3. QUADERNI TEMATICI DELL ONA
QTO 111
Morando Soffritti
Il mesotelioma quale
patologia dose dipendente
Editore: Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 30 Giugno 2015
ISBN 978-88-99182-07-6
5. INDICE
PREFAZIONE 6
Il mesotelioma: patologia dose dipendente
1. Relazione
2. Slides
3. Video (solo nel CD)
7
8
19
Il mesotelioma quale patologia dose dipendente
1. Relazione
2. Slides
3. Video (solo nel CD)
33
34
45
Appendice
1. Programma del Convegno del 14 novembre 2012
2. Programma del Convegno del 20-21 marzo 2014
63
67
6. PREFAZIONE
Il mesotelioma è quella particolare neoplasia che si sviluppa a partire
dal mesotelio, lo strato di cellule che riveste le cavità sierose del corpo, e
cioè la pleura, il peritoneo, il pericardio, la tunica vaginale dei testicoli. La
quasi totalità dei casi rilevati di questo tumore si riferisce al mesotelioma
pleurico che è direttamente correlato all'esposizione ad amianto, con una
latenza temporale particolarmente elevata (da dieci/quindici a
quarantacinque anni) e una sopravvivenza media inferiore all anno dal
momento della diagnosi.
Questa definizione, nella sua lineare semplicità, non deve tuttavia
trarre in inganno, in quanto intorno al mesotelioma si sono combattute, e
si combattono tutt ora, dure battaglie, oltre che in ambito sanitario dove
l intento è quello di supportare al meglio coloro che ne sono colpiti, anche
e soprattutto nei tribunali, in particolare quelli italiani, con l obiettivo da
una parte di ottenere almeno un parziale ristoro per i danni subiti e di
punire i comportamenti dolosi, mentre dall altra si cerca in tutti i modi di
evitare l addebito di responsabilità, ricorrendo a tutti i mezzi leciti ed
illeciti.
Uno dei mezzi principali per evitare l addebito di responsabilità è
quello classico della disinformazione, cioè della mistificazione della realtà,
operata spesso ammantando di buon senso argomenti utilizzati
dialetticamente sull origine della patologia e su i suoi meccanismi di
funzionamento, evitando sistematicamente il confronto con le evidenze
offerte dalla ricerca scientifica che vengono negate a prescindere: è lo
stesso comportamento adottato negli anni Sessanta e Settanta del secolo
scorso nei confronti dei risultati delle ricerche di Jrving Selikoff, che
avevano dimostrato in modo incontrovertibile la cancerogenicità
dell asbesto.
Nascono da questa impostazione tutte le argomentazioni usate dagli
avvocati e dai periti di parte datoriale: dalla distinzione fra amianto
buono e amianto cattivo alla teoria della trigger dose, cioè
7. dell originaria fantomatica unica esposizione che avrebbe innescato il
processo cancerogeno; dalle disquisizioni sulla durata e sull intensità
dell esposizione ad asbeto alla limitazione dell origine amianto correlata al
solo mesotelioma ignorando il ruolo di questo materiale in moltissime
altre tipologie tumorali.
Contro questa opera di disinformazione, contro questi atteggiamenti
e queste posizioni preconcette ed interessate, il professor Morando
Soffritti ha sempre combattuto, riaffermando sistematicamente il primato
delle evidenze epidemiologiche e delle evidenze di laboratorio, queste
ultime quasi sempre capaci di precorrere i tempi e di anticipare
l evoluzione delle conseguenze e dei danni indotti dall uso dissennato e
spesso criminale degli agenti tossici e patogeni.
In tale direzione si muovono anche i contributi che abbiamo voluto
raccogliere in questo Quaderno, e che sono costituiti dalle trascrizioni
degli interventi tenuti dal prof. Soffritti alle due Conferenze Internazionali
organizzate dall Osservatorio Nazionale sull Amianto sul tema Lotta
all amianto: il diritto incontra la scienza , tenutesi a Roma, nell Auletta dei
Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, nel mese di novembre del
2012 e nel mese di marzo del 2014.
Essi costituiscono un insegnamento di onestà intellettuale, prima
ancora che di correttezza professionale e di approccio scientifico
disinteressato, tutte merci assai rare nei tempi difficili.
Roma, 30 giugno 2015
Michele Rucco
Segretario Generale dell ONA Onlus
8. Il mesotelioma:
patologia dose dipendente
Relazione al Primo Convegno Internazionale
Lotta all amianto: il diritto incontra la scienza
Auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati,
Roma, 14 novembre 2012
9. Il mesotelioma: patologia dose dipendente
Buongiorno a tutti, ringrazio l avv. Bonanni per la cortesia di avermi
invitato a questo interessante incontro in cui si realizza una situazione che
io personalmente ho sempre auspicato ed auspico. Infatti credo che in una
società complessa come la nostra si configurano problematiche che
richiedono il momento della ricerca scientifica tecnologica per produrre
beni di consumo; che richiedono l intervento della ricerca scientifica
sanitaria per la valutazione del contributo di questi beni di consumo
tecnologicamente creati e per la realizzazione di efficaci sistemi di
controllo che consistono nella misurazione delle possibili contaminazioni
ambientali che si vengono a creare; che richiedono anche la presenza degli
avvocati per intervenire a difesa degli offesi e della Magistratura per
giudicare il dolo eventualmente effettuato: quindi un complesso di
partecipazioni e di interventi correlati che credo debba rappresentare il
futuro verso il quale dobbiamo tendere quanto più rapidamente possibile,
impegnandoci da subito a non mantenere questi ambiti come dei corpi
separati incapaci di comunicare e quindi incapaci di essere efficaci.
Il mio intervento cerca di dare alcune risposte alle domande alle quali sia
gli avvocati sia i magistrati ma anche medici che come me si occupano del
settore si trovano di volta in volta a dover dare.
Voglio iniziare con un breve quadro della situazione ambientale e sanitaria
dell amianto, facendo presente come la produzione mondiale dell amianto
negli anni Ottanta ha raggiunto il suo picco, oltre 4 milioni di tonnellate
all anno di un materiale indistruttibile e che quindi negli anni si è sempre
più accumulato. In circa 50 paesi del nostro pianeta si è avuta la messa al
bando dell uso di questo materiale e dispiace che negli Stati Uniti ciò non
sia stato ancora fatto. Nel nostro paese l amianto non è più utilizzato dal
1991 ed infatti vedete nella slide che in Italia la produzione globale di
amianto ha raggiunto il picco negli anni 80 e che a partire dagli anni 90 la
produzione, e quindi l uso, è praticamente terminata.
Gli impieghi industriali dell amianto: si stima che l amianto venga utilizzato
per la produzione di oltre 3000 tipi di prodotti che riguardano settori
10. industriali quali il cemento amianto, il materiale isolante, il materiale di
frizione (abbiamo sostituito l amianto con le fibre di ceramica le quali
presentano lo stesso tipo di rischio dell utilizzo dell amianto), carte e
cartoni, per tessuti, plastiche, guarnizioni, filtri.
Quali sono le categorie di popolazione maggiormente esposte: gli addetti
all estrazione, quelli che abbiamo identificato in prima istanza, gli addetti
alla produzione e lavorazione dei manufatti, gli addetti alla installazione
dei manufatti, gli addetti alla manutenzione, gli addetti alla demolizione e
alla bonifica. Queste sono tutte diverse ere che si sono succedute nel
tempo e di cui abbiamo misurato gli effetti: i danni da amianto nel
momento dell estrazione, nel momento in cui i lavoratori producevano i
manufatti, in quello in cui li hanno installati e in quello in cui i lavoratori
sono impegnati nella manutenzione di questi manufatti. Oggi quindi si può
dire che entriamo nella quinta ondata della misurazione dei danni
dell amianto: nella slide è rappresentata la distruzione delle Twin Towers
che per gran parte erano state costruite utilizzando amianto come
coibentante; una volta distrutte le fibre di amianto, le fibre dei costituenti
plastici di queste materie, si sono diffuse in tutto l ambiente circostante. E
quindi il problema dell amianto, come il problema di gran parte delle
sostanze chimiche, non è più il problema soltanto di chi le produce e di chi
le consuma, oggi il problema dell amianto e delle sostanze chimiche alle
quali noi siamo esposti, è un problema della nostra collettività che tocca
tutti.
Quali sono le conoscenze storiche delle patologie dell amianto. Un
problema questo che sempre ci troviamo presente nelle aule dei Tribunali:
non si conoscevano i danni dell amianto? In Italia si conoscevano a partire
dagli anni Settanta. Non è vero! In Italia le conoscenze dei danni
dell amianto risalgono all inizio del secolo scorso, all inizio del Novecento.
Infatti negli anni venti fu descritta la fibrosi polmonare da esposizione ad
amianto per la quale si moriva, poi chiamata nel 1927 ed ancora oggi
asbestosi. Nel 1935 dopo oltre mezzo secolo dall inizio del suo impiego
industriale venne prospettata l associazione tra esposizione ad amianto ed
insorgenza del cancro del polmone. Negli anni Sessanta furono descritti i
11. primi casi di mesotelioma della pleura nei lavoratori. Che la conoscenza
degli effetti cronici della esposizione ad amianto risalisse fino agli inizi del
Novecento è un dato che tutti cercano di non riconoscere, ma è un dato
oggettivo riportato nella letteratura medica, nella letteratura giudiziaria e
nei media già all inizio del Novecento.
Si parla molto spesso, e si è sempre parlato ad esempio anche nei
Tribunali, che la patologia correlata in esposizione ad amianto è soltanto il
mesotelioma. Selikoff del Mont Sinai di New York, che è stato quello che
ha mandato in bancarotta la Johns Manville per tutte le perizie e per tutti
gli interventi che ha fatto a protezione dei lavoratori, nella sua coorte di
oltre 15.000 lavoratori, in particolar modo lavoratori dei cantieri navali di
New York e Filadelfia, ha rilevato che in questa coorte il rischio per tutti
questi tipi di tumori e cioè, tumori polmonari, pleurici, peritoneali,
neoplasie del laringe, neoplasie dell orofaringe, neoplasie del tratto
gastrointestinale, dei reni, la incidenza di queste patologie in lavoratori
esposti ad amianto era significativamente aumentata rispetto a quella
attesa.
Oggi, 2009-2012, la IARC ha riconosciuto che non soltanto il mesotelioma
è correlato all amianto, ma che questo minerale agisce come agente
cancerogeno per l uomo anche nel polmone e nella laringe e nelle ovaie
per la donna. Non c è ancora evidenza per quanto riguarda invece i tumori
del colon retto, del faringe e dello stomaco, tumori per i quali invece nella
coorte di Selikoff era segnalata una evidenza significativa di aumento del
rischio per questi tumori. E voglio dire, sempre parlando di Tribunali, che
ci sono periti i quali fino a pochi mesi fa riconoscevano soltanto il
mesotelioma, che rifiutavano di prendere in considerazione il cancro del
polmone, che rifiutavano di prendere in considerazione il cancro del
laringe. Oggi questi periti ovviamente saranno chiamati a riconoscere
queste patologie ma continueranno a negare quelle per le quali già esiste
una evidenza.
Fattori condizionanti il rischio del mesotelioma. Questi sono fattori
importanti perché, prendendoli in considerazione, ci permettono di
modificare quella che è la previsione degli anni attuali rispetto a quelli
12. degli anni che si prefigurano, il 2015 ad esempio. Nella slide voi vedete
che se non si fa niente in Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, si ha
un aumento della percentuale di tumori, in questo caso mesoteliomi ma
che vuol dire anche altri tipi di tumore,di trecento volte, di duecento
volte, e così via. Se non si interviene con quello che è necessario e
possibile fare.
