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OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO
ONA Onlus
Atti del Convegno
Asbestos:
closer than Eu think
Bruxelles,8 dicembre 2015
Curatore: dott. Michele Rucco, Segretario Generale dell’Osservatorio
Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus.
©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-99182-17-5
Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma
http://osservatorioamianto.jimdo.com/
Email osservatorioamianto@gmail.com
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del
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Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e
l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere
professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale
senza la specifica autorizzazione dell’Editore.
Atti del Convegno
Asbestos:
closer than EU think,
Asbestos in Italy, Europe
and inside the EU institutions
Bruxelles,8 dicembre 2015
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 31 dicembre 2016
ISBN 978-88-99182-17-5
Indice
1 La locandina “Asbestos: closer than EU think”
2 Michele Rucco, “L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto e la
sua missione”
3 Luciano Mutti, “Translational Research for Asbestos-related
Tunours: a ‘twists and turns’ tales”
4 APPENDICE:
1. Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'ambiente umano,
Stoccolma, 5-15 giugno 1972;
2. Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria, Alma
Ata, Kazakistan, ex URSS, 6-12 settembre 1978;
3. Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, Ottawa, Ontario,
Canada, 17-21 novembre 1986;
4. Rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo
sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992;
5. Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee sul
principio di precauzione, Bruxelles, 2 febbraio 2000;
6. Asbestos-related occupational diseases in Europe, Enquiry Report,
European Forum of the Insurance against Accidents at Work and
Occupational Diseases, Bruxelles, aprile 2006;
7. Outline for the Development of National Programmes for
Elimination of Asbestos-Related Diseases, ILO – International
Labour Office and WHO – World Health Organization, Ginevra,
2006;
8. Ambiente e salute, Miglioramenti della prevenzione dei pericoli
legati all’ambiente, Raccomandazione 1863(2009) del Consiglio
d’Europa, Strasburgo, 13 marzo 2009;
9. Risoluzione del Parlamento Europeo sulle minacce per la salute
sul luogo di lavoro legate all'amianto e le prospettive di
eliminazione di tutto l'amianto esistente, Bruxelles, 14 marzo
2013.
5 La registrazione video
Relazioni
L’Osservatorio Nazionale
sull’Amianto e la sua missione.
dott. Michele Rucco
Segretario Generale Osservatorio Nazionale sull’Amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto
e la sua missione.
Dott. Michele Rucco
Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Svetonio, 16 – 04100 – Latina (Italia)
Tel. +39 340 2553965
e-mail: segretariogenerale.ona@gmail.com
ASBESTOS: closer than EU think
Asbestos in Italy, Europe ans inside the EU institutions
Bruxelles – 8 dicembre 2015
Buonasera signore e signori, vi porto il saluto dell’Osservatorio Nazionale
sull’Amianto – ONA Onlus e del suo Presidente, l’avv. Ezio Bonanni, che
purtroppo non ha potuto partecipare a causa dei suoi impegni professionali.
Sono lieto di essere qui, oggi, insieme a voi e ringrazio l’onorevole Tiziana
Beghin per l’invito e tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione di
questo evento.
Un invito che per noi è motivo di grande orgoglio, in quanto segna il cammino
che abbiamo percorso in questi anni, con impegno e tenacia, guidati dalla nostra
volontà di batterci per la prevenzione primaria, per un ambiente pulito, per la
bonifica dei territori e degli ambienti di vita e di lavoro.
In questo mio intervento cercherò di evidenziare che l’amianto ed il suo uso
nefasto e criminale rappresentano l’emblema di come il rapporto tra salute,
lavoro ed ambiente sia stato spesso impostato e gestito in un modo errato,
facendo passare in secondo piano il rispetto della vita, della sua dignità, della
sua qualità.
La battaglia contro l’asbesto non è una battaglia di retroguardia, volta a
sanzionare e a stigmatizzare comportamenti criminali del passato; la storia
dell’amianto è un caso emblematico, un caso di studio da cui apprendere per
evitare di trovarci fra pochi anni a fare una nuova conta dei morti causati da
altre sostanze tossiche, presenti e usate fra di noi nella più rigorosa
disinformazione.
In Italia abbiamo contato circa 5.000 decessi ogni anno dovuti alle patologie
asbesto correlate.
Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di
informazione, in un contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di
sostanziale impunità dei responsabili di questo eccidio.
Le vittime, i familiari, gli esposti sono quasi sempre lasciati soli con la loro
sofferenza e con le loro difficoltà ad affrontare le conseguenze di quello che non
potrà mai, per sua natura, essere definito un “problema privato”.Tutto ciò è
stato possibile per l’esistenza di una lobby, che noi abbiamo definito
“Amiantopoli”, che ha operato nell’interesse degli industriali dell’amianto,
incurante dei danni provocati alla salute ed all’ambiente, incurante dei morti e
delle sofferenze indotte.
La letalità dell’amianto era nota fin dai tempi dell’antichità; già Plinio il Vecchio
riferisce che gli addetti alla lavorazione si fasciavano il viso con membrane di
vesciche allentate, per non respirare quella polvere nociva.
Il rischio morbigeno legato all’esposizione alle polveri di amianto emerse in
modo incontrovertibile durante i lavori del XVIII Congresso di Medicina Interna
tenutosi a Roma nell’ottobre del 1908.
In quella occasione vennero presentati gli studi del prof. L. Scarpa, del Policlinico
Generale di Torino: egli aveva avuto constatato che tra i 27.000 ammalati di
tubercolosi polmonare, curati tra il 1894 e il 1906, soltanto 30 erano quelli che
erano stati esposti a polveri di amianto (poiché all’epoca ne erano impiegati un
numero esiguo nelle relative lavorazioni) tuttavia tutti questi, tranne uno,
persero la vita entro un anno dalla diagnosi con una rapidità di progressione
della malattia tale da far concludere che ci fosse una relazione con l’inalazione
delle polveri di amianto.
La consapevolezza degli effetti patogeni dell’amianto fu il presupposto sulla
base del quale il Tribunale di Torino nel 1906 mandò assolto un giornalista citato
per calunnia da un imprenditore: il primo aveva affermato sul suo giornale la
pericolosità della lavorazione dell’amianto che si svolgeva nella fabbrica del
secondo.
La sentenza del Tribunale venne confermata l’anno successivo dalla Corte di
Appello di Torino; entrambi i documenti si trovano ora presso l’Archivio di Stato
di Torino.
E’ interessante rilevare come la storia giudiziaria dell’amianto inizi con una
sentenza che riguarda l’informazione e come, sin da subito, siano state messe in
campo azioni per negare ciò che era evidente anche scientificamente.
Fin dall’inizio, quindi, la disinformazione si caratterizza come cifra importante di
tutta la storia dell’amianto, e per tanti versi lo è ancora oggi, come vedremo.
Analizzando i volumi della produzione e dell’importazione di amianto in Italia
dal 1946 al 1992, anno di entrata in vigore della Legge 257 che ne ha bandito
l’estrazione e la lavorazione, vediamo come essi crescano esponenzialmente,
raggiungendo il loro picco fra gli anni Settanta ed Ottanta, quando arrivano
quasi a 250.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente solo a partire
dal 1990.
Confrontando il dato italiano con l’analogo dato degli USA, si vede come in
questo paese la produzione di amianto invece inizi a diminuire proprio a partire
dal 1970, in concomitanza con la divulgazione degli studi di Irving Selikoff, che
dimostravano il nesso di causalità tra amianto e mesotelioma, tra amianto e
carcinoma polmonare.
Ulteriore e più cogente conferma dell’esistenza e dell’operato della lobby
dell’amianto viene fornita da due documenti, attualmente depositati presso
l’Archivio di Stato di Torino e rinvenuti fra i documenti del Consiglio di
Amministrazione della ditta “Amiantifera” di Balangero (TO), come noto la cava
per l’estrazione di amianto più grande d’Europa.
Il primo documento è la relazione scritta il 20 dicembre 1976 dall’ing. Ermanno
Martini, con la quale lo stesso riferisce i lavori del corso tenuto a Neuss
(Dusseldorf) dal 13 al 16 dicembre 1976 dall’Unione dei Produttori di Cemento-
Amianto WVAZ: in questo rapporto è possibile leggere chiaramente la frase
“Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dott. Selikoff astenendosi dal
citarlo”. Un vero e proprio manuale della controinformazione!
Il secondo documento è ancora più pregnante e fornisce la dimensione delle
entità coinvolte, che non sono solo le industrie dell’amianto, ma anche enti ed
istituzioni pubbliche che avrebbero dovuto tutelare la salute dei cittadini in
ossequio al dettato dell’art.32 della Costituzione.
Si tratta di una nota scritta a mano durante un incontro presso l’”Assocemento”,
tenutosi in Roma il 17 novembre 1978. In questo documento è possibile leggere
le frasi:
“chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione
legati alla protezione dei lavoratori” (si tratta, come noto, della famigerata
norma del limite di soglia a 100 fibre/litro, giudicata già di per sé totalmente
inadeguata dalla comunità scientifica);
“l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) ha aderito a questa richiesta”;
“il Ministro della Salute ha confermato questo fatto”.
Non credo siano necessari ulteriori commenti: siamo nella seconda metà degli
anni Settanta; il nesso di causalità fra amianto e mesoteolioma è ormai
definitivamente dimostrato; la Comunità Europea si sta orientando per la messa
al bando dell’amianto; in Italia invece si cerca in tutti i modi di perpetrare la
lavorazione dell’amianto e di nascondere la sua pericolosità.
A fronte di questi eventi ormai documentati in modo inoppugnabile, la
Magistratura, pur tra le mille difficoltà dovute alla disorganizzazione e alla
carenza di mezzi e di strutture, sta fornendo un baluardo di legalità e di giustizia
e sta portando avanti la ricerca dei responsabili.
La Corte di Cassazione, nel Novembre 2014, ha assolto il magnate svizzero
Stephan Ernest Schmidheiny, proprietario della Eternit, dal reato di disastro
ambientale doloso permanente, per prescrizione, dopo che era stato
condannato nei primi due gradi di giudizio.
Con questa sentenza, la Cassazione non ha negato quanto è emerso nel merito
durante il processo, ma ha adottato una interpretazione - rispettabile e
legittima, se pur non unanimemente condivisa - riguardante i termini di
prescrizione,
Tant’è che il Pubblico Ministero dott. Guariniello ha nuovamente richiesto il
rinvio a giudizio con l’imputazione di omicidio volontario di 258 persone;
attualmente il procedimento è sospeso in quanto gli atti sono stati inviati alla
Corte Costituzionale sulla base del principio del cosiddetto ne bis in idem
(l’art. 649 c.p.p. prevede che l’imputato prosciolto o condannato non possa
essere sottoposto di nuovo a procedimento penale per il medesimo fatto,
neppure se questo viene diversamente considerato per il titolo (la qualificazione
giuridica del fatto), per il grado (la progressione criminosa) o per le circostanze).
Oggi Stephan Ernest Schmidheiny è presidente onorario di una organizzazione
(la World Business Council for Sustainable Development – WBCSD), che conta
come membri le 160 più importanti società del pianeta ed ha rapporti amicali
con esponenti politici di tutti i Paesi.
Abbiamo trovato una foto che lo ritrae insieme al prof. Romano Prodi, più volte
Presidente del Consiglio del nostro Paese e già Presidente dell’Unione Europea,
ma sicuramente le sue frequentazioni sono più ampie.
Le conseguenze di quanto abbiamo visto fanno sì che oggi in Italia ci siano circa
32 milioni di Materiali Contenenti Amianto in matrice compatta, distribuiti in più
di 40.000 siti e in più di un 1.000.000 di micrositi, nei quali l’amianto continua a
ridursi allo stato pulverulento, disperdendo le sue polveri e le sue fibre; circa 3 4
milioni di Amianto in matrice friabile, soprattutto come coibentazione degli
edifici e come tale presente in moltissimi edifici pubblici: scuole, ospedali,
caserme, ecc.
Di questo enorme quantitativo ad oggi risultano bonificate soltanto circa 500
mila tonnellate, che rappresentano meno del 2 per cento del totale:
procedendo di questo passo ci vorranno alcuni secoli per terminare la bonifica!
Tra l’altro quanto bonificato è stato smaltito per oltre il 72% ricorrendo
all’esportazione in discariche all’estero (prevalentemente in Germania).
Non è questa la sede per affrontare quest’altro annoso problema, quello dello
smaltimento, un capitolo della vicenda dell’amianto di cui si parla poco, che
muove ingenti interessi economici e che spesso lo rende appetibile anche per la
criminalità organizzata.
La soluzione adottata in Italia, ed ancora caldeggiata da più parti, anche
autorevoli, è quella dello stoccaggio di tali materiali in discarica, mettendo, non
solo in senso figurato ma anche in senso reale, il problema sotto il tappeto,
costituendo una ipoteca per le future generazioni e dimenticando che il
territorio del nostro Paese è quasi tutto ad alto rischio sismico ed idrogeologico.
La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 ritiene che le
discariche siano solo una soluzione provvisoria e che sia di gran lunga preferibile
il ricorso agli impianti di inertizzazione, capaci di rendere definitivamente
innocue le fibre dell’amianto.
In Italia non esistono impianti di inertizzazione dell’amianto, anche perché il
quadro normativo che dovrebbe disciplinare tale attività è rimasto incompleto
da oltre dieci anni!!.
Per rendere concreto e palese cosa significhi e cosa comporti “bonificare”,
richiamo velocemente la vicenda della Eternit Siciliana di Priolo Gargallo,
stabilimento aperto nel 1953 e chiuso nel 1993 senza che fosse prevista la
bonifica ambientale a carico della società proprietaria: ciò ha comportato che
oggi questo stabilimento è inserito in un Sito di bonifica di interesse nazionale
(S.I.N) con oneri a carico della collettività.
Questo è lo stabilimento oggi, dopo gli interventi di messa in sicurezza
d’emergenza.
Il costo di questo intervento è stato di oltre venti milioni di euro, spesi soltanto
per pulire le superfici in condizioni di emergenza, al fine di evitare ulteriori danni
ambientali.
La bonifica vera e propria deve tener conto, come prescrive l’Accordo di
Programma per gli interventi di riqualificazione ambientale sottoscritto nel
Novembre 2008 dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dei
Trasporti, dalla Regione Sicilia e dagli Enti Locali coinvolti, anche degli “elevati
livelli di contaminazione dei suoli”
Talmente elevati che, ad esempio, la presenza di Arsenico, Cromo e Mercurio ha
una concentrazione superiore di 1.000 (mille) volte il valore limite. Con un costo
che lo stesso Accordo di programma quantifica in oltre 770 milioni di euro
Questa situazione è replicabile per tutti i 57 Siti di bonifica di interesse
nazionale
E allora è lecito domandarsi:
Abbiamo i soldi per tutto?
Abbiamo risorse a sufficienza da poter destinare ad un impiego sostanzialmente
improduttivo ma reso necessario da un’emergenza sanitaria neanche troppo
latente?
Riusciamo a tener lontana la criminalità organizzata?
Ritorniamo all’interno dello stabilimento Eternit di Priolo Gargallo, con questa
immagine ideata per la presentazione di uno spettacolo teatrale che narrava la
tragedia dei 700 lavoratori occupati in questa fabbrica: tutti deceduti per
patologie asbesto correlate o per tumore, tutti tranne una (l’unica donna che si
è salvata deve la sua sopravvivenza alla leucemia contratta dalla figlia in tenera
età che l’ha costretta a sottoporsi ad un trattamento radioterapico per non
lasciare sola la bambina in sala raggi),
Immagine che ci introduce a quelle che sono le conseguenze sanitarie dell’uso
criminale dell’amianto:
La tabella, tratta dal Quinto Rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi,
pubblicato dall’INAIL a Novembre 2015, rileva la presenza fra la popolazione
italiana di 21.463 casi di mesotelioma maligno (MM) diagnosticati nel periodo
1993 – 2012, con un andamento di circa 1.500 nuovi casi ogni anno.
Il trend dei casi di mesotelioma è in continuo aumento. Il mesotelioma può
manifestarsi anche a distanza di 40-50 anni dalla prima esposizione alle polveri
di amianto considerando quindi che il periodo di più intenso utilizzo è stato
quello che va dagli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso e
considerando che ci sono oltre 35.000.000 di tonnellate di materiali contenenti
amianto ancora oggi diffusi sul territorio, spesso in condizioni di degrado, che
fanno proseguire l’esposizione, si può prevedere il picco dei casi a partire dal
2020, con un andamento costante fino al 2030, periodo nel quale può valutarsi
che inizi una diminuzione almeno per i mesoteliomi di origine professionale.
Questi dati ci dicono che siamo in presenza una vera e propria epidemia di
patologie asbesto correlate.
Infatti il mesotelioma è l’evento sentinella ed è la più rara tra le patologie
asbesto correlate, è di tutta evidenza come le stime secondo le quali il tumore
polmonare incida per il doppio rispetto al mesotelioma siano tutt’altro che
infondate quindi tenendo conto anche delle altre patologie asbesto correlate,
non solo quelle già riconosciute come tali (tumore alla laringe, alle ovaie, oltre a
quelle non neoplastiche come l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti
pleurici e le conseguenti complicazioni cardiocircolatorie), ma anche quelle che
sono ritenute solo probabili e possibili come i tumori degli altri organi delle vie
aeree e quelli del tratto gastro-intestinale, si può stimare che ogni anno ci sono
solo in Italia oltre 6 mila decessi per patologie asbesto correlate.
E allora? Che fare? Siamo in grado di evitare che si verifichi un nuovo disastro
come quello dell’amianto?
Permettetemi a questo proposito di citare Oscar Wilde ed il suo paradosso:
L’esperienza è l’insegnate più difficile ed esigente: Primati fa l’esame, Poi ti
insegna la lezione.
In questo l'amianto, la storia dell'amianto sono veramente l'emblema di come
questo paradosso funziona. Noi abbiamo usato l'amianto per lungo tempo e in
modo pervasivo, come lavoratori, come cittadini l’abbiamo apprezzato perché ci
dava ricchezza, benessere, prosperità in quel momento e non ci siamo resi
conto delle conseguenze, siamo stati ingannati, non ci siamo domandati un
sacco di altre cose e oggi ne paghiamo le conseguenze.
Dobbiamo imparare la lezione e la dobbiamo imparare perché la battaglia
dell'amianto è stata essenzialmente, come abbiamo visto, un susseguirsi di
informazioni negate, di verità falsate, di notizie e documenti occultati, di
sottovalutazioni interessate: una controinformazione sistematica e sistemica
che può essere replicata in qualsiasi momento per qualsiasi altro agente tossico
e nocivo.
Dobbiamo anche fare attenzione che non si continui ad alimentare il problema
amianto in maniera pretestuosa, quasi a voler creare con questo funesto
materiale una cortina fumogena che continui ad occultare la pervasività dell’uso
non sano dell’ambiente e dei suoi componenti, per avidità di profitto, per
mancanza di coraggio nel fare il proprio dovere.
Dobbiamo essere consapevoli che viviamo in un mondo in cui gli effetti
dell'inquinamento a danno della salute e dell'ambiente coinvolgono milioni di
cittadini, rappresentano un viaggio senza ritorno (un aereo già partito, per usare
l’esempio icastico caro al prof. Ugazio, studioso instancabile della patologia
ambientale) dobbiamo essere consapevoli che il nostro agire deve essere
sempre incentrato sulla prevenzione primaria, sul principio di precauzione.
La Conferenza di Alma Ata (1978) ha definito la salute dell’uomo non solamente
come assenza di malattie o infermità ma, in positivo, come stato generale di
completo benessere fisico, mentale e sociale. Negli stessi anni, il concetto di
ambiente è stato espanso a comprendere sia l’ambiente naturale sia l’ambiente
costruito dall’uomo.
I rapporti fra ambiente e salute sono sempre stati controversi, scivolosi, fonti di
innumerevoli polemiche e questioni, e per lungo tempo l'intreccio salute-
ambiente è stato affrontato in chiave riduzionistica, operando una rigida
divisione fra stili di vita individuali e fattori ambientali fisici esterni.
E su questo presupposto, l’ambiente è stato considerato e trattato come una
pattumiera.
Oggi, Ambiente e Salute rappresentano un binomio inscindibile ed il rapporto
con l’ambiente è una delle determinanti fondamentali dello stato di salute della
popolazione umana: si è infatti consapevoli che la relazione tra l’individuo e i
diversi fattori ambientali può dare luogo a diversi stati di benessere o di
malattia.
Dichiarazione della Conferenza ONU di Stoccolma del 5-16 giugno 1972
sull'Ambiente
1. L'uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente, che gli assicura
la sussistenza fisica e gli offre la possibilità di uno sviluppo intellettuale, morale,
sociale e spirituale. Nella lunga e laboriosa evoluzione della razza umana sulla
terra, è arrivato il momento in cui, attraverso il rapido sviluppo della scienza e
della tecnologia l'uomo ha acquisito la capacità di trasformare il suo ambiente in
innumerevoli modi e in misura senza precedenti. I due elementi del suo
ambiente, l'elemento naturale e quello da lui stesso creato, sono essenziali al
suo benessere e al pieno godimento dei suoi fondamentali diritti, ivi compreso il
diritto alla vita.
Il professor Giancarlo Ugazio utilizza il celebre dipinto del Mantegna che
raffigura la figura del San Sebastiano trafitto dalle frecce dei soldati romani.
Queste le sue parole:
“La figura del Sebastiano trafitto (alias istrice) potrebbe rappresentare ciascuno
di noi,
La molteplicità degli agenti patogeni dell’ambiente d‘oggi, chimici e fisici, trova
riscontro nell’allegoria dell’istrice - San Sebastiano.
Da questo “insieme” derivano, sotto il profilo tossicologico, il sinergismo e il
potenziamento, effetto cocktail, fenomeno non trascurabile.
L’uomo, insieme con le altre creature che gli fanno compagnia, può tentare di
adattarsi alle nuove condizioni da progresso – tutti noi siamo ora il prodotto
della selezione naturale di tanti anni – ma può campare peggio ed anche meno a
lungo”.
Questi concetti, questa preoccupazione sono stati fatti propri dall’Assemblea
Parlamentare del Consiglio d’Europa con la Raccomandazione 1863 (2009)
approvata il 13 marzo 2009 e nota come Rapporto HUSS “Ambiente e salute”.
In questo contesto quale è il ruolo dell’ONA? Cosa ha fatto e cosa fa?
L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto nasce nel 2008 promosso dalla Libera
Università Telematica Arti e Scienze Moderne come centro di alta formazione e
di ricerca tecnico-giuridica e normativa.
Fin dall’inizio della sua attività però si è trovato a raccogliere la sofferenza e le
difficoltà dei lavoratori esposti all’amianto e dei familiari delle vittime.
Non era possibile limitarsi ad “osservare”: abbiamo avvertito l’imperativo etico
di aiutare persone che erano state lasciate sole, cercando di dare un supporto
ed un sostegno, concreto, fattivo.
Consapevoli che il dolore, la disperazione, la rabbia dei singoli, le vicende
personali hanno un respiro ed un orizzonte nazionale; travalicano lo specifico
problema dell’amianto e richiedono capacità di interloquire, di ragionare, di
confrontarsi a più livelli.
Per ottenere il riconoscimento di diritti inalienabili, primo fra tutti il diritto alla
salute.
Richiedono anche un profondo cambiamento culturale in grado di porre termine
allo scambio (vorrei e dovrei dire al ricatto) tra lavoro per sopravvivere e salute,
che per troppo tempo ha caratterizzato i rapporti industriali e le stesse politiche
sindacali.
