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OSSERVATORIO NAZIONALE SULL AMIANTO
ONA Onlus
Angeli del soccorso
senza tutela
Vigili del Fuoco
a rischio
esposizione
Ottobre Dicembre 2016
A cura di Michele Rucco, Segretario Generale dell Osservatorio
Nazionale sull Amianto ONA Onlus
©Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-99182-21-2
Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 00193 Roma
http://osservatorioamianto.jimdo.com/
Email osservatorioamianto@gmail.com
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Angeli del soccorso
senza tutela
Vigili del Fuoco
a rischio
esposizione
Ottobre - Dicembre 2016
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 31 maggio 2017
ISBN 978-88-99182-21-2
Nota del Curatore:
Con il Convegno Terremoto e rischio amianto , tenutosi nella Sala
Consiliare del Comune di Rieti il giorno 8 ottobre 2016, l ONA ha
voluto portare all attenzione delle popolazioni e delle istituzioni
interessate il rischio amianto insito nelle conseguenze del terremoto
che nel mese di agosto 2016 ha distrutto la città di Amatrice.
In quell occasione è emersa in tutta la sua drammaticità la
condizione dei Vigili del Fuoco, continuamente esposti a agenti
tossici e nocivi; quindi, di concerto con l Organizzazione Sindacale
USB, l ONA ha organizzato il Convegno Angeli del soccorso senza
tutela. Vigili del Fuoco a rischio esposizione , tenutosi presso
l Istituto Superiore Antincendi in Roma il 6 dicembre 2016.
La presente pubblicazione raccoglie gli Atti dei due Convegni
integrati, nelle rispettive Appendici, con documenti che
contribuiscono ad arricchire l analisi delle tematiche affrontate: il
primo con l intervenuta sentenza della Corte Costituzionale
275/2016 in merito al cosiddetto vincolo di bilancio ; il secondo
con la documentazione del workshop Interventi di soccorso in
presenza di materiale contenente amianto , tenutosi presso
l Istituto Superiore Antincendi, e con la documentazione del caso di
un Vigile del Fuoco deceduto per causa di servizio.
Le relazioni riportate sono la trascrizione degli interventi svolti
durante i convegni per cui hanno l andamento tipico della
esposizione in presenza e contengono espressioni colloquiali che
richiedono al lettore uno sforzo interpretativo e che incorporano il
rischio di essere intese in senso lievemente improprio.
Convegno
Angeli del soccorso
senza tutela.
Vigili del Fuoco
a rischio esposizione
Istituto Superiore Antincendi
Roma, 6 dicembre 2016
Indice
1 Convegno: Angeli del soccorso senza tutela. Vigili del fuoco
a rischio esposizione , Istituto Superiore Anticendi, Roma, 6
dicembre 2016:
Relazioni ed Interventi:
Avv. Ezio Bonanni, Angeli del soccorso senza tutela
Dott. Costantino Saporito, Il lavoro dei Vigili del Fuoco e le previsioni
del Decreto Legislativo 81/2008
Dott. Gabriele Miele, Misure di igiene, protezione individuale e
vaccinale per il personale del Corpo dei Vigili del Fuoco
Arch. Giampiero Cardillo, La sussidiarietà mezzo necessario e
indispensabile per migliorare la sicurezza degli operatori nelle
emergenze.
Dott. Daniele Caretta, Sorveglianza sanitaria sui Vigili del Fuoco.
Dott.ssa Sabrina Melpignano, Il disturbo post traumatico da stress
Dott.ssa Carla Zorzetti, La mia odissea
Dott. Carmine Luigi Roma, Mesotelioma pleurico. Come muoversi,
quali esami fare, perché.
Dott. Daniele Sbardella, I presidi a tutela della salute degli
appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco.
2 Appendice:
1. Tavole riepilogative dell intervento del Corpo Vigili del Fuoco nel
cratere del terremoto che ha colpito l Italia Centrale, aggiornate
alla data del 4 dicembre 2016;
2. Comunicato congiunto ONA USB del 1° dicembre 2016 di
presentazione del Convegno;
3. Comunicato congiunto ONA USB del 6 dicembre 2016 a
conclusione del Convegno;
4. Rischio amianto Campagna epidemiologica, Comunicazione del
Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
5. Interventi di soccorso in presenza di materiale contenente
amianto, Presentazione dell ing. Sergio Inzerillo al Workshop
tenutosi il 4 giugno 2013 presso l Istituto Superiore Antincendi;
6. Le Torri Gemelle uccidono ancora, Il Tempo, 29 gennaio 2017;
7. Decreto di riconoscimento della causa di servizio per il Vigile del
Fuoco Esposito Bruno deceduto il 21.12.2004;
8. Richiesta di accesso agli atti aventi ad oggetto i dati
epidemiologici relativi ai casi di patologie fibrotiche e
neoplastiche asbesto correlate tra gli appartenenti al Corpo dei
Vigili del Fuoco in attività e in quiescenza, presentata
dall Osservatorio Nazionale sull Amianto in data 09.01.2017.
3 Rassegna Stampa
4
Convegno Terremoto e Rischio Amianto , Sala Consiliare
del Comune di Rieti, 8 ottobre 2016
Relazioni
ed
Interventi
SCALETTA INTERVENTI:
Ing. Emilio Occhiuzzi, direttore generale formazione VdF Saluto
Avv. Ezio Bonanni Introduzione
Dott. Costantino Saporito (USB) Relazione
Dott. Gabriele Mele (USB) Relazione
Avv. Ezio Bonanni Relazione
Arch. Giampiero Cardillo Relazione
Dott. Caretta, medico del lavoro Presentazione
Dott.ssa Sabrina Melpignano, psicologa Relazione
Sig.ra Carla Zorzetti Relazione
Sig.ra Cristina Cortese (USB) Intervento
Dott. Carmine Luigi Roma Relazione
Avv. Ezio Bonanni Intervento
Dott. Daniele Sbardella, Ufficio Sanitario Vdf Relazione
Dott. Carmine Luigi Roma Replica
Dott. Costantino Saporito Replica
Avv. Ezio Bonanni Replica
Introduzione
Avv. Ezio Bonanni
Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 00193 Roma Tel. +39 0773 663593
e-mail: osservatorioamianto@gmail.com
Ringrazio il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non soltanto per averci
concesso questo spazio e questa attenzione ma soprattutto per il ruolo meritorio
che tutti coloro che vi appartengono svolgono ai fini della tutela dei diritti e dei
valori costituzionali, primi fra tutti la salute e la pubblica incolumità.
Questo convegno ci ha permesso e ci permetterà di approfondire questi
temi, che credo siano stati trattati poche volte e non sufficientemente, proprio in
relazione ai rischi cui vanno incontro i Vigili del Fuoco.
Prendiamo atto, come Osservatorio Nazionale sull Amianto, che proprio
l Ingegnere Giomi appena prima di questo convegno ha dettato delle norme
specifiche in tema di tutela della salute degli appartenenti al Corpo rispetto al
rischio amianto, sul quale poi tornerò nel corso della relazione tecnica, e spero
che l Ingegnere Occhiuzzi possa rimanere perché mi permetterò di dare delle
indicazioni, ritenendo queste norme appena emanate del tutto insufficienti e, per
certi versi, inappropriate.
Questo lo dico dal punto di vista tecnico, alla luce anche della mia
esperienza, senza volere per ciò stesso sottovalutare la meritoria iniziativa che
ha assunto il vostro Corpo con questa campagna di verifica epidemiologica.
Ciò detto, naturalmente e brevissimamente, l ONA è un associazione
Onlus che è nata nel 2008, inizialmente per accogliere il grido di dolore delle
vittime, dei lavoratori e dei cittadini esposti all amianto e ad altri cancerogen, e
dei loro familiari, e successivamente questo grido di dolore si è trasformato in
un azione propositiva di collaborazione con le pubbliche istituzioni a tutti i
livelli per perseguire la nostra finalità che è quella di tutela della salute e della
incolumità dei cittadini e anche dei cittadini lavoratori e anche dei familiari
rispetto ai diversi rischi che affrontano un po tutti i lavoratori e i Vigili del
Fuoco in modo particolare.
Questa coorte di lavoratori, quella cioè degli appartenenti ai Vigili del
Fuoco, è, è stata, e sarà particolarmente esposta ad amianto oltre che a diversi
cancerogeni e agenti patogeni in generale, per cui ritengo che l iniziativa assunta
dall Ingegner Giomi il 30 Novembre, quella di emanare questa circolare
direttiva di campagna epidemiologica sia un azione meritevole; ritengo anche
che il Convegno odierno, attraverso l apporto di tutta l associazione, dei nostri
vari dipartimenti, anche da parte dell Architetto Cardillo e di altri, di oncologi,
di tecnici in generale, di giuristi, ecc., possa portare ad ulteriori iniziative
proficue e feconde di risultati positivi per la tutela della salute degli appartenenti
a questo Corpo.
Ma anche per far venir meno dei profili di discriminazione in danno di
questa categoria così martoriata dall amianto, molto di più dei dati grezzi che ci
può dare il registro dei mesoteliomi, tenendo presente che il mesotelioma è solo
una patologia sentinella , cioè una nicchia, rispetto al gran numero di patologie
asbesto correlate in generale e a patologie lavorative che si legano anche al
sinergismo tra diversi cancerogeni e agenti patogeni.
Con riferimento all amianto, intanto, in via generale, ritengo che debba
venir meno quella norma discriminatoria dettata a metà anni 60, parlo
dell articolo 1 comma III numero 22 che esclude dall assicurazione per gli
infortuni sul lavoro, quindi dall INAIL, le tutele per gli appartenenti a questo
Corpo; non si comprendono le ragioni per le quali, a fronte di una estensione di
questa tutela a tutti i lavoratori, anche quelli del settore pubblico, per i Vigili del
Fuoco, invece, questa tutela venga espressamente non accordata; tenendo
presente che nella formulazione di questa norma, tra l altro impugnata per
incostituzionalità dal Tribunale di Bologna, si evidenzia come in questa siano
tutelati dall assicurazione INAIL coloro che svolgono le stesse mansioni dei
Vigili del Fuoco, tranne gli appartenenti ai Vigili del Fuoco.
Questa forma di discriminazione, veramente, non ha alcuna base
giuridica, logica e quant altro, in un contesto nel quale, tra l altro, anche riferito
per esempio ai benefici amianto, abbiamo un riconoscimento inferiore, in molti
casi l 1,25 rispetto all 1,5 ai fine del prepensionamento, laddove per i non iscritti
INAIL si applicano le norme del 2003 piuttosto che quelle del 1992, e quelle del
2003 hanno un coefficiente più basso, 1,25.
È vero che la discriminazione è caduta in relazione alla sentenza numero
127 del 2002 della Corte Costituzionale riferita al caso dei ferrovieri, che quindi
può applicarsi anche ai Vigili del Fuoco, ma è altrettanto vero che in molti casi,
in più occasioni, si applica l 1,25 proprio alla luce di questo cavillo. Addirittura
in alcuni casi di patologie asbesto correlate di appartenenti al corpo dei Vigili
del Fuoco, relativamente all articolo 13 comma 7 della Legge 257 del 1992, cioè
quello che prevede i benefici amianto per coloro che si sono ammalati, l INPS,
già INPDAP, nega la rivalutazione per i Vigili del Fuoco che hanno contratto
patologie asbesto correlate, anche riconosciute come causa di servizio,
sostenendo che nella norma dell articolo 13 comma 7 si fa riferimento a coloro
che sono assicurati INAIL.
Infatti, la norma dice: Tutti coloro che sono assicurati INAIL che hanno
contratto patologia asbesto correlata, hanno diritto al rilascio della certificazione
e questa certificazione serve per l accredito dei benefici contributivi . Siccome
gli appartenenti ai Vigili del fuoco ecc..., c è questa discriminazione. Abbiamo
fatto alcune cause pilota e alcuni giudici escludono questa rivalutazione dicendo
che se uno non è assicurato INAIL gli si può dare l esposizione ad amianto con
il comma 8, cioè se non ha la patologia, perché per il caso di assenza di
patologia la Corte Costituzionale si è già pronunciata dichiarando l illegittimità
di questa interpretazione della norma; per quanto riguarda invece i Vigili del
Fuoco ammalati di patologie asbesto correlate c è proprio questa formulazione
della norma che li taglia fuori, o comunque rischia di tagliarli fuori, rendendo
più difficoltosa la tutela dei loro diritti.
È vero che, in ogni caso, gli appartenenti a questo Corpo hanno comunque
la tutela come vittime del dovere, che poi deve essere parificata ai fini dei
benefici previdenziali alle vittime del terrorismo, nel senso che debbono avere i
maggior benefici riservati alle vittime del terrorismo, ma è altrettanto vero che è
molto difficile: c è qui il caso del marito della Signora Zorzetti, emblematico, un
Vigile del Fuoco, che addirittura ha avuto riconosciuta la causa di servizio ma
disconosciuto il riconoscimento di vittima del dovere e quindi un caso,
veramente, di schizofrenia dell apparato amministrativo di accertamento e poi di
riconoscimento dei diritti previdenziali.
Questi sono alcuni temi che lancio sul tappeto, come introduzione alla
nostra discussione, con onestà intellettuale, ritenendo che non ci dobbiamo
nascondere sul fatto che lo Stato non tutela chi ci tutela. In questo caso non
tutela adeguatamente, non sufficientemente, gli appartenenti al Corpo dei Vigili
del Fuoco.
Come Osservatorio proseguiremo la nostra campagna che prima di tutto
non è giudiziaria; noi abbiamo optato per una ricerca di un interlocuzione sia
con il Corpo stesso sia con gli apparati statali ...ci dispiace che non sia presente
il Sottosegretario con delega specifica, ci rendiamo conto che c è un momento di
crisi, ma comunque noi proseguiremo l interlocuzione sia con le autorità
governative, sia con tutte le forze sindacali.
Ringrazio la USB con la quale stiamo facendo questo percorso comune e
che un attività molto meritoria, molto capace, precisa, e quindi noi ci onoriamo
di poter fare questo tratto di strada importante insieme a questo sindacato che
svolge un attività veramente efficace con onestà intellettuale e con capacità.
Ci auguriamo che queste criticità, che ho sinteticamente illustrato e su cui
ritornerò nel corso della mia relazione, permetteranno a lei Ingegnere, ma anche
al Corpo stesso, di rappresentare anche presso l autorità politica la necessità di
far venir meno questi aspetti di discriminazione oltre che profili di rischio
ambientale e lavorativo di appartenenti al Corpo, tutelare quindi la prevenzione
primaria, la ricerca scientifica proprio per evitare e curare meglio le patologie,
diagnosticarle al meglio prima possibile e poi, naturalmente, di indennizzare le
vittime e i familiari delle vittime nel modo migliore, evitando le azioni
giudiziarie.
Anticipo che proporremmo un fondo vittime dei Vigili del Fuoco, cioè lo
Stato deve costituire un fondo in modo tale che il Vigile del Fuoco malato,
invece di dover agire con una causa civile, penale o quant altro a carico del
Ministero o dello Stato, possa avere un fondo ed essere risarcito direttamente,
evitando la lunghezza della causa. Quindi faremo dei progetti articolati, alcuni li
annunceremo già questa sera e successivamente, spero sempre in accordo con il
sindacato USB, noi proporremmo la istituzionalizzazione di un fondo vittime
per i Vigili del Fuoco per evitare che debbano agire con cause civili o penali,
quindi azzerare in prospettiva il contenzioso e permettere un dialogo. Questa è la
nostra strategia di azione, in linea di massima. Mi scuso per essermi dilungato,
ritornerò con più precisione sugli aspetti tecnici nel mio intervento.
Il lavoro dei Vigili del Fuoco e
le previsioni del D.Lgs. 81/2008
Costantino Saporito
Coordinamento Nazionale USB Vigili del fuoco
Ringrazio, come organizzazione sindacale, il Presidente dell ONA e
anche l Amministrazione che oggettivamente ha colto immediatamente
l opportunità di una apertura di un dialogo che necessita all interno dei Vigili
del Fuoco, che è strettamente importante: quello del guardare la complessità del
lavoro del vigile del fuoco.
L amianto è uno degli aspetti più eclatanti in un momento di
drammaticità, come può essere il terremoto, perché comunque fa e da, lancia un
messaggio particolarissimo al territorio.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è composto da lavoratori atipici,
particolari, dove il loro luogo di lavoro non è luogo abituale, quindi un luogo
che potrebbe essere una fabbrica o un ufficio, ma è una zona di intervento.
Infatti, Amatrice, come tutte le zone colpite dal terremoto, sono il luogo
naturale di lavoro dei vigili del fuoco. E il paradosso di questi lavoratori è che
loro avranno la completezza del loro luogo di lavoro e la conoscenza totale
esattamente durante il corso del loro lavoro, e, nel caso ad esempio di un
semplice incendio di appartamento, lo avranno quando l incendio sarà
terminato.
Che cosa c è tra un incendio di appartamento e un terremoto, come quello
di Amatrice? In tutti e due i casi potrebbe esserci l amianto. Perché l amianto, lo
sappiamo, l abbiamo letto ovunque, è presente non soltanto all interno delle
famose coperture del tetto o delle canne fumarie o dei tubi, ma è presente anche
all interno delle maioliche, può essere presente all interno della mistura di
tantissime fibre di cemento che vengono utilizzate.
L amianto come tante altre sostanze cancerogene. E queste possono
liberarsi nel momento di un incendio di appartamento, quindi nella normale
routine del Corpo dei Vigili del Fuoco e, naturalmente, risultare molto, ma
molto, più presenti quando si parla di un terremoto. Un terremoto perché
comunque l azione di un terremoto stesso è un azione estremamente
sconvolgente e che quindi non ci da la possibilità, inizialmente, anche di una
protezione. Una protezione che è impossibile, che quando nelle prime 48 ore un
vigile del fuoco interviene, questo lo diciamo sia come organizzazione sindacale
ma anche come lavoratori stessi del Corpo, è estremamente difficile applicare un
protocollo...si scava con le dita!
Quindi si respira tutto, perché la finalità è quella di salvare le persone.
Subito dopo però, dobbiamo mettere in campo anche un azione di tipo
preventiva per i lavoratori. Cosa che avviene in maniera molto strana all interno
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Quindi noi, con questo convegno e con queste diverse azioni che abbiamo
fatto nel territorio come organizzazione sindacale, tendiamo a divulgare cosa è il
lavoro dei vigili del fuoco, quale attenzione dovrebbe riconoscere. Che non deve
essere legata solo ed esclusivamente ad una maggiore puntualità nel capire che
tipo di lavoro è quello dei vigili del fuoco, ma anche nell azione da parte di una
Amministrazione che, riconosciamo, ha iniziato un processo che fino ad oggi
non aveva mai messo in piedi una cosa del genere, non era mai stata fatta; quindi
riconosciamo nell azione dell Osservatorio anche quello stimolo corretto...era
necessario il vostro arrivo in scena!
Perché molte volte noi come organizzazione sindacale abbiamo
puntualizzato questi aspetti e forse il vostro appunto ci ha dato la possibilità di
poterlo sviluppare qui, all interno dell ISA. Condivido che questo è il centro
della formazione. Forse, questa volta, stiamo facendo formazione e
informazione. Stiamo informando di che cos è il nostro lavoro.
Anche perché è un lavoro strano, atipico, molto particolare, fatto di
lunghe attese, di stress, di condizioni lavorative difficili da poter far entrare nei
ranges naturali. E poi, paradossalmente, viviamo quella condizione di totale
estraneità dagli istituti nazionali come quelli dell INAIL.
Ma al nostro interno viviamo, ad esempio, di una compagine medica (il
Dott. Sbardella farà poi il suo appunto) che comunque nel Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco, malgrado debba essere estremamente importante, rilevante, la
presenza di medici, psicologi e quant altro, in realtà non riesce a curare
quell aspetto, non riesce a farlo nella sua completezza.
Siamo legati al budget, siamo legati al risparmio, siamo al vabbè ,
comunque , in effetti , i vigili del fuoco ce la fanno . Non è così!
Quindi la giornata di oggi, per noi come organizzazione sindacale, deve
essere un motivo di apertura di un ragionamento che deve comunque continuare,
proseguire. Perché, guardate, noi più che come organizzazione sindacale,
(perché noi abbiamo lanciato lo stimolo e vorremmo veramente che gli
interventi facessero questo convegno, creassero tutto il convegno stesso), su una
cosa dovremmo comunque riflettere, su una base di tipo lavorativa; il vigile del
fuoco, quando compie le sue azione anche durante il terremoto, ha uno stress
lavorativo enorme!
E nessuno si è mai curato di questo aspetto, sia dal punto di vista
psicologico, sia dal punto di vista medico. Lasciamo tutto un po al caso.
Quando succede. E poi ci ritroviamo un vigile del fuoco in pensione che sta
male. Ma non è stato male perché è andato in pensione ed ha toccato l amianto
ora. Forse dovremmo guardare a ritroso.
Il problema è per un vigile del fuoco riuscire a capire quando è quel
momento vero, in cui lui ha contratto quella patologia. Quello è il problema
reale. Perché, vedete, (io conosco Carla Zorzetti) nel dramma di tutto,
comunque, quella condizione è una condizione chiara. L ha avuta, bene!
Perfetto! Quasi è grottesco dover dire una cosa del genere, ma è quasi una
fortuna! L ha avuta . Ma moltissimi vigili del fuoco quando sono in coscienza,
poi muoiono...guardiamo i dati di mortalità dopo il pensionamento! E ci
accorgiamo che 8 anni di media, è sconvolgente! È sconvolgente! Allora la
domanda dovrebbe essere: cosa è successo nella nostra vita lavorativa? In tutta
la nostra vita lavorativa?
Perché la maggior parte di noi è a contatto con qualunque cosa e non ha
idea di quando è stato quell agente, o quella condizione, o quella situazione.
Questo non vuol dire che il vigile del fuoco agisce in maniera non professionale.
Il problema è che agisce all interno di interventi che perlopiù sono non
convenzionali, quindi non facilmente racchiudibili con la maggiore protezione.
Provate ad immaginare a stare all interno del terremoto, quindi
camminare all interno delle aree colpite, ad esempio, con un autoprotettore.
Quindi, quanto dovrei averli? Di quanti vigili del fuoco avrei bisogno per fare
un ora, un ora e mezza di lavoro, in super fatica? Provate ad immaginare.
Questo non vuol dire che dobbiamo mandarli a morire ma è pur vero che
dobbiamo attenzionarci moltissimo sulla loro salute, sui loro controlli, su tutto
l interesse di quel lavoratore.
E quindi noi, come organizzazione sindacale, siamo estremamente
convinti che la giornata di oggi sia un vero inizio, sia un opportunità che non
possiamo perdere, perché abbiamo necessità, come lavoratori, di farci
riconoscere la nostra atipicità.
Noi siamo atipici e particolarmente e altamente usuranti. Ma non
riusciremmo a dimostrare questo, se prima non attenzioniamo a tutti il fatto che
comunque siamo una categoria a rischio, anche nei ranges, anche quelli naturali.
Provate a guardare, quando si parla di lavoratori usuranti, tutta la grande lista di
parametri! I vigili del fuoco non ne perdono neanche uno! Non ne perdono uno!
E quindi concludo, perché come organizzazione sindacale riteniamo che sia
molto più importante il contributo degli altri per cercare di crescere veramente
tutti da questo convegno, e che questo convegno possa essere il primo di una
lunghissima serie, riteniamo che lo spirito è corretto e giusto e dobbiamo
proseguire.
Ringrazio veramente tutti. Grazie.
Misure di igiene, protezione individuale e
vaccinale per il personale del Corpo
dei Vigili del Fuoco
Gabriele Miele
Coordinamento Nazionale USB Vigili del fuoco
Osservatorio Bilaterale Salute e Sicurezza, Ambienti di Lavoro
Anch io mi unisco al coro di ringraziamento e saluti così come chi mi ha
preceduto. Il mio più che un intervento, voleva essere una contributo alla
discussione. Sì, è vero che abbiamo insieme scelto di fare questo percorso
condiviso insieme all ONA, però è anche vero che probabilmente si parte da qui
- dall esposizione della nostra categoria all amianto- ma non c è solo l amianto,
ci sono tutta una serie di patogeni e agenti nocivi con il quale il Vigile del Fuoco
entra in contatto nel corso della sua carriera lavorativa e quindi è giusto che
questa esposizione venga effettuata in un contesto dove c è una prevenzione a
valle per poi dopo arrivare ad un riconoscimento del lavoro usurante e anche ad
una tutela assicurativa che non può prescindere, come abbiamo già più volte
detto e come stiamo portando avanti come osservatorio bilaterale, sul
riconoscimento dell assicurazione INAIL.
