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CAMERADEIDEPUTATICONVEGNO
OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO
ONA Onlus
Atti della
Seconda Conferenza Internazionale
Lotta all’amianto:
il diritto incontra la scienza
Roma, 20 – 21 marzo 2014
Con il patrocinio di:
©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-909105-5-5
Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma
http://osservatorioamianto.jimdo.com/
Email osservatorioamianto@gmail.com
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume.
Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l’adattamento,
anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o
commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione
dell’Editore.
Atti della
Seconda Conferenza Internazionale
Lotta all’amianto:
il diritto incontra la scienza
Roma, 20 – 21 marzo 2014
Auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati
Sala Tirreno, Regione Lazio
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 30 giugno 2014
ISBN 978-88-909105-5-5
Organizzazione del Convegno
Comitato Scientifico
Claudio Bianchi
Ezio Bonanni
Ronald E. Gordon
Luciano Mutti
Pietro Sartorelli
Morando Soffritti
Giancarlo Ugazio
Segreteria Organizzativa
Silvia Arata
Anna Corbi
Atti a cura di
Lorenza Fiumi
Michele Rucco
Hanno contribuito
Paola Ceccarel
Nicoletta Corio
Carlo Meoni
Laura Pirelli
VOLUME III
Programma dei lavori del 20 marzo 2014
Camera dei Deputati Auletta dei Gruppi Parlamentari
Presiede
Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
Indirizzo di benvenuto
Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale
Amianto Pag. 1-3
PRIMA PARTE:
Il ruolo delle istituzioni risp
On.le Luigi Di Maio Vice Presidente della Camera dei Deputati Pag. 4-6
La proposta di legge n. 1366 del 16 luglio 2013 in materia di
amianto
à, Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla
Camera dei Deputati Pag. 7-10
Il ruolo del legislatore in materia di amianto
On.le Dott. Alberto Zolezzi. Deputato
Pag.11-15
La legislazione e nuove prospettive per la tutela delle vittime
On.le Edmondo Cirielli, Deputato Pag.16-18
Ruolo del sindacato nella tutela della salute di lavoratori e
cittadini
Dott. Paolo Varesi, Vicesegretario Confederale Nazionale UGL
SECONDA PARTE:
Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per
continuare ad uccidere
Avv. Ezio Bonanni,
Pag.19-24
Quale migliore percorso per rendere possibile la risoluzione
del problema amianto?
Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei
Carabinieri Pag. 25-37
Le patologie asbesto correlate come dose dipendenti: miti e
verità
Dose response and asbestos related carcinogenesis: myths and
truths
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia
Mount Sinai School of Medicine di New York Pag. 38-42
►
Il mesotelioma quale patologia dose dipendente
Prof. Morando Soffritti, Presidente Onorario dell’Istituto Ramazzini
di Bologna
►
Indicatori biologici di pregressa esposizione ad asbesto
Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso
l’Università di Siena e membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag. 43-48
►
Il diritto alla salute e al lavoro salubre
Prof. Avv. Gaetano Veneto, ordinario di Diritto del Lavoro, Facoltà di
Giurisprudenza, Università di Bari Pag.49-50
►
Metodi investigativi per la identificazione dei responsabili di
crimini legati all’esposizione all’amianto
Dott. Paolo Rivella, commercialista e consulente delle Procure della
Repubblica di Torino, di Milano e di Trieste Pag.51-56
►
Metodi investigativi del Pubblico Ministero in caso di patologie
asbesto correlate
Dott. Sergio Dini, Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova
►
Nuove scoperte nella biologia delle patologie neoplastiche
causate dall’amianto
New insights in biology of asbestos related tumors
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia
Mount Sinai School of Medicine di New York
►
Nesso causale e colpa in materia di amianto
Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di
Milano Pag.57-82
►
L’amianto e i tumori gastroenterici e dell’apparato urinario
Prof. Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro
Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna Pag.83-109
►
Amianto: l’esposizione continua! - Atti di indirizzo e benefici
contributivi
Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura della
Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag. 110-125
TERZA PARTE:
Prevenzione primaria, diagnosi e cura delle patologie asbesto
correlate
►
Patologie da esposizione a fibrille di asbesto in ambiente di
lavoro e/o in ambiente di vita
Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso
l’Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di Ricerca
per la Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 126-158
►
L'epidemia di mesotelioma: evoluzione e caratteristiche
Prof. Claudio Bianchi, anatomopatologo, consulente di diversi Uffici
Giudiziari, Presidente della Lega Italiana Per La Lotta Contro I
Tumori - Sez. Gorizia Pag. 159-159
►
L’Italia e la verità: le lobby e il negazionismo
Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della
Scuola di Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag.160-162
►
Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici
impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto
Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell’Università di Napoli in
mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 163-178
►
Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza di
cemento amianto sul territorio
Dott.ssa Lorenza Fiumi, ricercatrice CNR, membro del Comitato
Tecnico Scientifico dell’ONA Pag.179-186
►
La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla
pratica clinica
Prof. Luciano Mutti, Direttore di medicina generale e del laboratorio
di oncologia clinica ASL 11 Vercelli e membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA
►
Ruolo della chirurgia nel mesotelioma pleurico
Prof. Vittore Pagan, Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di
Aviano Pag. 187-187
►
Verso un modello teorico ed applicativo di prevenzione ed
affiancamento nel rischio ambientale in età evolutiva
Prof. Matteo Villanova, Presidente Osservatorio Laboratorio
Rispetto Emozionale Età Evolutiva (OLTREEE), Docente di Medicina
preventiva e psicopatologia forense presso l’ Università Roma Tre e
membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 188-190
►
Ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la salvaguardia
Dei Diritti Dell'Uomo. La Sentenza ECHR069 (2014) dell’11
marzo 2014
Avv. Mario Item, Avvocato in Lugano; Membro del Comitato Centrale e
Presidente Regione Lombardia della Lega dei Diritti dell’Uomo Pag.191-195
►
Conclusioni
Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto .
Programma dei lavori del 21 marzo 2014
Regione Lazio – Sala Tirreno
Presiede l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto
Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
►
Indirizzo di benvenuto
Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale
Amianto Pag. 196-198
►
Una proposta di legge in materia di amianto per la Regione
Lazio
On.le Fabrizio Santori, Consigliere Regionale del Lazio e
componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA
►
La legge regionale amianto per la Sicilia
On.le Giuseppe Gianni, Consigliere Regionale della Sicilia e
componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA
►
L’amianto nella Regione Abruzzo e la risposta delle istituzioni
On.le Gianluca Castaldi, Senatore Pag.199-205
►
Una nuova legge nazionale per l’abolizione della decadenza
INAIL e per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad
amianto
On.le Ivana Simeoni, Senatrice
►
Come trasformare il problema amianto in risorsa
Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei
Carabinieri
►
L’ONA e l’azione di contrasto alle lobby dell’amianto
Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della
Scuola di Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA .
►
Il ruolo della Magistratura nella tutela della salute e
dell’ambiente e nella repressione dei crimini ambientali
Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di
Milano
►
Il significato clinico dei biomarkers molecolari nella
sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad asbesto
Prof.ssa Lory Santarelli, Medicina del Lavoro - Dipartimento
Scienza Clinica e Molecolare, Università Politecnica delle Marche, Pag.206-213
"Ospedali Riuniti di Ancona" Policlinico Universitario
►
Linee guida per il trattamento multimodale del mesotelioma
pleurico
Prof. Luciano Mutti e Prof. Vittore Pagan, rispettivamente Direttore
di medicina generale e del laboratorio di oncologia clinica ASL 11
Vercelli e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA,
Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di Aviano
►
Linee guida dell’ONA Onlus per la diagnosi e cura delle
patologie asbesto correlate non neoplastiche
Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura
della Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA Pag.214-220
►
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA
Dott. Roberto Valenza, Primario del reparto di Oncologia Medica
dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela e membro del
Comitato Tecnico Scientifio dell’ONA Pag. 221-221
►
Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai
fini del conseguimento dei benefici contributivi per
esposizione ad amianto per prepensionamento e/o
rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
Ing. Flavio Domenichini, membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag. 222-229
►
La Consulenza Tecnica d’Ufficio come mezzo di prova per la
sussistenza dell’esposizione qualificata all’amianto:
metodologia d’indagine e criteri di accertamento
Ing. Giuseppe Infusini, Consulente Tecnico d’Ufficio presso i
Tribunali di Cosenza e Castrovillari e membro dell’Ufficio Tecnico
dell’ONA Pag.230-246
►
La quantificazione dei danni differenziali in caso di patologie
asbesto correlate
Avv. Massimiliano Fabiani del Foro di Bologna Pag. 247-258
►
La triade interattiva. Come l'azione di multipli agenti
inquinanti conduce ad un intreccio di patologie importanti
Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso
l’Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di
Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA
►
Modalità operative per la bonifica e la decontaminazione degli
ambienti di vita e di lavoro
Ing. Riccardo Tagliapini, Coordinatore del Dipartimento bonifica e
decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi dell’ONA Pag. 259-263
►
Quando uno studioso abbraccia una vittima dell'amianto
Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell’Università di Napoli in
mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 264-270
►
Le testimonianze delle vittime
Pag. 271-274
►
Gli interventi delle associazioni e dei rappresentanti
territoriali dell’ONA Pag. 275-285
►
Considerazioni conclusive
Prof. Giancarlo Ugazio Pag. 286-294
Appendice n. 1
PRESENTAZIONI - SLIDES
Dott. Michele Rucco Slide 311-314
►
Dott. Federico D’Incà Slide 315-329
►
Dott. Alberto Zolezzi Slide 330-367
►
Avv. Ezio Bonanni Slide 368-392
►
Arch. Giampiero Cardillo Slide 393-442
►
Prof. Ronald E. Gordon Slide 443-486
►
Prof. Morando Soffritti Slide 487-518
►
Prof. Pietro Sartorelli Slide 519-555
►
Dott. Paolo Rivella Slide 556-563
►
Prof. Ronald E. Gordon Slide 564-584
►
Dott. Paolo Pitotto Slide 585-604
►
Prof. Claudio Bianchi Slide 605-660
►
Prof. Renato Sinno Slide 661-679
►
Arch. Lorenza Fiumi Slide 680-686
►
Prof. Luciano Mutti Slide 687-723
►
Prof. Vittore Pagan Slide 724-739
►
Prof. Lory Santarelli Slide 740-768
►
Prof. Luciano Mutti e Prof . Vittore Pagan Slide 769-781
►
Dott. Roberto Valenza Slide 782-795
►
Ing. Flavio Domenichini Slide 796-813
Ing. Giuseppe Infusini Slide 814-854
Prof: Giancarlo Ugazio Slide 855-883
►
Prof. Renato Sinno Slide 884-890
►
Appendice n. 2
ATTI LEGISLATIVI
►
Proposta di legge n. 52 del 15 marzo 2013 presentata dal deputato
Edmondo Cirielli
Slide 892-900
►
Proposta di legge n. 1336 del 16 luglio 2013 presentata dal deputato
Federico D’Incà e da altri 83 deputati del Movimento 5 Stelle
Slide 901-921
►
Disegno di legge n. 1268 del 29 gennaio 2014 presentata dalla senatrice
Ivana Simeoni e da altri 10 senatori del Movimento 5 Stelle
Slide 922-934
►
Atti di sindacato ispettivo effettuati dai deputati del Movimento 5 Stelle
nel corso della 17° legislatura
Slide 935-943
Proposta di risoluzione n. 7/00335 dell’ 8 aprile 2014, presentata
dall’onorevole Alberto Zolezzi alla VIII Commissione Permanente
(Ambiente, territorio e lavori pubblici) Slide 944-949
Resoconto stenografico della seduta del 7 maggio 2014 della VIII
Commissione Permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici)
Slide 950-956
►
Legge Regione Sicilia n. 10 del 29 aprile 2014
Slide 957-964
►
Proposta di legge della Regione Lazio n. 24 del 9 maggio 2013
presentata dall’on. Fabrizio Santori
Slide 965-983
►
Lettera inviata dall’ONA a tutti i parlamentari
Slide 984-1018
Sintesi del Piano Nazionale Amianto dell’Osservatore Nazionale
sull’Amianto – ONA Onlus
Slide 1019-1023
Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici
impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto
Prof. Renato Sinno
Prof. Dott. Renato Sinno
già docente di Mineralogia Università di
Napoli Federico II
AMIANTO, STATO DELL’ARTE: IN ATTESA
DI UNA SOLUZIONE DEFINITIVA
ROMA - Camera dei Deputati
Convegno O.N.A. 20 marzo 2014
È a tutti noto che lo stato di salute dell’economia viene considerato
come l’elemento essenziale per definire lo stato di prosperità di
un paese.
Per questo motivo grandi attenzione viene perciò riservata al costo
della vita, allo sviluppo industriale, al potere di acquisto della
moneta, al prezzo del petrolio e via discorrendo, al punto tale da
rappresentare gli argomenti chiave che vengono dibattuti con
grande frequenza, con l’ausilio di tutti i mezzi di informazione che
vanno dalla carta stampate alla radio, alla televisione, che si
impegnano ad aumentarne tali conoscenze e quindi la cultura di
questo settore anche se le metodologie scelte per l’incremento
dell’economia non trovano tutti d’accordo.
Vi è da notare, e non con grande meraviglia, che un’attenzione
certamente altrettanto rilevante non è stata mai attribuita al
progressivo ed incalzante mutamento delle condizioni fisiche
della terra non solo in tema di cambiamenti climatici, ma
soprattutto in virtù dei più svariati interventi non sempre
incoraggianti del fattore antropico che ritenendosi il padrone
assoluto della natura, con comportamenti molto spesso
sconsiderati finisce per rendere sempre più difficile l’esistenza
degli equilibri naturali creando condizioni di vita poco accettabili.
Foto 1: microscopio elettronico: ingrandimento 100 X
Struttura fibrosa amianto di serpentino (crisotilo con crocidolite)
di
Serpentino
di
Anfibolo
1 – Crisotilo (serpentino fibroso) Mg6(OH)6Si4O11.H2O
2 – Lizardite Mg6(OH)6Si4O11
3 – Antigorite (serpentino lamellare) Mg6(OH)8Si4O10
4 – Amesite (asbesto bruno) Mg6Al2OH8[Al3Si2O10]
1 – Antofillite (Mg,Fe)7(OH)2Si8O22
2 – Tremolite Ca”2Mg5(OH)2Si8O22
3 – Actinolite Na2Ca3Mg10(OH)4Si16O44
4 – Riebeckite Na3Fe”3Fe”’2(OH)2Si8O22
5 – Crocidolite (asbesto blu) Na2(Mg,Fe”)3(OH)2Si8O22
AMIANTO O ASBESTO
Foto 2: microscopio elettronico: ingrandimento 1.000 X
Struttura fibrosa amianto di serpentino (crisotilo con crocidolite)
I materiali contenenti amianto
(MCA)
Metodologie impiegate nei processi di inertizzazione dell’amianto:
1) torce al plasma (Francia): temperature di fusione dei componenti
dell’amianto 2000°C temperature impiegate per la messa a regime
dell’impianto temperature molto al di sopra;
2) prodotti ottenuti dopo l’inertizzazione (analisi spettrofotometrica di
un tipo di plasma provenienza francese: silicato doppio di calcio e
cobalto - akermanite, silicato doppio di calcio e magnesio –
merwinite, silicato di ferro – fayalite;
3) demolizione della molecola di crisotilo mediante temperatura e
additivi “bassofondenti”;
4) svolgimento della reazione:
Mg6(OH)8Si4O10 → 3Mg2SiO4 + SiO2 + 4H2O
Silicato basico di Magnesio (900°C- 950°C) → silicato di magnesio + silice + acqua
5) l’analisi spettrofotometrica conferma la presenza di fosterite
(silicato di magnesio + silice
Foto microscopio elettronico: ingrandimento 100 X e 1000 X
Silice amorfa (dopo la trasformazione)
Foto microscopio elettronico: ingrandimento 1000 X
Dal convegno di Casale Monferrato (Al)
18 sett. 2012
dalle relazione dei Ministri Forneri (lavoro), Balduzzi (salute), e Clini (ambiente)
Siti di interesse nazionale per presenza di amianto 12
Luoghi censiti come “pericolosi” 34.000
Luoghi di “prima pericolosità” 373
Quantità di amianto smaltito al 2009 379.000 ton.