Oggi l’Osservatorio conta migliaia di soci, che prestano il loro contributo di idee
e di lavoro, a titolo volontario e gratuito, senza fini di lucro anche indiretto;
molti di loro sono personalità rappresentative delle istituzioni a tutti i livelli
(sindaci, consiglieri comunali, provinciali e regionali, deputati e senatori)
espressione di tutte le formazioni politiche presenti nella società italiana, in
armonia con il carattere apartitico e scevro da ideologie dell’Associazione.
Siamo presenti in quasi tutte le Regioni, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dalla
Valle d’Aosta alla Puglia, attraverso i nostri Comitati, organizzati ciascuno
secondo le proprie caratteristiche e le proprie capacità.
I Comitati sono in grado di assicurare la più ampia partecipazione democratica e
di perseguire le finalità dell’Osservatorio in modo diretto ed immediato, dando
risposte specifiche alle specifiche esigenze di tutela della salute, dell’ambiente e
dei diritti, così come si manifestano e si concretizzano nei singoli ambiti di
operatività.
Possiamo contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico di cui fanno
parte insigni professori e affermati professionisti ed intratteniamo rapporti di
collaborazione con agenzie ed istituzioni di tutto il mondo.
Le finalità dell’ONA sono quelle di
1) promuovere e tutelare la salute in ogni ambito di esplicazione della vita
umana, attraverso
a) la prevenzione primaria, cioè la riduzione del rischio e che si sostanzia
nella completa rimozione di tutti gli agenti tossici dagli ambienti di vita e
di lavoro;
b) la prevenzione secondaria, che è riduzione del danno e che si attua con la
diagnosi precoce;
c) la prevenzione terziaria, che è riduzione delle conseguenze del danno e si
realizza col rispetto del principio sancito dall’Unione Europea “chi
inquina, paga”;
Sono quelle di:
2) rappresentare, tutelare, assistere moralmente e materialmente i lavoratori
ed i cittadini esposti ad amianto e ad altri patogeni, perché nessuno venga
lasciato solo;
3) tutelare i diritti costituzionalmente garantiti a ogni persona, e che
costituiscono l’essenza della dignità umana.
L’Osservatorio oggi opera
• a fianco delle persone per assicurare quelli che abbiamo chiamato “i
diritti negati”;
• a fianco delle Istituzioni locali e nazionali, in una logica sussidiaria
o dando il nostro contributo nella preparazione
 degli atti di sindacato ispettivo
 di proposte di legge,
o partecipando ai lavori delle commissioni legislative nazionali e
regionali
o agendo operativamente attraverso gli Sportelli Amianto
• a fianco della Magistratura, nella sua azione di repressione dei reati
contro la salute e contro l’ambiente, e nella sua azione di ristoro dei
danni causati ai singoli e alle comunità, mettendo a disposizione le
proprie conoscenze e le proprie informazioni;
• a fianco delle strutture mediche per alimentare il circuito
dell’informazione e della conoscenza;
• a fianco ed insieme alle altre Associazioni per unire e condividere, per
agire in sinergia a tutela dell’ambiente, della salute, dei diritti. Ribadisco
con forza “a fianco ed insieme” perché vogliamo UNIRE E CONDIVIDERE,
perché la frammentazione non paga.
Questo per noi è un obiettivo importantissimo e prioritario, ed
auspichiamo che al termine di questa giornata, di questo incontro si
creino le condizioni per costituire una consulta, un coordinamento
sovranazionale che, partendo dall’amianto, dalla lezione dell’amianto,
affronti in ambito europeo le problematiche della salute e dell’ambiente
a tutto tondo in termini di prevenzione primaria.
Rivolgo il mio invito non solo alle associazioni e ai rappresentanti di
associazioni qui presenti, ma anche e soprattutto agli onorevoli deputati
e ai rappresentati delle istituzioni dell’Unione, affinché prestino la loro
attenzione e la loro disponibilità per farsi promotori e sostenitori di
questa proposta.
Vorrei dare compiuto conto del lavoro svolto ricordando alcune delle nostre
ultime iniziative:
• istituzione del Dipartimento ricerca e cura del Mesotelioma, la cui
direzione è affidata al prof. Luciano Mutti, ricercatore di fama
internazionale;
• istituzione dell’Ambulatorio oncologico on line,
• istituzione del Dipartimento di assistenza psicologica on line;
• istituzione delle Guardie Nazionali Amianto, che operano sul territorio
per le segnalare la presenza di siti contaminati da amianto,
• la pubblicazione della collana denominata QTO - Quaderni Tematici
dell’ONA, cioè monografie pensate come contributo di approfondimento
tecnico e scientifico
Tuttavia il nostro investimento più importante è rivolto ai giovani.
Grazie all’impegno e alla sensibilità di docenti e dirigenti scolastici riusciamo ad
inserire le tematiche dell’amianto nei programmi curriculari: la slide evidenzia le
esperienze fatte rispettivamente ad Asti e ad Acri (CS) con i ragazzi delle scuole
medie superioriche hanno colto l’occasione di mettersi alla prova, affrontando
in modo compiuto e con entusiasmo questo, tema; concretizzando il loro
impegno in qualcosa che li aiuta a capire questo nostro mondo e questi nostri
tempi; arricchendo e sperimentando il loro bagaglio di capacità, in un
momento come questo in cui assistiamo proprio ad una massiccia distruzione di
capacità e che è rappresentata dall’alto livello di disoccupazione giovanile che
registriamo nel nostro Paese.
Le migliori risorse della nostra società, la nostra vera ricchezza, costrette
all’inattività e al fatalismo nel periodo in cui si esprime la loro maggiore
fecondità.
Crediamo fermamente in questo approccio formativo e in tutte le iniziative di
divulgazione e di informazione perché Il campo dell’ignoranza è molto vasto ed
inesplorato: la prima cosa che fa genera confusione.
Ad esempio, in molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente
ridotto al problema degli esposti, delle loro patologie, un problema, che
riguarda in definitiva una porzione limitata della popolazione: ma questa
impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal
problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da
tutti gli agenti patogeni.
I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere
rimossa dagli ambienti di vita e di lavoro: unica vera prevenzione primaria è un
ambiente pulito.
La nostra volontà, infatti, è quella di essere al servizio delle vittime, ma anche e
soprattutto al servizio di tutti coloro che corrono il rischio di diventare vittime.
Per questo non ci stancheremo mai di batterci per la prevenzione primaria, per
un ambiente pulito, per la bonifica dei territori e degli ambienti di vita e di
lavoro.
Per questo noi ci impegniamo in questa nostra battaglia, che è al tempo stesso
culturale e valoriale.
E che è ben rappresentata dal nostro simbolo, il guerriero etrusco, dal suo scudo
decorato con il "fiore della vita"; lo scudo è metafora della lotta del bene contro
il male, della verità contro la menzogna, della giustizia contro l’ingiustizia.
Rappresenta un forte impegno etico, finalizzato ad uno scambio valoriale, a una
rivoluzione culturale: rimuovere la centralità del profitto per tornare alla
centralità dell’uomo, alla dignità della persona.
Voglio concludere con questo pensiero di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del
rispetto della vita, un pensiero che segna i limiti dell’uomo e
contemporaneamente è un inno alla sua potenza: “Quello che tu puoi fare è solo
una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita”.
Vi ringrazio per l’attenzione.
1
ASBESTOS:
closer than EU think
Asbestos in Italy EuropeAsbestos in Italy, Europe
and inside the EU institutions
Brussels – 8 Dicembre 2015
dott. Michele Rucco
Segretario Generale
1
AMIANTOPOLI:AMIANTOPOLI:
LA LOBBY ASSASSINA
Nascondere la realtà
per continuare ad uccidere.
2
2
3
Sentenza del Tribunale di
Torino,
31 ottobre 1906
Consapevolezza degli
effetti patogeni dell'amianto
a partire dai primi del 1900
anche dal punto di vista
giuridico
4
3
Nel 1907,
l C t d'A ll di
Sentenza della Corte di Appello
di Torino del 28.05.1907
la Corte d'Appello di
Torino conferma la
decisione del Tribunale, rigetta
definitivamente le richieste
risarcitorie avanzate da
industriali dell’amianto e
assolve l’editore e il direttore
del giornale “Il progresso del
Canavese e delle Valli di Stura”
5
che avevano sostenuto le
rivendicazioni dei lavoratori
dell’amianto, affermando che le
loro aspettative di vita erano di
molto inferiori rispetto al resto
della cittadinanza.
6
4
7
Relazione scritta il 20 dicembre 1976,da
Ermanno Martini, ingegnere eg g
dipendente della ditta "Amiantifera" di
Balangero (Torino). La relazione è
stata redatta sul corso tenuto a Neuss
(Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre
1976 da Wirtschaftsverband Asbestzement
e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di
cemento-amianto].
In questo rapporto è possibile leggere la
8
q pp p gg
frase "Dissociarsi da ogni
discussione delle idee del
dottor Selikoff e astenersi
dal citarlo".
5
Nota scritta a mano in un
"incontro" presso la "Assocemento" di
Roma il 17 novembre 1978Roma, il 17 novembre 1978.
E’ stata trovata fra le carte del Consiglio
di Amministrazione della società
"Amiantifera di Balangero” e
ora è presso l'Archivio di Stato di Torino.
E’ possibile leggere le frasi:
“chiedere di rallentare la questione
della normativa sui limiti di
9
esposizione legati alla protezione dei
lavoratori”
“l'ENPI ha aderito a questa richiesta”
“Il ministro della Salute ha
confermato questo fatto”
La Corte di
Cassazione ha assolto
per prescrizioneper prescrizione
Stephan Schmidheiny,
che è ora imputato di
omicidio volontario in
un procedimento
penale sospeso
hé li i
10
perché gli atti sono
stati rinviati alla Corte
Costituzionale.
Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte
Presidente del Consiglio italiano e già Presidente
dell’Unione Europea, Prof. Romano Prodi
6
 Materiali contenenti amianto in Materiali contenenti amianto in
matrice compatta  32 milioni di
tonnellate
 Amianto friabile  alcuni milioni di
tonnellate
11
 Amianto bonificato  500mila
tonnellate (meno del 2% del totale)
Risoluzione del Parlamento Europeo
2012/2065(INI) del 14 marzo 2013
«Minacce per la salute sul luogo di
lavoro legate all'amianto e prospettive
di eliminazione di tutto l'amiantodi eliminazione di tutto l'amianto
esistente»
12
7
13
14
8
15
16
9
1 – area industriale (7,5 ettari)1 area industriale (7,5 ettari)
dell’ex stabilimento “Eternit”:
Euro 1.652.078,67
2 – area scogliera: Euro 7.106.486,92
3 – area a mare: Euro 11.759.123,50
Totale: Euro 20.517.698,09
Fonte: http:// priolo.altervista.org
17
Fonte: Accordo di programma per gli interventi di riqualificazione ambientale del SIN
18
“Priolo” – Novembre 2008
Per non parlare delle acque di falda …
10
19
Fonte: Accordo di programma per gli interventi di riqualificazione ambientale del SIN
“Priolo” – Novembre 2008
Il Decreto Ministro Ambiente del
11/01/2013 riassegna le competenze
per i siti di bonifica di interesse nazionale:
Siti di interesse nazionale rimasti
di competenza MinisteroAmbiente
1 Venezia (P. Marghera) L. 426/98
2 Napoli Orientale L. 426/98
3 Gela L. 426/98
4 Priolo L. 426/98
5 Manfredonia L. 426/98
6 B i di i L 426/98
16
17
18
19
20
Napoli Bagnoli - Coroglio L. 388/2000
Tito D.M. 468/2001
Crotone - Cassano - Cerchiara D.M. 468/2001
Fidenza D.M. 468/2001
Laguna di Grado e Marano D.M. 468/2001
Ministerodell’AmbienteedellaTuteladelTerritorioedelMare
Direzione Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche
6 Brindisi L. 426/98
7 Taranto L. 426/98
8 Cengio e Saliceto L. 426/98
9 Piombino L. 426/98
10 Massa e Carrara L. 426/98
11 Casal Monferrato L. 426/98
12 Balangero L. 426/98
13 Pieve Vergonte L. 426/98
14 Sesto San Giovanni L. 388/2000
15 Pioltello - Rodano L. 388/2000
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
g
Trieste D.M. 468/2001
Cogoleto D.M. 468/2001
Bari D.M. 468/2001
Sulcis D.M. 468/2001
Biancavilla D.M. 468/2001
Livorno D.M. 468/2001
Terni D.M. 468/2001
Emarese D.M. 468/2001
Trento nord D.M. 468/2001
Brescia L. 179/2002
Broni L. 179/2002
Falconara Marittima L. 179/2002
Serravalle Scivia L. 179/2002
Laghi di Mantova L. 179/2002
Orbetello (area ex SITOCO) L. 179/2002
Porto Torres L. 179/2002
Val Basento L. 179/2002
Milazzo L. 266/05
Bussi sul Tirino D.M.Ambiente 28/05/08
Siti di interesse nazionale divenuti
di competenza regionale
40 Litorale Domizio Flegreo eA.A. L. 426/98
41 Pitelli L. 426/98
42 Fiumi Saline eAlento D.M. 468/2001
43 Sassuolo D.M. 468/2001
44 Frosinone D.M. 468/2001
45 Cerro al Lambro D.M. 468/2001
46 Milano - Bovisa D.M. 468/2001
47 Basso bacino del fiume Chienti D.M. 468/2001
48 Campobasso - Guglionesi II D.M. 468/2001
49 Basse di Stura (Torino) D.M. 468/2001
50 Mardimago - Ceregnano D.M. 468/2001
51 Bolzano D.M. 468/2001
52Aree del Litorale Vesuviano L. 179/2002
53 Bacino del fiume Sacco L. 248/05
54 Bacino Idrografico del fiume Sarno L. 266/05
55 Strillaie D.Lgs. 152/06
56 Pianura D.M.Ambiente 11/04/08
57 La Maddalena
11
21
22
12
23
Stime O.N.A. 2015
L’epidemia in corso:
I dati dell’epidemia in corso:
Ogni anno in Italia più di 5.000 persone perdono la vita in
seguito a patologie asbesto correlate (stime prudenziali che non
tengono conto delle altre patologie asbesto correlate).
(Fonte: ONA - Primo Rapporto sul mesotelioma in Italia, Novembre 2015)
24
13
siamo in grado di evitare
che si verifichi un nuovo
disastro come quello
dell’amianto?
25
èL’esperienza è l’insegnante
più difficile ed esigente:
Prima ti fa l’esame,
P i ti i l l iPoi ti insegna la lezione
Oscar Wilde
26
14
27
ovverosia la migliore e più eloquente
rappresentazione di questo paradosso
 L'ambiente è quel contesto naturale,
fisico, mentale e sociale all'interno del
quale si esplica la personalità dell’uomo.
 La salute non è assenza di malattia bensì La salute non è assenza di malattia bensì
come completo benessere fisico,
mentale e sociale.
28
15
Quella
sporca
dozzinadozzina
29
Per gentile concessione
di Giancarlo Ugazio
E i i lt li iEsposizione molteplice e cronica
Multifattorialità
Sinergismo e
potenziamento
tossicologico
rischi per la salute noti o emergenti
30
16
Miglioramenti della prevenzione dei
pericoli legati all’ambiente
 ambiente salubre
 principio di precauzione
 adottare e migliorare misure preventive
efficaci
31
IL RUOLO DELL’O N A :IL RUOLO DELL O.N.A.:
dalla denuncia
alla proposta.
17
 promuovere e tutelare la salute in ogni
ambito di esplicazione della vita
umana:
1. − prevenzione primaria
2 − prevenzione secondaria2. prevenzione secondaria
3. − prevenzione terziaria
33
 rappresentare, tutelare, assistere
moralmente e materialmente i
lavoratori ed i cittadini esposti ad
amianto e ad altri patogeni
34
 tutelare i diritti costituzionalmente
garantiti a ogni persona
18
 a fianco delle persone a fianco delle persone
 a fianco delle Istituzioni
 a fianco della Magistratura
 a fianco delle strutture mediche
 a fianco ed insieme alle altre a fianco ed insieme alle altre
Associazioni per unire e condividere
35
 Dipartimento Ricerca e Cura del Dipartimento Ricerca e Cura del
Mesotelioma
 Ambulatorio oncologico on line
 Dipartimento assistenza psicologica
on line
 Guardie Nazionali Amianto
 QTO – Quaderni Tematici dell’ONA
19
37
38
20
39
IL FIORE DELLA VITA
Quello che tu puoi fare
è solo una goccia nell’oceanoè solo una goccia nell oceano,
ma è ciò che dà significato
alla tua vita.
Albert Schweitzer
40
21
41
Grazie
Translational Research for
Asbestos-related Tunours:
a ‘twists and turns’ tales
prof. Luciano Mutti
Chair In Cancer Research, University of Salford
Honorary Consultant Salford Royal University Hosp
Chairman of the Italian Group for Research
and Therapy for Mesothelioma (GIMe)
1
L. Mutti
Translational Research for
Asbestos-related Tunours:
“t i t d t ” t la “twists and turns” tale
Miths to dispel and how holding out the hope
“The European mesothelioma epidemic”…but not only European
180
160
140
120
200 3500
3000
2500
r
a
ye
2000 y/tilah
sbestos
ons/year)
Years
Crysotile
Peto et al., British Journ
before ‘53 whole population
Cancer (1999)
0
100
80
60
40
20
0
h
t1500 l
e
MMe
1000
500
Crocidolite Amos
Importedas
(thousandsto
al of
ite born
2
Expecting the Worldwide Epidemics
…and from then on ?
3
-14379
R1a. Every patient should receive best
supportive care.
R1b. When a decision is made to treat
patients with chemotherapy alone, patients in
a good performance status (PS; > 60 on the
Karnofsky scale or < 3 on the ECOG scale)
should be treated with first line combination
chemotherapy consisting of platinum and
pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively,
patients could be included in first and
ERS/ESTS TASK FORCE
Guidelines of the European
Respiratory
Society and the European Society
of Thoracic Surgeons for the
management of
malignant pleural mesothelioma
A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T.
patients could be included in first and
second-line clinical trials.
R1c. In the light of limited evidence of
efficacy of chemotherapy, the decision
to administer chemotherapy should be
discussed with the patients and his
relatives on a case by case basis .
Berghmans, H. Clayson, P. de
Vuyst,H. Dienemann, F. Galateau-
Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C.
Le Pe´choux, L. Mutti, J-C. Pairon, R.
Stahel, P. van Houtte, J. van
Meerbeeck, D. Waller and W. Weder
HEADS UP: New Guidelines 2017
4
Awaiting Genetics Based Medicine
•Afavorable and unfavorable
prognostic gene profile in different
regions of the same tumour
•Aneuploidy
•Different tumour regions bear
different mutations of the same
gene
E i ti h i tt
“Things should be made as simple as possible
but not simpler”
A. Einstein
•Epigenetic mechanisms matter
OncoTargets and Therapy
Drugs for solid cancer: the
productivity crisis prompts a
Awaiting Genetic Based Medicine
p y p p
rethink
Science does not proceed linearly
but by paradigmatic shiftsbut by paradigmatic shifts
driven by translational productivity //
5
Therapies currently in Phase II trials for malignant pleural
Mesothelioma
5. Expert opinion
Pinton G. et al. Expert Opin Investig Drugs, 2013
p p
Back in 2005 in their review of
theirs, Kumar and Kratzke
had foreseen that targeted
therapy addressed to growth
factor receptors and cell cycle
proteins would change the
prognosis of patients with MPM
[57]. Eight years later,
unfortunately, such a result has
not been achieved and looks like
being still rather far away To get
An obvious stallmate that requires a swift
U-turn paradigmatic shift .
New scenarios should be explored
being still rather far away. To get
ahead, first, we should
ask ourselves: ‘Why?’.
“Achange is better than a rest”
Irish Proverb
Characterization of hypoxia in malignant
pleural mesothelioma with FMISO PET-CT
Lung Cancer 2015 July 30
Conclusions
This pilot study confirms that MPM is a tumor with significant
areas of hypoxia, particularly in dominant tumor masses. The
relationship of tumor hypoxia to effectiveness of chemotherapy
and/or radiation therapy warrants prospective assessment
6
Toward the shift: Markers of Hypoxia
Examples of diffuse immunostaining of CAIX
and CA XII proteins in normal and neoplastic tissues
and MPM is an extremely hypoxic tumour related to
(GRP78) PAKT and low apoptosis rate.
Ivanov S et al Am J Pathology, 2001
Hypoxia induces NOTCH 1 and its down-
regulation in MPM (obtained either through
RNAinterference or chemical inhibition) leads
to cell death viaAKT deactivation
Graziani I et al Cancer Res, 2008
MCT4 expresssion on MPM cells is strongly
realated to worse survival (p<0,001; personal
communication)
Enhancement of in vitro cell motility and
invasiveness of MPM cells under hypoxia via
HIF-1/MUC1 Pathway . Morover high IHC MUC1
expression in the tumor are indicators of poor
prognosis in MPM
Goudarzi H et al. Cancer Letter, 2013
Pillai K et al. J Biol Markers 2013
Is Hypoxia and its effects a new
direction to take ?
“The patients with of negative HIF-1 NSCLC had higher
5-year survival rates and overall survival than positive
HIF-1….”
Ren W. et al. Swiss Med Wkly. 2013;143
CAIX as a Target in Meso
7
Toward the shift: Hypoxia and Translation
MPM cells show unique high druggable eIF6 expression
eIF6 is induced by hypoxia
eIF6 silencing or inhibition curbs MPM cells growth
Oncotargets, 2015 Oct 6. [Epub ahead of print]
PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
8
Toward the shift: genetic hints
Validaton of Data Mining: 119 gene deregulated in at least two refs
High expression OSg p
20.8 vs 40 months
(NME12 and
THBS2 are hypoxia-
regulated genes)
TMA
Hypoxia and MiRna
“We proposed here a two-microRNAsignature (Let-7c-5p plus
miR-151a-5p) relating to overall survival, whose prognostic value was also
validated in the TCGAmesothelioma dataset”
( in press)
9
Phase I miR16 nano-delivery
.
American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine
Volume 191 Number 12 |
June 15 2015
Can Bioinformatics optimise
standard therapy ?
Bioinformatic modelling (p53,
BAP1PN,ApS, 120602,; 2N2 (F99)2: 1,43T74H-143S79B2 )
10
Oncotarget, Vol. 6, No.7
LC/MPM CSC and Mitochondrial
Biogenesis
MPM stem cells population is reduced
by mitochondrial biogenesis inhibition
Doxycycline inhibits tumor-sphere formation in eight
other cell lines, derived from diverse cancer types. For
simplicity, the efficacy of doxycycline was tested at a
concentration of 50 µM. (*)p <0.001. (B) Lung [A549].
y g
(personal communication)
J Clin Oncol 30:2988-2994.