Innanzitutto se noi smettiamo la esposizione all amianto che cosa può
succedere? Innanzitutto che ne ingeriamo meno, ma succede anche che si
da la possibilità al nostro organismo di poter allontanare più rapidamente
quello che già abbiamo ingerito. Infatti, le fibre di crisotilo, che costituisce
circa il 90% della produzione di amianto, sono chimicamente e fisicamente
molto più reattive delle fibre anfiboliche e per questa reattività tissutale
perdono le loro caratteristiche strutturali e si frammentano in fibrille più
piccole. Ora se continua l esposizione è ovvio che queste fibrille più
piccole migrano da tutte le parti e possono terminare il loro sviluppo. Tali
fibrille possono essere rimosse dal polmone ed esalate attraverso le vie
bronchiali o rimosse dal sistema linfatico e veicolate ad altri organi del
corpo. Questo può spiegare il fatto che se cessa l esposizione nel tempo, la
concentrazione tissutale di fibre può diminuire e quindi ne deriva anche
una diminuzione del rischio cancerogeno.
Di tutto questo c è una evidenza epidemiologica, valutata su popolazioni
esposte. Infatti negli esposti ad amianto è stato osservato a partire
almeno dal 1989 che tutti i tipi di fibre di asbesto possono essere rimossi,
compresa la crocidolite, per la quale è stato stimato in uno studio di
coorte australiano, un tempo di dimezzamento nel polmone di 92 mesi.
Per quanto riguarda il crisotilo, la grande maggioranza delle fibre viene
rimossa nel volgere di alcuni mesi , mentre le altre hanno tempi più lunghi.
Uno studio inglese più recente, del 2009, conferma questi dati.
Questo che cosa vuol dire? Vuol dire e lo vediamo anche da questi studi
sperimentali fatti da Wagner nel 1974 (non nel 2010), che misero in
evidenza che nei ratti, in una popolazione di ratti mista, i maschi
trattengono le fibre più a lungo delle femmine. La permanenza delle fibre
aumenta con la dose cumulativa, più se ne respirano, più rimangono. Il
13. tempo di permanenza del crisolito è inferiore a quello degli anfiboli, cioè
della crocido lite, ecc. La quantità di fibre accumulate nel polmone in 6
mesi di esposizione alle dosi studiate in questi ratti , risulta
potenzialmente eliminata dopo 18 mesi di sospensione del trattamento,
nella misura del 74% per l amosite, del 73% per la crocidolite e del 41%
per l antofillite.
I dati biofisici delle varie fibre di amianto, i dati epidemiologici e
sperimentali riguardanti la possibilità di rimozione dal corpo delle fibre di
amianto inalate, indicano che se cessa o diminuisce l esposizione, il rischio
può diminuire. Ciò è in contrasto con il principio della Trigger dose, in
quanto non è soltanto una fibra che conta ma è l insieme della
esposizione, e soprattutto indica che ogni ritardo ad intraprendere
interventi di bonifica o di protezione per evitare/ridurre l esposizione,
costituisce una responsabilità personale ineludibile. E quindi rispetto a
tutti quelli che dicono che tanto è la trigger dose che determina il rischio
di mesotelioma o di altri tipi di tumore, per cui noi che veniamo
successivamente non abbiamo responsabilità, possiamo affermare che
questo è un assunto che non ha una base scientifica.
Seconda cosa sempre legata alla trigger dose, la dose risposta. L asbesto è
un agente cancerogeno completo. Infatti ha la capacità di essere un
agente genotossico (DNA-reattivo) ed anche tossico (con conseguente
aumento della proliferazione cellulare rigenerativa, che quindi aumenta il
rischio), lo rendono di fatto un agente cancerogeno completo (come ha
affermato, anche se in ritardo, la IARC nel 1996 e nel 2012). Manifesta la
sua attività di completezza della cancerogenesità attraverso questi
meccanismi:
§ Le fibre catalizzano, producono la formazione di radicali liberi che
possono causare un danno di tipo genotossico interagendo col DNA;
§ In secondo luogo, le fibre interferiscono con il fuso mitotico alterando
la migrazione dei cromosomi nelle due cellule figlie durante la
riproduzione cellulare, e quindi hanno un effetto cosiddetto
clastogenico;
14. § Inoltre, le fibre stimolano la proliferazione cellulare come risposta ad
un azione tossica;
§ le fibre provocano una reazione infiammatoria cronica che porta al
rilascio ancora di radicali liberi, citochine e fattori di crescita a livello
polmonare;
§ le fibre hanno un ruolo di cocancerogenesi come veicolo di cancerogeni
chimici.
I meccanismi proposti per la cancerogenicità delle fibre attengono dunque
sia alle fasi iniziali (iniziazione) che anche alle fasi finali (cioè di
promozione di questi insulti iniziali).
E ciò ancora è in contrasto con il principio della Trigger dose, in quanto
siamo in presenza di un azione confluente che determina lo sviluppo
dell aumento del rischio.
Voglio dire che a proposito della trigger dose, delle fibrille che migrano dal
polmone alla pleura siamo in presenza anche in questo caso di una
mistificazione dialettica: si è cercato, infatti, di raccontare che sono
responsabili del mesotelioma le fibre ultrafini che derivano dal crisotilo e
che passano nella pleura. Questo assioma è stato inventato per dire che
non essendoci le maschere che potevano bloccare queste fibrille ultrafini
che noi troviamo nel cavo pleurico dei pazienti che muoiono di
mesotelioma, la responsabilità viene meno in quanto l evento è dovuto al
fatto che non avevamo le mascherine adatte, quindi ad un limite tecnico
insormontabile. Giustamente il patologo Suzuki, morto di recente, ha
dimostrato che esistono sì delle fibrille piccole, che sono migrate nel cavo
pleurico, ma che queste fibrille sono il frutto della distruzione delle fibre
più grosse che sono migrate all interno della pleura. Questo per dire i
livelli di mistificazione raggiunti, ai quali solo pochi periti si trovano a
dover smentire.
Poi un altro punto che voglio affrontare è il grado di cancerogenicità dei
vari tipi di fibre di amianto, anche questo un tema molto dibattuto. Si dice:
il crisotilo è buono, la crocidolite è quella cattiva. Il 90% dell amianto che
noi oggi utilizziamo è appunto il crisotilo quindi il problema non sussiste.
15. Questa affermazione è alla base della logica che consente ancora oggi la
produzione di oltre due milioni e mezzo di tonnellate di amianto. Cina,
Russia, e quant altro che poi servono per la costruzione delle abitazioni,
delle strade, dei palazzi in questi paesi cosiddetti in via di sviluppo da dove
poi le persone migrano da quei paesi nei nostri paesi, nascono in ambienti
contaminati e vengono a morire da noi sempre per quel tipo di malattie.
Noi abbiamo studiato il grado di cancerogenicità da circa 20-25 anni e cosa
abbiamo dimostrato? In esperimenti abbiamo dimostrato che tra la
crocidolite ed il crisotilo, somministrati per via iniettiva ai ratti, il grado di
incidenza del mesotelioma sia pleurico sia peritoneale, nei maschi per la
crodidolite è del 65% mentre per il crisotilo è del 70%. Nelle femmine 25%
la crocidolite e 60% crisotilo. Quindi il fatto che la crocidolite sia diversa
dal crisotilo non è documentabile.
Abbiamo studiato vari tipi di asbesto, in particolare l amianto
maggiormente commercializzato (crocidolite, amosite, antofillite, cristilo),
ed abbiamo visto che la percentuale di mesotelioma pleurico per questi
vari tipi di amianto è praticamente la stessa e quindi possiamo affermare
che non esiste l amianto buono e l amianto cattivo.
Altro elemento di discussione è la dose dipendenza, per più alta è la dose
più alta è l incidenza. Nella slide vi sono i dati sull animale, dai quali si vede
che trattando gli animali con 10 milligrammi di amianto, con 5 o con 1
milligrammo, la incidenza di mesotelioma peritoneale passa dal 52%, al
17% e ad un milligrammo l incidenza del mesotelioma è zero. Ed è zero
non perché esista una soglia, ma perché il numero degli animali è basso,
20 maschi e 20 femmine, ovviamente se la popolazione fosse stata di 100
maschi e di 100 femmine o di 500 maschi e di 500 femmine, lo
troveremmo anche ad un milligrammo per animale.
Correlazione dose espositiva e durata della latenza. Da questi nostri
esperimenti è possibile vedere che più bassa è la dose di trattamento (25,
10, 5 e 1 milligrammo), più alta è la latenza: a 25 milligrammi abbiamo una
latenza di 55 settimane; a 10 milligrammi una latenza, cioè una distanza
dal momento della iniezione al momento dell insorgenza del tumore che
passa a 78 settimane, e a 92 settimane nel caso di somministrazione di 1
16. milligrammo. Più bassa è la esposizione più prolungata è l insorgenza della
malattia. Anche questo è un dato importante, perché se noi consideriamo,
ad esempio, marinai di leva che sono stati esposti per un anno e
mezzo/due anni in condizioni sulle quali non mi sto a dilungare perché
sarebbe necessario dedicare una giornata intera alla situazione del rischio
da amianto nella Marina Militare. Con due anni soltanto, a distanza di 30-
35 anni sviluppano mesotelioma. Quindi se l esposizione fosse stata più
bassa, ovviamente la latenza sarebbe stata più lunga.
Quali sono le acquisizioni sulla cancerogenicità delle fibre di vetro, delle
fibre di roccia e delle fibre di ceramica, cioè di quelle che sono le fibre
sostitutive dell amianto. Ci sono dati sperimentali e dati epidemiologici.
Quelli epidemiologici sono ancora incerti, perché il periodo dell utilizzo è
appena di 10, 15, 20 anni ed abbiamo bisogno di altri 15-20 anni per
andare a verificare sull uomo gli effetti che già abbiamo misurato sugli
animali sperimentali. E sugli animali sperimentali abbiamo visto che le
fibre di vetro possono determinare carcinomi polmonari e mesoteliomi,
altrettanto le fibre di roccia e di scoria, altrettanto le fibre di ceramica.
Voi vedete dalla slide che sull uomo c è un evidenza ancora limitata.
Continuiamo in questo modo e vedremo ancora un evidenza che ci
chiarirà sempre di più.
E qui voglio introdurre il tema della inertizzazione dell amianto: è una
soluzione che potrebbe anche essere percorribile, ma non abbiamo alcuna
evidenza perché non è mai stato studiato se questo materiale inertizzato
una volta instillato nella pleura o nel peritoneo di animali, come quelli che
abbiamo visto adesso, produca effetti. Perché dico questo? Perché mi fa
venire in mente quello che negli anni Settanta si diceva degli inceneritori,
quando parlavano i fabbricanti degli inceneritori che venivano ad illustrare
agli amministratori pubblici le grandi capacità dei loro prodotti. Che cosa è
che dicevano? Esce soltanto vapore acqueo. Dopo 10-15 anni abbiamo
visto che escono benzofluorati, diossine e quant altro: non si fecero allora
studi adeguati per misurare la sicurezza di quelle tecnologie che
rappresentavano la panacea di tutti i nostri problemi,. Credo che
dovrebbe essere mandatorio anche per quelle industrie che producono
17. queste tecnologie di inertizzazione valutare sperimentalmente in un
modello in vivo se questi materiali sono veramente inerti, e non soltanto
inerti, ma anche sicuri.
In conclusione:
· il mesotelioma, come tutti gli altri tipi di tumore, dipende dalla
predisposizione (c è chi è più sensibile e chi meno); dalla esposizione
(che è la moltiplicazione della dose per la durata; la dose può essere
bassa e durare l esposizione molto oppure la dose può essere alta con
breve esposizione, ma la somma è sempre uguale); dalla età e dall età
dell inizio dell esposizione (ad esempio i bambini hanno più tempo per
sviluppare la potenzialità cancerogena dell amianto rispetto ad una
popolazione che comincia ad essere esposta a 20-30-40 anni di età).
