia
quelli di origine vegetale che animale, non solo quelli dell’olio di palma.
Perché di fatto, in entrambi i casi, gli effetti sul corpo sono gli stessi.
Colesterolo
Se è vero che, a differenza dei grassi di derivazione animale, l’olio di
palma non contiene colesterolo, è vero anche che i principali acidi
grassi imputati dell’aumento del colesterolo ematico sono proprio
quelli saturi, tra cui quello palmitico, il miristico e il laurico, due dei quali
sono contenuti nell’olio di palma.
Cosa dice nello specifico la letteratura scientifica? Ciò che emerge finora
è un quadro non del tutto definito. Da uno dei lavori più recenti,
promosso dall’Istituto Mario Negri (e che consiste nella revisione di 51
studi), è emerso come diete ricche di olio di palma e acido stearico
17
possono aumentare il livello di colesterolo totale più di quanto non
accada in diete ricche di altri acidi grassi saturi. Allo stesso tempo, non è
stata però registrata una variazione significativa sui valori di colesterolo
cattivo (il cosiddetto LDL). Anche se la ricerca sul fronte è ancora
aperta.
Cancro
Sulle accuse di cancerogenicità, invece, non troviamo alcun riscontro
nella letteratura scientifica che comprovi la correlazione diretta tra olio di
palma e l’induzione di tumori. Fino a prova contraria, quindi, si tratta di
accuse infondate, o che confondono l’olio di palma con altre sostanze.
Sappiamo piuttosto che l’obesità, che spesso è sì legata a un consumo
eccessivo di grassi saturi, può essere correlata a un aumento
nell’incidenza di alcuni tipi di cancro: “Ma qui l’effetto è legato all’obesità,
non all’olio di palma in sé” precisa Rossi. E una persona può essere
obesa anche se consuma altri tipi di grasso.
Diabete
Più macchinoso il discorso sul diabete. Solo qualche giorno fa uno
studio promosso dalla Società italiana di diabetologia veniva ripreso
dai media come un sonoro campanello d’allarme nei confronti dell’olio
incriminato. “L’olio di palma può aprire la strada al diabete di tipo 2”, il
messaggio lanciato. Anche se, in realtà, la ricerca in questione non lo
dimostra.
La notizia riguarda infatti uno studio sperimentale fatto in vitro, dove gli
scienziati hanno perfuso cellule di pancreas con del palmitato – che,
ricordiamo, non è olio di palma, ma uno dei suoi componenti – e le
cellule hanno registrato un danno. “Ma questo non significa
assolutamente che mangiare l’olio di palma faccia venire il diabete 2”,
chiarisce sempre Rossi, “perché quella situazione sperimentale, anche
se fatta molto bene, non può essere assolutamente tradotta in un effetto
diretto sull’organismo”. Il discorso sull’alimentazione, insomma, è ben
diverso dal prendere una molecola e una cellula e vedere che succede,
e non è possibile trasformare in un messaggio sull’uomo ciò che ancora
è lontanissimo dall’uomo, come questo test.
In generale, va sottolineato che contro l’olio di palma non si registrano
(perlomeno a oggi) posizioni ufficiali da parte dell’Organizzazione
mondiale della sanità, dell’Autorità europea per la sicurezza
alimentare, del Ministero della Salute, né dell’Istituto superiore di
sanità: gli organi preposti a vigilare sulla nostra salute.
18
Gli effetti collaterali sull’ambiente
Ci sono, e sono innegabili. La coltivazione delle palme da olio, che si
concentra nel Sud-Est asiatico (in particolare in Indonesia e Malesia)
ha comportato e comporta tutt’oggi un massiccio abbattimento delle
foreste tropicali per far spazio alle nuove piantagioni. Le conseguenze si
misurano in termini di biodiversità (connessi alla distruzione
dell’habitat di numerose specie, tra cui l’orango), ma anche di
ripercussioni come l’impennata di gas serra nell’atmosfera e lo
stravolgimento dell’assetto idrogeologico del territorio. Ed è forse
proprio in ragione del suo forte impatto ambientale che, per dare forza
alle campagne contro la sua produzione, si è calcata la mano nel
criticarlo dal punto di vista nutrizionale.
C’è però da chiedersi: cosa succederebbe se al posto delle palme, ci
trovassimo a dover a spremere lo stesso volume d’olio da altre piante
(tutte, peraltro, meno dibattute)? La risposta è che occuperemmo ancora
più spazio, poiché la produttività delle palme da olio è altissima
rispetto alle alternative possibili. Basti pensare che da un ettaro di palme
da olio si ottengono quasi cinque volte l’olio che produce un ettaro
coltivato a piante di arachidi, e ben sette volte quello di un ettaro di
girasoli (come faceva notare anche Strade in risposta all’approccio
semplicistico tenuto da Report in un servizio di qualche sera fa). Senza
contare tutte le conseguenze che l’estensione delle colture
comporterebbe sui consumi d’acqua, di fertilizzanti, di pesticidi. O se
19
volessimo, come chiedono alcuni, sostituirlo col burro: siamo
consapevoli che l’impatto ambientale sarebbe ancora più drastico?
Mettere il problema in prospettiva è purtroppo tutt’altro che semplice e
sicuramente per venirne a capo sarà necessario pretendere maggiore
trasparenza da parte delle aziende e dal commercio locale. Per ora
l’unico, piccolo passo avanti si è compiuto con l’istituzione di regole che,
anche se in grosso ritardo, sono indirizzate a tutelare la produzione
sostenibile. Come quelle stabilite dalla Roundtable on Sustainable
Palm Oil, un organo tenuto a certificare l’olio prodotto (appunto) in
modalità più rispettosa dell’ambiente. Uno strumento ancora molto
debole e arbitrario, probabilmente a rischio di strumentalizzazione, ma
che per ora segna la via più percorribile.
Nel frattempo, va detto che a dispetto degli sforzi del Wwf,
Greenpeace, e di iniziative locali, come quella promossa dal Fatto
Alimentare (e portata in Parlamento da alcuni esponenti del Movimento 5
Stelle), che chiede l’abolizione dell’olio di palma dal mercato del cibo, gli
enti internazionali deputati al controllo, come la Fao, non si sono (a oggi)
ancora espressi negativamente sulla questione, se non spingendo verso
un’agricoltura più sostenibile.
20
Una storia di diritti violati
Al di là del dibattito scientifico, possiamo anche decidere di attaccare la
produzione dell’olio di palma, e di boicottarlo, anche esclusivamente per
motivi etici, in conseguenza alle ripercussioni della monocoltura sulle
popolazioni locali. Si racconta di espropriazione dei contadini dalle
proprie terre, di deportazione di interi villaggi, di sfruttamento, di totale
assenza di condizioni di sicurezza sull’ambiente di lavoro. Una lotta
giusta e sacrosanta.
Ma forse un po’ ingenua. Già, perché presuppone che se anziché di
palme si trattasse di girasoli, barbabietole, caffè, tabacco o di qualsiasi
altro prodotto, il trattamento sarebbe diverso, forse migliore. Come se il
rispetto delle leggi e le politiche di non-sfruttamento dipendessero dal
prodotto, anziché dalle persone che vi si nascondono dietro.
21
RETINOLO
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La vitamina A è una vitamina liposolubile, in natura si trova in
diverse forme. Con il termine di vitamina A vengono indicati sia il
retinolo che i suoi analoghi, detti retinoidi, di cui si conoscono
almeno 1500 tipi diversi, tra naturali e sintetici. Anche i carotenoidi
posseggono l'attività biologica della vitamina A in quanto possono
fungere da provitamine (se ne conoscono almeno 600 tipi diversi, di
cui solo il 10% possiede una simile attività).
STORIA
Nel 1913 venne dimostrato, da Elmer V. McCollum e M. Davis, che
nel tuorlo d'uovo e nel burro esiste un fattore liposolubile
importante per la crescita di ratti e nel 1916 esso venne indicato
con la lettera A al fine di distinguerlo dai composti del gruppo B,
idrosolubili. Nel 1917, Jack Cecil Drummond riuscì a correlare la
mancanza di tale fattore nella dieta con la comparsa di disturbi
visivi e della crescita nei bambini. Nel 1920 si evidenziò che il β-
carotene possiede attività vitaminica A ma non se ne riuscì a
comprendere il motivo fino al 1929 allorché si comprese che tale
fattore viene trasformato, nelle cavie, in vitamina A.
La struttura della vitamina A e del β-carotene venne identificata nei
primi anni trenta. Tra il 1934 e il 1935, ad opera di George Wald,
venne ottenuta dalla retina una sostanza, coinvolta nei meccanismi
della visione, che venne riconosciuta, nel 1944, come la forma
aldeidica della vitamina A ed essa venne denominata retinaldeide.
Un'altra forma della vitamina A (acido retinoico) venne sintetizzata
nel 1946.
DESCRIZIONE
La vitamina A si presenta in tre diverse forme: alcolica (retinolo),
aldeidica (retinaldeide) ed acida (acido retinoico). Esse sono
derivati isoprenoici, costituiti dall'unione di 4 catene di isoprene.
Tra i carotenoidi, pigmenti vegetali, si trovano nell'organismo
soprattutto: α-carotene, β-carotene, luteina, zeaxantina,
criptoxantina e licopene.
Gli alimenti di origine animale contengono soprattutto retinolo e
22
suoi esteri (specie retinolo palmitato), mentre nei vegetali si
trovano soprattutto carotenoidi. Gli esteri del retinolo prima di
essere assorbiti, vengono idrolizzati da diversi enzimi: lipasi,
carbossilestere-lipasi di origine pancreatica e da una retinilestere
idrolasi che si trova sulle membrane degli enterociti.
L'assorbimento del retinolo avviene tramite un processo di
diffusione facilitata ma, qualora la concentrazione di retinolo sia
elevata, possono intervenire anche meccanismi di diffusione
passiva. L'assorbimento del retinolo dipende dalla presenza di lipidi
e di sali biliari.
I carotenoidi vengono assorbiti, per un quantitativo variabile dal 5
al 50%, tramite un meccanismo di trasporto passivo, anch'esso
influenzato dalla presenza di lipidi. Parte dei carotenoidi che si
trovano negli enterociti viene trasformata in retinoidi tramite due
differenti meccanismi. Il β-carotene, per esempio, viene trasformato
in retinaldeide, tramite rottura della parte centrale della molecola, la
quale viene convertita in retinolo tramite una riduttasi dipendente
da NADH o NADPH. La rottura della parte periferica, invece, dà
origine ad un apo-carotinale che viene trasformato in acido
retinoico o retinolo.
All'interno delle cellule dell'epitelio intestinale, parte dei carotenoidi
viene trasformata in retinaldialdeide.
Il retinolo ed i suoi metaboliti vengono legati ad una specifica
proteina, la proteina legante il retinolo cellulare (cellular retinol
binding protein, CRBP). Successivamente il retinolo viene
coniugato con palmitato, stearato o oleato attraverso due enzimi:
l'acil-coenzima A-retinolo aciltransferasi e la lecitina-retinolo
aciltransferasi.
Gli esteri del retinolo così formati e i carotenoidi ancora non
metabolizzati vengono incorporati nei chilomicroni e da essi
vengono trasportati nel fegato. A questo punto gli esteri del retinolo
vengono idrolizzati mentre i carotenoidi possono venir trasformati
in retinolo o essere secreti dalla cellula all'interno delle VLDL. Il
retinolo intracellulare viene portato nel reticolo endoplasmatico e lì
si lega ad una proteina legante il retinolo (retinol binding protein,
RBP). Il complesso retinolo-proteina viene trasportato nelle cisterne
del complesso di Golgi e da lì viene espulso dall'epatocita e
trasferito alle cellule di Ito o alle cellule stellate, deputate
all'immagazzinamento dei lipidi, le quali trattengono il retinolo,
dopo averlo esterificato, nel citoplasma.
I livelli plasmatici di vitamina A sono sottoposti a meccanismi
23
omeostatici molto precisi tali per cui la sua concentrazione
plasmatica viene mantenuta tra 40 ed 80 µg/dl. In caso di necessità
infatti, il retinolo viene rilasciato dagli epatociti legato alla RBP e
dalle cellule di immagazzinamento, dopo idrolisi del legame
esterico. Nel plasma il complesso retinolo-PRB si lega alla
transtiretina, deputata anche al trasporto degli ormoni tiroidei,
mentre il retinolo viaggia coniugato a varie proteine plasmatiche. I
carotenoidi vengono trasportati tramite lipoproteine.
L'ingresso del retinolo nelle cellule è un fenomeno ancora poco
chiaro. Nel plasma, infatti, esiste una quantità di retinolo libero che
pare sia in equilibrio con quello legato alla RBP. Si suppone che
esso possa penetrare nelle cellule tramite un meccanismo non
mediato da recettori. Si è visto, tuttavia, che alcune linee cellulari
esprimono un recettore per la RBP la quale, legandosi, trascina con
sé il retinolo trasportato. Si suppone, infine, che i carotenoidi
entrino nelle cellule utilizzando i recettori per le lipoproteine.
Una volta entrato nella cellula, il retinolo si lega alla proteina CRBP
e parte di esso viene esterificata, al fine d'immagazzinarlo o
convertita nelle due forme attive: acido retinoico e retinaldeide. La
maggior parte del retinolo penetrato non subisce modifiche e
ritorna nel plasma. I carotenoidi entrati nelle cellule vengono
trasformati in retinoidi con un meccanismo analogo a quello che
avviene negli enterociti.
La vitamina A nell'organismo presenta numerose funzioni
biologiche che riguardano soprattutto la visione e la
differenziazione cellulare.
La retinaldeide, che si può formare anche dal retinolo tramite una
alcol deidrogenasi, fa parte del meccanismo della visione. La
retinaldeide (detta anche retinale) nella forma 11-cis, infatti, è unita
ad una proteina retinica, l'opsina, tramite un legame covalente
imminico con il residuo di lisina numero 296, formando la
rodopsina. Quando un fotone colpisce la rodopsina, il retinale
isomerizza nella forma tutta trans e ciò determina un cambiamento
conformazionale della rodopsina ed attivazione di una cascata
molecolare mediata da una proteina G che determina la
generazione di impulsi elettrici. Il retinale tutto trans si stacca
dall'opsina e viene ridotto, ad opera di una deidrogenasi dipendente
da NADPH, a retinolo tutto trans che viene poi ricaptato dall'epitelio
della retina ed immagazzinato, dopo essere stato esterificato. Il
retinolo tutto trans viene successivamente riconvertito in
retinaldeide 11-cis tramite reazioni di ossidazione ed
isomerizzazione.
24
L'acido retinoico sembra partecipare alla maturazione embrionale
ed alla differenziazione di alcune linee cellulari. I recettori per
l'acido retinoico fanno parte di una famiglia di recettori nucleari che
comprende anche quelli per la vitamina D. L'acido retinoico
penetrato nella cellula viene portato al recettore tramite specifiche
proteine cellulari di trasporto ed, una volta legatosi, determina
regolazione dell'espressione di alcuni geni.
Un altro derivato del retinolo biologicamente attivo è il retinol-
fosfato. Pare che esso agisca come donatore di zuccheri nella
formazione delle glicoproteine.
I carotenoidi presentano diverse azioni biologiche. Alcuni di essi
sono provitamine, specie il β-carotene, altri (specie luteina e
zeaxantina) sembrano importanti per una buona funzionalità della
macula della retina, ed altri ancora agiscono da composti
antiossidanti.
FONTI ALIMENTARI
La vitamina A è maggiormente presente negli alimenti di origine
animale, soprattutto nel fegato e nella milza, seguiti poi da latte e
derivati e uova. Dato che carne, latte e uova sono però ricchi di
colesterolo si consiglia di assumerla principalmente tramite pesce
e derivati, e tramite fonti vegetali. I carotenoidi, da cui l'organismo
ricava la vitamina A, sono particolarmente presenti nei tessuti
vegetali e nei microorganismi fotosintetici. Tra i tessuti vegetali, ne
sono particolarmente ricchi quelli a colorazione giallo-arancione
(visto che questi fattori sono direttamente responsabili di questo
tipo di colorazione) e quelli a foglia.
CONTENUTO DI VITAMINA A di 100 g DI ALCUNI ALIMENTI
ALIMENTO CONTENUTO DI RETINOLO
Olio di fegato di merluzzo 85.000 UI = 25.525 RAE
Carote 11.000 UI = 3.303 RAE
Fegato 10.729 UI = 3.222 RAE
Patate dolci 8.800 UI = 2.642 RAE
Prezzemolo 8.500 UI = 2.552 RAE
Spinaci 8.100 UI = 2.432 RAE
Mango 4.800 UI = 1.440 RAE
Melone 3.400 UI = 1.020 RAE
Burro 3.300 UI = 990 RAE
Albicocca 2700 UI = 810 RAE
Zucca 1600 UI = 480 RAE
Pomodoro 900 UI = 270 RAE
Uovo 84 UI = 25 RAE
Latte 75 UI = 22 RAE
25
CARENZA
La carenza di vitamina A determina inibizione della crescita,
deformazione e fragilità delle ossa e serie modifiche delle strutture
epiteliali e degli organi riproduttivi. La vitamina A infatti regola la
differenziazione degli epiteli mucosi ed una sua carenza causa
cheratinizzazione degli epiteli con un processo detto metaplasia
squamosa. La sua carenza può indurre anche secchezza della pelle
e delle mucose respiratorie, digerenti e urinarie.
Un'altra importante alterazione riguarda la funzione visiva. Una
bassa quantità di rodopsina determina anche necessità di una
maggior stimolazione luminosa. Pertanto la quantità minima di luce
necessaria per innescare i meccanismi della visione aumenta.
Questo fenomeno determina una diminuzione dell'adattamento alla
bassa illuminazione (cecità crepuscolare o cecità notturna,
emeralopia). Nei casi più seri di deficit vitaminico può anche
comparire la Cheratomalacia, ovvero secchezza della congiuntiva e
della cornea che possono portare danni oculari permanenti fino alla
cecità completa.
La carenza di vitamina A può portare anche ad un aumento della
mortalità materna in gravidanza.
LIVELLI DI ASSUNZIONE E TOSSICITÀ
Attualmente i livelli di assunzione di vitamina A vengono espressi
in RAE (Retinol Activity Equivalent) secondo le seguenti relazioni:
• 1 RAE = 1 µg di retinolo = 2 µg di β-carotene dissolto in olio =
12 µg di β-carotene presente nel cibo = 24 µg di altri
carotenoidi presenti nel cibo (α-carotene, γ-carotene, o β-
cryptoxanthin)
Talvolta si possono trovare due vecchie indicazioni che utilizzano
le unità internazionali (UI) o i retinoli equivalenti (RE):
• 1 UI = 0,3 µg di retinolo = 0,6 µg di β-carotene = 1,2 µg di altri
carotenoidi (α-carotene, γ-carotene, o β-cryptoxanthin)
• 1 RE = 1 µg di retinolo = 2 µg di β-carotene dissolto in olio = 6 µg
di β-carotene presente nel cibo = 12 µg di altri carotenoidi
presenti nel cibo (α-carotene, γ-carotene, o β-cryptoxanthin)
1 RAE = 3,33 UI o 1 RE
1 UI = 0,3 RAE o RE
26
Attualmente il Ministero della Salute consiglia una dose giornaliera
di 800 RAE/die (0.8 mg di retinolo/die). La Società Italiana di
Nutrizione Umana (SINU)[2]
raccomanda un aumento della dose
giornaliera di circa 100 RAE/die nel caso di donne in gravidanza e di
circa 350 RAE/die in caso di allattamento. L'assunzione di dosi di
vitamina A ≥300 mg può determinare la comparsa di
un'intossicazione acuta con nausea, vomito, emicrania, perdita di
coordinazione e disturbi visivi. In casi estremi, la morte (il fegato
dell'orso polare è immangiabile proprio per l'elevata concentrazione
di retinolo).
Rispetto ai casi di tossicità acuta, quelli di tossicità cronica sono più
frequenti in quanto è sufficiente assumere dosi giornaliere superiori alle
capacità di immagazzinamento ed eliminazione del fegato sia tramite
consumo frequente di alimenti ricchi in vitamina A sia per mezzo di
integratori. Ciò può comportare la comparsa di una sintomatologia
caratterizzata da inappetenza, dolori muscolari, anemia, perdita dei
capelli e varie alterazioni neurologiche. Per evitare ciò la SINU[2]
consiglia di non superare l'assunzione di 9000 RAE/die (9 mg/die) per
l'uomo e 7500 RAE/die (7,5 mg/die) per la donna. In gravidanza si
consiglia di non superare i 6000 RAE/die (6 mg/die) in quanto più
predisposte alla comparsa di sintomi da iperdosaggio. Dosi giornaliere
superiori ai 30000 RAE/die (30 mg/die) sembra che possano avere un
effetto teratogeno sul feto per cui si consiglia di non assumere mai
integratori di vitamina A in gravidanza se non dietro prescrizione
medica, la quale, tuttavia, non deve superare i 6 mg/die. L'Accademia
Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti raccomanda di non superare il
livello di 3000 RAE ovvero 10.000 UI (3 mg/die) per evitare effetti
collaterali in caso di assunzione prolungata indefinitamente senza
controllo medico.
La tossicità da carotenoidi è più contenuta in quanto il loro
assorbimento è modesto e diminuisce ancora in caso di alte dosi.
In caso di sovradosaggio si può verificare la comparsa di
pigmentazione giallo-arancione della pelle e delle mucose,
fenomeno che regredisce in poco tempo una volta che la dose di
carotenoidi venga ridotta.
Secondo un articolo su FASEB journal di Ulrich Hammerling, del
Sloan-Kettering Institute for Cancer Research di New York, i danni
da eccesso di retinolo sarebbero legati a tossicità sui mitocondri.
27
NOTE
1 ^ Sigma Aldrich; rev. del 27.04.2012
2 ^ a b
Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) Sezione relativa
alla Vitamina A: fare attenzione perché nelle equivalenze di
RAE e di UI si usa erroneamente il milligrammo (mg) invece
del microgrammo (µg)
BIBLIOGRAFIA
• Aldo Mariani Costantini, Carlo Cannella, Giovanni Tomassi,
Fondamenti di nutrizione umana, Il Pensiero Scientifico
Editore.