Chlamydophila Psittaci Eradication With DoxycyclineAs
First-Line Targeted Therapy for OcularAdnexae
Lymphoma: Final Results of an International Phase II
Trial
Protocol Title
Doxycycline Pre-operatively in Surgical Malignant Pleural Mesothelioma (MPM)
and Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)
Objectives of the trial
1.1 Primary objective
To determine whether short-term (2-3 weeks) treatment with pre-
operative oral doxycycline of stage I and II MPM and I-IIIA
NSCLC results in inhibition of :
• hypoxic/ stemness ( HIF1, NOTCH1,AXL, MCT1) markers
along with tumor proliferation markers, as determined by a
reduction in tumor Ki67 from baseline (pre-treatment) to post-
treatment (at time of surgical excision). EGFR receptor gene
status will assessed in pat with LungAdenocarcinoma
• Meso- and Lung-sphere Forming Efficiency (MEFE and LUFE)
of cultured patient tuPmNAoSr,t2i0s0s2u;e22is(9i9n):h1i4b3i7t4e-1d4379
11
A Master Key ?
Int J Cancer. 1998;
Int J Mol Med. 2003.
MMe cells act as APC
f ll i
Asecond-line phase II clinical study with
a fully humanized anti-CTLA-4
monoclonal antibody as monotherapy in
patients with unresectable MMe
of recall antigens
Expression of B7-H3
on human MMe cells and tissue
J Cell Physiol. 2011
160
The Translational Research
Cycle: Bench/Bedside/Bench
HLA-DR
MMe cell
AG PPD
TT
0
20
40
60
80
100
120
140
Bas eline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60
1s t c yc le 2nd c yc le
cell
count/microL
NR
R
p<0.03
p<0.04
p<0.02
Immunotherapy: a Master Key against
Tumours and MPM ?
RCT vs Placebo with appropriate end point (OS)
because so far:
•Very selected pats with very good PS and life expectancy,
• Not extensive disesase
Perspectives
• Combined immune check points blockage• Combined immune check points blockage
• Immunotherapy plus chemotherapy
• Immunotherapy plus addressing tumour microevironment
abnormalities
12
Expert Opinion on
Investigational drugs
Tremelimumab
(in press)(in press)
 Canthis drug either cure me or
improving my survival?
 Isthis drug toxic?
 Might I be treated even withg
advanced disease?
• Can the National Health
System bear with the brunt of
such an expensive drug?
Translational Medicine for Meso:
“In Medio Stat Virtus”
In the Middle Stands Virtue (?)
NGS
IHC
Bioinformatic modelling
(p53, BAP1, p16, NF2
THSB2 )
Focusing on TIC /stemcells and
Immune Response
13
“Here is Edward Bear, coming
downstairs now, bump, bump, bump,
on the back of his head, behind
Christopher Robin. It is, as far as
he knows, the only way of coming
downstairs, but sometimes he feels
that there really is another way, if only
he could stop bumping for a moment
and think of it”
A.A. Milne 1926
Illustration E.H.Shepard 192614
“If you always do what you always did, you always get
what you always got”
Mark Twain
-ro e,E A G,RE.A DattJr
YOUMUS U -OERS 1'r
SE tEAR1S
University of
Salfo rd
M A CHESTER
14
Which Model is “less unfair” ?
How should the quality drive theq y
funding policies ?
NIHR in the UK
Th ADRI i S dThe ADRI in Sydney
The Ministry of Health in Italy
External Academic Activities
AZIENDA
OSPEDALIERA
UNIVERSITARI
PISANA
A
15
TAKE -HOME MESSAGE
How dealing with the European Epidemics
In Translational Medicine it is really arguable considering a
single approach the “good one” : the need of a
l idi li l i l hmultidiscplinary translational approach
We have a host of proofs of evidences prompting us to
proceed with a paradigmatic shift on a solid background for:
-screening
-early phases clinical trials with affordable drugs atearly phases clinical trials with affordable drugs at
acceptable cost/benefit and OS as the primary end point
We need fair and quality-driven competitive grants to
support the best translational projects
Contributors
Metabolism.
AntonioDaga, Roberto Favoni IRCCS San Martino-IST, Genova. Italy
DeanFennell, Thoracic Medical Oncology, University of Leicester & Leicester
University Hospitals, Leicester. UK
Shoukat Dedhar BC Cancer Agency, Vancouver. Canada
Translation.
Stefano Biffo S. Raffaele Sci Inst, Milan. Italy
Stefano Grosso MRC Toxicology Unit, University of Leicester. UK
Immunohistochemistry and TMA
Bruno Murer. Venezia Hosp. I
Stevan Marciniak, University of Cambridge, UK
Stem cells
Michael Lisanti and Federica Sotgia., Paterson Institute, Manchester, UK
miRs
Glein Reid, Nico, Van Zandwick, ADRI, Sydney, AU
Carlo Croce, Columbus University, Ohio, US
APPENDICE
1. Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'ambiente umano, Stoccolma,
5-15 giugno 1972;
2. Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria, Alma
Ata, Kazakistan, ex URSS, 6-12 settembre 1978;
3. Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, Ottawa, Ontario,
Canada, 17-21 novembre 1986;
4. Rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo
sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992;
5. Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee sul
principio di precauzione, Bruxelles, 2 febbraio 2000;
6. Asbestos-related occupational diseases in Europe, Enquiry Report,
European Forum of the Insurance against Accidents at Work and
Occupational Diseases, Bruxelles, aprile 2006;
7. Outline for the Development of National Programmes for Elimination
of Asbestos-Related Diseases, ILO – International Labour Office and
WHO – World Health Organization, Ginevra, 2006;
8. Ambiente e salute, Miglioramenti della prevenzione dei pericoli legati
all’ambiente, Raccomandazione 1863(2009) del Consiglio d’Europa,
Strasburgo, 13 marzo 2009;
9. Risoluzione del Parlamento Europeo sulle minacce per la salute sul
luogo di lavoro legate all'amianto e le prospettive di eliminazione di
tutto l'amianto esistente, Bruxelles, 14 marzo 2013.
Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'ambiente umano (STOCCOLMA 1972)
Dichiarazione delle Nazioni Unite alla Conferenza “su L'Ambiente Umano” tenutasi a Stoccolma
da 5 a 16 giugno 1972, che ha considerato il bisogno di prospettive e principi comuni al fine di
inspirare e guidare i popoli del mondo verso una conservazione e miglioramento dell'ambiente
umano.
Preambolo
1. L'uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente, che gli assicura la sussistenza
fisica e gli offre la possibilità di uno sviluppo intellettuale, morale, sociale e spirituale. Nella lunga
e laboriosa evoluzione della razza umana sulla terra, è arrivato il momento in cui, attraverso il
rapido sviluppo della scienza e della tecnologia l'uomo ha acquisito la capacità di trasformare il suo
ambiente in innumerevoli modi e in misura senza precedenti. I due elementi del suo ambiente,
l'elemento naturale e quello da lui stesso creato, sono essenziali al suo benessere e al pieno
godimento dei suoi fondamentali diritti, ivi compreso il diritto alla vita.
2. La protezione ed il miglioramento dell'ambiente è una questione di capitale importanza che
riguarda il benessere dei popoli e lo sviluppo economico del mondo intero; essa risponde all'urgente
desiderio dei popoli di tutto il mondo e costituisce un dovere per tutti i governi.
3. L'uomo deve costantemente fare il punto della sua esperienza e continuare a scoprire, inventare,
creare e progredire. Al presente, la capacità dell'uomo di trasformare il suo ambiente, se adoperata
con discernimento, può apportare a tutti i popoli i benefici dello sviluppo e la possibilità di
migliorare la qualità della vita. Applicato erroneamente o avventatamente, lo stesso potere può
provocare un danno incalcolabile agli esseri umani ed all'ambiente. Vediamo intorno a noi con
crescente evidenza i danni causati dall'uomo in molte regioni della terra: pericolosi livelli
d'inquinamento delle acque, dell'aria, della terra e degli esseri viventi; notevoli ed indesiderabili
perturbazioni dell'equilibrio ecologico della biosfera; distruzione ed esaurimento di risorse
insostituibili e gravi carenze dannose alla salute fisica, mentale e sociale dell'uomo nell'ambiente da
lui creato e in particolare nel suo ambiente di vita e di lavoro.
4. Nei paesi in via di sviluppo la maggior parte dei problemi ambientali sono causati dal
sottosviluppo. Milioni di persone continuano a vivere molto al di sotto dei livelli minimi
compatibili con una vita umana decente, privi di nutrimento, vestiario, abitazione, istruzione, salute
e servizi sanitari adeguati. Perciò i paesi in via di sviluppo devono orientare i loro sforzi verso lo
sviluppo, tenendo conto delle loro priorità e della necessità di salvaguardare e migliorare l'ambiente.
Allo stesso scopo, i paesi industrializzati devono compiere sforzi per ridurre il divario che li separa
dai paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati i problemi ambientali sono generalmente
collegati all'industrializzazione ed allo sviluppo tecnologico.
5. L'aumento naturale della popolazione pone incessantemente problemi di conservazione
dell'ambiente, ma l'adozione di politiche e di misure adeguate può consentire la soluzione di tali
problemi. Di tutte le cose al mondo gli uomini sono le più preziose. Sono gli uomini che
promuovono il progresso sociale, creano la ricchezza sociale, sviluppano la scienza e la tecnologia e
con il loro duro lavoro trasformano incessantemente l'ambiente umano. Insieme al progresso sociale
ed allo sviluppo della produzione, della scienza e della tecnologia, la capacità dell'uomo di
migliorare l'ambiente aumenta di giorno in giorno.
6. Siamo arrivati ad un punto della storia in cui dobbiamo regolare le nostre azioni verso il mondo
intero, tenendo conto innanzitutto delle loro ripercussioni sull'ambiente. Per ignoranza o per
negligenza possiamo causare danni considerevoli ed irreparabili all'ambiente terrestre da cui
dipendono la nostra vita ed il nostro benessere. Viceversa, approfondendo le nostre conoscenze ed
agendo più saggiamente, possiamo assicurare a noi stessi ed alla nostra posterità, condizioni di vita
migliori in un ambiente più adatto ai bisogni ed alle aspirazioni dell'umanità. Esistono ampie
prospettive per il miglioramento della qualità dell'ambiente e la creazione di una vita più felice.
Quello che occorre è un'entusiastica, ma calma disposizione d'animo ed un intenso ma ordinato
lavoro. Per godere liberamente dei benefici della natura, l'uomo deve valersi delle proprie
conoscenze al fine di creare in cooperazione con la natura, un ambiente migliore. Difendere e
migliorare l'ambiente per le generazioni presenti e future, è diventato per l'umanità un obiettivo
imperativo, un compito per la cui realizzazione sarà necessario coordinare e armonizzare gli
obiettivi fondamentali già fissati per la pace e lo sviluppo economico e sociale del mondo intero.
7. Affinché questo scopo possa essere raggiunto, sarà necessario che tutti, cittadini e collettività,
imprese ed istituzioni ad ogni livello, assumano le loro responsabilità e si dividano i rispettivi
compiti. Gli uomini di tutte le condizioni e le più diverse organizzazioni possono, sulla base dei
lavori da essi stessi ammessi e dall'insieme dei loro atti, determinare l'ambiente futuro. Le autorità
locali e i governi avranno la responsabilità principale delle politiche e dell'azione che dovranno
essere adottate, in materia di ambiente nei limiti della propria giurisdizione. E'altresì necessaria la
cooperazione internazionale per riunire le risorse al fine di aiutare i paesi in via di sviluppo ad
assumere le loro responsabilità in questo campo.
Un numero sempre più elevato di problemi di ambiente, di portata regionale o mondiale, o che
concernono il campo internazionale comune, esigerà una cooperazione fra i paesi e una azione da
parte delle organizzazioni internazionali nell'interesse di tutti. La Conferenza chiede ai governi e ai
popoli di unire i loro sforzi per preservare e migliorare l'ambiente nell'interesse dei popoli e delle
generazioni future.
Principi
1. L'uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all'uguaglianza e a condizioni di vita
soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere. Egli ha il
dovere solenne di proteggere e migliorare l'ambiente a favore delle generazioni presenti e future. A
questo fine, le politiche che incoraggiano o che mantengono l'apartheid, la segregazione razziale la
discriminazione, le forme coloniali o simili di oppressione e di dominazione straniera, sono
condannate e devono essere eliminate.
2. Le risorse naturali della Terra ivi comprese l'aria, l'acqua, la terra, la flora e la fauna, e
particolarmente i campioni rappresentativi degli ecosistemi naturali, devono essere preservati
nell'interesse delle generazioni presenti e future, attraverso un'adeguata pianificazione e gestione.
3. La capacità della Terra di produrre risorse rinnovabili essenziali deve essere mantenuta, e,
sempre che sia possibile, ristabilita e migliorata.
4. L'uomo ha particolare responsabilità nella salvaguardia e nella saggia amministrazione del
patrimonio costituito dalla flora e dalla fauna selvatiche, e dal loro habitat, che sono oggi
gravemente minacciati da un insieme di fattori sfavorevoli. La conservazione della natura, e in
particolare della flora e della fauna selvatica, deve pertanto avere un posto importante nella
pianificazione per lo sviluppo economico.
5. Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo tale da non rischiare il
loro esaurimento ed in modo tale che i vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione siano condivisi da
tutta l'umanità.
6. Lo scarico di sostanze tossiche o di altre sostanze e lo sprigionamento di calore in quantità o in
concentrazioni tali che l'ambiente non sia in grado di neutralizzarne gli effetti devono essere
arrestati in modo da evitare che gli ecosistemi subiscano danni gravi o irreversibili. La giusta lotta
dei popoli di tutti i paesi contro l'inquinamento deve essere incoraggiata.
7. Gli Stati devono prendere tutte le misure possibili per impedire l'inquinamento dei mari, dovuto a
sostanze che rischiano di mettere in pericolo la salute dell'uomo, di nuocere alle risorse biologiche e
alla vita degli organismi marini, di danneggiare o di pregiudicare altre utilizzazioni dello stesso
ambiente marino.
8. Lo sviluppo economico e sociale è indispensabile se si vuole assicurare un ambiente propizio
all'esistenza ed al lavoro dell'uomo e creare sulla Terra le condizioni necessarie al miglioramento
del tenore di vita.
9. Le cause ambientali imputabili a condizioni di sottosviluppo e a calamità naturali pongono gravi
problemi e si può meglio porvi rimedio accelerando lo sviluppo mediante il trasferimento di un
sostanziale aiuto finanziario e tecnologico in aggiunta allo sforzo interno dei paesi in via di sviluppo
nonché tempestivo aiuto allorché è richiesto.
10. Per i paesi in via di sviluppo la stabilità dei prezzi ed una remunerazione adeguata dei prodotti
di base e delle materie prime sono essenziali per la gestione delle risorse dell'ambiente: dato che
occorre prendere in considerazione i fattori economici e i processi ecologici.
11. Le politiche ambientali di tutti gli Stati devono aumentare e non colpire il potenziale di
sviluppo, presente e futuro, dei paesi in via di sviluppo e non devono neppure impedire il
raggiungimento d condizioni di vita migliori per tutti. Stati ed organizzazioni internazionali devono
adottare gli opportuni provvedimenti allo scopo di accordarsi sui mezzi per rimediare alle
conseguenze economiche che può avere, a livello nazionale e internazionale, l'applicazione di
misure di protezione dell'ambiente.
12. Sarà necessario assicurare risorse per preservare e migliorare l'ambiente, tenendo presente le
situazioni ed i bisogni particolari dei paesi in via di sviluppo e i costi che possono derivare
dall'inserimento di misure di salvaguardia dell'ambiente nella pianificazione del loro sviluppo, come
pure la necessità di porre a loro disposizione a loro richiesta, un'assistenza tecnica finanziaria
supplementare a tal fine.
13. Al fine di razionalizzare l'amministrazione delle risorse e di migliorare l'ambiente, gli Stati
dovrebbero adottare una concezione integrata e sviluppata delle loro pianificazioni dello sviluppo in
modo tale che il loro progresso sia compatibile con la necessità di proteggere e di migliorare
l'ambiente, negli interessi della loro popolazione.
14. Una pianificazione razionale è uno strumento essenziale se si vogliono conciliare gli imperativi
dello sviluppo con la necessità di preservare e d migliorare l'ambiente.
15. E' necessario pianificare gli insediamenti umani e l'urbanizzazione, allo scopo di evitare effetti
negativi sull'ambiente e ottenere i massimi benefici sociali, e ambientali per tutti. A questo riguardo,
i progetti ideali per la denominazione colonialista e razzista devono essere abbandonati.
16. Nelle regioni in cui il tasso di aumento della popolazione o la sua concentrazione eccessiva sono
tali da esercitare un'influenza sfavorevole sull'ambiente e sullo sviluppo, oppure in quello in cui, la
debole densità della popolazione rischia di impedire qualsiasi miglioramento dell'ambiente e di
ostacolare lo sviluppo, si dovranno adottare delle politiche demografiche che rispettino i diritti
fondamentali dell'uomo e che siano giudicate adeguate dai governi interessati.
17. Istituzioni nazionali adeguate devono essere incaricate di pianificare, di amministrare e di
controllare l'utilizzazione delle risorse dell'ambiente.
18. La scienza e la tecnica, nell'ambito del loro contributo allo sviluppo economico e sociale,
devono essere applicate per identificare, evitare e controllare i pericoli che minacciano l'ambiente e
risolvere i problemi posti allo stesso per il bene dell'umanità
19. E' essenziale impartire l'insegnamento sulle questioni ambientali tanto alle giovani generazioni
che alle adulte, tenendo conto dei meno favoriti al fine di sviluppare le basi necessarie per
illuminare l'opinione pubblica, e dare agli individui, alle imprese e alle collettività, il senso delle
loro responsabilità per quanto concerne la protezione ed il miglioramento dell'ambiente in tutta la
sua dimensione umana. E' inoltre essenziale che i mezzi di comunicazione di massa evitino di
contribuire al deterioramento dell'ambiente, ma divulghino al contrario informazioni di tipo
educativo sulla necessità di mettere gli uomini in grado di compiere progressi sotto ogni aspetto.
20. In tutti i paesi, specialmente nei paesi in via di sviluppo, deve essere incoraggiata la ricerca e lo
sviluppo scientifico, nel contesto dei problemi di ambiente, sia nazionali che multinazionali. A
questo scopo deve essere incoraggiata la libera circolazione delle informazioni scientifiche e delle
esperienze più recenti, al fine di facilitare la soluzione dei problemi ambientali; le tecnologie che
riguardano l'ambiente dovranno essere a disposizione dei paesi in via di sviluppo, senza tuttavia che
esse costituiscano un onere economico per i paesi in via di sviluppo.
21. In conformità allo Statuto delle Nazioni Unite ed ai principi del diritto internazionale, gli Stati
hanno il diritto sovrano di sfruttare le loro risorse secondo le loro politiche in materia di ambiente, e
hanno il dovere di assicurarsi che le attività esercitate entro i limiti della loro giurisdizione o sotto il
loro controllo non causino danni all'ambiente di altri Stati o a regioni che non sono sottoposte ad
alcuna giurisdizione nazionale.
22. Gli Stati devono collaborare per sviluppare maggiormente il diritto internazionale in ciò che
concerne la responsabilità ed il risarcimento delle vittime dell'inquinamento e di altri danni
ecologici che le attività svolte nei limiti della giurisdizione di questi Stati o sotto il loro controllo
causano a regioni situate al di fuori dei limiti della propria giurisdizione.
23. Senza pregiudizio dei principi generali che potranno essere adottati dalla comunità
internazionale, né di criteri a livelli minimi che dovranno essere definiti a livello nazionale, è
necessario in ogni caso tener conto della scala dei valori prevalenti in ogni paese e dell'applicabilità
di norme che sono valide per i paesi più progrediti, ma che non possono essere adattate ai paesi in
via di sviluppo , e costituire per tali paesi un costo sociale ingiustificato.
24. I problemi internazionali riguardanti la protezione ed il miglioramento dell'ambiente dovrebbero
essere affrontati in uno spirito di cooperazione da parte di tutti gli Stati, grandi o piccoli, su un
piano d'uguaglianza. Una cooperazione attraverso accordi multilaterali o bilaterali, o attraverso altri
mezzi idonei, è indispensabile per prevenire, eliminare o ridurre e limitare efficacemente i pericoli
all'ambiente, risultanti da attività esercitate in tutti i campi, e ciò nel rispetto della sovranità e degli
interessi di tutti gli Stati.
25. Gli Stati devono assicurarsi che le organizzazioni internazionali svolgano un ruolo coordinato,
efficace e dinamico nella preservazione e nel miglioramento dell'ambiente.
26. All'uomo e al suo ambiente devono essere risparmiati gli effetti delle armi nucleari e di tutti gli
altri mezzi di distruzione di massa. Gli Stati devono tentare di raggiungere a breve scadenza un
accordo in seno ai competenti organi internazionali, per la eliminazione e la completa distruzione di
tali armi.
Dichiarazione di Alma Ata
sull’assistenza sanitaria primaria
The Alma Ata Declaration on primary health care
Conferenza Internazionale sull’assistenza sanitaria primaria
6-12 settembre 1978, Alma Ata, Kazakistan, ex URSS
(Organizzata unitamente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Organizzazione Pan
Americana della Salute, dall’UNICEF e patrocinata dall’URSS - Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche. Il suo motto fu: “Salute per tutti entro il 2000”)
La Conferenza Internazionale sull’Assistenza Sanitaria Primaria, riunita ad Alma Ata il
12 settembre 1978, espressa la necessità di un’azione urgente dei governi, della
comunità internazionale e di tutti coloro che lavorano per la salute e lo sviluppo per
proteggere e promuovere la salute di ogni uomo, formula la seguente Dichiarazione:
I
La Conferenza ribadisce con forza che la salute, stato di completo benessere fisico,
mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattia o infermità, è un diritto
umano fondamentale e riafferma che il raggiungimento del maggior livello di salute
possibile è un risultato sociale estremamente importante in tutto il mondo, la cui
realizzazione richiede il contributo di molti altri settori economici e sociali in aggiunta a
quello sanitario.
II
L’enorme disparità esistente nello stato di salute delle persone, in modo particolare tra
i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo ma anche all’interno delle nazioni, è
inaccettabile dal punto di vista politico, economico, sociale e rappresenta una
preoccupazione comune a tutti i paesi.
III
Lo sviluppo economico e sociale, basato su un Nuovo Ordine Economico
Internazionale, è di importanza fondamentale per raggiungere appieno la salute per
tutti e per ridurre il divario tra lo stato di salute dei paesi in via di sviluppo e quello dei
paesi sviluppati. La promozione e la tutela della salute delle persone è indispensabile
per un intenso sviluppo economico e sociale e contribuisce a una miglior qualità della
vita e alla pace mondiale.
IV
Le persone hanno il diritto e il dovere di partecipare individualmente e collettivamente
alla progettazione e alla realizzazione dell’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.
V
I Governi sono responsabili della salute dei propri cittadini: essa può essere raggiunta
solo mettendo a disposizione adeguate misure sanitarie e sociali. Nei prossimi decenni
un obiettivo sociale essenziale dei governi, delle organizzazioni internazionali e
dell’intera comunità mondiale dovrebbe essere il raggiungimento, entro l’anno 2000,
di un livello di salute che permetta a tutti i popoli del mondo di condurre una vita
socialmente ed economicamente produttiva. L’assistenza sanitaria primaria è la chiave
per conseguire questo risultato dentro la cornice dello sviluppo in uno spirito di
giustizia sociale.