Quest ultima ricorrenza, dal punto di vista della sanità pubblica
rappresenta uno dei più grandi problemi perché noi oggi stiamo
misurando epidemiologicamente la espressione di una esposizione che
è cominciata per la maggioranza della popolazione all età di 30-40 anni;
oggi noi invece abbiamo bambini che cominciano ad essere esposti
nelle scuole, con l acqua che può essere contaminata perché le
tubature si stanno deteriorando, e così via e quindi quello che potrà
essere la prospettiva dei prossimi decenni è di difficile interpretazione.
· Non ci sono basi scientifiche, lo riaffermo con forza, che possano
giustificare la teoria della Trigger dose.
· L amianto, se cessa l esposizione, può essere rimosso e quindi, in
prospettiva, può diminuire il rischio.
· L amianto è un cancerogeno completo.
· Non c è differenza sulla cancerogenicità dei vari tipi di fibre.
· Esiste una correlazione dose-dipendente tra esposizione ad amianto,
incidenza e periodo di latenza.
· L amianto, veicolato ai vari tessuti e organi, può indurre vari tipi di
tumore e non soltanto mesotelioma, non soltanto cancro del polmone,
ma anche altri tipi di tumore, come fanno tutti gli agenti cancerogeni.
Infine, poche considerazioni di carattere generale:
18. · Come limitare gli effetti nocivi per la salute dovuti all amianto: optando
per la soglia espositiva zero . Per gli agenti cancerogeni non esiste
soglia!
· Come limitare o interrompere la sua progressiva immissione
nell ambiente: estendendo il bando dell amianto in tutti i Paesi del
mondo.
· Come affrontare il problema dell amianto già presente nell ambiente:
garantendo un adeguato monitoraggio ed affinando le tecniche di
bonifica, attraverso anche una formazione ed aggiornamento continuo
del personale addetto.
· Come e dove collocare le scorie che risultano dalle bonifiche: un
problema, e mi ricollego a quanto dicevo prima, non ancora risolto in
modo soddisfacente.
· Come affrontare il problema dei sostituti dell amianto: aggiornando le
conoscenze scientifiche sui vari materiali alternativi, attraverso studi di
laboratorio che consentano di predire qualitativamente e
quantitativamente i potenziali rischi.
· Come assistere adeguatamente le fasce di popolazione esposte
professionalmente e ambientalmente: programmando iniziative di
sorveglianza oncologica, fattibili e utili, soprattutto per le patologie
oncologiche che insorgono prevalentemente in età avanzata.
Grazie.
Indice
19. Istituto Nazionale B. Ramazzini
Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni
14 Novembre 2012
ROMA
Il mesotelioma:
una patologia
dose dipendente
Morando Soffritti, MD
2
Produzione mondiale di amianto dal 1900 al 2003a
a U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, 2006
103ton
anni
0
1000
2000
3000
4000
5000
1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
20. 3
Produzione e consumo di amianto in Italia dal 1920 al 2003a
a U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, 2006
anni
103ton
0
50
100
150
200
1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Produzione
Consumo
4
Tabella 2. Gli impieghi industriali dell amianto
Ø Si stima che l amianto venga utilizzato per la produzione
di oltre 3.000 tipi di prodotti che riguardano settori
industriali quali:
cemento amianto
materiale isolante
materiale di frizione
carte e cartoni
tessuti
plastiche
guarnizioni
filtri
21. 5
Tabella 3. Le popolazioni esposte
Ø Categorie di lavoratori:
gli addetti all estrazione
gli addetti alla produzione e lavorazione dei manufatti
gli addetti alla installazione dei manufatti
gli addetti alla manutenzione
gli addetti alla demolizione ed alla bonifica
Ø La popolazione generale a causa dell inquinamento
ambientale
6
CRC/FR
febbraio 2003
-32-
22. 7
Ø I primi casi di fibrosi polmonare sono stati descritti all inizio
del 1900.
Ø Negli anni 20 fu descritta la fibrosi polmonare da esposizione
ad amianto, poi chiamata nel 1927, ed ancor oggi, asbestosi.
Ø Nel 1935, dopo oltre mezzo secolo dal suo impiego
industriale, venne prospettata l associazione tra esposizione
ad amianto ed insorgenza di cancro polmonare.
Ø Nel 1960 furono descritti i primi casi di mesotelioma della
pleura in lavoratori.
Tabella 4. Gli effetti patologici: le conoscenze storiche delle
patologie da amianto
CRC/R 04
8
Ø Decessi totali +
Ø Neoplasie di tutte le sedi +
Neoplasie polmonari +
Mesotelioni pleurici +
Mesoteliomi peritoneali +
Neoplasie del laringe (+ )
Neoplasie dell orofaringe +
Neoplasie del tratto gastrointestinale +
Neoplasie renali +
Ø Patologie polmonari non infettive totali +
Asbestosi (comprese le placche pleuriche +
Tabella 5. Gli effetti patologici: gli aumenti dei decessi in
esposti ad amianto rispetto agli attesia
Causa di morte Aumentob
A Da Selikoff e Seidman, 1991
B += statisticamente significativo; (+) 0 significatività borderline
23. 9
Tabella 6. Nuova valutazione della IARC sui rischi
cancerogeni da amianto, 2009
Sede o tipo di tumore
con sufficiente evidenza
per l uomo
Altre sedi con limitata
evidenza per l uomo
Polmone
Mesotelioma
Laringe
Ovaia
Colonretto
Faringe
Stomaco
10
Fattori condizionanti il rischio di
mesotelioma
24. 11
Tabella 7. Gli effetti patologici: raffronto fra la mortalità per mesotelioma nella
popolazione maschile osservata nel 1989 e quella prevista nel 2015 in sei paesi
dell Europa occidentalea
Paese Anno Variazione
percentuale
1986b 2015c
Gran Bretagna
Francia
Germania
Italia
Olanda
Svizzera
Totale
420
490
450
440
170
50
2.020
1.750
1.550
1.370
940
930
170
6.700
+317
+216
+204
+114
+447
+220
+231
12
Ø Il crisotilo costituisce circa il 90% della produzione di amianto
Ø Le fibre di crisotilo sono chimicamente e fisicamente molto più
reattive delle fibre anfiboliche e per questa reattività tissutale,
perdono le loro caratteristiche strutturali e si frammentano in
fibrille più piccole
Ø Tali fibrille possono essere rimosse dal polmone ed esalate
attraverso le vie bronchiali o rimosse dal sistema linfatico e
veicolate ad altri organi del corpo (Marten et al. 1989; Davis et
al. 1986)
Ø Questo può spiegare il fatto che se cessa l esposizione nel
tempo, la concentrazione tissutale di fibre può diminuire e quindi,
ne deriva, anche il rischio cancerogeno
Rimozione delle fibre di amianto: ciò che sappiamo (Parte I)
CRC/R 04
25. 13
Ø Negli esposti ad amianto è stato osservato, a partire almeno
dal 1989 (Berry et al. 1989), che tutti i tipi di fibre di asbesto
possono essere rimossi compresa la crocidolite per la quale è
stato stimato , in uno studio di coorte australiano, un tempo di
dimezzamento nel polmone di 92 mesi (de Klerk et al. 1996)
Ø Per quanto riguarda il crisotilo, la grande maggioranza delle
fibre viene rimossa nel volgere di alcuni mesi, mentre le altre
hanno tempi più lunghi (Churg e Wright, 1994)
Ø Uno studio inglese più recente conferma questi dati (Berry et
al, 2009)
Rimozione delle fibre di amianto: evidenza
epidemiologica (Parte II)
CRC/R 04
§ Evidenza epidemiologica
14
Ø I maschi trattengono le fibre più a lungo delle femmine
Ø La permanenza delle fibre aumenta con la dose cumulativa
Ø Il tempo di permanenza del crisotilo è inferiore a quello degli
anfiboli
Ø La quantità di fibre accumulate nel polmone in 6 mesi di
esposizione alle dosi studiate, risulta potenzialmente eliminata
dopo 18 mesi di sospensione del trattamento (74%, 73% e 41%
rispettivamente per amosite, crocidolite e antofillite)
Rimozione delle fibre di amianto: evidenza
sperimentale
CRC/R 04
§ Evidenza sperimentale su ratti Wistar trattati per via inalatoria (Wagner,
1974)
26. 15
ØI dati biofisici delle varie fibre di amianto, i dati
epidemiologici e sperimentali riguardanti la possibilità di
rimozione dal corpo delle fibre di amianto inalati,
indicano che se cessa o diminuisce l esposizione, il
rischio può diminuire
ØCiò è in contrasto con il principio della Trigger dose
ØOgni ritardo ad intraprendere interventi di bonifica o di
protezione per evitare/ridurre l esposizione, costituisce
una responsabilità personale ineludibile
CRC/R 04
16
Ø Le fibre catalizzano la formazione di radicali liberi che possono
causare un danno di tipo genotossico interagendo col DNA
Ø Le fibre interferiscono con il fuso mitotico alterando la migrazione
dei cromosomi nelle due cellule figlie durante la riproduzione
cellulare
Ø Le fibre stimolano la proliferazione cellulare come risposta ad
un azione tossica
L asbesto un agente cancerogeno completo (I Parte)
CRC/R 04
§ Le capacità dell asbesto di essere un agente genotossico (DNA-reattivo)
ed anche tossico (con conseguente aumento della proliferazione cellulare
rigenerativa, lo rendono di fatto un agente cancerogeno completo (IARC,
1996 e 2012) attraverso i seguenti meccanismi:
27. 17
Ø Le fibre provocano una reazione infiammatoria cronica che porta al
rilascio di radicali liberi, citochine e fattori di crescita a livello
polmonare
Ø Le fibre hanno un ruolo di cocancerogenesi come veicolo di
cancerogeni chimici
L asbesto un agente cancerogeno completo (II Parte)
CRC/R 04
§ I meccanismi proposti per la cancerogenicità delle fibre
attengono dunque sia alle fasi iniziali (iniziazione) che alle fasi
finali (promozione)
§ Ciò è in contrasto con il principio della Trigger dose
18
Il grado di cancerogenicità dei vari tipi di
fibre di amianto: i dati dell Istituto Ramazzini
28. Confronto del grado di cancerogenicità tra Crocidolite
e Crisotilo
19
Saggi sperimentali di cancerogenicità a lungo termine di 2 tipi di amianto, mediante iniezione intrapleurica in
ratti Sprague-Dawley, condotti presso i laboratori del CRC/IRa (BT 2101)
Materiale Dose (mg) Animale Animali con mesotelioma
pleurico (%)
Latenza (settimane)
Crocidoliteb
Crisotilo
(Canada, UICC)
Acqua
(controlli)
104,825
25
25
M F M+F
20
20
20
20
20
20
40
40
40
M
103,4
109,6
F M+F
108,4
112,7 111,9
M
65,0
70,0
F M+F
25,0
60,0
45,0
65,0
aDa: F. Minardi e C. Maltoni, 1989
bUICC = Unione Internazionale Contro il Cancro
20
Grado di cancerogenicità di vari tipi commerciali di
amianto
Crocidolite (UICC)b 25
Amosite (UICC) 25
Antofillite (UICC) 25
Crisotilo (Rodesia, UICC) 25
Crisotilo (Canada, UICC) 25
Crisotilo (California) 25
Acqua 0
97,5
90,0
82,5
82,5
80,0 75,0
72,5
-
Materiale Dose (mg) Animalicon mesotelioma
pleurico (%)
Saggi sperimentali di cancerogenicità a lungo termine di diversi tipi di amianto, mediante
iniezione intrapleritoneale in ratti Sprague-Dawley, condotti presso i laboratori del CRC/IR (BT
2101)a
aDa: C. Maltoni e F. Minardi, 1989
bUICC = Unione Internazionale Contro il Cancro
29. 21
Dose dipendenza della
induzione dei mesoteliomi
22
Mesotelioma: tumore maligno dose-dipendente
Materiale Trattamento
Crisotilo canadese
modificato (N..5)
10 50,0
Mesoteliomi peritoneali
Animali
N
%
10
a Dati non ancora disponibili
mg/cc Sesso N
20
M+F 40 0
1
0
20 11 55,0F
M
M+F 40
0
17,2
M
M+F
M
M+F
M
F
F
F
5 20
20
40
20
20
40
20
20
4
3
7
0
0
0
0
21
20,0
15,0
52,5
Incidenza di mesoteliomi peritoneali osservati macroscopicamente all autopsia in ratti Sprague-Dawley trattati con Crisotilo
canadese modificato (N.5) per via iniettiva e seguiti fino a morte spontanea (Esp. BT2111) a
30. 23
Correlazione dose espositiva e
durata della latenza
24
Correlazione dose - latenza
Materiale Trattamento
Crisotilo canadese modificato
(N..5)
25 15,0
Mesoteliomi peritoneali
Animali
N
Latenza (sett.)