28
Composizione in acidi grassi dei più comuni
alimenti grassi commestibili.
da: Ballestrazzi & Miona, I lipidi nell' alimentazione dei pesci teleostei, Dipartimento di
Scienze della Produzione animale, Università degli Studi di Udine, Via S. Mauro 2,
33010 Pagnacco (UD)
GRASSI 10:012:014:0 16:018:020:0
16:1
n-7
18:1
n-9
18:2
n-6
18:3
n-3
20:1
n-9
22:1
n-9
TOT
SAT
TOT
INSAT
STATO
FISICO*
o. semi soia 0.1 0.2 10.7 3.9 0.2 0.3 22. 8 50.8 6.8 15.1 80.7 L
o. semi cotone 0.5 0.4 0.8 22.0 2.2 0.2 0.8 18.1 50.3 0.4 26.1 69.6 L
o. semi mais 10.7 1.7 0.3 0.1 24.6 57.3 0.8 12.7 82.8 L
o. semi cartamo (1) 0.1 6.4 2.5 0.5 0.6 11.9 73.3 0.5 9.5 86.3 L
(2) 4.9 1.5 76.9 12.3 6.4 89.2 L
o. semi girasole 0.1 5.8 4.1 0.3 0.1 21.7 66.4 0.3 10.3 88.5 L
o. semi lino 6.6 2.0 - - 17.1 16.7 57.6 8.6 91.4 L
o. di oliva 11.5 2.3 0.4 1.0 71.5 8.2 0.7 14.2 81.4 L
o. semi arachide 0.1 9.5 2.3 1.4 - 45.6 31.0 - 1.2 17.3 77.8 L
o. semi colza (00) 4.8 1.5 0.6 0.5 53.2 22.2 11.0 1.0 0.2 6.9 88.1 L
o. semi colza (LE) 0.1 3.3 1.3 0.7 0.3 30.1 17.5 9.5 10.7 19.2 5.4 87.3 L
burro di cocco 0.1 25.4 33.2 0.9 0.4 32.6 2.8 0.2 59.6 36.0 S
o. noce cocco 5.9 43.7 16.4 8.2 3.0 0.9 0.4 5.7 1.8 86.3 7.9 S
o. semi palma 3.8 46.4 16.2 7.8 2.7 1.0 - 11.4 1.5 81.4 12.9 S
o. palma 0.2 1.1 42.0 4.3 0.3 0.5 37.9 9.0 0.3 47.9 47.7 S
Fonte: Sheppard et al. (1978). *L= liquido a 20°C S= solido a 20°C
TAB. 4 - Acidi grassi estratti da semi di alcune famiglie vegetali.
SHEPPARD A.J., IVERSON J.L. & WEIHRAUCH J.L. (1978). Composition of selected dietary fats, oils,
margarines, and butter. In: Hand- book of Lipid Research I, Fatty Acids and Glycerides, (A. Kuksis, ed.),
Plenum Press, New York and London, pp. 341-379.
GRASSI 10:012:014:016:018:0 20:0
16:1
n-7
18:1
n-9
18:2
n-6
18:3
n-3
20:1
n-9
22:1
n-9
20.5
n-3
22.6
n-3
TOT
SAT
TOT
INSAT
STATO
FISICO*
sego bovino 0.1 0.9 3.7 24.8 18.7 - 4.7 36.0 3.7 0.6 48.2 46.6 S
lardo 0.1 0.5 1.4 23.7 13.0 0.8 2.6 40.9 10.0 1.4 39.5 54.9 S
grasso pollo 0.2 1.0 1.2 23.8 6.4 - 5.8 39.7 16.5 1.1 32.6 63.1 L
o. aringa 7.2 12.0 1.1 - 8.3 12.0 1.7 0.6 13.9 21.5 1.0 3.8 21.5 73.9 L
o. merluzzo 3.9 11.6 2.3 - 9.1 21.9 1.5 0.8 10.0 6.9 11.4 11.3 17.8 72.9 L
o. fegato merluzzo 3.4 10.7 2.3 - 9.4 22.6 1.8 0.7 10.2 5.8 1.6 9.3 17.3 77.1 L
o. menhaden 0.2 9.0 19.0 3.8 - 13.3 15.5 2.0 1.0 1.7 0.7 1.7 7.9 33.3 62.3 L
o. acciuga - Perù
o. acciuga - Sud Africa
7.5 17.5 4.0 0.3 9.0 11.6 1.2 0.8 1.6 1.2 8.8 29.3 L
6.9 20.3 3.7 0.3 9.4 13.7 1.0 - 3.5 2.6 19.6 9.3 31.2 59.1 L
o. capeline - Estivo
o. capeline - Invernale
5.4 10.7 1.4 - 8.8 13.8 1.3 0.8 8.6 9.4 11.9 11.0 17.5 76.1 L
6.9 10.3 1.2 - 10.8 13.8 1.2 0.7 15.8 12.1 8.8 6.7 18.4 76.8 L
*L= liquido a 20°C S= solido a 20°C Fonte: Sheppard et al. (1978). Ackman (1982).
TAB. 5 - Composizione in acidi grassi (g/100 g lipidi) e stato fisico di lipidi di origine animale o marina
impiegati in mangimi per pesci.
GURR M.I. (1984). The chemistry and biochemistry of plants fats and their nutritional importance. In "Fats
in Animai Nutrition", (J. Wiseman, ed.), Butterworths, pp. 3-22.
29
Dati scientifici
dalla ricerca biomedica
Laganathan et al., Nutrition Reviews, 2017
Radhika Loganathan, Kanthimathi M. Subramaniam, Ammu K.
Radhakrishnan, Yuen Choo-May, e Kim Teng-Tiu. - Effetti di promozione
della salute dell’olio di palma rossa: prove da studi sull’animale e
sull'uomo. Nutrition Reviews ®
Vol. 75(2): 98–113, 2017.
Il frutto dell'albero della palma da olio (Elaeis guineensis) è la fonte
dell’olio di palma rossa ricco di antiossidanti. L’olio di palma rossa è una
ricca fonte di fitonutrienti, come i tocotrienoli, i tocoferoli, i carotenoidi, i
fitosteroli, lo squalene e il coenzima Q10, di cui tutti mostrano proprietà
nutrizionali e di stabilità ossidativa. Ricerche di mutagenesi, nutrizionali e
tossicologiche hanno dimostrato che l'olio di palma rossa contiene β-
carotene e vitamina A molto biodisponibili e piuttosto stabili al calore,
senza effetti negativi. Sono considerate le proprietà nutrizionali dell'olio di
palma rossa, le potenziali proprietà anti-aterogeniche, anti-emorragiche,
anti-ipertensive, anti-cancro, e anti-infettive dell’olio di palma rossa.
Inoltre, sono presentate prove a sostegno della potenziale efficacia
dell’olio di palma rossa per sopperire alla mancanza di vitamina A nei
bambini e nelle donne in gravidanza, per migliorare le complicanze oculari
dovute alla mancanza di vitamina A, per proteggere dalla cardiopatia
ischemica, per normalizzare la fertilità maschile e femminile, per
coadiuvare la gestione del diabete, per mitigare gli effetti negativi della
chemioterapia, e per aiutare nella gestione della condizione ipobarica.
INTRODUZIONE
Il frutto dell'albero della palma da olio (Elaeis guineensis) è la fonte
dell’olio di palma rossa. La palma da olio è una pianta di coltura perenne e
ha la più alta resa in olio rispetto alle altre principali oleaginose in termini
di resa in olio per ettaro.(1)
Attualmente, la Malesia e l’Indonesia sono i
principali produttori di olio di palma.(2)
La palma da olio è l’unica coltura
che può produrre due tipi di olio, vale a dire olio di palma dal mesocarpo
fibroso (che ha una polpa brillante, di un marcato colore rosso-aranciato)
e olio dal nocciolo della palma (che assomiglia all’olio di cocco).(3)
L’olio
grezzo della palma può essere trasformato in vari prodotti derivati, anche
se alcuni fitonutrienti sono parzialmente rimossi durante la lavorazione.
Del resto, l’olio di palma rossa, raffinato, sbiancato, e deodorato, il
principale prodotto di trasformazione, è ottenuto dal candeggio e dalla
deodorizzazione dell’olio di palma grezzo. Durante il processo di
raffinazione, i caroteni che conferiscono il suo colore rosso-arancio
all’olio di palma grezzo si decompongono, risultando in un olio di palma
30
raffinato, sbiancato, e deodorato: esso ha un colore giallo chiaro e
conserva parte degli altri fitonutrienti..(4)
L’olio di palma raffinato,
sbiancato, e deodorato è un olio versatile ampiamente utilizzato in più di
150 paesi nel mondo..(5)
L’olio di palma rossa, d'altra parte, è ottenuto
tramite i nuovi procedimenti di pretrattamento, deacidificazione, e
deodorizzazione mediante distillazione molecolare, che consentono di
conservare circa l'80% dei caroteni e delle vitamine presenti nell’olio di
palma.(4)
Di conseguenza, l’olio di palma rossa ha un sapore e un aroma
caratteristici ed è ricco di fitonutrienti come i caroteni (che conferisce
all'olio ha colore rosso vivo), la vitamina E, i fitosteroli, lo squalene, e il
coenzima Q10.(6)
Tabella 1. a Effetti benefici sulla salute dei fitonutrienti trovati nell’olio
della palma rossa a
FITONUTRIENTI
(quantita’)
COMPOSIZIONE ED EFFETTI BENEFICI b
Vitamina E
(717-863 ppm)
Composizione: α-tocoferolo (19%), α-tocotrienolo
(29%), γ-toco-trienolo (41%), δ-tocotrienolo (10%);
Benefici di salute: anticancro, antiangiogenico, anti-
ossidante, antiaterosclerotico, proprietà cardiopro-
tettive, e neuroprotettive; inibisce la sintesi del
colesterolo, coadiuva nel trattamento del diabete.
Carotenoidi
(600-750 ppm)
Composizione: fitoene (0,2%), fitofluene (0,6%), β-
carotene (41%), α-carotene (41,3%), ds-α-carotene
(10,2%), ζ-carotene ( 0,6%), γ-carotene (0,8%), δ-ca-
rotene (0,8%), neurosporene (0,2%), β-zeacarotene
(1,3%) α-zeacarotene (0,5%), licopene (1,0%),;
Benefici di salute: attività provitaminica A, attività
cardioprotettiva ed anticancro, protegge contro le
cecità notturna.
Fitosteroli
(325-365 ppm)
Composizione: colesterolo (6,5-11,5 ppm), campe-
sterolo (76-83 ppm), stigmasterolo (59-64 ppm), β-si-
tosterolo (187-218 ppm), composto ignoto (< 8 ppm);
Benefici di salute: proprietà ipocolesterolemizzanti,
attività contro il cancro, promozione delle funzioni
immunitarie.
Squalene
(14-15 ppm)
Benefici di salute: attività cardioprotettiva, radio-
protettiva, e anticancro, inibisce la sintesi del
colesterolo.
Ubichinone
(18-25 ppm)
Benefici di salute: stimola la produzione dell’energia
cellulare, proprietà antiossidanti, attività cardiopro-
tettiva e anticancro.
Abbreviazione: ppm arti per milione; a
: secondo Loganathan et al. b
:
composizione ottenuta da Tay et al. (6)
31
L’olio di palma rossa è stato riconosciuto per secoli per la sua versatilità
sia come un alimento sia come un rimedio a favore della salute. Esso è
stato valutato come un alimento sacro dai faraoni dell’antico Egitto.(7)
L’olio di palma rossa è tradizionalmente utilizzato nelle regioni tropicali
della foresta pluviale dell'Africa occidentale e nord-orientale dell’Africa(2)
e
del Brasile.(8)
Nonostante l'elevata produzione e l'uso di olio raffinato di
palma in paesi come la Malesia e l’Indonesia, il potenziale nutrizionale
dell’olio di palma rossa è stato sottoutilizzato in questi paesi. (9)
Le sue
proprietà nutrizionali sono conferite principalmente attraverso i
fitonutrienti che sono elencati nella Tabella 1. Lo scopo di questa
rassegna, basata sui dati degli studi eseguiti sull’animale e sull’uomo, è di
fornire una panoramica completa dei benefici nutrizionali dell’olio di
palma rossa.
LA BIODISPONIBILITÀ E LA BIODISTRIBUZIONE
DELL’OLIO DI PALMA ROSSA
La vitamina A è presente naturalmente nei prodotti di origine
animale. Buone fonti di vitamina A sono il formaggio, burro, uova, fegato,
e pesce.(10)
I vegetariani ottengono la vitamina A loro necessaria dai
carotenoidi, che si trovano nelle piante, soprattutto quelle colorate in
arancio, nelle verdure verdi e gialle e in alcuni fruiti. (11)
L’olio della palma
rossa è considerato una delle fonti vegetali naturali più ricche di
carotenoidi al mondo, i quali conferiscono al loro olio e al frutto il loro
brillante colore rosso-arancio. (11)
Sono noti circa 600 tipi di carotenoidi
naturali che si possono trovare, (12)
tredici dei quali si trovano nell’olio di
palma: fitoene, fitofluene, cis-β-carotene, β-carotene, α-carotene, cis-α-
carotene, ζ-carotene, y-carotene, δ-carotene, neurosporene, β-
zeacarotene, α-zeacarotene, e il licopene.(6)
I principali caroteni sono il β-
carotene e l’ α-carotene, che rappresentano il 41,0% e il 41,3%,
rispettivamente, dei carotenoidi totali presenti nell’olio di palma rossa in
commercio.(6)
Si ritiene che solo il 10% dei 600 carotenoidi noti abbia
attività provitaminica A. I caroteni α, β, e y sono gli unici caroteni di olio di
palma rossa che mostrano attività provitaminica A quantificabile.(13)
L’olio
di palma rossa contiene 15 volte più retinolo (provitamina A) rispetto alle
carote, 300 volte in più rispetto ai pomodori, e 44 volte più dei vegetali a
foglia larga.(9)
I carotenoidi sono pigmenti liposolubili che richiedono grasso per
la conversione in vitamina A. Sia la vitamina A sia il β-carotene sono
assorbiti, insieme con il grasso, nell'intestino tenue alla presenza della
bile e del secreto pancreatico. (12,14)
La biodisponibilità del β-carotene e
della vitamina A è maggiore con l'assunzione contemporanea di lipidi.(14)
È
richiesta una quantita’ di almeno 5 g di grassi per l'assorbimento ottimale
dei carotenoidi. (12)
Così, l’olio di palma rossa offre una prospettiva per il
trattamento della carenza di vitamina A. Negli esseri umani, l'emivita della
vitamina A è di 200 - 300 giorni; (15)
quindi, lo status della vitamina A non è
32
disturbato da lievi fluttuazioni dell’assunzione di vitamina A. Il novanta
per cento della vitamina A è immagazzinato nel fegato, l’1,5% si trova nel
sangue, e il resto è localizzato in altri tessuti. I livelli di β-carotene, d'altro
canto, tornano ai livelli basali entro 20 - 30 giorni dalla cessazione
dell’assunzione.(15)
I carotenoidi precursori della vitamina A presenti
nell’olio della palma rossa sono molto biodisponibili, e sono convertiti in
modo efficiente in retinoldi, e ben immagazzinati nel fegato.
Uno studio multicentrico di 20 settimane condotto in 5 regioni
europee (Grenoble, Francia; Coleraine, Irlanda del Nord; Cork, Repubblica
d'Irlanda; Zeist, Paesi Bassi; e Madrid, Spagna) ha valutato le risposte
sieriche di carotenoidi e tocoferoli in 400 volontari sani trattati con 100 mg
di α-tocoferolo in olio di mais, 15 mg di carotenoidi (olio di palma rossa,
estratto di calendula ricco di luteina, o estratto di pomodoro ricca di
licopene) in olio di mais, oppure placebo di olio di mais.(16)
Dopo 20
settimane, il gruppo trattato con l'α-tocoferolo ha mostrato un aumento
dei livelli dell’α-tocoferolo e diminuzione dei livelli del y-tocoferolo. Il
gruppo trattato con olio di palma rossa ha mostrato aumento dell’α-
carotene (di 14 volte) e β-carotene (di 5 volte). La somministrazione di
luteina, d'altra parte, ha portato all'aumento dei livelli di luteina (di 5 volte),
di zeaxantina (di 2 volte), e dei chetocarotenoidi. Infine, la
somministrazione di licopene ha aumentato i livelli sierici di luteina (di 2
volte). Sono stati osservati diversi gradi di carotenosi benigna (il 95% con
olio di palma rosso, il 40% con luteina, e il 25% con licopene) in un altro
studio su volontari spagnoli. Chiaramente, ciascun carotenoide è
metabolizzato nell'uomo in modo diverso nel corpo umano, e diverse altre
funzioni di assorbimento dei carotenoidi, del trasporto, dell’eliminazione,
della deposizione tessutale, e dell’utilizzo sono ancora poco comprese.(16)
In uno studio randomizzato di cross-over, van het Hof et al. (17)
hanno
comparato la biodisponibilità dei caroteni seguendo l’assunzione di un
pranzo fortificato con olio di palma rossa (25mg/giorno) o di β-carotene
sintetico tutto trans (25 mg/giorno) a 72 volontari sani. La
somministrazione per 4 giorni è stata seguita da un periodo di
depurazione di 10 giorni. Sia i carotenoidi sintetici sia quelli dell'olio di
palma naturale avevano effetti comparabili, con un miglioramento dei
livelli plasmatici di β-carotene osservato dopo 4 giorni di
somministrazione. La potenza dello studio, tuttavia, è limitata dall'effetto
di riporto della somministrazione di olio di palma rossa usata con un
breve periodo di depurazione.
In un modello di farmacocinetica a dose singola, sia l'attività
metabolica sia la biodisponibilità della vitamina A e dei caroteni sono stati
studiati utilizzando un metodo di riferimento con un isotopo stabile. (18)
Dodici volontari sani sono stati trattati con 10 g di olio di palma rossa
mescolato con un succo (2,4 mg di β-carotene e 1,8 mg di α-carotene) è
stato somministrato con piccola quantità di estere di vitamina A marcato
con deuterio (retinile-acetato). Le lipoproteine ricche in trigliceridi
misurate 8,5 ore dopo il trattamento contenevano un rapporto più basso
33
di β-carotene / α-carotene, il che implica che la l'attività vitaminica A del β-
carotene è sostanzialmente maggiore di quella di un α-carotene. (18)
Uno studio di somministrazione di olio di palma rossa (1.5 mg di β-
carotene) per otto settimane era condotto in pazienti affetti da fibrosi
cistica presso il Centro della Fibrosi Cistica ad Heidelberg, Germania.(19)
La maggioranza dei pazienti con fibrosi cistica era affetta da insufficienza
pancreatica, che porta ad una carenza di antiossidanti non enzimatici
causato dal malassorbimento di lipidi e di vitamine liposolubili. È
interessante notare che la somministrazione giornaliera nella dieta di olio
di palma rossa è stata trovata capace di migliorare i livelli plasmatici di β-
carotene, retinolo, e α-carotene nei pazienti con fibrosi cistica.(19)
In un recente modello randomizzato e controllato, con un periodo di
depurazione di 2 settimana, la bio-integrazione con manioca gari è stato
confrontata con una uguale quantità di palma rossa fortificata olio
manioca gari per la sua efficacia nel migliorare lo status della vitamina A
in otto donne americane sane e ben nutrite. (20)
Alle partecipanti sono stati
offerti pasti basati su gari di manioca che contenevano gari bio-integrato
(1 mg di carotene), gari bio-integrato con olio di palma rossa (1 mg di β-
carotene) o non addizionato con gari (0,3 mg di retinile palmitato,
riferimento aggiuntivo). È interessante notare che sia i pasti bio-integrati
sia quelli fortificati con gari di olio di palma rossa hanno aumentato in
modo efficiente le concentrazioni plasmatiche di β-carotene, α-carotene, e
retinile palmitato. (20)
SICUREZZA, MUTAGENICITÀ E TOSSICOLOGIA
DELL’OLIO DI PALMA
La sicurezza sia dell’olio di palma grezzo sia dell’olio di palma
raffinato, sbiancato, e deodorato è stata studiata estesamente in studi di
mutagenicità, nutrizionali e tossicologici, senza che siano stati riportati
effetti avversi. Quando i grassi sono sottoposti al calore, occorre
un’ossidazione termica e si formano agenti mutageni. Altrettanto, il
riscaldamento può provocare un deterioramento della qualità nutrizionale
dell'olio. Olio di palma grezzo e olio raffinato di palma, riscaldati più volte,
sono stati testati per la mutagenicità per determinare la sicurezza della
loro commestibilità. Utilizzando ceppi TA100 e TA98 di Salmonella
typhimurium in test di Ames, non sono state rilevate attività mutagene
quando gli estratti di questi oli sono stati attivati metabolicamente
utilizzando la frazione microsomale S9 di fegato di ratto.(21)
Questo studio
dimostra che questi oli sono adatti per l'uso come mezzo di frittura.
Inoltre, nonostante le fritture ripetute, gli oli rimangono stabili e
chimicamente sono sicuri per il consumo.(21)
Numerosi studi condotti in
India e inclusi nella presente rassegna hanno usato olio di palma grezzo,
olio di palma grezzo di gradazione di qualità alimentare, ma quest'olio è
34
stato definito olio di palma rossa nelle nuove pubblicazioni perché era
ricco di carotenoidi.
Gli studi nutrizionali e tossicologici sono stati condotti in in
svezzamento ratti albini Wistar/NIN in ricerche di 28 giorni e di 90 giorni.
(22)
Gli effetti nutrizionali e tossicologici dell’alimentazione con una dieta
priva di proteine rispetto a una dieta contenente il 10% di proteine di
caseina con il 10% di grassi (olio di arachidi, olio grezzo di palma, o
raffinato, sbiancato, e olio di palma deodorato) erano paragonati. Nessun
effetto negativo è stato osservato sul tasso di crescita, sul rendimento
alimentare, sulla digeribilità, sull'assorbimento dei grassi, sul bilancio
azotato, fosforo e ritenzione di calcio, enzimi sierici, o sangue di
ematologia sono stati trovati per alcuno dei grassi testati. I livelli dei lipidi
nei tessuti (dopo 28 giorni di alimentazione) e nel sangue (dopo un lungo
periodo di alimentazione di 90 giorni) erano comparabili in tutti e tre i
gruppi per tipo di olio (alimentati con olio di palma grezzo, od olio di
palma raffinato, sbiancato e deodorato, oppure olio di arachidi). Quindi, se
confrontato con l’olio di arachidi e con l’olio di palma raffinato, sbiancato
e deodorato, l’olio di palma grezzo è stato trovato in possesso di qualità
nutrizionali simili e non ha mostrato alcun’azione nociva.(22)
Gli enzimi epatici che metabolizzano i farmaci, utilizzati per la
valutazione della disintossicazione in un organismo ospite, sono stati
studiati in tre generazioni di ratti Wistar/NIN/albino inbred.(23)
Gli effetti
della somministrazione di olio di palma rossa (10% di grassi totali) è su
diverse vie metaboliche della fase I e della fase II sono state confrontati
con quelli da olio di palma raffinato, sbiancato, deodorato e da oleina
dall’olio di palma raffinato, sbiancato, deodorato. Le sostanze
cancerogene sono metabolizzate istantaneamente, dando origine ad una
miscela complessa di prodotti. L’attività della S-transferasi del glutatione
In Fase II è stata misurata nei fegati dei topi della generazione F3.