Ci sembra sconvolgente che un attività lavorativa così importante con
36.000 lavoratori rimanga esclusa da un importante istituto assicurativo. Quindi
nel momento in cui c è la difficoltà o si è di fronte alla malattia professionale o
un infortunio, si deve ricorrere ad anticipare spese attraverso un assicurazione
che poi arriverà solo successivamente. Sono istituti che tutelano solo
scarsamente i lavoratori.
Volevo iniziare questo contributo lanciando una lancia a favore
dell amministrazione anche perché la contestualizzazione caratterizza anche la
scelta. Quindi l organizzazione sindacale è conflittuale come nel nostro caso, ma
poi deve dare anche un contributo. quindi deve scendere dalla protesta e fare una
proposta. quindi è importante, visto che c è stata un apertura a seguito delle
nostre segnalazioni e denunce sull amianto, è giusto che si condividano alcuni
aspetti.
Ho ripreso un documento del 2012 che la dice lunga su come
l amministrazione ha lavorato bene. Questa fattispecie parla della campagna
vaccinale. E un documento che, a nostro modo di intendere, è stato affrontato in
maniera esaustiva, completa. Ci sono 55 pagine, quindi evidentemente c è stato
un momento in cui la nostra amministrazione era attenta alla campagna
vaccinale e si è mossa in maniera opportuna.
Purtroppo questo modus operandi non lo abbiamo riscontrato in altre
situazioni: questa è una liberatoria che veniva fatta firmare fino a qualche tempo
fa agli Allievi perché, in barba a tutto quello che c è scritto all interno nel d.lgs
81/2008, che è sicuramente una conquista per i lavoratori, ed è quello con cui
entrano in vigore le statiche che abbiamo affrontato grazie all aiuto della
Dott.ssa Ricci lì all Osservatorio, guarda caso c è un trend di diminuzione
proprio dal 2008.
Quindi non è un caso insomma che sono intervenute quelle politiche lì che
hanno dato un contributo affinché quegli infortuni siano discendenti, però nella
fattispecie qui si chiedeva ai lavoratori - oggi non è più così per fortuna, però
non stiamo parlando di tantissimo tempo fa - una liberatoria per fare la salita
della scala aerea (quindi fino a 30 metri) senza dispositivo anticaduta/
antitrattenuta.
Questa qua era una struttura, anche perché il nostro è un corpo che fa
prevenzioni: ha compiti sia istituzionali-educativi, ma anche di prevenzione che
facciamo fuori agli altri. Quando accadono queste cose c è qualcosa che non ha
funzionato. Oggi però non avviene più e quindi ci auguriamo che si possano
portare avanti queste politiche da qui in avanti in maniera sempre più stretta.
Ecco anche qui un altro aspetto: questo è in riferimento ad una nostra
nota che abbiamo fatto in seguito al concorso al 314, qui si obbligavano gli
Allievi a prendere le patenti in virtù del fatto che loro si era avvalsi dei 5 punti (i
famosi 5 punti in più in fase di bando). Questa era una cosa che non era prevista
al bando e che comporta un obbligatorietà che in realtà espone i lavoratori ad un
rischio: quello di evitare un camion che porta a bordo 5 padri di famiglia in un
contesto nel quale magari l allievo lo ha preso finalizzato al concorso stesso,
quindi quelle patenti avevano quel significato lì senza avere dietro una vera e
propria finalità per il loro mestiere. Questo è un aspetto che poi porta ad
aumentare quel rischio di contrarre incidenti. Noi lo abbiamo focalizzato perché
non è stato ancora risolto, però ci auguriamo che con il proseguo dei concorsi a
venire questa cosa non accada più.
Un altro aspetto importante è questo qui delle visite periodiche ai sensi
dell 81. Questo appunto è un estratto dell art. 41 che avvengono di norma, come
è scritto appunto nella legge, con cadenza annuale, mentre in questo caso, cioè
nella nostra fattispecie, avvengono con cadenza ogni 30 mesi. Immaginate la
professione del Vigile del Fuoco con l esposizione e i rischi, dovrebbe avere una
periodicità molto più ristretta e invece viene dilazionata in 30 mesi.
Queste sono due tabelle estratte dal rapporto Renam (Registro Nazionale
dei mesoteliomi) del 2015 che mette in evidenzia i casi di mesotelioma dei vigili
del fuoco quindi in virtù della sua latenza, questa latenza che può arrivare fino a
40 anni dal momento in cui c è stata la sua esposizione, c è un trend in crescita
in realtà. Quindi se abbiamo visto che infortuni e malattie professionali - più gli
infortuni visto che non c è una vera e proprio malattia professionale correlata
alla professione - sono in diminuzione, al contrario invece c è un trend inverso
di crescita di casi accertati di mesotelioma. Questo in virtù del periodo di latenza
e in del fatto che c è un età media del corpo molto elevata, quindi in realtà non
abbiamo ancora visto il picco massimo. Ci sarà purtroppo un incremento di
questi numeri.
Dietro c è anche tutto un aspetto legato alla statistica, cioè nella difficoltà
legata all accesso al dato, alla correlazione, come abbiamo già detto
anticipatamente, non c è in realtà nessun controllo e visita dei Vigili del Fuoco
andati in pensione, quindi non sappiamo esattamente di cosa muoiono dopo che
sono andati in congedo.
Nella slide successiva, appunto, questi dati qui fecero molto clamore tanto
è vero che proprio in questa sede qua 3 anni fa neanche si fece un workshop
nella quale l amministrazione contestò questi dati qui, riducendo questo numero
di 58 casi a 25. Anche questo voler diminuire il numero dei casi come se il
problema fosse meno importante, non va nella direzione auspicata. In realtà per
poter risolvere questi problemi, bisogna portarli alla luce del sole.
Ultimamente il Dott. Fortezza ha fatto, rispondendo ad un interrogazione
parlamentare, ha parlato proprio del fatto che i Vigili del Fuoco sono considerati
categoria esposta all amianto. Quindi è vero che ci sono periodi in cui c è
un esposizione seppur breve (non è che lavoriamo all interno delle miniere
oppure in contesti dove è continuamente presente l amianto), però non si può
dire che anche queste esposizione più o meno brevi e ripetute non creino nel
tempo un certo tipo di rischio.
Questa è una cosa che ho sentito anche all Osservatorio: si è vero che
siete esposti ad inquinante, ai cancerogeni, agli agenti chimici o biologici e alla
polveri però sempre per brevi periodi e questo fatto che siamo esposti a tutto per
breve periodo non significa che non può essere niente. Quindi speriamo che
anche in questo caso possiamo in qualche modo dare una svolta e poter insieme
affrontare in maniera serena, anche con il supporto scientifico che richiede un
argomento così come questo dell amianto.
Vedi quando lavorano, mangiano anche e poi succede che se abbassiamo
la guardia, come in questo caso a Milano un importante caso di intossicazione
che ha portato addirittura al ricovero di 33 colleghi e si abbassa talmente la
guardia, che poi accade questo, quello che non deve accadere.
Questa risale a qualche giorno fa ed è legata appunto alla vetustà dei
nostri mezzi e quindi il Comando di Modena, il distaccamento di Carpi è stato
chiamato per risponde all incendio di un autovettura. Mentre erano intenti per
raggiungere il luogo dell evento, in fase di vestizione, una portiera difettosa si è
aperta e uno degli occupanti è volato via dal camion, con delle conseguenze che
potevano essere ben più gravi se fosse sopraggiunto un altro veicolo.
Questo perché la slide dopo lo dice bene l età media dei nostri mezzi è
troppo alta e queste sono slide che fornisce la nostra amministrazione. Quindi (le
sigle stanno per auto serbatoio, autobotte, autoscala etc.) l età massima che
l amministrazione ritiene accettabile per quella tipologia dei veicoli (quelle
indicate in rosso dove ho messo la freccia) al 1.06.2015 sono presenti quella
numerosità per quella categoria di veicoli e poi abbiamo che, nonostante che
quei numeri siano elevati, perché nessuno di noi ha una macchina 20-25 anni
quindi se per una famiglia diventa inaccettabile, per un mezzo di soccorso
diventa accettabile quest età media che addirittura viene superata in questi casi
qua con quelle percentuali.
Quindi c è il 17% (quindi 250 nella fattispecie) di autopompe serbatoio
che sono oltre l età massima che l amministrazione si è fissata, addirittura il
38% nelle autobotti, il 47% per le campagnole etc.
Anche questo è un aspetto molto correlato al discorso economico: quando
c è in ballo la salute e sicurezza dei lavoratori, anche legato alle attrezzature e ai
mezzi di servizio, non è più accettabile la giustificazione economica.
Questo sarebbero i parametri della tabella nutrizionale, cioè come
dovrebbe mangiare un vigile del fuoco. E stato redatto dall aerea sanitaria e non
tutti sanno che nelle mense dove c è una convenzione, questo pasto i vigili del
fuoco lo fanno con 8.50 euro, però ci sono in realtà delle mense che vengono
autogestite (quindi i vigili del fuoco materialmente si fanno la spesa e si
cucinano quelle cose lì) soltanto che l amministrazione riduce quell importo a
soli 3.80 euro. Allora la domanda nasce: come si fa a far stare tutte queste cose
qua in solo 3.80 euro? Quindi è un po curioso però accade e non è infrequente.
Questa qua invece è una tabella dell INPS sui lavoratori usuranti. Chi
sono i lavoratori usuranti? Sono quelli che lavorano in galleria o miniera o nelle
cave o ad alte temperature o in spazi ristretti o con l esposizione all amianto o i
lavoratori notturni etc. Queste qua sono tutte le categorie che oggi sono
riconosciute usuranti. Poi c è stato il tavolo con il Decreto Poletti nel quale si
voleva estendere la cosa alle maestre d asilo, agli infermieri etc., e poi dopo ci
aggiorniamo nella slide successiva - che è anche l ultima - che noi le facciamo
tutte queste cose qua, cioè noi lavoriamo negli spazi ristretti, in galleria, di notte.
Eppure per noi c è preclusa, non si parla neanche anche a fatto discussivo non ci
arriviamo neanche in quei tavoli.
Quindi niente vi voglio lasciare con una serie di punti interrogativi che
sono questioni che vanno affrontate unitariamente alla questione
importantissima dell amianto.
Misure di igiene,
protezione individuale
e vaccinale per il personale del Corpo
dei Vigili del Fuoco
PRESENTAZIONE
Gabriele Miele
Coordinamento Nazionale USB Vigili del fuoco
Osservatorio Bilaterale Salute e Sicurezza, Ambienti di
Lavoro
1
2
3
Quarto rapporto ReNaM 2012
Quinto Rapporto ReNaM 2015
4
5
= 3,80 euro????
6
 
Angeli del soccorso senza tutele
Avv. Ezio Bonanni
Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 0773 663593
e-mail: osservatorioamianto@gmail.com
Mi riallaccio agli interventi dei rappresentanti sindacali che sono entrati nel
vivo delle problematiche. Molto sinteticamente: il rischio amianto è noto fin dalla fine
dell’800 attraverso degli studi eseguiti dall’Ispettorato inglese, mentre per quanto
riguarda il nostro paese è considerata lavorazione insalubre fin dal 1901 e
successivamente, in sede giudiziaria, fin dal 1906 con una sentenza del Tribunale di
Torino, che poi è stata confermata nel 1907 dalla Corte di Appello di Torino.
In buona sostanza, c’erano dei giornalisti i quali erano stati censurati dalle ditte
produttrici dell’amianto con un’azione civile e penale, questi giornalisti sono stati
assolti. Quindi l’assoluzione anche in sede civile, confermata dalla Corte di Appello di
Torino, con la sentenza che voi vedete, che abbiamo rinvenuto e pubblicato, reso noto.
Quindi il rischio amianto è un rischio antico, è un rischio ben conosciuto fin
dagli inizi del secolo scorso, e queste sentenze sono sentenze illuminanti e tra l’altro il
Reggio Decreto 442 del 1909 conferma la lavorazione dell’amianto come insalubre e
pone il divieto di lavorazione per le donne e i fanciulli.
Nel 1936 la Corte di Cassazione italiana ritiene la salute fondamentale diritto
anche aldilà delle disposizioni normative specifiche. Nel 1941 la Corte di
Cassazione...queste sono tutte sentenze che sono venute alla luce grazie alla nostra
attività di ricerca, come ONA...Nel 1942 ci sono le prime sentenze di condanna a
carico della BREDA per risarcire i danni di lavoratori deceduti per asbestosi.
Queste sentenze sono molto importanti perché sanciscono la responsabilità del
datore di lavoro anche in assenza di norme cautelari specifiche, nel senso che c’erano
già norme che imponevano il divieto delle esposizioni a polveri, imponevano quindi di
bagnare, aspirare le polveri confinate nelle lavorazioni polverose, separare le attività
lavorative. Norme dettate dall’igiene del lavoro e ribadite da diversi nostri Regi
Decreti, anche il 530 del 1927.
 
Nel 1942 viene emanato il Codice Civile e l’articolo 2087 di questo impone la
tutela ( e questo si applica anche ai Vigili del Fuoco) dei lavoratori rispetto a qualsiasi
tipo di rischio lavorativo e anche della dignità morale, quindi c’è una tutela della
persona umana aldilà dell’aspetto prettamente fisico. Questo lo aveva ribadito la Corte
di Cassazione, il 2087 del Codice Civile lo ha sancito espressamente.
Nel 1943, in pieno conflitto mondiale, (sembra un assurdo tiro beffardo della
Storia), mentre gli eserciti si fronteggiavano in diversi quadri, scenari, tra indicibili
sofferenze anche della popolazione civile e dei lavoratori, l’Italia recepisce le norme
già entrate in vigore nella Germania nazista; e c’era stato un importante convegno a
Torino nel 1941 dove erano intervenuti importanti medici del lavoro tedeschi che
avevano affermato come il tumore polmonare fosse anche esso riconducibile alle
esposizioni ad amianto, e per altro anche in Italia, grazie a Vigliani e a Bottura nel
1939, avevamo avuto importanti pubblicazioni. Ebbene, l’Italia tabella l’asbestosi
come malattia professionale riconosciuta dall’INAIL.
Anche in questo caso i Vigili del Fuoco all’epoca dovevano essere impegnati
per l’invasione di Malta, poi venne costituito addirittura un battaglione speciale in quel
periodo, appena prima del 1941/42, e quindi avrebbero dovuto avere anche il loro
battesimo di fuoco, addirittura usando delle scale avrebbero dovuto assaltare Malta.
Però sarebbero stati esclusi dalla tutela INAIL.
Il rischio amianto quindi, paradossalmente, mentre gli Stati Uniti già negli anni
’60 cominciano a decrescere sull’utilizzo dell’amianto, l’Italia raggiunge il picco a
metà anni ’70 quando già il rischio cancerogeno era inoppugnabile grazie agli studi di
Richard Doll, che tutto sommato ripercorreva già le acquisizioni degli scienziati
tedeschi. Nel 1959 Wagner in Sudafrica aveva descritto il rischio e anche i casi di
mesotelioma, addirittura gli ingegneri o la popolazione civile dei villaggi che
abitavano intorno alle miniere, quindi descrivendo il rischio ambientale. Queste
pubblicazioni ebbero poi vasto eco e furono riprese da Selikoff nel 1964 nel corso di
un’importante conferenza internazionale sugli effetti biologici dell’asbesto, e gli atti
furono pubblicati nel 1965 e da quella data non c’è più nessuno che contesta la
riconducibilità del mesotelioma all’esposizione ad amianto.
Eppure, in Italia c’è un grosso buco nero dal 1943, data in cui finanche il
Legislatore dovette riconoscere il rischio amianto (ben noto fin dall’inizio del secolo).
Quindi la Giurisprudenza l’ha riconosciuto nel 1906, il Legislatore nel 1943, ebbene
viene messo al bando nel 1992! Utilizzato fino al 1992!
Viene utilizzato fino al 1992 per la capacità che le lobby dell’amianto hanno
avuto di influenzare l’apparato dello Stato italiano e altri. Quindi quando i Vigili del
Fuoco debbono andare a rimuovere le macerie con amianto, amianto impastato a
cemento, in molto casi fino al 10% di amianto nel cemento, alcuni prodotti di cemento,
è perché le lobby dell’amianto sono riuscite ad influenzare le legislazioni.
 
Tanto è vero che questo scritto che ho rinvenuto negli archivi di Stato di Torino,
ed è riportato anche in un’importante sentenza del Tribunale di Torino a metà anni ’90
e ripreso anche nel primo processo Eternit e adesso nel secondo, dimostra che la
famiglia Schmidheiny riunita a Neuss in Germania aveva costituito una lobby,
addirittura una cerchia di medici, che avrebbero dovuto sminuire in qualche modo il
ruolo del professor Selikoff, ed affermare che l’amianto non fosse dannoso alla salute
umana. C’è un bel libro di un importante medico americano del lavoro che si intitola
“Assalto alla Scienza”.
Quindi gli Schmidheiny avevano avuto l’astuzia di costituire non solo
un’associazione tra i produttori dell’amianto in tutta Europa e nel mondo ma, questa
associazione dei produttori dell’amianto, aveva addirittura creato una lobby, un circolo
di medici, che avrebbe dovuto contrastare l’attività del professor Selikoff. Questo
appunto dell’Ingegnere Martini è stato da noi rinvenuto e messo a disposizione del
dottor Guariniello, all’epoca del primo processo.
Possiamo passare al secondo documento. Qui, addirittura, l’associazione dei
produttori dell’amianto influisce sul Ministero della Salute. Voi sapete bene che i
limiti di soglia in Italia sono stati introdotti soltanto con il Decreto Legislativo 277 del
1991, con assoluto ritardo rispetto alla direttiva comunitaria 477 del 1983 che l’Italia
aveva disatteso tanto da essere condannata nel 1990 dalla Corte di Giustizia. Ebbene
noi come ONA abbiamo trovato le prove, ricostruito l’intera vicenda, e anche qui
l’opera degli Schmidheiny, l’ombra lunga della famiglia Schmidheiny, influisce sulle
pubbliche istituzioni e dice che non bisogna mettere i limiti di soglia in modo che
l’amianto si possa utilizzare senza alcuna limitazione. Questo è un documento
ufficiale. Ho chiesto la copia autentica all’archivio di Stato di Torino.
Quindi l’associazione di produttori influisce sull’ENPI, e l’ENPI a sua volta sul
Ministero della Salute. Addirittura i produttori dell’amianto sono riusciti a far
pubblicare dal giornale “l’Unità”, mentre era in corso la discussione della legge sulla
messa al bando dell’amianto, una pubblicità sugli effetti benevoli, positivi,
dell’amianto. E queste lobby operano nel resto d’Europa e in altri stati, anche in parte
in Canada.
Invece noi, come ONA, contestiamo anche i così detti limiti di soglia, le famose
100 fibre litro, che sono ancora in vigore, del Decreto 81 del 2008; contestiamo
naturalmente il fatto che le piccole dosi non siano dannose per la salute perché ciò non
è vero, perché specialmente per l’amianto (e credo lo dovrà confermare anche il
medico del Corpo dei Vigili del Fuoco che poi interverrà) è sufficiente anche solo una
dose infinitesimamente bassa, “estremamente piccola” diceva Selikoff in “Asbestos
and disease” del 1978, per provocare il mesotelioma.
Basse dosi, praticamente, impediscono la clearance polmonare, quindi
impegnano il sistema immunitario e impediscono la più efficace difesa rispetto ad altre
 
patologie. È come se uno viene attaccato da una parte, tutti i soldati corrono per
difendersi in quella zona, lasciano sguarnite altre parti, e quindi entrano in azione altri
tumori.
Il nostro professor Ugazio, che ha affermato il Principio di rischio 0, (e poi le
tesi del ONA sono state successivamente riprese nella Dichiarazione di Helsinki),
sull’asbesto ha affermato il fatto che soltanto evitando le esposizioni si possono
sconfiggere queste patologie. E quindi la prevenzione primaria è fondamentale, abolire
i limiti di soglia, tendere ad arrivare a zero. Questo è molto importante. Ecco, il tema
caldo, grave, (grave non nel senso grave dal punto di vista giuridico ma ciceroniano
della necessità di un approfondimento), è quello dell’incidenza epidemiologica.
E allora mi si permetterà, intanto, che questo atto Vostro, del Dipartimento, del
30/11 va nella direzione giusta ma è ancora molto insufficiente sotto questo punto di
vista. Noi ci permettiamo molto sommessamente, alla luce di una certa esperienza, di
dare qualche consiglio.
Abbiamo 1800 decessi in Italia solo per quanto riguarda i mesoteliomi. 1500,
1550, ne ha censiti l’INAIL, a cui sfuggono alcuni. Diciamo che l’AIRTUM ne valuta
1800 e l’ONA è d’accordo con questo. Però anche volendomi fermare a 1500, i morti
per tumore polmonare a questo punto sono il doppio dei decessi per mesotelioma e
arriviamo già a 4500. Dobbiamo tener conto anche delle altre patologie e noi, come
ONA, stimiamo 6000 morti l’anno solo per tutte le patologie asbesto correlate,
compreso l’asbestosi e le altre patologie.
Questo è un fatto molto importante, da cui non si può prescindere, che risolve la
questione che sollevava il dottor Miele precedentemente. Certo, se si prende il centro
studi della famiglia Schmidheiny è chiaro che si dice che le fibre di amianto, se sono
di crisotilo, non sono dannose per la salute umana o che c’è “l’uso sicuro”
dell’amianto, e pure in Italia era stata costituita un’associazione da questi signori che si
chiamava CEDAF, con alcuni cosiddetti scienziati che era la “longa manus” della
cosiddetta lobby dell’amianto (e in qualche processo penale mi sono trovato di fronte
ad atti di questo CEDAF, di cui facevano parte anche importanti scienziati italiani).
Invece la normativa comunitaria, direttiva 477 del 1983. Ripeto, è dell’83,
l’Italia l’avrebbe dovuta recepire entro il 1° Gennaio ’87, ha violato questi obblighi
comunitari, abbiamo visto che c’era un’azione di Stephan Schmidheiny, che la stessa
Cassazione ha assolto per prescrizione e che molto probabilmente anche nei futuri
processi verrà sempre assolto perché abbiamo un miracolo giurisdizionale per lo
Schmidheiny! Praticamente muoiono migliaia e migliaia di cittadini, lavoratori negli
stabilimenti, gente che abita intorno agli stabilimenti, e o per prescrizione o perché
viene scritto male un capo di imputazione nonostante che qualcuno, me,
sommessamente, avesse spiegato che il capo di imputazione fosse mal scritto, o per
qualcuno che non legge bene le carte, o per qualche rinvio alla Corte Costituzionale
 
che non aveva ragione d’essere, per una cosa o per un’altra, Schmidheiny è
miracolato! Nonostante il massiccio impegno della Giustizia, del Premier Renzi, di
tutti, questo Schmidheiny riesce sempre a farla franca! Ha la sua amicizia con
Romano Prodi.
Il Governo Prodi gli contempla anche quei reati nelle norme oggetto di indulto,
anche se per la sicurezza sul lavoro non c’è nessuno in carcere, per cui quella necessità
di svuotare le carceri non esisteva, e quindi sostanzialmente abbiamo un miracolo
giurisdizionale di questo Schmidheiny).
Invece, ripeto, la normativa comunitaria, direttiva 477 del 1983. dice che le
attuali conoscenze scientifiche non sono tali da consentire un livello al di sotto del
quale non vi sono rischi per la salute, per quanto riguarda l’amianto. Quindi questa è
una direttiva comunitaria, principio di diritto comunitario che è al vertice della
gerarchia delle fonti del diritto. Ci sarebbe pure l’articolo 32 della Costituzione, ma di
questi tempi, fortunatamente, il popolo sovrano riafferma sempre il diritto al rispetto di
alcune norme e principi fondamentali.