3
mg/cc Sesso N
20
40 1
5
1
20 3 15,0F
M
M+F 40
1
79,8
M
M+F
M
M+F
F
F
10 20
20
40
20
20
40
20
20
3
2
5
2
1
3
0
6
74,0
88,5
15,0
Incidenza e tempo di latenza di mesoteliomiperitoneali in Topi Swiss trattati con Crisotilo canadese modificato per via iniettiva
e seguiti fino a morte spontanea (Esp. BT2111)
%
58,3
53,3
55,7
15,0
10,0
78,0
M
F
M+F
M+F
M
F
20
20
40
0
0
0
10,0
5,0
7,5
12,5
79,0
78,0
5,0
2,5
92,0
92,0
0
31. 25
Acquisizioni sulla cancerogenicità delle fibre di vetro, delle fibre
di roccia e delle fibre di ceramica
a + = chiara evidenza; (+) = evidenza limitata
Effetti cancerogeni
Sull'animale da esperimento Sull'uomo
Tipo di fibre
Tipo di tumore Evidenzaa
Tipo di tumore Evidenzaa
Fibre di vetro Carcinomi polmonari
Mesoteliomi
+
+
Carcinomi polmonari
Mesoteliomi
(+ )
(+ )
Fibre di roccia e di scoria Adenomi polmonari
Mesoteliomi
(+ )
+
Carcinomi polmonari (+ )
Fibre di ceramica Tumori polmonari
Mesoteliomi
(+ )
+
26
§ Il mesotelioma, come tutti gli altri tipi di
tumore, dipende dalla predisposizione, dalla
esposizione (dose x durata), dalla età e
dall età dell inizio dell esposizione
§ Non ci sono basi scientifiche che possano
giustificare la teoria della Trigger dose
§ L amianto, se cessa l esposizione, può
essere rimosso e quindi, in prospettiva, può
diminuire il rischio
Conclusioni (Parte I)
32. 27
§ L amianto è un cancerogeno completo
§ Non c è differenza sulla cancerogenicità dei
vari tipi di fibre
§ Esiste una correlazione dose-dipendente
tra esposizione ad amianto, incidenza e
periodo di latenza
§ L amianto, veicolato ai vari tessuti e organi,
può indurre vari tipi di tumore
Conclusioni (Parte II)
28
Ø Come limitare gli effetti nocivi per la salute dovuti all amianto:
optando per la soglia espositiva zero
Ø Come limitare o interrompere la sua progressiva immissione
nell ambiente: estendendo il bando dell amianto in tutti i Paesi
del mondo
Ø Come affrontare il problema dell amianto già presente
nell ambiente: garantendo un adeguato monitoraggio ed
affinando le tecniche di bonifica, attraverso anche una
formazione ed aggiornamento continuo del personale addetto
L amianto: un problema di sanità pubblica (Parte III)
33. 29
Ø Come e dove collocare le scorie che risultano dalle bonifiche:
un problema non ancora risolto in modo soddisfacente
Ø Come affrontare il problema dei sostituti dell amianto:
aggiornando le conoscenze scientifiche sui vari materiali
alternativi, attraverso studi di laboratorio che consentano di
predire quali-quantitativamente i potenziali rischi
Ø Come assistere adeguatamente le fasce di popolazione
esposte professionalmente e ambientalmente: programmando
iniziative di sorveglianza oncologica, fattibili e utili,
soprattutto per le patologie oncologiche, che insorgono
prevalentemente in età avanzata
L amianto: un problema di sanità pubblica (Parte IV)
Indice
34. Il mesotelioma quale
patologia dose dipendente
Relazione al Primo Convegno Internazionale
Lotta all amianto: il diritto incontra la scienza
Auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati,
Roma, 14 novembre 2012
35. Il mesotelioma quale patologia dose dipendente.
Buonasera e grazie all avvocato Bonanni per avermi invitato anche
quest anno a questo incontro che vede riuniti tanti tipi di esperienze che
affrontano un unico problema che è quello della diffusione dell amianto,
dell uso dell amianto e gli effetti per la salute che l amianto ha avuto.
Quando si parla di amianto si dimentica, io credo, che l amianto è
utilizzato in oltre 3.000 situazioni, come è stato calcolato; usato in 3000
situazioni vuol dire, ad esempio, che la situazione della presenza
dell amianto nelle banche, come prima veniva ricordato, non viene mai
presa in considerazione, non si pensa che all interno di una banca ci possa
essere dell amianto. Il professor Maltoni circa 20 anni fa documentò un
caso di mesotelioma in un bancario il quale aveva avuto soltanto la
sfortuna di vivere in un ufficio al di sopra del quale il soffitto era
coibentato con fibre di amianto. Chi mai avrebbe potuto pensare che in
quell ambiente, in quella situazione poteva esserci dell amianto? Come chi
può aver pensato nel caso di cui all intervento precedente che quel
lavoratore della banca Monte dei Paschi di Siena, dove ovviamente si
pensa non ci sia amianto, svolgendo solamente il lavoro di manutentore
delle automobili, di meccanico, era esposto come bancario, come
dipendente di una banca a fibre di amianto.
Queste sono situazioni innumerevoli per le quali si dice, lo dicono, non l ho
mai detto io, non lo hanno mai detto quelli che mi hanno seguito in questo
percorso, che in effetti l esposizione ad amianto può essere motivata nel
40-50% delle situazioni. E si dice questo perché non si va a scavare, come
diceva Selikoff, nella storia, nella storia non soltanto lavorativo, ma anche
nell ambiente di vita generale, e allora gratta gratta si vede sempre che a
fronte di una patologia amianto correlata si trova sempre il momento
della esposizione.
Altre volte si dice che l esposizione è stata breve, l esposizione è stata
occasionale, e che quindi è impossibile che possa aver causato una
patologia amianto correlata. Altre volte si dice che ci sono esposizioni
prolungate ma con dosi cosiddette talmente inefficenti che è impossibile
36. che abbiano provocato i danni dell amianto. Quando si va a vedere se
l amianto, se l esposizione all amianto ha causato danni dopo la
cessazione espositiva di 10-15-20-30 anni come si può pensare che quei
due o tre anni di esposizione, ad esempio dei marinai di leva con un età
dai 18 ai 20 anni, possa aver determinato dopo 30-40 anni un
mesotelioma?
Chi contraddice tutto questo usa dei modi di dire che si richiamano al
buon senso e non invece a dei dati che ormai in 30-40 anni la letteratura
scientifica ha prodotto e in gran parte avvallato. Io vorrei riprendere la mia
presentazione che in gran parte era già stata fatta due anni fa per
presentare quello che ormai è già assodato, quello che si ritiene fondato,
quelle conoscenze che ci fanno dire beh sì in effetti questo è quanto può
succedere ed utilizzare queste conoscenze ormai di base per arrivare a
quello che il più delle volte è presente nei dibattimenti giudiziari nei vari
tribunali e cioè il ruolo della correlazione mesotelioma e dose, il ruolo
della correlazione mesotelioma e latenza.
Con l obiettivo di arrivare appunto a dire smettiamo di consumare
inutilmente soldi, denaro, tempo in dibattimenti, in discussioni che sono
ormai definitivamente avvallate e che vengono nel secondo e terzo grado
smentite soltanto per il fatto che il nuovo giudice o il nuovo pubblico
ministero non è adeguatamente informato perché a lui arrivano poche
casi e quindi non è in grado di poter acquisire tutta la documentazione
necessaria. In questo modo alcuni di questi casi vengono poi bocciati dai
vari livelli giudiziari secondari non perché non siano veri, non perché ci sia
stato un approfondimento della discussione, ma soltanto perché si ignora
il quantum.
Brevemente alcune premesse. L amianto o asbesto (le due parole sono
interscambiabili) è il nome generico di una serie di silicati fibrosi naturali,
molto diffusi in natura, che possono essere classificati in due gruppi
primari: il gruppo della roccia serpentina e quello degli anfiboli.
Si stima, come dicevo prima, che l amianto venga utilizzato per la
produzione di oltre 3.000 tipi di prodotti che riguardano settori industriali
quali: cemento amianto, materiale isolante, materiale di frizione, carta e
37. cartoni, tessuti, plastiche, guarnizioni e filtri; quindi dappertutto, non c è
momento della nostra vita dove noi non incontriamo l amianto.
Quali sono le categorie di popolazioni esposte? Categorie varie di
lavoratori: gli addetti all estrazione dell amianto; gli addetti alla
produzione e lavorazione dei manufatti; gli addetti alla installazione dei
manufatti; gli addetti ancora alla manutenzione; gli addetti alla
demolizione ed alla bonifica. La popolazione generale a causa
dell inquinamento ambientale. Poi di volta in volta aggiungiamo altre
categorie: i militari dell aereonautica; gli operatori dei teatri lirici,
pensiamo soltanto ai grandi teatri lirici come la Scala, il teatro di Roma, il
San Carlo, ma pensiamo anche che ognuno degli 8000 comuni italiani ha il
suo teatro, un piccolo teatro, costruito utilizzando dei materiali secondari,
di bassa qualità e quanto amianto possiamo trovare in questi teatri dei
piccoli comuni?
Nuova valutazione della IARC sui rischi cancerogeni da amianto. Per anni
abbiamo detto che il mesotelioma era correlato all esposizione
all amianto, poi quando tutti cominciavano a dire che c era tutta
l evidenza che non soltanto il mesotelioma ma anche il cancro del
polmone era correlato all esposizione all amianto, tutti a negarlo. Quanti
medici del lavoro ho incontrato che a fronte della mia posizione che
esprimeva quello che stava emergendo, quello che era emerso in tutti
questi anni che c era un correlazione tra l esposizione all amianto ed il
cancro del polmone. Oggi la IARC, due o tre anni fa, ha accertato che in
effetti l amianto è cancerogeno nell uomo per il polmone, è cancerogeno
nell uomo per la laringe, è cancerogeno nella donna per l ovaio. Ma nei
prossimi anni ce ne saranno tanti altri: il cancro del colon, il cancro dello
stomanco, le leucemie ed i linfomi, perché, cari amici, un agente
cancerogeno non è così intelligente da andare a colpire soltanto un
organo o un sistema. In funzione della situazione dell organismo, del
profilo genetico, di tutto quello che voi potete immaginare, ci saranno
quelli che sono colpiti per l ovaio, che sono colpiti per lo stomaco, o per il
colon o quant altro.