Quantità di amianto ancora da smaltire 32.000.000 ton.
Quantità ancora da smaltire calcolata in % 99%
Tempo occorrente stimato per lo smaltimento totale
(calcolato al ritmo di 379.000 ton/anno) 85 anni
COMUNICATO DELL'U.E. SEGUENTE ALLA RIUNIONE DI GENNAIO 2013.
RECENTE “RISOLUZIONE” DELL'U.E. PROPOSTE PER LA SICUREZZA DELLO
SMALTIMENTO DEFINITIVO DELL'AMIANTO SULLA SCORTA DELLE STATISTICHE
CHE ANCORA LO VEDONO PRESENTE IN GRAN NUMERO NELLE TUBATURE
DELL' ACQUA, NEI TRENI, NELLE NAVI, NEI MACCHINARI E SOPRATTUTTO IN
MOLTI EDIFICI, NONCHÉ SULL'ONDA DEL TIMORE SUSCITATO DALLA FUGA DI
AMIANTO CHE HA PORTATO ALLA CHIUSURA RECENTE DI ALCUNI EDIFICI
COMUNITARI A STRASBURGO,
(dalla relazione dell'europarlamentare STEPHEN HUGHES approvata con 558 voti a
favore e 51 contrari)
• 1) Scadenza definitiva per il completamento della strategia: anno 2028;
• 2) Introduzione di un registro pubblico degli edifici contenenti amianto negli
Stati membri dell'Unione;
• 3) Sostegno alle Associazioni delle vittime;
• 4) Definizione di una tabella di marcia degli interventi;
• S) Definizione di un piano che imponga la garanzia che gli ispettori che
operano sul campo siano protetti da attrezzature adeguate;
• 6) Gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati;
• 7) Assoluto divieto del conferimento in discarica di qualunque tipo di materiale
contenente amianto a causa della eventuale azione delle acque di falda;
• 8) Invito a tutti i paesi dell'unione alla realizzazione di centri di trattamento e di
“inertizzazione” dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale
cessazione del conferimento in discarica degli stessi.
Ultima dichiarazione ufficiale del ministro Balduzzi:
il piano previsto non sarà caratterizzato da altre
200 pagine di analisi e prospettive ma sarà un
piano di proposte di grande innovazione. Due gli
elementi e gli aspetti che caratterizzeranno la
lotta all'amianto che richiedono particolare
attenzione, la ricerca e la bonifica.
Infatti la battaglia contro l'asbesto non è ancora
vinta, perché occorre fare molto su questi due
fronti, sui quali si concentra una parte
importante del piano nazionale in dirittura di
arrivo. Tre sono le macroaree di azione del
piano: la tutela della salute, la tutela
dell’ambiente e gli aspetti previdenziali e di
sicurezza del lavoro.
Ministero della Salute: Presentato il
Piano Nazionale Amianto – marzo 2013
…”È una risposta operativa ad una vicenda sulla
quale a livello Nazionale era sceso l’oblio. Il
Governo Monti ha riportato una triste vicenda a
livello Nazionale ma anche Internazionale in
Europa. L’Italia è diventata punto di riferimento
dell’Unione per l’organizzazione di una rete
europea per la lotta alle malattie correlate
all’amianto” (relazione al Consiglio dei Ministri del
Ministro Balduzzi).
Voglio concludere con un monito umile ed
affettuoso rivolto a quanti sottovalutano
certi problemi ecologici e, sorridendo, si
adagiano non senza saccenteria, sulla
comoda piattaforma del potere che per
fortuna e per legge naturale ha un
processo vitale ben definito.
Ricordo un’espressione del grande William
Shakespeare che ritengo molto profonda;
“il saggio sa di essere stupido, è lo stupido
che crede di essere saggio”.
ROMANO BATTAGLIA
• Rimanere se stessi in un mondo che
giorno e notte si adopera per trasformare
ognuno di noi in un essere qualsiasi, vuol
dire combattere la battaglia più dura della
vita.
Aggiungo con molta modestia:
essere betulla è facile, restare quercia è
molto più difficile, ma è soprattutto
doloroso!
Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza
di cemento amianto sul territorio
Dott.ssa Lorenza Fiumi
Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza
di cemento amianto sul territorio
Lorenza Fiumi
Seconda Conferenza Internazionale ”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”
Camera dei Deputati – Auletta dei Gruppi Parlamentari - 20 marzo 2014
Gruppo di ricerca: Lorenza Fiumi (resp.) Stefano Tocci e Carlo Meoni
Il sensore MIVIS (Multispectral Infrared Visible Imaging Spectrometer)
per la mappatura delle coperture in c-a
Il CNR possiede e gestisce il
MIVIS un sensore aeroportato con
102 canali e con una risoluzione
spaziale fino a 3m x 3m, ne fanno
uno strumento innovativo ed unico
nelle applicazioni dirette sul
territorio e delle relative risorse.
Cemento-amianto chiaro: il colore chiaro è un buon
indicatore dell’ottimo stato di conservazione del materiale
che risulta integro in tutte le sue componenti.
Cemento-amianto scuro: il materiale è soggetto a
complesse degradazioni che portano ad una minore
consistenza del prodotto e all’affioramento di fibre di
amianto in superficie.
Sviluppi della ricerca:
caratterizzazione dello stato di alterazione del c.-a.
-OBIETTIVI:
-migliorare l’accuratezza e di
valutare con estremo rigore il grado
di attendibilità delle mappe;
- realizzare mappe di rischio in cui
siano evidenziate lo stato di
alterazione del materiale in modo da
fornire un sistema di supporto
essenziale per monitorare aree a
rischio ambientale.
Sviluppi della ricerca:
migliorare l’accuratezza di classificazione
falda + 51% volta + 40%
- finalizzata a ridefinirne la geometria dei poligoni
eliminando quindi le discontinuità, ad esempio i vuoti,
da ogni copertura.
Intersezione Spaziale è stata
eseguita con i dati classificati
MIVIS e la CTR a scala
1:5000, entrambi vettoriali
quest’ultima relativa al solo
tematismo dell’edificato.
Copertura a volta
Integrazione di tecniche e dati in ambiente GIS
GEOGRAPHIC INFORMATION SYSTEM (GIS)
DATI TELERILEVATI e DATI ISTAT
+
25,76%
48,85%
9,92%
8,83%
3,39%
2,78%
0,48% 0-100
100-500
500-1000
1000-2000
2000-3000
3000-5000
>5000
(mq)
Amianto (mq) 460.350
Numero coperture (amianto min) 827
Amianto /Superficie coperta (mq/kmq) 2.788
Peso (kg) 5.984.550
Popolazione (ISTAT 2010) 60.167
Amianto / Popolazione (mq/ab) 7,65
Ripartizione delle coperture in c-a in base alla superficie
Integrazione di tecniche e dati per:
stima di c-a sul territorio del comune di Pomezia
La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla pratica clinica
Prof. Luciano Mutti
Luciano Mutti M.D. PhD on behalf of Buzzi Foundation and G.I.M.e
Are there new Evidences Changing
our Approach to Mesothelioma ?
MPM: hindsight and perspectives
Expecting the Worldwide Epidemics
R1a. Every patient should receive best
supportive care.
R1b. When a decision is made to treat
patients with chemotherapy alone, patients in
a good performance status (PS; > 60 on the
Karnofsky scale or < 3 on the ECOG scale)
should be treated with first line combination
chemotherapy consisting of platinum and
pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively,
patients could be included in first and
second-line clinical trials.
R1c. In the light of limited evidence of
efficacy of chemotherapy, the decision
to administer chemotherapy should be
discussed with the patients and his
relatives on a case by case basis .
ERS/ESTS TASK FORCE
Guidelines of the European
Respiratory
Society and the European Society
of Thoracic Surgeons for the
management of
malignant pleural mesothelioma
A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T.
Berghmans, H. Clayson, P. de
Vuyst,H. Dienemann, F. Galateau-
Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C.
Le Pe´choux, L. Mutti, J-C. Pairon, R.
Stahel, P. van Houtte, J. van
Meerbeeck, D. Waller and W. Weder
Hence what should we do
to conduct fruitful
pre-clinical and clinical research
on asbestos-related tumours
and to cope with this unsettled scenario
?
OncoTargets and Therapy
Drugs for solid cancer: the
productivity crisis prompts a
rethink
Science does not proceed linearly
but by paradigmatic shifts
driven by translational productivity
//
Awaiting Genetic Based Medicine grows up (1)
Awaiting Genetic Based Medicine grows up (2)
Cancer Research is
Translational Cancer Research
aimed at
changing the clinical practice
via clinical research
based on strong rationale
Preclinical Knowledge
Biomarkers validation
on proper animal models
and IHC from human tumours tissues aimed at
Novel Therapies,
Diagnosis, Prognosis
Susceptibility Tests
Early Phases Clinical Trials with
Appropriate End Points
Tests validation in humans
•ASCO Blueprints, Nov 2011
(pats stratification)
•Clinical Trials Directives-Regulations
•GCP
Therapies currently in Phase II
trials for malignant pleural
Mesothelioma
5. Expert opinion
Back in 2005 in their review of
theirs, Kumar and Kratzke
had foreseen that targeted
therapy addressed to growth
factor receptors and cell cycle
proteins would change the
prognosis of patients with MPM
[57]. Eight years later,
unfortunately, such a result has
not been achieved and looks like
being still rather far away. To get
ahead, first, we should
ask ourselves: ‘Why?’.
An obvious stallmate that requires a swift
U-turn paradigmatic shift .
New scenarios should be explored
“A change is better than a rest”
Irish Proverb
Pinton G. et al. Expert Opin Investig Drugs, 2013
clinicaloptions.com/oncology
Clinical Focus: The Evolving Role of Systemic Therapy for Mesothelioma
Inhibition of PDGFR Increases Uptake of
Drug in Tumor Cells by Decreasing IFP
 Imatinib inhibition of
stromal PDGF-Rβ
decreases tumor IFP
 Drug uptake increases
in tumors
TumorUptakeof[3H]Taxol
248
Hrs After Injection [3H]Taxol
TumorIFP(mmHg)
16. Pietras K, et al. Cancer Res. 2002;62:5476-5484.
8
6
4
2
0
PBS STI-
571
Taxol Taxol +
STI-571
8
6
4
2
0
Control STI-571 Control STI-571
-14379
Toward the shift: genetic hints
Validaton of Data Mining: 119 gene deregulated in at least two refs
High expression OS
20.8 vs 40 months
(NME12 and
THBS2 are
hypoxia-regulated
genes)
Examples of diffuse immunostaining of CA IX
and CA XII proteins in normal and neoplastic tissues
and MPM is an extremely hypoxic tumour related to
(GRP78) PAKT and low apoptosis rate.
Ivanov S et al Am J Pathology, 2001
Enhancement of in vitro cell motility and
invasiveness of MPM cells under hypoxia via HIF-
1/MUC1 Pathway . Morover high IHC MUC1
expression in the tumor are indicators of poor
prognosis in MPM
Goudarzi H et al. Cancer Letter, 2013
Pillai K et al. J Biol Markers 2013
Hypoxia induces NOTCH 1 and its down-
regulation in MPM (obtained either through
RNA interference or chemical inhibition) leads
to cell death via AKT deactivation
Graziani I et al Cancer Res, 2008
Toward the shift: Hypoxia
Is Hypoxia and its effects a
new direction to take ?
Overview
 Hypoxia and Translational control in cancer
and in MPM
Hypoxia and MPM Metabolism
Therapeutic Translational implications and
“Take home message”
Have we any findings suggesting Hypoxia-dep
Translational abnormalities in MPM cells ?
Toward the shift: Hypoxia and Translation (1)
In all human tumours IF-4E//4E-BP1 is critical :
4E-BP1 loss or P- reduces pts survival
Hypoxic Tumours show increased P- eIF-4E
and/or reduced 4E-BP1
PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
All major pathways regulating translation
are constitutively “ON” in MPM cells…
Toward the shift: Hypoxia and Translation (2)
PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
…however their inhibition
does not reduce translation and suggests
the presence of specific modulators
Toward the shift: Hypoxia and Translation (3)
…moreover, even more importantly, MPM cells have abnormal,
constitutive active translation that
is not stimulated by Growth Factors
Toward the shift: Hypoxia and Translation (4)
Translation in MPM cells is insensitive to mTORc1/2 dual
inhibition by PP42 in spite of constitutive mTORc activity
Toward the shift: Hypoxia and Translation (5)
PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
Eventually in MPM cells both 4E-BP1 overexpression
and eIF-4E downregulation restore sensitivity to mTOR inhibition
according to translation on hypoxia
Toward the shift: Hypoxia and Translation (6)
MPM cells show unique massive eIF6
expression and eIF6 is induced by hypoxia
Toward the shift: Hypoxia and Translation (7)
Have we any findings suggesting
Hypoxia-dep Metabolic
abnormalities in MPM cells ?
Hypoxic tumours differently but largely rely on Glucose/Lactate metabolism
and promote EMT and “Stemcellness”
Warburg effect
Glutamine catabolism Piruvate Lactate
Glucose
Hypoxic conditions sensitize MPM cells
to glycolysis inhibitors and to interferences with lactate cycle
Toward the shift : Hypoxia and metabolism
Toward the shift : Hypoxia and EMT
miR200 Family members and miR149 are related to Hypoxia
and EMT
miR200 Family members and miR149 are uniquely
expressed in MPM -related to hypoxia levels- but not not in
HMC (personal communicaton) and unleash EMT gene expression
(SNAIL, SNUG, Zeb1, Twist, AKT). Ongoing project amid
EU, US, AU, CN
Snail expression is associated with poor prognosis
in MPM
Kobayashi M. et al Ann Thora Surg, 2013
• Translation is abnormally regulated by constitutive ativation of
regulatory pathways regardless Growht Factor activation
• MPM with high 4E-BP1 and low eIF-4E become sensitive to mTOR
inhibition
• IHC analysis of MPM tissue revealed a striking increased expressions
of eIF6 in MPM tissue
Morevor Enzaustarin (PKC inhibitors) inhibits eIF6 with in vitro/vivo
anti-neoplastic effects on MPM cells
This is a Scenario that Complies with the Hypoxic
Hypothesis
Highlights and implications of MPM cells
translation: the shift (1)
Highlights on implications of MPM cells
Metabolism and EMT: the shift (2)
Hypoxia-dep responders inhibitors
(not TKR that in vivo are strongly expressed only in a small
fraction of hypoxic, mesenchimal MPM and without biological
relevance)
•Glicogenolysis inhibitors
•LDH and Lactate excretion inhibitors
Pathways involved in miRs-dep hypoxixc
EMT
•Direct miRs antagonists/agonists
(Phase I Au and …Europe)
Is this the MPM Achille’s Heel ?
Is this below the
ultimate paradigmatic shift ?
EMT MET
Hypoxia
+ -
B7H3
Immunotherapy: a Master Key against
Tumours and MPM ?
Immunotherapy: a Master Key against
Tumours and MPM (1) ?
Original Research Articles
Int J Cancer. Dec 1998
Primary human mesothelioma cells express class II MHC, ICAM-1 and B7-2 and
can present recall antigens to autologous blood lymphocytes.