L'alimentazione è stata estesa per una generazione aggiuntiva (F4) per
altre nove settimane. La somministrazione di olio di palma rossa è stata
trovata capace di incrementare i livelli della glutatione S-transferasi, un
enzima disintossicante di Fase II; inoltre, non è stata trovata alcuna
induzione di enzimi di fase I o aumento del citocromo P450 totale,
entrambi indicativi della metabolizzazione del fenobarbital e degli
idrocarburi policiclici aromatici. Quindi, la protezione contro i
cancerogeni chimici fornita dall’olio di palma rossa è probabilmente
attribuibile al contenuto di carotenoidi.(23)
La tolleranza ed il potenziale di
attività antiossidante di dosi progressive (0, 1, 2, e 4 ml) di olio di palma
rossa sono state studiate in ricerche di sette settimane su animali
sperimentali. La somministrazione di olio di palma rossa è stata trovata
capace di migliorare la concentrazione di antiossidanti nei globuli rossi e
nel fegato. Inoltre, animali alimentati con olio di palma rossa hanno una
normale architettura del fegato. Sulla base dei dati raccolti finora, l'olio di
palma rossa appare sicuro per il consumo e per la somministrazione
alimentare.(24)
35
APPORTO ALIMENTARE RACCOMANDATO DI
VITAMINA A
La quantità totale di vitamina A negli alimenti è espressa come μg di
retinolo equivalenti (RE). Cento grammi di olio di palma rosso contengono
circa 7000 RE.
La tabella 2 mostra l’apporto alimentare raccomandato (RDA) per la
vitamina A formulato dall'Istituto di Medicina per diverse popolazioni.(25)
Si
stima che circa 1 cucchiaino (5 g) di olio di palma rossa fornirà il RDA
della vitamina A per i neonati e i bambini, che il doppio di tale quantità (10
g) fornirà il RDA per gli adulti e le donne in gravidanza. Il contributo dei
diversi fitonutrienti presenti nell’olio di palma rossa, sulla base della stima
dell’equivalente di olio di palma rossa necessario per soddisfare la RDA di
vitamina A, è mostrata nella tabella 3. Una rassegna completa di
sessantadue studi controllati ha esaminato la correlazione tra i risultati di
salute e le concentrazioni plasmatiche di carotenoidi.(26)
Sulla base dei
risultati, è stata proposta un indice di salute dei carotenoidi, con 5
categorie di rischio: < 1 μM (rischio altissimo), 1,0-1,5 μM (rischio elevato),
1,5-2,5 μM (rischio moderato), 2.5-4,0 μM (rischio basso), e > 4 μM (rischio
molto basso).(26)
Tabella 2. Apporto alimentare raccomandato (RDA) di vitamina Aa
Categoria Età
RDA per la
vitamina A
(μg RE)
Quantità di olio di
palma rossa che
fornisce la RDA (g)
Infanti 0 – 2 mesi 400 - 500 5,7 – 7,1
Bambini 1 – 8 anni 300 - 400 4,3 - 5,7
Adulti
Maschi 9 – 70 anni 600 - 900 8,6 – 12,9
Femmine 9 – 70 anni 600 - 700 8,6 – 10,0
Gravidanza 14 – 50 anni 750 - 770 10,7 – 11,0
Allattamento 14 – 50 anni 1200- 1300 17,1 – 18,6
Abbreviazione: RE, equivalenti del retinolo,
a
RDA per la vitamina A suggerito dall’Istituto di Medicina (25)
VITAMINA A E PREVENZIONE DELLE MALATTIE
L'efficacia terapeutica dell’olio di palma rossa in vari disturbi è stata
studiata ampiamente. In particolare, la somministrazione di olio di palma
rossa per la carenza della vitamina A è stata studiata a fondo nei bambini,
nelle donne incinte, e nelle e madri che allattano. Anche altre malattie, tra
cui le complicazioni cardiovascolari, il diabete, il cancro, e le complicanze
riproduttive sono state esaminate, Principalmente in modelli animali. La
sezione seguente descrive evidenze da studi sull’animale sperimentale e
36
sull’uomo che hanno esaminato i potenziali benefici per la salute dell’olio
di palma rossa in diverse condizioni.
DEFICIENZA DI VITAMINA A
La carenza di vitamina A o retinolo è un problema di sanità
pubblica, indicato come il deficit nutrizionale più diffuso n tutto il
mondo.(11)
Una carenza di vitamina A è provocata da disturbi del fegato,
da malassorbimento dei grassi, oppure dalla assunzione di una dieta
inadeguata in vitamina A. La provitamina A può essere scissa e cedere
retinaldeide, poi, retinolo e acido retinoico. (27)
BAMBINI. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, (OMS), circa
190 milioni di bambini in età prescolare in sottosviluppato paesi, in
particolare i paesi in Africa e Sud-Est asiatico, sono la vitamina A Neonati
e deficienti.(28)
Gli infanti e i bambini hanno un maggiore fabbisogno di
vitamina A per promuovere una rapida crescita e una migliore immunità
verso le infezioni. La carenza di vitamina A nei bambini provoca disturbi
del visus, cecità, arresto della crescita, anemia, malattie respiratorie,
aumento del rischio di infezione e mortalità a causa di comuni infezioni
infantili e diarrea, come il morbillo. Una meta-analisi secondo Cochrane di
194.795 bambini ha mostrato che gli integratori di vitamina A potrebbero
abbassare l'incidenza di molte malattie e ridurre la mortalità infantile del
23%.(29)
In Sud Africa, van Stuijvenberg e coll. (30)
ha comparato l'effetto
della somministrazione di biscotti arricchiti con entrambi i casi olio di
palma rossa come fonte di β-carotene o di β-carotene sintetico sullo
status della vitamina A in bambini scolari della scuola primaria (entrambi
fornitori del 34% della RDA di vitamina A nei bambini, o 1,43 mg di β-
carotene), con un adeguato placebo come controllo. I biscotti erano
distribuiti nei giorni di scuola per 6 mesi a 265 bambini di età tra 5 e 11
anni che hanno frequentato una scuola primaria rurale nella provincia di
Kwa Zulu-Natal. L'aumento dei livelli di retinolo nel siero dal valore basale
a 6 mesi fu identico in tutti i 3 gruppi. Gli autori riferirono 2 fattori di
confondimento. In primo luogo, è stato introdotto un nuovo programma di
refezione durante le ultime 4 settimane dello studio (che forniva un RE 233
di β-carotene al giorno, o il 33% della RDA di vitamina A). In secondo
luogo, l'ultimo lotto di biscotti arricchiti con olio di palma rossa forniva
solo la metà della RDA di vitamina A programmato perché c’era stato un
depauperamento delle qualità dell’olio di palma rossa in condizioni di
stoccaggio inadeguate.(30)
Tuttavia, questo studio ha riferito una
soddisfacente applicazione dei biscotti arricchiti con olio di palma rossa,
proponendo l’indicazione di un approccio fattibile per affrontare una
carenza di vitamina A tra i bambini.(30,31)
Gli stessi autori hanno condotto
diverse ricerche di follow-up (31,32)
in una regione diversa dove non c'era
programma di refezione per confondere i risultati. È stato impiegato un
progetto simile, ma l'ammontare della RDA somministrata (30%) è stato
37
leggermente inferiore, il numero di studenti (n = 432) di età compresa tra 5
e 11 anni delle scuole elementari nelle zone rurali Kwa Zulu-Natal è stato
più grande, e la durata dello studio (3 mesi) è stata piu’ breve. Lo status
della provitamina A di entrambi i gruppi che hanno ricevuto biscotti
integrati con β-carotene è migliorato in misura analoga, sia che i biscotti
siano stati arricchiti con olio di palma rossa sia con β-carotene sintetico.
(31)
Nel Burkina Faso, l'effetto dell'aggiunta di olio di palma rossa nei
pasti scolastici nella scuola primaria sullo status della vitamina A è stato
studiato nelle scuole nelle città di Kaya (zona centro-settentrionale) e a
Bogande (zona orientale).(33)
I siti sono stati scelti con cura per garantire
che l'olio di palma rossa non fosse né prodotto in quell'area ne’ già
utilizzato in un programma di integrazione. A Kaya, 239 scolari (età 7-12
anni), da quindici scuole che avevano risposto, hanno partecipato a uno
studio del test pre-post dell’effetto della somministrazione di olio di palma
rossa sui retinoli sierici. L’olio di palma rossa, fornito alla dose di 15 ml
(contenente l’equivalente dell’attività di 15.000 μg di retinolo [RAE]) per
ciascun soggetto, tre volte la settimana, per un anno, è stato incluso nel
programma del pasto meridiano a scuola. Dopo la fine del procedimento, i
livelli sierici di retinolo erano aumentati e la frequenza dei livelli bassi di
retinolo sierico era diminuita. In uno studio simile, eseguito a Bogande, i
test pre-post sono stati eseguiti in tre gruppi: gruppo 1: gruppo di
controllo negativo che ha ricevuto a scuola il pranzo regolare; gruppo 2,
gruppo di controllo positivo che ha ricevuto la refezione regolare e una
sola capsula di vitamina A (60 mg) alla fine del turno scolastico; e gruppo
3: che ha ricevuto olio di palma rossa (per un totale di 76,5 mg RAE nel
periodo di prova). Un miglioramento comparabile nei livelli di retinolo nel
siero e una diminuzione della frequenza dei livelli sierici di retinolo bassi
sono stati riportati sia nel gruppo Integrato con vitamina A sia nel gruppo
integrato con l’olio della palma rossa. Questi risultati indicano che una
bassa dose di olio di palma rossa, presa regolarmente, migliora lo status
della vitamina A negli individui affetti da deficienza.(33)
In India, Manorama e coll. (34)
ha condotto tre studi per valutare i
seguenti punti: (1) gli effetti nel test pre-post dell’olio di palma rossa sui
livelli di retinolo nel siero; (2) l'efficacia dell’olio di palma rossa come un
integratore della vitamina A; e (3) la sostenibilità dei livelli di retinolo nel
siero in un periodo di mancata somministrazione dopo-somministrazione
di olio la palma rossa in confronto con la vitamina A. Nella prima prova,
un trattamento di 2 mesi in bambini deficienti di vitamina A (n = 24) di età
compresa tra 7 a 9 anni di basso status socio-economico, in abitazioni
messe a disposizione dal governo, ad Hyderabad, hanno avuto un dolce
indiano, il suji halwa, o arricchito con olio di palma rossa (2400 mg di β-
carotene) o preparato come placebo usando olio di arachidi, come
spuntino serale. Al gruppo che aveva ricevuto lo spuntino come placebo
furono somministrati 600 μg di vitamina A in gocce, per os. Il
miglioramento dei livelli sierici di retinolo e delle scorte epatiche di
retinolo era simile nei due gruppi. Nella seconda prova, a bambini carenti
38
di vitamina A, da leggermente a gravemente, (N = 26) di età compresa tra 7
e 12 anni, provenienti da scuole governative di Hyderabad fu offerto uno
spuntino serale di suji halwa integrata, simile a quello dato nel primo
trattamento, oppure un’unica massiccia dose di vitamina A sintetica
(100.000 UI). Dopo un mese, è stato riportato un miglioramento doppio dei
livelli di retinolo nel siero in entrambi i gruppi. Inoltre, sebbene il livello
basale di β-carotene sia stato basso in entrambi i gruppi, il gruppo
integrato con olio di palma rossa ha mostrato un miglioramento dei livelli
di β-carotene più di 3 volte maggiore. Nella terza prova, bambini deficienti
di vitamina A (n = 36) di età compresa tra 7 a 9 anni di un villaggio interno
(Nakhaur, Orissa) hanno ricevuto un’integrazione alimentare per un mese
e poi richiamati dopo 6 mesi per uno studio di follow-up. I bambini sono
stati assegnati ad uno dei tre gruppi: di controllo, trattati con una singola
dose massiccia di vitamina A (100.000 UI); il dolce indiano besan laddhu,
integrato con 4 g di olio di palma rossa (50.000 IU di vitamina A); o
besan laddhu arricchito con 8 g di olio di palma rossa (100.000 UI di
vitamina A). Dopo 6 mesi, al momento della cessazione della
somministrazione, il gruppo che aveva ricevuto lo spuntino serale
fortificato con l’olio di palma rossa (8 g) aveva livelli di retinolo
comparabili con quelli del gruppo di controllo che aveva ricevuto la dose
singola di vitamina A.(34)
L’olio della palme rossa è un efficiente fonte di β-
carotene biodisponibile; quindi, la somministrazione di olio di palma
rossa è raccomandata due o tre volte all'anno per conservare uno status
adeguato di vitamina A.(35)
Tabella 3. Contributo, basato sui fitonutrienti, alle quantità stimate come
consigliabili d’olio di palma rossa (RPO)a
Fitonutrienti
5 g di RPO
(1 tsp)
10 g di RPO
(2 tsp)
18 g di RPO
(1 tbsp)
Carotene totale 3,3 g 6,7 g 2,0 g
β-carotene 1,3 g 2,7 g 4,8 g
α-carotene 1,3 g 2,7 g 4,8 g
Altri caroteni 0,7 g 1,3 g 2,4 g
Vitamina E totale 4,1 g 8,1 g 14,6 g
α-tocoferolo 0,8 g 1,5 g 2,8 g
α-tocotrienolo 1,2 g 2,3 g 4,2 g
y- tocotrienolo 1,7 g 3,3 g 6,0 g
∆- tocotrienolo 0,4 g 0,8 g 1,4 g
Coenzima Q10 0,1 g 0,2 g 0,4 g
Fitosteroli 1,6 g 3,2 g 5,8 g
Campesterolo 0,2 g 0,5 g 0,9 g
Stigmasterolo 0,3 g 0,6 g 1,1 g
β-Sitosterolo 1,0 g 2,0 g 3,6 g
Colesterolo e altri
fitosteroli ignoti
0,0 g 0,1 g 0,2 g
Abbreviazioni: tbsp = cucchiaio da tavola; tsp = cucchiaio da thè; RPO = olio di
palma rossa; a
: secondo Tay e coll. (6)
39
In un simile studio comparativo di 15 giorni, ai bambini (n = 36) di
età compresa tra 7 a 9 anni nel villaggio Nakhour, Orissa fu data una dose
massiccia di vitamina A (50.000 UI) o il dolce indiano besan laddhu
integrato con 4 g di olio di palma rossa (25 000 IU) oppure con 8 g di olio
di palma rossa (50.000 UI).(36)
livelli di retinolo nel siero sono stati valutati
allo stato basale, dopo 15 giorni di somministrazione, e dopo 3 mesi di
somministrazione. Rispetto ai livelli basali, il retinolo sierico, sia dopo la
massiccia unica dose di vitamina A sia dopo lo spuntino serale integrato
con 4 g di olio di palma rossa è raddoppiato, considerando che i livelli
dopo 8 g di olio di palma rossa sono triplicati. Inoltre, 8 g di olio di palma
rossa hanno manifestato una protezione simile come la massiccia dose di
vitamina A dopo sia il periodo di somministrazione iniziale sia il periodo
post somministrazione. Piuttosto che una somministrazione continua, è
suggerita una somministrazione periodica, ad intervalli di tre mesi per i
programmi di integrazione alimentare per mantenere normale lo status
della vitamina A nell’infanzia. (36)
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO. Secondo l'OMS, circa diciannove
milioni di donne incinte in paesi sottosviluppati sono carenti di vitamina
A, soprattutto in Africa e nell’Asia sud-orientale. (28)
Durante la gravidanza
e l'allattamento, le donne sono vulnerabili alla carenza di vitamina A
perchè una quantità aggiuntiva di vitamina A è necessaria per
l’accrescimento dei tessuti materni e fetali, nonché per l’allattamento.(37)
Le madri lattanti sono state incoraggiate ad integrare la loro dieta con olio
di palma rossa ricco di carotenoidi al fine di incrementare i livelli di
retinolo nel siero materno e nel latte al seno.(38)
L'impatto sullo status
della vitamina A di 8 ml di olio di palma rossa (2400 μg di β-carotene) o di
8 ml di olio di arachidi è stato studiato in 170 donne incinte e nei loro
bimbi. (39) Le donne incinte reclutate dall’Ospedale di Niloufer,
Hyderabad, hanno ricevuto la somministrazione per otto settimane, con
inizio alle 26-28a
settimane di gestazione e la fine alle 35-36a
settimane.
Sono stati segnalati livelli di retinolo più elevati nelle madri e nei neonati,
così com’è stata diminuita l’incidenza dell'anemia materna.
Lietz e coll.(40,41)
ha condotto due studi sugli effetti dell’olio di palma
rossa sulla provitamina A in donne in gravidanza e che allattano, nei
villaggi rurali soggetti a siccità in Tanzania. Nel primo studio, le donne in
gravidanza nel terzo trimestre sono state selezionate per ricevere olio di
palma rossa (12 g / giorno) oppure olio di girasole (12 g / giorno) o
alimenti di base e sono state incoraggiate a mantenere la loro pratica di
mangiare vegetali verde scuri..(40)
Gli alimenti tanzaniani di base includono
sorgo, miglio, mais, patate dolci, verdure, e vegetali verdi, mentre pesce,
carne e uova sono mangiati di rado. Una quantità di olio sufficiente per sei
mesi, secondo la dimensione della famiglia, è stato fornito dall’inizio del
terzo trimestre a tre mesi dopo il parto. Un aumento dell’attività
provitaminica A, come mostrato dai livelli di α-carotene e di β-carotene, è
stato trovato sia nel latte materno sia nel plasma nei gruppi trattati con
olio di palma rossa. Il livello di retinolo nel latte materno è rimasto stabile
40
in entrambi i gruppi, quello trattato con olio di girasole e quello trattato
con olio di palma rossa.(40)
In un secondo studio di follow-up, che aveva una progettazione
simile, erano studiati i livelli di carotenoidi sia nel plasma sia nel latte
materno.(41)
I livelli dei carotenoidi carboidratici (α-carotene e β-carotene)
erano più alti e i livelli delle xantofille (luteina e zeaxantina) erano inferiori
nel plasma che nel latte materno nel gruppo trattato con olio di palma
rossa. Sono state trovate apprezzabili quantità di provitamina A e di
xantofille nel latte materno di madri lattanti nel gruppo trattato con olio di
palma rossa. Le xantofille sono presenti nel pigmento maculare
dell’occhio e proteggono i fotorecettori cellulari contro il danno foto-
ossidativo.(41)
In un’altra ricerca con un progetto simile, parimenti eseguita nelle
donne della Tanzania nel terzo trimestre di gravidanza, era studiato
l'effetto dell’olio di palma rossa, dell’olio di girasole, del loro alimento di
base sulle citochine nel latte e sulla prevalenza subclinica di flogosi a
carico della ghiandola mammaria. (42
) Le madri sono state incoraggiate ad
allattare perché il latte materno è ricco di componenti immunologicamente
attivi che promuovono la salute infantile e l'immunità. Una diminuzione
rilevante è stata trovata nel latte per il rapporto Na+
/ K+
nei soggetti
trattati con olio di semi di girasole rispetto ai soggetti trattati con olio di
palma rossa. Tuttavia lo studio è stato limitato, perché non è stato
randomizzato e condotto in doppio cieco.(42)
In uno studio di breve termine, di 10 giorni, coppie di madre-figlio
honduregne (n = 98) sono state programmate per ricevere la
somministrazione di olio di palma rossa (15 ml, equivalente a 15 mg di β-
carotene e 6.8 mg di α-carotene), integratori di β-carotene (15 mg), oppure
placebo (amido di mais).(43)
L'assunzione a breve termine di olio di palma
rossa dalle madri era trovato capace di incrementare l’α-carotene e il β-
carotene nel plasma materno e nel latte materno. Un aumento rilevante dei
β-carotene rispetto all’α-carotene è stato trovato nel plasma dei neonati.
Lo status della vitamina A è migliorato nei bambini, è stato suggerito
probabilmente attraverso il metabolismo del β-carotene nella dieta
materna per i retinoli o per il più biodisponibile α-carotene.(43)
È stato condotto un sondaggio su donne nigeriane a diverse fasi di
gravidanza (n = 200) per determinare la correlazione tra la vitamina A, la
dieta abituale, lo stato di salute, la condizione d morbilità. Quattro quinti
delle donne hanno segnalato di consumare olio di palma rossa. Si ritiene
che frequenti episodi di malaria, anemia e infezioni subcliniche, quali le
flogosi del tratto respiratorio superiore e del tratto urinario, siano stati
correlati con un‘elevata frequenza di deficienza di vitamina A. Sia il tipico
metodo di preparazione alimentare – in cui l'olio da frittura è coinvolto al
punto di fumo per almeno 10 minuti sia il punto di ebollizione delle
verdure verdi prima di aggiungerle al sugo - e il basso apporto di fegato (n
= 3 volte il mese) sono stati ritenuti correlati coi bassi livelli di vitamina A
biodisponibile. Questo studio indica che la deficienza di vitamina A è
41
ancora frequente nelle donne nigeriana in stato di gravidanza.(44)
L’Istruzione sulla preparazione del cibo e la stabilità al calore dell’olio di
palma rossa può essere utile a questo gruppo.