VI
L’assistenza sanitaria primaria è costituita da quelle forme essenziali di assistenza
sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi pratici, scientificamente validi e
socialmente accettabili, che sono rese accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella
comunità grazie alla loro piena partecipazione, che sono realizzate a un costo che la
comunità e la nazione possono sostenere in ogni fase del proprio sviluppo in uno
spirito di autonomia e di autodeterminazione. L’assistenza sanitaria primaria è una
parte integrante sia del sistema sanitario di un paese, del quale rappresenta la
funzione centrale e il punto principale, sia del completo sviluppo sociale ed economico
della comunità. Essa rappresenta la prima occasione di contatto degli individui, della
famiglia e della comunità con il sistema sanitario nazionale, portando l’assistenza
sanitaria il più vicino possibile ai luoghi di vita e di lavoro, e costituisce il primo
elemento di un processo continuo di assistenza sanitaria.
VII
L’assistenza sanitaria primaria:
1. riflette e si sviluppa dalle condizioni economiche e dalle caratteristiche
socioculturali e politiche di un paese e delle sue comunità; essa si fonda
sull’applicazione dei risultati significativi ottenuti dalla ricerca sociale, biomedica e
nei servizi sanitari e sull’esperienza maturata in sanità pubblica;
2. affronta i principali problemi di salute nella comunità, fornendo i necessari servizi di
promozione, prevenzione, cura e riabilitazione;
3. comprende almeno: l’educazione sui principali problemi di salute e sui metodi per
prevenirli e controllarli;
4. la promozione di un sistema di approvvigionamento alimentare e di una corretta
alimentazione; un’adeguata disponibilità di acqua sicura e il miglioramento delle
condizioni igieniche fondamentali; l’assistenza sanitaria materna e infantile,
compresa la pianificazione familiare; l’immunizzazione contro le principali malattie
infettive; la prevenzione e il controllo delle malattie endemiche locali; un
appropriato trattamento delle malattie e delle lesioni più comuni; la fornitura dei
farmaci essenziali;
5. coinvolge, oltre al settore sanitario, tutti gli altri settori e aspetti dello sviluppo
nazionale e della comunità che sono collegati, in particolare l’agricoltura, la
zootecnia,
6. la produzione alimentare, l’industria, l’istruzione, l’edilizia, i lavori pubblici, le
comunicazioni e altri settori; inoltre necessita del coordinamento delle attività tra
tutti questi settori;
7. richiede e promuove al massimo l’autonomia dell’individuo e della comunità e la
partecipazione alla progettazione, organizzazione, funzionamento e controllo
dell’assistenza sanitaria primaria stessa, usando appieno le risorse locali, nazionali e
le altre disponibili; per questo fine sviluppa, attraverso un’adeguata educazione, la
capacità delle comunità a partecipare;
8. dovrebbe essere sostenuta da sistemi di riferimento integrati, funzionali e di
supporto reciproco che portano a un progressivo miglioramento dell’assistenza
sanitaria globale per tutti e danno priorità a coloro che sono maggiormente nel
bisogno;
9. a livello locale e ai livelli di riferimento l’assistenza sanitaria primaria dipende dagli
operatori sanitari, comprendendo di volta in volta i medici, gli infermieri, le
ostetriche, il personale ausiliario e gli operatori di comunità, come pure dalle figure
professionali tradizionali quando necessario: essi devono essere adeguatamente
preparati, dal punto di vista sociale e tecnico, a lavorare come una squadra per la
salute e a rispondere ai bisogni di salute espressi della comunità.
VIII
Tutti i governi dovrebbero formulare a livello nazionale politiche, strategie e piani
d’azione per diffondere e sostenere l’assistenza sanitaria primaria come parte
dell’intero sistema sanitario nazionale e in modo coordinato con gli altri settori. A
questo scopo, sarà necessario esercitare una volontà politica, mobilitare le risorse del
paese e usare razionalmente le risorse esterne disponibili.
IX
Tutte le nazioni dovrebbero agire in uno spirito di stretta cooperazione e di servizio per
garantire a ciascuno l’assistenza sanitaria primaria, dal momento che il raggiungimento
della salute da parte delle persone di un qualsiasi paese interessa direttamente e
rappresenta un beneficio per tutti le altre nazioni. In questo contesto il rapporto
congiunto sull’assistenza sanitaria primaria curato dall’OMS e dall’UNICEF costituisce
una solida base per lo sviluppo e le attività ulteriori dell’assistenza sanitaria primaria in
ogni parte del mondo.
X
Un accettabile livello di salute per tutte le persone del mondo può essere raggiunto
entro l’anno 2000 grazie a un migliore e più completo uso delle risorse mondiali, una
parte considerevole delle quali è oggi destinata agli armamenti e ai conflitti militari.
Un’autentica politica di indipendenza, di pace, di distensione e di disarmo potrebbe e
dovrebbe liberare risorse aggiuntive che potrebbero essere ben destinate a scopi
pacifici e in particolare all’accelerazione dello sviluppo sociale ed economico:
all’assistenza sanitaria primaria, come parte essenziale di tale sviluppo, dovrebbe
essere assegnata una quota adeguata delle risorse rese disponibili.
***
La Conferenza Internazionale sull’Assistenza Sanitaria Primaria richiede un’urgente ed
efficace azione nazionale e internazionale per sviluppare e implementare l’assistenza
sanitaria primaria in ogni parte del mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppo,
secondo uno spirito di cooperazione tecnica e in accordo con un Nuovo Ordine
Economico Internazionale. La Conferenza esorta i governi, l’OMS, l’UNICEF e le altre
organizzazioni internazionali, le agenzie multilaterali o bilaterali, le organizzazioni non
governative, le agenzie di finanziamento, tutti gli operatori sanitari e l’intera comunità
mondiale a supportare l’impegno nazionale ed internazionale a favore dell’assistenza
sanitaria primaria ed a dedicarle un crescente supporto tecnico e finanziario,
particolarmente nei paesi in via di sviluppo. La Conferenza si appella a tutti gli
organismi appena citati perché collaborino a introdurre, sviluppare e man tenere
l’assistenza sanitaria primaria in maniera coerente con lo spirito e il contenuto di
questa Dichiarazione.
Carta di Ottawa per la Promozione della Salute
The Ottawa Charter for Health Promotion
1° Conferenza Internazionale sulla promozione della salute
17-21 novembre 1986 Ottawa, Ontario, Canada
(Organizzata unitamente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal Ministero Canadese
della sanità e del Benessere Sociale e dall'Associazione Canadese di Sanità Pubblica)
La Prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, riunita a Ottawa,
adotta oggi, 21 novembre 1986, la presente Carta sull’azione necessaria per assicurare
la Salute per Tutti per l’anno 2000 e oltre.
Questa Conferenza è stata in primo luogo una risposta alle crescenti aspettative
mondiali per un nuovo movimento in favore della Sanità pubblica. Le discussioni si
sono incentrate sui bisogni presenti nei paesi industrializzati, ma hanno anche tenuto
conto dei problemi simili che ci sono in tutti gli altri paesi. La Conferenza si è basata sui
progressi ottenuti grazie alla Dichiarazione sull’Assistenza Sanitaria Primaria di Alma-
Ata, al documento dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità sugli obiettivi della
Salute per Tutti e al recente dibattito sull’azione intersettoriale a favore della salute
svoltosi nell’Assemblea Mondiale per la Salute.
La promozione della salute
La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il
controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per raggiungere uno stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale, l’individuo o il gruppo deve essere capace di
identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di
modificare l’ambiente circostante o di adattarvisi. La salute è quindi considerata come
una risorsa per la vita quotidiana e non come lo scopo dell'esistenza. La salute è un
concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, così come le capacità
fisiche. Quindi la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del settore
sanitario, ma essa va oltre gli stili di vita sani per includere la nozione di benessere.
Condizioni preliminari
Le condizioni e le risorse che giocano un ruolo fondamentale per la Salute sono la pace,
l’abitazione, l’istruzione, l'alimentazione, il reddito, l'ecosistema stabile, le risorse
durevoli, la giustizia sociale e l'equità. Il miglioramento della Salute presuppone che
queste condizioni preliminari siano soddisfatte.
Dichiarazione a favore della Salute
La Salute è una delle principali risorse che permettono un positivo sviluppo sociale,
economico e personale e rappresenta un aspetto importante della qualità della vita.
Fattori di ordine politico, economico, sociale, culturale, ambientale, comportamentale
e biologico possono favorire la salute o, al contrario, possono anche pregiudicarla. La
Promozione della Salute si propone di privilegiare le condizioni favorevoli grazie
all'attività di sostegno alla salute stessa.
Mezzi per favorire la salute
La Promozione della Salute focalizza l'attenzione sul raggiungimento dell’equità in
materia di salute. Per mettere in grado tutte le persone di raggiungere appieno il loro
potenziale di salute, l’azione della promozione della salute punta a ridurre le differenze
nello stato di salute attuale e ad assicurare pari opportunità e risorse. Tutto ciò
presume un ambiente favorevole stabile, l’accesso all’informazione, competenze
personali e la possibilità di operare scelte per la salute. Le persone non possono
raggiungere il loro pieno potenziale di salute se gli uomini e le donne non sono capaci
di controllare quei fattori che determinano la loro salute.
Mediazione
Il settore della Sanità da solo non può garantire il rispetto delle condizioni preliminari
della salute, né offrire le necessarie prospettive. Quel che più conta è che la
Promozione della Salute richiede un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti
coinvolti: i governi, il settore sanitario, gli altri settori sociali ed economici, le
organizzazioni non governative e di volontariato, le autorità locali, l’industria e i mezzi
di comunicazione di massa. Le persone di ogni ceto sociale sono coinvolte come
individui, famiglie e comunità. I gruppi professionali e sociali e il personale della Sanità
sanitario hanno l'importante responsabilità di mediare tra i diversi interessi presenti
nella società.
Le strategie e i programmi di Promozione della Salute devono essere adattati ai bisogni
locali e alle possibilità dei singoli paesi e regioni, in modo da tenere conto dei diversi
sistemi sociali, culturali ed economici.
Per condurre un’azione per la Promozione della Salute è necessario:
costruire una politica pubblica per la salute
La Promozione della Salute va oltre le cure sanitarie e l’assistenza sanitaria. Essa
consiste nel sensibilizzare alla salute i responsabili politici di tutti i settori e a tutti i
livelli, per renderli più attenti alle conseguenze che hanno le loro decisioni sulla salute
e per fargli accettare le loro responsabilità nei confronti della salute.
Una politica di Promozione della Salute unisce approcci diversi ma complementari e in
particolare la legislazione, le misure fiscali e i cambiamenti istituzionali. É un’azione
coordinata che sfocerà in una politica della Salute, in una politica delle risorse
economiche e in una politica sociale che favorisce l’equità. L’azione comune
contribuisce a promuovere beni e servizi più sicuri e più sani, servizi pubblici più sani e
un contesto più consono e gradevole.
Una politica di promozione della salute richiede che vengano identificati gli ostacoli
all’adozione di politiche pubbliche per la salute nei settori extra sanitari e i modi per
superarli. L’opzione favorevole alla salute deve costituire la scelta più facile anche
coloro che compiono le scelte politiche;
creare un ambiente favorevole
Le nostre società sono complesse ed interdipendenti e non è possibile separare gli
obiettivi sanitari dagli altri obiettivi. I complessi legami che esistono tra le persone e il
loro ambiente sono alla base di un approccio socio ecologico alla salute. É necessario -
ed è questo il punto principale sia per l’intero pianeta, sia per gli Stati, sia per le regioni
e le comunità locali - incoraggiare rapporti di reciprocità: dobbiamo prenderci cura gli
uni degli altri, delle nostre comunità e del nostro ambiente naturale. La conservazione
delle risorse naturali in ogni parte del mondo dovrebbe essere enfatizzata come una
responsabilità globale.
I cambiamenti dei modelli di vita, di lavoro e del tempo libero hanno un importante
impatto sulla salute. Il lavoro e il tempo libero dovrebbero esser una fonte di salute
per le persone. Il modo in cui la società organizza il lavoro dovrebbe contribuire a
creare una società sana. La Promozione della Salute favorisce l’instaurarsi di condizioni
di vita e di lavoro che sono sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli.
E’ essenziale che venga svolta una sistematica valutazione dell’impatto che può avere
sulla salute un ambiente in rapida trasformazione, con particolare riguardo alla
tecnologia, al lavoro, alla produzione di energia e all’urbanizzazione: tale valutazione
deve essere seguita da azioni che garantiscano benefici alla salute delle persone. La
protezione degli ambienti naturali e modellati dall'uomo, e la conservazione delle
risorse naturali dovrebbero essere considerate in ogni strategia di Promozione della
Salute;
dare forza all’azione della comunità
La Promozione della Salute agisce attraverso una concreta ed efficace azione della
comunità nel definire le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le
strategie che consentano di raggiungere un migliore livello di salute. Al cuore di tutto
ciò vi è il processo che attribuisce un maggior potere alle comunità, vi è il possesso e il
controllo da parte delle comunità stesse dei loro sforzi e dei loro destini. Lo sviluppo
della comunità attinge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa
per aumentare l’auto-aiuto e il supporto sociale e per sviluppare sistemi flessibili che
rafforzino la partecipazione e la direzione pubblica sui temi della salute. Ciò richiede un
pieno e continuo accesso alle informazioni, la possibilità di acquisire conoscenze sulla
salute e un adeguato supporto finanziario;
sviluppare le competenze personali
La Promozione della Salute favorisce lo sviluppo personale e sociale fornendo
l’informazione e l’educazione alla salute e rinforzando le competenze personali. In
questo modo, si aumentano le possibilità delle persone di esercitare un maggior
controllo sulla propria salute e sui propri ambienti, e di fare scelte favorevoli alla
salute.
E’ essenziale mettere in grado le persone di imparare durante tutta la vita, di
prepararsi ad affrontare le sue diverse tappe e di saper fronteggiare le lesioni e le
malattie croniche. É necessario facilitare questo processo a a scuola, in famiglia, nei
luoghi di lavoro e in tutti gli ambienti organizzativi della comunità. E’ necessaria
un’azione che coinvolga gli organismi educativi, professionali, commerciali e del
volontariato, ma anche le stesse istituzioni;
riorientare i servizi sanitari
La responsabilità per la Promozione della Salute nei servizi sanitari è condivisa tra i
singoli, i gruppi della comunità, gli operatori sanitari, le istituzioni che garantiscono il
servizio sanitario e i governi. Essi devono lavorare insieme e collaborare per
l’instaurazione di un sistema di assistenza sanitaria che contribuisca alla ricerca della
salute.
Il ruolo del settore sanitario deve andare sempre più nella direzione della Promozione
della Salute, al di là della sua responsabilità di garantire servizi clinici e curativi. I servizi
sanitari hanno bisogno di adottare un mandato più ampio che sia sensibile e rispettoso
dei bisogni culturali. Questo mandato dovrebbe sostenere i bisogni e le aspirazioni
degli individui e delle comunità per una vita più sana e stabilire connessioni tra il
settore sanitario e le più ampie componenti sociali, politiche, economiche e
dell’ambiente fisico.
Il riorientamento dei servizi sanitari richiede anche una maggior attenzione alla ricerca
sanitaria come pure ai cambiamenti nell'insegnamento e nella formazione
professionale. Tutto ciò deve portare a una modifica dell’atteggiamento e
dell’organizzazione dei servizi sanitari, che devono ricalibrare la loro attenzione sui
bisogni complessivi dell’individuo visto nella sua interezza.
Prospettive future
La salute è creata e vissuta dalle persone all'interno degli ambienti organizzativi della
vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata
prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di
avere il controllo delle condizioni della propria esistenza, vegliando affinché la società
crei le condizioni che permettano ad ognuno dei suoi membri di raggiungere la salute.
Solidarietà, olismo ed ecologia sono le dimensioni indispensabili per l’elaborazione di
strategie di Promozione della Salute. Bisogna quindi ammettere come principio
direttivo che ad ogni tappa del progetto, dell’attuazione e della valutazione delle
attività di Promozione della Salute, gli uomini e le donne debbano diventare partner
alla pari.
Impegno a favore della Promozione della Salute
I partecipanti alla presente Conferenza si impegnano:
• a intervenire a favore di una politica della salute e a sostenere un chiaro impegno
politico a favore della salute e dell’equità in ogni settore;
• a contrastare le pressioni a favore dell’utilizzazione di prodotti nocivi,
dell’impoverimento delle risorse, degli ambienti e delle condizioni di vita malsane,
di una nutrizione inadeguata; al contrario, si impegnano a focalizzare attenzione su
questioni di salute pubblica quali l’inquinamento, i rischi occupazionali, la
questione dell’abitazione e degli insediamenti;
• a rispondere alle disparità relative alla salute tra le società e all’interno di una
stessa società e ad affrontare il problema delle disuguaglianze nella sanità legate a
regole e a pratiche di queste società;
• a riconoscere che le persone costituiscono la maggior risorsa per la salute; si
impegnano inoltre a supportarle e a metterle in grado di mantenere sane se stesse,
i familiari e gli amici (con mezzi finanziari o con altri mezzi) e ad accettare che la
comunità sia una voce fondamentale sui temi della salute, delle condizioni di vita e
del benessere;
• a riorientare i servizi sanitari e le relative risorse verso la Promozione della Salute e
a condividere il potere con altri settori, altre discipline e, cosa più importante, con
le persone stesse;
• a riconoscere che la salute e il suo mantenimento costituiscono un grande
investimento e una grande sfida sociale;
• a occuparsi del problema ecologico globale rappresentato dai nostri modi di vita.
La Conferenza invita subito tutte le persone coinvolte ad aderire a questo impegno in
favore di una forte alleanza per la salute pubblica.
Appello per un’azione internazionale
La Conferenza invita l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le altre organizzazioni
internazionali a sostenere la causa della Promozione della Salute in tutte le sedi
appropriate e a supportare i diversi paesi nel mettere a punto strategie e programmi di
Promozione della Salute.
La Conferenza è fermamente convinta che la Salute per Tutti entro l’anno 2000
comincerà a diventare una realtà se le persone di ogni ceto sociale, le organizzazioni
non governative e di volontariato, i governi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e
tutti gli altri organismi coinvolti uniranno le loro forze per introdurre strategie che
promuovono la salute in linea con i valori morali e sociali che stanno alla base di questa
Carta.
1
LA DICHIARAZIONE DI RIO
Distr.
GENERALE
A/CONF.151/26 (Vol. I)
12 Agosto 1992
RAPPORTO DELLA CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE
SULL’AMBIENTE E LO SVILUPPO *
(Rio de Janeiro, 3-14 Giugno 1992)
Allegato I
DICHIARAZIONE DI RIO SULL’AMBIENTE E LO SVILUPPO
La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, riunitasi a Rio de
Janeiro dal 3 al 14 Giugno 1992, riconfermando la Dichiarazione della Conferenza delle
Nazioni Unite sull’Ambiente umano, adottata a Stoccolma il 16 Giugno 1972, e cercando
di considerarla come base per un ulteriore ampliamento, con l’intento di stabilire una
nuova e equa cooperazione globale mediante la realizzazione di nuovi livelli di
collaborazione tra Stati, settori chiave delle società e persone, operando per raggiungere
accordi internazionali nel rispetto degli interessi di tutti per proteggere l’integrità del
sistema ambientale e di sviluppo globale, prendendo atto della natura integrale e
interdipendente della Terra, nostra casa,
PROCLAMA CHE:
Principio 1
Gli esseri umani sono al centro delle problematiche per lo sviluppo sostenibile. Essi
hanno diritto a una vita sana e produttiva in armonia con la natura.
Principio 2
Gli Stati, in conformità alla Carta delle Nazioni Unite e ai principi delle leggi
internazionali, hanno il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse in funzione delle
rispettive politiche ambientali e di sviluppo e hanno la responsabilità di assicurare che tali
attività nel loro ambito di competenza o di controllo non provochino danni all’ambiente di
altri Stati o territori oltre i confini della giurisdizione nazionale.
2
Principio 3
Il diritto allo sviluppo deve essere deve essere attuato in modo da soddisfare
equamente i bisogni di sviluppo e ambientali delle generazioni presenti e future.
Principio 4
Nel quadro della realizzazione dello sviluppo sostenibile, la tutela ambientale costituirà
parte integrante del processo di sviluppo e non potrà essere considerata separatamente
da questo.
Principio 5
Tutti gli Stati e le persone collaboreranno al compito fondamentale di sradicamento
della povertà come requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile, al fine di ridurre le
disparità dei livelli di vita e soddisfare meglio i bisogni della maggior parte della
popolazione mondiale.
Principio 6
Una speciale priorità deve essere accordata alle condizioni e ai bisogni particolari dei
Paesi in via di sviluppo, soprattutto di quelli meno sviluppati e più vulnerabili sotto
l’aspetto dell’ambiente. Gli interventi internazionali nel campo dell’ambiente e dello
sviluppo devono essere rivolti anche agli interessi e ai bisogni di tutti i Paesi.
Principio 7
Gli Stati devono cooperare in uno spirito di collaborazione globale per conservare,
tutelare e ripristinare l’integrità e la salute dell’ecosistema della Terra. Nel quadro dei
diversi contributi al degrado ambientale globale, gli Stati avranno responsabilità comuni,
ma differenziate. I Paesi sviluppati prendono atto della propria responsabilità nel
perseguimento
internazionale dello sviluppo sostenibile, considerando le pressioni che le loro società
esercitano sull’ambiente globale e le tecnologie e delle risorse finanziarie che essi
controllano.
Principio 8
Per realizzare lo sviluppo sostenibile e ottenere una migliore qualità della vita per tutte
le persone, gli Stati devono ridurre ed eliminare i modelli insostenibili di produzione e di
consumo e promuovere adeguate politiche demografiche.
Principio 9
3
Gli Stati devono collaborare per rafforzare la formazione endogena di competenze per
lo sviluppo sostenibile, promuovendo il sapere scientifico attraverso scambi di
conoscenze scientifiche e tecniche e favorendo lo sviluppo, l’adattamento, la diffusione e
il trasferimento di tecnologie, incluse quelle nuove e innovative.
Principio 10
I problemi ambientali vengono affrontati al meglio con la partecipazione di tutti i
cittadini interessati, ciascuno a seconda del proprio livello. A livello nazionale ogni
individuo dovrà avere idoneo accesso alle informazioni riguardanti
l’ambiente in possesso delle autorità pubbliche, comprese le informazioni su materiali e
attività pericolose nelle loro comunità, e dovrà avere la possibilità di partecipare ai
processi decisionali. Gli Stati dovranno facilitare e incoraggiare
la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini rendendo ampiamente disponibili le
informazioni. Dovrà essere garantito un accesso effettivo ai procedimenti giudiziari e
amministrativi, comprese le iniziative di riparazione e di rimedio.
Principio 11
Gli Stati dovranno attuare un’efficace legislazione ambientale. Gli standard ambientali,
gli obiettivi e le priorità di attuazione dovranno riflettere il contesto ambientale e di
sviluppo cui si riferiscono. Gli standard applicati da alcuni Paesi possono risultare inadatti
e con inaccettabili costi economici e sociali per altri Paesi, in particolare per quelli in via
di sviluppo.
Principio 12
Gli Stati devono collaborare per promuovere un sistema economico internazionale
aperto e di sostegno che possa condurre a una crescita economica e allo sviluppo
sostenibile in tutti i paesi, al fine di affrontare meglio i problemi del degrado ambientale.
Le misure di politica commerciale per scopi ambientali non dovranno costituire uno
strumento di discriminazione arbitraria o ingiustificabile o una restrizione occulta nel
commercio internazionale. Dovranno essere evitate le iniziative unilaterali per affrontare
le sfide ambientali al di fuori della giurisdizione del paese importatore. Le iniziative
ambientali concernenti i problemi ambientali transnazionali o globali devono, per quanto
possibile, essere basati su un consenso internazionale.