Int J Mol Med. Feb 2003
Transforming growth factor-beta released by PPD-presenting malignant
mesothelioma cells inhibits interferon-gamma synthesis by an anti-PPD CD4+ T-cell
clone.Article first published online: 22 JUL 2011
Journal of Cellular Physiology October 2011
Expression and regulation of B7-H3 immunoregulatory receptor, in HMCandMPM:
Immunotherapeutic implications
PlosOne, March 2013
Synergistic Effect of CTLA-4 Blockade and Cancer
Chemotherapy in the Induction of Anti-Tumor Immunity
The Translational Research
Cycle: Bench/Bedside/Bench
A Master Key ?
Int J Cancer. 1998;
Int J Mol Med. 2003.
MMe cells act as APC
of recall antigens
MMe cell
AG
HLA-DR
PPD
TT
Expression og B7-H3
on human MMe cells and tissue
J Cell Physiol. 2011
A second-line phase II clinical study with
a fully humanized anti-CTLA-4
monoclonal antibody as monotherapy in
patients with unresectable MMe (Pfeizer)
Study extended
0
20
40
60
80
100
120
140
160
Baseline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60
1st cycle 2nd cycle
cellcount/microL
NR
Rp<0.03
p<0.04
p<0.02
Analysis of overall survival for 29 patients
with MPM treated with tremelimumab
Time points 6 months 12 months 18 months 24 months
% Pts alive
Pts at risk
79.3
23
48.3
14
36.7
9
36.7
8
Median OS: 10·7 months
Baseline PD 2 dose PR 3 dose PR 4 dose
0
20
40
60
80
100
120
140
160
Baseline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60
1st cycle 2nd cycle
cellcount/microL
NR
Rp<0.03
p<0.04
p<0.02
Changes in circulating CD4+ICOS+ T cell counts by response
October, 2013
The Translational Research Cycle: Bench/Bedside/Bench
Immunotherapy: a Master Key against
Tumours and MPM (2) ?
RCT vs Placebo (sic) on course.
If/When phase II was confirmed:

•Very selected pats with very good PS and life expectancy,
•Relatively low extensive disesase
TAKE -HOME MESSAGE
MPM cells show a combined unique pattern of deranged cell
machinery with potential “bespoke” translational implications
This combined abnormality discloses novel approaches to the treatment
of this tumour aimed at increasing its sensitivity to medical treatments
The evidences seem to bring us away from most of the current
innovative treatment for human cancers (TKRI)
We are achieving a much better understanding of how to breach MMP
cells metabolic and environmental shield and of the differences among
the subtypes and this seems to be a crucial step forward
Taking advantage of the capability of MPM cells to elicit an immune
response and the results obtained from the first early clinical trials of
immunotherapy are disclosing new scenarios
“Here is Edward Bear, coming
downstairs now, bump, bump, bump,
on the back of his head, behind
Christopher Robin. It is, as far as
he knows, the only way of coming
downstairs, but sometimes he feels
that there really is another way, if only
he could stop bumping for a moment
and think of it”
A.A. Milne 1926
Illustration E.H.Shepard 192614
“If you always do what you always did, you always get
what you always got”
Mark Twain
We are not «Waiting for Godot»
Let’s booggie to take action now
“BREAKTHROUGH”, “ FAST
TRACK” TRIALS TO SPEED UP
THE NEXT CLINICAL
RESARCH FOR MPM
Contributors
Metabolism. Arcangela G. Manente, Giulia Pinton, Laura Moro Dept. Pharmaceutical Sciences, University of
Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara, Italy
Daniela Valenti, Rosa A. Vacca CNR-IBBE, Bari, Italy
Puthen V. Jithesh, Liverpool Cancer Research UK Centre, University of Liverpool, UK
Antonio Daga, IRCCS San Martino-IST, Genova, Italy
Leonardo Rossi, Dept. of Human Morphology and Applied Biology, University of Pisa, Pisa, Italy
Steven G. Gray, Kenneth J. O'Byrne, Institute of Molecular Medicine, St James's Hospital, Dublin 8, Ireland
Dean Fennell, Thoracic Medical Oncology, University of Leicester & Leicester University Hospitals,
Leicester, UK
Translation. Stefano Biffo S. Raffaele Sci Inst, Milan, Italy
Stefano Grosso MRC Toxicology Unit, University of Leicester, UK
Genetics. Carlo Croce, Pierluigi Gasparini Columbus University. OH, USA
Immunotherapy . M Maio, L Calabro’ Immmunotherapy Unit , Siena Hospital, Italy
Ruolo della chirurgia nel mesotelioma pleurico
Prof. Vittore Pagan
Vittore Pagan
RUOLO DELLA
CHIRURGIA NEL
MESOTELIOMA
PLEURICO
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
•DIAGNOSI E STADIAZIONE
VIDEOTORACOSCOPIA
MICROTORACOTOMIA
VIDEOMED/LAPARO
•TERAPIA
PALLIAZIONE
CURA: ERADICAZIONE DI TUMORE SOLIDO
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
TUMORE SIEROSO
•CONFINI IMPERCETTIBILI
•PROGRESSIONE ?
•DIAGNOSI TARDIVA
•SOTTOSTADIAZIONE
polifocale contiguità diffusione
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
MARGINS TO BE RESECTED IN
REALLY R0 MPM RESECTION
REMOVED BY EPP:
• PLEURA
• LUNG
• PERICARDIUM
• DIAPHRAGM
• LYMPH NODES
• PHRENIC NERVE
UNREMOVABLE:
• CONTRALAT PLEURA
INTERFACE ADHESION
• RIBS + CHEST WALL
• NERVES (PLEXUS,
SYMPATHETIC, VAGUS
T-ROOTS + INTERCOSTAL)
• TRACHEA
• ESOPHAGUS
• THORACIC DUCT
• SVC, AORTA, AZYGOS V
• SUBCLAVIAN VESSELS
• MEDIASTINAL TISSUE
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
LIMITI CH CURATIVA
• R 1 DI FATTO INELUDIBILE
RIPRESA POST-CHIR PREVAL LOCO-CONFINARIA
CITORIDUZIONE MASSIMALE CT/RT ADIUV
• LIMITATA OPERABILITA’
CANDIDABILE 60% dei 572 OSSERVATI
RESEZ COMPLETA 70% dei 280 ESPLORATI
• MORBI-MORTALITA’ POSTOP
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
OUTCOME CHIRURGIA
• DA SOLA SOPRAVV MEDIA
SOVRAPPONIBILE NON OPERATI
• IN MULTIMODALE SOPRAVV
13% 5 ANNI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
OBIETTIVI REALISTICI
CHIRURGIA
• IN CONTESTO MULTIMOD ALTERARE
STORIA NATURALE MPM (CT NEOAD?)
• MASSIMA COMPLETEZZA MACRO E
MINIMI R1 E COMPLICANZE
• CON MIGLIORI PALLIAZIONE
E QUALITA’ DI VITA POSSIBILI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
CANDIDABILI CHIRURGIA
•ISTOTIPO
EPIT SI’
SARC E M+ NO
MISTO DIBATTUTO
•CONDIZIONI GENERALI
ETA’ ≤ 70 a ≤ 75 a ? I K
RISERVE C-R CO-PATOL
•ERADICABILITA’MACROSCOPICA
E NO LINFONODI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
INTERVENTI CURATIVI
(PPE e PTE)
• PLEURO-PNEUMONECTOMIA
• PLEURECTOMIA TOTALE o P/D
± ESTESE DIAFR/PERIC
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
MORTALITA’ 30gg = 4%
COMPLICANZE MAGGIORI PPE-RELATE 6m = 1,5-2 VOLTE VS. 30gg
PTE PLEURECTOMIA TOTALE ESTESA
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
VANTAGGI PTE
• INCREMENTO CANDIDABILITA’
• MINORE MORBI-MORTALITA’
• MIGLIORE Q d V E RISERVA C-R
• COALESCENZA POLM-PARETE
FACILITA PERFUS CT ADIUV SU R1-2
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
Autori vari PPEVS.PTE
MORTALITA’ 4-15% 1-4%
MORBILITA’ 50% 50%
REINTERV 16% 2%
(EARLY+LATE)
SOPRAVV 5a 15% 15%
ns sopravv 3a 22% 33%
ARRUOLATI AD OGGI 101 CASI MPM
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
CONCLUSIONE
POICHE’ SCOPO PRAGMATICO
ATTUALE CHIRURGIA E’ ALTERARE
CORSO MPM, PREVEDENDO R1 E
TER ADIUVANTE, OFFRENDO QV,
COMPLICANZE, SOPRAVVIVENZA
MIGLIORI POSSIBILI,
PTE PROPONIBILE COME PRIMA
SCELTA VS. PPE SE COMPROVATA
PARI COMPLETEZZA EXERESI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
Il significato clinico dei biomarkers molecolari nella sorveglianza
sanitaria degli ex esposti ad asbesto
Prof.ssa Lory Santarelli
IL SIGNIFICATO CLINICO DEI BIOMARKERS MOLECOLARI
NELLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI AD
ASBESTO
Lory Santarelli
Medicina del Lavoro
Università Politecnica delle Marche Ancona
II Conferenza Internazionale
Amianto
21 marzo 2014
«Morire per morire, preferisco
non saperlo in anticipo»
(Michele M, ex operaio della
Breda Fucine di Sesto San Giovanni)
5
La scienza alimenta la speranza.
Il sentirsi seguiti offre un qualche sollievo dall’ansia
di ammalarsi ed il contribuire ad un progetto di
ricerca rende molti lavoratori
orgogliosi di partecipare e suscita sentimenti di
solidarietà
THE BENEFIT OF EARLY
DIAGNOSIS
FOR MALIGNANT
MESOTHELIOMA
LA NOSTRA ESPERIENZA SI BASA SULLO
STUDIO DI 350 SOGGETTI CON PREGRESSA
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE, AD
ASBESTO, DICUI:
280 ex esposti sani o affetti da patologia
asbesto-correlata non neoplastica
70 ex esposti affetti da MM
EX ESPOSTO AD AMIANTO
FOLLOW-UP EX ESPOSTI AMIANTO CLINICA DI MEDICINA DEL LAVORO UNIVPM ANCONA
D
A
T
A
M
I
A
N
T
(GENE METILATO)
CONSEGUENZE PSICOLOGICHE
• Ansia e crescente
preoccupazione
• Fenomeno di anticipazione
della morte
• Percezione di ogni
cambiamento dello stato di
salute come connesso alla
esposizione ad amianto
PCQ
(Psichogical CONSEQUENCES Questionnaire)
• Meccanismo di rifiuto
• Strategie cognitive e
comportamentali messe in
atto per fronteggiare la paura
(“coping”)
DOPO UNA BREVE RACCOLTA DEI DATI GENERALI DEL SOGGETTO (ETÀ, SESSO,
ABITUDINI TABAGICHE ETC..)
IL QUESTIONARIO SI SVILUPPA IN 12-ITEM PER MISURARE L’EFFETTO DEL
FOLLOW UP, PER I SOGGETTI EX-ESPOSTI ALL’ASBESTO, SULLA SFERA
EMOZIONALE, FISICA E SOCIALE.
Auto-percezione di EXP
BASSA MEDIA ALTA INCERTA
Coloro che avevano una
percezione di alta esposizione ad
asbesto durante la pregressa
attività lavorativa ottenevano un
risultato elevato al PCQ, Ma lo
ottenevano ancora più elevato
coloro che non sapevano
rispondere ai quesiti sulla propria
esposizione.
Auto-percezione di malattia
INCERTA ALTA BASSA
L’incertezza nella percezione
di malattia, il non saper
dare spiegazioni ai quesiti
richiesti portava ad un
risultato nel test PCQ ancora
più elevato che in coloro che
temevano di essere malati.
Livello di informazione
BASSO ALTO
Bassi livelli di informazione
sull’argomento amianto portavano ad
elevatissimi punteggi nei risultati del
PCQ. SEMBRA DUNQUE CHE LA
SCARSA INFORMAZIONE E LA SCARSA
SPIEGAZIONE DEI MEDICI SU CIÒ CHE
PUÒ DIPENDERE DALL’ASBESTO E CIÒ
CHE NON È CORRELATO, INTERVENGA
NOTEVOLMENTE
NELL’ACCENTUAZIONE DEL DISAGIO
PSICOLOGICO DI QUESTI SOGGETTI.
UNIVPM MEDICINA DEL LAVORO TEST PCQ-A (n° 130)
Durante il follow up sanitario è stata riscontrata la presenza di
patologie in 187 soggetti su 280 (58,4%)
PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE N ° patologie asbesto-correlate
Ispessimenti pleurici 75 (23,4%)
Placche pleuriche 86 (26,9%)
BPCO 75 (23,4%)
Ispessimento interstiziale aspecifico 55 (17,2%)
Asbestosi 40 (12,5%)
Bronchiectasie/actelectasie 39 (12,2%)
Nodulo polmonare non sospetto (calcifico/fibroso) 32 (10,0%)
Nodulo polmonare sospetto 31 (9,7%)
Versamento pleurico 7 (2,2%)
Pachipleurite calcifica 6 (1,9%)
Istotipi dei 70 casi di Mesotelioma Maligno, 59 maschi e 11 femmine,
giunti alla nostra osservazione nel periodo compreso tra il 2003 e il
2013, provenienti dai Reparti di Pneumologia, Chirurgia Toracica e
Oncologia dell’Ospedale Regionale “Ospedali Riuniti” di Ancona.
ISTOTIPO MM N° casi
MM-Epiteliale 47
MM-Sarcomatoide 9
MM-Misto 5
MM-PERITONEALE 1
MM con istotipo sconosciuto 8
70
SEBBENE LA TC AD ALTA RISOLUZIONE SIA
ATTUALMENTE LA FORMA DI INDAGINE CAPACE DI
COGLIERE LESIONI INIZIALI, LA SUA ESECUZIONE
AD INTERVALLI TROPPO RAVVICINATI IN SOGGETTI
PER LO PIÙ SANI, PONE PROBLEMI DI TIPO
RADIOPROTEZIONISTICO
(ASSORBIMENTO DI UNA DOSE DI RADIAZIONI IONIZZANTI DA 3 A 5,5 MGRAY
DURANTE UN SINGOLO ESAME)
Carbone et al. The pathogenesis of mesothelioma.
Seminar in Oncology 2002, 29: 2-17
Goodman et al. Ionizing radiation: a risk factor for
mesothelioma Cancer Causes Control (2009) 20:1237–
1254a
POTENZIALITÀ DEI BIOMARCATORI PER IL
MESOTELIOMA MALIGNO
 FACILITAZIONE DELLA SORVEGLIANZA
SANITARIA DEI SOGGETTI EX ESPOSTI E DEGLI
ATTUALMENTE ESPOSTI
 DIAGNOSI PRECOCE DI MALATTIA
 PROGNOSI E FOLLOW UP DI TERAPIE
 MESSA A PUNTO TERAPIE ALTERNATIVE A
QUELLE CONVENZIONALI
Amati et al Mutat Res. 2008 655(1-2):52-8. doi: 10.1016/
RELAZIONE TRA LA METILAZIONE DEL GENE DELLA MESOTELINA (MSLN) NEI TUMORI E I
PEPTIDI CORRELATI ALLA MESOTELINA (SMRP) MISURABILI NEL SIERO
MSLN È NORMALMENTE METILATO NELLA PLEURA.
LA METILAZIONE SI PERDE NELLA MAGGIOR PARTE DEI TUMORI.
IN UN SOTTOGRUPPO DI TUMORI LA METILAZIONE VIENE MANTENUTA, E QUESTO
MECCANISMO SPIEGA LA SCARSA SENSIBILITÀ DEL TEST DI VALUTAZIONE SMRP
Nelson et al, Epigenetics. 2011; 6:1029-34
MSLN promoter
MSLN promoter
Methylated CpG
Unmethylated CpG
Gene silencing
Gene transcription
L’espressione genica subisce alterazioni senza
che la sequenza di DNA venga modificata
Metilazione: : in questo modo, i
geni vengono silenziati oppure
attivati.