38. Per cui un agente cancerogeno è un agente cancerogeno multipotente,
multisede, e quindi quello che va considerato è la cancerogenicità di una
sostanza di per se stessa e non è vero che in questo modo tutte le
sostanze sarebbero cancerogene, non è vero. Ci sono quelle che sono
cancerogene, altre che non lo sono, altri agenti che hanno bisogno di un
periodo di latenza al di sopra di quella che è l attesa di vita in generale
dell uomo. Quindi il punto è quello che noi dobbiamo studiare questi
agenti, queste sostanze in un modo integrato, in un modo che sia il più
possibile sensibile ed è per questo, ad esempio, che io ritengo
assolutamente inutile fare esperimenti su ratti e su topi la cui
osservazione dura per i due terzi della vita dell animale quando il cancro
insorge nel terzo terzo della vita sia dell uomo che dell animale. Io ritengo
non utile considerare ad esempio il fatto di dare per scontato che
determinate tecnologie che non sono mai state valutate adeguatamente
siano sicure o che non ci siano gli elementi di base per considerarle
rischiose.
Ed è per questo, ad esempio, che tante volte in situazioni in cui mi sono
trovato ritengo che tutto il processo di inertizzazione dell amianto, il
prodotto finale che deriva da questa inertizzazione deve essere studiato in
esperimenti a lungo termine come è stato studiato l amianto prima di dire
che è sicuro, perché studi di questi genere su questi prodotti non ne sono
stati fatti. Sono stati fatti studi in vitro su cellule, sono stati fatti studi in
vivo di tossicità, ma non sono stati fatti esperimenti a lungo termine che
dimostrino che quella frammentazione come ben è stata rappresentata in
quel documento che è stato distribuito stamane sia veramente innocua.
Il rischio cancerogeno: il quadro delle conoscenze sull amianto. Prima di
tutto: tutti i vari tipi di fibra sperimentate su animale, ratto o topo, si sono
dimostrate tutte cancerogene e la differenza tra il cosiddetto amianto
buono, il crisotilo, e il cosiddetto amianto cattivo, la crocidolite, non
esiste. Infatti se noi guardiamo la slide, i dati sperimentali ottenuti
iniettando le varie fibre nella pleura dei topi, dimostrano che a fronte di
un 45 % di mesoteliomi da crocidolite c è un 65% di mesoteliomi da
crisotilo. L inverso di quello che siamo portati a pensare.
39. Quello che sappiamo: Il crisotilo costituisce circa il 90% della produzione di
amianto. Come è stato illustrato da uno degli oratori che mi ha preceduto,
uno strumento di identificazione della esposizione ad amianto è costituito
dalla ricerca dei corpuscoli di amianto. Le fibre di crisotilo sono
chimicamente e fisicamente molto più reattive delle fibre anfiboliche e per
questa reattività tissutale, perdono le loro caratteristiche strutturali e si
frammentano in fibrille più piccole. Quindi cosa andiamo a cercare i
corpuscoli dell amianto, quando il 90% dell amianto che noi utilizziamo è
crisotilo. E inutile. Quante volte ci sentiamo dire in Tribunale che non
abbiamo trovato i corpuscoli di amianto nel polmone, quante volte.
Provate a dirlo in Tribunale con i periti di parte, di parte avversa. Tali
fibrille possono essere rimosse dal polmone ed esalate attraverso le vie
bronchiali o rimosse dal sistema linfatico e veicolate ad altri organi del
corpo. Questo può spiegare il fatto che se cessa l esposizione nel tempo, la
concentrazione tissutale di fibre può diminuire e quindi, ne deriva, anche
la diminuzione del rischio cancerogeno. Questo inoltre può spiegare
perché può capitare che in persone esposte ad amianto e decedute per
neoplasie polmonari, frequentemente non viene riscontrata la presenza di
corpi d asbesto.
Ma di tutto questo, abbiamo delle evidenze- Abbiamo le evidenze
epidemiologiche. Negli esposti ad amianto è stato osservato, a partire
almeno dal 1989, che tutti i tipi di fibre di asbesto possono essere rimossi
compresa la crocidolite per la quale è stato stimato, in uno studio di
coorte australiano, un tempo di dimezzamento nel polmone di 92 mesi.
Per quanto riguarda il crisotilo, la grande maggioranza delle fibre viene
rimossa nel volgere di alcuni mesi, mentre le altre hanno tempi più lunghi.
Infine uno studio inglese del 2009 conferma tutti questi dati, che hanno
una loro antichità.
Ma poi c è l esperienza sperimentale del 1974 di Wagner su ratti Wistar
che dimostrò che i maschi trattengono le fibre più a lungo delle femmine ;
la permanenza delle fibre aumenta con la dose cumulativa; il tempo di
permanenza del crisotilo è inferiore a quello degli anfiboli; la quantità di
fibre accumulate nel polmone in 6 mesi di esposizione alle dosi studiate,
40. risulta potenzialmente eliminata dopo 18 mesi di sospensione del
trattamento (74%, 73% e 41% rispettivamente per amosite, crocidolite e
antofillite).
Quante cose che sappiamo, ma nessuno le presenta, e quando si
presentano non vengono ascoltate.
In sostanza, i dati biofisici delle varie fibre di amianto, i dati epidemiologici
e sperimentali riguardanti la possibilità di rimozione dal corpo delle fibre
di amianto inalate, indicano che se cessa o diminuisce l esposizione, il
rischio può diminuire. Ciò è in contrasto con il principio della Trigger dose.
Ogni ritardo ad intraprendere interventi di bonifica o di protezione per
evitare/ridurre l esposizione, costituisce una responsabilità personale, a
mio avviso, ineludibile.
L asbesto è un agente cancerogeno completo: si è sempre detto che
l asbesto è una fibra; ma come fa una fibra a possedere tutti i meccanismi
per poter svolgere questa azione cancerogena nei confronti delle cellule,
nei confronti dei tessuti. Perfetto. Allora in questi ultimi decenni si è
andati a fondo del problema e che cosa è emerso? Emerge che, come
diceva prima il dottor Gordon, le capacità dell asbesto di essere un agente
genotossico (DNA-reattivo) ed anche tossico (con conseguente aumento
della proliferazione cellulare rigenerativa), lo rendono di fatto un agente
cancerogeno completo, attraverso questi meccanismi che sono elencati
dall ultima monografia dello IARC:
§ Le fibre catalizzano la formazione di radicali liberi che possono causare
un danno di tipo genotossico interagendo col DNA, con il quale
confinano all interno delle cellule;
§ Le fibre interferiscono con il fuso mitotico alterando la migrazione dei
cromosomi nelle due cellule figlie durante la riproduzione cellulare;
§ Le fibre stimolano la proliferazione cellulare come risposta ad una
azione tossica;
§ Le fibre provocano una reazione infiammatoria cronica che porta al
rilascio di radicali liberi, citochine e fattori di crescita a livello
polmonare;
41. § Le fibre hanno un ruolo di cocancerogenesi come veicolo di
cancerogeni chimici
I meccanismi proposti per la cancerogenicità delle fibre attengono dunque
sia alle fasi iniziali (chiamata iniziazione) che alle fasi finali (promozione e
progressione) e ciò ancora è in contrasto con il principio della Trigger
dose, ovviamente, perché le fibre che si accumulano una svolge una
funzione di iniziatrice, un altra di promozione, un altra di progressione e
quindi come può esserci soltanto una dose iniziale responsabile di tante
patologie?
Infine, brevemente, il Mesotelioma della pleura e del peritoneo. Alcuni
dati storici, anche se la storia non si studia più e si dimentica tutto.
I primi tumori della pleura furono osservati e descritti da E. Wagner nel
1870 ma soltanto nel 1908 venne coniato da Adami il termine
mesotelioma; nel 1931 Klemperer e Rabin fissarono le caratteristiche
patologiche e la diagnostica di questa neoplasia. Si è sempre detto
patologia difficilmente diagnosticabile anatomopatologicamente perché i
casi a quei tempi erano estremamente rari, ma non che non fossero già
state caratterizzate queste lesioni.
La patologia del mesotelioma ha una latenza temporale particolarmente
elevata, che va dai 15 ai 45 anni. La diagnosi di mesotelioma oggi,
considerata la frequenza, si fa abbastanza facilmente perché si basa su
riscontri clinici noti, radiologici altrettanto noti e istopatologici pure noti.
La prognosi è purtroppo infausta. Questa neoplasia consente una
sopravvivenza media di 7,7 mesi dal momento della diagnosi.
Il Mesotelioma in Italia. Giustamente stamattina l avv. Bonanni diceva che
sono molti di più di 1.000 -1.200 i casi; infatti Marinaccio nel 2002 diceva
che nel periodo 1995-2002 in Italia i decessi potevano essere mediamente
circa 1000 l anno; ma oggi non siamo nel 2002, dopo 12 anni noi possiamo
dire tranquillamente che i casi sono 1.500, 2.000 almeno, ma senza
dubbio. Casi che sono concentrati nelle aree del paese caratterizzate dalla
presenza dei principali insediamenti di produzione di manufatti in
cemento-amianto e della cantieristica navale, delle raffinerie, dei poli
42. chimici e petrolchimici, delle industrie tessili e degli stabilimenti per la
produzione e riparazione di rotabili ferroviari. Come dimostra questa
cartina sfortunatamente riprodotta molto male, dove vedete le colorazioni
delle industrie petrolchimiche, in particolar modo soprattutto al nord, poi
lungo le coste i cantieri navali e gli arsenali che tutti ormai conosciamo.
Un altro dato che non viene tenuto, sbagliando, in considerazione è che
esiste un modello di correlazione tra uomo e sperimentazione. Che cosa
vuol dire? Che il processo cancerogenetico del mesotelioma nel modello
sperimentale ipotizzato nell istituto Ramazzini riproduce, per quanto
riguarda la dose-dipendenza della incidenza, la correlazione dose
espositiva-durata della latenza, oltre che per i vari tipi istopatologici e le
caratteristiche biologiche, la situazione umana. Quindi, quando noi
abbiamo una evidenza epidemiologica e abbiamo la riprova sperimentale
o viceversa a fronte di una prova sperimentale predittiva successivamente
abbiamo una evidenza epidemiologica, il buon senso in questo caso che
cosa ci porterebbe a dire? che se già con il modello sperimentale possiamo
essere in grado di predire una data situazione perché non cominciare a
utilizzare gli interventi precauzionali invece di aspettare 30-40 anni che la
patologia rilevata con lo studio sperimentale appunto si manifesti sui
danni e sull uomo.
Dose dipendenza della induzione dei mesoteliomi. Quale è l evidenza
epidemiologica? Questa evidenza mette in relazione dose-risposta fra
livello di esposizione ad amianto, stimato in base alle mansioni svolte ed
insorgenza di mesotelioma nei lavoratori del settore tessile (1969); mette
in evidenza la relazione fra esposizione cumulativa all amianto e mortalità
per mesotelioma fra i minatori di crocidolite in Australia (1988); relazione
fra esposizione cumulativa all amianto e mortalità per mesotelioma fra i
minatori di crocidolite in Australia (1988); relazione significativa tra rischio
di mesotelioma e concentrazioni di fibre nel tessuto polmonare (1998);
relazione significativa tra esposizione ed incidenza di mesotelioma
pleurico in una coorte di 5000 soggetti esposti ad amianto a Londra fra il
1933-1980 (2000). Quindi una evidenza nel tempo è stata riprodotta in
vari studi nel mondo.
43. Andiamo a vedere le evidenze sperimentali. Nei nostri laboratori abbiamo
esposto gruppi di animali a 10 milligrammi di amianto, 5, 1 e 0. E che cosa
abbiamo visto? Un incidenza elevata di mesoteliomi peritoneali a 10
milligrammi, una minore evidenza a 5 milligrammi con un 17% e a un
milligrammo, confrontato con zero, nessuna evidenza. Ma questo non
vuol dire che se noi avessimo esposto, anziché 20 maschi e 20 femmine,
100 maschi e 100 femmine non avremmo avuto un effetto anche ad un
milligrammo.