La direttiva 148 ribadisce questo principio e dice: ”Anche se non è stato ancora
possibile determinare il livello di esposizione al di sotto del quale l’amianto non
comporta rischi di cancro, è opportuno ridurre al minimo l’esposizione professionale
dei lavoratori all’amianto.” Quindi non sussiste alcuna soglia e tutte le esposizioni
sono dannose per la salute umana.
Queste sono le varie patologie, perché, aldilà di quelle riconosciute, abbiamo
evidente che l’amianto è dannoso per tutti gli organi anche del sistema cardiaco e
cardiocircolatorio. C’è una letteratura scientifica su una serie di ulteriori patologie. Lo
IARC, che è l’agenzia internazionale per la lotta contro il cancro, quindi un organismo
della OMS e a sua volta dell’ONU, ha affermato che “l’amianto provoca il
mesotelioma e il cancro del polmone, della laringe e dell’ovaio”. Ribadisce che è
probabile per altri tumori come faringe, stomaco e colon.
Faccio presente che il registro delle patologie è limitato ai mesoteliomi e quindi
c’è una discrasia nella rilevazione epidemiologica che non è riferita soltanto ai Vigili
del Fuoco; anzi, i Vigili del Fuoco sono un profilo limitato rispetto ad una più ampia
problematica di difetto di rilevazione, che nel vostro caso è ancor più grave perché
siccome i Vigili del Fuoco non sono iscritti all’INAIL, e l’INAIL è quella che
raccoglie i dati epidemiologici, molti sfuggono.
Ricordo che i 58 casi erano stati invece, poi, avvalorati sia dall’indagine del
dottor Guariniello sia da una stessa pubblicazione INAIL che accreditava i 58 casi.
Ecco: “Esposizioni dei Vigili del Fuoco a più agenti cancerogeni e tossico-nocivi”, il
benzene, lo scarico del motore diesel, ecc...Qui c’è un ulteriore profilo da cui non si
può prescindere. Esposizione a diversi agenti cancerogeni o comunque tossico-nocivi e
il sinergismo, sul quale vorrei sentire anche il dirigente medico dei Vigili del Fuoco su
 
quali sono gli apparati medici del Corpo, cosa ritengono e qual è il loro pensiero
tecnico su questo aspetto. Nel senso che va valutato il ruolo del sinergismo e del
potenziamento dei vari cancerogeni, l’uno con l’altro, e comunque i danni che
l’esposizione al cancerogeno provoca anche nel caso in cui non insorga una neoplasia.
Comunque l’esposizione al cancerogeno dà fenomeni infiammatori e questi sono poi
lesivi della salute, sotto l’aspetto anche di patologie.
Abbiamo un nostro componente del comitato tecnico scientifico che ha fatto
uno studio importante, il dottor Marabotti, pubblicato anche a livello internazionale,
riferito a Rosignano ma il principio è estensibile, (e condiviso anche dal professor
Mutti, nostro componente del comitato tecnico scientifico nazionale che dirige un
importante istituto di ricerca presso un’università inglese, che ho sentito prima di
partecipare a questo convegno) : i cancerogeni hanno capacità infiammatoria e come
tali sono dannosi alla salute umana, provocano delle lesioni biologico-molecolari, i
cosiddetti addotti, che anche qualora non degenerano in patologia tumorale comunque
determinano dei danni alla salute umana. Questo è un aspetto molto importante.
Poi ci sono gli aspetti psicologici. Perché essere esposti ad agenti patogeni
cancerogeni, essere sottoposti comunque ad enorme stress, ha anche delle conseguenze
per quanto riguarda pure la capacità dell’organismo di potersi difendere rispetto ad
agenti tossico-nocivi, rispetto ad agenti cancerogeni. Su questo credo che la dottoressa
Melpignano potrà approfondire.
Possiamo andare avanti...Ecco, questo è un dato fondamentale! Non si
comprende il motivo per il quale nel terzo rapporto mesoteliomi ReNaM, su questo poi
spero che il dirigente medico del Corpo ci darà maggiori chiarimenti, fino al 2004 fa
riferimento a 58 casi di mesotelioma per il periodo ’93-‘94. Se è così, i 58 casi erano
un fenomeno epidemico abbastanza grave e rilevante, considerando il ristretto numero
di lavoratori del settore, circa 30 mila. Considerate che i mesoteliomi è 1 ogni 50/60
mila persone, allora è evidente che se fossero 58 fino al 2004 è un senso. Invece se
sono quelli poi rettificati allora è un altro profilo. Anche se gli stessi 32 casi, censiti
poi, del quinto rapporto...che poi il ReNaM è un po’ equivoco, perché qui si parla di
Vigili del Fuoco – Tabella Pubblica Amministrazione, Vigili del Fuoco – Tabella
Difesa Militare, e non è proprio chiarissimo.
Possiamo andare avanti, perché al momento non facciamo stime
epidemiologiche. Come Osservatorio stiamo raccogliendo i dati e quindi non mi
esprimo su stime epidemiologiche per quanto riguarda il Corpo dei Vigili del Fuoco.
Dico che è necessario istituire un’idonea sorveglianza sanitaria rispetto al rischio
amianto. Visite periodiche cui, almeno per quanto mi risulta, non sono sottoposti gli
appartenenti a questo Corpo.
Quindi c’è un protocollo; noi come ONA abbiamo elaborato un protocollo che
possiamo mettere a disposizione anche degli appartenenti ai Vigili del Fuoco. Questo
 
protocollo deriva dalla nostra esperienza internazionale. Io ho partecipato a conferenze
negli Stati Uniti, in qualità di relatore, come studioso indipendente, rispetto agli Stati
presenti con i loro Organi del Ministero della Salute, e quindi il Protocollo ONA ha
trovato condivisioni anche da studiosi di livello internazionale con cui, personalmente,
mi rapporto in modo costante e diretto.
Ed allora: necessità di una anamnesi lavorativa con un medico del lavoro e con
anche un supporto psicologico. Quindi verifica delle attività concrete svolte e verifica
di eventuali esposizioni ad amianto. Dopo l’anamnesi effettuata, deve seguire, a nostro
avviso, la visita medica, è poi in quel momento che deve essere stabilito, caso per
caso, quali sono gli accertamenti specifici che il lavoratore deve eseguire. Quindi,
laddove dovessero emergere esposizioni a rischio, quindi confermate le esposizioni a
rischio specifico dell’amianto, laddove anche la visita medica dovesse dare delle
emergenze, confermare queste emergenze e quant’altro, a questo punto viene
indirizzato ad un approfondimento diagnostico che non può essere, però, soltanto
quello della funzionalità respiratoria, la spirometria, o la ricerca di corpuscoli
nell’espettorato.
Perché è necessario che laddove, non a tutti!, ma qualora dovessero emergere
dei livelli di una certa rilevanza, utilizzando anche la banca dati AMYANT, e quindi
l’algoritmo dell’ente tedesco che l’INAIL utilizza per rilasciare certificati di
esposizione o per riconoscere i tumori polmonari, anche in assenza di sintomi, il
lavoratore deve essere sottoposto ad un esame TAC a torace ed addome per verificare
le effettive condizioni di salute.
Può essere eseguito anche un lavaggio bronco-alveolare che permette di
verificare se nel liquido, poi, ci sono presenze di fibre di amianto. Anzi, il lavaggio
bronco-alveolare, secondo la tesi del professor Sartorelli, ordinario di Medicina del
Lavoro dell’Università di Siena e componente del Comitato tecnico scientifico
nazionale dell’ONA, ritiene che all’anamnesi, alla visita di medicina del lavoro, al
lavaggio bronco-alveolare e va bene anche la spirometria, ove dal liquido del lavaggio
bronco-alveolare dovessero emergere la presenza di fibre o corpuscoli di amianto, a
questo punto il medico del lavoro deve valutare se sottoporre o meno ad esami più
approfonditi, cioè una TAC.
Quindi questo è il Protocollo ONA che è poi condiviso anche dagli istituti
indipendenti. È chiaro che se uno va presso l’istituto di ricerca di Schmidheiny, questo
gli dirà di fare la spirometria ma la spirometria può far emergere una forte asbestosi.
Ma la forte asbestosi non può, certo, essere una patologia dei Vigili del Fuoco, perché
abbiamo detto che le esposizioni sono magari molto intense ma limitate. L’asbestosi
ha necessità di un’intensissima esposizione che non può essere quella dei Vigili del
Fuoco. Ricordo a me stesso, che i Vigili del Fuoco intervenuti sulle Torri Gemelle,
quandanche fossero intervenuti in una sola occasione, hanno avuto manifestazioni di
 
patologie fibrotiche e patologie tumorali a distanza di 5/6 anni. Come ONA, noi
abbiamo avviato un’interlocuzione con il Mount Sinai di New York e con il professor
Gordon, che è il direttore della patologia di quella istituzione e che è il presidente
onorario del nostro Comitato tecnico scientifico nazionale, allievo di Irving Selikoff.
Mi recai a New York per la questione legata alla “trigger dose”, al fatto che i
difensori degli imputati sostenevano che il mesotelioma derivasse da una sola fibra,
dicevano che non si sapeva chi fosse il responsabile nell’azione di una sola fibra e
quindi che dovessero essere tutti assolti. E sostenevano che questo lo dicesse Selikoff.
Allora ho interpellato il Mount Sinai di New York se conoscessero questi medici
italiani che affermavano queste cose riferite a loro. E loro sono venuti in Italia a dire
che non era vero, che era tutto il contrario e che erano state taroccate le loro
affermazioni.
Allora il Mount Sinai di New York, proprio il professor Gordon, nostro
presidente onorario del Comitato tecnico scientifico nazionale, ha precisato che tra i
Vigili del Fuoco, secondo dati scientifici, c’è una altissima incidenza anche di
complicazioni cardiocircolatorie e cardiovascolari. E quindi esposizioni limitate nel
tempo, ma intense, provocano addirittura casi di mesotelioma dopo pochi anni. Perché
il range può andare dai 4 ai 5 anni fino ai 40/45 anni. Ma molto dipende dalle
suscettibilità individuali! Ecco perché Selikoff diceva che possono bastare poche fibre,
una dose estremamente piccola.
Quindi a questo punto è pertinente il dato epidemiologico e la letteratura
scientifica anche degli Stati Uniti e dei lavori che stanno eseguendo. Quindi la
richiesta dell’ONA, non è una richiesta peregrina! È una richiesta che si fonda su dati
oggettivi e l’amministrazione italiana, a nostro modo di vedere, dovrebbe interloquire
e collaborare! L’amministrazione medica, il corpo medico dovrebbe collaborare con
questi istituti di carattere internazionale, come facciamo modestamente, ci
permettiamo, noi, senza avere finanziamento di alcuno.
Quindi apprezzo l’intervento dell’ingegnere Giomi, ma è un intervento che noi,
come Ona, lo dico tecnicamente, non possiamo condividere. Quindi, a nostro modo di
vedere, andrebbe integrato con l’assistenza psicologica, anche per i familiari. Faccio
un esempio.
La signora Zorzetti: muore il marito, riconoscimento di causa di servizio,
negazione invece del riconoscimento di vittima del dovere, viene assunta per un
periodo, va a lavorare a Milano, i figli rimangono quindi senza madre e padre lì a
Napoli, del tutto priva di un supporto psicologico. Magari poi poteva non servire
questo supporto, però, fossi stato io, alla luce della interlocuzione nell’associazione dei
vari componenti del nostro Comitato tecnico scientifico, avrei costituito anche un
supporto psicologico, riferito all’amianto e a tutti gli altri cancerogeni e rischi, perché
non voglio fermarmi solo sull’amianto.
 
Quindi non è una critica perché voglio criticare questa iniziativa che è lodevole.
Spero che ci possa essere una collaborazione, per la quale delegherei sia l’architetto
Cardillo che la dottoressa Melpignano, con il nostro Osservatorio, ovviamente a titolo
gratuito perché non assumiamo finanziamenti e l’Osservatorio svolge la sua attività
per tutela della salute senza finalità di lucro.
A nostro modo di vedere, occorre integrare. È importante una rilevazione
epidemiologica che sia estesa anche ai Vigili del Fuoco in pensione, non solo per il
mesotelioma. Verificare anche le aspettative di vita e l’incidenza del numero dei casi e
del numero di decessi per le varie neoplasie. Quindi non solo il mesotelioma ma il
tumore polmonare e le altre neoplasie che possono essere legate ai cancerogeni
presenti nell’attività di lavoro e di intervento dei Vigili del Fuoco.
L’ultima cosa: il vigile del fuoco vien impegnato per la tutela della collettività
della salute e noi non tuteliamo chi ci tutela. Quindi quando il vigile del fuoco poi si
ammala, o peggio, dobbiamo assistere a cause che durano 5,6,10 anni, cause penali,
civili ed altro. Allora l’idea nostra come ONA, che vale per tutti i Corpi dello Stato, il
settore privato e si potrebbe iniziare con i Vigili del Fuoco, è un fondo vittime in caso
di infortunio sul lavoro. Chiarisco. L’INAIL indennizza il danno biologico e il danno
da diminuite capacità del lavoro. Per l’INAIL, il lavoratore ha questo diritto. Dico
INAIL anche se credo che questa discriminazione debba venir meno. Quindi un fondo
vittime. Per cui, la persona, il lavoratore si ammala, agisce all’INAIL o alla causa di
servizio o a quello che sia, deve avere un differenziale del danno. Non deve agire con
una causa civile o dal TAR, perché poi c’è tutta la questione della giurisdizione del
TAR ecc., e agire direttamente al fondo vittime, invece che contro lo Stato. Darebbe
dignità pure allo Stato Italiano, o ai Ministeri, di farsi citare in giudizio.
Chiudo richiamando le parole di Papa Ratzinger che ci esortava ad andare
avanti nella tutela dell’ambiente e della salute pubblica e noi abbiamo raccolto questo
invito. Infine, chiudiamo con una frase di Abrams. Voi sapete che c’era un importante
studio americano degli anni 40 sul rischio amianto nel tumore al polmone da parte di
Gardner, il quale aveva studiato e accertato che tutti i lavoratori dell’amianto si
ammalavano di asbestosi e di tumore del polmone, e che lo studio fu censurato,
nascosto. E questo si ricollega a quanto diceva Miele prima, per cui è opportuno che ci
siano dei dati epidemiologici trasparenti e ci auguriamo che i 58 casi siano poi guariti
e quindi da 58 si arrivi a 25, nel senso che siano morti solo 25 rispetto ai 58.
Allora Abrams dice: “Quante vite umane potevano essere salvate se gli studi di
Gardner non fossero stati censurati”. Ecco, quante vite umane potrebbero essere pure
salvate se ci fosse l’indicazione del numero esatto dei malati e dei morti. Con questo
concludo.
 
Angeli del soccorso senza tutele
PRESENTAZIONE
Avv. Ezio Bonanni
Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 0773 663593
e-mail: osservatorioamianto@gmail.com
1
Vigili del Fuoco e rischio amianto
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Vigili del Fuoco e rischio amianto
Avv. Ezio Bonanni
Presidente ONA ONLUS e legale
delle vittime dell’amiantodelle vittime dell amianto
Consapevolezza degli
Sentenza del Tribunale di Torino,
31 ottobre 1906
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
effetti patogeni
dell'amianto a partire
dai primi del 1900
2
2
Sentenza della Corte di Appello
di Torino del 1907
Nel 1907
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
la Corte d'Appello di
Torino ha confermato
la decisione del
Tribunale sulla natura
patogena dell'amianto
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"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Sentenza della Corte di Cassazione
28 aprile, 1936
N. 2107
“E’ … certo ed incontestabile che
l’integrità personale dell’uomo e la sua
salute (sommi beni che trascendono
dalla sfera dell’individuo per assurgere
ad importanza sociale, come
necessaria premessa della
conservazione e del miglioramento
della specie) sono protette non
4
della specie) sono protette non
soltanto dal contratto, ma altresì da
numerose leggi di pulizia sanitaria e
perfino dal Codice Penale”.
3
“Il dovere di prevenzione, che l’art.
17 r.d. 14 aprile 1927, n. 530,
sull’igiene del lavoro, impone per il
lavoro che si svolga in ‘locali
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
g
chiusi’ va osservato in tutti quei
casi in cui il luogo di lavoro, pur
non essendo completamente
chiuso, non sia tale da permettere
comodamente e senza pericolo la
uscita dei vapori e di qualsiasi
materia nociva”.
5
Sentenza della
Corte di Cassazione
20 gennaio 1941 n. 682
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Sentenza della Corte di Cassazione
17 gennaio 1941
“Per le malattie professionali non
garantite da assicurazione
obbligatoria il datore di lavoro non
può esimersi da responsabilità se
l’ t d i i d tt
6
l’evento dannoso si sia prodotto per
sua colpa (Corte di Cassazione,
Sentenza 17.01.1941, Soc. Off.
elettroferro Tallero vs. Massara)…
4
La legge n. 455 del
12.04.1943
inserisce l’asbestosi
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
inserisce l asbestosi
nella tabella delle
malattie
professionali.
7
PRODUZIONE E IMPORTAZIONE DI AMIANTO
IN ITALIA DAL 1946 AL 1992
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Fonte: O.N.A. 8
5
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Orange:
United States
Red:
Italy
Produzione nazionale di amianto grezzo Italia e
Stati Uniti d'America; tonnellate; anni: 1945-1992
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La lobby dell'amianto (1)
Relazione scritta il 20 dicembre
1976, da Ermanno Martini,
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
ingegnere e dipendente della
ditta "Amiantifera" di
Balangero (Torino). La relazione
è stata utilizzata nel corso
tenuto a Neuss(Dusseldorf)
dal 13 al 18 dicembre
1976 a Wirtschaftsverband Asb
estzement e V. (WVAZ)
[Unione dei produttori di
cemento-amianto]. In questo
10
rapporto è possibile leggere la
frase "Dissociarsi da ogni
discussione delle idee del
dottor Selikoff e astenersi
dal citarlo".
6
La lobby dell'amianto (2)
Nota scritta a mano su un
"incontro" presso
la "Assocemento" di Roma il
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
la Assocemento di Roma, il
17 novembre 1978.Questa nota è
stata trovata fra le carte del
Consiglio di Amministrazione della
società"Amiantifera di
Balangero" (Torino) e ora si
tiene presso l'Archivio di Stato di
Torino. (Società di produzione di
amianto chiedere di rallentare la
questione della normativa sui limiti
di esposizione legati alla
d i d i
11
produzione dei
lavoratori, "l'ENPI ha aderito a
questa richiesta ... Il ministro della
Salute ha confermato questo
fatto." - Torino, Archivio di Stato).
Principio
di precauzione Patologia
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
e rischio zero come
forma di prevenzione
primaria.
Mondo pulito = Salute
Mondo inquinato = Malattia
g
Ambientale
12
q
(Giancarlo Ugazio e The Helsinki
Declaration on Management and
Elimination of Asbestos-Related
Diseases)
Salute
Ambientale
7
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
AMIANTOAMIANTO
KILLERKILLER
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"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Incidenza epidemiologica:
Mesoteliomi circa 1.800 decessi ogni anno. In ogni caso non inferiore a 1.500.
Tumori polmonari, il doppio: non meno di 3.000 decessi ogni anno, con un totale
che già porta a 4.500 decessi, cui debbono essere aggiunti quelli legati alle altre
neoplasie e alle patologie fibrotiche con le complicanze cardio-vascolari e cardio-
circolatorie.
Le malattie derivanti dall’esposizione all’amianto sono raggruppabili in due
sottoinsiemi:
a) malattie flogistico degenerative
- Asbestosi polmonare
Pl h l i h
14
-Placche pleuriche
b) malattie neoplastiche
- carcinomi bronchiali
- mesoteliomi pleurici
- cancro della laringe
- cancro dell’ovaio
8
Sia le patologie fibrotiche che quelle neoplastiche sono dose dipendenti e prive di una soglia al
di sotto della quale il rischio si annulla.
Ciò è confermato dalla normativa comunitaria.
• direttiva n. 477/83/CEE: “le attuali conoscenze scientifiche non sono tali da consentire di
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
stabilire un livello al di sotto del quale non vi siano più rischi per la salute” (quarto
“considerando”);
•direttiva n. 148/2009/CEE: “anche se non è stato ancora possibile determinare il livello di
esposizione al di sotto del quale l’amianto non comporta rischi di cancro, è opportuno ridurre al
minimo l’esposizione professionale dei lavoratori all’amianto” (undicesimo “considerando”);
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• La soglia sussiste in riferimento all’asbestosi polmonare.
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Patologie non ancora universalmente riconosciute come asbesto
correlate
Patologie tumorali extra toraciche:Patologie tumorali extra-toraciche:
Cervello; Colecisti; Colon-retto; Tessuti Emolinfopoietici; Esofago;
Laringe-Lingua; Mammella; Ovaio; Pancreas; Peritoneo; Prostata;
Rene; Stomaco; Testicolo; Tiroide; Vagina-Vulva; Vescica
Patologie tumorali localizzate nel torace
Pleura; Polmone;
Patologie degenerative, non
16
tumorali
Cuore (Miocardiopatia); Sistema
nervoso centrale (morbo di
Alzheimer & autismo); Sclerosi
Laterale Amiotrofica
9
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
L’amianto è un cancerogeno.
Lo IARC ha affermato che “L'amianto provoca il mesotelioma e il cancro del polmone,
della laringe e dell'ovaio” (IARC A review of human Carcinogens. Arsenic, Metals, Fibres and Dust. IARC
Monographs on the Evaluation of the Carcinogenic Risks to Humans. 100 part C. Lyon: IARC; 2012).
Allo stato attuale degli studi la IARC classifica l’amianto come agente cancerogeno
probabile per i tumori del tratto digerente (faringe, stomaco ed colon).
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Dati del V° Rapporto ReNaM, pubblicati nel dicembre 2015 relativi ai casi di mesotelioma fino
al 2011/2012
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
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Gli appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco sono esposti ad
altri cancerogeni e agenti tossico-nocivi:
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
• Benzene
• Scarico del motore diesel
• Cloroformio
• Fuliggine
• Stirene
19
• Formaldeide.
Incidenza epidemiologica
Secondo il III Rapporto ReNaM, fino al 2004 ci sono stati 58 casi di
mesotelioma (1993-2004) Se così è evidentemente si stima che
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
mesotelioma (1993 2004). Se così è, evidentemente si stima che
fino al 2016, tenendo conto che per il primo dato non vi era
l’integrale copertura, si possono stimare quantomeno altri 80 casi di
mesotelioma.
Gli attuali dati ReNaM riportano un numero inferiore. I casi
20
sarebbero fino al 2011/2012 circa 32 tra gli appartenenti al Corpo
dei Vigili del Fuoco, nella Pubblica Amministrazione e 6 nell’ambito
della Difesa Militare.
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Stima epidemiologica
Se si tiene conto dei dati precedenti (III Rapporto ReNaM)
evidentemente si stimano circa 150 casi di mesotelioma con tutte
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
evidentemente si stimano circa 150 casi di mesotelioma con tutte
le conseguenti ricadute in riferimento alla stima dei tumori
polmonari e di altri organi e dunque dell’incidenza
epidemiologica.
Se invece si tiene conto dei casi censiti dal V Rapporto
21
ReNaM (38), è evidente che la stima si abbassa di molto.
Gli appartenenti al Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco sono
esposti a diversi agenti cancerogeni e
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
tossico-nocivi che determinano un
sinergismo e anche un potenziamento
degli effetti dell’amianto di cui non si
può non tener conto.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del
F ff t il bl i t
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Fuoco affronta il problema amianto
soltanto in data 30.11.2016
12
Le misure adottate sono limitate ai
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Vigili del Fuoco che hanno svolto
attività nelle aree del sisma e con
esami che NON sono adeguati in
relazione al rischio, per tempi e
modalità, e in ragione della durata
d ll l t
23
della latenza.