Modificazioni istoniche:
i geni possono essere
impacchettati così strettamente
da risultare «spenti»
MODIFICAZIONI EPIGENETICHE
EPIGENOMICA
LE ALTERAZIONI EPIGENETICHE SONO COINVOLTE NELLA
INIZIAZIONE DEL CANCRO E QUINDI SONO EVENTI PRECOCI DELLA
TRASFORMAZIONE NEOPLASTICA
ASBESTOS AND EPIGENETIC CHANGES
Epigenetica e micro-RNA
Regolazione attuata dai
microRNA
Esempio
• RNA non codificanti che modulano
l’espressione di oncogeni, soppressori
tumorali e geni regolatori
dell’epigenetica (epi-miRNAs)
• risultano differentemente regolati tra
cellule cancerose e cellule sane
• ruolo ormai dimostrato nella
cancerogenesi
MiR126(foldchange)
-10
-20
-30
-40
-50
0
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 204 5 6 7 81 2 3
Biopsies
Siero
MiR-126
è un micro-RNA regolato epigeneticamente
Santarelli et al. PLoS One. 2011;6 (4):e18232Nelson et al, Epigenetics. 2011; 6:1029-34.
Risk of disease
miR-126 (ΔCT)
Ctrl
Exp
MPM
D
Cut-off
mesotelina
(MMvsCtrl)
Cut-off
miR126
(Exp vs MM)
Cut-off
miR126
(Exp vs Ctrl)
Santarelli et al. PLoS One. 2011;6(4):e18232
Methylated Thrombomodulin
gene (Met-TM)
SIERO
THROMBOMODULIN IS SILENCED IN MALIGNANT
MESOTHELIOMA BY A POLY(ADP-RIBOSE)
POLYMERASE-1-MEDIATED EPIGENETIC MECHANISM
Nocchi et al. J Biol Chem. 2011;286:19478-88
Comparison AUC p-value Cut-off Sensitivity
(%)
Specificity (%)
SMRPs 0.818 (0.723-0.914) 0.0005 1.0 (nmol/L) 60 89
MiR-126 0.710 (0.568-0.822) 0.001 10 x10-3(relative exp) 75 54
Met-TM 0.750 (0.641-0.858) 0.0005 1.0 (relative exp) 60 82
precocI
EARLY DIAGNOSIS OF MALIGNANT MESOTHELIOMA USING A
COMBINATION OF CIRCULATING EPIGENETIC MARKERS AND
MESOTHELIN
45 Patients
with MM
44 Matched
controls
99 asbestos-exposed
subjects
N = 188
Serum collection
Combined model
MM vs. Controls
+ Asbestos-exposed
Controls vs.
Asbestos-exposed
Asbestos-exposed vs.
MM
Clinical performance
SMRPs
Cut-off = 75° Ctrl
MiR126
Cut-off = 25° Ctrl
Met-TM
Cut-off = 75° Ctrl
9 asbestos-exposed
with insufficient
serum
Excluded from the study
Con l’analisi
della
regressione
logistica è stato
valutato il
rischio di
sviluppare la
patologia
attraverso la
combinazione
dei tre
marcatori
0
20
40
60
80
100
120 MM
1 7 865432
Exp Ctrl
Percentage
Combinations
COMBINATION MODEL
Combination-1 SMRPs=L; MiR-126=H; Met-TM=L
Combination-2 SMRPs=L; MiR-126=L; Met-TM=L
Combination-3 SMRPs=L; MiR-126=H; Met-TM=H
Combination-4 SMRPs=L; MiR-126=L; Met-TM=H
Combination-5 SMRPs=H; MiR-126=H; Met-TM=L
Combination-6 SMRPs=H; MiR-126=L; Met-TM=L
Combination-7 SMRPs=H; MiR-126=H; Met-TM=H
Combination-8 SMRPs=H; MiR-126=L; Met-TM=H
Tutti tre i marcatori presi singolarmente sono in
grado di discriminare i soggetti sani da quelli con
MM, ma nessuno di essi è in grado da solo di
individuare precocemente la malattia per scarsa
specificità e/o sensibilità
0 12 24 36 48 60 72 84 96
0
20
40
80
60
100
SFRPs > 1.0 nmol/L
SFRPs < 1.0 nmol/L
Probabilityofsurvival(%)
Months
Log-Rank, p=0.001
0 12 24 36 48 60 72 84 96
0
20
40
80
60
100
MiR-126>10-3 Fold-change
MiR-126<10-3 Fold-change
Probabilityofsurvival(%)
Months
Log-Rank, p=0.040
0 12 24 36 48 60 72 84 96
0
20
40
80
60
100
Met-TM>1.0 Fold-change
Met-TM<1.0Fold-change
Probabilityofsurvival(%)
Months
Log-Rank, p=0.909
VALORE PROGNOSTICO
SMRPs
MiR-126
Met-TM
WT1HE Cytokeratin Calretinin
CT-1 2012 time 1 CT-2 012 time 2
SMRPs
Met-TM
miR-126
0
2
4
6
8
10
12
SMRPs
miR-126
Met-TM
Time-1
Feb2012
Verified
Diagnosis
Time-2
5-months
Cut-off
Cut-off
Sperimental
therapy
June2012
1-month 3-months
Time-3
8-months
Time-4
63-year-old man
16 years of continued occupational exposure to asbestos
Case report
CT-2 013 time 4
NGR-hTNF
VEGF
miR-126
MiR126 suppress tumor initiation
CLINICA MEDICINA DEL LAVORO UNIVPM
CARCINOMA DEL POLMONE
VALUTAZIONE DELL’ASSETTO EPIGENETICO
IN CELLULE (CANCEROSE E NON CANCEROSE)
PROVENIENTI DA BIOPSIE INTRAOPERATORIE DI
PAZIENTI AFFETTI DA CANCRO DEL POLMONE
LE CELLULE PROVENIENTI DALLE BIOPSIE FRESCHE VENGONO
TRATTATE CON INIBITORI EPIGENETICI E STUDIATE PER
L’ESPRESSIONE DI GENI E miRNAs
I GENI, LE PROTEINE DA ESSI CODIFICATE E I miRNA VENGONO RICERCATI
NEL SANGUE PERIFERICO COME MARCATORI BIOLOGICI CIRCOLANTI PER LA
DIAGNOSI, PROGNOSI E CAPACITÀ PREDITTIVA NELLA MALATTIA
VALUTAZIONE DELL’IMPATTO ELL’ESPOSIZIONE
AD ASBESTO SUL NUMERO DI CANCRI DEL POLMONE
TUTTI GLI STUDI SONO STATI SUPPORTATI DA FINANZIAMENTI INAIL MARCHE
Linee guida per il trattamento multimodale del mesotelioma pleurico
Prof. Luciano Mutti e Prof. Vittore Pagan
L Mutti
V. Pagan
MPM Staging: Guidelines and
Reccomendations on how taking action
EBM Rules/Experience/Common Sense
Expecting the Worldwide Epidemics
Staging IMIG (1)
TX
Primary tumor cannot be assessed.
T0
No evidence of primary tumor.
T1
Tumor limited to the ipsilateral parietal pleura with or
without mediastinal pleura and with or without
diaphragmatic pleural involvement.
T1a
No involvement of the visceral pleura.
T1b
Tumor also involving the visceral pleura.
Staging IMIG (2)
• T2
• Tumor involving each of the ipsilateral pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic,
and visceral pleura) with at least one of the following: involvement of diaphragmatic muscle;
extension of tumor from visceral pleura into the underlying pulmonary parenchyma.
• T3
• Locally advanced but potentially resectable tumor. Tumor involving all of the ipsilateral
pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of
the following: involvement of the endothoracic fascia; extension into the mediastinal fat;
solitary, completely resectable focus of tumor extending into the soft tissues of the chest
wall; nontransmural involvement of the pericardium.
• T4
• Locally advanced technically unresectable tumor. Tumor involving all of the ipsilateral pleural
surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of the
following: diffuse extension or multifocal masses of tumor in the chest wall, with or without
associated rib destruction; direct transdiaphragmatic extension of tumor to the peritoneum;
direct extension of tumor to the contralateral pleura; direct extension of tumor to
mediastinal organs; direct extension of tumor into the spine; tumor extending through to the
internal surface of the pericardium with or without a pericardial effusion or tumor involving
the myocardium.
Staging IMIG (3)
• Regional Lymph Nodes (N)a
•
• NX
• Regional lymph nodes cannot be assessed.
• N0
• No regional lymph node metastases.
• N1
• Metastases in the ipsilateral bronchopulmonary or hilar lymph nodes.
• N2
• Metastases in the subcarinal or the ipsilateral mediastinal lymph nodes
including the ipsilateral internal mammary and peridiaphragmatic nodes.
• N3
• Metastases in the contralateral mediastinal, contralateral internal
mammary, ipsilateral or contralateral supraclavicular lymph nodes.
Surgery
(1)
The role of surgical cytoreduction in the
treatment of
malignant pleural mesothelioma: Meeting
summary of the
International Mesothelioma Interest Group
Congress, September 11-
14, 2012,
Boston, Mass
Surgery
(2)
Surgical macroscopic complete resection (MCR) and control of micrometastatic disease play a vital role
in the multimodality therapy ofMPM, as is the case for other solid malignancies.
Surgical cytoreduction is indicated when macroscopic
complete resection is deemed achievable.
The type of surgery (EPP or P/D) depends on clinical factors
and on individual surgical judgment and expertise.
All patients with the diagnosis of MPM should be initially
evaluated in a multidisciplinary setting, including
medical oncology, radiation oncology, and surgery.
Clinical staging (lymph node sampling, positron emission
tomography, magnetic resonance imaging) should
be performed before therapy.
The histologic subtype should be identified by tissue
biopsy before initiation of therapy.
Neo-Adjuvant
Chemotherapy
Aim
Not less than Major PR
?
Chemotherapy
ERS/ESTS TASK FORCE
Guidelines of the European Respiratory
Society and the European Society of
Thoracic Surgeons for the management of
malignant pleural mesothelioma
A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T. Berghmans, H. Clayson, P. de Vuyst,
H. Dienemann, F. Galateau-Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C. Le Pe´choux, L. Mutti,
J-C. Pairon, R. Stahel, P. van Houtte, J. van Meerbeeck, D. Waller and W. Weder
• R1a. Every patient should receive best supportive care.
• R1b. When a decision is made to treat patients with chemotherapy alone,
patients in a good performance status (PS; > 60 on the Karnofsky scale or < 3
on the ECOG scale) should be treated with first line combination chemotherapy
consisting of platinum and pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively,
patients could be included in first and second-line clinical trials.
• R1c. In the light of limited evidence of efficacy of chemotherapy, the decision to
administer chemotherapy should be discussed with the patients and his
relatives on a case by case basis .
Radiotherapy
• Multimodality
• Pain Relief
• Prophilactic ?
• Neo-adjuvant ?
MPM is resistant to RT. No curative purposes !
Take-Home Message
• Surgery: in early phases (no T3 / no N2)
• Chemotherapy: on pt basis, negligible effects
on survival
• Radiotherapy: a few indications
• Neo-adjuvant : no evidences
“Here is Edward Bear, coming
downstairs now, bump, bump, bump,
on the back of his head, behind
Christopher Robin. It is, as far as
he knows, the only way of coming
downstairs, but sometimes he feels
that there really is another way, if only
he could stop bumping for a moment
and think of it”
A.A. Milne 1926
Illustration E.H.Shepard 192614
“If you always do what you always did, you always get
what you always got”
Mark Twain
RESEARCH
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA
Dott. Roberto Valenza
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
Dott. Roberto Valenza MD
Dott. Roberto Valenza MD
Dott. Roberto Valenza
Dott. Roberto Valenza
Dott. Roberto Valenza
Dott. Roberto Valenza
In oncologia asbesto correla a :
MESOTELIOMA
diagnosi
prognosi
terapia
Dott. Roberto Valenza
ambulatorio oncologico dell’ONA Onlus
OBIETTIVI:
• ASCOLTO
• ACCOGLIENZA
• FEED-BACK (risposte)
• Ospedalizzazione
• Cure
• Riindirizzare
• Follow-up
Dott. Roberto Valenza
Popolazione solo esposti maschi
MESOTELIOMA  Chemioterapia 2%
• Patologia benigna Polmone 6 %
Fegato 4%
• Surrene, cuore, vescica, tiroide…
• Suggeriti ulteriori accertamenti 4 %
• … e le donne ?
Dott. Roberto Valenza
I servizi dell’ambulatorio oncologico reale dell’ONA Onlus
• Nessuna richiesta
Motivazioni
caratteristiche degli utenti
• Misconoscimento dell’on line (o difficoltà di
accesso)
• Vedono ONA solo in termini risarcitori
Dott. Roberto Valenza
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
Realmente utile ?
SI
risponde a richieste
orienta paziente
e famiglia
Verso la prevenzione
• Divulgare
• Coinvolgere
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
Dott. Roberto Valenza
Chiunque (anche chi non è iscritto all’ONA) potrà chiedere assistenza e consulenza
all’associazione, con e-mail all’indirizzo e-mail:
ambulatoriooncologico.ona@gmail.com
e/o osservatorioamianto@gmail.com
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
Attivato l’Ambulatorio Oncologico on-line dell’ONA ONLUS, in
collaborazione con il Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma
dell’ONA ONLUS.
Direttore Dott. Roberto Valenza Medico Chirurgo Specialista in Oncologia Medica Direttore
U.O.C. Oncologia dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela
Roma, 26.09.2013
Ufficio Stampa ONA Regione Sicilia Dott. Roberto Valenza
Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del
conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto
per prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
Ing. Flavio Domenichini
2
Seconda Conferenza Internazionale
”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”
21 marzo 2014 - Regione Lazio – Sala Tirreno
ing. Flavio Domenichini – Comitato Tecnico Scientifico ONA Onlus
Ph. D. Ingegneria Chimica e dei Materiali
Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del
conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto per
prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
3
Riferimenti normativi 1/2
257/92 art. 13 comma 8 (e s.m.i.) prevede
benefici specifici per i lavoratori che siano stati
esposti ad amianto in maniera qualificata
(misera compensazione se i rischi sono stati già
corsi…)
Data la vastità delle sottocategorie tipologiche
lavorative, si è dovuto fissare un riferimento.
Pur essendo tale scelta opinabile, va tenuta
presente dagli operatori del settore.
Il riferimento di legge è pari a: 0,1 ff/cc.
21/03/2014 Roma
4
Riferimenti normativi 2/2
Quando non sono disponibili monitoraggi
ambientali, alcune sentenze della Cassazione
hanno sancito che il CTU può basarsi, per
formare il proprio convincimento, su criteri di
ragionevolezza e verosimiglianza.
Questo non può essere sempre svolto basandosi
solo sui documenti disponibili: spesso infatti
questi ultimi permettono di confermare
l’esposizione ma non di quantificarla, né di
determinare univocamente il termine della
stessa.
21/03/2014 Roma
5
Sviluppo di una perizia
Compito dei CCTT durante lo svolgimento delle
operazioni peritali, è di scegliere i metodi caso
per caso più adatti a quantificare l’esposizione.
Il risultato è l’individuazione delle attività, svolte
dal lavoratore, che potevano comportare
esposizione al rischio amianto,
contestualizzandole nell’ambito della giornata
lavorativa tipo.
Un metodo diffuso per la quantificazione è
attualmente il seguente: le attività su indicate
vengono comparate con statistiche
internazionali che vi assegnano un livello
espositivo.
21/03/2014 Roma
6
Banca dati Amyant 1/2
Per la determinazione dell’esposizione all’amianto è prassi
consolidata ed universalmente riconosciuta fare riferimento al
Database Amyant INAIL e all’algoritmo di calcolo dell’Ente
tedesco Berufsgenossenchaften.