Principio 13
Gli Stati devono elaborare leggi nazionali riguardanti la responsabilità civile e
l’indennizzo delle vittime dell’inquinamento e di altri danni ambientali. Gli Stati devono
anche cooperare in modo più incisivo e determinato per emanare ulteriori leggi
internazionali riguardanti la responsabilità civile e l’indennizzo per gli effetti nocivi dei
danni ambientali provocati nell’ambito della loro giurisdizione o del loro controllo su zone
al di fuori della loro giurisdizione.
4
Principio 14
Gli Stati devono cooperare efficacemente per scoraggiare o prevenire il dislocamento e
il trasferimento ad altri Stati di ogni attività e di ogni sostanza che provochi grave degrado
ambientale o che sia riconosciuta nociva alla salute delle persone.
Principio 15
Al fine di tutelare l’ambiente, gli Stati adotteranno ampiamente un approccio
cautelativo in conformità alle proprie capacità. Qualora sussistano minacce di danni gravi
o irreversibili, la mancanza di una completa certezza scientifica non potrà essere addotta
come motivo per rimandare iniziative costose in grado di prevenire il degrado ambientale.
Principio 16
Le autorità nazionali dovranno cercare di promuovere l’internazionalizzazione dei costi
ambientali e l’uso di strumenti economici, tenendo presente il principio che chi inquina
deve fondamentalmente sostenere il costo dell’inquinamento, con la dovuta
considerazione dell’interesse pubblico e senza distorsioni del commercio e degli
investimenti internazionali.
Principio 17
La valutazione dell’impatto ambientale deve essere adottata come strumento nazionale
per le attività proposte che potrebbero avere un rilevante impatto negativo sull’ambiente
e che sono soggette a una decisione da parte di un’autorità nazionale competente.
Principio 18
Ogni Stato deve immediatamente comunicare agli altri qualsiasi disastro naturale o
altre emergenze che potrebbero produrre improvvisi effetti nocivi sull’ambiente di tali
Stati. La comunità internazionale farà tutti gli sforzi per aiutare gli Stati colpiti da tali
emergenze.
Principio 19
Gli Stati daranno preventiva e tempestiva comunicazione e forniranno adeguate
informazioni agli Stati potenzialmente colpiti su attività che possano avere un negativo
effetto ambientale transnazionale e si consulteranno con tali Stati prontamente e in buona
fede.
Principio 20
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Atti bruxelles 2015

  • 1. OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO ONA Onlus Atti del Convegno Asbestos: closer than Eu think Bruxelles,8 dicembre 2015
  • 2. Curatore: dott. Michele Rucco, Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus. ©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-99182-17-5 Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email osservatorioamianto@gmail.com Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell’Editore.
  • 3. Atti del Convegno Asbestos: closer than EU think, Asbestos in Italy, Europe and inside the EU institutions Bruxelles,8 dicembre 2015 Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali Prima edizione: 31 dicembre 2016 ISBN 978-88-99182-17-5
  • 4. Indice 1 La locandina “Asbestos: closer than EU think” 2 Michele Rucco, “L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto e la sua missione” 3 Luciano Mutti, “Translational Research for Asbestos-related Tunours: a ‘twists and turns’ tales” 4 APPENDICE: 1. Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'ambiente umano, Stoccolma, 5-15 giugno 1972; 2. Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria, Alma Ata, Kazakistan, ex URSS, 6-12 settembre 1978; 3. Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, Ottawa, Ontario, Canada, 17-21 novembre 1986; 4. Rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992; 5. Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee sul principio di precauzione, Bruxelles, 2 febbraio 2000; 6. Asbestos-related occupational diseases in Europe, Enquiry Report, European Forum of the Insurance against Accidents at Work and Occupational Diseases, Bruxelles, aprile 2006; 7. Outline for the Development of National Programmes for Elimination of Asbestos-Related Diseases, ILO – International Labour Office and WHO – World Health Organization, Ginevra, 2006; 8. Ambiente e salute, Miglioramenti della prevenzione dei pericoli legati all’ambiente, Raccomandazione 1863(2009) del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 13 marzo 2009; 9. Risoluzione del Parlamento Europeo sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all'amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l'amianto esistente, Bruxelles, 14 marzo 2013. 5 La registrazione video
  • 5.
  • 7. L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto e la sua missione. dott. Michele Rucco Segretario Generale Osservatorio Nazionale sull’Amianto
  • 8. L’Osservatorio Nazionale Amianto e la sua missione. Dott. Michele Rucco Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Svetonio, 16 – 04100 – Latina (Italia) Tel. +39 340 2553965 e-mail: segretariogenerale.ona@gmail.com ASBESTOS: closer than EU think Asbestos in Italy, Europe ans inside the EU institutions Bruxelles – 8 dicembre 2015 Buonasera signore e signori, vi porto il saluto dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus e del suo Presidente, l’avv. Ezio Bonanni, che purtroppo non ha potuto partecipare a causa dei suoi impegni professionali. Sono lieto di essere qui, oggi, insieme a voi e ringrazio l’onorevole Tiziana Beghin per l’invito e tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione di questo evento. Un invito che per noi è motivo di grande orgoglio, in quanto segna il cammino che abbiamo percorso in questi anni, con impegno e tenacia, guidati dalla nostra volontà di batterci per la prevenzione primaria, per un ambiente pulito, per la bonifica dei territori e degli ambienti di vita e di lavoro. In questo mio intervento cercherò di evidenziare che l’amianto ed il suo uso nefasto e criminale rappresentano l’emblema di come il rapporto tra salute, lavoro ed ambiente sia stato spesso impostato e gestito in un modo errato, facendo passare in secondo piano il rispetto della vita, della sua dignità, della sua qualità. La battaglia contro l’asbesto non è una battaglia di retroguardia, volta a sanzionare e a stigmatizzare comportamenti criminali del passato; la storia dell’amianto è un caso emblematico, un caso di studio da cui apprendere per evitare di trovarci fra pochi anni a fare una nuova conta dei morti causati da altre sostanze tossiche, presenti e usate fra di noi nella più rigorosa disinformazione.
  • 9. In Italia abbiamo contato circa 5.000 decessi ogni anno dovuti alle patologie asbesto correlate. Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di informazione, in un contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale impunità dei responsabili di questo eccidio. Le vittime, i familiari, gli esposti sono quasi sempre lasciati soli con la loro sofferenza e con le loro difficoltà ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito un “problema privato”.Tutto ciò è stato possibile per l’esistenza di una lobby, che noi abbiamo definito “Amiantopoli”, che ha operato nell’interesse degli industriali dell’amianto, incurante dei danni provocati alla salute ed all’ambiente, incurante dei morti e delle sofferenze indotte. La letalità dell’amianto era nota fin dai tempi dell’antichità; già Plinio il Vecchio riferisce che gli addetti alla lavorazione si fasciavano il viso con membrane di vesciche allentate, per non respirare quella polvere nociva. Il rischio morbigeno legato all’esposizione alle polveri di amianto emerse in modo incontrovertibile durante i lavori del XVIII Congresso di Medicina Interna tenutosi a Roma nell’ottobre del 1908. In quella occasione vennero presentati gli studi del prof. L. Scarpa, del Policlinico Generale di Torino: egli aveva avuto constatato che tra i 27.000 ammalati di tubercolosi polmonare, curati tra il 1894 e il 1906, soltanto 30 erano quelli che erano stati esposti a polveri di amianto (poiché all’epoca ne erano impiegati un numero esiguo nelle relative lavorazioni) tuttavia tutti questi, tranne uno, persero la vita entro un anno dalla diagnosi con una rapidità di progressione della malattia tale da far concludere che ci fosse una relazione con l’inalazione delle polveri di amianto. La consapevolezza degli effetti patogeni dell’amianto fu il presupposto sulla base del quale il Tribunale di Torino nel 1906 mandò assolto un giornalista citato per calunnia da un imprenditore: il primo aveva affermato sul suo giornale la pericolosità della lavorazione dell’amianto che si svolgeva nella fabbrica del secondo. La sentenza del Tribunale venne confermata l’anno successivo dalla Corte di Appello di Torino; entrambi i documenti si trovano ora presso l’Archivio di Stato di Torino. E’ interessante rilevare come la storia giudiziaria dell’amianto inizi con una sentenza che riguarda l’informazione e come, sin da subito, siano state messe in campo azioni per negare ciò che era evidente anche scientificamente.
  • 10. Fin dall’inizio, quindi, la disinformazione si caratterizza come cifra importante di tutta la storia dell’amianto, e per tanti versi lo è ancora oggi, come vedremo. Analizzando i volumi della produzione e dell’importazione di amianto in Italia dal 1946 al 1992, anno di entrata in vigore della Legge 257 che ne ha bandito l’estrazione e la lavorazione, vediamo come essi crescano esponenzialmente, raggiungendo il loro picco fra gli anni Settanta ed Ottanta, quando arrivano quasi a 250.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente solo a partire dal 1990. Confrontando il dato italiano con l’analogo dato degli USA, si vede come in questo paese la produzione di amianto invece inizi a diminuire proprio a partire dal 1970, in concomitanza con la divulgazione degli studi di Irving Selikoff, che dimostravano il nesso di causalità tra amianto e mesotelioma, tra amianto e carcinoma polmonare. Ulteriore e più cogente conferma dell’esistenza e dell’operato della lobby dell’amianto viene fornita da due documenti, attualmente depositati presso l’Archivio di Stato di Torino e rinvenuti fra i documenti del Consiglio di Amministrazione della ditta “Amiantifera” di Balangero (TO), come noto la cava per l’estrazione di amianto più grande d’Europa. Il primo documento è la relazione scritta il 20 dicembre 1976 dall’ing. Ermanno Martini, con la quale lo stesso riferisce i lavori del corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 16 dicembre 1976 dall’Unione dei Produttori di Cemento- Amianto WVAZ: in questo rapporto è possibile leggere chiaramente la frase “Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dott. Selikoff astenendosi dal citarlo”. Un vero e proprio manuale della controinformazione! Il secondo documento è ancora più pregnante e fornisce la dimensione delle entità coinvolte, che non sono solo le industrie dell’amianto, ma anche enti ed istituzioni pubbliche che avrebbero dovuto tutelare la salute dei cittadini in ossequio al dettato dell’art.32 della Costituzione. Si tratta di una nota scritta a mano durante un incontro presso l’”Assocemento”, tenutosi in Roma il 17 novembre 1978. In questo documento è possibile leggere le frasi: “chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione dei lavoratori” (si tratta, come noto, della famigerata norma del limite di soglia a 100 fibre/litro, giudicata già di per sé totalmente inadeguata dalla comunità scientifica); “l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) ha aderito a questa richiesta”; “il Ministro della Salute ha confermato questo fatto”.
  • 11. Non credo siano necessari ulteriori commenti: siamo nella seconda metà degli anni Settanta; il nesso di causalità fra amianto e mesoteolioma è ormai definitivamente dimostrato; la Comunità Europea si sta orientando per la messa al bando dell’amianto; in Italia invece si cerca in tutti i modi di perpetrare la lavorazione dell’amianto e di nascondere la sua pericolosità. A fronte di questi eventi ormai documentati in modo inoppugnabile, la Magistratura, pur tra le mille difficoltà dovute alla disorganizzazione e alla carenza di mezzi e di strutture, sta fornendo un baluardo di legalità e di giustizia e sta portando avanti la ricerca dei responsabili. La Corte di Cassazione, nel Novembre 2014, ha assolto il magnate svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, proprietario della Eternit, dal reato di disastro ambientale doloso permanente, per prescrizione, dopo che era stato condannato nei primi due gradi di giudizio. Con questa sentenza, la Cassazione non ha negato quanto è emerso nel merito durante il processo, ma ha adottato una interpretazione - rispettabile e legittima, se pur non unanimemente condivisa - riguardante i termini di prescrizione, Tant’è che il Pubblico Ministero dott. Guariniello ha nuovamente richiesto il rinvio a giudizio con l’imputazione di omicidio volontario di 258 persone; attualmente il procedimento è sospeso in quanto gli atti sono stati inviati alla Corte Costituzionale sulla base del principio del cosiddetto ne bis in idem (l’art. 649 c.p.p. prevede che l’imputato prosciolto o condannato non possa essere sottoposto di nuovo a procedimento penale per il medesimo fatto, neppure se questo viene diversamente considerato per il titolo (la qualificazione giuridica del fatto), per il grado (la progressione criminosa) o per le circostanze). Oggi Stephan Ernest Schmidheiny è presidente onorario di una organizzazione (la World Business Council for Sustainable Development – WBCSD), che conta come membri le 160 più importanti società del pianeta ed ha rapporti amicali con esponenti politici di tutti i Paesi. Abbiamo trovato una foto che lo ritrae insieme al prof. Romano Prodi, più volte Presidente del Consiglio del nostro Paese e già Presidente dell’Unione Europea, ma sicuramente le sue frequentazioni sono più ampie. Le conseguenze di quanto abbiamo visto fanno sì che oggi in Italia ci siano circa 32 milioni di Materiali Contenenti Amianto in matrice compatta, distribuiti in più di 40.000 siti e in più di un 1.000.000 di micrositi, nei quali l’amianto continua a ridursi allo stato pulverulento, disperdendo le sue polveri e le sue fibre; circa 3 4 milioni di Amianto in matrice friabile, soprattutto come coibentazione degli
  • 12. edifici e come tale presente in moltissimi edifici pubblici: scuole, ospedali, caserme, ecc. Di questo enorme quantitativo ad oggi risultano bonificate soltanto circa 500 mila tonnellate, che rappresentano meno del 2 per cento del totale: procedendo di questo passo ci vorranno alcuni secoli per terminare la bonifica! Tra l’altro quanto bonificato è stato smaltito per oltre il 72% ricorrendo all’esportazione in discariche all’estero (prevalentemente in Germania). Non è questa la sede per affrontare quest’altro annoso problema, quello dello smaltimento, un capitolo della vicenda dell’amianto di cui si parla poco, che muove ingenti interessi economici e che spesso lo rende appetibile anche per la criminalità organizzata. La soluzione adottata in Italia, ed ancora caldeggiata da più parti, anche autorevoli, è quella dello stoccaggio di tali materiali in discarica, mettendo, non solo in senso figurato ma anche in senso reale, il problema sotto il tappeto, costituendo una ipoteca per le future generazioni e dimenticando che il territorio del nostro Paese è quasi tutto ad alto rischio sismico ed idrogeologico. La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 ritiene che le discariche siano solo una soluzione provvisoria e che sia di gran lunga preferibile il ricorso agli impianti di inertizzazione, capaci di rendere definitivamente innocue le fibre dell’amianto. In Italia non esistono impianti di inertizzazione dell’amianto, anche perché il quadro normativo che dovrebbe disciplinare tale attività è rimasto incompleto da oltre dieci anni!!. Per rendere concreto e palese cosa significhi e cosa comporti “bonificare”, richiamo velocemente la vicenda della Eternit Siciliana di Priolo Gargallo, stabilimento aperto nel 1953 e chiuso nel 1993 senza che fosse prevista la bonifica ambientale a carico della società proprietaria: ciò ha comportato che oggi questo stabilimento è inserito in un Sito di bonifica di interesse nazionale (S.I.N) con oneri a carico della collettività. Questo è lo stabilimento oggi, dopo gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza. Il costo di questo intervento è stato di oltre venti milioni di euro, spesi soltanto per pulire le superfici in condizioni di emergenza, al fine di evitare ulteriori danni ambientali. La bonifica vera e propria deve tener conto, come prescrive l’Accordo di Programma per gli interventi di riqualificazione ambientale sottoscritto nel Novembre 2008 dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dei
  • 13. Trasporti, dalla Regione Sicilia e dagli Enti Locali coinvolti, anche degli “elevati livelli di contaminazione dei suoli” Talmente elevati che, ad esempio, la presenza di Arsenico, Cromo e Mercurio ha una concentrazione superiore di 1.000 (mille) volte il valore limite. Con un costo che lo stesso Accordo di programma quantifica in oltre 770 milioni di euro Questa situazione è replicabile per tutti i 57 Siti di bonifica di interesse nazionale E allora è lecito domandarsi: Abbiamo i soldi per tutto? Abbiamo risorse a sufficienza da poter destinare ad un impiego sostanzialmente improduttivo ma reso necessario da un’emergenza sanitaria neanche troppo latente? Riusciamo a tener lontana la criminalità organizzata? Ritorniamo all’interno dello stabilimento Eternit di Priolo Gargallo, con questa immagine ideata per la presentazione di uno spettacolo teatrale che narrava la tragedia dei 700 lavoratori occupati in questa fabbrica: tutti deceduti per patologie asbesto correlate o per tumore, tutti tranne una (l’unica donna che si è salvata deve la sua sopravvivenza alla leucemia contratta dalla figlia in tenera età che l’ha costretta a sottoporsi ad un trattamento radioterapico per non lasciare sola la bambina in sala raggi), Immagine che ci introduce a quelle che sono le conseguenze sanitarie dell’uso criminale dell’amianto: La tabella, tratta dal Quinto Rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi, pubblicato dall’INAIL a Novembre 2015, rileva la presenza fra la popolazione italiana di 21.463 casi di mesotelioma maligno (MM) diagnosticati nel periodo 1993 – 2012, con un andamento di circa 1.500 nuovi casi ogni anno. Il trend dei casi di mesotelioma è in continuo aumento. Il mesotelioma può manifestarsi anche a distanza di 40-50 anni dalla prima esposizione alle polveri di amianto considerando quindi che il periodo di più intenso utilizzo è stato quello che va dagli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso e considerando che ci sono oltre 35.000.000 di tonnellate di materiali contenenti amianto ancora oggi diffusi sul territorio, spesso in condizioni di degrado, che fanno proseguire l’esposizione, si può prevedere il picco dei casi a partire dal 2020, con un andamento costante fino al 2030, periodo nel quale può valutarsi che inizi una diminuzione almeno per i mesoteliomi di origine professionale. Questi dati ci dicono che siamo in presenza una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate.
  • 14. Infatti il mesotelioma è l’evento sentinella ed è la più rara tra le patologie asbesto correlate, è di tutta evidenza come le stime secondo le quali il tumore polmonare incida per il doppio rispetto al mesotelioma siano tutt’altro che infondate quindi tenendo conto anche delle altre patologie asbesto correlate, non solo quelle già riconosciute come tali (tumore alla laringe, alle ovaie, oltre a quelle non neoplastiche come l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e le conseguenti complicazioni cardiocircolatorie), ma anche quelle che sono ritenute solo probabili e possibili come i tumori degli altri organi delle vie aeree e quelli del tratto gastro-intestinale, si può stimare che ogni anno ci sono solo in Italia oltre 6 mila decessi per patologie asbesto correlate. E allora? Che fare? Siamo in grado di evitare che si verifichi un nuovo disastro come quello dell’amianto? Permettetemi a questo proposito di citare Oscar Wilde ed il suo paradosso: L’esperienza è l’insegnate più difficile ed esigente: Primati fa l’esame, Poi ti insegna la lezione. In questo l'amianto, la storia dell'amianto sono veramente l'emblema di come questo paradosso funziona. Noi abbiamo usato l'amianto per lungo tempo e in modo pervasivo, come lavoratori, come cittadini l’abbiamo apprezzato perché ci dava ricchezza, benessere, prosperità in quel momento e non ci siamo resi conto delle conseguenze, siamo stati ingannati, non ci siamo domandati un sacco di altre cose e oggi ne paghiamo le conseguenze. Dobbiamo imparare la lezione e la dobbiamo imparare perché la battaglia dell'amianto è stata essenzialmente, come abbiamo visto, un susseguirsi di informazioni negate, di verità falsate, di notizie e documenti occultati, di sottovalutazioni interessate: una controinformazione sistematica e sistemica che può essere replicata in qualsiasi momento per qualsiasi altro agente tossico e nocivo. Dobbiamo anche fare attenzione che non si continui ad alimentare il problema amianto in maniera pretestuosa, quasi a voler creare con questo funesto materiale una cortina fumogena che continui ad occultare la pervasività dell’uso non sano dell’ambiente e dei suoi componenti, per avidità di profitto, per mancanza di coraggio nel fare il proprio dovere. Dobbiamo essere consapevoli che viviamo in un mondo in cui gli effetti dell'inquinamento a danno della salute e dell'ambiente coinvolgono milioni di cittadini, rappresentano un viaggio senza ritorno (un aereo già partito, per usare l’esempio icastico caro al prof. Ugazio, studioso instancabile della patologia ambientale) dobbiamo essere consapevoli che il nostro agire deve essere sempre incentrato sulla prevenzione primaria, sul principio di precauzione.
  • 15. La Conferenza di Alma Ata (1978) ha definito la salute dell’uomo non solamente come assenza di malattie o infermità ma, in positivo, come stato generale di completo benessere fisico, mentale e sociale. Negli stessi anni, il concetto di ambiente è stato espanso a comprendere sia l’ambiente naturale sia l’ambiente costruito dall’uomo. I rapporti fra ambiente e salute sono sempre stati controversi, scivolosi, fonti di innumerevoli polemiche e questioni, e per lungo tempo l'intreccio salute- ambiente è stato affrontato in chiave riduzionistica, operando una rigida divisione fra stili di vita individuali e fattori ambientali fisici esterni. E su questo presupposto, l’ambiente è stato considerato e trattato come una pattumiera. Oggi, Ambiente e Salute rappresentano un binomio inscindibile ed il rapporto con l’ambiente è una delle determinanti fondamentali dello stato di salute della popolazione umana: si è infatti consapevoli che la relazione tra l’individuo e i diversi fattori ambientali può dare luogo a diversi stati di benessere o di malattia. Dichiarazione della Conferenza ONU di Stoccolma del 5-16 giugno 1972 sull'Ambiente 1. L'uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente, che gli assicura la sussistenza fisica e gli offre la possibilità di uno sviluppo intellettuale, morale, sociale e spirituale. Nella lunga e laboriosa evoluzione della razza umana sulla terra, è arrivato il momento in cui, attraverso il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia l'uomo ha acquisito la capacità di trasformare il suo ambiente in innumerevoli modi e in misura senza precedenti. I due elementi del suo ambiente, l'elemento naturale e quello da lui stesso creato, sono essenziali al suo benessere e al pieno godimento dei suoi fondamentali diritti, ivi compreso il diritto alla vita. Il professor Giancarlo Ugazio utilizza il celebre dipinto del Mantegna che raffigura la figura del San Sebastiano trafitto dalle frecce dei soldati romani. Queste le sue parole: “La figura del Sebastiano trafitto (alias istrice) potrebbe rappresentare ciascuno di noi, La molteplicità degli agenti patogeni dell’ambiente d‘oggi, chimici e fisici, trova riscontro nell’allegoria dell’istrice - San Sebastiano. Da questo “insieme” derivano, sotto il profilo tossicologico, il sinergismo e il potenziamento, effetto cocktail, fenomeno non trascurabile. L’uomo, insieme con le altre creature che gli fanno compagnia, può tentare di adattarsi alle nuove condizioni da progresso – tutti noi siamo ora il prodotto
  • 16. della selezione naturale di tanti anni – ma può campare peggio ed anche meno a lungo”. Questi concetti, questa preoccupazione sono stati fatti propri dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa con la Raccomandazione 1863 (2009) approvata il 13 marzo 2009 e nota come Rapporto HUSS “Ambiente e salute”. In questo contesto quale è il ruolo dell’ONA? Cosa ha fatto e cosa fa? L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto nasce nel 2008 promosso dalla Libera Università Telematica Arti e Scienze Moderne come centro di alta formazione e di ricerca tecnico-giuridica e normativa. Fin dall’inizio della sua attività però si è trovato a raccogliere la sofferenza e le difficoltà dei lavoratori esposti all’amianto e dei familiari delle vittime. Non era possibile limitarsi ad “osservare”: abbiamo avvertito l’imperativo etico di aiutare persone che erano state lasciate sole, cercando di dare un supporto ed un sostegno, concreto, fattivo. Consapevoli che il dolore, la disperazione, la rabbia dei singoli, le vicende personali hanno un respiro ed un orizzonte nazionale; travalicano lo specifico problema dell’amianto e richiedono capacità di interloquire, di ragionare, di confrontarsi a più livelli. Per ottenere il riconoscimento di diritti inalienabili, primo fra tutti il diritto alla salute. Richiedono anche un profondo cambiamento culturale in grado di porre termine allo scambio (vorrei e dovrei dire al ricatto) tra lavoro per sopravvivere e salute, che per troppo tempo ha caratterizzato i rapporti industriali e le stesse politiche sindacali. Oggi l’Osservatorio conta migliaia di soci, che prestano il loro contributo di idee e di lavoro, a titolo volontario e gratuito, senza fini di lucro anche indiretto; molti di loro sono personalità rappresentative delle istituzioni a tutti i livelli (sindaci, consiglieri comunali, provinciali e regionali, deputati e senatori) espressione di tutte le formazioni politiche presenti nella società italiana, in armonia con il carattere apartitico e scevro da ideologie dell’Associazione. Siamo presenti in quasi tutte le Regioni, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dalla Valle d’Aosta alla Puglia, attraverso i nostri Comitati, organizzati ciascuno secondo le proprie caratteristiche e le proprie capacità. I Comitati sono in grado di assicurare la più ampia partecipazione democratica e di perseguire le finalità dell’Osservatorio in modo diretto ed immediato, dando risposte specifiche alle specifiche esigenze di tutela della salute, dell’ambiente e dei diritti, così come si manifestano e si concretizzano nei singoli ambiti di operatività.