Correlazione dose espositiva e durata della latenza. Un dato anche questo
importante. L evidenza epidemiologica oggi ci dice che il rischio cresce in
funzione del tempo di latenza: in modo più veloce per i soggetti con
maggiore esposizione cumulativa. La dose influenza la velocità con cui i
casi si manifestano nell unità di tempo. La casistica di Claudio Bianchi a
Monfalcone evidenzia che i coibentatori avevano tempi di latenza più
brevi di quelli addetti a mansioni con livelli espositivi più bassi. Sempre
l evidenza epidemiologica con riferimento all effetto della dose sul tempo
di comparsa del mesotelioma ci dice che in considerazione della lunga
latenza del mesotelioma (è di 46 anni la latenza media in Italia) sono
poche le coorti seguite per un tempo adeguato per valutare l andamento
del rischio dopo la cessazione della esposizione.
Tuttavia alcuni studi evidenziano:
· un numero di mesoteliomi inferiore in lavoratori dopo almeno 34
anni dalla cessazione rispetto a quanto prevedevano i modelli;
· una diminuzione del rischio per latenze di oltre 50 anni.
Risultati analoghi sono stati riportati da Magnani fra i lavoratori addetti
alla produzione di cemento amianto a Casale Monferrato. Questi risultati
validerebbero l effetto protettivo dei meccanismi di clearance. E quindi, se
a partire come si dice dal 1970 si conoscevano gli effetti dell amianto, se
fin da allora avessimo attuato delle strategie di protezione dall esposizione
dei lavoratori, queste mortalità per cancro del polmone e per
mesotelioma che noi contiamo quotidianamente, certamente si sarebbero
ridotte. Quindi anche qui ribadisco la responsabilità di coloro che non
hanno attuato, che non hanno messo in pratica questi strumenti protettivi
44. che, a mio avviso, sono evidenti sulla base di documentazioni scientifiche
che oggi sono disponibili.
Il rapporto fra incidenza e tempo di latenza dei mesoteliomi si vede anche
da questa tabella che evidenzia come diminuendo la esposizione, aumenta
anche la latenza, e quindi il guadagno di vita.
In conclusione,
§ L amianto è un cancerogeno completo
§ Non c è differenza sulla cancerogenicità dei vari tipi di fibre
§ Esiste una correlazione dose-dipendente tra esposizione ad
amianto, incidenza e periodo di latenza
§ L amianto, veicolato ai vari tessuti e organi, può indurre vari tipi di
tumore
§ Il mesotelioma, come tutti gli altri tipi di tumore, dipende dalla
predisposizione; dalla esposizione, concepita come dose per la
durata, il che vuol dire che possono esserci piccole dosi per lunga
durata o alta dose per un breve periodo, il prodotto è sempre lo
stesso; dipende dall età all inizio dell esposizione e dalle attese di
vita.
§ Non ci sono basi scientifiche che possono giustificare la teoria della
trigger dose.
§ L amianto se cessa l esposizione può essere rimosso e quindi in
prospettiva può diminuire il rischio.
Grazie
Indice
45. Istituto Nazionale B. Ramazzini
Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni
20 Marzo 2014
ROMA
Il mesotelioma
quale patologia
dose dipendente
Morando Soffritti, MD
2
Amianto: definizione e classificazione delle fibre
Amianto o asbesto (le due parole sono
interscambiabili) è il nome generico di una
serie di silicati fibrosi naturali, molto
diffusi in natura, che possono essere
classificati in due gruppi primari: il gruppo
della roccia serpentina e quello degli
anfiboli
46. 3
Tabella 2. Gli impieghi industriali dell amianto
ØSi stima che l amianto venga utilizzato per la
produzione di oltre 3.000 tipi di prodotti che
riguardano settori industriali quali:
cemento amianto
materiale isolante
materiale di frizione
carte e cartoni
tessuti
plastiche
guarnizioni
filtri
4
Tabella 3. Le popolazioni esposte
ØCategorie di lavoratori:
gli addetti all estrazione
gli addetti alla produzione e lavorazione dei
manufatti
gli addetti alla installazione dei manufatti
gli addetti alla manutenzione
gli addetti alla demolizione ed alla bonifica
ØLa popolazione generale a causa
dell inquinamento ambientale
47. 5
Tabella 4. Nuova valutazione della IARC sui rischi
cancerogeni da amianto, 2009
Sede o tipo di tumore
con sufficiente evidenza
per l uomo
Altre sedi con limitata
evidenza per l uomo
Polmone
Mesotelioma
Laringe
Ovaia
Colonretto
Faringe
Stomaco
6
Il rischio cancerogeno
dell amianto: il quadro delle
conoscenze
48. 7
Cancerogenicità dei vari tipi di fibre di amianto
Crocidolite (UICC)b 25
Amosite (UICC) 25
Antofillite (UICC) 25
Crisotilo (Rodesia, UICC) 25
Crisotilo (Canada, UICC) 25
Crisotilo (California) 25
Acqua 0
97,5
90,0
82,5
82,5
80,0 75,0
72,5
-
Materiale Dose (mg) Animalicon mesotelioma
pleurico (%)
Saggi sperimentali di cancerogenicità a lungo termine di diversi tipi di amianto, mediante
iniezione intraperitoneale in ratti Sprague-Dawley, condotti presso i laboratori del CRC/IR (BT
2101)a
aDa: C. Maltoni e F. Minardi, 1989
bUICC = Unione Internazionale Contro il Cancro
Cancerogenicità dei vari tipi di fibre di amianto
8
Saggi sperimentali di cancerogenicità a lungo termine di 2 tipi di amianto, mediante iniezione intrapleurica in
ratti Sprague-Dawley, condotti presso i laboratori del CRC/IRa (BT 2101)
Materiale Dose (mg) Animale Animali con mesotelioma
pleurico (%)
Latenza (settimane)
Crocidoliteb
Crisotilo
(Canada, UICC)
Acqua
(controlli)
104,825
25
25
M F M+F
20
20
20
20
20
20
40
40
40
M
103,4
109,6
F M+F
108,4
112,7 111,9
M
65,0
70,0
F M+F
25,0
60,0
45,0
65,0
aDa: F. Minardi e C. Maltoni, 1989
bUICC = Unione Internazionale Contro il Cancro
49. 9
ØIl crisotilo costituisce circa il 90% della produzione
di amianto
ØLe fibre di crisotilo sono chimicamente e
fisicamente molto più reattive delle fibre
anfiboliche e per questa reattività tissutale,
perdono le loro caratteristiche strutturali e si
frammentano in fibrille più piccole
ØTali fibrille possono essere rimosse dal polmone ed
esalate attraverso le vie bronchiali o rimosse dal
sistema linfatico e veicolate ad altri organi del
corpo (Marten et al. 1989; Davis et al. 1986)
Clearance delle fibre di amianto: ciò che sappiamo (Parte I)
CRC/R 04
10
ØQuesto può spiegare il fatto che se cessa
l esposizione nel tempo, la concentrazione
tissutale di fibre può diminuire e quindi, ne
deriva, anche il rischio cancerogeno
ØQuesto inoltre può spiegare perché può
capitare che in persone esposte ad amianto
e decedute per neoplasie polmonari,
frequentemente non viene riscontrata la
presenza di corpi d asbesto
Clearance delle fibre di amianto: ciò che sappiamo (Parte II)
CRC/R 04
50. 11
Ø Negli esposti ad amianto è stato osservato, a partire almeno
dal 1989 (Berry et al. 1989), che tutti i tipi di fibre di asbesto
possono essere rimossi compresa la crocidolite per la quale è
stato stimato , in uno studio di coorte australiano, un tempo di
dimezzamento nel polmone di 92 mesi (de Klerk et al. 1996)
Ø Per quanto riguarda il crisotilo, la grande maggioranza delle
fibre viene rimossa nel volgere di alcuni mesi, mentre le altre
hanno tempi più lunghi (Churg e Wright, 1994)
Ø Uno studio inglese più recente conferma questi dati (Berry et
al, 2009)
Clearance delle fibre di amianto: evidenza
epidemiologica
CRC/R 04
§ Evidenza epidemiologica
12
Ø I maschi trattengono le fibre più a lungo delle femmine
Ø La permanenza delle fibre aumenta con la dose cumulativa
Ø Il tempo di permanenza del crisotilo è inferiore a quello degli
anfiboli
Ø La quantità di fibre accumulate nel polmone in 6 mesi di
esposizione alle dosi studiate, risulta potenzialmente eliminata
dopo 18 mesi di sospensione del trattamento (74%, 73% e 41%
rispettivamente per amosite, crocidolite e antofillite)
Clearance delle fibre di amianto: evidenza
sperimentale
CRC/R 04
§ Evidenza sperimentale su ratti Wistar trattati per via inalatoria (Wagner,
1974)
51. 13
ØI dati biofisici delle varie fibre di amianto, i dati
epidemiologici e sperimentali riguardanti la possibilità di
rimozione dal corpo delle fibre di amianto inalate,
indicano che se cessa o diminuisce l esposizione, il
rischio può diminuire
ØCiò è in contrasto con il principio della Trigger dose
ØOgni ritardo ad intraprendere interventi di bonifica o di
protezione per evitare/ridurre l esposizione, costituisce
una responsabilità personale ineludibile
CRC/R 04
14
Ø Le fibre catalizzano la formazione di radicali liberi che possono
causare un danno di tipo genotossico interagendo col DNA
Ø Le fibre interferiscono con il fuso mitotico alterando la migrazione
dei cromosomi nelle due cellule figlie durante la riproduzione
cellulare
Ø Le fibre stimolano la proliferazione cellulare come risposta ad
un azione tossica
L asbesto un agente cancerogeno completo (I Parte)
CRC/R 04
§ Le capacità dell asbesto di essere un agente genotossico (DNA-reattivo)
ed anche tossico (con conseguente aumento della proliferazione cellulare
rigenerativa, lo rendono di fatto un agente cancerogeno completo (IARC,
1996 e 2012) attraverso i seguenti meccanismi:
52. 15
Ø Le fibre provocano una reazione infiammatoria cronica che porta al
rilascio di radicali liberi, citochine e fattori di crescita a livello
polmonare
Ø Le fibre hanno un ruolo di cocancerogenesi come veicolo di
cancerogeni chimici
L asbesto un agente cancerogeno completo (II Parte)
CRC/R 04
§ I meccanismi proposti per la cancerogenicità delle fibre
attengono dunque sia alle fasi iniziali (iniziazione) che alle fasi
finali (promozione e progressione)
§ Ciò è in contrasto con il principio della Trigger dose
16
Il mesotelioma della pleura
e del peritoneo
53. 17
Ø I primi tumori della pleura furono osservati e descritti
da E. Wagner nel 1870 ma soltanto nel 1908 venne
coniato da Adami il termine mesotelioma; nel 1931
Klemperer e Rabin fissarono le caratteristiche
patologiche e la diagnostica di questa neoplasia
Ø La patologia ha una latenza temporale particolarmente
elevata, che va dai 15 ai 45 anni
Ø La diagnosi di mesotelioma si basa su riscontri clinici,
radiologici e istologici
Ø La prognosi è infausta. Questa neoplasia consente una
sopravvivenza media di 7,7 mesi dal momento della
diagnosi
Il mesotelioma: dati storici
CRC/R 04
18
ØNel periodo 1995-2002 in Italia si sono avuti
circa 1000 decessi l anno per tumore maligno
della pleura (Marinaccio et al. 2002) concentrati
nelle aree del paese caratterizzate dalla
presenza dei principali insediamenti di
produzione di manufatti in cemento-amianto e
della cantieristica navale, delle raffinerie, dei
poli chimici e petrolchimici, delle industrie
tessili e degli stabilimenti per la produzione e
riparazione di rotabili ferroviari
Il mesotelioma in Italia (Parte II)
CRC/R 04
54. 20
La correlazione uomo-modello sperimentale
CRC/R 04
ØIl processo cancerogenetico del
mesotelioma nel modello sperimentale
dell istituto Ramazzini riproduce, per quanto
riguarda la dose-dipendenza della
incidenza, la correlazione dose espositiva-
durata della latenza, oltre che per i vari tipi
istopatologici e le caratteristiche biologiche,
la situazione umana
55. 21
Dose dipendenza della
induzione dei mesoteliomi
22
Ø Relazione dose-risposta fra livello di esposizione ad amianto,
stimato in base alle mansioni svolte ed insorgenza di
mesotelioma nei lavoratori del settore tessile (Newhouse,
1969)
Ø Relazione fra esposizione cumulativa all amianto e mortalità
per mesotelioma fra i minatori di crocidolite in Australia
(Armstrong et al. 1988)
Ø Relazione significativa tra rischio di mesotelioma e
concentrazioni di fibre nel tessuto polmonare (Rogers et al,
1998)
Ø Relazione significativa tra esposizione ed incidenza di
mesotelioma pleurico in una coorte di 5000 soggetti esposti
ad amianto a Londra fra il 1933-1980 (Berry et al, 2000)
L evidenza epidemiologica
56. 23
L evidenza sperimentale
Materiale Trattamento
Crisotilo canadese
modificato (N..5)
10 50,0
Mesoteliomi peritoneali
Animali
N
%
10
a Dati non ancora disponibili
mg/cc Sesso N
20
M+F 40 0
1
0
20 11 55,0F
M
M+F 40
0
17,2
M
M+F
M
M+F
M
F
F
F
5 20
20
40
20
20
40
20
20
4
3
7
0
0
0
0
21
20,0
15,0
52,5
Incidenza di mesoteliomi peritoneali osservati macroscopicamente all autopsia in ratti Sprague-Dawley trattati con Crisotilo
canadese modificato (N.5) per via iniettiva e seguiti fino a morte spontanea (Esp. BT2111) a
24
Correlazione dose espositiva e
durata della latenza
57. 25
ØIl rischio cresce in funzione del tempo di
latenza: in modo più veloce per i soggetti
con maggiore esposizione cumulativa
(Seidman et al., 1986; Hansen et al., 1998)
ØLa dose influenza la velocità con cui i casi si
manifestano nell unità di tempo. La casistica
di Bianchi a Monfalcone evidenzia che i
coibentatori avevano tempi di latenza più
brevi di quelli addetti a mansioni con livelli
espositivi più bassi
L evidenza epidemiologica: effetto della dose sul
tempo di comparsa del mesotelioma (Parte I)
26
Ø In considerazione della lunga latenza del mesotelioma (è di 46
anni la latenza media in Italia) sono poche le coorti seguite
per un tempo adeguato per valutare l andamento del rischio
dopo la cessazione della esposizione.