Il calcolo della concentrazione media annuale delle fibre di
amianto, come valore medio di 8 h al giorno, necessario per
l’identificazione dell’esposizione nel caso di attività previste può
essere dunque effettuato sulla base del criterio consolidato e
messo a punto in Germania dall’Hauptferband der
Berufgenossenschaften nel 1993.
I presupposti sono i seguenti:
– la durata di un turno giornaliero è posta pari a 8 h;
– in un anno si hanno 240 giornate lavorative.
La concentrazione media giornaliera di fibre di amianto alla quale
il lavoratore è stato esposto durante l’anno
è data allora dalla: 21/03/2014 Roma
7
Banca dati Amyant 2/2
dove: F = concentrazione delle fibre, t = tempo di
esposizione in ore (per esposizioni giornaliere di pochi
minuti va posta la durata, dell’esposizione pari a 1/8 di
giornata; per esposizioni settimanali più occasionali - per
pochi minuti non tutti i giorni - va posta pari a 1/16 di ogni
giornata lavorativa) 5,21 x 10-4 = 1 h lavorativa/1 anno
lavorativo = 1/(8 x 240) = 1/1920
Se si ottiene un valore superiore a 0,1 fibre cm-3, il
lavoratore viene considerato “esposto all’amianto”
21/03/2014 Roma
8
21/03/2014 Roma
Evalutil 1/2
Il database Evalutil (redatto dagli enti francesi INVS, ISVED, …),
può essere considerato come confronto (previo endorsement
INAIL)
9
21/03/2014 Roma
Evalutil 2/2
I valori sono dati da una media ponderata sulla base di
molteplici elementi (non necessariamente coordinati con la
legislazione italiana):
probabilité de l’exposition:
0 : absence d’exposition,
1 : 0 < probabilité < 10 % (peu probable),
2 : 10 % < probabilité < 50 % (possible),
3 : 50 % < probabilité < 90 % (probable),
4 : probabilité > 90 % (certaine) ;
intensité d’exposition ou concentration moyenne de fibres sur une journée de travail:
0 : absence d’exposition,
1 : 0 < intensité < 0,1 f/ml (faible),
2 : 0,1 < intensité < 1 f/ml (moyenne),
3 : 1 < intensité < 10 f/ml (élevée),
4 : intensité > 10 f/ml (très élevée) ;
fréquence de l’exposition:
0 : absence d’exposition,
1 : 0 < fréquence < 5 % (sporadique),
2 : 5 % < fréquence < 30 % (intermittente),
3 : 30 % < fréquence < 70 % (fréquente),
4 : fréquence > 70 % (très fréquente).
10
21/03/2014 Roma
Quale usare? 1/2
Come previsto dalla Nota Tecnica della Circolare INAIL del
26/09/1995, approvata con lettera 13/11/1995 dal Ministero
del Lavoro (e come ulteriormente specificato nella Circolare
INAIL n. 70 del 24 ottobre 2001), i pareri Contarp dell’INAIL
si devono basare su:
- la ricostruzione delle singole attività svolte dai lavoratori e
che potevano comportare un’esposizione all’amianto,
- l’individuazione della loro durata e frequenza di
svolgimento e
- la quantificazione puntuale dell’esposizione associata
allo svolgimento di tali attività:
11
21/03/2014 Roma
Quale usare? 2/2
12
21/03/2014 Roma
Esempio applicazione
Esempio applicazione:
-raccolta informazioni
-passaggio dalle informazioni ai calcoli e quindi
-alla quantificazione dell’esposizione
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21/03/2014 Roma
Raccolta informazioni
Si considerano 3 fattori: tipo, frequenza e durata di
ogni attività.
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21/03/2014 Roma
Dalle informazioni ai calcoli1/2
PROFILO: MANUTENTORE MECCANICO
- uso DPI in amianto (3 ore al giorno in officina e 2 ore al giorno nei reparti)
- manutenzione bandelle ceste e banco pellegrino (6/7 giorni al mese)
- manutenzione porte forni (sia preriscaldo + omogen.) (2 ore 1 volta a settimana + straordinari)
- manutenzione (preparazione, taglio, foratura) guarnizioni flange e premistoppa pompe e
tubazioni e bruciatori (1 ora al giorno)
- distruzione cemento amianto delle canale e pulizia con scopa e paletta (1 h 1 volta/sett.)
- impiego calza in MCA per coprire la tubazione dei cannelli (20 minuti 2/3 volte a settimana)
- posizionamento temporaneo pannelli in amianto sui guasti (+ prelievo dal magazzino +
applicazione staffe quindi foratura) (alcuni minuti 1 volta a settimana)
- pulizia forni (coibentazioni e pavimenti che si sgretolavano contenenti amianto) (10/12 ore 1/2
volte al mese)
- interventi sul tetto in cemento amianto (sagomatura, foratura, riposizionamento, ecc.) (1
settimana di lavoro ogni 2 mesi)
- manutenzione carroponte (motore, ferodi freni) (settimanale)
- manutenzione muletti (avvolgimento marmitte con fasce di amianto, manutenzione ferodi,
ecc.) (settimanale)
- partecipazione bonifica ceste (8 ore 1 volta ogni mese o due)
- impiego getto aria compressa per pulizia vestiti (1 minuto 20/30 volte al giorno)
15
21/03/2014 Roma
Dalle informazioni ai calcoli2/2
16
21/03/2014 Roma
Calcoli 1/2
Piegatura
Concentrazione (ff/cc): 2.0000
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.2500
Taglio
Concentrazione (ff/cc): 2.0000
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.2500
Foratura
Concentrazione (ff/cc): 2.0000
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.2500
Sostituzione ferodi
Concentrazione (ff/cc): 1.8400
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.2300
Soffiatura freni: area nella nuvola di polvere
Concentrazione (ff/cc): 1.2500
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.15625
17
Guanti, grembiuli, giacche in ogni situazione d’uso
Concentrazione (ff/cc): 3.0000
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.3750
Saldatura in officina
Concentrazione (ff/cc): 0.4400
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.0550
Preparazione di una guarnizione di amianto
Concentrazione (ff/cc): 0.5000
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.0625
Perforazione di lastre in cemento amianto
Concentrazione (ff/cc): 0.9000
Ore/giorno: 1
Giorni/anno: 240
Esposizione annuale (ff/cc): 0.1125
Totale esposizione diretta (ff/cc): 1,7412
Esposizione ambientale (ff/cc): 0,0870 (*)
Totale esposizione all’amianto (ff/cc) : 1,8283
21/03/2014 Roma
Calcoli 2/2
18
21/03/2014 Roma
FINE
Domande?
Recapiti:
studioingdomenichini @ gmail.com
Tel/fax 06.81903101
Via Firenze 38 – 00184 - Roma
La Consulenza Tecnica d’Ufficio come mezzo di prova per la sussistenza
dell’esposizione qualificata all’amianto: metodologia d’indagine
e criteri di accertamento
Ing. Giuseppe Infusini
OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO
Presidenza Nazionale
Seconda Conferenza Internazionale
”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”
Regione Lazio – Sala Tirreno 21 Marzo 2014
LA CONSULENZA TECNICA D'UFFICIO COME MEZZO DI PROVA PER LA
SUSSISTENZA DELL'ESPOSIZIONE QUALIFICATA ALL'AMIANTO:
METODOLOGIA D'INDAGINE E CRITERI DI ACCERTAMENTO
(Ing. Giuseppe Infusini)
I BENEFICI PREVIDENZIALI DEI LAVORATORI ESPOSTI
In questi ultimi anni si registra un aumento del numero di
cause intentate dai lavoratori nei confronti dell'INPS per la
mancata concessione dei benefici previdenziali di cui
all’art. 13, comma 8, della L. 257/1992, per ex-esposti ad
amianto. In ciò ha contribuito la richiesta di parità di
trattamento con lavoratori di vari aziende che, per simili
mansioni ed analogia di lavorazioni, avevano già ottenuto i
benefici previdenziali a seguito di atti di indirizzo del Ministero
del Lavoro emanati nel corso degli anno 2000 e 2001 (per
es. atto Guerrini del 08.03.2001-Centrali termoelettriche,
reparto manutenzione). Di conseguenza numerose sono le
Consulenze Tecniche affidate ai Professionisti (tecnici, medici
del lavoro, medici legali) al fine di accertare la sussistenza
dei presupposti di legge per il riconoscimento dei
benefici previdenziali a questi lavoratori.
I PRESUPPOSTI DI LEGGE PER IL RICONOSCIMENTO
DEI BENEFICI PREVIDENZIALI
L’ESPOSIZIONE DEVE ESSERE QUALIFICATA
Ai sensi dell’art. 2 del Decreto Interministeriale del 27.10.2004 attuativo dell’art. 47 del D.L
269/2003 (Determinazione del beneficio pensionistico e criteri di accertamento),
l’esposizione si ritiene “QUALIFICATA” nel caso in cui il lavoratore sia stato occupato, per
un periodo non inferiore a 10 anni, in attività lavorative comportanti esposizione
all'amianto, in concentrazione media annua non inferiore a 100 fibre/litro (0,1 f/cm3) come
valore medio su otto ore al giorno.
Nel suddetto periodo dovranno essere computate le pause "fisiologiche" di attività (riposi,
ferie, festività) che rientrano nella normale evoluzione del rapporto di lavoro.
DUNQUE SONO DUE GLI ELEMENTI CHE QUALIFICANO L’ESPOSIZIONE:
L’ULTRADECENNALITA’ E LA CONCENTRAZIONE
LA NORMA VARIATA (Ex art. 13, c. 8, L. 257/92)
Per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni,
l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie
professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, gestita dall'INAIL, è moltiplicato, ai fini
delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,25.
(comma prima sostituito dall’art. 1, c. 1, del DL 5 giugno 1993, n°169; poi così modificato dal c. 1 dell’art. 47 del DL 30 settembre
2003, n°269, convertito nella L. 24 novembre 2003, n°326. DM 27.10.2004 di attuazione dell’art. 47 del DL 269/2003)
A norma dell’art. 1, comma 20, della L. 24.12.2007, n°247, il periodo di
attività lavorativa svolta con esposizione all'amianto deve essere
considerato fino all'avvio dell'azione di bonifica e, comunque, non oltre il 2
ottobre 2003. (ALTRO LIMITE PER LA CTU)
IL TERMINE PER LE DOMANDE
Art. 1- D. Interministeriale 27.10.2004
(attuativo del D.L. 30 settembre 2003, n°269)
Ai lavoratori che sono stati esposti all'amianto per periodi
lavorativi soggetti all'assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali, gestita dall'INAIL,
che abbiano già maturato, alla data del 2 ottobre 2003, il diritto
al conseguimento dei benefici previdenziali di cui all'art. 13,
comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive
modificazioni, si applica la disciplina previgente alla
medesima data, fermo restando, qualora non abbiano già
provveduto, l'obbligo di presentazione della domanda di cui
all'art. 3 entro il termine di 180 giorni, a pena di decadenza,
dalla data di entrata in vigore del presente decreto (termine
scaduto il 15.06.2005, definitivamente stabilito dalla L.
24.12.2007, n°247).
N.B.: non approvato l’emendamento per la riapertura dei termini
LE DIFFICOLTA’ DEL CTU
Lo schema istruttorio della Consulenza è condizionato
dall’arduo compito assegnato al CTU il quale, a notevole
distanza di tempo, con riferimento alle singole collocazioni
lavorative (reparti, periodi) deve accertare la sussistenza di una
esposizione “qualificata” all’amianto, ovvero un’esposizione che
comporti il superamento del valore limite previsto dal D.L.
N°269/2003 (SOGLIA DI RISCHIO). Infatti le vertenze si
riferiscono ad aziende nelle quali, proprio a causa delle
disposizioni legislative sulla dismissione e bonifica dell’amianto,
sono mutate, nel tempo, le condizioni produttive, la
frequenza e la durata dell'esposizione dei ricorrenti.
In alcuni casi il ciclo produttivo è mutato ed in altri è proprio
l’azienda che non esiste più.
LA SOGLIA DI RISCHIO
La Suprema Corte, con una serie di recenti pronunce, è
pervenuta alla affermazione dei seguenti principi:
a) l’esistenza di una soglia di rischio è elemento
indispensabile per il diritto ai benefici previdenziali sia
per le richieste successive all’entrata in vigore del D.L. n.
269/2003 che per quelle precedenti
(Cass. n° 22422/2006 e Cass. n°15800/2006);
b) per la individuazione di tale soglia occorre sempre un
accertamento tecnico, salvo i casi in cui l’INAIL abbia
rilasciato il c.d. attestato di rischio sulla base degli atti di
indirizzo adottati dal Ministero competente
(Cass. n° 15800/2006);
c) la soglia di rischio è quella del D. Lgs. n. 277/1991
(Cass. n°4913/2001; Cass. n°16118/2005;
Cass. n°15119/2005, Cass. n° 16256/2003,
Cass. n°10185/2002 ed altre);
IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI RISCHIO
Per quanto attiene le modalità con cui può essere dimostrata
l’esposizione, più recentemente la Corte Suprema si è
espressa nel senso che “la prova dell’inquinamento
ambientale che grava sul lavoratore deve essere valutata in
termini di ragionevole certezza, nel senso che…….….questa
può essere ravvisata in presenza di un elevato grado di
probabilità, che può essere ritenuto sussistente sulla base
delle valutazioni compiute dal consulente” (v., in motivazione,
Cass. n°27297/2006; Cass. 20 settembre 2007, n°19456 ed
inoltre le precedenti: Cass. 18.11.2004 n°21862, Cass. 1
agosto 2005, n°16119; Cass. 24 settembre 2007, n°19692;
Corte di Appello di Bari, sez. lavoro, sent. del 7 aprile 2008;
Cass. n°9680/2009; Cass. 29 marzo 2011, n°7142 Cass, sez.
lavoro 18 maggio 2012, n. 7962).
QUINDI IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI RISCHIO
PUÒ ESSERE ACCERTATO ANCHE ADOTTANDO IL
CRITERIO DELLA RILEVANTE PROBABILITÀ
Tale accertamento di fatto è insindacabile in sede di
legittimità, se congruamente motivato
LE MOTIVAZIONI NELLE SENTENZE Cass. 7142/2100 E 7962/2012
L'attribuzione dell'eccezionale beneficio di cui alla Legge 27
marzo 1992, n. 257, articolo 13, comma 8, presuppone
l'assegnazione ultradecennale del lavoratore a mansioni
comportanti un effettivo e personale rischio morbigeno, a causa
della presenza nel luogo di lavoro, di una concentrazione di fibre
di amianto superiore ai valori limite indicati nel Decreto
Legislativo n. 277 del 1991 e s.m.i.; al fine del riconoscimento
di tale beneficio, non è necessario che il lavoratore fornisca
la prova atta a quantificare con esattezza la frequenza e la
durata dell'esposizione, potendo ritenersi sufficiente,
qualora ciò non sia possibile, avuto riguardo al tempo
trascorso e al mutamento delle condizioni di lavoro, che si
accerti, anche a mezzo di consulenza tecnica, la rilevante
probabilità di esposizione del lavoratore al rischio
morbigeno, attraverso un giudizio di pericolosità
dell'ambiente di lavoro, con un margine di approssimazione
di ampiezza tale da indicare la presenza di un rilevante
grado di probabilità di superamento della soglia massima di
tollerabilità (così anche in Cass n°16119/2005 e 27297/2006).
LA SVOLTA DELLA GIURISPRUDENZA
Con le citate sentenze, di fatto, assistiamo ad un mitigazione
del rigore della prova sulla frequenza e durata dell’esposizione
LA “RAGIONEVOLE VEROSIMIGLIANZA” DEL DM 27.10.2004
La soluzione delle sentenze di Cass. 7142/2011 e 7962/2012,
è conforme anche al contenuto del D.M. 27.10.2004 di
attuazione dell’art. 47 D.L. 30.09.03 n. 269 (conv. nella L.