  • 17. Possiamo contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico di cui fanno parte insigni professori e affermati professionisti ed intratteniamo rapporti di collaborazione con agenzie ed istituzioni di tutto il mondo. Le finalità dell’ONA sono quelle di 1) promuovere e tutelare la salute in ogni ambito di esplicazione della vita umana, attraverso a) la prevenzione primaria, cioè la riduzione del rischio e che si sostanzia nella completa rimozione di tutti gli agenti tossici dagli ambienti di vita e di lavoro; b) la prevenzione secondaria, che è riduzione del danno e che si attua con la diagnosi precoce; c) la prevenzione terziaria, che è riduzione delle conseguenze del danno e si realizza col rispetto del principio sancito dall’Unione Europea “chi inquina, paga”; Sono quelle di: 2) rappresentare, tutelare, assistere moralmente e materialmente i lavoratori ed i cittadini esposti ad amianto e ad altri patogeni, perché nessuno venga lasciato solo; 3) tutelare i diritti costituzionalmente garantiti a ogni persona, e che costituiscono l’essenza della dignità umana. L’Osservatorio oggi opera • a fianco delle persone per assicurare quelli che abbiamo chiamato “i diritti negati”; • a fianco delle Istituzioni locali e nazionali, in una logica sussidiaria o dando il nostro contributo nella preparazione  degli atti di sindacato ispettivo  di proposte di legge, o partecipando ai lavori delle commissioni legislative nazionali e regionali o agendo operativamente attraverso gli Sportelli Amianto • a fianco della Magistratura, nella sua azione di repressione dei reati contro la salute e contro l’ambiente, e nella sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità, mettendo a disposizione le proprie conoscenze e le proprie informazioni; • a fianco delle strutture mediche per alimentare il circuito dell’informazione e della conoscenza;
  • 18. • a fianco ed insieme alle altre Associazioni per unire e condividere, per agire in sinergia a tutela dell’ambiente, della salute, dei diritti. Ribadisco con forza “a fianco ed insieme” perché vogliamo UNIRE E CONDIVIDERE, perché la frammentazione non paga. Questo per noi è un obiettivo importantissimo e prioritario, ed auspichiamo che al termine di questa giornata, di questo incontro si creino le condizioni per costituire una consulta, un coordinamento sovranazionale che, partendo dall’amianto, dalla lezione dell’amianto, affronti in ambito europeo le problematiche della salute e dell’ambiente a tutto tondo in termini di prevenzione primaria. Rivolgo il mio invito non solo alle associazioni e ai rappresentanti di associazioni qui presenti, ma anche e soprattutto agli onorevoli deputati e ai rappresentati delle istituzioni dell’Unione, affinché prestino la loro attenzione e la loro disponibilità per farsi promotori e sostenitori di questa proposta. Vorrei dare compiuto conto del lavoro svolto ricordando alcune delle nostre ultime iniziative: • istituzione del Dipartimento ricerca e cura del Mesotelioma, la cui direzione è affidata al prof. Luciano Mutti, ricercatore di fama internazionale; • istituzione dell’Ambulatorio oncologico on line, • istituzione del Dipartimento di assistenza psicologica on line; • istituzione delle Guardie Nazionali Amianto, che operano sul territorio per le segnalare la presenza di siti contaminati da amianto, • la pubblicazione della collana denominata QTO - Quaderni Tematici dell’ONA, cioè monografie pensate come contributo di approfondimento tecnico e scientifico Tuttavia il nostro investimento più importante è rivolto ai giovani. Grazie all’impegno e alla sensibilità di docenti e dirigenti scolastici riusciamo ad inserire le tematiche dell’amianto nei programmi curriculari: la slide evidenzia le esperienze fatte rispettivamente ad Asti e ad Acri (CS) con i ragazzi delle scuole medie superioriche hanno colto l’occasione di mettersi alla prova, affrontando in modo compiuto e con entusiasmo questo, tema; concretizzando il loro impegno in qualcosa che li aiuta a capire questo nostro mondo e questi nostri tempi; arricchendo e sperimentando il loro bagaglio di capacità, in un momento come questo in cui assistiamo proprio ad una massiccia distruzione di
  • 19. capacità e che è rappresentata dall’alto livello di disoccupazione giovanile che registriamo nel nostro Paese. Le migliori risorse della nostra società, la nostra vera ricchezza, costrette all’inattività e al fatalismo nel periodo in cui si esprime la loro maggiore fecondità. Crediamo fermamente in questo approccio formativo e in tutte le iniziative di divulgazione e di informazione perché Il campo dell’ignoranza è molto vasto ed inesplorato: la prima cosa che fa genera confusione. Ad esempio, in molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al problema degli esposti, delle loro patologie, un problema, che riguarda in definitiva una porzione limitata della popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti patogeni. I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli ambienti di vita e di lavoro: unica vera prevenzione primaria è un ambiente pulito. La nostra volontà, infatti, è quella di essere al servizio delle vittime, ma anche e soprattutto al servizio di tutti coloro che corrono il rischio di diventare vittime. Per questo non ci stancheremo mai di batterci per la prevenzione primaria, per un ambiente pulito, per la bonifica dei territori e degli ambienti di vita e di lavoro. Per questo noi ci impegniamo in questa nostra battaglia, che è al tempo stesso culturale e valoriale. E che è ben rappresentata dal nostro simbolo, il guerriero etrusco, dal suo scudo decorato con il "fiore della vita"; lo scudo è metafora della lotta del bene contro il male, della verità contro la menzogna, della giustizia contro l’ingiustizia. Rappresenta un forte impegno etico, finalizzato ad uno scambio valoriale, a una rivoluzione culturale: rimuovere la centralità del profitto per tornare alla centralità dell’uomo, alla dignità della persona. Voglio concludere con questo pensiero di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del rispetto della vita, un pensiero che segna i limiti dell’uomo e contemporaneamente è un inno alla sua potenza: “Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita”. Vi ringrazio per l’attenzione.
  • 20. 1 ASBESTOS: closer than EU think Asbestos in Italy EuropeAsbestos in Italy, Europe and inside the EU institutions Brussels – 8 Dicembre 2015 dott. Michele Rucco Segretario Generale 1 AMIANTOPOLI:AMIANTOPOLI: LA LOBBY ASSASSINA Nascondere la realtà per continuare ad uccidere. 2
  • 21. 2 3 Sentenza del Tribunale di Torino, 31 ottobre 1906 Consapevolezza degli effetti patogeni dell'amianto a partire dai primi del 1900 anche dal punto di vista giuridico 4
  • 22. 3 Nel 1907, l C t d'A ll di Sentenza della Corte di Appello di Torino del 28.05.1907 la Corte d'Appello di Torino conferma la decisione del Tribunale, rigetta definitivamente le richieste risarcitorie avanzate da industriali dell’amianto e assolve l’editore e il direttore del giornale “Il progresso del Canavese e delle Valli di Stura” 5 che avevano sostenuto le rivendicazioni dei lavoratori dell’amianto, affermando che le loro aspettative di vita erano di molto inferiori rispetto al resto della cittadinanza. 6
  • 23. 4 7 Relazione scritta il 20 dicembre 1976,da Ermanno Martini, ingegnere eg g dipendente della ditta "Amiantifera" di Balangero (Torino). La relazione è stata redatta sul corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre 1976 da Wirtschaftsverband Asbestzement e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di cemento-amianto]. In questo rapporto è possibile leggere la 8 q pp p gg frase "Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dottor Selikoff e astenersi dal citarlo".
  • 24. 5 Nota scritta a mano in un "incontro" presso la "Assocemento" di Roma il 17 novembre 1978Roma, il 17 novembre 1978. E’ stata trovata fra le carte del Consiglio di Amministrazione della società "Amiantifera di Balangero” e ora è presso l'Archivio di Stato di Torino. E’ possibile leggere le frasi: “chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di 9 esposizione legati alla protezione dei lavoratori” “l'ENPI ha aderito a questa richiesta” “Il ministro della Salute ha confermato questo fatto” La Corte di Cassazione ha assolto per prescrizioneper prescrizione Stephan Schmidheiny, che è ora imputato di omicidio volontario in un procedimento penale sospeso hé li i 10 perché gli atti sono stati rinviati alla Corte Costituzionale. Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte Presidente del Consiglio italiano e già Presidente dell’Unione Europea, Prof. Romano Prodi
  • 25. 6  Materiali contenenti amianto in Materiali contenenti amianto in matrice compatta  32 milioni di tonnellate  Amianto friabile  alcuni milioni di tonnellate 11  Amianto bonificato  500mila tonnellate (meno del 2% del totale) Risoluzione del Parlamento Europeo 2012/2065(INI) del 14 marzo 2013 «Minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all'amianto e prospettive di eliminazione di tutto l'amiantodi eliminazione di tutto l'amianto esistente» 12
  • 28. 9 1 – area industriale (7,5 ettari)1 area industriale (7,5 ettari) dell’ex stabilimento “Eternit”: Euro 1.652.078,67 2 – area scogliera: Euro 7.106.486,92 3 – area a mare: Euro 11.759.123,50 Totale: Euro 20.517.698,09 Fonte: http:// priolo.altervista.org 17 Fonte: Accordo di programma per gli interventi di riqualificazione ambientale del SIN 18 “Priolo” – Novembre 2008 Per non parlare delle acque di falda …
  • 29. 10 19 Fonte: Accordo di programma per gli interventi di riqualificazione ambientale del SIN “Priolo” – Novembre 2008 Il Decreto Ministro Ambiente del 11/01/2013 riassegna le competenze per i siti di bonifica di interesse nazionale: Siti di interesse nazionale rimasti di competenza MinisteroAmbiente 1 Venezia (P. Marghera) L. 426/98 2 Napoli Orientale L. 426/98 3 Gela L. 426/98 4 Priolo L. 426/98 5 Manfredonia L. 426/98 6 B i di i L 426/98 16 17 18 19 20 Napoli Bagnoli - Coroglio L. 388/2000 Tito D.M. 468/2001 Crotone - Cassano - Cerchiara D.M. 468/2001 Fidenza D.M. 468/2001 Laguna di Grado e Marano D.M. 468/2001 Ministerodell’AmbienteedellaTuteladelTerritorioedelMare Direzione Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche 6 Brindisi L. 426/98 7 Taranto L. 426/98 8 Cengio e Saliceto L. 426/98 9 Piombino L. 426/98 10 Massa e Carrara L. 426/98 11 Casal Monferrato L. 426/98 12 Balangero L. 426/98 13 Pieve Vergonte L. 426/98 14 Sesto San Giovanni L. 388/2000 15 Pioltello - Rodano L. 388/2000 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 g Trieste D.M. 468/2001 Cogoleto D.M. 468/2001 Bari D.M. 468/2001 Sulcis D.M. 468/2001 Biancavilla D.M. 468/2001 Livorno D.M. 468/2001 Terni D.M. 468/2001 Emarese D.M. 468/2001 Trento nord D.M. 468/2001 Brescia L. 179/2002 Broni L. 179/2002 Falconara Marittima L. 179/2002 Serravalle Scivia L. 179/2002 Laghi di Mantova L. 179/2002 Orbetello (area ex SITOCO) L. 179/2002 Porto Torres L. 179/2002 Val Basento L. 179/2002 Milazzo L. 266/05 Bussi sul Tirino D.M.Ambiente 28/05/08 Siti di interesse nazionale divenuti di competenza regionale 40 Litorale Domizio Flegreo eA.A. L. 426/98 41 Pitelli L. 426/98 42 Fiumi Saline eAlento D.M. 468/2001 43 Sassuolo D.M. 468/2001 44 Frosinone D.M. 468/2001 45 Cerro al Lambro D.M. 468/2001 46 Milano - Bovisa D.M. 468/2001 47 Basso bacino del fiume Chienti D.M. 468/2001 48 Campobasso - Guglionesi II D.M. 468/2001 49 Basse di Stura (Torino) D.M. 468/2001 50 Mardimago - Ceregnano D.M. 468/2001 51 Bolzano D.M. 468/2001 52Aree del Litorale Vesuviano L. 179/2002 53 Bacino del fiume Sacco L. 248/05 54 Bacino Idrografico del fiume Sarno L. 266/05 55 Strillaie D.Lgs. 152/06 56 Pianura D.M.Ambiente 11/04/08 57 La Maddalena
  • 31. 12 23 Stime O.N.A. 2015 L’epidemia in corso: I dati dell’epidemia in corso: Ogni anno in Italia più di 5.000 persone perdono la vita in seguito a patologie asbesto correlate (stime prudenziali che non tengono conto delle altre patologie asbesto correlate). (Fonte: ONA - Primo Rapporto sul mesotelioma in Italia, Novembre 2015) 24
  • 32. 13 siamo in grado di evitare che si verifichi un nuovo disastro come quello dell’amianto? 25 èL’esperienza è l’insegnante più difficile ed esigente: Prima ti fa l’esame, P i ti i l l iPoi ti insegna la lezione Oscar Wilde 26
  • 33. 14 27 ovverosia la migliore e più eloquente rappresentazione di questo paradosso  L'ambiente è quel contesto naturale, fisico, mentale e sociale all'interno del quale si esplica la personalità dell’uomo.  La salute non è assenza di malattia bensì La salute non è assenza di malattia bensì come completo benessere fisico, mentale e sociale. 28
  • 34. 15 Quella sporca dozzinadozzina 29 Per gentile concessione di Giancarlo Ugazio E i i lt li iEsposizione molteplice e cronica Multifattorialità Sinergismo e potenziamento tossicologico rischi per la salute noti o emergenti 30
  • 35. 16 Miglioramenti della prevenzione dei pericoli legati all’ambiente  ambiente salubre  principio di precauzione  adottare e migliorare misure preventive efficaci 31 IL RUOLO DELL’O N A :IL RUOLO DELL O.N.A.: dalla denuncia alla proposta.
  • 36. 17  promuovere e tutelare la salute in ogni ambito di esplicazione della vita umana: 1. − prevenzione primaria 2 − prevenzione secondaria2. prevenzione secondaria 3. − prevenzione terziaria 33  rappresentare, tutelare, assistere moralmente e materialmente i lavoratori ed i cittadini esposti ad amianto e ad altri patogeni 34  tutelare i diritti costituzionalmente garantiti a ogni persona
  • 37. 18  a fianco delle persone a fianco delle persone  a fianco delle Istituzioni  a fianco della Magistratura  a fianco delle strutture mediche  a fianco ed insieme alle altre a fianco ed insieme alle altre Associazioni per unire e condividere 35  Dipartimento Ricerca e Cura del Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma  Ambulatorio oncologico on line  Dipartimento assistenza psicologica on line  Guardie Nazionali Amianto  QTO – Quaderni Tematici dell’ONA
  • 39. 20 39 IL FIORE DELLA VITA Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceanoè solo una goccia nell oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita. Albert Schweitzer 40
  • 41. Translational Research for Asbestos-related Tunours: a ‘twists and turns’ tales prof. Luciano Mutti Chair In Cancer Research, University of Salford Honorary Consultant Salford Royal University Hosp Chairman of the Italian Group for Research and Therapy for Mesothelioma (GIMe)
  • 42. 1 L. Mutti Translational Research for Asbestos-related Tunours: “t i t d t ” t la “twists and turns” tale Miths to dispel and how holding out the hope “The European mesothelioma epidemic”…but not only European 180 160 140 120 200 3500 3000 2500 r a ye 2000 y/tilah sbestos ons/year) Years Crysotile Peto et al., British Journ before ‘53 whole population Cancer (1999) 0 100 80 60 40 20 0 h t1500 l e MMe 1000 500 Crocidolite Amos Importedas (thousandsto al of ite born
  • 43. 2 Expecting the Worldwide Epidemics …and from then on ?
  • 44. 3 -14379 R1a. Every patient should receive best supportive care. R1b. When a decision is made to treat patients with chemotherapy alone, patients in a good performance status (PS; > 60 on the Karnofsky scale or < 3 on the ECOG scale) should be treated with first line combination chemotherapy consisting of platinum and pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively, patients could be included in first and ERS/ESTS TASK FORCE Guidelines of the European Respiratory Society and the European Society of Thoracic Surgeons for the management of malignant pleural mesothelioma A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T. patients could be included in first and second-line clinical trials. R1c. In the light of limited evidence of efficacy of chemotherapy, the decision to administer chemotherapy should be discussed with the patients and his relatives on a case by case basis . Berghmans, H. Clayson, P. de Vuyst,H. Dienemann, F. Galateau- Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C. Le Pe´choux, L. Mutti, J-C. Pairon, R. Stahel, P. van Houtte, J. van Meerbeeck, D. Waller and W. Weder HEADS UP: New Guidelines 2017
  • 45. 4 Awaiting Genetics Based Medicine •Afavorable and unfavorable prognostic gene profile in different regions of the same tumour •Aneuploidy •Different tumour regions bear different mutations of the same gene E i ti h i tt “Things should be made as simple as possible but not simpler” A. Einstein •Epigenetic mechanisms matter OncoTargets and Therapy Drugs for solid cancer: the productivity crisis prompts a Awaiting Genetic Based Medicine p y p p rethink Science does not proceed linearly but by paradigmatic shiftsbut by paradigmatic shifts driven by translational productivity //
  • 46. 5 Therapies currently in Phase II trials for malignant pleural Mesothelioma 5. Expert opinion Pinton G. et al. Expert Opin Investig Drugs, 2013 p p Back in 2005 in their review of theirs, Kumar and Kratzke had foreseen that targeted therapy addressed to growth factor receptors and cell cycle proteins would change the prognosis of patients with MPM [57]. Eight years later, unfortunately, such a result has not been achieved and looks like being still rather far away To get An obvious stallmate that requires a swift U-turn paradigmatic shift . New scenarios should be explored being still rather far away. To get ahead, first, we should ask ourselves: ‘Why?’. “Achange is better than a rest” Irish Proverb Characterization of hypoxia in malignant pleural mesothelioma with FMISO PET-CT Lung Cancer 2015 July 30 Conclusions This pilot study confirms that MPM is a tumor with significant areas of hypoxia, particularly in dominant tumor masses. The relationship of tumor hypoxia to effectiveness of chemotherapy and/or radiation therapy warrants prospective assessment
  • 47. 6 Toward the shift: Markers of Hypoxia Examples of diffuse immunostaining of CAIX and CA XII proteins in normal and neoplastic tissues and MPM is an extremely hypoxic tumour related to (GRP78) PAKT and low apoptosis rate. Ivanov S et al Am J Pathology, 2001 Hypoxia induces NOTCH 1 and its down- regulation in MPM (obtained either through RNAinterference or chemical inhibition) leads to cell death viaAKT deactivation Graziani I et al Cancer Res, 2008 MCT4 expresssion on MPM cells is strongly realated to worse survival (p<0,001; personal communication) Enhancement of in vitro cell motility and invasiveness of MPM cells under hypoxia via HIF-1/MUC1 Pathway . Morover high IHC MUC1 expression in the tumor are indicators of poor prognosis in MPM Goudarzi H et al. Cancer Letter, 2013 Pillai K et al. J Biol Markers 2013 Is Hypoxia and its effects a new direction to take ? “The patients with of negative HIF-1 NSCLC had higher 5-year survival rates and overall survival than positive HIF-1….” Ren W. et al. Swiss Med Wkly. 2013;143 CAIX as a Target in Meso
  • 48. 7 Toward the shift: Hypoxia and Translation MPM cells show unique high druggable eIF6 expression eIF6 is induced by hypoxia eIF6 silencing or inhibition curbs MPM cells growth Oncotargets, 2015 Oct 6. [Epub ahead of print] PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
  • 49. 8 Toward the shift: genetic hints Validaton of Data Mining: 119 gene deregulated in at least two refs High expression OSg p 20.8 vs 40 months (NME12 and THBS2 are hypoxia- regulated genes) TMA Hypoxia and MiRna “We proposed here a two-microRNAsignature (Let-7c-5p plus miR-151a-5p) relating to overall survival, whose prognostic value was also validated in the TCGAmesothelioma dataset” ( in press)
  • 50. 9 Phase I miR16 nano-delivery . American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine Volume 191 Number 12 | June 15 2015 Can Bioinformatics optimise standard therapy ? Bioinformatic modelling (p53, BAP1PN,ApS, 120602,; 2N2 (F99)2: 1,43T74H-143S79B2 )
  • 51. 10 Oncotarget, Vol. 6, No.7 LC/MPM CSC and Mitochondrial Biogenesis MPM stem cells population is reduced by mitochondrial biogenesis inhibition Doxycycline inhibits tumor-sphere formation in eight other cell lines, derived from diverse cancer types. For simplicity, the efficacy of doxycycline was tested at a concentration of 50 µM. (*)p <0.001. (B) Lung [A549]. y g (personal communication) J Clin Oncol 30:2988-2994. Chlamydophila Psittaci Eradication With DoxycyclineAs First-Line Targeted Therapy for OcularAdnexae Lymphoma: Final Results of an International Phase II Trial Protocol Title Doxycycline Pre-operatively in Surgical Malignant Pleural Mesothelioma (MPM) and Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC) Objectives of the trial 1.1 Primary objective To determine whether short-term (2-3 weeks) treatment with pre- operative oral doxycycline of stage I and II MPM and I-IIIA NSCLC results in inhibition of : • hypoxic/ stemness ( HIF1, NOTCH1,AXL, MCT1) markers along with tumor proliferation markers, as determined by a reduction in tumor Ki67 from baseline (pre-treatment) to post- treatment (at time of surgical excision). EGFR receptor gene status will assessed in pat with LungAdenocarcinoma • Meso- and Lung-sphere Forming Efficiency (MEFE and LUFE) of cultured patient tuPmNAoSr,t2i0s0s2u;e22is(9i9n):h1i4b3i7t4e-1d4379
  • 52. 11 A Master Key ? Int J Cancer. 1998; Int J Mol Med. 2003. MMe cells act as APC f ll i Asecond-line phase II clinical study with a fully humanized anti-CTLA-4 monoclonal antibody as monotherapy in patients with unresectable MMe of recall antigens Expression of B7-H3 on human MMe cells and tissue J Cell Physiol. 2011 160 The Translational Research Cycle: Bench/Bedside/Bench HLA-DR MMe cell AG PPD TT 0 20 40 60 80 100 120 140 Bas eline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60 1s t c yc le 2nd c yc le cell count/microL NR R p<0.03 p<0.04 p<0.02 Immunotherapy: a Master Key against Tumours and MPM ? RCT vs Placebo with appropriate end point (OS) because so far: •Very selected pats with very good PS and life expectancy, • Not extensive disesase Perspectives • Combined immune check points blockage• Combined immune check points blockage • Immunotherapy plus chemotherapy • Immunotherapy plus addressing tumour microevironment abnormalities
  • 53. 12 Expert Opinion on Investigational drugs Tremelimumab (in press)(in press)  Canthis drug either cure me or improving my survival?  Isthis drug toxic?  Might I be treated even withg advanced disease? • Can the National Health System bear with the brunt of such an expensive drug? Translational Medicine for Meso: “In Medio Stat Virtus” In the Middle Stands Virtue (?) NGS IHC Bioinformatic modelling (p53, BAP1, p16, NF2 THSB2 ) Focusing on TIC /stemcells and Immune Response
  • 54. 13 “Here is Edward Bear, coming downstairs now, bump, bump, bump, on the back of his head, behind Christopher Robin. It is, as far as he knows, the only way of coming downstairs, but sometimes he feels that there really is another way, if only he could stop bumping for a moment and think of it” A.A. Milne 1926 Illustration E.H.Shepard 192614 “If you always do what you always did, you always get what you always got” Mark Twain -ro e,E A G,RE.A DattJr YOUMUS U -OERS 1'r SE tEAR1S University of Salfo rd M A CHESTER
  • 55. 14 Which Model is “less unfair” ? How should the quality drive theq y funding policies ? NIHR in the UK Th ADRI i S dThe ADRI in Sydney The Ministry of Health in Italy External Academic Activities AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARI PISANA A
  • 56. 15 TAKE -HOME MESSAGE How dealing with the European Epidemics In Translational Medicine it is really arguable considering a single approach the “good one” : the need of a l idi li l i l hmultidiscplinary translational approach We have a host of proofs of evidences prompting us to proceed with a paradigmatic shift on a solid background for: -screening -early phases clinical trials with affordable drugs atearly phases clinical trials with affordable drugs at acceptable cost/benefit and OS as the primary end point We need fair and quality-driven competitive grants to support the best translational projects Contributors Metabolism. AntonioDaga, Roberto Favoni IRCCS San Martino-IST, Genova. Italy DeanFennell, Thoracic Medical Oncology, University of Leicester & Leicester University Hospitals, Leicester. UK Shoukat Dedhar BC Cancer Agency, Vancouver. Canada Translation. Stefano Biffo S. Raffaele Sci Inst, Milan. Italy Stefano Grosso MRC Toxicology Unit, University of Leicester. UK Immunohistochemistry and TMA Bruno Murer. Venezia Hosp. I Stevan Marciniak, University of Cambridge, UK Stem cells Michael Lisanti and Federica Sotgia., Paterson Institute, Manchester, UK miRs Glein Reid, Nico, Van Zandwick, ADRI, Sydney, AU Carlo Croce, Columbus University, Ohio, US
  • 57. APPENDICE 1. Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'ambiente umano, Stoccolma, 5-15 giugno 1972; 2. Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria, Alma Ata, Kazakistan, ex URSS, 6-12 settembre 1978; 3. Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, Ottawa, Ontario, Canada, 17-21 novembre 1986; 4. Rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992; 5. Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee sul principio di precauzione, Bruxelles, 2 febbraio 2000; 6. Asbestos-related occupational diseases in Europe, Enquiry Report, European Forum of the Insurance against Accidents at Work and Occupational Diseases, Bruxelles, aprile 2006; 7. Outline for the Development of National Programmes for Elimination of Asbestos-Related Diseases, ILO – International Labour Office and WHO – World Health Organization, Ginevra, 2006; 8. Ambiente e salute, Miglioramenti della prevenzione dei pericoli legati all’ambiente, Raccomandazione 1863(2009) del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 13 marzo 2009; 9. Risoluzione del Parlamento Europeo sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all'amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l'amianto esistente, Bruxelles, 14 marzo 2013.