È stato eseguito uno studio longitudinale pre-post intervento per
valutare l'efficacia dell’olio di palma rossa come fonte di vitamina A tra
madre-bambino (di età compresa tra 1- 3 anni) pari (n = 210) in una zona
del Burkina Faso dove l'olio di palma rossa non è di assunzione
comune.(45)
L’assunzione di latte al seno, di olio di palma rossa, e di frutta
ha contribuito a un rilevante aumento di vitamina A nella dieta tra i
bambini, mentre l'assunzione di olio di palma rossa e di verdure ha
aumentato significativamente l’apporto dietetico di vitamina A tra le
madri. L’olio di palma rossa ha aumentato significativamente i livelli
sierici di retinolo sia nelle madri sia nei bambini.(45)
Mosha e coll. (46)
ha condotto uno studio di mano come parte di un
tentativo, in corso, per arricchire i legami con la produzione locale di
vitamina A. Un prodotto locale, la farina di manioca, fu integrata con olio
di palma rossa. La farina di manioca integrata con olio di palma rossa
(che fornisce 1.920 RE / giorno) è stata utilizzata per la preparazione e di
pasti regolari in famiglia per lo svezzamento di bambini in età prescolare
(n = 162) e le donne in gravidanza e in allattamento (n = 68). - Uno studio
pilota di 20 mesi è stato condotto in cinque villaggi nella zona del
quartiere rurale di Kigoma, in Tanzania, che aveva livelli elevati di disturbi
legati alla carenza di vitamina A e di denutrizione. Sebbene il distretto di
Kigoma fosse tra i maggiori produttori di olio di palma rossa, esso è una
zona di basso consumo di olio di palma rossa, per la mancanza di
consapevolezza nutrizionale da parte delle madri e un sapore
inaccettabile di esso, soprattutto per i bambini. In tre villaggi pilota, sono
stati attuati a livello della comunità programmi di educazione alimentare
per addestrare le mamme nella preparazione di farina di manioca integrata
con olio di palma rossa. I rimanenti due villaggi sono serviti come
controlli, preparando farina di manioca in modo tradizionale; questi non
hanno partecipato al programma d’integrazione della farina di manioca o
alle prove di alimentazione. È stato segnalato che la farina di manioca
integrata con olio di palma rossa è molto accettabile. i livelli di retinolo
sierico e il tasso di crescita sono migliorati tra i bambini in età prescolare
che hanno consumato farina di manioca integrata con olio di palma rossa.
Le concentrazioni di retinolo nel siero in queste donne gravide o in
allattamento sono maggiori. Quindi, l’integrazione di alimenti basilari con
olio di palma rossa può essere un modo poco costoso, fattibile, e
praticabile per combattere la deficienza di vitamina A.(46)
Un sondaggio trasversale cluster randomizzato apporto dietetico è
stato condotto tra 587 famiglie sulla diade madre-bambino ai fini della
valutazione della frequenza della deficienza di vitamina A ad Akwa Ibom,
Nigeria.(47)
Questa valutazione era parte del programma Harvest-Plus per
introdurre la farina di manioca bio-integrata con provitamina A come un
alimento sostenibile in Nigeria. I partecipanti sono stati segnalati come
affetti da mancanza di ferro in conformità a bassi livelli di ferritina ed
42
elevati livelli di transferrina. Questa popolazione è stata trovata con un
adeguato status di vitamina A, che è stato attribuito a un consumo
relativamente elevato di olio di palma rossa che rende conto dal 50% al
60% del fabbisogno giornaliero di vitamina A. La frequenza della
deficienza di vitamina A tra i bambini, tuttavia, è ancora una fonte di
preoccupazione. Secondo gli autori, questo potrebbe essere correlato con
diversi fattori causali, come uno stato d’infezione, l'efficienza della bio-
conversione della provitamina A proveniente dalla dieta, e il degrado della
vitamina A. I partecipanti avevano livelli più elevati dei vettori del retinolo
(cioè, delle proteine che legano il retinolo) rispetto ai livelli sierici di
retinolo, indicando un’adeguata scorta di retinolo nel fegato.
DIMINUZIONE VISIVA CAUSATA DA DEFICIENZA DI VITAMINA A NEI
BAMBINI. Secondo l'OMS, si stima che 2,8 milioni di bambini in età
prescolare sono a rischio di cecità nutrizionale o di xeroftalmia attiva a
causa di carenza di vitamina A in paesi con basso reddito.(48)
Circa da
250.000 a 500.000 bambini con deficienza di vitamina A diventano ciechi
ogni anno, la metà dei quali muoiono entro un anno, anche perdendo il
loro visus.(48)
I segni oculari della progressiva deficienza di vitamina A nei
bambini, secondo la classificazione dall'OMS, sono la cecità notturna, la
xerosi congiuntivale, le macchie di Bitot, la xerosi corneale, l’ulcera
corneale / la cherato-malacia, e le cicatrici corneali provocate da una
grave carenza di vitamina A.(11)
Una grave deficienza di vitamina A
colpisce i tessuti dell’occhio riducendo la rigenerazione del pigmento
visivo per l'esposizione alla luce intensa o causando danni permanenti
all’epitelio della cornea e della congiuntiva. Le classiche manifestazioni
oculari della carenza di vitamina A variano dalle meno gravi macchie di
Bitot e la cecità notturna alla xeroftalmia grave e alla cheratomalacia che
porta alla cecità. (9)
In una ricerca del 1937 su base ospedaliera, Aykroyd e Wright (49)
hanno studiato gli effetti di emulsione olio di palma rosso Rispetto
emulsione di olio di fegato di merluzzo (entrambi in grado di fornire
vitamina A a 500 UI / giorno) nei neonati e nei bambini con cheratomalacia
o ulcerazione corneale. È stato osservato un marcato miglioramento
clinico con il trattamento con olio di palma rossa entro 14 giorni. I due
trattamenti hanno mostrato efficacia comparabile. L’olio di palma rossa
era meglio tollerato rispetto all’olio di fegato di merluzzo, che tendeva ad
aggravare la diarrea, ed era piu’ palatabile. (49)
Due studi condotti in India hanno registrato una riduzione delle
macchie di Bitot dopo somministrazione di olio di palma rossa. (50,51)
Le
macchie di Bitot sono aree con anomalie della proliferazione delle cellule
squamose e con cheratinizzazione della congiuntiva, che portano alla
formazione di macchie. Nel primo studio, Sivan e coll. (50) hanno fornito
ai partecipanti un pasto di mezzogiorno integrato con olio di palma rossa
per stabilire l'accettabilità dell’olio di palma rossa, gli effetti dell’olio di
palma rossa sullo status della vitamina A, e la morbilità. Erano scelti
bambini in età prescolare (N = 923) reclutati da 35 asili nido nel
43
programma di sviluppo rurale Vivekananda Kendra nel Tamil Nadu in
un’area ad alta frequenza di xeroftalmia. Era previsto un pasto di
mezzogiorno standard integrato con 5 ml o di olio di palma rossa o di olio
di arachidi per 10 mesi. Il gruppo trattato con olio di palma rossa aveva un
migliore status di vitamina A, minore incidenza e maggiore scomparsa
delle macchie di Bitot, e livelli di β-carotene del siero superiore al gruppo
di controllo, e olio di palma rossa è stato appetibile quanto l’olio di
controllo.(50)
in uno studio di follow-up con un trattamento piu’ breve, di 7
mesi, gruppi di controllo aggiuntivi hanno ricevuto retinolo palmitato di
vitamina A (400 RE od 800 RE) o olio di arachidi (5 ml o 10 ml), e un
gruppo sperimentale ha ricevuto l'olio di palma rossa (5 ml [400 RE] o 10
ml [800 RE]). Sei gruppi che comprendevano un numero minore (N = 334)
di bambini in età prescolare dal Vivekananda Kendra prescolare in
Ramanathapuram, Tamil Nadu, Erano o reclutati per la valutazione per
determinare l'efficacia e la la dose ottimale di integrazione. Sivan e coll.
(51)
ha segnalato che una dose minore di olio di palma rossa, 5 ml / giorno,
ha migliorato lo status della vitamina A, così come la dose di 8 ml
utilizzata da Mahapatra e Manorama. (36)
L’olio di palma rossa, a 5 ml /
giorno, è stato sufficiente a migliorare lo status di retinolo, β-carotene e α-
tocoferolo. Inoltre, l'olio di palma rosso ha conferito migliore protezione
della vitamina A sintetica, e nessun nuovo caso con macchie di Bitot è
stato riportato in entrambi i gruppi che sono stati sottoposti alla
somministrazione. (51)
La Nutrition Foundation of India ha condotto studio multicentrico a
Trivandrum, Coimbatore, e Nuova Delhi. (52)
Sebbene i partecipanti - i
bambini, le donne in stato di gravidanza, e in allattamento - inizialmente
non hanno gradito l’olio di palme rossa a causa del suo odore e colore,
che poi, alla fine, hanno accettato. La somministrazione di olio di palma
rossa è stata trovata capace di aumentare il tasso di scomparsa delle
macchie di Bitot a Coimbatore ed a Trivandrum. A New Delhi, è stato
trovato che essa migliora in modo significativo la sofferenza citologica
della congiuntiva. Inoltre, il 54% dei bambini con sofferenza citologica
congiuntivale aveva risultati normali dopo 6 mesi di somministrazione di
olio di palma rossa. Dopo cinque mesi di somministrazione, l’80% dei
partecipanti con deficienza di vitamina A aveva livelli di vitamina A
normalizzati. Quindi, è stato dimostrato che una piccola quantità di olio di
palma rossa (4-10 g / giorno) è in grado di migliorare adeguatamente lo
status della vitamina A nei bambini e negli adulti. (52)
Le manifestazioni oculari della deficienza di vitamina A sussistono
ancora nelle comunità indigenti in Malesia. (53) La carenza di vitamina A è
frequente nei bambini in età prescolare e in età della scuola primaria
provenienti da piantagioni di gomma e nei bambini aborigeni di Orang
Asli. L'accettabilità e l’ordine di preferenza di tre diversi derivati di snack
locali integrati con olio di palma rossa, vale a dire il rotolo di primavera, il
curry puff, e la ciambella, sono stati testati su 26 bambini in età prescolare
provenienti da due scuole d’infanzia in un insediamento di Orang Asli in
Sungai Tekir, Negeri Sembilan. Lo snack fu integrato con 5 ml di olio di
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  • 2. 2 A cura di Michele Rucco, Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus                       ©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus  Proprietà letteraria riservata  ISBN 978‐88‐99182‐23‐6  Prima edizione: 30 Giugno 2017                    Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus  Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma  http://osservatorioamianto.jimdo.com/  Email osservatorioamianto@gmail.com              Copyright © 2017 by Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus, Roma. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell’Editore. Le fotocopie e le stampe per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume.    
  • 3. 3 INDICE Prefazione 4 Informazioni-insegnamenti dalla trasmissione Report di RAI-3 dello 03.05.2015, di Milena Gabanelli & Sabrina Giannini. 7 “Tutta la verità sull’olio di palma” di Alice Pace, giornalista scientifica di Wired.; 08.05.2015 15 Vitamina A – Retinolo, da Wikipedia 21 Composizione in acidi grassi dei più comuni alimenti grassi commestibili. 28 Dati scientifici dalla ricerca biomedica, Laganathan et al. Nutrition Reviews, 2017 & citazioni bibliografiche pertinenti. 29 Postfazione 63
  • 4. 4   CHIAROSCURI DELLA PRODUZIONE  E DEL CONSUMO DELL’OLIO DI  PALMA ROSSA   Giancarlo Ugazio Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale G. Ri.P.P.A., Torino (sito web: www.grippa.org; mail: giancarlo.ugazio@grippa.org) PREFAZIONE Un sottotitolo alternativo del diagramma di flusso (flow chart) riportato in copertina per illustrare la vexata quaestio che si riferisce alla produzione e al consumo alimentare dell’olio di palma rossa potrebbe essere “dal cerino al moccolo”. Il fiammifero è il mezzo con cui è appiccato l’incendio della foresta pluviale, già habitat dell’orango (Pongo pygmaeus), che, con l’ausilio delle macchine di movimento terra, spianano il terreno convertito alla coltivazione di estese piantagioni di Elaeis guineensis, dai cui frutti, sia dalla polpa sia dai noccioli delle drupe, è spremuto un olio vegetale, di colore rosso-arancio per l’elevata concentrazione di fitonutrienti quali i carotenoidi, tra cui il retinolo. Il prodotto grezzo della spremitura sarà poi raffinato attraverso due processi diversi, l’uno chimico, l’altro fisico, ciascuno dei quali ha un diverso costo di esercizio ma, soprattutto una differente resa quanto alla conservazione dei fitonutrienti, in particolare della vitamina A. Nel frattempo, in corso d’opera, l’incendio delle foreste naturali provoca due ricadute negative sull’ambiente: l’emissione di anidride carbonica e formazione e diffusione di diossine. Dal primo evento deriva il cosiddetto effetto serra, con le relative alterazioni climatiche. La sintesi di diossine è inevitabile, giacché le foreste suddette affondano ora le loro radici in torbiere di antichissima formazione per la fossilizzazione di tronchi d’albero. La situazione geografica della Malesia e dell’Indonesia, ora culla della palma rossa oleifera, è paragonabile a quella della Gran Bretagna in cui, secondo ricercatori dell'università di Aberdeen (Scozia), la combustione della torba come combustibile provoca l’emissione di 16 kg di diossine nell’UK per anno (Nature, 2003). A queste alterazioni ambientali antropogene, variazioni
  • 5. 5 climatiche e diffusione di potenti veleni chimici, sono in grado di ripercuotersi direttamente a danno dell’Homo sapiens. Dopo la prima tappa del fuoco, fatta in concreto la terra bruciata, entrano in azione le macchine agricole che la trasformano in terreno coltivabile. Nascono così le sconfinate piantagioni di Elaeis guineensis, con il relativo corredo di concimi chimici e di pesticidi. E non manca la manodopera che maneggia tali veleni senza consapevolezza, senza precauzioni, e compensata con salari da fame. Del resto, tutte queste manovre non sono prerogative esclusive per le piantagioni di palma rossa da olio: sarebbero le stesse per qualunque altra specie vegetale oleifera. L’Elaeis guineensis è privilegiata poiché la sua resa, a parità di superficie coltivata, è cinque volte quella di un campo di arachidi, sette volte quella di un campo di girasoli, e non molto meglio andrebbe per un uliveto. Poi, non cambierebbe il costo emozionale degli animalisti, militanti o d’affezione, per il massacro degli animali abbruciati vivi. Infine si giunge al termine del processo produttivo, concluso con la raffinazione dell’olio di palma rossa, cui fanno seguito la sbiancatura e la deodorazione. L’olio commercializzato, una volta raffinato, ha acquisito una migliore accettabilità sia alla vista sia al palato del consumatore. Il gusto è meno forte, più tollerabile, e l’olio raffinato può invadere tutte le merendine, o gli snack, che lo conterranno illimitatamente come un ingrediente di basso costo. Purtroppo, com’è testimoniato da qualche ricercatore, la raffinazione ha rimosso una parte dei fitonutrienti, nello specifico, deila vitamina A, di cui può esser perso circa il 16%. La sbiancatura dell’olio di palma lo priva del marcato colorito originario. E, talora, il rivenditore, per soddisfare il principio secondo cui anche l’occhio vuole la sua parte potrebbe essere tentato di colorire di rosso l’olio smunto con un bel colore rosso vivo, aggiungendo il Sudan IV, un cancerogeno: da qui la candela, in onore del povero estinto a causa del male del secolo: cioè, dal cerino al moccolo. A questo punto, un lettore comune potrebbe domandarsi perché possa comparire un veleno come il Sudan IV in un alimento commestibile. Evidentemente il fatto è il frutto di una prassi fraudolenta, volta al profitto del venditore, che si basa proprio sul fine di assecondare il colpo d’occhio del consumatore grullo. Del resto, proprio il Sudan IV vanta un precedente di colorazione impropria, e nociva, di un ingrediente alimentare: il peperoncino rosso in polvere. Fortunatamente, in entrambi i casi, le istituzioni pubbliche del Belpaese deputate al controllo della salubrità di cibi o di condimenti importati hanno bloccato preventivamente lo smercio di tali prodotti nocivi: una partita di olio di palma rossa, col colorante cancerogeno proveniente dal Ghana e arrivato in Italia attraverso l’Olanda, oltre ad una partita di polvere di
  • 6. 6 peperoncino, arrossata con lo stesso cancerogeno, proveniente da un paese orientale (India). Analogamente, di recente, le nostre istituzioni pubbliche hanno bloccato, col sequestro nel porto di Ravenna, una partita di latticini prodotti con latte finto – acqua e melamina (molecola molto nociva che, nell’analisi in vitro, presenta lo stesso comportamento colorimetrico della lattoalbumina) – importati dalla Cina popolare (PRC) (Ugazio, 2011). Questo ventaglio di precedenti, in un tentativo di completezza, non può omettere di citare due tipologie di scellerati imbrogli legati alle prestazioni professionali di qualche odontoiatra, italiano o straniero. Il primo si riferisce all’otturazione di cavità cariose con amalgama di mercurio, fatte ancora oggigiorno, con i rischi cui è sottoposto il paziente che subisce la neuro- tossicità e la nefro-tossicità del metallo nocivo (Ugazio, 2015). Parallelamente, non è raro che i cementi usati per otturare i canali radicolari devitalizzati e detersi contengano minuscole quantità di fibre d’asbesto; ciò comporta notevoli complicanze nell’evoluzione dell’intervento riparativo (Omura et al., 2011). Ancora in tema di cura dei denti, non è raro vedere offerto sugli scaffali dei supermercati paste dentifrice alla clorofilla, cioè decorate con una o più striature di colore verde che non hanno nulla da spartire col pigmento naturale vegetale ma che sono date da colori sintetici fatti con metalli pesanti nocivi. Tra l’altro, il colore verde è ottenuto con la combinazione del giallo (cromo) e del blu (cobalto), elementi descritti, nel bene e nel male, in PAPPF (Ugazio, 2017). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI  Nature, Diossine, veleni antichi - Non sono solo i moderni a produrre la velenosa diossina. 2003.  Omura Yoshiaki, O’Young Brian, Jones Marilyn, Pallos Andrew, Duvvi Harsha, Shimotsuura Yasuhiro. Caprylic Acid in the Effective Treatment of Intractable Medical Problems of Frequent Urination, Incontinence, Chronic Upper Respiratory Infection, Root Canalled Tooth Infection, ALS, etc., Caused by Asbestos & Mixed Infections of Candida Albicans, Helicobacter Pylori & Cytomegalovirus with or without Other Microorganisms & Mercury. Acupunct. Electrother. Res. Int. J. 38: 19-64, 2011.  Ugazio Giancarlo. www.grippa.org, Quaderno n. 4 cap. 5 Terre rare – Metalli rari. 2011.  Ugazio Giancarlo, comunicazione personale da un insigne odontoiatrica “fatto” negli States. 2015.  Ugazio Giancarlo Patologia Ambientale, Passato-Presente-Futuro, Ed. ONA Roma. cap VII, 2017. ISBN: 978-88-99182-19-9
  • 7. 7 Informazioni-insegnamenti dalla trasmissione Report di RAI-3 del 3.05.2015 di Milena Gabanelli & Sabrina Giannini. CHE MONDO SAREBBE SENZA… di Sabrina Giannini SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO L’olio di palma è il più diffuso tra gli oli alimentari ma i produttori e gli utilizzatori finali sono molto reticenti a mostrare la spremitura e la raffinazione. SABRINA GIANNINI Non capisco perché non mi volete mostrare la vostra azienda, la piantagione. ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO È un problema di organizzazione. SABRINA GIANNINI No, io volevo sapere sei hai riferito al tuo capo della mia richiesta di vedere l’azienda, di intervistarlo? ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO È stata presa questa decisione dalla direzione. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Queste aziende sono strane, si dichiarano tutte sostenibili e trasparenti, ma non ne vogliono parlare, come i presidenti delle associazioni che rappresentano i produttori di olio, sia della Malesia che dell’Indonesia. ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO Per favore, non parlare male dell’industria dell’olio di palma nella tua trasmissione in Italia. Perché se i miei capi vedono che ne parli in modo negativo mi fanno fuori, mi licenziano! MILENA GABANELLI IN STUDIO Ci manca solo che poi se la prendono con l’addetto stampa indonesiano.. Allora: l’olio di palma è il tema di oggi della nostra rubrica sul cibo curata dalla nostra Sabrina Giannini. Ciao. SABRINA GIANNINI IN STUDIO Buonasera. MILENA GABANELLI IN STUDIO Quindi, da domani, tutti a leggere le etichette … SABRINA GIANNINI IN STUDIO Speriamo.
  • 8. 8 MILENA GABANELLI IN STUDIO Speriamo. Tu che sei stata direttamente sul posto a vedere qual è il problema, prego. SABRINA GIANNINI IN STUDIO Sì, anche perché le etichette non sono più camuffate e quindi noi possiamo trovare questo che è l’olio di palma. Va anche detto che troviamo l’olio di palma anche in molti sponsor di Expo che è questa prestigiosa vetrina del Made in Italy che ha però al centro, proprio l’alimentazione sostenibile.. e dell’olio di palma si può dire tutto, ma non che sia sostenibile. Va anche detto che queste aziende, da qualche anno, dichiarano di comprare esclusivamente olio di palma certificato, cioè che proviene da fornitori che non distruggono le foreste e che rispettano i diritti dei lavoratori. Questo a dimostrazione del potere che hanno i consumatori, che però devono sapere; e devono anche sapere se questa certificazione di sostenibilità è vera, oppure di facciata. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Dietro il 50% delle etichette dei prodotti industriali e la generica dicitura grassi vegetali c’è l’olio di palma. Però lo sappiamo da 5 mesi, da quando le aziende sono state costrette a dichiararlo in etichetta. Adesso temono la reazione dei consumatori. E basta andare in Indonesia, il principale fornitore di quest’olio, per capirne la ragione. Parco nazionale Tanjung, Borneo indonesiano. Non tutti gli orangutan si sorprendono della presenza umana all’interno della loro foresta. Alcuni di loro sono gli orfani salvati dalla dottoressa Birutè Galdikas. Senza di lei non ci sarebbero gli occhi del mondo puntati su questo parco, ma soprattutto fuori da questa riserva che ancora li protegge. È sua l’idea di fornire latte e cibo agli oranghi in tre punti della foresta per garantire frutta nei periodi in cui scarseggia sugli alberi ed evitare che escano dai confini del parco alla ricerca del cibo. Là fuori, le probabilità che sopravvivano, sono sempre più basse. SABRINA GIANNINI Come si vede quello è il parco, i confini del parco meno la riva sinistra. Quella che non è protetta e qui stanno già operando le ruspe per una futura piantagione. Quando ha comprato la terra? UOMO Non l’ho comprata, ho semplicemente preso una parte di foresta. SABRINA GIANNINI Senza nessuno permesso? UOMO Sì, senza permesso … SABRINA GIANNINI Quanto guadagna? UOMO 2
  • 9. 9 Per un giorno 60mila rupie per 5 ore. SABRINA GIANNINI E lei quanto guadagna? UOMO 3 Mi danno 1000 rupie a palma. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO 8 centesimi di euro per ogni palma interrata. Il salario medio in una piantagione di palma è di 5 euro al giorno. Il basso costo dell’olio di palma è soltanto una delle ragioni del successo cresciuto negli ultimi 30 anni. Un arco di tempo durante il quale l’Indonesia ha tagliato e poi bruciato foreste pluviali pari alla superficie di Italia, Svizzera e Austria. Ogni ora sparisce l’equivalente di 300 campi di calcio di foresta nel sud est asiatico a causa dei commercianti del legno che poi lasciano spazio alle piantagioni di palma. 80 specie sono a rischio di estinzione sull’isola di Sumatra, la più penalizzata dagli incendi. All’inizio della stagione secca e nelle giornate di vento un’aspra cortina di fumo raggiunge l’isola di fronte soffocando le popolazioni di Singapore e della Malesia. Ma non possono essere i malesi a lamentarsi, visto che il loro governo negli anni Sessanta è stato il primo a incentivare la coltivazione di questa pianta africana, introdotta cent’anni fa da due britannici: Sime e Darby. La società quotata in borsa che porta il loro nome, per altro la fornitrice di Ferrero, è l’unica tra le numerose contattate che ci ha aperto la porte. Ma qual è il prezzo sul mercato? DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR L’interno bianco costa molto di più, sì: 900 euro a tonnellata, mentre la parte arancione 500-600 euro a tonnellata. Voi in Europa preferite questo prodotto per l’industria della pasticceria. SABRINA GIANNINI Della cioccolata? DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR Questo è il materiale grezzo che comprano e poi lo processano. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO I frutti della palma dopo il raccolto vengono sterilizzati con il vapore; in seguito vengono snocciolati, cotti, pressati e filtrati. L'olio che se ne ricava è di colore rossastro per via dell'alto contenuto di beta-carotene. Peccato che il processo di raffinazione distrugga i carotenoidi e gli antiossidanti. I grassi saturi invece restano. DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR In Malesia, usiamo soprattutto un procedimento di raffinazione fisico, perché quello chimico è più costoso. Guardi questi due prodotti: questo è stato raffinato con procedimento chimico; questo è stato raffinato fisicamente. Alcuni clienti, non so perché, preferiscono quello chimico.