24.11.03 n. 326) ove si stabilisce che l’INAIL, cui è demandato
il compito di accertare la sussistenza e la durata
dell’esposizione all’amianto, “si avvale dei dati delle indagini
mirate di igiene industriale, di quelli della letteratura
scientifica, delle informazioni tecniche, ricavabili da
situazioni di lavoro con caratteristiche analoghe, nonché
di ogni altra documentazione e conoscenza utile a
formulare un giudizio sull’esposizione all’amianto fondato
su criteri di ragionevole verosimiglianza” (art. 3, comma 7,
del decreto)
LA DIVERSA INTERPRETAZIONE DELLA SENTENZA N°5/2000
Nessun richiamo al superamento di “valori di soglia”, secondo tali giuristi,
sancisce la decisione n°5/2000 della Corte Cost. che afferma “il concetto di
esposizione ultradecennale, coniugando l’elemento temporale con quello di
attività lavorativa soggetta al richiamato sistema di tutela previdenziale (art. 1 e 3
DPR n°1124 del 1965), viene ad implicare, necessariamente, quello di rischio,
e, più precisamente di rischio morbigeno rispetto alle patologie, quali esse
siano, che l’amianto è capace di generare per la presenza nell’ambiente di
lavoro “
Questa interpretazione è stata adottata in diverse sentenze (prima, è
bene precisare, della L. n° 269/2003) delle quali la più rappresentativa è
quella del Tribunale di Ravenna del 13 aprile 2001 il cui estensore si è
espresso nel senso che: “In base alla L. n. 257/1992, secondo l'interpretazione
della Corte costituzionale resa con la sentenza 12 gennaio 2000, n° 5, i
benefici per l'esposizione all'amianto non sono limitati a chi era soggetto al
premio per l'asbestosi, né solamente a chi ha perso il posto nel settore amianto,
ma sono dovuti a tutti i lavoratori esposti per oltre dieci anni all'amianto - in
funzione compensativa/risarcitoria - senza che sia necessario raggiungere
una soglia di esposizione.
Successivamente, però, la sentenza n° 4913/2001 (e successive) della Corte
di Cassazione ha introdotto, il requisito della "soglia rischio", cioè del parametro
"quantitativo" da superare affinché venga riconosciuta l’effettiva esposizione
diretta o ambientale all'amianto da parte del lavoratore.
VALORI LIMITE CONTRASTANTI
LE NORME:
0,1 fibre/cm3 (100 fibre/litro) – secondo art. 254 D. Lvo 81/2008
2 fibre/litro – D.M. 6.9.94 (Normative e metodologie
tecniche di applicazione dell’art. 6 e 12 della L. 257/92)
punto 2c e 6b - criteri per la certificazione della
restituibilità)
Valori superiori a tale concentrazione possono essere indicativi di
una situazione di inquinamento in atto
LA SCIENZA MEDICA NON STABILISCE UN LIMITE AL DI
SOTTO DEL QUALE SI E’ CERTI DI NON POTER CONTRARRE
ALCUNA MALATTIA COLLEGATA CON LA PRESENZA DI
AMIANTO
IL QUESITO POSTO AL CTU
Accerti il C.T.U., avvalendosi di tutta la documentazione necessaria,
comprese eventuali altre C.T.U. espletate in giudizi analoghi e
relativi allegati, nonché quelle esistenti presso l’I.N.A.I.L.:
1) la sussistenza dell’esposizione al rischio amianto del ricorrente,
nei termini e nelle modalità previste dall’art. 13 c. 8 della L. 257/92,
accertando se nelle lavorazioni erano impiegati materiali o
semilavorati contenenti amianto;
2) se le macchine utilizzate prevedevano componenti, parti o
materiali d’uso in amianto;
3) se, comunque, negli ambienti lavorativi dove ha prestato l’attività
il ricorrente vi era presenza di fibre di amianto;
4) la durata dell’eventuale esposizione con l’indicazione della
concentrazione della quantità di fibre/litro, anche in rapporto alla
specificità delle mansioni effettivamente svolte, alla consistenza
delle materie prime utilizzate, all’amianto effettivamente riscontrato
negli ambienti di lavoro, alla durata e modalità di esposizione così
come specificato nel D. L.vo 277/91 e, per i giudizi iniziati con
ricorso depositato dopo il 02.10.2003, con il coefficiente di cui
all’art. 47 del D.L. 269/2003”.
LO SCHEMA ISTRUTTORIO DELLA CONSULENZA
CRONOLOGIA DELLE INDAGINI
1 - ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI DI CAUSA
2 - ANAMNESI LAVORATIVA
3/A– ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI (dal datore di lavoro)
3/B – ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI (dall’A.S.P. – dipartimento prevenzione)
4 - IL SOPRALLUOGO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
5/A – LA RICERCA DI LETTERATURA
(ricerca dei valori delle concentrazioni di amianto di specifiche lavorazioni)
5/B – LA RICERCA DI LETTERATURA
(casistica giuridisprudenziale: le conclusioni di sentenze di settore)
6 - LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INDAGINI
1 - ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI DI CAUSA
Prima di ogni altra attività il Consulente deve esaminare e vagliare
attentamente la documentazione agli atti di causa (tuttavia spesso
carente). In particolare egli dovrà tenere conto:
-delle prove testimoniali presenti nei verbali di causa
-delle motivazioni esposte nell’atto di ricorso al Giudice del lavoro
-del libretto di lavoro (sono indicati: qualifica, periodi di impiego e
aziende presso le quali il lavoratore ha svolto la sua attività)
-eventuali pareri espressi dalla CON.T.A.R.P. – INAIL
(Consulenza Tecnica Accertamento Rischi Professionali Protezione e Prevenzione)
-di eventuale CTP allegata agli atti di causa
TUTTE QUESTE INFORMAZIONI , EVIDENTEMENTE, ANDRANNO
CONFRONTATE CON GLI ESITI DEGLI ALTRI SUCCESSIVI
ACCERTAMENTI.
2 - ANAMNESI LAVORATIVA (tipologia: documentale)
Interessa l’ambiente in cui ha lavorato il ricorrente (da confrontare con gli esiti del sopralluogo)
Il CTU dovrà acquisire dall’Azienda tutta la documentazione tecnica relativa agli ambienti di lavoro ed al ciclo
produttivo.
Questa indagine dovrà essere condotta con meticolosità, stante la sua fondamentale importanza
ai fini della ricostruzione dei periodi di esposizione. Essa dovrà accertare:
-la mansione, il tipo di attività svolta, il reparto di appartenenza ed i rispettivi periodi di impiego;
-l’esistenza di eventuali ordini di lavoro, report di giornata, ecc.;
-numero di lavoratori presenti nello specifico reparto;
-l’utilizzo di eventuali dispositivi di protezione;
In riferimento al ciclo produttivo, il CTU dovrà conoscenza dettagliata delle attività lavorative che comporta il
ciclo produttivo ed acquisire (a secondo dell’azienda):
-lo schema di funzionamento di macchine ed apparecchiature, i relativi collegamenti elettromeccanici e delle
tubazioni;
-le caratteristiche termodinamiche di eventuali cicli termici;
-i parametri di esercizio degli impianti (T, P), di scambiatori di calore, turbine, ecc..
-i disegni rappresentativi dei corpi di fabbrica che ospitano l’attività quali: planimetrie, piante, sezioni al fine di
valutare la superficie e volumetria degli ambienti, la presenza di aperture (porte, finestre), la presenza di
eventuali dispositivi di aspirazione.
LO SCOPO E’ QUELLO DI TENER CONTO DELLE MANSIONI SPECIFICHE SVOLTE DAL LAVORATORE
NEL CORSO DELLA SUA ATTIVITA’ LAVORATIVA, SE SIA VENUTO A CONTATTO CON COMPONENTI
DI IMPIANTO CONTENENTI AMIANTO (esposizione diretta) E STABILIRE IL LIVELLO DI
CONTAMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO (esposizione indoor)
3/A– ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI
DAL DATORE DI LAVORO
E’ il terzo passo importante prima di procedere al sopralluogo degli ambienti di lavoro (laddove
ancora esistenti) e pervenire ad alla ricostruzione più attendibile delle fonti di esposizione
all’amianto ed alla probabile entità dell’esposizione a cui potrebbe essere stato esposto il
lavoratore nello svolgimento delle sue mansioni. Il CTU dovrà acquisire dal datore di lavoro:
a) Il curriculum del lavoratore, riportante la tipologia delle attività svolte nel corso del rapporto
d’impiego, le mansioni ed i reparti di appartenenza, eventuale formazione/informazione;
b) la mappatura dell’amianto, riportata sia graficamente che su schede, in ottemperanza al DM
06.09.1994, a cui il datore di lavoro doveva ottemperare, anche nelle aziende in cui l’amianto non
era utilizzato come materia prima, ma comunque era presente nel ciclo produttivo (per es.
centrali termoelettriche, cementifici, comparto siderurgico, ecc..); si tratta delle schede
Informative per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali
contenenti amianto presenti nell’opificio;
c) eventuali monitoraggi ambientali
d) Piani di Lavoro per la rimozione di MAC;
e) certificazioni sulla restitutibilità;
f) relazioni annuali utilizzo e/o smaltimento e/o bonifica amianto (Legge 257/92 art. 9) che in
prima applicazione dovevano riferirsi anche alle attività svolte nell’ultimo quinquennio (a cura
delle aziende) che riportano: attività svolta, procedimenti applicati, tipi e quantitativi di rifiuti
smaltiti, esposizione ad amianto degli addetti, caratteristiche dei prodotti contenenti amianto,
ecc..);
g) eventuali relazioni di sopralluogo da parte del Dipartimento Prevenzione delle ASP (prima
U.S.L. anche in applicazione della Circ. Min. San. n°45 del 10.07.1986 – Piano di interventi e
misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all’impiego di
materiali contenenti amianto in edifici scolastici ed ospedalieri pubblici e privati);
h) eventuali dichiarazioni rilasciate dal RSPP.
3/B – ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI
DALL’A.S.P. – DIPARTIMENTO PREVENZIONE
E’ di fondamentale importanza che il CTU acquisisca (facendosi autorizzare dal Giudice) dagli
archivi ASP tutta la documentazione inerente interventi di coibentazione/scoibentazione e
bonifiche di ambienti, macchine, strutture, ecc.. A partire dall’entrata in vigore del D. Lvo
277/91 infatti, per ogni intervento del genere era necessario trasmettere il Piano di Lavoro (art.
34) per la sua approvazione.
Nel Piano di Lavoro l’impresa specializzata ed incaricata della bonifica doveva indicare
necessariamente:
-la descrizione delle aree / impianti da bonificare con allegate disegni rappresentativi della
collocazione del MAC;
-la tipologia, stato di conservazione, e la presunta quantità del materia da rimuovere;
-l’allestimento del cantiere, i confinamenti, le attività di bonifica, le procedure di accesso e di
uscita, il monitoraggio ambientale, le attività di smaltimento (insacco ed allontanamento dei
rifiuti), ecc..
Inoltre, alla fine degli interventi l’ASP, provvedeva ad accertare la restituibilità degli ambienti in
sicurezza, previo determinazione della concentrazione delle fibre aerodisperse con l’uso della
microscopia elettronica a scansione ( punto 6/b del DM 6.9.94 – limite max 2 f/l).
Utilissimi, inoltre sono:
-le prescrizioni disposte dall’ASP sui Piani di Lavoro trasmessi;
-i verbali di sopralluogo degli ispettori ASP;
- le foto allegate ai sopralluoghi.
4 - IL SOPRALLUOGO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Questa attività del CTU rappresenta l’altra fondamentale indagine che, unitamente
alle precedenti gli consentono di poter assolvere al suo mandato.
In sede di sopralluogo potrà essere possibile verificare:
-la presenza o meno (ancora) di amianto;
-contestualizzare le informazioni documentali già vagliate;
-identificare gli ambienti di lavoro interessati alla causa anche se dovessero essere
stati sottoposti a bonifica (nella gran parte dei casi gli ambienti sono stati già
bonificati);
-identificare macchinari, attrezzature, valvole tubi, caldaie, ecc.. ove era presente
l’amianto.
Bisogna considerare che in diversi comparti produttivi (produzione energia elettrica,
industrie siderurgiche e meccaniche, industrie chimiche, cantieristica navale, rotabili
ferroviari, ecc..) l’amianto è stato ampiamente utilizzato nel passato per la
coibentazione e l’isolamento termico di apparecchiature o parti di esse, sotto forma di
impasto cemento-amianto (valvole, tubi, caldaie, ecc.) od anche amianto a spruzzo.
Per tale motivo cospicue esposizioni hanno riguardato talune figure professionali
particolarmente esposte come ad esempio i manutentori, i meccanici, gli elettricisti, i
saldatori, i muratori, ecc. che, per le loro mansioni, venivano a contato diretto con
l’amianto, oltre che a quelle che risultavano esposte, indirettamente, nello
svolgimento di altre mansioni nello stesso ambiente di lavoro.
5/A – LA RICERCA DI LETTERATURA
(ricerca dei valori delle concentrazioni di amianto di specifiche lavorazioni)
In molti casi, in assenza della documentazione di cui si è già argomentato e delle indagini
ambientali, è possibile ricostruire le caratteristiche e l’entità dell’esposizione del lavoratore
attraverso i dati di letteratura di settore, riguardante dati sui livelli di esposizione personale di la
lavoratori impiegati in vari comparti produttivi.
I più noti sono quelli pubblicati da Verdel, Ripanucci e Ballarà – CON.T.A.R.P. INAIL (Mappa
storica dell’esposizione all’amianto nell’industria italiana; Valutazione dell’esposizione all’amianto
ai fini dei benefici previdenziali) sulla Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali.
Verdel e Ripanucci, in particolare, propongono ed applicano, per il calcolo della concentrazione
media di fibre di amianto, un criterio (di cui si parlerà successivamente) messo a punto in
Germania dall' Hauptferband der Berufgenossenschaften nel 1993, con proprie istruzioni ad uso
interno degli istituti assicuratori tedeschi, concernenti indirizzi relativi alla determinazione della
dose cumulativa di fibre d'amianto nei luoghi di lavoro. A seguito dell’uso di questo criterio
(contenuto nelle Linee Guida di condotta nelle CT INAIL), nel corso del tempo l’INAIL, si è dotata
di una banca dati che raccoglie i dati sulle concentrazioni di fibre d’amianto negli ambienti di
lavoro, ricorrendo sia alla vasta casistica tedesca, che alla pubblicistica ed alla sperimentazione
internazionale e nazionale (Software DatAmiant elaborato dall’ing. Stefano Casini – INAIL)).
Adottando tale criterio/formula si perviene al valore dell’esposizione media su base annuale
per ciascuna lavorazione interessata, sulla base delle ore (o frazioni) d’occupazione giornalmente
trascorse in presenza di una specifica concentrazione dell’inquinante.
Per potere calcolare l’esposizione su base annuale, è necessario conoscere tre fondamentali
parametri: la concentrazione dell’inquinante alla quale il lavoratore è stato puntualmente
esposto nel corso di quella determinata attività lavorativa (dato che può essere
estrapolato dalla banca dati), la durata di detta operazione e la frequenza (espressa in
giorni / anno) di detta operazione.
La formula è legata a lavorazioni comportanti la manipolazione diretta di materiale contenente
amianto.