  • 58. Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'ambiente umano (STOCCOLMA 1972) Dichiarazione delle Nazioni Unite alla Conferenza “su L'Ambiente Umano” tenutasi a Stoccolma da 5 a 16 giugno 1972, che ha considerato il bisogno di prospettive e principi comuni al fine di inspirare e guidare i popoli del mondo verso una conservazione e miglioramento dell'ambiente umano. Preambolo 1. L'uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente, che gli assicura la sussistenza fisica e gli offre la possibilità di uno sviluppo intellettuale, morale, sociale e spirituale. Nella lunga e laboriosa evoluzione della razza umana sulla terra, è arrivato il momento in cui, attraverso il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia l'uomo ha acquisito la capacità di trasformare il suo ambiente in innumerevoli modi e in misura senza precedenti. I due elementi del suo ambiente, l'elemento naturale e quello da lui stesso creato, sono essenziali al suo benessere e al pieno godimento dei suoi fondamentali diritti, ivi compreso il diritto alla vita. 2. La protezione ed il miglioramento dell'ambiente è una questione di capitale importanza che riguarda il benessere dei popoli e lo sviluppo economico del mondo intero; essa risponde all'urgente desiderio dei popoli di tutto il mondo e costituisce un dovere per tutti i governi. 3. L'uomo deve costantemente fare il punto della sua esperienza e continuare a scoprire, inventare, creare e progredire. Al presente, la capacità dell'uomo di trasformare il suo ambiente, se adoperata con discernimento, può apportare a tutti i popoli i benefici dello sviluppo e la possibilità di migliorare la qualità della vita. Applicato erroneamente o avventatamente, lo stesso potere può provocare un danno incalcolabile agli esseri umani ed all'ambiente. Vediamo intorno a noi con crescente evidenza i danni causati dall'uomo in molte regioni della terra: pericolosi livelli d'inquinamento delle acque, dell'aria, della terra e degli esseri viventi; notevoli ed indesiderabili perturbazioni dell'equilibrio ecologico della biosfera; distruzione ed esaurimento di risorse insostituibili e gravi carenze dannose alla salute fisica, mentale e sociale dell'uomo nell'ambiente da lui creato e in particolare nel suo ambiente di vita e di lavoro. 4. Nei paesi in via di sviluppo la maggior parte dei problemi ambientali sono causati dal sottosviluppo. Milioni di persone continuano a vivere molto al di sotto dei livelli minimi compatibili con una vita umana decente, privi di nutrimento, vestiario, abitazione, istruzione, salute e servizi sanitari adeguati. Perciò i paesi in via di sviluppo devono orientare i loro sforzi verso lo sviluppo, tenendo conto delle loro priorità e della necessità di salvaguardare e migliorare l'ambiente. Allo stesso scopo, i paesi industrializzati devono compiere sforzi per ridurre il divario che li separa dai paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati i problemi ambientali sono generalmente collegati all'industrializzazione ed allo sviluppo tecnologico. 5. L'aumento naturale della popolazione pone incessantemente problemi di conservazione dell'ambiente, ma l'adozione di politiche e di misure adeguate può consentire la soluzione di tali problemi. Di tutte le cose al mondo gli uomini sono le più preziose. Sono gli uomini che promuovono il progresso sociale, creano la ricchezza sociale, sviluppano la scienza e la tecnologia e con il loro duro lavoro trasformano incessantemente l'ambiente umano. Insieme al progresso sociale ed allo sviluppo della produzione, della scienza e della tecnologia, la capacità dell'uomo di migliorare l'ambiente aumenta di giorno in giorno. 6. Siamo arrivati ad un punto della storia in cui dobbiamo regolare le nostre azioni verso il mondo intero, tenendo conto innanzitutto delle loro ripercussioni sull'ambiente. Per ignoranza o per
  • 59. negligenza possiamo causare danni considerevoli ed irreparabili all'ambiente terrestre da cui dipendono la nostra vita ed il nostro benessere. Viceversa, approfondendo le nostre conoscenze ed agendo più saggiamente, possiamo assicurare a noi stessi ed alla nostra posterità, condizioni di vita migliori in un ambiente più adatto ai bisogni ed alle aspirazioni dell'umanità. Esistono ampie prospettive per il miglioramento della qualità dell'ambiente e la creazione di una vita più felice. Quello che occorre è un'entusiastica, ma calma disposizione d'animo ed un intenso ma ordinato lavoro. Per godere liberamente dei benefici della natura, l'uomo deve valersi delle proprie conoscenze al fine di creare in cooperazione con la natura, un ambiente migliore. Difendere e migliorare l'ambiente per le generazioni presenti e future, è diventato per l'umanità un obiettivo imperativo, un compito per la cui realizzazione sarà necessario coordinare e armonizzare gli obiettivi fondamentali già fissati per la pace e lo sviluppo economico e sociale del mondo intero. 7. Affinché questo scopo possa essere raggiunto, sarà necessario che tutti, cittadini e collettività, imprese ed istituzioni ad ogni livello, assumano le loro responsabilità e si dividano i rispettivi compiti. Gli uomini di tutte le condizioni e le più diverse organizzazioni possono, sulla base dei lavori da essi stessi ammessi e dall'insieme dei loro atti, determinare l'ambiente futuro. Le autorità locali e i governi avranno la responsabilità principale delle politiche e dell'azione che dovranno essere adottate, in materia di ambiente nei limiti della propria giurisdizione. E'altresì necessaria la cooperazione internazionale per riunire le risorse al fine di aiutare i paesi in via di sviluppo ad assumere le loro responsabilità in questo campo. Un numero sempre più elevato di problemi di ambiente, di portata regionale o mondiale, o che concernono il campo internazionale comune, esigerà una cooperazione fra i paesi e una azione da parte delle organizzazioni internazionali nell'interesse di tutti. La Conferenza chiede ai governi e ai popoli di unire i loro sforzi per preservare e migliorare l'ambiente nell'interesse dei popoli e delle generazioni future. Principi 1. L'uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all'uguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere. Egli ha il dovere solenne di proteggere e migliorare l'ambiente a favore delle generazioni presenti e future. A questo fine, le politiche che incoraggiano o che mantengono l'apartheid, la segregazione razziale la discriminazione, le forme coloniali o simili di oppressione e di dominazione straniera, sono condannate e devono essere eliminate. 2. Le risorse naturali della Terra ivi comprese l'aria, l'acqua, la terra, la flora e la fauna, e particolarmente i campioni rappresentativi degli ecosistemi naturali, devono essere preservati nell'interesse delle generazioni presenti e future, attraverso un'adeguata pianificazione e gestione. 3. La capacità della Terra di produrre risorse rinnovabili essenziali deve essere mantenuta, e, sempre che sia possibile, ristabilita e migliorata. 4. L'uomo ha particolare responsabilità nella salvaguardia e nella saggia amministrazione del patrimonio costituito dalla flora e dalla fauna selvatiche, e dal loro habitat, che sono oggi gravemente minacciati da un insieme di fattori sfavorevoli. La conservazione della natura, e in particolare della flora e della fauna selvatica, deve pertanto avere un posto importante nella pianificazione per lo sviluppo economico.
  • 60. 5. Le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo tale da non rischiare il loro esaurimento ed in modo tale che i vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione siano condivisi da tutta l'umanità. 6. Lo scarico di sostanze tossiche o di altre sostanze e lo sprigionamento di calore in quantità o in concentrazioni tali che l'ambiente non sia in grado di neutralizzarne gli effetti devono essere arrestati in modo da evitare che gli ecosistemi subiscano danni gravi o irreversibili. La giusta lotta dei popoli di tutti i paesi contro l'inquinamento deve essere incoraggiata. 7. Gli Stati devono prendere tutte le misure possibili per impedire l'inquinamento dei mari, dovuto a sostanze che rischiano di mettere in pericolo la salute dell'uomo, di nuocere alle risorse biologiche e alla vita degli organismi marini, di danneggiare o di pregiudicare altre utilizzazioni dello stesso ambiente marino. 8. Lo sviluppo economico e sociale è indispensabile se si vuole assicurare un ambiente propizio all'esistenza ed al lavoro dell'uomo e creare sulla Terra le condizioni necessarie al miglioramento del tenore di vita. 9. Le cause ambientali imputabili a condizioni di sottosviluppo e a calamità naturali pongono gravi problemi e si può meglio porvi rimedio accelerando lo sviluppo mediante il trasferimento di un sostanziale aiuto finanziario e tecnologico in aggiunta allo sforzo interno dei paesi in via di sviluppo nonché tempestivo aiuto allorché è richiesto. 10. Per i paesi in via di sviluppo la stabilità dei prezzi ed una remunerazione adeguata dei prodotti di base e delle materie prime sono essenziali per la gestione delle risorse dell'ambiente: dato che occorre prendere in considerazione i fattori economici e i processi ecologici. 11. Le politiche ambientali di tutti gli Stati devono aumentare e non colpire il potenziale di sviluppo, presente e futuro, dei paesi in via di sviluppo e non devono neppure impedire il raggiungimento d condizioni di vita migliori per tutti. Stati ed organizzazioni internazionali devono adottare gli opportuni provvedimenti allo scopo di accordarsi sui mezzi per rimediare alle conseguenze economiche che può avere, a livello nazionale e internazionale, l'applicazione di misure di protezione dell'ambiente. 12. Sarà necessario assicurare risorse per preservare e migliorare l'ambiente, tenendo presente le situazioni ed i bisogni particolari dei paesi in via di sviluppo e i costi che possono derivare dall'inserimento di misure di salvaguardia dell'ambiente nella pianificazione del loro sviluppo, come pure la necessità di porre a loro disposizione a loro richiesta, un'assistenza tecnica finanziaria supplementare a tal fine. 13. Al fine di razionalizzare l'amministrazione delle risorse e di migliorare l'ambiente, gli Stati dovrebbero adottare una concezione integrata e sviluppata delle loro pianificazioni dello sviluppo in modo tale che il loro progresso sia compatibile con la necessità di proteggere e di migliorare l'ambiente, negli interessi della loro popolazione. 14. Una pianificazione razionale è uno strumento essenziale se si vogliono conciliare gli imperativi dello sviluppo con la necessità di preservare e d migliorare l'ambiente. 15. E' necessario pianificare gli insediamenti umani e l'urbanizzazione, allo scopo di evitare effetti negativi sull'ambiente e ottenere i massimi benefici sociali, e ambientali per tutti. A questo riguardo, i progetti ideali per la denominazione colonialista e razzista devono essere abbandonati.
  • 61. 16. Nelle regioni in cui il tasso di aumento della popolazione o la sua concentrazione eccessiva sono tali da esercitare un'influenza sfavorevole sull'ambiente e sullo sviluppo, oppure in quello in cui, la debole densità della popolazione rischia di impedire qualsiasi miglioramento dell'ambiente e di ostacolare lo sviluppo, si dovranno adottare delle politiche demografiche che rispettino i diritti fondamentali dell'uomo e che siano giudicate adeguate dai governi interessati. 17. Istituzioni nazionali adeguate devono essere incaricate di pianificare, di amministrare e di controllare l'utilizzazione delle risorse dell'ambiente. 18. La scienza e la tecnica, nell'ambito del loro contributo allo sviluppo economico e sociale, devono essere applicate per identificare, evitare e controllare i pericoli che minacciano l'ambiente e risolvere i problemi posti allo stesso per il bene dell'umanità 19. E' essenziale impartire l'insegnamento sulle questioni ambientali tanto alle giovani generazioni che alle adulte, tenendo conto dei meno favoriti al fine di sviluppare le basi necessarie per illuminare l'opinione pubblica, e dare agli individui, alle imprese e alle collettività, il senso delle loro responsabilità per quanto concerne la protezione ed il miglioramento dell'ambiente in tutta la sua dimensione umana. E' inoltre essenziale che i mezzi di comunicazione di massa evitino di contribuire al deterioramento dell'ambiente, ma divulghino al contrario informazioni di tipo educativo sulla necessità di mettere gli uomini in grado di compiere progressi sotto ogni aspetto. 20. In tutti i paesi, specialmente nei paesi in via di sviluppo, deve essere incoraggiata la ricerca e lo sviluppo scientifico, nel contesto dei problemi di ambiente, sia nazionali che multinazionali. A questo scopo deve essere incoraggiata la libera circolazione delle informazioni scientifiche e delle esperienze più recenti, al fine di facilitare la soluzione dei problemi ambientali; le tecnologie che riguardano l'ambiente dovranno essere a disposizione dei paesi in via di sviluppo, senza tuttavia che esse costituiscano un onere economico per i paesi in via di sviluppo. 21. In conformità allo Statuto delle Nazioni Unite ed ai principi del diritto internazionale, gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le loro risorse secondo le loro politiche in materia di ambiente, e hanno il dovere di assicurarsi che le attività esercitate entro i limiti della loro giurisdizione o sotto il loro controllo non causino danni all'ambiente di altri Stati o a regioni che non sono sottoposte ad alcuna giurisdizione nazionale. 22. Gli Stati devono collaborare per sviluppare maggiormente il diritto internazionale in ciò che concerne la responsabilità ed il risarcimento delle vittime dell'inquinamento e di altri danni ecologici che le attività svolte nei limiti della giurisdizione di questi Stati o sotto il loro controllo causano a regioni situate al di fuori dei limiti della propria giurisdizione. 23. Senza pregiudizio dei principi generali che potranno essere adottati dalla comunità internazionale, né di criteri a livelli minimi che dovranno essere definiti a livello nazionale, è necessario in ogni caso tener conto della scala dei valori prevalenti in ogni paese e dell'applicabilità di norme che sono valide per i paesi più progrediti, ma che non possono essere adattate ai paesi in via di sviluppo , e costituire per tali paesi un costo sociale ingiustificato. 24. I problemi internazionali riguardanti la protezione ed il miglioramento dell'ambiente dovrebbero essere affrontati in uno spirito di cooperazione da parte di tutti gli Stati, grandi o piccoli, su un piano d'uguaglianza. Una cooperazione attraverso accordi multilaterali o bilaterali, o attraverso altri mezzi idonei, è indispensabile per prevenire, eliminare o ridurre e limitare efficacemente i pericoli all'ambiente, risultanti da attività esercitate in tutti i campi, e ciò nel rispetto della sovranità e degli interessi di tutti gli Stati.
  • 62. 25. Gli Stati devono assicurarsi che le organizzazioni internazionali svolgano un ruolo coordinato, efficace e dinamico nella preservazione e nel miglioramento dell'ambiente. 26. All'uomo e al suo ambiente devono essere risparmiati gli effetti delle armi nucleari e di tutti gli altri mezzi di distruzione di massa. Gli Stati devono tentare di raggiungere a breve scadenza un accordo in seno ai competenti organi internazionali, per la eliminazione e la completa distruzione di tali armi.
  • 63. Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria The Alma Ata Declaration on primary health care Conferenza Internazionale sull’assistenza sanitaria primaria 6-12 settembre 1978, Alma Ata, Kazakistan, ex URSS (Organizzata unitamente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Organizzazione Pan Americana della Salute, dall’UNICEF e patrocinata dall’URSS - Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il suo motto fu: “Salute per tutti entro il 2000”) La Conferenza Internazionale sull’Assistenza Sanitaria Primaria, riunita ad Alma Ata il 12 settembre 1978, espressa la necessità di un’azione urgente dei governi, della comunità internazionale e di tutti coloro che lavorano per la salute e lo sviluppo per proteggere e promuovere la salute di ogni uomo, formula la seguente Dichiarazione: I La Conferenza ribadisce con forza che la salute, stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattia o infermità, è un diritto umano fondamentale e riafferma che il raggiungimento del maggior livello di salute possibile è un risultato sociale estremamente importante in tutto il mondo, la cui realizzazione richiede il contributo di molti altri settori economici e sociali in aggiunta a quello sanitario. II L’enorme disparità esistente nello stato di salute delle persone, in modo particolare tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo ma anche all’interno delle nazioni, è inaccettabile dal punto di vista politico, economico, sociale e rappresenta una preoccupazione comune a tutti i paesi. III Lo sviluppo economico e sociale, basato su un Nuovo Ordine Economico Internazionale, è di importanza fondamentale per raggiungere appieno la salute per tutti e per ridurre il divario tra lo stato di salute dei paesi in via di sviluppo e quello dei paesi sviluppati. La promozione e la tutela della salute delle persone è indispensabile per un intenso sviluppo economico e sociale e contribuisce a una miglior qualità della vita e alla pace mondiale.