Programma di intervento ONA
• Maggiore attenzione per la prevenzione primaria (strumenti di prevenzione
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
Maggiore attenzione per la prevenzione primaria (strumenti di prevenzione
tecnica e/o protezione individuale);
• Risoluzione della discriminazione degli appartenenti al Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco ai fini della copertura INAIL, esclusa dall’art. 1 comma 3 n. 22
DPR 1124/65;
• Emanazione di decreti attuativi delle norme di cui al DLgs.vo 81/08 in
24
relazione alle particolari esigenze di servizio;
13
Programma di intervento ONA
• Sorveglianza sanitaria dei Vigili del Fuoco esposti ad amianto e ad altri
cancerogeni e agenti tossico-nocivi. Il protocollo deve prevedere, all’esito
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
dell’anamnesi lavorativa e dell’attento esame del curriculum, esami strumentali
adeguati tra i quali esame TAC torace ed addome con strumenti ad alta
risoluzione e basso dosaggio di radiazioni;
• Rilevazioni epidemiologiche aventi ad oggetto l’incidenza e i decessi per
neoplasia, e in ordine al rischio amianto riferiti a tutti le patologie asbesto
correlate e non solo al mesotelioma.;
25
;
• Tutela risarcitoria, con la creazione di un fondo vittime, che si aggiunge al gi
costituito fondo vittime dell’amianto, adeguato alla reale condizione e situazione
dei Vigili del Fuoco.
Dall’articolo
dell’“Osservatore
Romano”:
Udienza Generale - 27 Aprile 2011
"Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione"
"Papa Benedetto
XVI saluta i
rappresentanti dell'As
sociazione
nazionale delle
vittimedell'amianto (A
vani) e di
sorveglianza nazional
26
e amianto (ONA) e li
esorta a continuare il
loro
lavoro importante per
la tutela
dell'ambiente e della
salute pubblica".
14
“Quante vite
umane
potevano
(UNAI) Amianto: legalità, salute, ambiente
p
essere salvate
se gli studi di
Gardner non
fossero stati
censurati!”
(Abrams)
27
Grazie.
La sussidiarietà, mezzo necessario e indispensabile
per migliorare la sicurezza degli operatori nelle
emergenze. La disponibilità dell'ONA.
Arch. Giampiero Cardillo
Generale Brigata CC in riserva
Membro Comitato Tecnico Scientifico Ona
- Sicurezza degli operatori nelle emergenze: perché anche la
protezione dall'Amianto deve collocarsi ai limiti superiori
dell'urgente sviluppo delle tecniche e dei mezzi di salvaguardia.
- L'estensione possibile dei risultati di un up-grade di
sicurezza ad altri ambiti di operatività e la corrispondente
possibile estensione della tutela alla popolazione soccorsa.
- Necessità e indispensabilità del coordinamento fra diversi
operatori, per condividere i miglioramenti necessari per la
salute e sicurezza.
- Urgenza della collaborazione propositiva di Istituzioni,
Sindacati e ONA per contenere anche il fenomeno mortifero
dell'Amianto.
- Il tavolo dell'azione sussidiaria condivisa.
Conoscete tutti l adagio:
Chi sa, fa; chi non sa fare, dirige; chi non sa dirigere, coordina; chi non sa
coordinare, supervisiona. Chi non sa far niente, fa politica .
Da vecchio militare ho sempre rigettato questa semplificazione da bar che liquida
malamente la sfida alla complessità del dovere di buon governo.
Questo perché un militare deve avere coscienza e consapevolezza che un ordine
gerarchico serve, ma sa anche che la gerarchia ordinata deve servire la cittadinanza
e non servirsi del potere.
Da cittadino che ha servito nell amministrazione dello Stato, ho sempre creduto nella
semplificazione straordinaria offerta dalla sussidiarietà orizzontale e verticale ( art.
118 Cost.). Strumento necessario per fare, solo se si vuole fare e se si sa fare bene... il
bene.
I Vigili del Fuoco oggi appaiono essere al margine e non al centro del sistema della
cura delle emergenze nazionali.
Eppure hanno lunga e gloriosa tradizione, disciplina, coraggio, dedizione, cultura
tecnica specifica da vendere.
Soffrono, invece, a noi sembra, dello stesso depauperamento e mortificazione delle
capacità tecnico- logistiche toccato a molti ambiti della PA: dai militari, agli operatori
della sicurezza, alla CRI, ai provveditorati, agli uffici tecnici degli enti locali, fino al
... catasto.
Ne soffre in generale l efficienza, l efficacia dell azione pubblica. In particolare ne
soffre anche il morale e la sicurezza di chi opera.
Proviamo a capire perché e come rimediare.
Nel 1982 in Italia nasce la Protezione Civile, come Dipartimento della PCM.
Nel 1994 vede la luce il Dlgs 626.
Il primo dopo il terremoto dell Irpinia, il secondo a seguito di nove Direttive dell UE.
Fatti epocali e pressioni esterne.
Eppure l Italia Repubblicana ha in Costituzione l art. 41, che prevede:
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana ...
Non solo, in tema di sicurezza del lavoro possiamo vantare l art. 437 del CP del
1930, l articolo 2087 del CC del 1942, per non parlare dei Dpr: 547/1955; 164/1956;
303/1956.
In tema di protezione civile, poi, potremmo vantare una tradizione millenaria, dai
Romani in poi, passando per l associazionismo sussidiario del Medioevo, per
arrivare al diffusissimo volontariato dei giorni nostri, non solo della CRI militare e
civile (oggi solo civile, in verità).
Volontariato vero e fasullo.
Ma tant è.
Noi maestri del diritto e della sussidiarietà siamo oggi qui riuniti a parlare di
gravi insufficienze in tema di sicurezza di chi opera in emergenza.
L amianto è solo un pezzo del grande iceberg sommerso che testimonia una crisi
di efficacia e efficienza istituzionale di cui soffre tutto il nostro Paese.
La punta dell iceberg è rappresentata, invece, dalla conflittualità istituzionale
ben palesata negli anni, anche in questo delicato settore, da una successione
altalenate di leggi, a partire dalla 225/1992, passando per il Dlgs 112/1998, alla
401/2001, alla 152/2005, la 27/2012, la 100/2012, la 119/2013.
Orbene, questa descritta, in breve, è la trama sfilacciata da riparare, per iniziare a
tessere l ordito di una tela di efficienza istituzionale robusta.
L Amianto può rappresentare il catalizzatore per una decisa svolta riparatrice.
L amianto dà la morte. E la morte non aspetta. Ci sono, è vero, altri e più tremendi
veleni a contatto dei VV del F in azione. Ma l Amianto non si vede se non quando
sussiste compatto, a volte non si sa che ci sia.
Genera pericoli e rischi che abbisognano di grande competenza e esperienza per
essere contrastati.
Occorre grande applicazione tecnica e tecnologica innovativa.
È indispensabile un consiglio medico specializzato.
È necessario sviluppare la ricerca per la prevenzione e la cura.
È categorico supportare le impasse riorganizzative coprendo con provvidenze
amministrative i tempi necessari a realizzare un quadro di sicurezza almeno
sufficiente.
È un assioma che chi sa faccia, ma a volte è opportuno che anche diriga e coordini,
sussidiariamente, magari per migliorare un documento di sicurezza ora appaltato a
chi potrebbe saper molto meno di quello che serve.
Allora, di conseguenza, occorre sussidiarietà orizzontale prima ancora di quella, pur
necessaria, verticale fra Istituzioni, regolata e non ancora ben regolata dalla legge.
L ONA dispone di esperienza, uomini e dossier tecnici e tecnico- legali di qualità
sperimentata e di qualità sperimentale.. Medici, giuristi, tecnici, ricercatori, operatori
di vari settori afferenti la sicurezza (safety).
I VV del F hanno ancora tutto quel che serve per impostare e contribuire a
ridisegnare un quadro di sicurezza operativo per loro stessi e per tutti coloro che si
trovano a soccorrere assieme a loro e a chi è da loro soccorso. Hanno esperienza e
intelligenza. Hanno capacità e immaginazione che ne deriva.
L Autorità politica dispone del potere di favorire la sussidiarietà secondo
Costituzione, incoraggiando le buone iniziative che vogliono passare dalla protesta
alla proposta. Ha i mezzi per assicurare il periodo transitorio che precede l efficacia
delle soluzioni che saranno proposte e adottate. Ha il dovere di coprire
previdenzialmente e amministrativamente ciò che è pregresso e che non può più
essere evitato.
Le altre figure della PA, che vivono gli stessi pericoli e rischi, possono contribuire,
ciascuno per la propria esperienza, a individuare soluzioni realistiche adottabili.
L Industria e la ricerca industriale, oggi qui non rappresentata, può e deve essere
coinvolta per superare ciò che appare insuperabile oggi.
Non è pensabile infatti, nel terzo millennio di Industria 4.0, che la sussidiarietà
orizzontale si trasformi in un blocco dell attività, per mancanza di idee industriali, in
un Paese che è secondo solo alla Germania per capacità tecnologica in Europa.
Occorre un tavolo , favorito dalle AA di Governo che riannodi la trama in più punti
ancora lacerata della tela della sicurezza degli operatori dell emergenza, che a forza
di chiamarli angeli , non vorremmo che raggiungessero il Paradiso anzitempo.
Abbiamo bisogno, qui sulla terra, di angeli, sani quanto coraggiosi, angeli
dell impegno, del coraggio e della fedeltà alle Istituzioni.
Proviamo e riproviamo, come suggeriva laicamente Galileo.
Le intelligenze ci sono. La volontà anche. La scienza civile abbonda.
Si può vincere questa battaglia contro l amianto.
Grazie per l attenzione.
Sorveglianza sanitaria
sui Vigili del Fuoco
PRESENTAZIONE
Dott. Daniele Caretta
Medico del lavoro - Verona
1
Sorveglianza sanitaria 
sui Vigili del Fuoco
Dott. Daniele Caretta
Medico del lavoro
Verona
Sorveglianza sanitaria sui
vigili del fuoco
Ostacoli:
1) storici
2) culturali2) culturali
3) normativi
2
Differenza tra capacità
lavorativa generica e specifica
Generica
• Nasce da un concetto di
Specifica
• E’ la capacità di un individuo• Nasce da un concetto di
capacità di riserva
indifferenziataindifferenziata e potenzialepotenziale,
intrinseca ad ogni individuo,
per sopperire ad una
sostanziale iniquità del
metodo risarcitoriorisarcitorio là ove
veniva risarcito il danno solo
nel caso del soggetto che
produceva un reddito e ove,
di i
• E’ la capacità di un individuo
a svolgere una specificaspecifica
attività lavorativaattività lavorativa, quella di
fatto esercitata, ovvero la
capacità di un individuo di
estrinsecare diverse attività
lavorative, ma tutte,
comunque, afferenti alla sua
sfera attitudinale,sfera attitudinale, in quanto
coerenti con l’età, il sesso, il
d di i t idi conseguenza, venivano
penalizzati coloro che nulla
potevano produrre (il minore,
la casalinga, il disoccupato, il
pensionato).
• Siamo nella sfera della tutela sociale
grado di istruzione e
l’esperienza lavorativa dello
stesso, ovvero di “capacità
lavorativa attitudinale”.
• Siamo nella sfera del diritto al lavoro  (sicuro)
Idoneità genericaIdoneità generica
(sfera della sicurezza sociale)
• Prescinde dalla mansione specifica
• Non è espressa dal medico competente
• Deve essere espressa da un ente pubblico
• Tutela dell’individuo in quanto cittadino
3
Scopo della sorveglianza sanitaria sorveglianza sanitaria è 
la tutela della tutela della salute salute del lavoratori 
(diritto al lavoro sano)
i di• Regista : medico competente 
• Strumento giuridico : giudizio idoneità (atto medico)
• Oggetto della tutela : salute del lavoratore 
• Attività considerata : mansione specifica
• Motivo : presenza di fattori di rischio specificip p
Premessa fondamentale :  valutazione rischi mansione
Rapporto tra sicurezza, salute e lavoro
• Nelle comuni attività lavorative,
nell’esercitare la propria capacitànell esercitare la propria capacità
lavorativa attitudinale specifica
(mansione) la sicurezza e la salute
possono rappresentare un possibile
limite nel poter estrinsecare il proprio
diritto al lavoro. Il rischio è percepito
b l l lcome un possibile pericolo per il proprio
diritto al lavoro in quanto minaccia della
propria integrità psico-fisica.
4
Vigile del fuoco, sicurezza e salute
• A differenza di quasi tutti gli altri lavori in cui• A differenza di quasi tutti gli altri lavori, in cui 
il pericolo è un evento da evitare, il vigile del 
fuoco (come altri corpi che garantiscono la 
scurezza sociale) trova il suo senso proprio 
nell’intervenire quando c’è un pericolo. 
• In mancanza di questa condizione il suo 
esistere non trova giustificazione. 
Percezione della minaccia per la propria salute
E’ molto diversa tra chi quotidianamente 
ff t il i l hi i l i laffronta il pericolo e chi invece lo vive solo 
nell’immaginario.
Se da un lato chi solo lo immagina lo può 
enfatizzare, è indubbio che chi si confronta 
regolarmente con il pericolo, lo tema di meno, g p , ,
acquistandone maggior confidenza.
5
Confidenza con l’evento pericoloso
• Il vigile del fuoco non si preoccupa tanto di 
it il i hi i tt t ( icome evitare il rischio ma piuttosto (possiamo 
dire: al contrario?) di come affrontare 
direttamente il pericolo.
• Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un 
determinato fattore avente il potenziale di p
causare danni  
• Per il VVFF il pericolo è una controparte
La cultura sulla sicurezza e salute sul lavoro affonda
le sue radici sulle sofferenze dei lavoratori e nelle
lotte sindacali
• Nasce nell’800 con al rivoluzione industriale
• Si prende atto che il lavoro svolto con il nuovo• Si prende atto che il lavoro svolto con il nuovo
sistema industriale ha un impatto imprevisto
sulla salute sociale: gli ospedali non riescono a fa
fronte alle esigenze sanitarie (infortuni) dove sono
sorte le aree industriali
• Si corre ai ripari imponendo all’imprenditore di
sostenere le spese di tali costi: nasce INAIL
• Solo successivamente (nel 900) si pone• Solo successivamente (nel 900) si pone
l’attenzione sulle malattie da lavoro (silicosi) e
dell’igiene del lavoro (lavoro minorile, orari di
lavoro, etc.).
6
Croce rossa
• Nasce per far fronte ai danni alla salute 
ti d i flitti diprovocati dai conflitti di guerra. 
• Anche qui i danni ci sono già. 
• Croce rossa si prefigge di correre ai ripari, di 
salvare il salvabile.
Cultura della prevenzione 
• Affonda tipicamente le radici nel mondo del 
lavoro (Ramazzini) pur essendo oggi applicatalavoro (Ramazzini) pur essendo oggi applicata 
a campi molto diversi :                                                  
…………«prevenire invece che curare» 
• In essa è implicito il limite della componente componente 
i tt ll d li ti t liti t liumanaumana rispetto a quella degli eventi naturali eventi naturali 
quale responsabile principale (valutazione 
errata del pericolo, pur per motivi diversi) 
7
Il vigile del fuoco: un lavoratore
atipico
• Il fuoco come altre calamità sono antiche quanto 
l’uomo. l uomo. 
• La difesa contro questi pericoli è un esigenza nata 
a tutela della collettività. 
• E’  voluta da chi detiene il potere sociale.                      
(se ne trovano tracce fin dall’antica Roma). 
• E’ pertanto un approccio che deriva dalla parte 
pubblicapubblica. 
• Utilizza forze che si ispirano a modelli 
organizzativi di tipo militare, anche quando 
utilizza risorse volontarie. 
Conseguenze
• Date le premesse di cui sopra non c’è da 
t i i h h li ll l i l ti istupirsi che anche a livello legislativo si 
riscontrino tutt’oggi una serie di incongruenze 
che non fanno altro che sottolineare la 
difficoltà nell’armonizzare il diritto al lavoro 
con le esigenze della sicurezza sociale senza 
discriminare alcune categorie di lavoratori.
• Gli esempi sono numerosi: due eclatanti
8
La normativa quadro sul lavoro notturno: DL 8.4.2003 n.66
• Art. 2 Campo di applicazione
• 1. Le disposizioni contenute nel presente decreto si applicano
a tutti i settori dia tutti i settori di attivitàattività pubblici e privatipubblici e privati con le unichea tutti i settori dia tutti i settori di attivitàattività pubblici e privatipubblici e privati con le uniche
eccezioni del lavoro della gente di mare di cui alla direttiva 1999/63/CE, del personale
di volo nella aviazione civile di cui alla direttiva 2000/79/CE e dei lavoratori mobili per
quanto attiene ai profili di cui alla direttiva 2002/15/CE.
• 2. Nei riguardi delle forze armate e di polizia, dei servizi di
protezione civile, ivi compresi quelli del Corpo nazionale deiCorpo nazionale dei
vigili del fuocovigili del fuoco, …. le disposizioni contenute nel presente
decreto non trovano applicazione in presenza di particolari
esigenze inerenti al servizio espletato nonché' degli altri
servizi espletati dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, così
come individuate con decreto del Ministro competente dicome individuate con decreto del Ministro competente, di
concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della
salute, dell'economia e delle finanze e per la funzione
pubblica, da adottare entro centoventi giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto.
Il testo unico sulla sicurezza negli ambienti di lavoro
DL 81/2008
• Articolo 3 - Campo di applicazione
• 1. Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settoria tutti i settorip g pp
di attività, privati e pubblicidi attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di
rischio.
• 2. Nei riguardi ….del Dipartimento dei Vigili del Fuoco…., le
disposizioni del presente decreto legislativo sono applicate
tenendo contotenendo conto delle effettive particolari esigenze connesse al
servizio espletato o alle peculiarità organizzative ivi comprese
quelle per la tutela della salute e sicurezza del personale nel
di i i d i i dcorso di operazioni ed attività condotte
9
La norma è poco chiara
• «tener conto di» non può essere interpretata come
una deroga, dopo che l’articolo precedente affermauna deroga, dopo che l articolo precedente afferma
che la norma si applica a tutti.
• Le disposizioni applicative entro 120 gg non sono
mai state emanate.
• Alla richiesta di chiarimenti alla Commissione
Interpello non ne è seguita una sufficiente
chiarezza interpretativachiarezza interpretativa.
Infatti all’interno del sistema sanitario del corpo dei VVFF
convivono 2 figure sanitarie:
1) Medico incaricato
2) Medico competente
Il i lt t è h l fi d l di t t è t tIl risultato è che la figura del medico competente è entrato con
difficoltà e fa fatica a decollare all’interno dell’istituzione.
Per conseguire il suo obbiettivo di tutela della salute, il medico
competente, ha come campo d’azione, le criticità dell’istituzione
stessa (rischio lavorativo e organizzativo in generale).
Laddove il medico incaricato, figura istituzionale storicamente
consolidata, non ha nessuna voce in capitolo, assolvendo altre
funzioni all’interno dell’organizzazionefunzioni all interno dell organizzazione.
Probabilmente la presenza del medico incaricato è stata il
maggior ostacolo per la definizione di una normativa chiara
all’interno dei corpi di sicurezza dello Stato.
10
Sorveglianza sanitaria VVFF 
(e addetti alla sicurezza sociale in generale)
Idoneità al servizio                             
(valuta stato generico salute)
Mi t t l il t di
Idoneità alla mansione         
(valuta stato salute in funzione del rischio)
Mi t t l l l t• Mira a tutelare il posto di
lavoro
• Privilegia generica capacità
prestazionale (criteri di
ammissione)
• Non idoneità = esclusione
dal servizio (grave minaccia
all’identità e personale)
• Mira a tutelare la salute
del lavoratore
• Privilegia l’analisi del
rischio salute per
specifica attività
• Non idoneità = esclusione
di alcuni compiti, con
possibilità di conservare• Se il criterio di valutazione
base è prestazionale, l’età è
sempre un rischio per
motivi fisiologici
possibilità di conservare
mansione
• L’efficienza esecutiva di
un compito può non
essere legato all’età
Alcune conseguenze
Idoneità al servizio
Protocolli generici
P t lli it i “F”
Idoneità alla mansione
Protocolli specifici
A i i i d i i• Protocolli sanitari “F” e
“G”PROT. N. 4845/04.01 UFFICIO SANITARIO 16/04/2013
• Scarsa specificità degli
accertamenti (es. ECG di
base scarsamente predittivo
in caso di elevato impegno
psico-fisico)
• Rischio di escludere dal
servizio lavoratori che escono
• Accertamenti sanitari decisi
caso per caso dal MC in base
al DVR
• Specificità della valutazione
(ECG da sforzo per gli addetti
al 118 per il rischio da elevato
stress psico-fisico)
servizio lavoratori che escono
dagli standard ottimali:
ampliati limiti di accettabilità
(vedi BMI : body mass index):
si sottovaluta un fattore di
rischio
• Gli stili di vita personali
possono non avere alcun peso
sulla capacità specifica
11
Non eletti gli RLS
(rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza)
• Un’altra atipicità che si può osservare, fatto 
l t i i iper lo meno strano in un organizzazione 
Statale, è che i lavoratori VVFF hanno 
rinunciato alla facoltà di farsi rappresentare 
dai propri RLS. Può essere un ulteriore 
testimonianza della trasversalità del tipo di  
cultura in materia di sicurezza e salute negli 
ambienti di lavoro.
Il DL 81/2008 oggi è di fatto inapplicato nei 
riguardo dei lavoratori del corpo dei VVFF
Mi riferisco al comando di Verona dove, pur: 
1) esistendo un incarico di medico competente
• 2) esistendo un DVR con indicazione dei rischi
• 3) effettuando il MC i sopralluoghi negli ambienti di lavoro
• 4) essendo indetta la riunione annuale ex‐art.35
Al medico competente viene impedita, anche tramite la rescissione del 
contratto in caso di resistenza e quindi in palese violazione della legge, 
la possibilità di sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria (salvo i 
videoterminalisti) per i rischi, apertamente, pur se genericamente 
riconosciuti da parte dello stesso Comando, quali :riconosciuti da parte dello stesso Comando, quali :  
• ‐ MMC (movimentazione manuale di carichi)
• ‐ chimico
• ‐ lavoro notturno
12
Eppure il
Decreto Ministeriale 14 giugno 1999, n. 450
Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze connesse al servizio espletato nelle 
strutture della Polizia di Stato, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e………
Riconosce  con chiarezza il ruolo del Medico competente
• Art. 2. ‐ Funzioni di medico competente
• 1. Nell'ambito delle attività e dei luoghi di cui all'articolo 1, comma 1, e comunque nelle aree 
individuate a norma dell'articolo 23, comma 4, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 
626, e successive modificazioni e integrazioni, le funzioni di medico competente sono svolte 
dai medici del ruolo professionale dei sanitari della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei 
vigili del fuoco in possesso dei requisiti richiesti dai decreti legislativi 15 agosto 1991, n. 277, 
e 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni e integrazioni, che possono avvalersi 
dei medici della medesima Amministrazione o Corpo che abbiano svolto per almeno quattro 
anni attività di medico nel settore del lavoro nell'ambito del Ministero dell'interno, designati 
a livello centrale e provinciale.
• 2. Quando per lo svolgimento di specifici accertamenti medico‐clinici relativi all'attività di 
sorveglianza sia richiesta una specializzazione di cui il personale indicato al comma 1 non sia 
in possesso, gli accertamenti stessi sono svolti, mediante convenzione, da medici aventi la 
specializzazione richiesta.
Ma il VVFF ha veramente dei rischi legati alla sua
mansione ?
• Gli studi in letteratura che evidenziano rischi 
l l t d i ff i l ti iper la salute dei vvff sono numerosi e relativi a 
più fattori di rischio. Tra l’altro il rischio 
chimico, ergonomico, cancerogeno, da stress 
lavoro correlato.
13
Evidenza della presenza dei rischi
• MMC
• Chimico
• Cause di servizio, DVR
• Dati di letteratura• Chimico
• Lavoro notturno
• Stress lavoro correlato
• Cancerogeno
O i i d i t lli
• Dati di letteratura
• Cause di servizio, orari
• Cause di servizio, DVR
• Dati di letteratura
P di i i d• Omissione dei controlli 
sostanze psicotrope 
previsti dalla conferenza 
Stato‐Regioni
• Presenza di mansioni ad 
elevato rischio di 
infortuni
In realtà il DVR non offre molte informazioni utili al
MC per programmare una sorveglianza sanitaria
• Tuttavia basta fare riferimento a quanto emerso nel recente
sopralluogo del MC presso una sede qualsiasi del Comando
Provinciale di Verona per far emergere che, in un autobotte, lep g , ,
attrezzature da lavoro utilizzate dagli addetti:
• Sono carichi che oscillano dai 4/6 kg ai 22/25 Kg ma che
possono raggiungere i 35 kg.