  • 10. 10 SABRINA GIANNINI Quali clienti? DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR I grandi clienti. SABRINA GIANNINI E perché? DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR Glielo abbiamo chiesto, ma non ci hanno risposto. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Forse per mantenere invariata la ricetta. Con il procedimento chimico potrebbero restare tracce di solventi. Cosa che avviene con tutti gli altri oli estratti con questo processo. Processo che noi avremmo voluto anche vedere. DIRETTORE RAFFINERIA SIME DARBY – KUALA LUMPUR Spenga! Spenga! SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Gli unici che possono determinare il successo o il declino di un prodotto sono ovviamente i consumatori. Per questa ragione vengono spesso tenuti all’oscuro; infatti fino a dicembre le industrie potevano scrivere in etichetta grasso vegetale. Oggi sono obbligati a indicare il tipo di olio, ma non quanto ne utilizzano. Secondo un’analisi di Greenpeace del 2007, nella Nutella ci sarebbe il 31 per cento di olio di palma. Il primo ingrediente è lo zucchero raffinato. Però Ferrero ci tiene ad evidenziare in etichetta la quantità di nocciole e cacao. Noi abbiamo chiesto all’azienda di filmare il momento della miscelazione degli ingredienti, ma si sa, le grandi industrie alimentari piuttosto che svelare il segreto di una ricetta si mangerebbero le dita. CAMPAGNA GREENPEACE 2007 SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO E come ha reagito la Nestlé all’ondata di indignazione ambientalista? L’ha cavalcata. Ha annunciato di non utilizzare mai più olio di palma proveniente dalla deforestazione del sud est asiatico. Così ha fatto anche la Ferrero che è stata tra le prime, nel 2004, ad aderire all’associazione – questo è il logo ovviamente verde - che certificata l'utilizzo di olio di palma sostenibile. Tre settimane fa a Jakarta, capitale dell’Indonesia, assisto con molto interesse a un convegno sulla sostenibilità. Tra gli invitati c’era anche la portavoce indonesiana della tavola rotonda, intorno alla quale siedono soprattutto i produttori di olio e le industrie che lo acquistano. SABRINA GIANNINI Adesso tutti, anche nell’industria, parlate di sostenibilità. Ma io come consumatrice o giornalista come posso verificare se quello che dichiarate è vero o falso?
  • 11. 11 DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA Non è l’associazione che controlla ma un organo indipendente che certifica. SABRINA GIANNINI Indipendente, ma pagato da chi? DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA Pagato dalle compagnie. SABRINA GIANNINI Quindi i controllati pagano i loro controllori? DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA Sì, le compagnie pagano il loro certificatore. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Questo è il limite di molte certificazioni. Al convegno vengo a sapere che il governo indonesiano potrebbe presto dare nuove concessioni alle compagnie di olio di palma visto che le aveva sospese con una moratoria. SABRINA GIANNINI E quando scade la moratoria? DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA Scade proprio a maggio, adesso però il governo sta pensando se estenderla o meno. SABRINA GIANNINI Ma i produttori non vorranno. DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA Sì. È così. SABRINA GIANNINI Voi state facendo pressione sul Governo perché cambi idea? DIRIGENTE INDONESIAN SUSTAINABLE PALM OIL Sì! Sì! Io sto facendo pressione sul governo per togliere la moratoria. DESI KUSUMADEWI – DIRETTORE RSPO INDONESIA Adesso il governo non concede nuove licenze per le aree considerate foresta o torbiera, ma io penso che sarà difficile evitare l’espansione delle terre. C’è una forte domanda del mercato globale, visto anche l’incremento della popolazione. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Soprattutto perché i principali acquirenti stanno diventando i paesi emergenti come India e Cina, più attenti ai prezzi che alla sostenibilità. DIRIGENTE INDONESIAN SUSTAINABLE PALM OIL Qui la palma da olio cresce meglio che altrove, solo qui in Indonesia! Allora
  • 12. 12 perché mettere dei limiti scusi?! Noi abbiamo la terra. SABRINA GIANNINI E le foreste? DIRIGENTE INDONESIAN SUSTAINABLE PALM OIL No, no, no: le foreste sono già convertite. SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Ecco un esempio di conversione è la deforestazione di un’area protetta fatta in violazione alle regole come denunciato da diverse organizzazioni non governative. La società responsabile è la Bumitama Agri che gestisce 200mila ettari di piantagioni attraverso le sue sussidiarie. Il problema è che la Bumitama è membro della tavola rotonda dell’olio di palma sostenibile. Due anni dopo le ripetute denunce ufficiali sulle sue violazioni risulta ancora membro dell’associazione. Quindi continua a vendere il suo olio certificato sostenibile a clienti importanti dell’agroalimentare come la Wilmar e la Cargill, fornitori a loro volta di grandi gruppi alimentari. I pochi oranghi scampati alla deforestazione illegale di 3205 ettari della foresta sono stati anestetizzati da una squadra dell’International Animal Rescue che ha provveduto successivamente a reinserirli nelle aree protette. Gli orfani dovranno aspettare di diventare adulti prima di tornare nel loro habitat, che è il Borneo indonesiano, il Kalimantan. Secondo alcune organizzazioni non governative, è lì che si sono verificate le recenti violazioni da parte di società produttrici di olio certificato sostenibile. A violare le regole sarebbero state due grandi società malesi. Noi abbiamo chiesto invano le loro versioni e di mostrarci le loro piantagioni. ADDETTO STAMPA DI JOKO SUPRIYONO DIRETTORE ASTRA AGRO Per favore, non parlare male dell’industria dell’olio di palma nella tua trasmissione in Italia perché se i miei capi vedono che ne parli in modo negativo mi fanno fuori, mi licenziano! SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Intanto nel Borneo indonesiano, tre settimane fa … COLTIVATORE OLIO DI PALMA Io ho due ettari, e venderò i frutti a una grande compagnia che mi fornisce le piante e i pesticidi. SABRINA GIANNINI Li spruzza direttamente lei i pesticidi? COLTIVATORE OLIO DI PALMA Sì! Me li procura l’azienda. SABRINA GIANNINI La usa la mascherina? COLTIVATORE OLIO DI PALMA No!
  • 13. 13 SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO Visto che per 5 dollari al giorno lavora per una società certificata sostenibile, dovrebbe sapere che l’erbicida che utilizza è il Paraquat, recentemente vietato in Europa. Se poi cerchiamo chi ha un giro di affari di due miliardi di euro grazie al Paraquat, troviamo che è la società Syngenta. Troviamo anche che questa società è membro della tavola rotonda dell’olio sostenibile. Ecco il testimonial. Suo malgrado. Non riusciamo più a perdonarci che le nostre merende, i nostri biscotti, il sapone, lo shampoo, causino l’estinzione di un nostro parente. Noi che siamo scesi dalla pianta non guardiamo però sotto i nostri piedi. Dovremmo, perché queste foreste nascondono qualcosa di esplosivo. MILENA GABANELLI IN STUDIO Ma cos’è quel “qualcosa di esplosivo” che sta là sotto? Quello che sappiamo è che quando due paesi così piccoli come l’Indonesia e la Malesia da soli producono il 90% di tutto l’olio di palma che viene consumato nel mondo … SABRINA GIANNINI IN STUDIO … è un problema. MILENA GABANELLI IN STUDIO Qualcosa succede ... SABRINA GIANNINI IN STUDIO È un problema soprattutto perché queste foreste sono torbiere, cioè contengono la torba, che a sua volta è un giacimento di carbonio. Il problema è che quando queste foreste bruciano c’è una emissione incredibile di anidride carbonica ed è questa la bomba ecologica. Tra l’altro, l’Indonesia è uno dei principali paesi al mondo produttori di gas serra; il terzo dopo Cina e Stati Uniti. MILENA GABANELLI IN STUDIO … che sono paesi industrializzati. Bisogna dire però che da quando la dimensione del danno ambientale è diventata nota, cioè pochi mesi fa - io ammetto di averlo scoperto nel corso di questo pezzo - e anche da quando è obbligatorio scrivere sull’etichetta “olio di palma”, che è un grasso saturo, e che vuol dire colesterolo, l’industria sta un po’ correggendo il tiro, sta cercando strade alternative, così si può dire. Tant’è che questa settimana per esempio la Buitoni, Misura e Ferrero ci scrivono dicendo che lo stanno man mano sostituendo. SABRINA GIANNINI IN STUDIO Esatto, con per esempio l’olio d’oliva. Ci sono aziende che addirittura scrivono sulla confezione “non contiene olio di palma” e quindi lo stanno sostituendo con altri oli che creano meno problemi, soprattutto anche di immagine. Tra l’altro ultimamente sta girando una indagine di mercato commissionata da una azienda che utilizza molto l’olio di palma, che chiede agli intervistati “ma lei mangia il nostro prodotto? È di suo gradimento?” E l’ultima domanda è “ma lei guarda Report? Ogni quanto?” E quindi siamo praticamente diventati come una merendina.
  • 14. 14 MILENA GABANELLI IN STUDIO Ma è uno scherzo? SABRINA GIANNINI IN STUDIO No, sembra proprio vero.. Non mi sembri neanche grassa. MILENA GABANELLI IN STUDIO Però sono molto satura. Mi vien da pensare che forse chi ci guarda ha bisogno di compensare mangiando molto.. “quasi quasi mi spalmerei un 7,8 fette”. Grazie Sabrina. IL FILMATO ED IL TESTO SCRITTO SONO REPERIBILI ALL’INDIRIZZO http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-714dc797-1ff9-4ba0- 9444-6d8bf7cbff91.html
  • 15. 15 Tutta la verità sull’olio di palma https://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/ di Alice Pace Giornalista scientifica 8 MAG, 2015 Fa male? Dobbiamo smettere di usarlo? La sua coltivazione è insostenibile per il Pianeta? Facciamo il punto su uno degli ingredienti più criticati dei nostri cibi industriali Fa male. Rovina il nostro sistema cardiocircolatorio. Provoca il diabete. Forse è anche cancerogeno. Le accuse contro l’olio di palma, un grasso vegetale estratto dalle drupe (frutti simili alle olive) di alcune varietà di palme e molto presente nei nostri consumi alimentari, mettono paura. Lo ritroviamo in una lunghissima lista nera di biscotti e merendine del supermercato, nelle farciture dei dolci confezionati e nelle creme spalmabili di cui siamo ghiotti sin da bambini, in quasi tutti i cibi pronti e persino nei prodotti per la prima infanzia. Perché si usa Chiunque abbia messo le mani in pasta per preparare una torta se ne sarà reso conto: nella maggior parte delle ricette dei dolci da forno, oltre allo zucchero, è necessario aggiungere una certa quantità di sostanze grasse: olio, burro, a seconda della preparazione. Nel caso dei prodotti da forno, così come nelle creme, i grassi che regalano una miglior struttura e consistenza al prodotto sono i grassi saturi, cioè quelli semisolidi come il burro, molto meno gli oli vegetali, che sono insaturi e liquidi. L’olio di palma, pur essendo di origine vegetale, rappresenta un’eccezione, poiché ha una composizione in acidi grassi più simile al burro che agli altri grassi vegetali: è infatti composto essenzialmente da grassi saturi (palmitico, stearico e laurico). Di conseguenza ben si presta, per le sue proprietà chimiche, a sostituirlo nelle preparazioni industriali. Perché? Innanzitutto, perché ha un costo nettamente inferiore. In secondo luogo, perché è praticamente insapore, e aggiunto alle preparazioni non ne altera la gradevolezza. Inoltre, rispetto al burro garantisce una conservabilità maggiore dei prodotti, per la sua maggior resistenza alla temperatura e all’irrancidimento.
  • 16. 16 Il suo ingresso massiccio tra i nostri cibi è avvenuto in seguito all’inasprimento delle normative dell’Organizzazione mondiale della sanità sui grassi idrogenati, come le margarine, una trasformazione degli oli vegetali inizialmente impiegata come ripiego al burro, ma reputata subito nociva su vari fronti della salute. Se ora ci ritroviamo a consumare olio di palma, quindi, è anche per evitare che nei nostri alimenti ci fosse di peggio. Fa male? Dipende da quanto ne consumiamo. Trattandosi di un grasso saturo, va considerato esattamente come tutti gli altri grassi saturi: pensiamo per esempio al burro o allo strutto. “Che queste sostanze vadano consumate in modo limitato nella nostra alimentazione, perché altrimenti fanno ammalare le nostre arterie, è risaputo” ci spiega Laura Rossi, ricercatrice presso il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma e delegata italiana per il Consiglio Fao, “ma l’olio di palma non dovrebbe essere demonizzato in quanto tale”. Significa che sì, è corretta l’osservazione nutrizionale che dice di limitarne il consumo. Quello che però è sbagliato è sostenere che altri grassi, come il burro, non facciano male mentre l’olio di palma sì: “Ciò che è correlato a un aumento del rischio cardiovascolare non è in questo caso la fonte, ma l’eccesso di grassi saturi, che andrebbero invece tenuti sotto controllo”. In sintesi: non possiamo continuare a pensare che la merendina industriale (fatta con l’olio di palma) sia per forza cattiva, mentre la crostata fatta in casa dalla mamma (col burro) sia per forza buona. Perché, di fatto, sono sia buone quanto cattive entrambe, e con nessuna delle due si dovrebbe eccedere nelle quantità. Una soglia accettabile? Quella del 10% massimo sul totale delle calorie giornaliere. Una quota che comprende però tutti i grassi saturi, sia quelli di origine vegetale che animale, non solo quelli dell’olio di palma. Perché di fatto, in entrambi i casi, gli effetti sul corpo sono gli stessi. Colesterolo Se è vero che, a differenza dei grassi di derivazione animale, l’olio di palma non contiene colesterolo, è vero anche che i principali acidi grassi imputati dell’aumento del colesterolo ematico sono proprio quelli saturi, tra cui quello palmitico, il miristico e il laurico, due dei quali sono contenuti nell’olio di palma. Cosa dice nello specifico la letteratura scientifica? Ciò che emerge finora è un quadro non del tutto definito. Da uno dei lavori più recenti, promosso dall’Istituto Mario Negri (e che consiste nella revisione di 51 studi), è emerso come diete ricche di olio di palma e acido stearico
  • 17. 17 possono aumentare il livello di colesterolo totale più di quanto non accada in diete ricche di altri acidi grassi saturi. Allo stesso tempo, non è stata però registrata una variazione significativa sui valori di colesterolo cattivo (il cosiddetto LDL). Anche se la ricerca sul fronte è ancora aperta. Cancro Sulle accuse di cancerogenicità, invece, non troviamo alcun riscontro nella letteratura scientifica che comprovi la correlazione diretta tra olio di palma e l’induzione di tumori. Fino a prova contraria, quindi, si tratta di accuse infondate, o che confondono l’olio di palma con altre sostanze. Sappiamo piuttosto che l’obesità, che spesso è sì legata a un consumo eccessivo di grassi saturi, può essere correlata a un aumento nell’incidenza di alcuni tipi di cancro: “Ma qui l’effetto è legato all’obesità, non all’olio di palma in sé” precisa Rossi. E una persona può essere obesa anche se consuma altri tipi di grasso. Diabete Più macchinoso il discorso sul diabete. Solo qualche giorno fa uno studio promosso dalla Società italiana di diabetologia veniva ripreso dai media come un sonoro campanello d’allarme nei confronti dell’olio incriminato. “L’olio di palma può aprire la strada al diabete di tipo 2”, il messaggio lanciato. Anche se, in realtà, la ricerca in questione non lo dimostra. La notizia riguarda infatti uno studio sperimentale fatto in vitro, dove gli scienziati hanno perfuso cellule di pancreas con del palmitato – che, ricordiamo, non è olio di palma, ma uno dei suoi componenti – e le cellule hanno registrato un danno. “Ma questo non significa assolutamente che mangiare l’olio di palma faccia venire il diabete 2”, chiarisce sempre Rossi, “perché quella situazione sperimentale, anche se fatta molto bene, non può essere assolutamente tradotta in un effetto diretto sull’organismo”. Il discorso sull’alimentazione, insomma, è ben diverso dal prendere una molecola e una cellula e vedere che succede, e non è possibile trasformare in un messaggio sull’uomo ciò che ancora è lontanissimo dall’uomo, come questo test. In generale, va sottolineato che contro l’olio di palma non si registrano (perlomeno a oggi) posizioni ufficiali da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, del Ministero della Salute, né dell’Istituto superiore di sanità: gli organi preposti a vigilare sulla nostra salute.
  • 18. 18 Gli effetti collaterali sull’ambiente Ci sono, e sono innegabili. La coltivazione delle palme da olio, che si concentra nel Sud-Est asiatico (in particolare in Indonesia e Malesia) ha comportato e comporta tutt’oggi un massiccio abbattimento delle foreste tropicali per far spazio alle nuove piantagioni. Le conseguenze si misurano in termini di biodiversità (connessi alla distruzione dell’habitat di numerose specie, tra cui l’orango), ma anche di ripercussioni come l’impennata di gas serra nell’atmosfera e lo stravolgimento dell’assetto idrogeologico del territorio. Ed è forse proprio in ragione del suo forte impatto ambientale che, per dare forza alle campagne contro la sua produzione, si è calcata la mano nel criticarlo dal punto di vista nutrizionale. C’è però da chiedersi: cosa succederebbe se al posto delle palme, ci trovassimo a dover a spremere lo stesso volume d’olio da altre piante (tutte, peraltro, meno dibattute)? La risposta è che occuperemmo ancora più spazio, poiché la produttività delle palme da olio è altissima rispetto alle alternative possibili. Basti pensare che da un ettaro di palme da olio si ottengono quasi cinque volte l’olio che produce un ettaro coltivato a piante di arachidi, e ben sette volte quello di un ettaro di girasoli (come faceva notare anche Strade in risposta all’approccio semplicistico tenuto da Report in un servizio di qualche sera fa). Senza contare tutte le conseguenze che l’estensione delle colture comporterebbe sui consumi d’acqua, di fertilizzanti, di pesticidi. O se
  • 19. 19 volessimo, come chiedono alcuni, sostituirlo col burro: siamo consapevoli che l’impatto ambientale sarebbe ancora più drastico? Mettere il problema in prospettiva è purtroppo tutt’altro che semplice e sicuramente per venirne a capo sarà necessario pretendere maggiore trasparenza da parte delle aziende e dal commercio locale. Per ora l’unico, piccolo passo avanti si è compiuto con l’istituzione di regole che, anche se in grosso ritardo, sono indirizzate a tutelare la produzione sostenibile. Come quelle stabilite dalla Roundtable on Sustainable Palm Oil, un organo tenuto a certificare l’olio prodotto (appunto) in modalità più rispettosa dell’ambiente. Uno strumento ancora molto debole e arbitrario, probabilmente a rischio di strumentalizzazione, ma che per ora segna la via più percorribile. Nel frattempo, va detto che a dispetto degli sforzi del Wwf, Greenpeace, e di iniziative locali, come quella promossa dal Fatto Alimentare (e portata in Parlamento da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle), che chiede l’abolizione dell’olio di palma dal mercato del cibo, gli enti internazionali deputati al controllo, come la Fao, non si sono (a oggi) ancora espressi negativamente sulla questione, se non spingendo verso un’agricoltura più sostenibile.
  • 20. 20 Una storia di diritti violati Al di là del dibattito scientifico, possiamo anche decidere di attaccare la produzione dell’olio di palma, e di boicottarlo, anche esclusivamente per motivi etici, in conseguenza alle ripercussioni della monocoltura sulle popolazioni locali. Si racconta di espropriazione dei contadini dalle proprie terre, di deportazione di interi villaggi, di sfruttamento, di totale assenza di condizioni di sicurezza sull’ambiente di lavoro. Una lotta giusta e sacrosanta. Ma forse un po’ ingenua. Già, perché presuppone che se anziché di palme si trattasse di girasoli, barbabietole, caffè, tabacco o di qualsiasi altro prodotto, il trattamento sarebbe diverso, forse migliore. Come se il rispetto delle leggi e le politiche di non-sfruttamento dipendessero dal prodotto, anziché dalle persone che vi si nascondono dietro.