Alcuni studi evidenziano:
- un numero di mesoteliomi inferiore in lavoratori dopo
almeno 34 anni dalla cessazione rispetto a quanto
prevedevano i modelli (Berry et al., 2004)
- una diminuzione del rischio per latenze di oltre 50 anni
(Seidman e Selikoff, 1990)
- risultati analoghi sono stati riportati da Magnani et al.
(2008) fra i lavoratori addetti alla produzione di cemento
amianto a CasaleMonferrato
Ø Questi risultati validerebbero l effetto protettivo dei
meccanismi di clearance
L evidenza epidemiologica: effetto della dose sul
tempo di comparsa del mesotelioma (Parte II)
58. 27
Evidenza sperimentale
Materiale Trattamento
Crisotilo canadese modificato
(N..5)
25 15,0
Mesoteliomi peritoneali
Animali
N
Latenza (sett.)
3
mg/cc Sesso N
20
40 1
5
1
20 3 15,0F
M
M+F 40
1
79,8
M
M+F
M
M+F
F
F
10 20
20
40
20
20
40
20
20
3
2
5
2
1
3
0
6
74,0
88,5
15,0
Incidenza e tempo di latenza di mesoteliomiperitoneali in Topi Swiss trattati con Crisotilo canadese modificato per via iniettiva
e seguiti fino a morte spontanea (Esp. BT2111)
%
58,3
53,3
55,7
15,0
10,0
78,0
M
F
M+F
M+F
M
F
20
20
40
0
0
0
10,0
5,0
7,5
12,5
79,0
78,0
5,0
2,5
92,0
92,0
0
28
Ø Numero di mesoteliomi riscontrati: 41
- Età al momento dell arruolamento: 16-29
(prevalentemente marinai di leva fra 18-20 anni)
- Congedati dopo il periodo di leva (durata espositiva da
1-6 anni): 14
- Congedati in età pensionabile (durata espositiva da 15-
46 anni) (prevalentemente 25-35 anni): 27
Ø Latenza in esposti per 1-6 anni: 14 (34%)
- < 40 anni: 9 casi (64%)
- > 40 anni: 5 casi (35%)
Casi di mesotelioma riscontrati in 100 soggetti della Marina
Militare con patologie asbesto correlate (Parte I)
59. 29
Ø Latenza in congedati in età pensionabile: 27 (65%)
- < 40 anni: 8 casi (29%)
- > 40 anni: 19 casi (70%)
Ø I casi di mesotelioma con esposizione più prolungata sono il
65% ed il 70% hanno una latenza > 40 anni
Ø I casi con esposizione più breve sono il 34% ed il 35% hanno
una latenza > 40 anni
Casi di mesotelioma riscontrati in 100 soggetti della Marina
Militare con patologie asbesto correlate (Parte I)
30
§ L amianto è un cancerogeno completo
§ Non c è differenza sulla cancerogenicità dei
vari tipi di fibre
§ Esiste una correlazione dose-dipendente
tra esposizione ad amianto, incidenza e
periodo di latenza
§ L amianto, veicolato ai vari tessuti e organi,
può indurre vari tipi di tumore
Conclusioni (Parte I)
60. 31
§ Il mesotelioma, come tutti gli altri tipi di
tumore, dipende dalla predisposizione, dalla
esposizione (dose x durata), dall età all inizio
dell esposizione e dalla attesa di vita
§ Non ci sono basi scientifiche che possano
giustificare la teoria della Trigger dose
§ L amianto, se cessa l esposizione, può essere
rimosso e quindi, in prospettiva, può diminuire
il rischio
Conclusioni (Parte II)
Indice
61. Appendice
· Programma del Primo Convegno Internazionale Lotta all amianto: il
diritto incontra la scienza , Auletta dei Gruppi Parlamentari della
Camera dei Deputati, Roma, 14 novembre 2012
· Programma del Secondo Convegno Internazionale Lotta all amianto:
il diritto incontra la scienza Auletta dei Gruppi Parlamentari della
Camera dei Deputati, Roma, 20 marzo 2014
62. OSSERVATORIO NAZIONALE SULL AMIANTO
Presidenza Nazionale
Via Crescenzio, n. 2, 00193 - Roma
tel. 06 68890174 - 335 8304686
E-mail: osservatorioamianto@gmail.com
Lotta all amianto: il diritto incontra la scienza
14 novembre 2012
Camera dei Deputati Auletta dei Gruppi Parlamentari
Programma dei lavori
Ore 8.45 Registrazione partecipanti
Ore 9.00 Apertura dei lavori e saluto di benvenuto
Avv. Carmen Cirielli - Coordinatore Segreteria Scientifica
Dott. Michele Rucco - Segretario Generale ONA
PRIMA PARTE: Le iniziative parlamentari.
- Presiede l On.le Pippo Gianni, componente Commissione d inchiesta errori
sanitari e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
- Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, Giornalista
Ore 9.10 Senatrice Dorina Bianchi, componente Commissione Parlamentare Morti
Bianche, componente della Commissione Lavoro del Senato e membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 9.20 On.le Edmondo Cirielli, Presidente della Commissione Difesa della
Camera, Presidente della Provincia di Salerno
Ore 9.30 On.le Fabrizio Santori, Consigliere Comunale di Roma Capitale e
Presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Roma
Ore 9.40 On. Pierfelice Zazzera, Vice Presidente della Commissione Cultura,
Scienza eIstruzione e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
63. Ore 9.50 On. Enzo Brogi, Consigliere Regionale della Toscana e membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 10.00 Sen. Antonio Paravia, Segretario della Commissione Industria e
componente della Commissione Parlamentare Morti Bianche
Ore 10.10 On.le Fulvio Bonavitacola, membro della IX Commissione (Trasporti,
poste e telecomunicazioni) della Camera
Ore 10.20 On.le Gianpiero Catone, già Sottosegretario all Ambiente e alla tutela
del territorio e del mare del IV Governo Berlusconi
Ore 10.30 Coffee break
SECONDA PARTE: La tutela delle vittime e l azione di contrasto della Magistratura
- Presiede l Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale
sull Amianto
- Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
Ore 10.40 The concept of trigger dose (Il concetto di trigger dose )
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia della Mount Sinai
School of Medicine di New York
Ore 11.00 Il mesotelioma: patologia dose dipendente
Prof. Morando Soffritti, Direttore Scientifico Istituto Ramazzini di Bologna
Ore 11.20 Diritto alla salute o diritto al lavoro: un falso dilemma
Prof. Avv. Gaetano Veneto, ordinario di Diritto del Lavoro, Facoltà di
Giurisprudenza, Università di Bari
Ore 11.40 Le indagini sulle responsabilità nell organizzazione del lavoro e la loro
qualificazione giuridica
Dott. Sergio Dini, Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova
Ore 12.00 La individuazione dei responsabili civili e penali
Dott. Paolo Rivella, commercialista e consulente della Procura della Repubblica di
Torino, di Milano e di Trieste
Ore 12.10 Accertamenti tecnico-scientifici a supporto dell onere della prova: analisi
di un caso studio
Ing. Barbara Valenzano, Dirigente del Servizio Tecnologie della Sicurezza e
Gestione delle Emergenze di ARPA Puglia, consulente di diversi Uffici Giudiziari
Ore 12.30 L accertamento del nesso di causalità e della colpa in ordine alle
patologie asbesto correlate
Dott. Beniamino Deidda, Procuratore Generale presso la Corte di Appello di
Firenze
64. Ore 12.50 Il nesso di causalità nell accertamento delle responsabilità per le
patologie asbesto correlate
Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano
Ore 13.10 Casi pratici di presenza di amianto ed implicazioni medico legali
Dott. Giuseppe Marceca, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 13.20 The influence of lobby and the need for international unity of the victims.