• sono movimentati dai VVFF sia in esercitazione giornaliera e/o
settimanale che in opera
• sono posizionati ad altezze incongrue (>160 cm o <50 cm da
terra)
• sono richieste torsioni e proiezioni del busto in avanti con leve
svantaggiosesvantaggiose
• Le dislocazioni verticali sono del tutto che indifferenti
A ciò va aggiunto che la divisa operativa del VVFF pesa 8,5 kg
e, qualora munita di autorespiratore, oltre 20 kg.!!
14
I rilievi raccolti evidenziano che:
Con il metodo NIOSH, da tutti riconosciuto come metodo di riferimento per la
valutazione del rischio ergonomico, gli indici di rischio per la colonna vertebrale,
sono spesso elevati (al di sopra di 3)
INDICE DI
SOLLEVAMENTO LIVELLO DI RISCHIO
<0,85
Livello Normale.
La situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento.
0,85 - 1,00
Livello di Attenzione.
Attivare la sorveglianza sanitaria. Effettuare controlli periodici e attivare la
formazione e informazione del personale.formazione e informazione del personale.
1,00 - 3,00
Livello di Rischio!
Attivare interventi di prevenzione. Attivare la sorveglianza sanitaria. Attivare
la formazione e l'informazione del personale.
> 3,00
Livello di Rischio Elevato!
Attivare interventi di prevenzione. Attivare la sorveglianza sanitaria. Attivare
la formazione e l'informazione del personale. Necessità intervento immediato.
criteri chiamati in causa a giustificazione del
mancato controllo sanitario e della negazione de
rischio specifico
• Formazione• Formazione
• Uso dei DPI
• Uso di procedure
Essendo tutti legati al comportamento del
lavoratore sono per loro natura stessa
i d ti ti il t ll t t l d linadeguati a garantire il controllo totale del
rischio.
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  • 1. OSSERVATORIO NAZIONALE SULL AMIANTO ONA Onlus Angeli del soccorso senza tutela Vigili del Fuoco a rischio esposizione Ottobre Dicembre 2016
  • 2. A cura di Michele Rucco, Segretario Generale dell Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus ©Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-99182-21-2 Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Via Crescenzio, 2 00193 Roma http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email osservatorioamianto@gmail.com Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell Editore.
  • 3. Angeli del soccorso senza tutela Vigili del Fuoco a rischio esposizione Ottobre - Dicembre 2016 Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali Prima edizione: 31 maggio 2017 ISBN 978-88-99182-21-2
  • 4. Nota del Curatore: Con il Convegno Terremoto e rischio amianto , tenutosi nella Sala Consiliare del Comune di Rieti il giorno 8 ottobre 2016, l ONA ha voluto portare all attenzione delle popolazioni e delle istituzioni interessate il rischio amianto insito nelle conseguenze del terremoto che nel mese di agosto 2016 ha distrutto la città di Amatrice. In quell occasione è emersa in tutta la sua drammaticità la condizione dei Vigili del Fuoco, continuamente esposti a agenti tossici e nocivi; quindi, di concerto con l Organizzazione Sindacale USB, l ONA ha organizzato il Convegno Angeli del soccorso senza tutela. Vigili del Fuoco a rischio esposizione , tenutosi presso l Istituto Superiore Antincendi in Roma il 6 dicembre 2016. La presente pubblicazione raccoglie gli Atti dei due Convegni integrati, nelle rispettive Appendici, con documenti che contribuiscono ad arricchire l analisi delle tematiche affrontate: il primo con l intervenuta sentenza della Corte Costituzionale 275/2016 in merito al cosiddetto vincolo di bilancio ; il secondo con la documentazione del workshop Interventi di soccorso in presenza di materiale contenente amianto , tenutosi presso l Istituto Superiore Antincendi, e con la documentazione del caso di un Vigile del Fuoco deceduto per causa di servizio. Le relazioni riportate sono la trascrizione degli interventi svolti durante i convegni per cui hanno l andamento tipico della esposizione in presenza e contengono espressioni colloquiali che richiedono al lettore uno sforzo interpretativo e che incorporano il rischio di essere intese in senso lievemente improprio.
  • 5. Convegno Angeli del soccorso senza tutela. Vigili del Fuoco a rischio esposizione Istituto Superiore Antincendi Roma, 6 dicembre 2016
  • 6.
  • 7. Indice 1 Convegno: Angeli del soccorso senza tutela. Vigili del fuoco a rischio esposizione , Istituto Superiore Anticendi, Roma, 6 dicembre 2016: Relazioni ed Interventi: Avv. Ezio Bonanni, Angeli del soccorso senza tutela Dott. Costantino Saporito, Il lavoro dei Vigili del Fuoco e le previsioni del Decreto Legislativo 81/2008 Dott. Gabriele Miele, Misure di igiene, protezione individuale e vaccinale per il personale del Corpo dei Vigili del Fuoco Arch. Giampiero Cardillo, La sussidiarietà mezzo necessario e indispensabile per migliorare la sicurezza degli operatori nelle emergenze. Dott. Daniele Caretta, Sorveglianza sanitaria sui Vigili del Fuoco. Dott.ssa Sabrina Melpignano, Il disturbo post traumatico da stress Dott.ssa Carla Zorzetti, La mia odissea Dott. Carmine Luigi Roma, Mesotelioma pleurico. Come muoversi, quali esami fare, perché. Dott. Daniele Sbardella, I presidi a tutela della salute degli appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco. 2 Appendice: 1. Tavole riepilogative dell intervento del Corpo Vigili del Fuoco nel cratere del terremoto che ha colpito l Italia Centrale, aggiornate alla data del 4 dicembre 2016; 2. Comunicato congiunto ONA USB del 1° dicembre 2016 di presentazione del Convegno; 3. Comunicato congiunto ONA USB del 6 dicembre 2016 a conclusione del Convegno; 4. Rischio amianto Campagna epidemiologica, Comunicazione del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
  • 8. 5. Interventi di soccorso in presenza di materiale contenente amianto, Presentazione dell ing. Sergio Inzerillo al Workshop tenutosi il 4 giugno 2013 presso l Istituto Superiore Antincendi; 6. Le Torri Gemelle uccidono ancora, Il Tempo, 29 gennaio 2017; 7. Decreto di riconoscimento della causa di servizio per il Vigile del Fuoco Esposito Bruno deceduto il 21.12.2004; 8. Richiesta di accesso agli atti aventi ad oggetto i dati epidemiologici relativi ai casi di patologie fibrotiche e neoplastiche asbesto correlate tra gli appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco in attività e in quiescenza, presentata dall Osservatorio Nazionale sull Amianto in data 09.01.2017. 3 Rassegna Stampa 4 Convegno Terremoto e Rischio Amianto , Sala Consiliare del Comune di Rieti, 8 ottobre 2016
  • 10. SCALETTA INTERVENTI: Ing. Emilio Occhiuzzi, direttore generale formazione VdF Saluto Avv. Ezio Bonanni Introduzione Dott. Costantino Saporito (USB) Relazione Dott. Gabriele Mele (USB) Relazione Avv. Ezio Bonanni Relazione Arch. Giampiero Cardillo Relazione Dott. Caretta, medico del lavoro Presentazione Dott.ssa Sabrina Melpignano, psicologa Relazione Sig.ra Carla Zorzetti Relazione Sig.ra Cristina Cortese (USB) Intervento Dott. Carmine Luigi Roma Relazione Avv. Ezio Bonanni Intervento Dott. Daniele Sbardella, Ufficio Sanitario Vdf Relazione Dott. Carmine Luigi Roma Replica Dott. Costantino Saporito Replica Avv. Ezio Bonanni Replica
  • 11. Introduzione Avv. Ezio Bonanni Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Via Crescenzio, 2 00193 Roma Tel. +39 0773 663593 e-mail: osservatorioamianto@gmail.com Ringrazio il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non soltanto per averci concesso questo spazio e questa attenzione ma soprattutto per il ruolo meritorio che tutti coloro che vi appartengono svolgono ai fini della tutela dei diritti e dei valori costituzionali, primi fra tutti la salute e la pubblica incolumità. Questo convegno ci ha permesso e ci permetterà di approfondire questi temi, che credo siano stati trattati poche volte e non sufficientemente, proprio in relazione ai rischi cui vanno incontro i Vigili del Fuoco. Prendiamo atto, come Osservatorio Nazionale sull Amianto, che proprio l Ingegnere Giomi appena prima di questo convegno ha dettato delle norme specifiche in tema di tutela della salute degli appartenenti al Corpo rispetto al rischio amianto, sul quale poi tornerò nel corso della relazione tecnica, e spero che l Ingegnere Occhiuzzi possa rimanere perché mi permetterò di dare delle indicazioni, ritenendo queste norme appena emanate del tutto insufficienti e, per certi versi, inappropriate. Questo lo dico dal punto di vista tecnico, alla luce anche della mia esperienza, senza volere per ciò stesso sottovalutare la meritoria iniziativa che ha assunto il vostro Corpo con questa campagna di verifica epidemiologica. Ciò detto, naturalmente e brevissimamente, l ONA è un associazione Onlus che è nata nel 2008, inizialmente per accogliere il grido di dolore delle vittime, dei lavoratori e dei cittadini esposti all amianto e ad altri cancerogen, e dei loro familiari, e successivamente questo grido di dolore si è trasformato in un azione propositiva di collaborazione con le pubbliche istituzioni a tutti i
  • 12. livelli per perseguire la nostra finalità che è quella di tutela della salute e della incolumità dei cittadini e anche dei cittadini lavoratori e anche dei familiari rispetto ai diversi rischi che affrontano un po tutti i lavoratori e i Vigili del Fuoco in modo particolare. Questa coorte di lavoratori, quella cioè degli appartenenti ai Vigili del Fuoco, è, è stata, e sarà particolarmente esposta ad amianto oltre che a diversi cancerogeni e agenti patogeni in generale, per cui ritengo che l iniziativa assunta dall Ingegner Giomi il 30 Novembre, quella di emanare questa circolare direttiva di campagna epidemiologica sia un azione meritevole; ritengo anche che il Convegno odierno, attraverso l apporto di tutta l associazione, dei nostri vari dipartimenti, anche da parte dell Architetto Cardillo e di altri, di oncologi, di tecnici in generale, di giuristi, ecc., possa portare ad ulteriori iniziative proficue e feconde di risultati positivi per la tutela della salute degli appartenenti a questo Corpo. Ma anche per far venir meno dei profili di discriminazione in danno di questa categoria così martoriata dall amianto, molto di più dei dati grezzi che ci può dare il registro dei mesoteliomi, tenendo presente che il mesotelioma è solo una patologia sentinella , cioè una nicchia, rispetto al gran numero di patologie asbesto correlate in generale e a patologie lavorative che si legano anche al sinergismo tra diversi cancerogeni e agenti patogeni. Con riferimento all amianto, intanto, in via generale, ritengo che debba venir meno quella norma discriminatoria dettata a metà anni 60, parlo dell articolo 1 comma III numero 22 che esclude dall assicurazione per gli infortuni sul lavoro, quindi dall INAIL, le tutele per gli appartenenti a questo Corpo; non si comprendono le ragioni per le quali, a fronte di una estensione di questa tutela a tutti i lavoratori, anche quelli del settore pubblico, per i Vigili del Fuoco, invece, questa tutela venga espressamente non accordata; tenendo presente che nella formulazione di questa norma, tra l altro impugnata per incostituzionalità dal Tribunale di Bologna, si evidenzia come in questa siano tutelati dall assicurazione INAIL coloro che svolgono le stesse mansioni dei Vigili del Fuoco, tranne gli appartenenti ai Vigili del Fuoco. Questa forma di discriminazione, veramente, non ha alcuna base giuridica, logica e quant altro, in un contesto nel quale, tra l altro, anche riferito per esempio ai benefici amianto, abbiamo un riconoscimento inferiore, in molti casi l 1,25 rispetto all 1,5 ai fine del prepensionamento, laddove per i non iscritti
  • 13. INAIL si applicano le norme del 2003 piuttosto che quelle del 1992, e quelle del 2003 hanno un coefficiente più basso, 1,25. È vero che la discriminazione è caduta in relazione alla sentenza numero 127 del 2002 della Corte Costituzionale riferita al caso dei ferrovieri, che quindi può applicarsi anche ai Vigili del Fuoco, ma è altrettanto vero che in molti casi, in più occasioni, si applica l 1,25 proprio alla luce di questo cavillo. Addirittura in alcuni casi di patologie asbesto correlate di appartenenti al corpo dei Vigili del Fuoco, relativamente all articolo 13 comma 7 della Legge 257 del 1992, cioè quello che prevede i benefici amianto per coloro che si sono ammalati, l INPS, già INPDAP, nega la rivalutazione per i Vigili del Fuoco che hanno contratto patologie asbesto correlate, anche riconosciute come causa di servizio, sostenendo che nella norma dell articolo 13 comma 7 si fa riferimento a coloro che sono assicurati INAIL. Infatti, la norma dice: Tutti coloro che sono assicurati INAIL che hanno contratto patologia asbesto correlata, hanno diritto al rilascio della certificazione e questa certificazione serve per l accredito dei benefici contributivi . Siccome gli appartenenti ai Vigili del fuoco ecc..., c è questa discriminazione. Abbiamo fatto alcune cause pilota e alcuni giudici escludono questa rivalutazione dicendo che se uno non è assicurato INAIL gli si può dare l esposizione ad amianto con il comma 8, cioè se non ha la patologia, perché per il caso di assenza di patologia la Corte Costituzionale si è già pronunciata dichiarando l illegittimità di questa interpretazione della norma; per quanto riguarda invece i Vigili del Fuoco ammalati di patologie asbesto correlate c è proprio questa formulazione della norma che li taglia fuori, o comunque rischia di tagliarli fuori, rendendo più difficoltosa la tutela dei loro diritti. È vero che, in ogni caso, gli appartenenti a questo Corpo hanno comunque la tutela come vittime del dovere, che poi deve essere parificata ai fini dei benefici previdenziali alle vittime del terrorismo, nel senso che debbono avere i maggior benefici riservati alle vittime del terrorismo, ma è altrettanto vero che è molto difficile: c è qui il caso del marito della Signora Zorzetti, emblematico, un Vigile del Fuoco, che addirittura ha avuto riconosciuta la causa di servizio ma disconosciuto il riconoscimento di vittima del dovere e quindi un caso, veramente, di schizofrenia dell apparato amministrativo di accertamento e poi di riconoscimento dei diritti previdenziali.
  • 14. Questi sono alcuni temi che lancio sul tappeto, come introduzione alla nostra discussione, con onestà intellettuale, ritenendo che non ci dobbiamo nascondere sul fatto che lo Stato non tutela chi ci tutela. In questo caso non tutela adeguatamente, non sufficientemente, gli appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco. Come Osservatorio proseguiremo la nostra campagna che prima di tutto non è giudiziaria; noi abbiamo optato per una ricerca di un interlocuzione sia con il Corpo stesso sia con gli apparati statali ...ci dispiace che non sia presente il Sottosegretario con delega specifica, ci rendiamo conto che c è un momento di crisi, ma comunque noi proseguiremo l interlocuzione sia con le autorità governative, sia con tutte le forze sindacali. Ringrazio la USB con la quale stiamo facendo questo percorso comune e che un attività molto meritoria, molto capace, precisa, e quindi noi ci onoriamo di poter fare questo tratto di strada importante insieme a questo sindacato che svolge un attività veramente efficace con onestà intellettuale e con capacità. Ci auguriamo che queste criticità, che ho sinteticamente illustrato e su cui ritornerò nel corso della mia relazione, permetteranno a lei Ingegnere, ma anche al Corpo stesso, di rappresentare anche presso l autorità politica la necessità di far venir meno questi aspetti di discriminazione oltre che profili di rischio ambientale e lavorativo di appartenenti al Corpo, tutelare quindi la prevenzione primaria, la ricerca scientifica proprio per evitare e curare meglio le patologie, diagnosticarle al meglio prima possibile e poi, naturalmente, di indennizzare le vittime e i familiari delle vittime nel modo migliore, evitando le azioni giudiziarie. Anticipo che proporremmo un fondo vittime dei Vigili del Fuoco, cioè lo Stato deve costituire un fondo in modo tale che il Vigile del Fuoco malato, invece di dover agire con una causa civile, penale o quant altro a carico del Ministero o dello Stato, possa avere un fondo ed essere risarcito direttamente, evitando la lunghezza della causa. Quindi faremo dei progetti articolati, alcuni li annunceremo già questa sera e successivamente, spero sempre in accordo con il sindacato USB, noi proporremmo la istituzionalizzazione di un fondo vittime per i Vigili del Fuoco per evitare che debbano agire con cause civili o penali, quindi azzerare in prospettiva il contenzioso e permettere un dialogo. Questa è la nostra strategia di azione, in linea di massima. Mi scuso per essermi dilungato, ritornerò con più precisione sugli aspetti tecnici nel mio intervento.
  • 15. Il lavoro dei Vigili del Fuoco e le previsioni del D.Lgs. 81/2008 Costantino Saporito Coordinamento Nazionale USB Vigili del fuoco Ringrazio, come organizzazione sindacale, il Presidente dell ONA e anche l Amministrazione che oggettivamente ha colto immediatamente l opportunità di una apertura di un dialogo che necessita all interno dei Vigili del Fuoco, che è strettamente importante: quello del guardare la complessità del lavoro del vigile del fuoco. L amianto è uno degli aspetti più eclatanti in un momento di drammaticità, come può essere il terremoto, perché comunque fa e da, lancia un messaggio particolarissimo al territorio. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è composto da lavoratori atipici, particolari, dove il loro luogo di lavoro non è luogo abituale, quindi un luogo che potrebbe essere una fabbrica o un ufficio, ma è una zona di intervento. Infatti, Amatrice, come tutte le zone colpite dal terremoto, sono il luogo naturale di lavoro dei vigili del fuoco. E il paradosso di questi lavoratori è che loro avranno la completezza del loro luogo di lavoro e la conoscenza totale esattamente durante il corso del loro lavoro, e, nel caso ad esempio di un semplice incendio di appartamento, lo avranno quando l incendio sarà terminato. Che cosa c è tra un incendio di appartamento e un terremoto, come quello di Amatrice? In tutti e due i casi potrebbe esserci l amianto. Perché l amianto, lo sappiamo, l abbiamo letto ovunque, è presente non soltanto all interno delle famose coperture del tetto o delle canne fumarie o dei tubi, ma è presente anche
  • 16. all interno delle maioliche, può essere presente all interno della mistura di tantissime fibre di cemento che vengono utilizzate. L amianto come tante altre sostanze cancerogene. E queste possono liberarsi nel momento di un incendio di appartamento, quindi nella normale routine del Corpo dei Vigili del Fuoco e, naturalmente, risultare molto, ma molto, più presenti quando si parla di un terremoto. Un terremoto perché comunque l azione di un terremoto stesso è un azione estremamente sconvolgente e che quindi non ci da la possibilità, inizialmente, anche di una protezione. Una protezione che è impossibile, che quando nelle prime 48 ore un vigile del fuoco interviene, questo lo diciamo sia come organizzazione sindacale ma anche come lavoratori stessi del Corpo, è estremamente difficile applicare un protocollo...si scava con le dita! Quindi si respira tutto, perché la finalità è quella di salvare le persone. Subito dopo però, dobbiamo mettere in campo anche un azione di tipo preventiva per i lavoratori. Cosa che avviene in maniera molto strana all interno del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Quindi noi, con questo convegno e con queste diverse azioni che abbiamo fatto nel territorio come organizzazione sindacale, tendiamo a divulgare cosa è il lavoro dei vigili del fuoco, quale attenzione dovrebbe riconoscere. Che non deve essere legata solo ed esclusivamente ad una maggiore puntualità nel capire che tipo di lavoro è quello dei vigili del fuoco, ma anche nell azione da parte di una Amministrazione che, riconosciamo, ha iniziato un processo che fino ad oggi non aveva mai messo in piedi una cosa del genere, non era mai stata fatta; quindi riconosciamo nell azione dell Osservatorio anche quello stimolo corretto...era necessario il vostro arrivo in scena! Perché molte volte noi come organizzazione sindacale abbiamo puntualizzato questi aspetti e forse il vostro appunto ci ha dato la possibilità di poterlo sviluppare qui, all interno dell ISA. Condivido che questo è il centro della formazione. Forse, questa volta, stiamo facendo formazione e informazione. Stiamo informando di che cos è il nostro lavoro. Anche perché è un lavoro strano, atipico, molto particolare, fatto di lunghe attese, di stress, di condizioni lavorative difficili da poter far entrare nei ranges naturali. E poi, paradossalmente, viviamo quella condizione di totale estraneità dagli istituti nazionali come quelli dell INAIL.
  • 17. Ma al nostro interno viviamo, ad esempio, di una compagine medica (il Dott. Sbardella farà poi il suo appunto) che comunque nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, malgrado debba essere estremamente importante, rilevante, la presenza di medici, psicologi e quant altro, in realtà non riesce a curare quell aspetto, non riesce a farlo nella sua completezza. Siamo legati al budget, siamo legati al risparmio, siamo al vabbè , comunque , in effetti , i vigili del fuoco ce la fanno . Non è così! Quindi la giornata di oggi, per noi come organizzazione sindacale, deve essere un motivo di apertura di un ragionamento che deve comunque continuare, proseguire. Perché, guardate, noi più che come organizzazione sindacale, (perché noi abbiamo lanciato lo stimolo e vorremmo veramente che gli interventi facessero questo convegno, creassero tutto il convegno stesso), su una cosa dovremmo comunque riflettere, su una base di tipo lavorativa; il vigile del fuoco, quando compie le sue azione anche durante il terremoto, ha uno stress lavorativo enorme! E nessuno si è mai curato di questo aspetto, sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista medico. Lasciamo tutto un po al caso. Quando succede. E poi ci ritroviamo un vigile del fuoco in pensione che sta male. Ma non è stato male perché è andato in pensione ed ha toccato l amianto ora. Forse dovremmo guardare a ritroso. Il problema è per un vigile del fuoco riuscire a capire quando è quel momento vero, in cui lui ha contratto quella patologia. Quello è il problema reale. Perché, vedete, (io conosco Carla Zorzetti) nel dramma di tutto, comunque, quella condizione è una condizione chiara. L ha avuta, bene! Perfetto! Quasi è grottesco dover dire una cosa del genere, ma è quasi una fortuna! L ha avuta . Ma moltissimi vigili del fuoco quando sono in coscienza, poi muoiono...guardiamo i dati di mortalità dopo il pensionamento! E ci accorgiamo che 8 anni di media, è sconvolgente! È sconvolgente! Allora la domanda dovrebbe essere: cosa è successo nella nostra vita lavorativa? In tutta la nostra vita lavorativa? Perché la maggior parte di noi è a contatto con qualunque cosa e non ha idea di quando è stato quell agente, o quella condizione, o quella situazione. Questo non vuol dire che il vigile del fuoco agisce in maniera non professionale.
  • 18. Il problema è che agisce all interno di interventi che perlopiù sono non convenzionali, quindi non facilmente racchiudibili con la maggiore protezione. Provate ad immaginare a stare all interno del terremoto, quindi camminare all interno delle aree colpite, ad esempio, con un autoprotettore. Quindi, quanto dovrei averli? Di quanti vigili del fuoco avrei bisogno per fare un ora, un ora e mezza di lavoro, in super fatica? Provate ad immaginare. Questo non vuol dire che dobbiamo mandarli a morire ma è pur vero che dobbiamo attenzionarci moltissimo sulla loro salute, sui loro controlli, su tutto l interesse di quel lavoratore. E quindi noi, come organizzazione sindacale, siamo estremamente convinti che la giornata di oggi sia un vero inizio, sia un opportunità che non possiamo perdere, perché abbiamo necessità, come lavoratori, di farci riconoscere la nostra atipicità. Noi siamo atipici e particolarmente e altamente usuranti. Ma non riusciremmo a dimostrare questo, se prima non attenzioniamo a tutti il fatto che comunque siamo una categoria a rischio, anche nei ranges, anche quelli naturali. Provate a guardare, quando si parla di lavoratori usuranti, tutta la grande lista di parametri! I vigili del fuoco non ne perdono neanche uno! Non ne perdono uno! E quindi concludo, perché come organizzazione sindacale riteniamo che sia molto più importante il contributo degli altri per cercare di crescere veramente tutti da questo convegno, e che questo convegno possa essere il primo di una lunghissima serie, riteniamo che lo spirito è corretto e giusto e dobbiamo proseguire. Ringrazio veramente tutti. Grazie.