  • 21. 21 RETINOLO Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La vitamina A è una vitamina liposolubile, in natura si trova in diverse forme. Con il termine di vitamina A vengono indicati sia il retinolo che i suoi analoghi, detti retinoidi, di cui si conoscono almeno 1500 tipi diversi, tra naturali e sintetici. Anche i carotenoidi posseggono l'attività biologica della vitamina A in quanto possono fungere da provitamine (se ne conoscono almeno 600 tipi diversi, di cui solo il 10% possiede una simile attività). STORIA Nel 1913 venne dimostrato, da Elmer V. McCollum e M. Davis, che nel tuorlo d'uovo e nel burro esiste un fattore liposolubile importante per la crescita di ratti e nel 1916 esso venne indicato con la lettera A al fine di distinguerlo dai composti del gruppo B, idrosolubili. Nel 1917, Jack Cecil Drummond riuscì a correlare la mancanza di tale fattore nella dieta con la comparsa di disturbi visivi e della crescita nei bambini. Nel 1920 si evidenziò che il β- carotene possiede attività vitaminica A ma non se ne riuscì a comprendere il motivo fino al 1929 allorché si comprese che tale fattore viene trasformato, nelle cavie, in vitamina A. La struttura della vitamina A e del β-carotene venne identificata nei primi anni trenta. Tra il 1934 e il 1935, ad opera di George Wald, venne ottenuta dalla retina una sostanza, coinvolta nei meccanismi della visione, che venne riconosciuta, nel 1944, come la forma aldeidica della vitamina A ed essa venne denominata retinaldeide. Un'altra forma della vitamina A (acido retinoico) venne sintetizzata nel 1946. DESCRIZIONE La vitamina A si presenta in tre diverse forme: alcolica (retinolo), aldeidica (retinaldeide) ed acida (acido retinoico). Esse sono derivati isoprenoici, costituiti dall'unione di 4 catene di isoprene. Tra i carotenoidi, pigmenti vegetali, si trovano nell'organismo soprattutto: α-carotene, β-carotene, luteina, zeaxantina, criptoxantina e licopene. Gli alimenti di origine animale contengono soprattutto retinolo e
  • 22. 22 suoi esteri (specie retinolo palmitato), mentre nei vegetali si trovano soprattutto carotenoidi. Gli esteri del retinolo prima di essere assorbiti, vengono idrolizzati da diversi enzimi: lipasi, carbossilestere-lipasi di origine pancreatica e da una retinilestere idrolasi che si trova sulle membrane degli enterociti. L'assorbimento del retinolo avviene tramite un processo di diffusione facilitata ma, qualora la concentrazione di retinolo sia elevata, possono intervenire anche meccanismi di diffusione passiva. L'assorbimento del retinolo dipende dalla presenza di lipidi e di sali biliari. I carotenoidi vengono assorbiti, per un quantitativo variabile dal 5 al 50%, tramite un meccanismo di trasporto passivo, anch'esso influenzato dalla presenza di lipidi. Parte dei carotenoidi che si trovano negli enterociti viene trasformata in retinoidi tramite due differenti meccanismi. Il β-carotene, per esempio, viene trasformato in retinaldeide, tramite rottura della parte centrale della molecola, la quale viene convertita in retinolo tramite una riduttasi dipendente da NADH o NADPH. La rottura della parte periferica, invece, dà origine ad un apo-carotinale che viene trasformato in acido retinoico o retinolo. All'interno delle cellule dell'epitelio intestinale, parte dei carotenoidi viene trasformata in retinaldialdeide. Il retinolo ed i suoi metaboliti vengono legati ad una specifica proteina, la proteina legante il retinolo cellulare (cellular retinol binding protein, CRBP). Successivamente il retinolo viene coniugato con palmitato, stearato o oleato attraverso due enzimi: l'acil-coenzima A-retinolo aciltransferasi e la lecitina-retinolo aciltransferasi. Gli esteri del retinolo così formati e i carotenoidi ancora non metabolizzati vengono incorporati nei chilomicroni e da essi vengono trasportati nel fegato. A questo punto gli esteri del retinolo vengono idrolizzati mentre i carotenoidi possono venir trasformati in retinolo o essere secreti dalla cellula all'interno delle VLDL. Il retinolo intracellulare viene portato nel reticolo endoplasmatico e lì si lega ad una proteina legante il retinolo (retinol binding protein, RBP). Il complesso retinolo-proteina viene trasportato nelle cisterne del complesso di Golgi e da lì viene espulso dall'epatocita e trasferito alle cellule di Ito o alle cellule stellate, deputate all'immagazzinamento dei lipidi, le quali trattengono il retinolo, dopo averlo esterificato, nel citoplasma. I livelli plasmatici di vitamina A sono sottoposti a meccanismi
  • 23. 23 omeostatici molto precisi tali per cui la sua concentrazione plasmatica viene mantenuta tra 40 ed 80 µg/dl. In caso di necessità infatti, il retinolo viene rilasciato dagli epatociti legato alla RBP e dalle cellule di immagazzinamento, dopo idrolisi del legame esterico. Nel plasma il complesso retinolo-PRB si lega alla transtiretina, deputata anche al trasporto degli ormoni tiroidei, mentre il retinolo viaggia coniugato a varie proteine plasmatiche. I carotenoidi vengono trasportati tramite lipoproteine. L'ingresso del retinolo nelle cellule è un fenomeno ancora poco chiaro. Nel plasma, infatti, esiste una quantità di retinolo libero che pare sia in equilibrio con quello legato alla RBP. Si suppone che esso possa penetrare nelle cellule tramite un meccanismo non mediato da recettori. Si è visto, tuttavia, che alcune linee cellulari esprimono un recettore per la RBP la quale, legandosi, trascina con sé il retinolo trasportato. Si suppone, infine, che i carotenoidi entrino nelle cellule utilizzando i recettori per le lipoproteine. Una volta entrato nella cellula, il retinolo si lega alla proteina CRBP e parte di esso viene esterificata, al fine d'immagazzinarlo o convertita nelle due forme attive: acido retinoico e retinaldeide. La maggior parte del retinolo penetrato non subisce modifiche e ritorna nel plasma. I carotenoidi entrati nelle cellule vengono trasformati in retinoidi con un meccanismo analogo a quello che avviene negli enterociti. La vitamina A nell'organismo presenta numerose funzioni biologiche che riguardano soprattutto la visione e la differenziazione cellulare. La retinaldeide, che si può formare anche dal retinolo tramite una alcol deidrogenasi, fa parte del meccanismo della visione. La retinaldeide (detta anche retinale) nella forma 11-cis, infatti, è unita ad una proteina retinica, l'opsina, tramite un legame covalente imminico con il residuo di lisina numero 296, formando la rodopsina. Quando un fotone colpisce la rodopsina, il retinale isomerizza nella forma tutta trans e ciò determina un cambiamento conformazionale della rodopsina ed attivazione di una cascata molecolare mediata da una proteina G che determina la generazione di impulsi elettrici. Il retinale tutto trans si stacca dall'opsina e viene ridotto, ad opera di una deidrogenasi dipendente da NADPH, a retinolo tutto trans che viene poi ricaptato dall'epitelio della retina ed immagazzinato, dopo essere stato esterificato. Il retinolo tutto trans viene successivamente riconvertito in retinaldeide 11-cis tramite reazioni di ossidazione ed isomerizzazione.
  • 24. 24 L'acido retinoico sembra partecipare alla maturazione embrionale ed alla differenziazione di alcune linee cellulari. I recettori per l'acido retinoico fanno parte di una famiglia di recettori nucleari che comprende anche quelli per la vitamina D. L'acido retinoico penetrato nella cellula viene portato al recettore tramite specifiche proteine cellulari di trasporto ed, una volta legatosi, determina regolazione dell'espressione di alcuni geni. Un altro derivato del retinolo biologicamente attivo è il retinol- fosfato. Pare che esso agisca come donatore di zuccheri nella formazione delle glicoproteine. I carotenoidi presentano diverse azioni biologiche. Alcuni di essi sono provitamine, specie il β-carotene, altri (specie luteina e zeaxantina) sembrano importanti per una buona funzionalità della macula della retina, ed altri ancora agiscono da composti antiossidanti. FONTI ALIMENTARI La vitamina A è maggiormente presente negli alimenti di origine animale, soprattutto nel fegato e nella milza, seguiti poi da latte e derivati e uova. Dato che carne, latte e uova sono però ricchi di colesterolo si consiglia di assumerla principalmente tramite pesce e derivati, e tramite fonti vegetali. I carotenoidi, da cui l'organismo ricava la vitamina A, sono particolarmente presenti nei tessuti vegetali e nei microorganismi fotosintetici. Tra i tessuti vegetali, ne sono particolarmente ricchi quelli a colorazione giallo-arancione (visto che questi fattori sono direttamente responsabili di questo tipo di colorazione) e quelli a foglia. CONTENUTO DI VITAMINA A di 100 g DI ALCUNI ALIMENTI ALIMENTO CONTENUTO DI RETINOLO Olio di fegato di merluzzo 85.000 UI = 25.525 RAE Carote 11.000 UI = 3.303 RAE Fegato 10.729 UI = 3.222 RAE Patate dolci 8.800 UI = 2.642 RAE Prezzemolo 8.500 UI = 2.552 RAE Spinaci 8.100 UI = 2.432 RAE Mango 4.800 UI = 1.440 RAE Melone 3.400 UI = 1.020 RAE Burro 3.300 UI = 990 RAE Albicocca 2700 UI = 810 RAE Zucca 1600 UI = 480 RAE Pomodoro 900 UI = 270 RAE Uovo 84 UI = 25 RAE Latte 75 UI = 22 RAE
  • 25. 25 CARENZA La carenza di vitamina A determina inibizione della crescita, deformazione e fragilità delle ossa e serie modifiche delle strutture epiteliali e degli organi riproduttivi. La vitamina A infatti regola la differenziazione degli epiteli mucosi ed una sua carenza causa cheratinizzazione degli epiteli con un processo detto metaplasia squamosa. La sua carenza può indurre anche secchezza della pelle e delle mucose respiratorie, digerenti e urinarie. Un'altra importante alterazione riguarda la funzione visiva. Una bassa quantità di rodopsina determina anche necessità di una maggior stimolazione luminosa. Pertanto la quantità minima di luce necessaria per innescare i meccanismi della visione aumenta. Questo fenomeno determina una diminuzione dell'adattamento alla bassa illuminazione (cecità crepuscolare o cecità notturna, emeralopia). Nei casi più seri di deficit vitaminico può anche comparire la Cheratomalacia, ovvero secchezza della congiuntiva e della cornea che possono portare danni oculari permanenti fino alla cecità completa. La carenza di vitamina A può portare anche ad un aumento della mortalità materna in gravidanza. LIVELLI DI ASSUNZIONE E TOSSICITÀ Attualmente i livelli di assunzione di vitamina A vengono espressi in RAE (Retinol Activity Equivalent) secondo le seguenti relazioni: • 1 RAE = 1 µg di retinolo = 2 µg di β-carotene dissolto in olio = 12 µg di β-carotene presente nel cibo = 24 µg di altri carotenoidi presenti nel cibo (α-carotene, γ-carotene, o β- cryptoxanthin) Talvolta si possono trovare due vecchie indicazioni che utilizzano le unità internazionali (UI) o i retinoli equivalenti (RE): • 1 UI = 0,3 µg di retinolo = 0,6 µg di β-carotene = 1,2 µg di altri carotenoidi (α-carotene, γ-carotene, o β-cryptoxanthin) • 1 RE = 1 µg di retinolo = 2 µg di β-carotene dissolto in olio = 6 µg di β-carotene presente nel cibo = 12 µg di altri carotenoidi presenti nel cibo (α-carotene, γ-carotene, o β-cryptoxanthin) 1 RAE = 3,33 UI o 1 RE 1 UI = 0,3 RAE o RE
  • 26. 26 Attualmente il Ministero della Salute consiglia una dose giornaliera di 800 RAE/die (0.8 mg di retinolo/die). La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU)[2] raccomanda un aumento della dose giornaliera di circa 100 RAE/die nel caso di donne in gravidanza e di circa 350 RAE/die in caso di allattamento. L'assunzione di dosi di vitamina A ≥300 mg può determinare la comparsa di un'intossicazione acuta con nausea, vomito, emicrania, perdita di coordinazione e disturbi visivi. In casi estremi, la morte (il fegato dell'orso polare è immangiabile proprio per l'elevata concentrazione di retinolo). Rispetto ai casi di tossicità acuta, quelli di tossicità cronica sono più frequenti in quanto è sufficiente assumere dosi giornaliere superiori alle capacità di immagazzinamento ed eliminazione del fegato sia tramite consumo frequente di alimenti ricchi in vitamina A sia per mezzo di integratori. Ciò può comportare la comparsa di una sintomatologia caratterizzata da inappetenza, dolori muscolari, anemia, perdita dei capelli e varie alterazioni neurologiche. Per evitare ciò la SINU[2] consiglia di non superare l'assunzione di 9000 RAE/die (9 mg/die) per l'uomo e 7500 RAE/die (7,5 mg/die) per la donna. In gravidanza si consiglia di non superare i 6000 RAE/die (6 mg/die) in quanto più predisposte alla comparsa di sintomi da iperdosaggio. Dosi giornaliere superiori ai 30000 RAE/die (30 mg/die) sembra che possano avere un effetto teratogeno sul feto per cui si consiglia di non assumere mai integratori di vitamina A in gravidanza se non dietro prescrizione medica, la quale, tuttavia, non deve superare i 6 mg/die. L'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti raccomanda di non superare il livello di 3000 RAE ovvero 10.000 UI (3 mg/die) per evitare effetti collaterali in caso di assunzione prolungata indefinitamente senza controllo medico. La tossicità da carotenoidi è più contenuta in quanto il loro assorbimento è modesto e diminuisce ancora in caso di alte dosi. In caso di sovradosaggio si può verificare la comparsa di pigmentazione giallo-arancione della pelle e delle mucose, fenomeno che regredisce in poco tempo una volta che la dose di carotenoidi venga ridotta. Secondo un articolo su FASEB journal di Ulrich Hammerling, del Sloan-Kettering Institute for Cancer Research di New York, i danni da eccesso di retinolo sarebbero legati a tossicità sui mitocondri.
  • 27. 27 NOTE 1 ^ Sigma Aldrich; rev. del 27.04.2012 2 ^ a b Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) Sezione relativa alla Vitamina A: fare attenzione perché nelle equivalenze di RAE e di UI si usa erroneamente il milligrammo (mg) invece del microgrammo (µg) BIBLIOGRAFIA • Aldo Mariani Costantini, Carlo Cannella, Giovanni Tomassi, Fondamenti di nutrizione umana, Il Pensiero Scientifico Editore.
  • 28. 28 Composizione in acidi grassi dei più comuni alimenti grassi commestibili. da: Ballestrazzi & Miona, I lipidi nell' alimentazione dei pesci teleostei, Dipartimento di Scienze della Produzione animale, Università degli Studi di Udine, Via S. Mauro 2, 33010 Pagnacco (UD) GRASSI 10:012:014:0 16:018:020:0 16:1 n-7 18:1 n-9 18:2 n-6 18:3 n-3 20:1 n-9 22:1 n-9 TOT SAT TOT INSAT STATO FISICO* o. semi soia 0.1 0.2 10.7 3.9 0.2 0.3 22. 8 50.8 6.8 15.1 80.7 L o. semi cotone 0.5 0.4 0.8 22.0 2.2 0.2 0.8 18.1 50.3 0.4 26.1 69.6 L o. semi mais 10.7 1.7 0.3 0.1 24.6 57.3 0.8 12.7 82.8 L o. semi cartamo (1) 0.1 6.4 2.5 0.5 0.6 11.9 73.3 0.5 9.5 86.3 L (2) 4.9 1.5 76.9 12.3 6.4 89.2 L o. semi girasole 0.1 5.8 4.1 0.3 0.1 21.7 66.4 0.3 10.3 88.5 L o. semi lino 6.6 2.0 - - 17.1 16.7 57.6 8.6 91.4 L o. di oliva 11.5 2.3 0.4 1.0 71.5 8.2 0.7 14.2 81.4 L o. semi arachide 0.1 9.5 2.3 1.4 - 45.6 31.0 - 1.2 17.3 77.8 L o. semi colza (00) 4.8 1.5 0.6 0.5 53.2 22.2 11.0 1.0 0.2 6.9 88.1 L o. semi colza (LE) 0.1 3.3 1.3 0.7 0.3 30.1 17.5 9.5 10.7 19.2 5.4 87.3 L burro di cocco 0.1 25.4 33.2 0.9 0.4 32.6 2.8 0.2 59.6 36.0 S o. noce cocco 5.9 43.7 16.4 8.2 3.0 0.9 0.4 5.7 1.8 86.3 7.9 S o. semi palma 3.8 46.4 16.2 7.8 2.7 1.0 - 11.4 1.5 81.4 12.9 S o. palma 0.2 1.1 42.0 4.3 0.3 0.5 37.9 9.0 0.3 47.9 47.7 S Fonte: Sheppard et al. (1978). *L= liquido a 20°C S= solido a 20°C TAB. 4 - Acidi grassi estratti da semi di alcune famiglie vegetali. SHEPPARD A.J., IVERSON J.L. & WEIHRAUCH J.L. (1978). Composition of selected dietary fats, oils, margarines, and butter. In: Hand- book of Lipid Research I, Fatty Acids and Glycerides, (A. Kuksis, ed.), Plenum Press, New York and London, pp. 341-379. GRASSI 10:012:014:016:018:0 20:0 16:1 n-7 18:1 n-9 18:2 n-6 18:3 n-3 20:1 n-9 22:1 n-9 20.5 n-3 22.6 n-3 TOT SAT TOT INSAT STATO FISICO* sego bovino 0.1 0.9 3.7 24.8 18.7 - 4.7 36.0 3.7 0.6 48.2 46.6 S lardo 0.1 0.5 1.4 23.7 13.0 0.8 2.6 40.9 10.0 1.4 39.5 54.9 S grasso pollo 0.2 1.0 1.2 23.8 6.4 - 5.8 39.7 16.5 1.1 32.6 63.1 L o. aringa 7.2 12.0 1.1 - 8.3 12.0 1.7 0.6 13.9 21.5 1.0 3.8 21.5 73.9 L o. merluzzo 3.9 11.6 2.3 - 9.1 21.9 1.5 0.8 10.0 6.9 11.4 11.3 17.8 72.9 L o. fegato merluzzo 3.4 10.7 2.3 - 9.4 22.6 1.8 0.7 10.2 5.8 1.6 9.3 17.3 77.1 L o. menhaden 0.2 9.0 19.0 3.8 - 13.3 15.5 2.0 1.0 1.7 0.7 1.7 7.9 33.3 62.3 L o. acciuga - Perù o. acciuga - Sud Africa 7.5 17.5 4.0 0.3 9.0 11.6 1.2 0.8 1.6 1.2 8.8 29.3 L 6.9 20.3 3.7 0.3 9.4 13.7 1.0 - 3.5 2.6 19.6 9.3 31.2 59.1 L o. capeline - Estivo o. capeline - Invernale 5.4 10.7 1.4 - 8.8 13.8 1.3 0.8 8.6 9.4 11.9 11.0 17.5 76.1 L 6.9 10.3 1.2 - 10.8 13.8 1.2 0.7 15.8 12.1 8.8 6.7 18.4 76.8 L *L= liquido a 20°C S= solido a 20°C Fonte: Sheppard et al. (1978). Ackman (1982). TAB. 5 - Composizione in acidi grassi (g/100 g lipidi) e stato fisico di lipidi di origine animale o marina impiegati in mangimi per pesci. GURR M.I. (1984). The chemistry and biochemistry of plants fats and their nutritional importance. In "Fats in Animai Nutrition", (J. Wiseman, ed.), Butterworths, pp. 3-22.