The ability of the Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) to protect
victims with lawsuits in the United States (L influenza delle lobby e la
necessità di una unione internazionale delle vittime. La possibilità
dell Osservatorio Nazionale Amianto di tutelare le vittime con azioni
legali negli Stati Uniti)
Avv. John Eaves, Avvocato negli USA
Ore 13.30 Light Lunch
TERZA PARTE: La medicina e la tutela della salute nel rapporto di lavoro
- Presiede Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura
della Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell Osservatorio Nazionale Amianto
- Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
Ore 14.30 Danno emozionale indiretto e nuclei di patologia in età evolutiva
Prof. Matteo Villanova, Presidente Osservatorio Laboratorio Rispetto Emozionale
Eta' Evolutiva (OLTREEE) Universita' Roma Tre
Ore 14.40 Un problema irrisolto: l amianto
Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell Università di Napoli in mineralogia,
membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 15.00 La mappatura delle coperture in cemento-amianto
Dott.ssa Lorenza Fiumi, ricercatrice CNR, membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell ONA
Ore 15.15 Quale sorveglianza sanitaria per gli esposti all amianto? L esperienza
dell Università di Siena
Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso l Università di
Siena, e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 15.35 Human Tissue Fiber Burden Analyses and Its Implications on the
Development of Mesotheliomas, Lung Tumors and Fibrosis (Analisi
dell accumulo di fibre nei tessuti umani e delle sue implicazioni nello
sviluppo di mesoteliomi, tumori polmonari ed asbestosi)
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia della Mount Sinai
School of Medicine di New York
65. Ore 16.00 Asbesto/Amianto, Ieri-Oggi-Domani, Viaggio tra verità, reticenze
ipocrisia e dolore
Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso l Università di
Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della
Patologia Ambientale, membro del comitato tecnico scientifico dell O.N.A.
Ore 16.20 La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla pratica clinica
Prof. Luciano Mutti, Direttore di medicina generale e del laboratorio di oncologia
clinica ASL 11 Vercelli e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 16.40 Coffee break
Ore 16.55 Il rischio ambientale per esposizione ad amianto
Prof. Gerardo Ciannella, Direttore Servizio di Medicina Preventiva Ospedale
Monaldi della Azienda dei Colli di Napoli, Docente in Medicina del Lavoro, Facoltà di
Medicina, Università Federico II di Napoli, e membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell ONA
Ore 17.15 Il rischio di mesotelioma nei lavoratori esposti all asbesto
Prof. Claudio Bianchi, anatomopatologo, consulente di diversi Uffici Giudiziari,
Presidente della Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori - Sez. Gorizia
Ore 17.35 Il rischio amianto in aeronautica civile e militare
Gen. Aristide Lombardi, Direttore della Scuola di Sanità Militare e membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
Ore 17.45 Conclusioni:
Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto
Ore 18.00 Consegna degli attestati di partecipazione e chiusura dei lavori
Indice
66. OSSERVATORIO NAZIONALE SULL AMIANTO
Presidenza Nazionale
Via Crescenzio, n. 2, 00193 - Roma
tel. 06 68890174 - 335 8304686
E-mail: osservatorioamianto@gmail.com
Seconda Conferenza Internazionale
Lotta all amianto: il diritto incontra la scienza
Camera dei Deputati Auletta dei Gruppi Parlamentari - 20 marzo 2014
Programma dei lavori:
9.00 Registrazione partecipanti
9.05 Indirizzo di benvenuto
Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale Amianto
Presiede l Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto
Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
PRIMA PARTE: Le istituzioni e l amianto.
9.15 La proposta di legge n. 1366 del 16 luglio 2013 in materia di amianto
On.le Dott. Federico D Incà, Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera
dei Deputati
09.35 Il ruolo del legislatore in materia di amianto
On.le Dott. Alberto Zolezzi. Deputato
09.50 Il ruolo delle istituzioni rispetto al problema dell amianto
On.le Luigi Di Maio - Vicepresidente della Camera dei Deputati
10.10 Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per continuare
ad uccidere
Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto
10.25 Ruolo del sindacato nella tutela della salute di lavoratori e cittadini
67. Dott. Paolo Varesi, Vicesegretario Confederale Nazionale UGL
10.45 La legislazione e nuove prospettive per la tutela delle vittime
dell amianto
On.le Edmondo Cirielli, Deputato
11.00 Coffee break
SECONDA PARTE: La tutela giuridica degli esposti e delle vittime
dell amianto.
11.10 Quale migliore percorso per rendere possibile la risoluzione del
problema amianto?
Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei Carabinieri
11.15 Dose response and asbestos related carcinogenesis: myths and truths
(Le patologie asbesto correlate come dose dipendenti: miti e verità)
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia della Mount
Sinai School of Medicine di New York
11.35 Il mesotelioma quale patologia dose dipendente
Prof. Morando Soffritti, Presidente Onorario dell Istituto Ramazzini di
Bologna
12.00 Indicatori biologici di pregressa esposizione ad asbesto
Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso l Università
di Siena e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
12.20 Il diritto alla salute e al lavoro salubre
Prof. Avv. Gaetano Veneto, ordinario di Diritto del Lavoro, Facoltà di
Giurisprudenza, Università di Bari
12.40 Metodi investigativi per la identificazione dei responsabili di crimini
legati all esposizione all amianto
Dott. Paolo Rivella, commercialista e consulente delle Procure della
Repubblica di Torino, di Milano e di Trieste
13.00 Metodi investigativi del Pubblico Ministero in caso di patologie
asbesto correlate
Dott. Sergio Dini, Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova
13.30 Pausa pranzo
14.20 New insights in biology of asbestos related tumors
(Nuove scoperte nella biologia delle patologie neoplastiche causate
dall amianto)
68. Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia della Mount
Sinai School of Medicine di New York
14.50 Nesso causale e colpa in materia di amianto
Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano
15.20 L amianto e i tumori gastroenterici e dell apparato urinario
Prof. Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare
Maltoni dell Istituto Ramazzini di Bologna
15.40 Amianto: l esposizione continua! - Atti di indirizzo e benefici
contributivi
Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura della
Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
16.00 Linee guida per la tutela risarcitoria delle vittime dell amianto e
conclusioni
Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto
TERZA PARTE: Prevenzione primaria, diagnosi e cura delle patologie
asbesto correlate
16.10 Patologie da esposizione a fibrille di asbesto in ambiente di lavoro e/o
in ambiente di vita
Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso
l Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di Ricerca per la
Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell ONA
16.25 L'epidemia di mesotelioma: evoluzione e caratteristiche
Prof. Claudio Bianchi, anatomopatologo, consulente di diversi Uffici
Giudiziari, Presidente della Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori - Sez.
Gorizia
16.40 L Italia e la verità: le lobby e il negazionismo
Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della Scuola di
Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
16.55 Coffee break
17.10 Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici
impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto
Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell Università di Napoli in
mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
17.30 Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza di cemento
amianto sul territorio
69. Dott.ssa Lorenza Fiumi, ricercatrice CNR, membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell ONA
17.50 La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla pratica clinica
Prof. Luciano Mutti, Direttore di medicina generale e del laboratorio di
oncologia clinica ASL 11 Vercelli e membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell ONA
18.10 Ruolo della chirurgia nel mesotelioma pleurico
Prof. Vittore Pagan, Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di Aviano
18.30 Verso un modello teorico ed applicativo di prevenzione ed
affiancamento nel rischio ambientale in età evolutiva
Prof. Matteo Villanova, Presidente Osservatorio Laboratorio Rispetto
Emozionale Età Evolutiva (OLTREEE), Docente di Medicina preventiva e
psicopatologia forense presso l Università Roma Tre e membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell ONA
18.45 Ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la salvaguardia Dei Diritti
Dell'Uomo. La Sentenza ECHR069 (2014) dell 11 marzo 2014.
Avv. Mario Item, Avvocato in Lugano; Membro del Comitato Centrale e Presidente
Regione Lombardia della Lega dei Diritti dell Uomo
18.55 Conclusioni
Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull Amianto
Indice
70. Edizioni ONA Onlus il catalogo
Atti dei Convegni (a cura di Fiumi Lorenza e Rucco Michele)
001 Convegno Internazionale Lotta all amianto: il diritto incontra la scienza ,
Camera dei deputati, Roma, 14 novembre 2012
002 - Convegno Amianto tra scienza e diritto , Scuola Superiore Sant Anna, Pisa, 18
luglio 2013
003 - Secondo Convegno Internazionale Lotta all amianto: il diritto incontra la
scienza , Camera dei deputati, Roma, 20-21 marzo 2014
004 - Convegno S.O.S. Amianto , Aula Magna UNI ASTISS, Asti, 21 maggio 2014
005 - Conferenza Regione Abruzzo Contro l amianto , Politeama Ruzzi, Vasto (CH), 27
settembre 2014
006 - Conferenza Amianto nelle scuole, nelle caserme, negli ospedali e negli altri
luoghi di vita e di lavoro: emergenza sanitaria e tutela legale , Aula consiliare del
Comune di Livorno, 26 marzo 2015
007 - Convegno Contaminazione ambientale da amianto e rischi sulla salute , Cinema
Comunale, Acri (CS), 30 aprile 2015
QTO Quaderni tematici dell ONA
101 Bonanni Ezio, La storia dell amianto nel mondo del lavoro
102 Esposito Rita, L educatore professionale come mediatore sistemico
103 Bonanni Ezio, Lo stato dimentica l amianto killer
104 Infusini Giuseppe, La CTU come mezzo di prova di esposizione all amianto
105 Lonetti Maria Assunta., L esposizione all amianto: tutela del lavoratore e
responsabilità dell impresa
106 Frendo Tommaso, Rischio amianto: la responsabilità del datore di lavoro
107 Guzzo Silvana, Analisi delle misure di sicurezza nelle attività di bonifica
dell'amianto
108 Documenti: Le sentenze del processo Eternit
109 Gordon Ronald E., Danni biologici asbesto correlati
110 Pitotto Paolo, La datazione delle conoscenze dei rischi da esposizione all amianto
111 Soffritti Morando, Il mesotelioma quale patologia dose dipendente
112 Ugazio Giancarlo, Patologie da esposizioni ambientali e lavorative
113 Negrisolo Omero, Inquinamento da metalli pesanti nella valle del Brenta
71.
72. La collana
I QTO - Quaderni Tematici dell ONA sono monografie pensate come contributo di
approfondimento tecnico e scientifico. I temi affrontati sono quelli di più stringente
attualità ed interesse per tutti coloro che a vario titolo sono impegnati nella tutela
della salute, intesa come benessere psicofisico ed esistenziale della persona, e nella
tutela dell ambiente, inteso come contesto ecologico naturale, mentale e sociale
dell esplicazione e dello sviluppo della personalità.
I QTO - Quaderni Tematici dell ONA sono sfogliabili online su Calameo e su SlideShare e
sono acquistabili nella loro versione digitale su KDP Amazon e nella loro versione
cartacea o su CD ROM richiedendoli a edizioni.ona@gmail.com.
Il mesotelioma quale patologia dose dipendente
In questo volume vengono raccolte le relazioni e le presentazioni tenute dal Professor
Morando Soffritti in occasione della Prima e della Seconda Conferenza Internazionale
Lotta all amianto: il diritto incontra la scienza , organizzate dall Osservatorio
Nazionale sull Amianto e tenutesi in Roma presso l Auletta dei Gruppi Parlamentari
della Camera dei Deputati rispettivamente il 14 novembre 2012 ed il 20 marzo 2014.
Di grande importanza le considerazioni svolte relativamente al mesotelioma come
patologia dose dipendente, in antitesi alla teoria della trigger dose .
Morando Soffritti
MD, dal 2001 al 2014 è stato il Direttore Scientifico dell'Istituto Ramazzini di Bologna,
del quale attualmente è Presidente Onorario. Notevoli i suoi contributi scientifici nella
identificazione delle cause che possono determinare i tumori, in particolare quelle di
origine industriale fra cui additivi delle benzine, pesticidi, radiazioni ionizzanti e campi
elettromagnetici, e nella valutazione dell efficacia di farmaci nel contrastare
l insorgenza e lo sviluppo dei tumori. Ha collaborato con l Agenzia Internazionale di
Ricerche sul Cancro (IARC) di Lione, con la Commissione Tossicologica Nazionale
dell Istituto Superiore di Sanità, e ha fatto parte del Board of Scientific Counselors
Technical Reports Review Subcommitte del National Toxicology Program degli U.S.A. E
autore di oltre 170 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali.
Edizioni ONA Onlus ISBN 978-88-99182-07-6