  • 19. Misure di igiene, protezione individuale e vaccinale per il personale del Corpo dei Vigili del Fuoco Gabriele Miele Coordinamento Nazionale USB Vigili del fuoco Osservatorio Bilaterale Salute e Sicurezza, Ambienti di Lavoro Anch io mi unisco al coro di ringraziamento e saluti così come chi mi ha preceduto. Il mio più che un intervento, voleva essere una contributo alla discussione. Sì, è vero che abbiamo insieme scelto di fare questo percorso condiviso insieme all ONA, però è anche vero che probabilmente si parte da qui - dall esposizione della nostra categoria all amianto- ma non c è solo l amianto, ci sono tutta una serie di patogeni e agenti nocivi con il quale il Vigile del Fuoco entra in contatto nel corso della sua carriera lavorativa e quindi è giusto che questa esposizione venga effettuata in un contesto dove c è una prevenzione a valle per poi dopo arrivare ad un riconoscimento del lavoro usurante e anche ad una tutela assicurativa che non può prescindere, come abbiamo già più volte detto e come stiamo portando avanti come osservatorio bilaterale, sul riconoscimento dell assicurazione INAIL. Ci sembra sconvolgente che un attività lavorativa così importante con 36.000 lavoratori rimanga esclusa da un importante istituto assicurativo. Quindi nel momento in cui c è la difficoltà o si è di fronte alla malattia professionale o un infortunio, si deve ricorrere ad anticipare spese attraverso un assicurazione che poi arriverà solo successivamente. Sono istituti che tutelano solo scarsamente i lavoratori. Volevo iniziare questo contributo lanciando una lancia a favore dell amministrazione anche perché la contestualizzazione caratterizza anche la
  • 20. scelta. Quindi l organizzazione sindacale è conflittuale come nel nostro caso, ma poi deve dare anche un contributo. quindi deve scendere dalla protesta e fare una proposta. quindi è importante, visto che c è stata un apertura a seguito delle nostre segnalazioni e denunce sull amianto, è giusto che si condividano alcuni aspetti. Ho ripreso un documento del 2012 che la dice lunga su come l amministrazione ha lavorato bene. Questa fattispecie parla della campagna vaccinale. E un documento che, a nostro modo di intendere, è stato affrontato in maniera esaustiva, completa. Ci sono 55 pagine, quindi evidentemente c è stato un momento in cui la nostra amministrazione era attenta alla campagna vaccinale e si è mossa in maniera opportuna. Purtroppo questo modus operandi non lo abbiamo riscontrato in altre situazioni: questa è una liberatoria che veniva fatta firmare fino a qualche tempo fa agli Allievi perché, in barba a tutto quello che c è scritto all interno nel d.lgs 81/2008, che è sicuramente una conquista per i lavoratori, ed è quello con cui entrano in vigore le statiche che abbiamo affrontato grazie all aiuto della Dott.ssa Ricci lì all Osservatorio, guarda caso c è un trend di diminuzione proprio dal 2008. Quindi non è un caso insomma che sono intervenute quelle politiche lì che hanno dato un contributo affinché quegli infortuni siano discendenti, però nella fattispecie qui si chiedeva ai lavoratori - oggi non è più così per fortuna, però non stiamo parlando di tantissimo tempo fa - una liberatoria per fare la salita della scala aerea (quindi fino a 30 metri) senza dispositivo anticaduta/ antitrattenuta. Questa qua era una struttura, anche perché il nostro è un corpo che fa prevenzioni: ha compiti sia istituzionali-educativi, ma anche di prevenzione che facciamo fuori agli altri. Quando accadono queste cose c è qualcosa che non ha funzionato. Oggi però non avviene più e quindi ci auguriamo che si possano portare avanti queste politiche da qui in avanti in maniera sempre più stretta. Ecco anche qui un altro aspetto: questo è in riferimento ad una nostra nota che abbiamo fatto in seguito al concorso al 314, qui si obbligavano gli Allievi a prendere le patenti in virtù del fatto che loro si era avvalsi dei 5 punti (i famosi 5 punti in più in fase di bando). Questa era una cosa che non era prevista al bando e che comporta un obbligatorietà che in realtà espone i lavoratori ad un
  • 21. rischio: quello di evitare un camion che porta a bordo 5 padri di famiglia in un contesto nel quale magari l allievo lo ha preso finalizzato al concorso stesso, quindi quelle patenti avevano quel significato lì senza avere dietro una vera e propria finalità per il loro mestiere. Questo è un aspetto che poi porta ad aumentare quel rischio di contrarre incidenti. Noi lo abbiamo focalizzato perché non è stato ancora risolto, però ci auguriamo che con il proseguo dei concorsi a venire questa cosa non accada più. Un altro aspetto importante è questo qui delle visite periodiche ai sensi dell 81. Questo appunto è un estratto dell art. 41 che avvengono di norma, come è scritto appunto nella legge, con cadenza annuale, mentre in questo caso, cioè nella nostra fattispecie, avvengono con cadenza ogni 30 mesi. Immaginate la professione del Vigile del Fuoco con l esposizione e i rischi, dovrebbe avere una periodicità molto più ristretta e invece viene dilazionata in 30 mesi. Queste sono due tabelle estratte dal rapporto Renam (Registro Nazionale dei mesoteliomi) del 2015 che mette in evidenzia i casi di mesotelioma dei vigili del fuoco quindi in virtù della sua latenza, questa latenza che può arrivare fino a 40 anni dal momento in cui c è stata la sua esposizione, c è un trend in crescita in realtà. Quindi se abbiamo visto che infortuni e malattie professionali - più gli infortuni visto che non c è una vera e proprio malattia professionale correlata alla professione - sono in diminuzione, al contrario invece c è un trend inverso di crescita di casi accertati di mesotelioma. Questo in virtù del periodo di latenza e in del fatto che c è un età media del corpo molto elevata, quindi in realtà non abbiamo ancora visto il picco massimo. Ci sarà purtroppo un incremento di questi numeri. Dietro c è anche tutto un aspetto legato alla statistica, cioè nella difficoltà legata all accesso al dato, alla correlazione, come abbiamo già detto anticipatamente, non c è in realtà nessun controllo e visita dei Vigili del Fuoco andati in pensione, quindi non sappiamo esattamente di cosa muoiono dopo che sono andati in congedo. Nella slide successiva, appunto, questi dati qui fecero molto clamore tanto è vero che proprio in questa sede qua 3 anni fa neanche si fece un workshop nella quale l amministrazione contestò questi dati qui, riducendo questo numero di 58 casi a 25. Anche questo voler diminuire il numero dei casi come se il problema fosse meno importante, non va nella direzione auspicata. In realtà per poter risolvere questi problemi, bisogna portarli alla luce del sole.
  • 22. Ultimamente il Dott. Fortezza ha fatto, rispondendo ad un interrogazione parlamentare, ha parlato proprio del fatto che i Vigili del Fuoco sono considerati categoria esposta all amianto. Quindi è vero che ci sono periodi in cui c è un esposizione seppur breve (non è che lavoriamo all interno delle miniere oppure in contesti dove è continuamente presente l amianto), però non si può dire che anche queste esposizione più o meno brevi e ripetute non creino nel tempo un certo tipo di rischio. Questa è una cosa che ho sentito anche all Osservatorio: si è vero che siete esposti ad inquinante, ai cancerogeni, agli agenti chimici o biologici e alla polveri però sempre per brevi periodi e questo fatto che siamo esposti a tutto per breve periodo non significa che non può essere niente. Quindi speriamo che anche in questo caso possiamo in qualche modo dare una svolta e poter insieme affrontare in maniera serena, anche con il supporto scientifico che richiede un argomento così come questo dell amianto. Vedi quando lavorano, mangiano anche e poi succede che se abbassiamo la guardia, come in questo caso a Milano un importante caso di intossicazione che ha portato addirittura al ricovero di 33 colleghi e si abbassa talmente la guardia, che poi accade questo, quello che non deve accadere. Questa risale a qualche giorno fa ed è legata appunto alla vetustà dei nostri mezzi e quindi il Comando di Modena, il distaccamento di Carpi è stato chiamato per risponde all incendio di un autovettura. Mentre erano intenti per raggiungere il luogo dell evento, in fase di vestizione, una portiera difettosa si è aperta e uno degli occupanti è volato via dal camion, con delle conseguenze che potevano essere ben più gravi se fosse sopraggiunto un altro veicolo. Questo perché la slide dopo lo dice bene l età media dei nostri mezzi è troppo alta e queste sono slide che fornisce la nostra amministrazione. Quindi (le sigle stanno per auto serbatoio, autobotte, autoscala etc.) l età massima che l amministrazione ritiene accettabile per quella tipologia dei veicoli (quelle indicate in rosso dove ho messo la freccia) al 1.06.2015 sono presenti quella numerosità per quella categoria di veicoli e poi abbiamo che, nonostante che quei numeri siano elevati, perché nessuno di noi ha una macchina 20-25 anni quindi se per una famiglia diventa inaccettabile, per un mezzo di soccorso diventa accettabile quest età media che addirittura viene superata in questi casi qua con quelle percentuali.
  • 23. Quindi c è il 17% (quindi 250 nella fattispecie) di autopompe serbatoio che sono oltre l età massima che l amministrazione si è fissata, addirittura il 38% nelle autobotti, il 47% per le campagnole etc. Anche questo è un aspetto molto correlato al discorso economico: quando c è in ballo la salute e sicurezza dei lavoratori, anche legato alle attrezzature e ai mezzi di servizio, non è più accettabile la giustificazione economica. Questo sarebbero i parametri della tabella nutrizionale, cioè come dovrebbe mangiare un vigile del fuoco. E stato redatto dall aerea sanitaria e non tutti sanno che nelle mense dove c è una convenzione, questo pasto i vigili del fuoco lo fanno con 8.50 euro, però ci sono in realtà delle mense che vengono autogestite (quindi i vigili del fuoco materialmente si fanno la spesa e si cucinano quelle cose lì) soltanto che l amministrazione riduce quell importo a soli 3.80 euro. Allora la domanda nasce: come si fa a far stare tutte queste cose qua in solo 3.80 euro? Quindi è un po curioso però accade e non è infrequente. Questa qua invece è una tabella dell INPS sui lavoratori usuranti. Chi sono i lavoratori usuranti? Sono quelli che lavorano in galleria o miniera o nelle cave o ad alte temperature o in spazi ristretti o con l esposizione all amianto o i lavoratori notturni etc. Queste qua sono tutte le categorie che oggi sono riconosciute usuranti. Poi c è stato il tavolo con il Decreto Poletti nel quale si voleva estendere la cosa alle maestre d asilo, agli infermieri etc., e poi dopo ci aggiorniamo nella slide successiva - che è anche l ultima - che noi le facciamo tutte queste cose qua, cioè noi lavoriamo negli spazi ristretti, in galleria, di notte. Eppure per noi c è preclusa, non si parla neanche anche a fatto discussivo non ci arriviamo neanche in quei tavoli. Quindi niente vi voglio lasciare con una serie di punti interrogativi che sono questioni che vanno affrontate unitariamente alla questione importantissima dell amianto.
  • 24. Misure di igiene, protezione individuale e vaccinale per il personale del Corpo dei Vigili del Fuoco PRESENTAZIONE Gabriele Miele Coordinamento Nazionale USB Vigili del fuoco Osservatorio Bilaterale Salute e Sicurezza, Ambienti di Lavoro
  • 25. 1
  • 26. 2
  • 27. 3 Quarto rapporto ReNaM 2012 Quinto Rapporto ReNaM 2015
  • 28. 4
  • 30. 6
  • 31.   Angeli del soccorso senza tutele Avv. Ezio Bonanni Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 0773 663593 e-mail: osservatorioamianto@gmail.com Mi riallaccio agli interventi dei rappresentanti sindacali che sono entrati nel vivo delle problematiche. Molto sinteticamente: il rischio amianto è noto fin dalla fine dell’800 attraverso degli studi eseguiti dall’Ispettorato inglese, mentre per quanto riguarda il nostro paese è considerata lavorazione insalubre fin dal 1901 e successivamente, in sede giudiziaria, fin dal 1906 con una sentenza del Tribunale di Torino, che poi è stata confermata nel 1907 dalla Corte di Appello di Torino. In buona sostanza, c’erano dei giornalisti i quali erano stati censurati dalle ditte produttrici dell’amianto con un’azione civile e penale, questi giornalisti sono stati assolti. Quindi l’assoluzione anche in sede civile, confermata dalla Corte di Appello di Torino, con la sentenza che voi vedete, che abbiamo rinvenuto e pubblicato, reso noto. Quindi il rischio amianto è un rischio antico, è un rischio ben conosciuto fin dagli inizi del secolo scorso, e queste sentenze sono sentenze illuminanti e tra l’altro il Reggio Decreto 442 del 1909 conferma la lavorazione dell’amianto come insalubre e pone il divieto di lavorazione per le donne e i fanciulli. Nel 1936 la Corte di Cassazione italiana ritiene la salute fondamentale diritto anche aldilà delle disposizioni normative specifiche. Nel 1941 la Corte di Cassazione...queste sono tutte sentenze che sono venute alla luce grazie alla nostra attività di ricerca, come ONA...Nel 1942 ci sono le prime sentenze di condanna a carico della BREDA per risarcire i danni di lavoratori deceduti per asbestosi. Queste sentenze sono molto importanti perché sanciscono la responsabilità del datore di lavoro anche in assenza di norme cautelari specifiche, nel senso che c’erano già norme che imponevano il divieto delle esposizioni a polveri, imponevano quindi di bagnare, aspirare le polveri confinate nelle lavorazioni polverose, separare le attività lavorative. Norme dettate dall’igiene del lavoro e ribadite da diversi nostri Regi Decreti, anche il 530 del 1927.
  • 32.   Nel 1942 viene emanato il Codice Civile e l’articolo 2087 di questo impone la tutela ( e questo si applica anche ai Vigili del Fuoco) dei lavoratori rispetto a qualsiasi tipo di rischio lavorativo e anche della dignità morale, quindi c’è una tutela della persona umana aldilà dell’aspetto prettamente fisico. Questo lo aveva ribadito la Corte di Cassazione, il 2087 del Codice Civile lo ha sancito espressamente. Nel 1943, in pieno conflitto mondiale, (sembra un assurdo tiro beffardo della Storia), mentre gli eserciti si fronteggiavano in diversi quadri, scenari, tra indicibili sofferenze anche della popolazione civile e dei lavoratori, l’Italia recepisce le norme già entrate in vigore nella Germania nazista; e c’era stato un importante convegno a Torino nel 1941 dove erano intervenuti importanti medici del lavoro tedeschi che avevano affermato come il tumore polmonare fosse anche esso riconducibile alle esposizioni ad amianto, e per altro anche in Italia, grazie a Vigliani e a Bottura nel 1939, avevamo avuto importanti pubblicazioni. Ebbene, l’Italia tabella l’asbestosi come malattia professionale riconosciuta dall’INAIL. Anche in questo caso i Vigili del Fuoco all’epoca dovevano essere impegnati per l’invasione di Malta, poi venne costituito addirittura un battaglione speciale in quel periodo, appena prima del 1941/42, e quindi avrebbero dovuto avere anche il loro battesimo di fuoco, addirittura usando delle scale avrebbero dovuto assaltare Malta. Però sarebbero stati esclusi dalla tutela INAIL. Il rischio amianto quindi, paradossalmente, mentre gli Stati Uniti già negli anni ’60 cominciano a decrescere sull’utilizzo dell’amianto, l’Italia raggiunge il picco a metà anni ’70 quando già il rischio cancerogeno era inoppugnabile grazie agli studi di Richard Doll, che tutto sommato ripercorreva già le acquisizioni degli scienziati tedeschi. Nel 1959 Wagner in Sudafrica aveva descritto il rischio e anche i casi di mesotelioma, addirittura gli ingegneri o la popolazione civile dei villaggi che abitavano intorno alle miniere, quindi descrivendo il rischio ambientale. Queste pubblicazioni ebbero poi vasto eco e furono riprese da Selikoff nel 1964 nel corso di un’importante conferenza internazionale sugli effetti biologici dell’asbesto, e gli atti furono pubblicati nel 1965 e da quella data non c’è più nessuno che contesta la riconducibilità del mesotelioma all’esposizione ad amianto. Eppure, in Italia c’è un grosso buco nero dal 1943, data in cui finanche il Legislatore dovette riconoscere il rischio amianto (ben noto fin dall’inizio del secolo). Quindi la Giurisprudenza l’ha riconosciuto nel 1906, il Legislatore nel 1943, ebbene viene messo al bando nel 1992! Utilizzato fino al 1992! Viene utilizzato fino al 1992 per la capacità che le lobby dell’amianto hanno avuto di influenzare l’apparato dello Stato italiano e altri. Quindi quando i Vigili del Fuoco debbono andare a rimuovere le macerie con amianto, amianto impastato a cemento, in molto casi fino al 10% di amianto nel cemento, alcuni prodotti di cemento, è perché le lobby dell’amianto sono riuscite ad influenzare le legislazioni.