  • 29. 29 Dati scientifici dalla ricerca biomedica Laganathan et al., Nutrition Reviews, 2017 Radhika Loganathan, Kanthimathi M. Subramaniam, Ammu K. Radhakrishnan, Yuen Choo-May, e Kim Teng-Tiu. - Effetti di promozione della salute dell’olio di palma rossa: prove da studi sull’animale e sull'uomo. Nutrition Reviews ® Vol. 75(2): 98–113, 2017. Il frutto dell'albero della palma da olio (Elaeis guineensis) è la fonte dell’olio di palma rossa ricco di antiossidanti. L’olio di palma rossa è una ricca fonte di fitonutrienti, come i tocotrienoli, i tocoferoli, i carotenoidi, i fitosteroli, lo squalene e il coenzima Q10, di cui tutti mostrano proprietà nutrizionali e di stabilità ossidativa. Ricerche di mutagenesi, nutrizionali e tossicologiche hanno dimostrato che l'olio di palma rossa contiene β- carotene e vitamina A molto biodisponibili e piuttosto stabili al calore, senza effetti negativi. Sono considerate le proprietà nutrizionali dell'olio di palma rossa, le potenziali proprietà anti-aterogeniche, anti-emorragiche, anti-ipertensive, anti-cancro, e anti-infettive dell’olio di palma rossa. Inoltre, sono presentate prove a sostegno della potenziale efficacia dell’olio di palma rossa per sopperire alla mancanza di vitamina A nei bambini e nelle donne in gravidanza, per migliorare le complicanze oculari dovute alla mancanza di vitamina A, per proteggere dalla cardiopatia ischemica, per normalizzare la fertilità maschile e femminile, per coadiuvare la gestione del diabete, per mitigare gli effetti negativi della chemioterapia, e per aiutare nella gestione della condizione ipobarica. INTRODUZIONE Il frutto dell'albero della palma da olio (Elaeis guineensis) è la fonte dell’olio di palma rossa. La palma da olio è una pianta di coltura perenne e ha la più alta resa in olio rispetto alle altre principali oleaginose in termini di resa in olio per ettaro.(1) Attualmente, la Malesia e l’Indonesia sono i principali produttori di olio di palma.(2) La palma da olio è l’unica coltura che può produrre due tipi di olio, vale a dire olio di palma dal mesocarpo fibroso (che ha una polpa brillante, di un marcato colore rosso-aranciato) e olio dal nocciolo della palma (che assomiglia all’olio di cocco).(3) L’olio grezzo della palma può essere trasformato in vari prodotti derivati, anche se alcuni fitonutrienti sono parzialmente rimossi durante la lavorazione. Del resto, l’olio di palma rossa, raffinato, sbiancato, e deodorato, il principale prodotto di trasformazione, è ottenuto dal candeggio e dalla deodorizzazione dell’olio di palma grezzo. Durante il processo di raffinazione, i caroteni che conferiscono il suo colore rosso-arancio all’olio di palma grezzo si decompongono, risultando in un olio di palma
  • 30. 30 raffinato, sbiancato, e deodorato: esso ha un colore giallo chiaro e conserva parte degli altri fitonutrienti..(4) L’olio di palma raffinato, sbiancato, e deodorato è un olio versatile ampiamente utilizzato in più di 150 paesi nel mondo..(5) L’olio di palma rossa, d'altra parte, è ottenuto tramite i nuovi procedimenti di pretrattamento, deacidificazione, e deodorizzazione mediante distillazione molecolare, che consentono di conservare circa l'80% dei caroteni e delle vitamine presenti nell’olio di palma.(4) Di conseguenza, l’olio di palma rossa ha un sapore e un aroma caratteristici ed è ricco di fitonutrienti come i caroteni (che conferisce all'olio ha colore rosso vivo), la vitamina E, i fitosteroli, lo squalene, e il coenzima Q10.(6) Tabella 1. a Effetti benefici sulla salute dei fitonutrienti trovati nell’olio della palma rossa a FITONUTRIENTI (quantita’) COMPOSIZIONE ED EFFETTI BENEFICI b Vitamina E (717-863 ppm) Composizione: α-tocoferolo (19%), α-tocotrienolo (29%), γ-toco-trienolo (41%), δ-tocotrienolo (10%); Benefici di salute: anticancro, antiangiogenico, anti- ossidante, antiaterosclerotico, proprietà cardiopro- tettive, e neuroprotettive; inibisce la sintesi del colesterolo, coadiuva nel trattamento del diabete. Carotenoidi (600-750 ppm) Composizione: fitoene (0,2%), fitofluene (0,6%), β- carotene (41%), α-carotene (41,3%), ds-α-carotene (10,2%), ζ-carotene ( 0,6%), γ-carotene (0,8%), δ-ca- rotene (0,8%), neurosporene (0,2%), β-zeacarotene (1,3%) α-zeacarotene (0,5%), licopene (1,0%),; Benefici di salute: attività provitaminica A, attività cardioprotettiva ed anticancro, protegge contro le cecità notturna. Fitosteroli (325-365 ppm) Composizione: colesterolo (6,5-11,5 ppm), campe- sterolo (76-83 ppm), stigmasterolo (59-64 ppm), β-si- tosterolo (187-218 ppm), composto ignoto (< 8 ppm); Benefici di salute: proprietà ipocolesterolemizzanti, attività contro il cancro, promozione delle funzioni immunitarie. Squalene (14-15 ppm) Benefici di salute: attività cardioprotettiva, radio- protettiva, e anticancro, inibisce la sintesi del colesterolo. Ubichinone (18-25 ppm) Benefici di salute: stimola la produzione dell’energia cellulare, proprietà antiossidanti, attività cardiopro- tettiva e anticancro. Abbreviazione: ppm arti per milione; a : secondo Loganathan et al. b : composizione ottenuta da Tay et al. (6)
  • 31. 31 L’olio di palma rossa è stato riconosciuto per secoli per la sua versatilità sia come un alimento sia come un rimedio a favore della salute. Esso è stato valutato come un alimento sacro dai faraoni dell’antico Egitto.(7) L’olio di palma rossa è tradizionalmente utilizzato nelle regioni tropicali della foresta pluviale dell'Africa occidentale e nord-orientale dell’Africa(2) e del Brasile.(8) Nonostante l'elevata produzione e l'uso di olio raffinato di palma in paesi come la Malesia e l’Indonesia, il potenziale nutrizionale dell’olio di palma rossa è stato sottoutilizzato in questi paesi. (9) Le sue proprietà nutrizionali sono conferite principalmente attraverso i fitonutrienti che sono elencati nella Tabella 1. Lo scopo di questa rassegna, basata sui dati degli studi eseguiti sull’animale e sull’uomo, è di fornire una panoramica completa dei benefici nutrizionali dell’olio di palma rossa. LA BIODISPONIBILITÀ E LA BIODISTRIBUZIONE DELL’OLIO DI PALMA ROSSA La vitamina A è presente naturalmente nei prodotti di origine animale. Buone fonti di vitamina A sono il formaggio, burro, uova, fegato, e pesce.(10) I vegetariani ottengono la vitamina A loro necessaria dai carotenoidi, che si trovano nelle piante, soprattutto quelle colorate in arancio, nelle verdure verdi e gialle e in alcuni fruiti. (11) L’olio della palma rossa è considerato una delle fonti vegetali naturali più ricche di carotenoidi al mondo, i quali conferiscono al loro olio e al frutto il loro brillante colore rosso-arancio. (11) Sono noti circa 600 tipi di carotenoidi naturali che si possono trovare, (12) tredici dei quali si trovano nell’olio di palma: fitoene, fitofluene, cis-β-carotene, β-carotene, α-carotene, cis-α- carotene, ζ-carotene, y-carotene, δ-carotene, neurosporene, β- zeacarotene, α-zeacarotene, e il licopene.(6) I principali caroteni sono il β- carotene e l’ α-carotene, che rappresentano il 41,0% e il 41,3%, rispettivamente, dei carotenoidi totali presenti nell’olio di palma rossa in commercio.(6) Si ritiene che solo il 10% dei 600 carotenoidi noti abbia attività provitaminica A. I caroteni α, β, e y sono gli unici caroteni di olio di palma rossa che mostrano attività provitaminica A quantificabile.(13) L’olio di palma rossa contiene 15 volte più retinolo (provitamina A) rispetto alle carote, 300 volte in più rispetto ai pomodori, e 44 volte più dei vegetali a foglia larga.(9) I carotenoidi sono pigmenti liposolubili che richiedono grasso per la conversione in vitamina A. Sia la vitamina A sia il β-carotene sono assorbiti, insieme con il grasso, nell'intestino tenue alla presenza della bile e del secreto pancreatico. (12,14) La biodisponibilità del β-carotene e della vitamina A è maggiore con l'assunzione contemporanea di lipidi.(14) È richiesta una quantita’ di almeno 5 g di grassi per l'assorbimento ottimale dei carotenoidi. (12) Così, l’olio di palma rossa offre una prospettiva per il trattamento della carenza di vitamina A. Negli esseri umani, l'emivita della vitamina A è di 200 - 300 giorni; (15) quindi, lo status della vitamina A non è
  • 32. 32 disturbato da lievi fluttuazioni dell’assunzione di vitamina A. Il novanta per cento della vitamina A è immagazzinato nel fegato, l’1,5% si trova nel sangue, e il resto è localizzato in altri tessuti. I livelli di β-carotene, d'altro canto, tornano ai livelli basali entro 20 - 30 giorni dalla cessazione dell’assunzione.(15) I carotenoidi precursori della vitamina A presenti nell’olio della palma rossa sono molto biodisponibili, e sono convertiti in modo efficiente in retinoldi, e ben immagazzinati nel fegato. Uno studio multicentrico di 20 settimane condotto in 5 regioni europee (Grenoble, Francia; Coleraine, Irlanda del Nord; Cork, Repubblica d'Irlanda; Zeist, Paesi Bassi; e Madrid, Spagna) ha valutato le risposte sieriche di carotenoidi e tocoferoli in 400 volontari sani trattati con 100 mg di α-tocoferolo in olio di mais, 15 mg di carotenoidi (olio di palma rossa, estratto di calendula ricco di luteina, o estratto di pomodoro ricca di licopene) in olio di mais, oppure placebo di olio di mais.(16) Dopo 20 settimane, il gruppo trattato con l'α-tocoferolo ha mostrato un aumento dei livelli dell’α-tocoferolo e diminuzione dei livelli del y-tocoferolo. Il gruppo trattato con olio di palma rossa ha mostrato aumento dell’α- carotene (di 14 volte) e β-carotene (di 5 volte). La somministrazione di luteina, d'altra parte, ha portato all'aumento dei livelli di luteina (di 5 volte), di zeaxantina (di 2 volte), e dei chetocarotenoidi. Infine, la somministrazione di licopene ha aumentato i livelli sierici di luteina (di 2 volte). Sono stati osservati diversi gradi di carotenosi benigna (il 95% con olio di palma rosso, il 40% con luteina, e il 25% con licopene) in un altro studio su volontari spagnoli. Chiaramente, ciascun carotenoide è metabolizzato nell'uomo in modo diverso nel corpo umano, e diverse altre funzioni di assorbimento dei carotenoidi, del trasporto, dell’eliminazione, della deposizione tessutale, e dell’utilizzo sono ancora poco comprese.(16) In uno studio randomizzato di cross-over, van het Hof et al. (17) hanno comparato la biodisponibilità dei caroteni seguendo l’assunzione di un pranzo fortificato con olio di palma rossa (25mg/giorno) o di β-carotene sintetico tutto trans (25 mg/giorno) a 72 volontari sani. La somministrazione per 4 giorni è stata seguita da un periodo di depurazione di 10 giorni. Sia i carotenoidi sintetici sia quelli dell'olio di palma naturale avevano effetti comparabili, con un miglioramento dei livelli plasmatici di β-carotene osservato dopo 4 giorni di somministrazione. La potenza dello studio, tuttavia, è limitata dall'effetto di riporto della somministrazione di olio di palma rossa usata con un breve periodo di depurazione. In un modello di farmacocinetica a dose singola, sia l'attività metabolica sia la biodisponibilità della vitamina A e dei caroteni sono stati studiati utilizzando un metodo di riferimento con un isotopo stabile. (18) Dodici volontari sani sono stati trattati con 10 g di olio di palma rossa mescolato con un succo (2,4 mg di β-carotene e 1,8 mg di α-carotene) è stato somministrato con piccola quantità di estere di vitamina A marcato con deuterio (retinile-acetato). Le lipoproteine ricche in trigliceridi misurate 8,5 ore dopo il trattamento contenevano un rapporto più basso
  • 33. 33 di β-carotene / α-carotene, il che implica che la l'attività vitaminica A del β- carotene è sostanzialmente maggiore di quella di un α-carotene. (18) Uno studio di somministrazione di olio di palma rossa (1.5 mg di β- carotene) per otto settimane era condotto in pazienti affetti da fibrosi cistica presso il Centro della Fibrosi Cistica ad Heidelberg, Germania.(19) La maggioranza dei pazienti con fibrosi cistica era affetta da insufficienza pancreatica, che porta ad una carenza di antiossidanti non enzimatici causato dal malassorbimento di lipidi e di vitamine liposolubili. È interessante notare che la somministrazione giornaliera nella dieta di olio di palma rossa è stata trovata capace di migliorare i livelli plasmatici di β- carotene, retinolo, e α-carotene nei pazienti con fibrosi cistica.(19) In un recente modello randomizzato e controllato, con un periodo di depurazione di 2 settimana, la bio-integrazione con manioca gari è stato confrontata con una uguale quantità di palma rossa fortificata olio manioca gari per la sua efficacia nel migliorare lo status della vitamina A in otto donne americane sane e ben nutrite. (20) Alle partecipanti sono stati offerti pasti basati su gari di manioca che contenevano gari bio-integrato (1 mg di carotene), gari bio-integrato con olio di palma rossa (1 mg di β- carotene) o non addizionato con gari (0,3 mg di retinile palmitato, riferimento aggiuntivo). È interessante notare che sia i pasti bio-integrati sia quelli fortificati con gari di olio di palma rossa hanno aumentato in modo efficiente le concentrazioni plasmatiche di β-carotene, α-carotene, e retinile palmitato. (20) SICUREZZA, MUTAGENICITÀ E TOSSICOLOGIA DELL’OLIO DI PALMA La sicurezza sia dell’olio di palma grezzo sia dell’olio di palma raffinato, sbiancato, e deodorato è stata studiata estesamente in studi di mutagenicità, nutrizionali e tossicologici, senza che siano stati riportati effetti avversi. Quando i grassi sono sottoposti al calore, occorre un’ossidazione termica e si formano agenti mutageni. Altrettanto, il riscaldamento può provocare un deterioramento della qualità nutrizionale dell'olio. Olio di palma grezzo e olio raffinato di palma, riscaldati più volte, sono stati testati per la mutagenicità per determinare la sicurezza della loro commestibilità. Utilizzando ceppi TA100 e TA98 di Salmonella typhimurium in test di Ames, non sono state rilevate attività mutagene quando gli estratti di questi oli sono stati attivati metabolicamente utilizzando la frazione microsomale S9 di fegato di ratto.(21) Questo studio dimostra che questi oli sono adatti per l'uso come mezzo di frittura. Inoltre, nonostante le fritture ripetute, gli oli rimangono stabili e chimicamente sono sicuri per il consumo.(21) Numerosi studi condotti in India e inclusi nella presente rassegna hanno usato olio di palma grezzo, olio di palma grezzo di gradazione di qualità alimentare, ma quest'olio è
  • 34. 34 stato definito olio di palma rossa nelle nuove pubblicazioni perché era ricco di carotenoidi. Gli studi nutrizionali e tossicologici sono stati condotti in in svezzamento ratti albini Wistar/NIN in ricerche di 28 giorni e di 90 giorni. (22) Gli effetti nutrizionali e tossicologici dell’alimentazione con una dieta priva di proteine rispetto a una dieta contenente il 10% di proteine di caseina con il 10% di grassi (olio di arachidi, olio grezzo di palma, o raffinato, sbiancato, e olio di palma deodorato) erano paragonati. Nessun effetto negativo è stato osservato sul tasso di crescita, sul rendimento alimentare, sulla digeribilità, sull'assorbimento dei grassi, sul bilancio azotato, fosforo e ritenzione di calcio, enzimi sierici, o sangue di ematologia sono stati trovati per alcuno dei grassi testati. I livelli dei lipidi nei tessuti (dopo 28 giorni di alimentazione) e nel sangue (dopo un lungo periodo di alimentazione di 90 giorni) erano comparabili in tutti e tre i gruppi per tipo di olio (alimentati con olio di palma grezzo, od olio di palma raffinato, sbiancato e deodorato, oppure olio di arachidi). Quindi, se confrontato con l’olio di arachidi e con l’olio di palma raffinato, sbiancato e deodorato, l’olio di palma grezzo è stato trovato in possesso di qualità nutrizionali simili e non ha mostrato alcun’azione nociva.(22) Gli enzimi epatici che metabolizzano i farmaci, utilizzati per la valutazione della disintossicazione in un organismo ospite, sono stati studiati in tre generazioni di ratti Wistar/NIN/albino inbred.(23) Gli effetti della somministrazione di olio di palma rossa (10% di grassi totali) è su diverse vie metaboliche della fase I e della fase II sono state confrontati con quelli da olio di palma raffinato, sbiancato, deodorato e da oleina dall’olio di palma raffinato, sbiancato, deodorato. Le sostanze cancerogene sono metabolizzate istantaneamente, dando origine ad una miscela complessa di prodotti. L’attività della S-transferasi del glutatione In Fase II è stata misurata nei fegati dei topi della generazione F3. L'alimentazione è stata estesa per una generazione aggiuntiva (F4) per altre nove settimane. La somministrazione di olio di palma rossa è stata trovata capace di incrementare i livelli della glutatione S-transferasi, un enzima disintossicante di Fase II; inoltre, non è stata trovata alcuna induzione di enzimi di fase I o aumento del citocromo P450 totale, entrambi indicativi della metabolizzazione del fenobarbital e degli idrocarburi policiclici aromatici. Quindi, la protezione contro i cancerogeni chimici fornita dall’olio di palma rossa è probabilmente attribuibile al contenuto di carotenoidi.(23) La tolleranza ed il potenziale di attività antiossidante di dosi progressive (0, 1, 2, e 4 ml) di olio di palma rossa sono state studiate in ricerche di sette settimane su animali sperimentali. La somministrazione di olio di palma rossa è stata trovata capace di migliorare la concentrazione di antiossidanti nei globuli rossi e nel fegato. Inoltre, animali alimentati con olio di palma rossa hanno una normale architettura del fegato. Sulla base dei dati raccolti finora, l'olio di palma rossa appare sicuro per il consumo e per la somministrazione alimentare.(24)
  • 35. 35 APPORTO ALIMENTARE RACCOMANDATO DI VITAMINA A La quantità totale di vitamina A negli alimenti è espressa come μg di retinolo equivalenti (RE). Cento grammi di olio di palma rosso contengono circa 7000 RE. La tabella 2 mostra l’apporto alimentare raccomandato (RDA) per la vitamina A formulato dall'Istituto di Medicina per diverse popolazioni.(25) Si stima che circa 1 cucchiaino (5 g) di olio di palma rossa fornirà il RDA della vitamina A per i neonati e i bambini, che il doppio di tale quantità (10 g) fornirà il RDA per gli adulti e le donne in gravidanza. Il contributo dei diversi fitonutrienti presenti nell’olio di palma rossa, sulla base della stima dell’equivalente di olio di palma rossa necessario per soddisfare la RDA di vitamina A, è mostrata nella tabella 3. Una rassegna completa di sessantadue studi controllati ha esaminato la correlazione tra i risultati di salute e le concentrazioni plasmatiche di carotenoidi.(26) Sulla base dei risultati, è stata proposta un indice di salute dei carotenoidi, con 5 categorie di rischio: < 1 μM (rischio altissimo), 1,0-1,5 μM (rischio elevato), 1,5-2,5 μM (rischio moderato), 2.5-4,0 μM (rischio basso), e > 4 μM (rischio molto basso).(26) Tabella 2. Apporto alimentare raccomandato (RDA) di vitamina Aa Categoria Età RDA per la vitamina A (μg RE) Quantità di olio di palma rossa che fornisce la RDA (g) Infanti 0 – 2 mesi 400 - 500 5,7 – 7,1 Bambini 1 – 8 anni 300 - 400 4,3 - 5,7 Adulti Maschi 9 – 70 anni 600 - 900 8,6 – 12,9 Femmine 9 – 70 anni 600 - 700 8,6 – 10,0 Gravidanza 14 – 50 anni 750 - 770 10,7 – 11,0 Allattamento 14 – 50 anni 1200- 1300 17,1 – 18,6 Abbreviazione: RE, equivalenti del retinolo, a RDA per la vitamina A suggerito dall’Istituto di Medicina (25) VITAMINA A E PREVENZIONE DELLE MALATTIE L'efficacia terapeutica dell’olio di palma rossa in vari disturbi è stata studiata ampiamente. In particolare, la somministrazione di olio di palma rossa per la carenza della vitamina A è stata studiata a fondo nei bambini, nelle donne incinte, e nelle e madri che allattano. Anche altre malattie, tra cui le complicazioni cardiovascolari, il diabete, il cancro, e le complicanze riproduttive sono state esaminate, Principalmente in modelli animali. La sezione seguente descrive evidenze da studi sull’animale sperimentale e
  • 36. 36 sull’uomo che hanno esaminato i potenziali benefici per la salute dell’olio di palma rossa in diverse condizioni. DEFICIENZA DI VITAMINA A La carenza di vitamina A o retinolo è un problema di sanità pubblica, indicato come il deficit nutrizionale più diffuso n tutto il mondo.(11) Una carenza di vitamina A è provocata da disturbi del fegato, da malassorbimento dei grassi, oppure dalla assunzione di una dieta inadeguata in vitamina A. La provitamina A può essere scissa e cedere retinaldeide, poi, retinolo e acido retinoico. (27) BAMBINI. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, (OMS), circa 190 milioni di bambini in età prescolare in sottosviluppato paesi, in particolare i paesi in Africa e Sud-Est asiatico, sono la vitamina A Neonati e deficienti.(28) Gli infanti e i bambini hanno un maggiore fabbisogno di vitamina A per promuovere una rapida crescita e una migliore immunità verso le infezioni. La carenza di vitamina A nei bambini provoca disturbi del visus, cecità, arresto della crescita, anemia, malattie respiratorie, aumento del rischio di infezione e mortalità a causa di comuni infezioni infantili e diarrea, come il morbillo. Una meta-analisi secondo Cochrane di 194.795 bambini ha mostrato che gli integratori di vitamina A potrebbero abbassare l'incidenza di molte malattie e ridurre la mortalità infantile del 23%.(29) In Sud Africa, van Stuijvenberg e coll. (30) ha comparato l'effetto della somministrazione di biscotti arricchiti con entrambi i casi olio di palma rossa come fonte di β-carotene o di β-carotene sintetico sullo status della vitamina A in bambini scolari della scuola primaria (entrambi fornitori del 34% della RDA di vitamina A nei bambini, o 1,43 mg di β- carotene), con un adeguato placebo come controllo. I biscotti erano distribuiti nei giorni di scuola per 6 mesi a 265 bambini di età tra 5 e 11 anni che hanno frequentato una scuola primaria rurale nella provincia di Kwa Zulu-Natal. L'aumento dei livelli di retinolo nel siero dal valore basale a 6 mesi fu identico in tutti i 3 gruppi. Gli autori riferirono 2 fattori di confondimento. In primo luogo, è stato introdotto un nuovo programma di refezione durante le ultime 4 settimane dello studio (che forniva un RE 233 di β-carotene al giorno, o il 33% della RDA di vitamina A). In secondo luogo, l'ultimo lotto di biscotti arricchiti con olio di palma rossa forniva solo la metà della RDA di vitamina A programmato perché c’era stato un depauperamento delle qualità dell’olio di palma rossa in condizioni di stoccaggio inadeguate.(30) Tuttavia, questo studio ha riferito una soddisfacente applicazione dei biscotti arricchiti con olio di palma rossa, proponendo l’indicazione di un approccio fattibile per affrontare una carenza di vitamina A tra i bambini.(30,31) Gli stessi autori hanno condotto diverse ricerche di follow-up (31,32) in una regione diversa dove non c'era programma di refezione per confondere i risultati. È stato impiegato un progetto simile, ma l'ammontare della RDA somministrata (30%) è stato