  • 64. IV Le persone hanno il diritto e il dovere di partecipare individualmente e collettivamente alla progettazione e alla realizzazione dell’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno. V I Governi sono responsabili della salute dei propri cittadini: essa può essere raggiunta solo mettendo a disposizione adeguate misure sanitarie e sociali. Nei prossimi decenni un obiettivo sociale essenziale dei governi, delle organizzazioni internazionali e dell’intera comunità mondiale dovrebbe essere il raggiungimento, entro l’anno 2000, di un livello di salute che permetta a tutti i popoli del mondo di condurre una vita socialmente ed economicamente produttiva. L’assistenza sanitaria primaria è la chiave per conseguire questo risultato dentro la cornice dello sviluppo in uno spirito di giustizia sociale. VI L’assistenza sanitaria primaria è costituita da quelle forme essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi pratici, scientificamente validi e socialmente accettabili, che sono rese accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella comunità grazie alla loro piena partecipazione, che sono realizzate a un costo che la comunità e la nazione possono sostenere in ogni fase del proprio sviluppo in uno spirito di autonomia e di autodeterminazione. L’assistenza sanitaria primaria è una parte integrante sia del sistema sanitario di un paese, del quale rappresenta la funzione centrale e il punto principale, sia del completo sviluppo sociale ed economico della comunità. Essa rappresenta la prima occasione di contatto degli individui, della famiglia e della comunità con il sistema sanitario nazionale, portando l’assistenza sanitaria il più vicino possibile ai luoghi di vita e di lavoro, e costituisce il primo elemento di un processo continuo di assistenza sanitaria. VII L’assistenza sanitaria primaria: 1. riflette e si sviluppa dalle condizioni economiche e dalle caratteristiche socioculturali e politiche di un paese e delle sue comunità; essa si fonda sull’applicazione dei risultati significativi ottenuti dalla ricerca sociale, biomedica e nei servizi sanitari e sull’esperienza maturata in sanità pubblica; 2. affronta i principali problemi di salute nella comunità, fornendo i necessari servizi di promozione, prevenzione, cura e riabilitazione; 3. comprende almeno: l’educazione sui principali problemi di salute e sui metodi per prevenirli e controllarli; 4. la promozione di un sistema di approvvigionamento alimentare e di una corretta alimentazione; un’adeguata disponibilità di acqua sicura e il miglioramento delle
  • 65. condizioni igieniche fondamentali; l’assistenza sanitaria materna e infantile, compresa la pianificazione familiare; l’immunizzazione contro le principali malattie infettive; la prevenzione e il controllo delle malattie endemiche locali; un appropriato trattamento delle malattie e delle lesioni più comuni; la fornitura dei farmaci essenziali; 5. coinvolge, oltre al settore sanitario, tutti gli altri settori e aspetti dello sviluppo nazionale e della comunità che sono collegati, in particolare l’agricoltura, la zootecnia, 6. la produzione alimentare, l’industria, l’istruzione, l’edilizia, i lavori pubblici, le comunicazioni e altri settori; inoltre necessita del coordinamento delle attività tra tutti questi settori; 7. richiede e promuove al massimo l’autonomia dell’individuo e della comunità e la partecipazione alla progettazione, organizzazione, funzionamento e controllo dell’assistenza sanitaria primaria stessa, usando appieno le risorse locali, nazionali e le altre disponibili; per questo fine sviluppa, attraverso un’adeguata educazione, la capacità delle comunità a partecipare; 8. dovrebbe essere sostenuta da sistemi di riferimento integrati, funzionali e di supporto reciproco che portano a un progressivo miglioramento dell’assistenza sanitaria globale per tutti e danno priorità a coloro che sono maggiormente nel bisogno; 9. a livello locale e ai livelli di riferimento l’assistenza sanitaria primaria dipende dagli operatori sanitari, comprendendo di volta in volta i medici, gli infermieri, le ostetriche, il personale ausiliario e gli operatori di comunità, come pure dalle figure professionali tradizionali quando necessario: essi devono essere adeguatamente preparati, dal punto di vista sociale e tecnico, a lavorare come una squadra per la salute e a rispondere ai bisogni di salute espressi della comunità. VIII Tutti i governi dovrebbero formulare a livello nazionale politiche, strategie e piani d’azione per diffondere e sostenere l’assistenza sanitaria primaria come parte dell’intero sistema sanitario nazionale e in modo coordinato con gli altri settori. A questo scopo, sarà necessario esercitare una volontà politica, mobilitare le risorse del paese e usare razionalmente le risorse esterne disponibili. IX Tutte le nazioni dovrebbero agire in uno spirito di stretta cooperazione e di servizio per garantire a ciascuno l’assistenza sanitaria primaria, dal momento che il raggiungimento della salute da parte delle persone di un qualsiasi paese interessa direttamente e rappresenta un beneficio per tutti le altre nazioni. In questo contesto il rapporto congiunto sull’assistenza sanitaria primaria curato dall’OMS e dall’UNICEF costituisce
  • 66. una solida base per lo sviluppo e le attività ulteriori dell’assistenza sanitaria primaria in ogni parte del mondo. X Un accettabile livello di salute per tutte le persone del mondo può essere raggiunto entro l’anno 2000 grazie a un migliore e più completo uso delle risorse mondiali, una parte considerevole delle quali è oggi destinata agli armamenti e ai conflitti militari. Un’autentica politica di indipendenza, di pace, di distensione e di disarmo potrebbe e dovrebbe liberare risorse aggiuntive che potrebbero essere ben destinate a scopi pacifici e in particolare all’accelerazione dello sviluppo sociale ed economico: all’assistenza sanitaria primaria, come parte essenziale di tale sviluppo, dovrebbe essere assegnata una quota adeguata delle risorse rese disponibili. *** La Conferenza Internazionale sull’Assistenza Sanitaria Primaria richiede un’urgente ed efficace azione nazionale e internazionale per sviluppare e implementare l’assistenza sanitaria primaria in ogni parte del mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppo, secondo uno spirito di cooperazione tecnica e in accordo con un Nuovo Ordine Economico Internazionale. La Conferenza esorta i governi, l’OMS, l’UNICEF e le altre organizzazioni internazionali, le agenzie multilaterali o bilaterali, le organizzazioni non governative, le agenzie di finanziamento, tutti gli operatori sanitari e l’intera comunità mondiale a supportare l’impegno nazionale ed internazionale a favore dell’assistenza sanitaria primaria ed a dedicarle un crescente supporto tecnico e finanziario, particolarmente nei paesi in via di sviluppo. La Conferenza si appella a tutti gli organismi appena citati perché collaborino a introdurre, sviluppare e man tenere l’assistenza sanitaria primaria in maniera coerente con lo spirito e il contenuto di questa Dichiarazione.
  • 67. Carta di Ottawa per la Promozione della Salute The Ottawa Charter for Health Promotion 1° Conferenza Internazionale sulla promozione della salute 17-21 novembre 1986 Ottawa, Ontario, Canada (Organizzata unitamente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal Ministero Canadese della sanità e del Benessere Sociale e dall'Associazione Canadese di Sanità Pubblica) La Prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, riunita a Ottawa, adotta oggi, 21 novembre 1986, la presente Carta sull’azione necessaria per assicurare la Salute per Tutti per l’anno 2000 e oltre. Questa Conferenza è stata in primo luogo una risposta alle crescenti aspettative mondiali per un nuovo movimento in favore della Sanità pubblica. Le discussioni si sono incentrate sui bisogni presenti nei paesi industrializzati, ma hanno anche tenuto conto dei problemi simili che ci sono in tutti gli altri paesi. La Conferenza si è basata sui progressi ottenuti grazie alla Dichiarazione sull’Assistenza Sanitaria Primaria di Alma- Ata, al documento dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità sugli obiettivi della Salute per Tutti e al recente dibattito sull’azione intersettoriale a favore della salute svoltosi nell’Assemblea Mondiale per la Salute. La promozione della salute La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, l’individuo o il gruppo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente circostante o di adattarvisi. La salute è quindi considerata come una risorsa per la vita quotidiana e non come lo scopo dell'esistenza. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, così come le capacità fisiche. Quindi la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma essa va oltre gli stili di vita sani per includere la nozione di benessere. Condizioni preliminari Le condizioni e le risorse che giocano un ruolo fondamentale per la Salute sono la pace, l’abitazione, l’istruzione, l'alimentazione, il reddito, l'ecosistema stabile, le risorse durevoli, la giustizia sociale e l'equità. Il miglioramento della Salute presuppone che queste condizioni preliminari siano soddisfatte.
  • 68. Dichiarazione a favore della Salute La Salute è una delle principali risorse che permettono un positivo sviluppo sociale, economico e personale e rappresenta un aspetto importante della qualità della vita. Fattori di ordine politico, economico, sociale, culturale, ambientale, comportamentale e biologico possono favorire la salute o, al contrario, possono anche pregiudicarla. La Promozione della Salute si propone di privilegiare le condizioni favorevoli grazie all'attività di sostegno alla salute stessa. Mezzi per favorire la salute La Promozione della Salute focalizza l'attenzione sul raggiungimento dell’equità in materia di salute. Per mettere in grado tutte le persone di raggiungere appieno il loro potenziale di salute, l’azione della promozione della salute punta a ridurre le differenze nello stato di salute attuale e ad assicurare pari opportunità e risorse. Tutto ciò presume un ambiente favorevole stabile, l’accesso all’informazione, competenze personali e la possibilità di operare scelte per la salute. Le persone non possono raggiungere il loro pieno potenziale di salute se gli uomini e le donne non sono capaci di controllare quei fattori che determinano la loro salute. Mediazione Il settore della Sanità da solo non può garantire il rispetto delle condizioni preliminari della salute, né offrire le necessarie prospettive. Quel che più conta è che la Promozione della Salute richiede un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti coinvolti: i governi, il settore sanitario, gli altri settori sociali ed economici, le organizzazioni non governative e di volontariato, le autorità locali, l’industria e i mezzi di comunicazione di massa. Le persone di ogni ceto sociale sono coinvolte come individui, famiglie e comunità. I gruppi professionali e sociali e il personale della Sanità sanitario hanno l'importante responsabilità di mediare tra i diversi interessi presenti nella società. Le strategie e i programmi di Promozione della Salute devono essere adattati ai bisogni locali e alle possibilità dei singoli paesi e regioni, in modo da tenere conto dei diversi sistemi sociali, culturali ed economici. Per condurre un’azione per la Promozione della Salute è necessario: costruire una politica pubblica per la salute La Promozione della Salute va oltre le cure sanitarie e l’assistenza sanitaria. Essa consiste nel sensibilizzare alla salute i responsabili politici di tutti i settori e a tutti i livelli, per renderli più attenti alle conseguenze che hanno le loro decisioni sulla salute e per fargli accettare le loro responsabilità nei confronti della salute. Una politica di Promozione della Salute unisce approcci diversi ma complementari e in particolare la legislazione, le misure fiscali e i cambiamenti istituzionali. É un’azione coordinata che sfocerà in una politica della Salute, in una politica delle risorse
  • 69. economiche e in una politica sociale che favorisce l’equità. L’azione comune contribuisce a promuovere beni e servizi più sicuri e più sani, servizi pubblici più sani e un contesto più consono e gradevole. Una politica di promozione della salute richiede che vengano identificati gli ostacoli all’adozione di politiche pubbliche per la salute nei settori extra sanitari e i modi per superarli. L’opzione favorevole alla salute deve costituire la scelta più facile anche coloro che compiono le scelte politiche; creare un ambiente favorevole Le nostre società sono complesse ed interdipendenti e non è possibile separare gli obiettivi sanitari dagli altri obiettivi. I complessi legami che esistono tra le persone e il loro ambiente sono alla base di un approccio socio ecologico alla salute. É necessario - ed è questo il punto principale sia per l’intero pianeta, sia per gli Stati, sia per le regioni e le comunità locali - incoraggiare rapporti di reciprocità: dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri, delle nostre comunità e del nostro ambiente naturale. La conservazione delle risorse naturali in ogni parte del mondo dovrebbe essere enfatizzata come una responsabilità globale. I cambiamenti dei modelli di vita, di lavoro e del tempo libero hanno un importante impatto sulla salute. Il lavoro e il tempo libero dovrebbero esser una fonte di salute per le persone. Il modo in cui la società organizza il lavoro dovrebbe contribuire a creare una società sana. La Promozione della Salute favorisce l’instaurarsi di condizioni di vita e di lavoro che sono sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli. E’ essenziale che venga svolta una sistematica valutazione dell’impatto che può avere sulla salute un ambiente in rapida trasformazione, con particolare riguardo alla tecnologia, al lavoro, alla produzione di energia e all’urbanizzazione: tale valutazione deve essere seguita da azioni che garantiscano benefici alla salute delle persone. La protezione degli ambienti naturali e modellati dall'uomo, e la conservazione delle risorse naturali dovrebbero essere considerate in ogni strategia di Promozione della Salute; dare forza all’azione della comunità La Promozione della Salute agisce attraverso una concreta ed efficace azione della comunità nel definire le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le strategie che consentano di raggiungere un migliore livello di salute. Al cuore di tutto ciò vi è il processo che attribuisce un maggior potere alle comunità, vi è il possesso e il controllo da parte delle comunità stesse dei loro sforzi e dei loro destini. Lo sviluppo della comunità attinge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa per aumentare l’auto-aiuto e il supporto sociale e per sviluppare sistemi flessibili che rafforzino la partecipazione e la direzione pubblica sui temi della salute. Ciò richiede un pieno e continuo accesso alle informazioni, la possibilità di acquisire conoscenze sulla salute e un adeguato supporto finanziario;
  • 70. sviluppare le competenze personali La Promozione della Salute favorisce lo sviluppo personale e sociale fornendo l’informazione e l’educazione alla salute e rinforzando le competenze personali. In questo modo, si aumentano le possibilità delle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e sui propri ambienti, e di fare scelte favorevoli alla salute. E’ essenziale mettere in grado le persone di imparare durante tutta la vita, di prepararsi ad affrontare le sue diverse tappe e di saper fronteggiare le lesioni e le malattie croniche. É necessario facilitare questo processo a a scuola, in famiglia, nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambienti organizzativi della comunità. E’ necessaria un’azione che coinvolga gli organismi educativi, professionali, commerciali e del volontariato, ma anche le stesse istituzioni; riorientare i servizi sanitari La responsabilità per la Promozione della Salute nei servizi sanitari è condivisa tra i singoli, i gruppi della comunità, gli operatori sanitari, le istituzioni che garantiscono il servizio sanitario e i governi. Essi devono lavorare insieme e collaborare per l’instaurazione di un sistema di assistenza sanitaria che contribuisca alla ricerca della salute. Il ruolo del settore sanitario deve andare sempre più nella direzione della Promozione della Salute, al di là della sua responsabilità di garantire servizi clinici e curativi. I servizi sanitari hanno bisogno di adottare un mandato più ampio che sia sensibile e rispettoso dei bisogni culturali. Questo mandato dovrebbe sostenere i bisogni e le aspirazioni degli individui e delle comunità per una vita più sana e stabilire connessioni tra il settore sanitario e le più ampie componenti sociali, politiche, economiche e dell’ambiente fisico. Il riorientamento dei servizi sanitari richiede anche una maggior attenzione alla ricerca sanitaria come pure ai cambiamenti nell'insegnamento e nella formazione professionale. Tutto ciò deve portare a una modifica dell’atteggiamento e dell’organizzazione dei servizi sanitari, che devono ricalibrare la loro attenzione sui bisogni complessivi dell’individuo visto nella sua interezza. Prospettive future La salute è creata e vissuta dalle persone all'interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo delle condizioni della propria esistenza, vegliando affinché la società crei le condizioni che permettano ad ognuno dei suoi membri di raggiungere la salute. Solidarietà, olismo ed ecologia sono le dimensioni indispensabili per l’elaborazione di strategie di Promozione della Salute. Bisogna quindi ammettere come principio direttivo che ad ogni tappa del progetto, dell’attuazione e della valutazione delle
  • 71. attività di Promozione della Salute, gli uomini e le donne debbano diventare partner alla pari. Impegno a favore della Promozione della Salute I partecipanti alla presente Conferenza si impegnano: • a intervenire a favore di una politica della salute e a sostenere un chiaro impegno politico a favore della salute e dell’equità in ogni settore; • a contrastare le pressioni a favore dell’utilizzazione di prodotti nocivi, dell’impoverimento delle risorse, degli ambienti e delle condizioni di vita malsane, di una nutrizione inadeguata; al contrario, si impegnano a focalizzare attenzione su questioni di salute pubblica quali l’inquinamento, i rischi occupazionali, la questione dell’abitazione e degli insediamenti; • a rispondere alle disparità relative alla salute tra le società e all’interno di una stessa società e ad affrontare il problema delle disuguaglianze nella sanità legate a regole e a pratiche di queste società; • a riconoscere che le persone costituiscono la maggior risorsa per la salute; si impegnano inoltre a supportarle e a metterle in grado di mantenere sane se stesse, i familiari e gli amici (con mezzi finanziari o con altri mezzi) e ad accettare che la comunità sia una voce fondamentale sui temi della salute, delle condizioni di vita e del benessere; • a riorientare i servizi sanitari e le relative risorse verso la Promozione della Salute e a condividere il potere con altri settori, altre discipline e, cosa più importante, con le persone stesse; • a riconoscere che la salute e il suo mantenimento costituiscono un grande investimento e una grande sfida sociale; • a occuparsi del problema ecologico globale rappresentato dai nostri modi di vita. La Conferenza invita subito tutte le persone coinvolte ad aderire a questo impegno in favore di una forte alleanza per la salute pubblica. Appello per un’azione internazionale La Conferenza invita l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le altre organizzazioni internazionali a sostenere la causa della Promozione della Salute in tutte le sedi appropriate e a supportare i diversi paesi nel mettere a punto strategie e programmi di Promozione della Salute. La Conferenza è fermamente convinta che la Salute per Tutti entro l’anno 2000 comincerà a diventare una realtà se le persone di ogni ceto sociale, le organizzazioni non governative e di volontariato, i governi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e tutti gli altri organismi coinvolti uniranno le loro forze per introdurre strategie che promuovono la salute in linea con i valori morali e sociali che stanno alla base di questa Carta.
  • 72. 1 LA DICHIARAZIONE DI RIO Distr. GENERALE A/CONF.151/26 (Vol. I) 12 Agosto 1992 RAPPORTO DELLA CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SULL’AMBIENTE E LO SVILUPPO * (Rio de Janeiro, 3-14 Giugno 1992) Allegato I DICHIARAZIONE DI RIO SULL’AMBIENTE E LO SVILUPPO La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, riunitasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 Giugno 1992, riconfermando la Dichiarazione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente umano, adottata a Stoccolma il 16 Giugno 1972, e cercando di considerarla come base per un ulteriore ampliamento, con l’intento di stabilire una nuova e equa cooperazione globale mediante la realizzazione di nuovi livelli di collaborazione tra Stati, settori chiave delle società e persone, operando per raggiungere accordi internazionali nel rispetto degli interessi di tutti per proteggere l’integrità del sistema ambientale e di sviluppo globale, prendendo atto della natura integrale e interdipendente della Terra, nostra casa, PROCLAMA CHE: Principio 1 Gli esseri umani sono al centro delle problematiche per lo sviluppo sostenibile. Essi hanno diritto a una vita sana e produttiva in armonia con la natura. Principio 2 Gli Stati, in conformità alla Carta delle Nazioni Unite e ai principi delle leggi internazionali, hanno il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse in funzione delle rispettive politiche ambientali e di sviluppo e hanno la responsabilità di assicurare che tali attività nel loro ambito di competenza o di controllo non provochino danni all’ambiente di altri Stati o territori oltre i confini della giurisdizione nazionale.
  • 73. 2 Principio 3 Il diritto allo sviluppo deve essere deve essere attuato in modo da soddisfare equamente i bisogni di sviluppo e ambientali delle generazioni presenti e future. Principio 4 Nel quadro della realizzazione dello sviluppo sostenibile, la tutela ambientale costituirà parte integrante del processo di sviluppo e non potrà essere considerata separatamente da questo. Principio 5 Tutti gli Stati e le persone collaboreranno al compito fondamentale di sradicamento della povertà come requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile, al fine di ridurre le disparità dei livelli di vita e soddisfare meglio i bisogni della maggior parte della popolazione mondiale. Principio 6 Una speciale priorità deve essere accordata alle condizioni e ai bisogni particolari dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto di quelli meno sviluppati e più vulnerabili sotto l’aspetto dell’ambiente. Gli interventi internazionali nel campo dell’ambiente e dello sviluppo devono essere rivolti anche agli interessi e ai bisogni di tutti i Paesi. Principio 7 Gli Stati devono cooperare in uno spirito di collaborazione globale per conservare, tutelare e ripristinare l’integrità e la salute dell’ecosistema della Terra. Nel quadro dei diversi contributi al degrado ambientale globale, gli Stati avranno responsabilità comuni, ma differenziate. I Paesi sviluppati prendono atto della propria responsabilità nel perseguimento internazionale dello sviluppo sostenibile, considerando le pressioni che le loro società esercitano sull’ambiente globale e le tecnologie e delle risorse finanziarie che essi controllano. Principio 8 Per realizzare lo sviluppo sostenibile e ottenere una migliore qualità della vita per tutte le persone, gli Stati devono ridurre ed eliminare i modelli insostenibili di produzione e di consumo e promuovere adeguate politiche demografiche. Principio 9
  • 74. 3 Gli Stati devono collaborare per rafforzare la formazione endogena di competenze per lo sviluppo sostenibile, promuovendo il sapere scientifico attraverso scambi di conoscenze scientifiche e tecniche e favorendo lo sviluppo, l’adattamento, la diffusione e il trasferimento di tecnologie, incluse quelle nuove e innovative. Principio 10 I problemi ambientali vengono affrontati al meglio con la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ciascuno a seconda del proprio livello. A livello nazionale ogni individuo dovrà avere idoneo accesso alle informazioni riguardanti l’ambiente in possesso delle autorità pubbliche, comprese le informazioni su materiali e attività pericolose nelle loro comunità, e dovrà avere la possibilità di partecipare ai processi decisionali. Gli Stati dovranno facilitare e incoraggiare la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini rendendo ampiamente disponibili le informazioni. Dovrà essere garantito un accesso effettivo ai procedimenti giudiziari e amministrativi, comprese le iniziative di riparazione e di rimedio. Principio 11 Gli Stati dovranno attuare un’efficace legislazione ambientale. Gli standard ambientali, gli obiettivi e le priorità di attuazione dovranno riflettere il contesto ambientale e di sviluppo cui si riferiscono. Gli standard applicati da alcuni Paesi possono risultare inadatti e con inaccettabili costi economici e sociali per altri Paesi, in particolare per quelli in via di sviluppo. Principio 12 Gli Stati devono collaborare per promuovere un sistema economico internazionale aperto e di sostegno che possa condurre a una crescita economica e allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi, al fine di affrontare meglio i problemi del degrado ambientale. Le misure di politica commerciale per scopi ambientali non dovranno costituire uno strumento di discriminazione arbitraria o ingiustificabile o una restrizione occulta nel commercio internazionale. Dovranno essere evitate le iniziative unilaterali per affrontare le sfide ambientali al di fuori della giurisdizione del paese importatore. Le iniziative ambientali concernenti i problemi ambientali transnazionali o globali devono, per quanto possibile, essere basati su un consenso internazionale. Principio 13 Gli Stati devono elaborare leggi nazionali riguardanti la responsabilità civile e l’indennizzo delle vittime dell’inquinamento e di altri danni ambientali. Gli Stati devono anche cooperare in modo più incisivo e determinato per emanare ulteriori leggi internazionali riguardanti la responsabilità civile e l’indennizzo per gli effetti nocivi dei danni ambientali provocati nell’ambito della loro giurisdizione o del loro controllo su zone al di fuori della loro giurisdizione.
  • 75. 4 Principio 14 Gli Stati devono cooperare efficacemente per scoraggiare o prevenire il dislocamento e il trasferimento ad altri Stati di ogni attività e di ogni sostanza che provochi grave degrado ambientale o che sia riconosciuta nociva alla salute delle persone. Principio 15 Al fine di tutelare l’ambiente, gli Stati adotteranno ampiamente un approccio cautelativo in conformità alle proprie capacità. Qualora sussistano minacce di danni gravi o irreversibili, la mancanza di una completa certezza scientifica non potrà essere addotta come motivo per rimandare iniziative costose in grado di prevenire il degrado ambientale. Principio 16 Le autorità nazionali dovranno cercare di promuovere l’internazionalizzazione dei costi ambientali e l’uso di strumenti economici, tenendo presente il principio che chi inquina deve fondamentalmente sostenere il costo dell’inquinamento, con la dovuta considerazione dell’interesse pubblico e senza distorsioni del commercio e degli investimenti internazionali. Principio 17 La valutazione dell’impatto ambientale deve essere adottata come strumento nazionale per le attività proposte che potrebbero avere un rilevante impatto negativo sull’ambiente e che sono soggette a una decisione da parte di un’autorità nazionale competente. Principio 18 Ogni Stato deve immediatamente comunicare agli altri qualsiasi disastro naturale o altre emergenze che potrebbero produrre improvvisi effetti nocivi sull’ambiente di tali Stati. La comunità internazionale farà tutti gli sforzi per aiutare gli Stati colpiti da tali emergenze. Principio 19 Gli Stati daranno preventiva e tempestiva comunicazione e forniranno adeguate informazioni agli Stati potenzialmente colpiti su attività che possano avere un negativo effetto ambientale transnazionale e si consulteranno con tali Stati prontamente e in buona fede. Principio 20