  • 33.   Tanto è vero che questo scritto che ho rinvenuto negli archivi di Stato di Torino, ed è riportato anche in un’importante sentenza del Tribunale di Torino a metà anni ’90 e ripreso anche nel primo processo Eternit e adesso nel secondo, dimostra che la famiglia Schmidheiny riunita a Neuss in Germania aveva costituito una lobby, addirittura una cerchia di medici, che avrebbero dovuto sminuire in qualche modo il ruolo del professor Selikoff, ed affermare che l’amianto non fosse dannoso alla salute umana. C’è un bel libro di un importante medico americano del lavoro che si intitola “Assalto alla Scienza”. Quindi gli Schmidheiny avevano avuto l’astuzia di costituire non solo un’associazione tra i produttori dell’amianto in tutta Europa e nel mondo ma, questa associazione dei produttori dell’amianto, aveva addirittura creato una lobby, un circolo di medici, che avrebbe dovuto contrastare l’attività del professor Selikoff. Questo appunto dell’Ingegnere Martini è stato da noi rinvenuto e messo a disposizione del dottor Guariniello, all’epoca del primo processo. Possiamo passare al secondo documento. Qui, addirittura, l’associazione dei produttori dell’amianto influisce sul Ministero della Salute. Voi sapete bene che i limiti di soglia in Italia sono stati introdotti soltanto con il Decreto Legislativo 277 del 1991, con assoluto ritardo rispetto alla direttiva comunitaria 477 del 1983 che l’Italia aveva disatteso tanto da essere condannata nel 1990 dalla Corte di Giustizia. Ebbene noi come ONA abbiamo trovato le prove, ricostruito l’intera vicenda, e anche qui l’opera degli Schmidheiny, l’ombra lunga della famiglia Schmidheiny, influisce sulle pubbliche istituzioni e dice che non bisogna mettere i limiti di soglia in modo che l’amianto si possa utilizzare senza alcuna limitazione. Questo è un documento ufficiale. Ho chiesto la copia autentica all’archivio di Stato di Torino. Quindi l’associazione di produttori influisce sull’ENPI, e l’ENPI a sua volta sul Ministero della Salute. Addirittura i produttori dell’amianto sono riusciti a far pubblicare dal giornale “l’Unità”, mentre era in corso la discussione della legge sulla messa al bando dell’amianto, una pubblicità sugli effetti benevoli, positivi, dell’amianto. E queste lobby operano nel resto d’Europa e in altri stati, anche in parte in Canada. Invece noi, come ONA, contestiamo anche i così detti limiti di soglia, le famose 100 fibre litro, che sono ancora in vigore, del Decreto 81 del 2008; contestiamo naturalmente il fatto che le piccole dosi non siano dannose per la salute perché ciò non è vero, perché specialmente per l’amianto (e credo lo dovrà confermare anche il medico del Corpo dei Vigili del Fuoco che poi interverrà) è sufficiente anche solo una dose infinitesimamente bassa, “estremamente piccola” diceva Selikoff in “Asbestos and disease” del 1978, per provocare il mesotelioma. Basse dosi, praticamente, impediscono la clearance polmonare, quindi impegnano il sistema immunitario e impediscono la più efficace difesa rispetto ad altre
  • 34.   patologie. È come se uno viene attaccato da una parte, tutti i soldati corrono per difendersi in quella zona, lasciano sguarnite altre parti, e quindi entrano in azione altri tumori. Il nostro professor Ugazio, che ha affermato il Principio di rischio 0, (e poi le tesi del ONA sono state successivamente riprese nella Dichiarazione di Helsinki), sull’asbesto ha affermato il fatto che soltanto evitando le esposizioni si possono sconfiggere queste patologie. E quindi la prevenzione primaria è fondamentale, abolire i limiti di soglia, tendere ad arrivare a zero. Questo è molto importante. Ecco, il tema caldo, grave, (grave non nel senso grave dal punto di vista giuridico ma ciceroniano della necessità di un approfondimento), è quello dell’incidenza epidemiologica. E allora mi si permetterà, intanto, che questo atto Vostro, del Dipartimento, del 30/11 va nella direzione giusta ma è ancora molto insufficiente sotto questo punto di vista. Noi ci permettiamo molto sommessamente, alla luce di una certa esperienza, di dare qualche consiglio. Abbiamo 1800 decessi in Italia solo per quanto riguarda i mesoteliomi. 1500, 1550, ne ha censiti l’INAIL, a cui sfuggono alcuni. Diciamo che l’AIRTUM ne valuta 1800 e l’ONA è d’accordo con questo. Però anche volendomi fermare a 1500, i morti per tumore polmonare a questo punto sono il doppio dei decessi per mesotelioma e arriviamo già a 4500. Dobbiamo tener conto anche delle altre patologie e noi, come ONA, stimiamo 6000 morti l’anno solo per tutte le patologie asbesto correlate, compreso l’asbestosi e le altre patologie. Questo è un fatto molto importante, da cui non si può prescindere, che risolve la questione che sollevava il dottor Miele precedentemente. Certo, se si prende il centro studi della famiglia Schmidheiny è chiaro che si dice che le fibre di amianto, se sono di crisotilo, non sono dannose per la salute umana o che c’è “l’uso sicuro” dell’amianto, e pure in Italia era stata costituita un’associazione da questi signori che si chiamava CEDAF, con alcuni cosiddetti scienziati che era la “longa manus” della cosiddetta lobby dell’amianto (e in qualche processo penale mi sono trovato di fronte ad atti di questo CEDAF, di cui facevano parte anche importanti scienziati italiani). Invece la normativa comunitaria, direttiva 477 del 1983. Ripeto, è dell’83, l’Italia l’avrebbe dovuta recepire entro il 1° Gennaio ’87, ha violato questi obblighi comunitari, abbiamo visto che c’era un’azione di Stephan Schmidheiny, che la stessa Cassazione ha assolto per prescrizione e che molto probabilmente anche nei futuri processi verrà sempre assolto perché abbiamo un miracolo giurisdizionale per lo Schmidheiny! Praticamente muoiono migliaia e migliaia di cittadini, lavoratori negli stabilimenti, gente che abita intorno agli stabilimenti, e o per prescrizione o perché viene scritto male un capo di imputazione nonostante che qualcuno, me, sommessamente, avesse spiegato che il capo di imputazione fosse mal scritto, o per qualcuno che non legge bene le carte, o per qualche rinvio alla Corte Costituzionale
  • 35.   che non aveva ragione d’essere, per una cosa o per un’altra, Schmidheiny è miracolato! Nonostante il massiccio impegno della Giustizia, del Premier Renzi, di tutti, questo Schmidheiny riesce sempre a farla franca! Ha la sua amicizia con Romano Prodi. Il Governo Prodi gli contempla anche quei reati nelle norme oggetto di indulto, anche se per la sicurezza sul lavoro non c’è nessuno in carcere, per cui quella necessità di svuotare le carceri non esisteva, e quindi sostanzialmente abbiamo un miracolo giurisdizionale di questo Schmidheiny). Invece, ripeto, la normativa comunitaria, direttiva 477 del 1983. dice che le attuali conoscenze scientifiche non sono tali da consentire un livello al di sotto del quale non vi sono rischi per la salute, per quanto riguarda l’amianto. Quindi questa è una direttiva comunitaria, principio di diritto comunitario che è al vertice della gerarchia delle fonti del diritto. Ci sarebbe pure l’articolo 32 della Costituzione, ma di questi tempi, fortunatamente, il popolo sovrano riafferma sempre il diritto al rispetto di alcune norme e principi fondamentali. La direttiva 148 ribadisce questo principio e dice: ”Anche se non è stato ancora possibile determinare il livello di esposizione al di sotto del quale l’amianto non comporta rischi di cancro, è opportuno ridurre al minimo l’esposizione professionale dei lavoratori all’amianto.” Quindi non sussiste alcuna soglia e tutte le esposizioni sono dannose per la salute umana. Queste sono le varie patologie, perché, aldilà di quelle riconosciute, abbiamo evidente che l’amianto è dannoso per tutti gli organi anche del sistema cardiaco e cardiocircolatorio. C’è una letteratura scientifica su una serie di ulteriori patologie. Lo IARC, che è l’agenzia internazionale per la lotta contro il cancro, quindi un organismo della OMS e a sua volta dell’ONU, ha affermato che “l’amianto provoca il mesotelioma e il cancro del polmone, della laringe e dell’ovaio”. Ribadisce che è probabile per altri tumori come faringe, stomaco e colon. Faccio presente che il registro delle patologie è limitato ai mesoteliomi e quindi c’è una discrasia nella rilevazione epidemiologica che non è riferita soltanto ai Vigili del Fuoco; anzi, i Vigili del Fuoco sono un profilo limitato rispetto ad una più ampia problematica di difetto di rilevazione, che nel vostro caso è ancor più grave perché siccome i Vigili del Fuoco non sono iscritti all’INAIL, e l’INAIL è quella che raccoglie i dati epidemiologici, molti sfuggono. Ricordo che i 58 casi erano stati invece, poi, avvalorati sia dall’indagine del dottor Guariniello sia da una stessa pubblicazione INAIL che accreditava i 58 casi. Ecco: “Esposizioni dei Vigili del Fuoco a più agenti cancerogeni e tossico-nocivi”, il benzene, lo scarico del motore diesel, ecc...Qui c’è un ulteriore profilo da cui non si può prescindere. Esposizione a diversi agenti cancerogeni o comunque tossico-nocivi e il sinergismo, sul quale vorrei sentire anche il dirigente medico dei Vigili del Fuoco su
  • 36.   quali sono gli apparati medici del Corpo, cosa ritengono e qual è il loro pensiero tecnico su questo aspetto. Nel senso che va valutato il ruolo del sinergismo e del potenziamento dei vari cancerogeni, l’uno con l’altro, e comunque i danni che l’esposizione al cancerogeno provoca anche nel caso in cui non insorga una neoplasia. Comunque l’esposizione al cancerogeno dà fenomeni infiammatori e questi sono poi lesivi della salute, sotto l’aspetto anche di patologie. Abbiamo un nostro componente del comitato tecnico scientifico che ha fatto uno studio importante, il dottor Marabotti, pubblicato anche a livello internazionale, riferito a Rosignano ma il principio è estensibile, (e condiviso anche dal professor Mutti, nostro componente del comitato tecnico scientifico nazionale che dirige un importante istituto di ricerca presso un’università inglese, che ho sentito prima di partecipare a questo convegno) : i cancerogeni hanno capacità infiammatoria e come tali sono dannosi alla salute umana, provocano delle lesioni biologico-molecolari, i cosiddetti addotti, che anche qualora non degenerano in patologia tumorale comunque determinano dei danni alla salute umana. Questo è un aspetto molto importante. Poi ci sono gli aspetti psicologici. Perché essere esposti ad agenti patogeni cancerogeni, essere sottoposti comunque ad enorme stress, ha anche delle conseguenze per quanto riguarda pure la capacità dell’organismo di potersi difendere rispetto ad agenti tossico-nocivi, rispetto ad agenti cancerogeni. Su questo credo che la dottoressa Melpignano potrà approfondire. Possiamo andare avanti...Ecco, questo è un dato fondamentale! Non si comprende il motivo per il quale nel terzo rapporto mesoteliomi ReNaM, su questo poi spero che il dirigente medico del Corpo ci darà maggiori chiarimenti, fino al 2004 fa riferimento a 58 casi di mesotelioma per il periodo ’93-‘94. Se è così, i 58 casi erano un fenomeno epidemico abbastanza grave e rilevante, considerando il ristretto numero di lavoratori del settore, circa 30 mila. Considerate che i mesoteliomi è 1 ogni 50/60 mila persone, allora è evidente che se fossero 58 fino al 2004 è un senso. Invece se sono quelli poi rettificati allora è un altro profilo. Anche se gli stessi 32 casi, censiti poi, del quinto rapporto...che poi il ReNaM è un po’ equivoco, perché qui si parla di Vigili del Fuoco – Tabella Pubblica Amministrazione, Vigili del Fuoco – Tabella Difesa Militare, e non è proprio chiarissimo. Possiamo andare avanti, perché al momento non facciamo stime epidemiologiche. Come Osservatorio stiamo raccogliendo i dati e quindi non mi esprimo su stime epidemiologiche per quanto riguarda il Corpo dei Vigili del Fuoco. Dico che è necessario istituire un’idonea sorveglianza sanitaria rispetto al rischio amianto. Visite periodiche cui, almeno per quanto mi risulta, non sono sottoposti gli appartenenti a questo Corpo. Quindi c’è un protocollo; noi come ONA abbiamo elaborato un protocollo che possiamo mettere a disposizione anche degli appartenenti ai Vigili del Fuoco. Questo
  • 37.   protocollo deriva dalla nostra esperienza internazionale. Io ho partecipato a conferenze negli Stati Uniti, in qualità di relatore, come studioso indipendente, rispetto agli Stati presenti con i loro Organi del Ministero della Salute, e quindi il Protocollo ONA ha trovato condivisioni anche da studiosi di livello internazionale con cui, personalmente, mi rapporto in modo costante e diretto. Ed allora: necessità di una anamnesi lavorativa con un medico del lavoro e con anche un supporto psicologico. Quindi verifica delle attività concrete svolte e verifica di eventuali esposizioni ad amianto. Dopo l’anamnesi effettuata, deve seguire, a nostro avviso, la visita medica, è poi in quel momento che deve essere stabilito, caso per caso, quali sono gli accertamenti specifici che il lavoratore deve eseguire. Quindi, laddove dovessero emergere esposizioni a rischio, quindi confermate le esposizioni a rischio specifico dell’amianto, laddove anche la visita medica dovesse dare delle emergenze, confermare queste emergenze e quant’altro, a questo punto viene indirizzato ad un approfondimento diagnostico che non può essere, però, soltanto quello della funzionalità respiratoria, la spirometria, o la ricerca di corpuscoli nell’espettorato. Perché è necessario che laddove, non a tutti!, ma qualora dovessero emergere dei livelli di una certa rilevanza, utilizzando anche la banca dati AMYANT, e quindi l’algoritmo dell’ente tedesco che l’INAIL utilizza per rilasciare certificati di esposizione o per riconoscere i tumori polmonari, anche in assenza di sintomi, il lavoratore deve essere sottoposto ad un esame TAC a torace ed addome per verificare le effettive condizioni di salute. Può essere eseguito anche un lavaggio bronco-alveolare che permette di verificare se nel liquido, poi, ci sono presenze di fibre di amianto. Anzi, il lavaggio bronco-alveolare, secondo la tesi del professor Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro dell’Università di Siena e componente del Comitato tecnico scientifico nazionale dell’ONA, ritiene che all’anamnesi, alla visita di medicina del lavoro, al lavaggio bronco-alveolare e va bene anche la spirometria, ove dal liquido del lavaggio bronco-alveolare dovessero emergere la presenza di fibre o corpuscoli di amianto, a questo punto il medico del lavoro deve valutare se sottoporre o meno ad esami più approfonditi, cioè una TAC. Quindi questo è il Protocollo ONA che è poi condiviso anche dagli istituti indipendenti. È chiaro che se uno va presso l’istituto di ricerca di Schmidheiny, questo gli dirà di fare la spirometria ma la spirometria può far emergere una forte asbestosi. Ma la forte asbestosi non può, certo, essere una patologia dei Vigili del Fuoco, perché abbiamo detto che le esposizioni sono magari molto intense ma limitate. L’asbestosi ha necessità di un’intensissima esposizione che non può essere quella dei Vigili del Fuoco. Ricordo a me stesso, che i Vigili del Fuoco intervenuti sulle Torri Gemelle, quandanche fossero intervenuti in una sola occasione, hanno avuto manifestazioni di
  • 38.   patologie fibrotiche e patologie tumorali a distanza di 5/6 anni. Come ONA, noi abbiamo avviato un’interlocuzione con il Mount Sinai di New York e con il professor Gordon, che è il direttore della patologia di quella istituzione e che è il presidente onorario del nostro Comitato tecnico scientifico nazionale, allievo di Irving Selikoff. Mi recai a New York per la questione legata alla “trigger dose”, al fatto che i difensori degli imputati sostenevano che il mesotelioma derivasse da una sola fibra, dicevano che non si sapeva chi fosse il responsabile nell’azione di una sola fibra e quindi che dovessero essere tutti assolti. E sostenevano che questo lo dicesse Selikoff. Allora ho interpellato il Mount Sinai di New York se conoscessero questi medici italiani che affermavano queste cose riferite a loro. E loro sono venuti in Italia a dire che non era vero, che era tutto il contrario e che erano state taroccate le loro affermazioni. Allora il Mount Sinai di New York, proprio il professor Gordon, nostro presidente onorario del Comitato tecnico scientifico nazionale, ha precisato che tra i Vigili del Fuoco, secondo dati scientifici, c’è una altissima incidenza anche di complicazioni cardiocircolatorie e cardiovascolari. E quindi esposizioni limitate nel tempo, ma intense, provocano addirittura casi di mesotelioma dopo pochi anni. Perché il range può andare dai 4 ai 5 anni fino ai 40/45 anni. Ma molto dipende dalle suscettibilità individuali! Ecco perché Selikoff diceva che possono bastare poche fibre, una dose estremamente piccola. Quindi a questo punto è pertinente il dato epidemiologico e la letteratura scientifica anche degli Stati Uniti e dei lavori che stanno eseguendo. Quindi la richiesta dell’ONA, non è una richiesta peregrina! È una richiesta che si fonda su dati oggettivi e l’amministrazione italiana, a nostro modo di vedere, dovrebbe interloquire e collaborare! L’amministrazione medica, il corpo medico dovrebbe collaborare con questi istituti di carattere internazionale, come facciamo modestamente, ci permettiamo, noi, senza avere finanziamento di alcuno. Quindi apprezzo l’intervento dell’ingegnere Giomi, ma è un intervento che noi, come Ona, lo dico tecnicamente, non possiamo condividere. Quindi, a nostro modo di vedere, andrebbe integrato con l’assistenza psicologica, anche per i familiari. Faccio un esempio. La signora Zorzetti: muore il marito, riconoscimento di causa di servizio, negazione invece del riconoscimento di vittima del dovere, viene assunta per un periodo, va a lavorare a Milano, i figli rimangono quindi senza madre e padre lì a Napoli, del tutto priva di un supporto psicologico. Magari poi poteva non servire questo supporto, però, fossi stato io, alla luce della interlocuzione nell’associazione dei vari componenti del nostro Comitato tecnico scientifico, avrei costituito anche un supporto psicologico, riferito all’amianto e a tutti gli altri cancerogeni e rischi, perché non voglio fermarmi solo sull’amianto.
  • 39.   Quindi non è una critica perché voglio criticare questa iniziativa che è lodevole. Spero che ci possa essere una collaborazione, per la quale delegherei sia l’architetto Cardillo che la dottoressa Melpignano, con il nostro Osservatorio, ovviamente a titolo gratuito perché non assumiamo finanziamenti e l’Osservatorio svolge la sua attività per tutela della salute senza finalità di lucro. A nostro modo di vedere, occorre integrare. È importante una rilevazione epidemiologica che sia estesa anche ai Vigili del Fuoco in pensione, non solo per il mesotelioma. Verificare anche le aspettative di vita e l’incidenza del numero dei casi e del numero di decessi per le varie neoplasie. Quindi non solo il mesotelioma ma il tumore polmonare e le altre neoplasie che possono essere legate ai cancerogeni presenti nell’attività di lavoro e di intervento dei Vigili del Fuoco. L’ultima cosa: il vigile del fuoco vien impegnato per la tutela della collettività della salute e noi non tuteliamo chi ci tutela. Quindi quando il vigile del fuoco poi si ammala, o peggio, dobbiamo assistere a cause che durano 5,6,10 anni, cause penali, civili ed altro. Allora l’idea nostra come ONA, che vale per tutti i Corpi dello Stato, il settore privato e si potrebbe iniziare con i Vigili del Fuoco, è un fondo vittime in caso di infortunio sul lavoro. Chiarisco. L’INAIL indennizza il danno biologico e il danno da diminuite capacità del lavoro. Per l’INAIL, il lavoratore ha questo diritto. Dico INAIL anche se credo che questa discriminazione debba venir meno. Quindi un fondo vittime. Per cui, la persona, il lavoratore si ammala, agisce all’INAIL o alla causa di servizio o a quello che sia, deve avere un differenziale del danno. Non deve agire con una causa civile o dal TAR, perché poi c’è tutta la questione della giurisdizione del TAR ecc., e agire direttamente al fondo vittime, invece che contro lo Stato. Darebbe dignità pure allo Stato Italiano, o ai Ministeri, di farsi citare in giudizio. Chiudo richiamando le parole di Papa Ratzinger che ci esortava ad andare avanti nella tutela dell’ambiente e della salute pubblica e noi abbiamo raccolto questo invito. Infine, chiudiamo con una frase di Abrams. Voi sapete che c’era un importante studio americano degli anni 40 sul rischio amianto nel tumore al polmone da parte di Gardner, il quale aveva studiato e accertato che tutti i lavoratori dell’amianto si ammalavano di asbestosi e di tumore del polmone, e che lo studio fu censurato, nascosto. E questo si ricollega a quanto diceva Miele prima, per cui è opportuno che ci siano dei dati epidemiologici trasparenti e ci auguriamo che i 58 casi siano poi guariti e quindi da 58 si arrivi a 25, nel senso che siano morti solo 25 rispetto ai 58. Allora Abrams dice: “Quante vite umane potevano essere salvate se gli studi di Gardner non fossero stati censurati”. Ecco, quante vite umane potrebbero essere pure salvate se ci fosse l’indicazione del numero esatto dei malati e dei morti. Con questo concludo.
  • 40.   Angeli del soccorso senza tutele PRESENTAZIONE Avv. Ezio Bonanni Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 0773 663593 e-mail: osservatorioamianto@gmail.com
  • 41. 1 Vigili del Fuoco e rischio amianto "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Vigili del Fuoco e rischio amianto Avv. Ezio Bonanni Presidente ONA ONLUS e legale delle vittime dell’amiantodelle vittime dell amianto Consapevolezza degli Sentenza del Tribunale di Torino, 31 ottobre 1906 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" effetti patogeni dell'amianto a partire dai primi del 1900 2
  • 42. 2 Sentenza della Corte di Appello di Torino del 1907 Nel 1907 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" la Corte d'Appello di Torino ha confermato la decisione del Tribunale sulla natura patogena dell'amianto 3 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Sentenza della Corte di Cassazione 28 aprile, 1936 N. 2107 “E’ … certo ed incontestabile che l’integrità personale dell’uomo e la sua salute (sommi beni che trascendono dalla sfera dell’individuo per assurgere ad importanza sociale, come necessaria premessa della conservazione e del miglioramento della specie) sono protette non 4 della specie) sono protette non soltanto dal contratto, ma altresì da numerose leggi di pulizia sanitaria e perfino dal Codice Penale”.
  • 43. 3 “Il dovere di prevenzione, che l’art. 17 r.d. 14 aprile 1927, n. 530, sull’igiene del lavoro, impone per il lavoro che si svolga in ‘locali "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" g chiusi’ va osservato in tutti quei casi in cui il luogo di lavoro, pur non essendo completamente chiuso, non sia tale da permettere comodamente e senza pericolo la uscita dei vapori e di qualsiasi materia nociva”. 5 Sentenza della Corte di Cassazione 20 gennaio 1941 n. 682 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Sentenza della Corte di Cassazione 17 gennaio 1941 “Per le malattie professionali non garantite da assicurazione obbligatoria il datore di lavoro non può esimersi da responsabilità se l’ t d i i d tt 6 l’evento dannoso si sia prodotto per sua colpa (Corte di Cassazione, Sentenza 17.01.1941, Soc. Off. elettroferro Tallero vs. Massara)…
  • 44. 4 La legge n. 455 del 12.04.1943 inserisce l’asbestosi "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" inserisce l asbestosi nella tabella delle malattie professionali. 7 PRODUZIONE E IMPORTAZIONE DI AMIANTO IN ITALIA DAL 1946 AL 1992 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Fonte: O.N.A. 8
  • 45. 5 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Orange: United States Red: Italy Produzione nazionale di amianto grezzo Italia e Stati Uniti d'America; tonnellate; anni: 1945-1992 9 La lobby dell'amianto (1) Relazione scritta il 20 dicembre 1976, da Ermanno Martini, "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" ingegnere e dipendente della ditta "Amiantifera" di Balangero (Torino). La relazione è stata utilizzata nel corso tenuto a Neuss(Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre 1976 a Wirtschaftsverband Asb estzement e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di cemento-amianto]. In questo 10 rapporto è possibile leggere la frase "Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dottor Selikoff e astenersi dal citarlo".
  • 46. 6 La lobby dell'amianto (2) Nota scritta a mano su un "incontro" presso la "Assocemento" di Roma il "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" la Assocemento di Roma, il 17 novembre 1978.Questa nota è stata trovata fra le carte del Consiglio di Amministrazione della società"Amiantifera di Balangero" (Torino) e ora si tiene presso l'Archivio di Stato di Torino. (Società di produzione di amianto chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla d i d i 11 produzione dei lavoratori, "l'ENPI ha aderito a questa richiesta ... Il ministro della Salute ha confermato questo fatto." - Torino, Archivio di Stato). Principio di precauzione Patologia "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" e rischio zero come forma di prevenzione primaria. Mondo pulito = Salute Mondo inquinato = Malattia g Ambientale 12 q (Giancarlo Ugazio e The Helsinki Declaration on Management and Elimination of Asbestos-Related Diseases) Salute Ambientale
  • 47. 7 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" AMIANTOAMIANTO KILLERKILLER 13 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Incidenza epidemiologica: Mesoteliomi circa 1.800 decessi ogni anno. In ogni caso non inferiore a 1.500. Tumori polmonari, il doppio: non meno di 3.000 decessi ogni anno, con un totale che già porta a 4.500 decessi, cui debbono essere aggiunti quelli legati alle altre neoplasie e alle patologie fibrotiche con le complicanze cardio-vascolari e cardio- circolatorie. Le malattie derivanti dall’esposizione all’amianto sono raggruppabili in due sottoinsiemi: a) malattie flogistico degenerative - Asbestosi polmonare Pl h l i h 14 -Placche pleuriche b) malattie neoplastiche - carcinomi bronchiali - mesoteliomi pleurici - cancro della laringe - cancro dell’ovaio
  • 48. 8 Sia le patologie fibrotiche che quelle neoplastiche sono dose dipendenti e prive di una soglia al di sotto della quale il rischio si annulla. Ciò è confermato dalla normativa comunitaria. • direttiva n. 477/83/CEE: “le attuali conoscenze scientifiche non sono tali da consentire di "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" stabilire un livello al di sotto del quale non vi siano più rischi per la salute” (quarto “considerando”); •direttiva n. 148/2009/CEE: “anche se non è stato ancora possibile determinare il livello di esposizione al di sotto del quale l’amianto non comporta rischi di cancro, è opportuno ridurre al minimo l’esposizione professionale dei lavoratori all’amianto” (undicesimo “considerando”); 15 • La soglia sussiste in riferimento all’asbestosi polmonare. "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Patologie non ancora universalmente riconosciute come asbesto correlate Patologie tumorali extra toraciche:Patologie tumorali extra-toraciche: Cervello; Colecisti; Colon-retto; Tessuti Emolinfopoietici; Esofago; Laringe-Lingua; Mammella; Ovaio; Pancreas; Peritoneo; Prostata; Rene; Stomaco; Testicolo; Tiroide; Vagina-Vulva; Vescica Patologie tumorali localizzate nel torace Pleura; Polmone; Patologie degenerative, non 16 tumorali Cuore (Miocardiopatia); Sistema nervoso centrale (morbo di Alzheimer & autismo); Sclerosi Laterale Amiotrofica
  • 49. 9 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" L’amianto è un cancerogeno. Lo IARC ha affermato che “L'amianto provoca il mesotelioma e il cancro del polmone, della laringe e dell'ovaio” (IARC A review of human Carcinogens. Arsenic, Metals, Fibres and Dust. IARC Monographs on the Evaluation of the Carcinogenic Risks to Humans. 100 part C. Lyon: IARC; 2012). Allo stato attuale degli studi la IARC classifica l’amianto come agente cancerogeno probabile per i tumori del tratto digerente (faringe, stomaco ed colon). 17 Dati del V° Rapporto ReNaM, pubblicati nel dicembre 2015 relativi ai casi di mesotelioma fino al 2011/2012 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" 18
  • 50. 10 Gli appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco sono esposti ad altri cancerogeni e agenti tossico-nocivi: "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" • Benzene • Scarico del motore diesel • Cloroformio • Fuliggine • Stirene 19 • Formaldeide. Incidenza epidemiologica Secondo il III Rapporto ReNaM, fino al 2004 ci sono stati 58 casi di mesotelioma (1993-2004) Se così è evidentemente si stima che "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" mesotelioma (1993 2004). Se così è, evidentemente si stima che fino al 2016, tenendo conto che per il primo dato non vi era l’integrale copertura, si possono stimare quantomeno altri 80 casi di mesotelioma. Gli attuali dati ReNaM riportano un numero inferiore. I casi 20 sarebbero fino al 2011/2012 circa 32 tra gli appartenenti al Corpo dei Vigili del Fuoco, nella Pubblica Amministrazione e 6 nell’ambito della Difesa Militare.
  • 51. 11 Stima epidemiologica Se si tiene conto dei dati precedenti (III Rapporto ReNaM) evidentemente si stimano circa 150 casi di mesotelioma con tutte "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" evidentemente si stimano circa 150 casi di mesotelioma con tutte le conseguenti ricadute in riferimento alla stima dei tumori polmonari e di altri organi e dunque dell’incidenza epidemiologica. Se invece si tiene conto dei casi censiti dal V Rapporto 21 ReNaM (38), è evidente che la stima si abbassa di molto. Gli appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sono esposti a diversi agenti cancerogeni e "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" tossico-nocivi che determinano un sinergismo e anche un potenziamento degli effetti dell’amianto di cui non si può non tener conto. Il Corpo Nazionale dei Vigili del F ff t il bl i t 22 Fuoco affronta il problema amianto soltanto in data 30.11.2016
  • 52. 12 Le misure adottate sono limitate ai "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Vigili del Fuoco che hanno svolto attività nelle aree del sisma e con esami che NON sono adeguati in relazione al rischio, per tempi e modalità, e in ragione della durata d ll l t 23 della latenza. Programma di intervento ONA • Maggiore attenzione per la prevenzione primaria (strumenti di prevenzione "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" Maggiore attenzione per la prevenzione primaria (strumenti di prevenzione tecnica e/o protezione individuale); • Risoluzione della discriminazione degli appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ai fini della copertura INAIL, esclusa dall’art. 1 comma 3 n. 22 DPR 1124/65; • Emanazione di decreti attuativi delle norme di cui al DLgs.vo 81/08 in 24 relazione alle particolari esigenze di servizio;
  • 53. 13 Programma di intervento ONA • Sorveglianza sanitaria dei Vigili del Fuoco esposti ad amianto e ad altri cancerogeni e agenti tossico-nocivi. Il protocollo deve prevedere, all’esito "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" dell’anamnesi lavorativa e dell’attento esame del curriculum, esami strumentali adeguati tra i quali esame TAC torace ed addome con strumenti ad alta risoluzione e basso dosaggio di radiazioni; • Rilevazioni epidemiologiche aventi ad oggetto l’incidenza e i decessi per neoplasia, e in ordine al rischio amianto riferiti a tutti le patologie asbesto correlate e non solo al mesotelioma.; 25 ; • Tutela risarcitoria, con la creazione di un fondo vittime, che si aggiunge al gi costituito fondo vittime dell’amianto, adeguato alla reale condizione e situazione dei Vigili del Fuoco. Dall’articolo dell’“Osservatore Romano”: Udienza Generale - 27 Aprile 2011 "Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione" "Papa Benedetto XVI saluta i rappresentanti dell'As sociazione nazionale delle vittimedell'amianto (A vani) e di sorveglianza nazional 26 e amianto (ONA) e li esorta a continuare il loro lavoro importante per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica".