  • 37. 37 leggermente inferiore, il numero di studenti (n = 432) di età compresa tra 5 e 11 anni delle scuole elementari nelle zone rurali Kwa Zulu-Natal è stato più grande, e la durata dello studio (3 mesi) è stata piu’ breve. Lo status della provitamina A di entrambi i gruppi che hanno ricevuto biscotti integrati con β-carotene è migliorato in misura analoga, sia che i biscotti siano stati arricchiti con olio di palma rossa sia con β-carotene sintetico. (31) Nel Burkina Faso, l'effetto dell'aggiunta di olio di palma rossa nei pasti scolastici nella scuola primaria sullo status della vitamina A è stato studiato nelle scuole nelle città di Kaya (zona centro-settentrionale) e a Bogande (zona orientale).(33) I siti sono stati scelti con cura per garantire che l'olio di palma rossa non fosse né prodotto in quell'area ne’ già utilizzato in un programma di integrazione. A Kaya, 239 scolari (età 7-12 anni), da quindici scuole che avevano risposto, hanno partecipato a uno studio del test pre-post dell’effetto della somministrazione di olio di palma rossa sui retinoli sierici. L’olio di palma rossa, fornito alla dose di 15 ml (contenente l’equivalente dell’attività di 15.000 μg di retinolo [RAE]) per ciascun soggetto, tre volte la settimana, per un anno, è stato incluso nel programma del pasto meridiano a scuola. Dopo la fine del procedimento, i livelli sierici di retinolo erano aumentati e la frequenza dei livelli bassi di retinolo sierico era diminuita. In uno studio simile, eseguito a Bogande, i test pre-post sono stati eseguiti in tre gruppi: gruppo 1: gruppo di controllo negativo che ha ricevuto a scuola il pranzo regolare; gruppo 2, gruppo di controllo positivo che ha ricevuto la refezione regolare e una sola capsula di vitamina A (60 mg) alla fine del turno scolastico; e gruppo 3: che ha ricevuto olio di palma rossa (per un totale di 76,5 mg RAE nel periodo di prova). Un miglioramento comparabile nei livelli di retinolo nel siero e una diminuzione della frequenza dei livelli sierici di retinolo bassi sono stati riportati sia nel gruppo Integrato con vitamina A sia nel gruppo integrato con l’olio della palma rossa. Questi risultati indicano che una bassa dose di olio di palma rossa, presa regolarmente, migliora lo status della vitamina A negli individui affetti da deficienza.(33) In India, Manorama e coll. (34) ha condotto tre studi per valutare i seguenti punti: (1) gli effetti nel test pre-post dell’olio di palma rossa sui livelli di retinolo nel siero; (2) l'efficacia dell’olio di palma rossa come un integratore della vitamina A; e (3) la sostenibilità dei livelli di retinolo nel siero in un periodo di mancata somministrazione dopo-somministrazione di olio la palma rossa in confronto con la vitamina A. Nella prima prova, un trattamento di 2 mesi in bambini deficienti di vitamina A (n = 24) di età compresa tra 7 a 9 anni di basso status socio-economico, in abitazioni messe a disposizione dal governo, ad Hyderabad, hanno avuto un dolce indiano, il suji halwa, o arricchito con olio di palma rossa (2400 mg di β- carotene) o preparato come placebo usando olio di arachidi, come spuntino serale. Al gruppo che aveva ricevuto lo spuntino come placebo furono somministrati 600 μg di vitamina A in gocce, per os. Il miglioramento dei livelli sierici di retinolo e delle scorte epatiche di retinolo era simile nei due gruppi. Nella seconda prova, a bambini carenti
  • 38. 38 di vitamina A, da leggermente a gravemente, (N = 26) di età compresa tra 7 e 12 anni, provenienti da scuole governative di Hyderabad fu offerto uno spuntino serale di suji halwa integrata, simile a quello dato nel primo trattamento, oppure un’unica massiccia dose di vitamina A sintetica (100.000 UI). Dopo un mese, è stato riportato un miglioramento doppio dei livelli di retinolo nel siero in entrambi i gruppi. Inoltre, sebbene il livello basale di β-carotene sia stato basso in entrambi i gruppi, il gruppo integrato con olio di palma rossa ha mostrato un miglioramento dei livelli di β-carotene più di 3 volte maggiore. Nella terza prova, bambini deficienti di vitamina A (n = 36) di età compresa tra 7 a 9 anni di un villaggio interno (Nakhaur, Orissa) hanno ricevuto un’integrazione alimentare per un mese e poi richiamati dopo 6 mesi per uno studio di follow-up. I bambini sono stati assegnati ad uno dei tre gruppi: di controllo, trattati con una singola dose massiccia di vitamina A (100.000 UI); il dolce indiano besan laddhu, integrato con 4 g di olio di palma rossa (50.000 IU di vitamina A); o besan laddhu arricchito con 8 g di olio di palma rossa (100.000 UI di vitamina A). Dopo 6 mesi, al momento della cessazione della somministrazione, il gruppo che aveva ricevuto lo spuntino serale fortificato con l’olio di palma rossa (8 g) aveva livelli di retinolo comparabili con quelli del gruppo di controllo che aveva ricevuto la dose singola di vitamina A.(34) L’olio della palme rossa è un efficiente fonte di β- carotene biodisponibile; quindi, la somministrazione di olio di palma rossa è raccomandata due o tre volte all'anno per conservare uno status adeguato di vitamina A.(35) Tabella 3. Contributo, basato sui fitonutrienti, alle quantità stimate come consigliabili d’olio di palma rossa (RPO)a Fitonutrienti 5 g di RPO (1 tsp) 10 g di RPO (2 tsp) 18 g di RPO (1 tbsp) Carotene totale 3,3 g 6,7 g 2,0 g β-carotene 1,3 g 2,7 g 4,8 g α-carotene 1,3 g 2,7 g 4,8 g Altri caroteni 0,7 g 1,3 g 2,4 g Vitamina E totale 4,1 g 8,1 g 14,6 g α-tocoferolo 0,8 g 1,5 g 2,8 g α-tocotrienolo 1,2 g 2,3 g 4,2 g y- tocotrienolo 1,7 g 3,3 g 6,0 g ∆- tocotrienolo 0,4 g 0,8 g 1,4 g Coenzima Q10 0,1 g 0,2 g 0,4 g Fitosteroli 1,6 g 3,2 g 5,8 g Campesterolo 0,2 g 0,5 g 0,9 g Stigmasterolo 0,3 g 0,6 g 1,1 g β-Sitosterolo 1,0 g 2,0 g 3,6 g Colesterolo e altri fitosteroli ignoti 0,0 g 0,1 g 0,2 g Abbreviazioni: tbsp = cucchiaio da tavola; tsp = cucchiaio da thè; RPO = olio di palma rossa; a : secondo Tay e coll. (6)
  • 39. 39 In un simile studio comparativo di 15 giorni, ai bambini (n = 36) di età compresa tra 7 a 9 anni nel villaggio Nakhour, Orissa fu data una dose massiccia di vitamina A (50.000 UI) o il dolce indiano besan laddhu integrato con 4 g di olio di palma rossa (25 000 IU) oppure con 8 g di olio di palma rossa (50.000 UI).(36) livelli di retinolo nel siero sono stati valutati allo stato basale, dopo 15 giorni di somministrazione, e dopo 3 mesi di somministrazione. Rispetto ai livelli basali, il retinolo sierico, sia dopo la massiccia unica dose di vitamina A sia dopo lo spuntino serale integrato con 4 g di olio di palma rossa è raddoppiato, considerando che i livelli dopo 8 g di olio di palma rossa sono triplicati. Inoltre, 8 g di olio di palma rossa hanno manifestato una protezione simile come la massiccia dose di vitamina A dopo sia il periodo di somministrazione iniziale sia il periodo post somministrazione. Piuttosto che una somministrazione continua, è suggerita una somministrazione periodica, ad intervalli di tre mesi per i programmi di integrazione alimentare per mantenere normale lo status della vitamina A nell’infanzia. (36) GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO. Secondo l'OMS, circa diciannove milioni di donne incinte in paesi sottosviluppati sono carenti di vitamina A, soprattutto in Africa e nell’Asia sud-orientale. (28) Durante la gravidanza e l'allattamento, le donne sono vulnerabili alla carenza di vitamina A perchè una quantità aggiuntiva di vitamina A è necessaria per l’accrescimento dei tessuti materni e fetali, nonché per l’allattamento.(37) Le madri lattanti sono state incoraggiate ad integrare la loro dieta con olio di palma rossa ricco di carotenoidi al fine di incrementare i livelli di retinolo nel siero materno e nel latte al seno.(38) L'impatto sullo status della vitamina A di 8 ml di olio di palma rossa (2400 μg di β-carotene) o di 8 ml di olio di arachidi è stato studiato in 170 donne incinte e nei loro bimbi. (39) Le donne incinte reclutate dall’Ospedale di Niloufer, Hyderabad, hanno ricevuto la somministrazione per otto settimane, con inizio alle 26-28a settimane di gestazione e la fine alle 35-36a settimane. Sono stati segnalati livelli di retinolo più elevati nelle madri e nei neonati, così com’è stata diminuita l’incidenza dell'anemia materna. Lietz e coll.(40,41) ha condotto due studi sugli effetti dell’olio di palma rossa sulla provitamina A in donne in gravidanza e che allattano, nei villaggi rurali soggetti a siccità in Tanzania. Nel primo studio, le donne in gravidanza nel terzo trimestre sono state selezionate per ricevere olio di palma rossa (12 g / giorno) oppure olio di girasole (12 g / giorno) o alimenti di base e sono state incoraggiate a mantenere la loro pratica di mangiare vegetali verde scuri..(40) Gli alimenti tanzaniani di base includono sorgo, miglio, mais, patate dolci, verdure, e vegetali verdi, mentre pesce, carne e uova sono mangiati di rado. Una quantità di olio sufficiente per sei mesi, secondo la dimensione della famiglia, è stato fornito dall’inizio del terzo trimestre a tre mesi dopo il parto. Un aumento dell’attività provitaminica A, come mostrato dai livelli di α-carotene e di β-carotene, è stato trovato sia nel latte materno sia nel plasma nei gruppi trattati con olio di palma rossa. Il livello di retinolo nel latte materno è rimasto stabile
  • 40. 40 in entrambi i gruppi, quello trattato con olio di girasole e quello trattato con olio di palma rossa.(40) In un secondo studio di follow-up, che aveva una progettazione simile, erano studiati i livelli di carotenoidi sia nel plasma sia nel latte materno.(41) I livelli dei carotenoidi carboidratici (α-carotene e β-carotene) erano più alti e i livelli delle xantofille (luteina e zeaxantina) erano inferiori nel plasma che nel latte materno nel gruppo trattato con olio di palma rossa. Sono state trovate apprezzabili quantità di provitamina A e di xantofille nel latte materno di madri lattanti nel gruppo trattato con olio di palma rossa. Le xantofille sono presenti nel pigmento maculare dell’occhio e proteggono i fotorecettori cellulari contro il danno foto- ossidativo.(41) In un’altra ricerca con un progetto simile, parimenti eseguita nelle donne della Tanzania nel terzo trimestre di gravidanza, era studiato l'effetto dell’olio di palma rossa, dell’olio di girasole, del loro alimento di base sulle citochine nel latte e sulla prevalenza subclinica di flogosi a carico della ghiandola mammaria. (42 ) Le madri sono state incoraggiate ad allattare perché il latte materno è ricco di componenti immunologicamente attivi che promuovono la salute infantile e l'immunità. Una diminuzione rilevante è stata trovata nel latte per il rapporto Na+ / K+ nei soggetti trattati con olio di semi di girasole rispetto ai soggetti trattati con olio di palma rossa. Tuttavia lo studio è stato limitato, perché non è stato randomizzato e condotto in doppio cieco.(42) In uno studio di breve termine, di 10 giorni, coppie di madre-figlio honduregne (n = 98) sono state programmate per ricevere la somministrazione di olio di palma rossa (15 ml, equivalente a 15 mg di β- carotene e 6.8 mg di α-carotene), integratori di β-carotene (15 mg), oppure placebo (amido di mais).(43) L'assunzione a breve termine di olio di palma rossa dalle madri era trovato capace di incrementare l’α-carotene e il β- carotene nel plasma materno e nel latte materno. Un aumento rilevante dei β-carotene rispetto all’α-carotene è stato trovato nel plasma dei neonati. Lo status della vitamina A è migliorato nei bambini, è stato suggerito probabilmente attraverso il metabolismo del β-carotene nella dieta materna per i retinoli o per il più biodisponibile α-carotene.(43) È stato condotto un sondaggio su donne nigeriane a diverse fasi di gravidanza (n = 200) per determinare la correlazione tra la vitamina A, la dieta abituale, lo stato di salute, la condizione d morbilità. Quattro quinti delle donne hanno segnalato di consumare olio di palma rossa. Si ritiene che frequenti episodi di malaria, anemia e infezioni subcliniche, quali le flogosi del tratto respiratorio superiore e del tratto urinario, siano stati correlati con un‘elevata frequenza di deficienza di vitamina A. Sia il tipico metodo di preparazione alimentare – in cui l'olio da frittura è coinvolto al punto di fumo per almeno 10 minuti sia il punto di ebollizione delle verdure verdi prima di aggiungerle al sugo - e il basso apporto di fegato (n = 3 volte il mese) sono stati ritenuti correlati coi bassi livelli di vitamina A biodisponibile. Questo studio indica che la deficienza di vitamina A è
  • 41. 41 ancora frequente nelle donne nigeriana in stato di gravidanza.(44) L’Istruzione sulla preparazione del cibo e la stabilità al calore dell’olio di palma rossa può essere utile a questo gruppo. È stato eseguito uno studio longitudinale pre-post intervento per valutare l'efficacia dell’olio di palma rossa come fonte di vitamina A tra madre-bambino (di età compresa tra 1- 3 anni) pari (n = 210) in una zona del Burkina Faso dove l'olio di palma rossa non è di assunzione comune.(45) L’assunzione di latte al seno, di olio di palma rossa, e di frutta ha contribuito a un rilevante aumento di vitamina A nella dieta tra i bambini, mentre l'assunzione di olio di palma rossa e di verdure ha aumentato significativamente l’apporto dietetico di vitamina A tra le madri. L’olio di palma rossa ha aumentato significativamente i livelli sierici di retinolo sia nelle madri sia nei bambini.(45) Mosha e coll. (46) ha condotto uno studio di mano come parte di un tentativo, in corso, per arricchire i legami con la produzione locale di vitamina A. Un prodotto locale, la farina di manioca, fu integrata con olio di palma rossa. La farina di manioca integrata con olio di palma rossa (che fornisce 1.920 RE / giorno) è stata utilizzata per la preparazione e di pasti regolari in famiglia per lo svezzamento di bambini in età prescolare (n = 162) e le donne in gravidanza e in allattamento (n = 68). - Uno studio pilota di 20 mesi è stato condotto in cinque villaggi nella zona del quartiere rurale di Kigoma, in Tanzania, che aveva livelli elevati di disturbi legati alla carenza di vitamina A e di denutrizione. Sebbene il distretto di Kigoma fosse tra i maggiori produttori di olio di palma rossa, esso è una zona di basso consumo di olio di palma rossa, per la mancanza di consapevolezza nutrizionale da parte delle madri e un sapore inaccettabile di esso, soprattutto per i bambini. In tre villaggi pilota, sono stati attuati a livello della comunità programmi di educazione alimentare per addestrare le mamme nella preparazione di farina di manioca integrata con olio di palma rossa. I rimanenti due villaggi sono serviti come controlli, preparando farina di manioca in modo tradizionale; questi non hanno partecipato al programma d’integrazione della farina di manioca o alle prove di alimentazione. È stato segnalato che la farina di manioca integrata con olio di palma rossa è molto accettabile. i livelli di retinolo sierico e il tasso di crescita sono migliorati tra i bambini in età prescolare che hanno consumato farina di manioca integrata con olio di palma rossa. Le concentrazioni di retinolo nel siero in queste donne gravide o in allattamento sono maggiori. Quindi, l’integrazione di alimenti basilari con olio di palma rossa può essere un modo poco costoso, fattibile, e praticabile per combattere la deficienza di vitamina A.(46) Un sondaggio trasversale cluster randomizzato apporto dietetico è stato condotto tra 587 famiglie sulla diade madre-bambino ai fini della valutazione della frequenza della deficienza di vitamina A ad Akwa Ibom, Nigeria.(47) Questa valutazione era parte del programma Harvest-Plus per introdurre la farina di manioca bio-integrata con provitamina A come un alimento sostenibile in Nigeria. I partecipanti sono stati segnalati come affetti da mancanza di ferro in conformità a bassi livelli di ferritina ed
  • 42. 42 elevati livelli di transferrina. Questa popolazione è stata trovata con un adeguato status di vitamina A, che è stato attribuito a un consumo relativamente elevato di olio di palma rossa che rende conto dal 50% al 60% del fabbisogno giornaliero di vitamina A. La frequenza della deficienza di vitamina A tra i bambini, tuttavia, è ancora una fonte di preoccupazione. Secondo gli autori, questo potrebbe essere correlato con diversi fattori causali, come uno stato d’infezione, l'efficienza della bio- conversione della provitamina A proveniente dalla dieta, e il degrado della vitamina A. I partecipanti avevano livelli più elevati dei vettori del retinolo (cioè, delle proteine che legano il retinolo) rispetto ai livelli sierici di retinolo, indicando un’adeguata scorta di retinolo nel fegato. DIMINUZIONE VISIVA CAUSATA DA DEFICIENZA DI VITAMINA A NEI BAMBINI. Secondo l'OMS, si stima che 2,8 milioni di bambini in età prescolare sono a rischio di cecità nutrizionale o di xeroftalmia attiva a causa di carenza di vitamina A in paesi con basso reddito.(48) Circa da 250.000 a 500.000 bambini con deficienza di vitamina A diventano ciechi ogni anno, la metà dei quali muoiono entro un anno, anche perdendo il loro visus.(48) I segni oculari della progressiva deficienza di vitamina A nei bambini, secondo la classificazione dall'OMS, sono la cecità notturna, la xerosi congiuntivale, le macchie di Bitot, la xerosi corneale, l’ulcera corneale / la cherato-malacia, e le cicatrici corneali provocate da una grave carenza di vitamina A.(11) Una grave deficienza di vitamina A colpisce i tessuti dell’occhio riducendo la rigenerazione del pigmento visivo per l'esposizione alla luce intensa o causando danni permanenti all’epitelio della cornea e della congiuntiva. Le classiche manifestazioni oculari della carenza di vitamina A variano dalle meno gravi macchie di Bitot e la cecità notturna alla xeroftalmia grave e alla cheratomalacia che porta alla cecità. (9) In una ricerca del 1937 su base ospedaliera, Aykroyd e Wright (49) hanno studiato gli effetti di emulsione olio di palma rosso Rispetto emulsione di olio di fegato di merluzzo (entrambi in grado di fornire vitamina A a 500 UI / giorno) nei neonati e nei bambini con cheratomalacia o ulcerazione corneale. È stato osservato un marcato miglioramento clinico con il trattamento con olio di palma rossa entro 14 giorni. I due trattamenti hanno mostrato efficacia comparabile. L’olio di palma rossa era meglio tollerato rispetto all’olio di fegato di merluzzo, che tendeva ad aggravare la diarrea, ed era piu’ palatabile. (49) Due studi condotti in India hanno registrato una riduzione delle macchie di Bitot dopo somministrazione di olio di palma rossa. (50,51) Le macchie di Bitot sono aree con anomalie della proliferazione delle cellule squamose e con cheratinizzazione della congiuntiva, che portano alla formazione di macchie. Nel primo studio, Sivan e coll. (50) hanno fornito ai partecipanti un pasto di mezzogiorno integrato con olio di palma rossa per stabilire l'accettabilità dell’olio di palma rossa, gli effetti dell’olio di palma rossa sullo status della vitamina A, e la morbilità. Erano scelti bambini in età prescolare (N = 923) reclutati da 35 asili nido nel
  • 43. 43 programma di sviluppo rurale Vivekananda Kendra nel Tamil Nadu in un’area ad alta frequenza di xeroftalmia. Era previsto un pasto di mezzogiorno standard integrato con 5 ml o di olio di palma rossa o di olio di arachidi per 10 mesi. Il gruppo trattato con olio di palma rossa aveva un migliore status di vitamina A, minore incidenza e maggiore scomparsa delle macchie di Bitot, e livelli di β-carotene del siero superiore al gruppo di controllo, e olio di palma rossa è stato appetibile quanto l’olio di controllo.(50) in uno studio di follow-up con un trattamento piu’ breve, di 7 mesi, gruppi di controllo aggiuntivi hanno ricevuto retinolo palmitato di vitamina A (400 RE od 800 RE) o olio di arachidi (5 ml o 10 ml), e un gruppo sperimentale ha ricevuto l'olio di palma rossa (5 ml [400 RE] o 10 ml [800 RE]). Sei gruppi che comprendevano un numero minore (N = 334) di bambini in età prescolare dal Vivekananda Kendra prescolare in Ramanathapuram, Tamil Nadu, Erano o reclutati per la valutazione per determinare l'efficacia e la la dose ottimale di integrazione. Sivan e coll. (51) ha segnalato che una dose minore di olio di palma rossa, 5 ml / giorno, ha migliorato lo status della vitamina A, così come la dose di 8 ml utilizzata da Mahapatra e Manorama. (36) L’olio di palma rossa, a 5 ml / giorno, è stato sufficiente a migliorare lo status di retinolo, β-carotene e α- tocoferolo. Inoltre, l'olio di palma rosso ha conferito migliore protezione della vitamina A sintetica, e nessun nuovo caso con macchie di Bitot è stato riportato in entrambi i gruppi che sono stati sottoposti alla somministrazione. (51) La Nutrition Foundation of India ha condotto studio multicentrico a Trivandrum, Coimbatore, e Nuova Delhi. (52) Sebbene i partecipanti - i bambini, le donne in stato di gravidanza, e in allattamento - inizialmente non hanno gradito l’olio di palme rossa a causa del suo odore e colore, che poi, alla fine, hanno accettato. La somministrazione di olio di palma rossa è stata trovata capace di aumentare il tasso di scomparsa delle macchie di Bitot a Coimbatore ed a Trivandrum. A New Delhi, è stato trovato che essa migliora in modo significativo la sofferenza citologica della congiuntiva. Inoltre, il 54% dei bambini con sofferenza citologica congiuntivale aveva risultati normali dopo 6 mesi di somministrazione di olio di palma rossa. Dopo cinque mesi di somministrazione, l’80% dei partecipanti con deficienza di vitamina A aveva livelli di vitamina A normalizzati. Quindi, è stato dimostrato che una piccola quantità di olio di palma rossa (4-10 g / giorno) è in grado di migliorare adeguatamente lo status della vitamina A nei bambini e negli adulti. (52) Le manifestazioni oculari della deficienza di vitamina A sussistono ancora nelle comunità indigenti in Malesia. (53) La carenza di vitamina A è frequente nei bambini in età prescolare e in età della scuola primaria provenienti da piantagioni di gomma e nei bambini aborigeni di Orang Asli. L'accettabilità e l’ordine di preferenza di tre diversi derivati di snack locali integrati con olio di palma rossa, vale a dire il rotolo di primavera, il curry puff, e la ciambella, sono stati testati su 26 bambini in età prescolare provenienti da due scuole d’infanzia in un insediamento di Orang Asli in Sungai Tekir, Negeri Sembilan. Lo snack fu integrato con 5 ml di olio di