  • 54. 14 “Quante vite umane potevano (UNAI) Amianto: legalità, salute, ambiente p essere salvate se gli studi di Gardner non fossero stati censurati!” (Abrams) 27 Grazie.
  • 55. La sussidiarietà, mezzo necessario e indispensabile per migliorare la sicurezza degli operatori nelle emergenze. La disponibilità dell'ONA. Arch. Giampiero Cardillo Generale Brigata CC in riserva Membro Comitato Tecnico Scientifico Ona - Sicurezza degli operatori nelle emergenze: perché anche la protezione dall'Amianto deve collocarsi ai limiti superiori dell'urgente sviluppo delle tecniche e dei mezzi di salvaguardia. - L'estensione possibile dei risultati di un up-grade di sicurezza ad altri ambiti di operatività e la corrispondente possibile estensione della tutela alla popolazione soccorsa. - Necessità e indispensabilità del coordinamento fra diversi operatori, per condividere i miglioramenti necessari per la salute e sicurezza. - Urgenza della collaborazione propositiva di Istituzioni, Sindacati e ONA per contenere anche il fenomeno mortifero dell'Amianto. - Il tavolo dell'azione sussidiaria condivisa. Conoscete tutti l adagio: Chi sa, fa; chi non sa fare, dirige; chi non sa dirigere, coordina; chi non sa coordinare, supervisiona. Chi non sa far niente, fa politica . Da vecchio militare ho sempre rigettato questa semplificazione da bar che liquida malamente la sfida alla complessità del dovere di buon governo.
  • 56. Questo perché un militare deve avere coscienza e consapevolezza che un ordine gerarchico serve, ma sa anche che la gerarchia ordinata deve servire la cittadinanza e non servirsi del potere. Da cittadino che ha servito nell amministrazione dello Stato, ho sempre creduto nella semplificazione straordinaria offerta dalla sussidiarietà orizzontale e verticale ( art. 118 Cost.). Strumento necessario per fare, solo se si vuole fare e se si sa fare bene... il bene. I Vigili del Fuoco oggi appaiono essere al margine e non al centro del sistema della cura delle emergenze nazionali. Eppure hanno lunga e gloriosa tradizione, disciplina, coraggio, dedizione, cultura tecnica specifica da vendere. Soffrono, invece, a noi sembra, dello stesso depauperamento e mortificazione delle capacità tecnico- logistiche toccato a molti ambiti della PA: dai militari, agli operatori della sicurezza, alla CRI, ai provveditorati, agli uffici tecnici degli enti locali, fino al ... catasto. Ne soffre in generale l efficienza, l efficacia dell azione pubblica. In particolare ne soffre anche il morale e la sicurezza di chi opera. Proviamo a capire perché e come rimediare. Nel 1982 in Italia nasce la Protezione Civile, come Dipartimento della PCM. Nel 1994 vede la luce il Dlgs 626. Il primo dopo il terremoto dell Irpinia, il secondo a seguito di nove Direttive dell UE. Fatti epocali e pressioni esterne. Eppure l Italia Repubblicana ha in Costituzione l art. 41, che prevede: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana ... Non solo, in tema di sicurezza del lavoro possiamo vantare l art. 437 del CP del 1930, l articolo 2087 del CC del 1942, per non parlare dei Dpr: 547/1955; 164/1956; 303/1956. In tema di protezione civile, poi, potremmo vantare una tradizione millenaria, dai Romani in poi, passando per l associazionismo sussidiario del Medioevo, per
  • 57. arrivare al diffusissimo volontariato dei giorni nostri, non solo della CRI militare e civile (oggi solo civile, in verità). Volontariato vero e fasullo. Ma tant è. Noi maestri del diritto e della sussidiarietà siamo oggi qui riuniti a parlare di gravi insufficienze in tema di sicurezza di chi opera in emergenza. L amianto è solo un pezzo del grande iceberg sommerso che testimonia una crisi di efficacia e efficienza istituzionale di cui soffre tutto il nostro Paese. La punta dell iceberg è rappresentata, invece, dalla conflittualità istituzionale ben palesata negli anni, anche in questo delicato settore, da una successione altalenate di leggi, a partire dalla 225/1992, passando per il Dlgs 112/1998, alla 401/2001, alla 152/2005, la 27/2012, la 100/2012, la 119/2013. Orbene, questa descritta, in breve, è la trama sfilacciata da riparare, per iniziare a tessere l ordito di una tela di efficienza istituzionale robusta. L Amianto può rappresentare il catalizzatore per una decisa svolta riparatrice. L amianto dà la morte. E la morte non aspetta. Ci sono, è vero, altri e più tremendi veleni a contatto dei VV del F in azione. Ma l Amianto non si vede se non quando sussiste compatto, a volte non si sa che ci sia. Genera pericoli e rischi che abbisognano di grande competenza e esperienza per essere contrastati. Occorre grande applicazione tecnica e tecnologica innovativa. È indispensabile un consiglio medico specializzato. È necessario sviluppare la ricerca per la prevenzione e la cura. È categorico supportare le impasse riorganizzative coprendo con provvidenze amministrative i tempi necessari a realizzare un quadro di sicurezza almeno sufficiente. È un assioma che chi sa faccia, ma a volte è opportuno che anche diriga e coordini, sussidiariamente, magari per migliorare un documento di sicurezza ora appaltato a chi potrebbe saper molto meno di quello che serve. Allora, di conseguenza, occorre sussidiarietà orizzontale prima ancora di quella, pur necessaria, verticale fra Istituzioni, regolata e non ancora ben regolata dalla legge.
  • 58. L ONA dispone di esperienza, uomini e dossier tecnici e tecnico- legali di qualità sperimentata e di qualità sperimentale.. Medici, giuristi, tecnici, ricercatori, operatori di vari settori afferenti la sicurezza (safety). I VV del F hanno ancora tutto quel che serve per impostare e contribuire a ridisegnare un quadro di sicurezza operativo per loro stessi e per tutti coloro che si trovano a soccorrere assieme a loro e a chi è da loro soccorso. Hanno esperienza e intelligenza. Hanno capacità e immaginazione che ne deriva. L Autorità politica dispone del potere di favorire la sussidiarietà secondo Costituzione, incoraggiando le buone iniziative che vogliono passare dalla protesta alla proposta. Ha i mezzi per assicurare il periodo transitorio che precede l efficacia delle soluzioni che saranno proposte e adottate. Ha il dovere di coprire previdenzialmente e amministrativamente ciò che è pregresso e che non può più essere evitato. Le altre figure della PA, che vivono gli stessi pericoli e rischi, possono contribuire, ciascuno per la propria esperienza, a individuare soluzioni realistiche adottabili. L Industria e la ricerca industriale, oggi qui non rappresentata, può e deve essere coinvolta per superare ciò che appare insuperabile oggi. Non è pensabile infatti, nel terzo millennio di Industria 4.0, che la sussidiarietà orizzontale si trasformi in un blocco dell attività, per mancanza di idee industriali, in un Paese che è secondo solo alla Germania per capacità tecnologica in Europa. Occorre un tavolo , favorito dalle AA di Governo che riannodi la trama in più punti ancora lacerata della tela della sicurezza degli operatori dell emergenza, che a forza di chiamarli angeli , non vorremmo che raggiungessero il Paradiso anzitempo. Abbiamo bisogno, qui sulla terra, di angeli, sani quanto coraggiosi, angeli dell impegno, del coraggio e della fedeltà alle Istituzioni. Proviamo e riproviamo, come suggeriva laicamente Galileo. Le intelligenze ci sono. La volontà anche. La scienza civile abbonda. Si può vincere questa battaglia contro l amianto. Grazie per l attenzione.
  • 59. Sorveglianza sanitaria sui Vigili del Fuoco PRESENTAZIONE Dott. Daniele Caretta Medico del lavoro - Verona
  • 61. 2 Differenza tra capacità lavorativa generica e specifica Generica • Nasce da un concetto di Specifica • E’ la capacità di un individuo• Nasce da un concetto di capacità di riserva indifferenziataindifferenziata e potenzialepotenziale, intrinseca ad ogni individuo, per sopperire ad una sostanziale iniquità del metodo risarcitoriorisarcitorio là ove veniva risarcito il danno solo nel caso del soggetto che produceva un reddito e ove, di i • E’ la capacità di un individuo a svolgere una specificaspecifica attività lavorativaattività lavorativa, quella di fatto esercitata, ovvero la capacità di un individuo di estrinsecare diverse attività lavorative, ma tutte, comunque, afferenti alla sua sfera attitudinale,sfera attitudinale, in quanto coerenti con l’età, il sesso, il d di i t idi conseguenza, venivano penalizzati coloro che nulla potevano produrre (il minore, la casalinga, il disoccupato, il pensionato). • Siamo nella sfera della tutela sociale grado di istruzione e l’esperienza lavorativa dello stesso, ovvero di “capacità lavorativa attitudinale”. • Siamo nella sfera del diritto al lavoro  (sicuro) Idoneità genericaIdoneità generica (sfera della sicurezza sociale) • Prescinde dalla mansione specifica • Non è espressa dal medico competente • Deve essere espressa da un ente pubblico • Tutela dell’individuo in quanto cittadino
  • 62. 3 Scopo della sorveglianza sanitaria sorveglianza sanitaria è  la tutela della tutela della salute salute del lavoratori  (diritto al lavoro sano) i di• Regista : medico competente  • Strumento giuridico : giudizio idoneità (atto medico) • Oggetto della tutela : salute del lavoratore  • Attività considerata : mansione specifica • Motivo : presenza di fattori di rischio specificip p Premessa fondamentale :  valutazione rischi mansione Rapporto tra sicurezza, salute e lavoro • Nelle comuni attività lavorative, nell’esercitare la propria capacitànell esercitare la propria capacità lavorativa attitudinale specifica (mansione) la sicurezza e la salute possono rappresentare un possibile limite nel poter estrinsecare il proprio diritto al lavoro. Il rischio è percepito b l l lcome un possibile pericolo per il proprio diritto al lavoro in quanto minaccia della propria integrità psico-fisica.
  • 63. 4 Vigile del fuoco, sicurezza e salute • A differenza di quasi tutti gli altri lavori in cui• A differenza di quasi tutti gli altri lavori, in cui  il pericolo è un evento da evitare, il vigile del  fuoco (come altri corpi che garantiscono la  scurezza sociale) trova il suo senso proprio  nell’intervenire quando c’è un pericolo.  • In mancanza di questa condizione il suo  esistere non trova giustificazione.  Percezione della minaccia per la propria salute E’ molto diversa tra chi quotidianamente  ff t il i l hi i l i laffronta il pericolo e chi invece lo vive solo  nell’immaginario. Se da un lato chi solo lo immagina lo può  enfatizzare, è indubbio che chi si confronta  regolarmente con il pericolo, lo tema di meno, g p , , acquistandone maggior confidenza.
  • 64. 5 Confidenza con l’evento pericoloso • Il vigile del fuoco non si preoccupa tanto di  it il i hi i tt t ( icome evitare il rischio ma piuttosto (possiamo  dire: al contrario?) di come affrontare  direttamente il pericolo. • Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un  determinato fattore avente il potenziale di p causare danni   • Per il VVFF il pericolo è una controparte La cultura sulla sicurezza e salute sul lavoro affonda le sue radici sulle sofferenze dei lavoratori e nelle lotte sindacali • Nasce nell’800 con al rivoluzione industriale • Si prende atto che il lavoro svolto con il nuovo• Si prende atto che il lavoro svolto con il nuovo sistema industriale ha un impatto imprevisto sulla salute sociale: gli ospedali non riescono a fa fronte alle esigenze sanitarie (infortuni) dove sono sorte le aree industriali • Si corre ai ripari imponendo all’imprenditore di sostenere le spese di tali costi: nasce INAIL • Solo successivamente (nel 900) si pone• Solo successivamente (nel 900) si pone l’attenzione sulle malattie da lavoro (silicosi) e dell’igiene del lavoro (lavoro minorile, orari di lavoro, etc.).
  • 65. 6 Croce rossa • Nasce per far fronte ai danni alla salute  ti d i flitti diprovocati dai conflitti di guerra.  • Anche qui i danni ci sono già.  • Croce rossa si prefigge di correre ai ripari, di  salvare il salvabile. Cultura della prevenzione  • Affonda tipicamente le radici nel mondo del  lavoro (Ramazzini) pur essendo oggi applicatalavoro (Ramazzini) pur essendo oggi applicata  a campi molto diversi :                                                   …………«prevenire invece che curare»  • In essa è implicito il limite della componente componente  i tt ll d li ti t liti t liumanaumana rispetto a quella degli eventi naturali eventi naturali  quale responsabile principale (valutazione  errata del pericolo, pur per motivi diversi) 
  • 66. 7 Il vigile del fuoco: un lavoratore atipico • Il fuoco come altre calamità sono antiche quanto  l’uomo. l uomo.  • La difesa contro questi pericoli è un esigenza nata  a tutela della collettività.  • E’  voluta da chi detiene il potere sociale.                       (se ne trovano tracce fin dall’antica Roma).  • E’ pertanto un approccio che deriva dalla parte  pubblicapubblica.  • Utilizza forze che si ispirano a modelli  organizzativi di tipo militare, anche quando  utilizza risorse volontarie.  Conseguenze • Date le premesse di cui sopra non c’è da  t i i h h li ll l i l ti istupirsi che anche a livello legislativo si  riscontrino tutt’oggi una serie di incongruenze  che non fanno altro che sottolineare la  difficoltà nell’armonizzare il diritto al lavoro  con le esigenze della sicurezza sociale senza  discriminare alcune categorie di lavoratori. • Gli esempi sono numerosi: due eclatanti
  • 67. 8 La normativa quadro sul lavoro notturno: DL 8.4.2003 n.66 • Art. 2 Campo di applicazione • 1. Le disposizioni contenute nel presente decreto si applicano a tutti i settori dia tutti i settori di attivitàattività pubblici e privatipubblici e privati con le unichea tutti i settori dia tutti i settori di attivitàattività pubblici e privatipubblici e privati con le uniche eccezioni del lavoro della gente di mare di cui alla direttiva 1999/63/CE, del personale di volo nella aviazione civile di cui alla direttiva 2000/79/CE e dei lavoratori mobili per quanto attiene ai profili di cui alla direttiva 2002/15/CE. • 2. Nei riguardi delle forze armate e di polizia, dei servizi di protezione civile, ivi compresi quelli del Corpo nazionale deiCorpo nazionale dei vigili del fuocovigili del fuoco, …. le disposizioni contenute nel presente decreto non trovano applicazione in presenza di particolari esigenze inerenti al servizio espletato nonché' degli altri servizi espletati dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, così come individuate con decreto del Ministro competente dicome individuate con decreto del Ministro competente, di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della salute, dell'economia e delle finanze e per la funzione pubblica, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Il testo unico sulla sicurezza negli ambienti di lavoro DL 81/2008 • Articolo 3 - Campo di applicazione • 1. Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settoria tutti i settorip g pp di attività, privati e pubblicidi attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio. • 2. Nei riguardi ….del Dipartimento dei Vigili del Fuoco…., le disposizioni del presente decreto legislativo sono applicate tenendo contotenendo conto delle effettive particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarità organizzative ivi comprese quelle per la tutela della salute e sicurezza del personale nel di i i d i i dcorso di operazioni ed attività condotte
  • 68. 9 La norma è poco chiara • «tener conto di» non può essere interpretata come una deroga, dopo che l’articolo precedente affermauna deroga, dopo che l articolo precedente afferma che la norma si applica a tutti. • Le disposizioni applicative entro 120 gg non sono mai state emanate. • Alla richiesta di chiarimenti alla Commissione Interpello non ne è seguita una sufficiente chiarezza interpretativachiarezza interpretativa. Infatti all’interno del sistema sanitario del corpo dei VVFF convivono 2 figure sanitarie: 1) Medico incaricato 2) Medico competente Il i lt t è h l fi d l di t t è t tIl risultato è che la figura del medico competente è entrato con difficoltà e fa fatica a decollare all’interno dell’istituzione. Per conseguire il suo obbiettivo di tutela della salute, il medico competente, ha come campo d’azione, le criticità dell’istituzione stessa (rischio lavorativo e organizzativo in generale). Laddove il medico incaricato, figura istituzionale storicamente consolidata, non ha nessuna voce in capitolo, assolvendo altre funzioni all’interno dell’organizzazionefunzioni all interno dell organizzazione. Probabilmente la presenza del medico incaricato è stata il maggior ostacolo per la definizione di una normativa chiara all’interno dei corpi di sicurezza dello Stato.
  • 69. 10 Sorveglianza sanitaria VVFF  (e addetti alla sicurezza sociale in generale) Idoneità al servizio                              (valuta stato generico salute) Mi t t l il t di Idoneità alla mansione          (valuta stato salute in funzione del rischio) Mi t t l l l t• Mira a tutelare il posto di lavoro • Privilegia generica capacità prestazionale (criteri di ammissione) • Non idoneità = esclusione dal servizio (grave minaccia all’identità e personale) • Mira a tutelare la salute del lavoratore • Privilegia l’analisi del rischio salute per specifica attività • Non idoneità = esclusione di alcuni compiti, con possibilità di conservare• Se il criterio di valutazione base è prestazionale, l’età è sempre un rischio per motivi fisiologici possibilità di conservare mansione • L’efficienza esecutiva di un compito può non essere legato all’età Alcune conseguenze Idoneità al servizio Protocolli generici P t lli it i “F” Idoneità alla mansione Protocolli specifici A i i i d i i• Protocolli sanitari “F” e “G”PROT. N. 4845/04.01 UFFICIO SANITARIO 16/04/2013 • Scarsa specificità degli accertamenti (es. ECG di base scarsamente predittivo in caso di elevato impegno psico-fisico) • Rischio di escludere dal servizio lavoratori che escono • Accertamenti sanitari decisi caso per caso dal MC in base al DVR • Specificità della valutazione (ECG da sforzo per gli addetti al 118 per il rischio da elevato stress psico-fisico) servizio lavoratori che escono dagli standard ottimali: ampliati limiti di accettabilità (vedi BMI : body mass index): si sottovaluta un fattore di rischio • Gli stili di vita personali possono non avere alcun peso sulla capacità specifica
  • 70. 11 Non eletti gli RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) • Un’altra atipicità che si può osservare, fatto  l t i i iper lo meno strano in un organizzazione  Statale, è che i lavoratori VVFF hanno  rinunciato alla facoltà di farsi rappresentare  dai propri RLS. Può essere un ulteriore  testimonianza della trasversalità del tipo di   cultura in materia di sicurezza e salute negli  ambienti di lavoro. Il DL 81/2008 oggi è di fatto inapplicato nei  riguardo dei lavoratori del corpo dei VVFF Mi riferisco al comando di Verona dove, pur:  1) esistendo un incarico di medico competente • 2) esistendo un DVR con indicazione dei rischi • 3) effettuando il MC i sopralluoghi negli ambienti di lavoro • 4) essendo indetta la riunione annuale ex‐art.35 Al medico competente viene impedita, anche tramite la rescissione del  contratto in caso di resistenza e quindi in palese violazione della legge,  la possibilità di sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria (salvo i  videoterminalisti) per i rischi, apertamente, pur se genericamente  riconosciuti da parte dello stesso Comando, quali :riconosciuti da parte dello stesso Comando, quali :   • ‐ MMC (movimentazione manuale di carichi) • ‐ chimico • ‐ lavoro notturno
  • 71. 12 Eppure il Decreto Ministeriale 14 giugno 1999, n. 450 Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze connesse al servizio espletato nelle  strutture della Polizia di Stato, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e……… Riconosce  con chiarezza il ruolo del Medico competente • Art. 2. ‐ Funzioni di medico competente • 1. Nell'ambito delle attività e dei luoghi di cui all'articolo 1, comma 1, e comunque nelle aree  individuate a norma dell'articolo 23, comma 4, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n.  626, e successive modificazioni e integrazioni, le funzioni di medico competente sono svolte  dai medici del ruolo professionale dei sanitari della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei  vigili del fuoco in possesso dei requisiti richiesti dai decreti legislativi 15 agosto 1991, n. 277,  e 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni e integrazioni, che possono avvalersi  dei medici della medesima Amministrazione o Corpo che abbiano svolto per almeno quattro  anni attività di medico nel settore del lavoro nell'ambito del Ministero dell'interno, designati  a livello centrale e provinciale. • 2. Quando per lo svolgimento di specifici accertamenti medico‐clinici relativi all'attività di  sorveglianza sia richiesta una specializzazione di cui il personale indicato al comma 1 non sia  in possesso, gli accertamenti stessi sono svolti, mediante convenzione, da medici aventi la  specializzazione richiesta. Ma il VVFF ha veramente dei rischi legati alla sua mansione ? • Gli studi in letteratura che evidenziano rischi  l l t d i ff i l ti iper la salute dei vvff sono numerosi e relativi a  più fattori di rischio. Tra l’altro il rischio  chimico, ergonomico, cancerogeno, da stress  lavoro correlato.
  • 72. 13 Evidenza della presenza dei rischi • MMC • Chimico • Cause di servizio, DVR • Dati di letteratura• Chimico • Lavoro notturno • Stress lavoro correlato • Cancerogeno O i i d i t lli • Dati di letteratura • Cause di servizio, orari • Cause di servizio, DVR • Dati di letteratura P di i i d• Omissione dei controlli  sostanze psicotrope  previsti dalla conferenza  Stato‐Regioni • Presenza di mansioni ad  elevato rischio di  infortuni In realtà il DVR non offre molte informazioni utili al MC per programmare una sorveglianza sanitaria • Tuttavia basta fare riferimento a quanto emerso nel recente sopralluogo del MC presso una sede qualsiasi del Comando Provinciale di Verona per far emergere che, in un autobotte, lep g , , attrezzature da lavoro utilizzate dagli addetti: • Sono carichi che oscillano dai 4/6 kg ai 22/25 Kg ma che possono raggiungere i 35 kg. • sono movimentati dai VVFF sia in esercitazione giornaliera e/o settimanale che in opera • sono posizionati ad altezze incongrue (>160 cm o <50 cm da terra) • sono richieste torsioni e proiezioni del busto in avanti con leve svantaggiosesvantaggiose • Le dislocazioni verticali sono del tutto che indifferenti A ciò va aggiunto che la divisa operativa del VVFF pesa 8,5 kg e, qualora munita di autorespiratore, oltre 20 kg.!!
  • 73. 14 I rilievi raccolti evidenziano che: Con il metodo NIOSH, da tutti riconosciuto come metodo di riferimento per la valutazione del rischio ergonomico, gli indici di rischio per la colonna vertebrale, sono spesso elevati (al di sopra di 3) INDICE DI SOLLEVAMENTO LIVELLO DI RISCHIO <0,85 Livello Normale. La situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento. 0,85 - 1,00 Livello di Attenzione. Attivare la sorveglianza sanitaria. Effettuare controlli periodici e attivare la formazione e informazione del personale.formazione e informazione del personale. 1,00 - 3,00 Livello di Rischio! Attivare interventi di prevenzione. Attivare la sorveglianza sanitaria. Attivare la formazione e l'informazione del personale. > 3,00 Livello di Rischio Elevato! Attivare interventi di prevenzione. Attivare la sorveglianza sanitaria. Attivare la formazione e l'informazione del personale. Necessità intervento immediato. criteri chiamati in causa a giustificazione del mancato controllo sanitario e della negazione de rischio specifico • Formazione• Formazione • Uso dei DPI • Uso di procedure Essendo tutti legati al comportamento del lavoratore sono per loro natura stessa i d ti ti il t ll t t l d linadeguati a garantire il controllo totale del rischio.