5/B – LA RICERCA DI LETTERATURA
(casistica giuridisprudenziale: le conclusioni di sentenze di settore)
Assolutamente utile, da ricercare ed esaminare attentamente, sono le sentenze
(Tribunali, Corti di Appello e Cassazione) che hanno trattato cause per il
riconoscimento dell’esposizione qualificata all’amianto di lavoratori che hanno svolto
identiche o simili attività lavorative rispetto a quella del ricorrente. Ancor di più è utile
reperire quelle sentenze che hanno riguardato anche le stesse tipologie di aziende
(per es. produzione energia elettrica)
Generalmente queste sentenze sono molto articolate e definiscono:
-l’esposizione diretta ed indiretta (bystander)
-le attività lavorative connesse con le mansioni del ricorrente
-le modalità con cui il CTU è giunto alle sue determinazioni
-l’entità (a volte non numericamente quantificata), della contaminazione ambientale,
espressa in maniera qualitativa (massiccia/rilevante)
In alcune di esse si rileva che il Giudici sono pervenuti a riconoscere l’esposizione
qualificata all’amianto senza la necessità di disporre l’accertamento tecnico.
(per es.in casi di similarità con mansioni contenute in atti di indirizzo ministeriale)
Le sentenze, dunque, possono contenere elementi utili allo svolgimento della
Consulenza sia in ordine agli ambienti di lavoro che alle mansioni svolte dal
ricorrente, ove si tratti di esposizioni accertate in aziende simili, il cui ciclo
produttivo, ambienti di lavoro e mansioni svolte dai lavoratori, presentavano
caratteristiche analoghe a quelle oggetto di CTU.
6 - LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INDAGINI ESPLETATE
Raccogliendo e razionalizzando le risultanze
documentali, gli esiti dei sopralluoghi, le ricerche
di letteratura e tutte le altre informazioni a
disposizione, sulla base delle proprie cognizioni
tecniche, il CTU può riuscire nel suo “arduo”
compito nella maniera più scientifica, con alto
grado di probabilità senza far richiamo alla sua
“coscienza”, o applicare “artifici matematici” del tutto
arbitrari (per esempio inappropriato uso della formula
“Tedesca”, applicazioni di coeff. riduttivi)
ESPOSIZIONE DIRETTA ED ESPOSIZIONE AMBIENTALE ALL’AMIANTO
Nella valutazione dell’esposizione all’amianto di un lavoratore bisogna considerare
l’azione dei due seguenti contributi:
a) quello derivante da attività che lo portano ad avere un contatto diretto con l’amianto;
b) quello derivante dalla contaminazione ambientale
L’esposizione totale si ottiene, quindi, dalla somma dell’esposizione personale e di quella
ambientale secondo la seguente formula:
Etot = ΣiEi + Eamb in cui:
ΣiEi è la sommatoria dei singoli contributi di esposizione individuale derivanti dalle
diverse tipologie di attività che comportano il contatto diretto (o manipolazione)
con materiali contenenti amianto
Eamb in rappresenta il contributo derivante dall’esposizione ambientale
QUINDI SI DEVE TENER CONTO DEL RISCHIO ESPOSIZIONE SIA IN DIPENDENZA
DELLE MANSIONI SPECIFICHE DEL LAVORATORE CHE DEL CONTESTO AMBIENTALE
IN CUI LO STESSO HA SVOLTO LE PROPRIE ATTIVITA’ LAVORATIVE
ESPOSIZIONE DIRETTA ED INDIRETTA
L’esposizione si definisce diretta (o personale) quando si accerta
che essa è conseguenza delle specifiche mansioni svolte dal lavoratore
(manipolazione e/o contatto con materiali contenente amianto);
L’esposizione si definisce (invece) indiretta (o ambientale) quando
si accerta che il lavoratore, pur non venendo a contatto con materiali
contenenti amianto, ha svolto le sue mansioni in locali o ambienti
ove l’amianto è stato utilizzato in maniera massiccia nelle
componenti impiantistiche (coibentazioni di apparecchiature varie,
tubazioni, ecc..), determinando una contaminazione ril evante e
diffusa di fibre di amianto, costante degli ambienti di lavoro.
L’esposizione definita “indiretta”, che ricorre in alcune sentenze di settore, non è altro che
una forma particolare dell’esposizione ambientale . Infatti il lavoratore che, pur svolgendo mansioni
che non lo pongono in contatto con materiali contenenti amianto, si trova a svolgere il suo lavoro
vicino alla fonte d’inquinamento (per es. da attività di altri addetti su freni e frizioni) può risultare
esposto “indirettamente” in virtù della sua posizione nell’ambiente di lavoro contaminato da amianto
(posizione definita di bystander). Si confronti, all’uopo, la sentenza della Corte d’Appello di Bari del
03.03.2008 (riportata in parag. 7.3.1.2. lett. a) che ha riconosciuto l’esposizione qualificata ad un
lavoratore che svolgeva le mansioni di “disegnatore progettista” all’interno di un’officina dove venivano
ridotti i ferodi.
METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO
A) Esposizione diretta
In pratica la procedura di calcolo utilizzata dalle sezioni tecniche regionali dell’I.N.A.I.L. (CON.T.A.R.P.)
consiste nell’applicazione della seguente formula (criterio Tedesco):
F x t x g
E = −−−−−−−−−− dove:
1920
E = concentrazione media giornaliera di fibre d’amianto alla quale il lavoratore è stato esposto durante l’anno, in
fibre/cm3 (non meno di 10 anni per poter accedere ai benefici previdenziali)
F = concentrazione fibre di amianto nell’ambiente, in fibre/ cm3
t = ore lavorate giornalmente: per esposizioni giornaliere di pochi minuti, t va posto pari ad 1 ora; per
esposizioni di pochi minuti non giornaliere, saltuarie nel corso della settimana, t va posto pari ad 0.5 ore
g = giorni effettivi nel corso dell'anno in cui si è lavorato in presenza della concentrazione di fibre F
1920 = ore lavorative annue convenzionali (8 ore per 240 giorni, equivalente a 48 settimane lavorative all’anno)
Si devono considerare i tempi effettivi di servizio, escludendo i periodi di astensione dal lavoro
L’applicazione della citata formula per il calcolo dell’esposizione trova ragionevole consenso allorquando sia
noto il fattore “t”, ricavato sulla base di notizie certe e documentate (frequenza e durata degli interventi);
in assenza di tali dati, a parere del sottoscritto, il suo utilizzo è del tutto arbitrario ed ingiustificato. Infatti
qualora tale formula utilizzi dati del tutto presuntivi, l’esposizione che ne deriva non può avere alcun valore
scientifico.
MOLTI CTU USANO IMPROPRIAMENTE LA SUDDETTA FORMULA
METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO
A) Esposizione diretta (per diverse attività lavorative)
(formula di G. Massacci, P.L. Cocco, C. Manca, G. Avataneo, G. Gigli, G. Usala)
E’ la riscrizione della formula adottata da Verdel-Ripanucci (1966) che raccoglie
le variazioni succedutesi nel corso della storia lavorativa individuale:
E = [ ΣTiFi x (Te/T0)]/([ Σ Ti)
dove:
E= concentrazione media giornaliera delle fibre cui il lavoratore è stato esposto nel corso di una
carriera lavorativa
Fi = concentrazione delle fibre nell'ambiente nell'iesimo periodo di lavoro, rilevabile da stime
elaborate sulle misurazioni disponibili, sulla base di simulazione di condizioni di lavoro non
più esistenti, o, in loro sostituzione, approssimabile in maniera critica a partire da dati
pubblicati (Verdel e Ripanucci, 1996) o reperibili nella banca dati Amyant dell'INAIL;
Ti = durata dell’iesimo periodo di lavoro;
Te = durata dell'esposizione riferita ad un anno;
T0 = durata standard dell'attività lavorativa nel corso di un anno, corrispondente ad 8 ore al
giorno per 240 giorni all'anno, equivalente a 48 settimane lavorative all'anno o a circa 11
mesi all'anno.
METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO DELL’ESPOSIZIONE INDIRETTA O AMBIENTALE
(tipologia più frequenta e complessa oggetto di approfondimento nel presente lavoro)
B) Esposizione indiretta o ambientale
Alla valutazione di questo tipo di esposizione (come prima definita), in assenza di
indagini scientifiche e in conseguenza della trasformazione subite dagli ambienti di
lavoro, si può pervenire (in maniera presuntiva) attraverso un attento e scrupoloso
esame di tutti gli elementi oggettivi e certi, tali da costituire una molteplicità di
indici presuntivi che, se concordanti tra loro, possono portare a ritenere, sebbene
in via presuntiva, ma comunque con ragionevole certezza e con alto grado di
probabilità , l’esistenza (o non) dell’esposizione qualificata al rischio amianto negli
ambienti di lavoro.
Tali indici attengono a dati, prove e circostanze che, contestualizzate con lo stato
dei luoghi, consentono di definire l’entità della contaminazione ambientale da
amianto (diffusa e massiccia/rilevante, pericolosità dell’ambiente).
Tale metodologia è specificatamente applicabile per
esposizione indoor e per materiali costituiti da amianto di tipo
friabile
Atti Roma 20-21.03.2014 3a parte
Atti Roma 20-21.03.2014 3a parte
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Atti Roma 20-21.03.2014 3a parte

  • 1. CAMERADEIDEPUTATICONVEGNO OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’AMIANTO ONA Onlus Atti della Seconda Conferenza Internazionale Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza Roma, 20 – 21 marzo 2014 Con il patrocinio di:
  • 2. ©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-909105-5-5 Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email osservatorioamianto@gmail.com Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell’Editore.
  • 3. Atti della Seconda Conferenza Internazionale Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza Roma, 20 – 21 marzo 2014 Auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati Sala Tirreno, Regione Lazio Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali Prima edizione: 30 giugno 2014 ISBN 978-88-909105-5-5
  • 4. Organizzazione del Convegno Comitato Scientifico Claudio Bianchi Ezio Bonanni Ronald E. Gordon Luciano Mutti Pietro Sartorelli Morando Soffritti Giancarlo Ugazio Segreteria Organizzativa Silvia Arata Anna Corbi Atti a cura di Lorenza Fiumi Michele Rucco Hanno contribuito Paola Ceccarel Nicoletta Corio Carlo Meoni Laura Pirelli
  • 6. Programma dei lavori del 20 marzo 2014 Camera dei Deputati Auletta dei Gruppi Parlamentari Presiede Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista Indirizzo di benvenuto Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale Amianto Pag. 1-3 PRIMA PARTE: Il ruolo delle istituzioni risp On.le Luigi Di Maio Vice Presidente della Camera dei Deputati Pag. 4-6 La proposta di legge n. 1366 del 16 luglio 2013 in materia di amianto à, Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati Pag. 7-10 Il ruolo del legislatore in materia di amianto On.le Dott. Alberto Zolezzi. Deputato Pag.11-15 La legislazione e nuove prospettive per la tutela delle vittime On.le Edmondo Cirielli, Deputato Pag.16-18 Ruolo del sindacato nella tutela della salute di lavoratori e cittadini Dott. Paolo Varesi, Vicesegretario Confederale Nazionale UGL SECONDA PARTE: Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per continuare ad uccidere Avv. Ezio Bonanni, Pag.19-24 Quale migliore percorso per rendere possibile la risoluzione del problema amianto? Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei Carabinieri Pag. 25-37
  • 7. Le patologie asbesto correlate come dose dipendenti: miti e verità Dose response and asbestos related carcinogenesis: myths and truths Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia Mount Sinai School of Medicine di New York Pag. 38-42 ► Il mesotelioma quale patologia dose dipendente Prof. Morando Soffritti, Presidente Onorario dell’Istituto Ramazzini di Bologna ► Indicatori biologici di pregressa esposizione ad asbesto Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso l’Università di Siena e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 43-48 ► Il diritto alla salute e al lavoro salubre Prof. Avv. Gaetano Veneto, ordinario di Diritto del Lavoro, Facoltà di Giurisprudenza, Università di Bari Pag.49-50 ► Metodi investigativi per la identificazione dei responsabili di crimini legati all’esposizione all’amianto Dott. Paolo Rivella, commercialista e consulente delle Procure della Repubblica di Torino, di Milano e di Trieste Pag.51-56 ► Metodi investigativi del Pubblico Ministero in caso di patologie asbesto correlate Dott. Sergio Dini, Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova ► Nuove scoperte nella biologia delle patologie neoplastiche causate dall’amianto New insights in biology of asbestos related tumors Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia Mount Sinai School of Medicine di New York ► Nesso causale e colpa in materia di amianto Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano Pag.57-82 ► L’amianto e i tumori gastroenterici e dell’apparato urinario Prof. Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna Pag.83-109 ► Amianto: l’esposizione continua! - Atti di indirizzo e benefici contributivi Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura della Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 110-125
  • 8. TERZA PARTE: Prevenzione primaria, diagnosi e cura delle patologie asbesto correlate ► Patologie da esposizione a fibrille di asbesto in ambiente di lavoro e/o in ambiente di vita Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso l’Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 126-158 ► L'epidemia di mesotelioma: evoluzione e caratteristiche Prof. Claudio Bianchi, anatomopatologo, consulente di diversi Uffici Giudiziari, Presidente della Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori - Sez. Gorizia Pag. 159-159 ► L’Italia e la verità: le lobby e il negazionismo Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della Scuola di Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag.160-162 ► Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell’Università di Napoli in mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 163-178 ► Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza di cemento amianto sul territorio Dott.ssa Lorenza Fiumi, ricercatrice CNR, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag.179-186 ► La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla pratica clinica Prof. Luciano Mutti, Direttore di medicina generale e del laboratorio di oncologia clinica ASL 11 Vercelli e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA ► Ruolo della chirurgia nel mesotelioma pleurico Prof. Vittore Pagan, Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di Aviano Pag. 187-187 ► Verso un modello teorico ed applicativo di prevenzione ed affiancamento nel rischio ambientale in età evolutiva Prof. Matteo Villanova, Presidente Osservatorio Laboratorio Rispetto Emozionale Età Evolutiva (OLTREEE), Docente di Medicina preventiva e psicopatologia forense presso l’ Università Roma Tre e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 188-190
  • 9. ► Ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la salvaguardia Dei Diritti Dell'Uomo. La Sentenza ECHR069 (2014) dell’11 marzo 2014 Avv. Mario Item, Avvocato in Lugano; Membro del Comitato Centrale e Presidente Regione Lombardia della Lega dei Diritti dell’Uomo Pag.191-195 ► Conclusioni Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto .
  • 10. Programma dei lavori del 21 marzo 2014 Regione Lazio – Sala Tirreno Presiede l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista ► Indirizzo di benvenuto Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale Amianto Pag. 196-198 ► Una proposta di legge in materia di amianto per la Regione Lazio On.le Fabrizio Santori, Consigliere Regionale del Lazio e componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA ► La legge regionale amianto per la Sicilia On.le Giuseppe Gianni, Consigliere Regionale della Sicilia e componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA ► L’amianto nella Regione Abruzzo e la risposta delle istituzioni On.le Gianluca Castaldi, Senatore Pag.199-205 ► Una nuova legge nazionale per l’abolizione della decadenza INAIL e per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad amianto On.le Ivana Simeoni, Senatrice ► Come trasformare il problema amianto in risorsa Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei Carabinieri ► L’ONA e l’azione di contrasto alle lobby dell’amianto Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della Scuola di Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA . ► Il ruolo della Magistratura nella tutela della salute e dell’ambiente e nella repressione dei crimini ambientali Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano ► Il significato clinico dei biomarkers molecolari nella sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad asbesto Prof.ssa Lory Santarelli, Medicina del Lavoro - Dipartimento Scienza Clinica e Molecolare, Università Politecnica delle Marche, Pag.206-213
  • 11. "Ospedali Riuniti di Ancona" Policlinico Universitario ► Linee guida per il trattamento multimodale del mesotelioma pleurico Prof. Luciano Mutti e Prof. Vittore Pagan, rispettivamente Direttore di medicina generale e del laboratorio di oncologia clinica ASL 11 Vercelli e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA, Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di Aviano ► Linee guida dell’ONA Onlus per la diagnosi e cura delle patologie asbesto correlate non neoplastiche Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura della Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag.214-220 ► I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Dott. Roberto Valenza, Primario del reparto di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela e membro del Comitato Tecnico Scientifio dell’ONA Pag. 221-221 ► Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto per prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche Ing. Flavio Domenichini, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 222-229 ► La Consulenza Tecnica d’Ufficio come mezzo di prova per la sussistenza dell’esposizione qualificata all’amianto: metodologia d’indagine e criteri di accertamento Ing. Giuseppe Infusini, Consulente Tecnico d’Ufficio presso i Tribunali di Cosenza e Castrovillari e membro dell’Ufficio Tecnico dell’ONA Pag.230-246 ► La quantificazione dei danni differenziali in caso di patologie asbesto correlate Avv. Massimiliano Fabiani del Foro di Bologna Pag. 247-258 ► La triade interattiva. Come l'azione di multipli agenti inquinanti conduce ad un intreccio di patologie importanti Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso l’Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA ► Modalità operative per la bonifica e la decontaminazione degli ambienti di vita e di lavoro Ing. Riccardo Tagliapini, Coordinatore del Dipartimento bonifica e decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi dell’ONA Pag. 259-263
  • 12. ► Quando uno studioso abbraccia una vittima dell'amianto Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell’Università di Napoli in mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 264-270 ► Le testimonianze delle vittime Pag. 271-274 ► Gli interventi delle associazioni e dei rappresentanti territoriali dell’ONA Pag. 275-285 ► Considerazioni conclusive Prof. Giancarlo Ugazio Pag. 286-294
  • 13. Appendice n. 1 PRESENTAZIONI - SLIDES Dott. Michele Rucco Slide 311-314 ► Dott. Federico D’Incà Slide 315-329 ► Dott. Alberto Zolezzi Slide 330-367 ► Avv. Ezio Bonanni Slide 368-392 ► Arch. Giampiero Cardillo Slide 393-442 ► Prof. Ronald E. Gordon Slide 443-486 ► Prof. Morando Soffritti Slide 487-518 ► Prof. Pietro Sartorelli Slide 519-555 ► Dott. Paolo Rivella Slide 556-563 ► Prof. Ronald E. Gordon Slide 564-584 ► Dott. Paolo Pitotto Slide 585-604 ► Prof. Claudio Bianchi Slide 605-660 ► Prof. Renato Sinno Slide 661-679 ► Arch. Lorenza Fiumi Slide 680-686 ► Prof. Luciano Mutti Slide 687-723 ► Prof. Vittore Pagan Slide 724-739 ► Prof. Lory Santarelli Slide 740-768 ► Prof. Luciano Mutti e Prof . Vittore Pagan Slide 769-781 ► Dott. Roberto Valenza Slide 782-795
  • 14. ► Ing. Flavio Domenichini Slide 796-813 Ing. Giuseppe Infusini Slide 814-854 Prof: Giancarlo Ugazio Slide 855-883 ► Prof. Renato Sinno Slide 884-890 ► Appendice n. 2 ATTI LEGISLATIVI ► Proposta di legge n. 52 del 15 marzo 2013 presentata dal deputato Edmondo Cirielli Slide 892-900 ► Proposta di legge n. 1336 del 16 luglio 2013 presentata dal deputato Federico D’Incà e da altri 83 deputati del Movimento 5 Stelle Slide 901-921 ► Disegno di legge n. 1268 del 29 gennaio 2014 presentata dalla senatrice Ivana Simeoni e da altri 10 senatori del Movimento 5 Stelle Slide 922-934 ► Atti di sindacato ispettivo effettuati dai deputati del Movimento 5 Stelle nel corso della 17° legislatura Slide 935-943 Proposta di risoluzione n. 7/00335 dell’ 8 aprile 2014, presentata dall’onorevole Alberto Zolezzi alla VIII Commissione Permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici) Slide 944-949 Resoconto stenografico della seduta del 7 maggio 2014 della VIII Commissione Permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici) Slide 950-956 ► Legge Regione Sicilia n. 10 del 29 aprile 2014 Slide 957-964 ► Proposta di legge della Regione Lazio n. 24 del 9 maggio 2013 presentata dall’on. Fabrizio Santori Slide 965-983 ► Lettera inviata dall’ONA a tutti i parlamentari Slide 984-1018 Sintesi del Piano Nazionale Amianto dell’Osservatore Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Slide 1019-1023
  • 15. Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto Prof. Renato Sinno
  • 16. Prof. Dott. Renato Sinno già docente di Mineralogia Università di Napoli Federico II AMIANTO, STATO DELL’ARTE: IN ATTESA DI UNA SOLUZIONE DEFINITIVA ROMA - Camera dei Deputati Convegno O.N.A. 20 marzo 2014
  • 17. È a tutti noto che lo stato di salute dell’economia viene considerato come l’elemento essenziale per definire lo stato di prosperità di un paese. Per questo motivo grandi attenzione viene perciò riservata al costo della vita, allo sviluppo industriale, al potere di acquisto della moneta, al prezzo del petrolio e via discorrendo, al punto tale da rappresentare gli argomenti chiave che vengono dibattuti con grande frequenza, con l’ausilio di tutti i mezzi di informazione che vanno dalla carta stampate alla radio, alla televisione, che si impegnano ad aumentarne tali conoscenze e quindi la cultura di questo settore anche se le metodologie scelte per l’incremento dell’economia non trovano tutti d’accordo. Vi è da notare, e non con grande meraviglia, che un’attenzione certamente altrettanto rilevante non è stata mai attribuita al progressivo ed incalzante mutamento delle condizioni fisiche della terra non solo in tema di cambiamenti climatici, ma soprattutto in virtù dei più svariati interventi non sempre incoraggianti del fattore antropico che ritenendosi il padrone assoluto della natura, con comportamenti molto spesso sconsiderati finisce per rendere sempre più difficile l’esistenza degli equilibri naturali creando condizioni di vita poco accettabili.
  • 18. Foto 1: microscopio elettronico: ingrandimento 100 X Struttura fibrosa amianto di serpentino (crisotilo con crocidolite)
  • 19. di Serpentino di Anfibolo 1 – Crisotilo (serpentino fibroso) Mg6(OH)6Si4O11.H2O 2 – Lizardite Mg6(OH)6Si4O11 3 – Antigorite (serpentino lamellare) Mg6(OH)8Si4O10 4 – Amesite (asbesto bruno) Mg6Al2OH8[Al3Si2O10] 1 – Antofillite (Mg,Fe)7(OH)2Si8O22 2 – Tremolite Ca”2Mg5(OH)2Si8O22 3 – Actinolite Na2Ca3Mg10(OH)4Si16O44 4 – Riebeckite Na3Fe”3Fe”’2(OH)2Si8O22 5 – Crocidolite (asbesto blu) Na2(Mg,Fe”)3(OH)2Si8O22 AMIANTO O ASBESTO
  • 20. Foto 2: microscopio elettronico: ingrandimento 1.000 X Struttura fibrosa amianto di serpentino (crisotilo con crocidolite)
  • 21. I materiali contenenti amianto (MCA)
  • 22. Metodologie impiegate nei processi di inertizzazione dell’amianto: 1) torce al plasma (Francia): temperature di fusione dei componenti dell’amianto 2000°C temperature impiegate per la messa a regime dell’impianto temperature molto al di sopra; 2) prodotti ottenuti dopo l’inertizzazione (analisi spettrofotometrica di un tipo di plasma provenienza francese: silicato doppio di calcio e cobalto - akermanite, silicato doppio di calcio e magnesio – merwinite, silicato di ferro – fayalite; 3) demolizione della molecola di crisotilo mediante temperatura e additivi “bassofondenti”; 4) svolgimento della reazione: Mg6(OH)8Si4O10 → 3Mg2SiO4 + SiO2 + 4H2O Silicato basico di Magnesio (900°C- 950°C) → silicato di magnesio + silice + acqua 5) l’analisi spettrofotometrica conferma la presenza di fosterite (silicato di magnesio + silice
  • 23. Foto microscopio elettronico: ingrandimento 100 X e 1000 X
  • 24.
  • 25. Silice amorfa (dopo la trasformazione) Foto microscopio elettronico: ingrandimento 1000 X
  • 26.
  • 27.
  • 28. Dal convegno di Casale Monferrato (Al) 18 sett. 2012 dalle relazione dei Ministri Forneri (lavoro), Balduzzi (salute), e Clini (ambiente) Siti di interesse nazionale per presenza di amianto 12 Luoghi censiti come “pericolosi” 34.000 Luoghi di “prima pericolosità” 373 Quantità di amianto smaltito al 2009 379.000 ton. Quantità di amianto ancora da smaltire 32.000.000 ton. Quantità ancora da smaltire calcolata in % 99% Tempo occorrente stimato per lo smaltimento totale (calcolato al ritmo di 379.000 ton/anno) 85 anni
  • 29. COMUNICATO DELL'U.E. SEGUENTE ALLA RIUNIONE DI GENNAIO 2013. RECENTE “RISOLUZIONE” DELL'U.E. PROPOSTE PER LA SICUREZZA DELLO SMALTIMENTO DEFINITIVO DELL'AMIANTO SULLA SCORTA DELLE STATISTICHE CHE ANCORA LO VEDONO PRESENTE IN GRAN NUMERO NELLE TUBATURE DELL' ACQUA, NEI TRENI, NELLE NAVI, NEI MACCHINARI E SOPRATTUTTO IN MOLTI EDIFICI, NONCHÉ SULL'ONDA DEL TIMORE SUSCITATO DALLA FUGA DI AMIANTO CHE HA PORTATO ALLA CHIUSURA RECENTE DI ALCUNI EDIFICI COMUNITARI A STRASBURGO, (dalla relazione dell'europarlamentare STEPHEN HUGHES approvata con 558 voti a favore e 51 contrari) • 1) Scadenza definitiva per il completamento della strategia: anno 2028; • 2) Introduzione di un registro pubblico degli edifici contenenti amianto negli Stati membri dell'Unione; • 3) Sostegno alle Associazioni delle vittime; • 4) Definizione di una tabella di marcia degli interventi; • S) Definizione di un piano che imponga la garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano protetti da attrezzature adeguate; • 6) Gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati; • 7) Assoluto divieto del conferimento in discarica di qualunque tipo di materiale contenente amianto a causa della eventuale azione delle acque di falda; • 8) Invito a tutti i paesi dell'unione alla realizzazione di centri di trattamento e di “inertizzazione” dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione del conferimento in discarica degli stessi.
  • 30. Ultima dichiarazione ufficiale del ministro Balduzzi: il piano previsto non sarà caratterizzato da altre 200 pagine di analisi e prospettive ma sarà un piano di proposte di grande innovazione. Due gli elementi e gli aspetti che caratterizzeranno la lotta all'amianto che richiedono particolare attenzione, la ricerca e la bonifica. Infatti la battaglia contro l'asbesto non è ancora vinta, perché occorre fare molto su questi due fronti, sui quali si concentra una parte importante del piano nazionale in dirittura di arrivo. Tre sono le macroaree di azione del piano: la tutela della salute, la tutela dell’ambiente e gli aspetti previdenziali e di sicurezza del lavoro.
  • 31. Ministero della Salute: Presentato il Piano Nazionale Amianto – marzo 2013 …”È una risposta operativa ad una vicenda sulla quale a livello Nazionale era sceso l’oblio. Il Governo Monti ha riportato una triste vicenda a livello Nazionale ma anche Internazionale in Europa. L’Italia è diventata punto di riferimento dell’Unione per l’organizzazione di una rete europea per la lotta alle malattie correlate all’amianto” (relazione al Consiglio dei Ministri del Ministro Balduzzi).
  • 32. Voglio concludere con un monito umile ed affettuoso rivolto a quanti sottovalutano certi problemi ecologici e, sorridendo, si adagiano non senza saccenteria, sulla comoda piattaforma del potere che per fortuna e per legge naturale ha un processo vitale ben definito. Ricordo un’espressione del grande William Shakespeare che ritengo molto profonda; “il saggio sa di essere stupido, è lo stupido che crede di essere saggio”.
  • 33. ROMANO BATTAGLIA • Rimanere se stessi in un mondo che giorno e notte si adopera per trasformare ognuno di noi in un essere qualsiasi, vuol dire combattere la battaglia più dura della vita. Aggiungo con molta modestia: essere betulla è facile, restare quercia è molto più difficile, ma è soprattutto doloroso!
  • 34. Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza di cemento amianto sul territorio Dott.ssa Lorenza Fiumi
  • 35. Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza di cemento amianto sul territorio Lorenza Fiumi Seconda Conferenza Internazionale ”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza” Camera dei Deputati – Auletta dei Gruppi Parlamentari - 20 marzo 2014 Gruppo di ricerca: Lorenza Fiumi (resp.) Stefano Tocci e Carlo Meoni
  • 36. Il sensore MIVIS (Multispectral Infrared Visible Imaging Spectrometer) per la mappatura delle coperture in c-a Il CNR possiede e gestisce il MIVIS un sensore aeroportato con 102 canali e con una risoluzione spaziale fino a 3m x 3m, ne fanno uno strumento innovativo ed unico nelle applicazioni dirette sul territorio e delle relative risorse.
  • 37. Cemento-amianto chiaro: il colore chiaro è un buon indicatore dell’ottimo stato di conservazione del materiale che risulta integro in tutte le sue componenti. Cemento-amianto scuro: il materiale è soggetto a complesse degradazioni che portano ad una minore consistenza del prodotto e all’affioramento di fibre di amianto in superficie. Sviluppi della ricerca: caratterizzazione dello stato di alterazione del c.-a. -OBIETTIVI: -migliorare l’accuratezza e di valutare con estremo rigore il grado di attendibilità delle mappe; - realizzare mappe di rischio in cui siano evidenziate lo stato di alterazione del materiale in modo da fornire un sistema di supporto essenziale per monitorare aree a rischio ambientale.
  • 38. Sviluppi della ricerca: migliorare l’accuratezza di classificazione falda + 51% volta + 40% - finalizzata a ridefinirne la geometria dei poligoni eliminando quindi le discontinuità, ad esempio i vuoti, da ogni copertura. Intersezione Spaziale è stata eseguita con i dati classificati MIVIS e la CTR a scala 1:5000, entrambi vettoriali quest’ultima relativa al solo tematismo dell’edificato. Copertura a volta
  • 39. Integrazione di tecniche e dati in ambiente GIS GEOGRAPHIC INFORMATION SYSTEM (GIS) DATI TELERILEVATI e DATI ISTAT +
  • 40. 25,76% 48,85% 9,92% 8,83% 3,39% 2,78% 0,48% 0-100 100-500 500-1000 1000-2000 2000-3000 3000-5000 >5000 (mq) Amianto (mq) 460.350 Numero coperture (amianto min) 827 Amianto /Superficie coperta (mq/kmq) 2.788 Peso (kg) 5.984.550 Popolazione (ISTAT 2010) 60.167 Amianto / Popolazione (mq/ab) 7,65 Ripartizione delle coperture in c-a in base alla superficie Integrazione di tecniche e dati per: stima di c-a sul territorio del comune di Pomezia
  • 41. La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla pratica clinica Prof. Luciano Mutti
  • 42. Luciano Mutti M.D. PhD on behalf of Buzzi Foundation and G.I.M.e Are there new Evidences Changing our Approach to Mesothelioma ? MPM: hindsight and perspectives
  • 44. R1a. Every patient should receive best supportive care. R1b. When a decision is made to treat patients with chemotherapy alone, patients in a good performance status (PS; > 60 on the Karnofsky scale or < 3 on the ECOG scale) should be treated with first line combination chemotherapy consisting of platinum and pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively, patients could be included in first and second-line clinical trials. R1c. In the light of limited evidence of efficacy of chemotherapy, the decision to administer chemotherapy should be discussed with the patients and his relatives on a case by case basis . ERS/ESTS TASK FORCE Guidelines of the European Respiratory Society and the European Society of Thoracic Surgeons for the management of malignant pleural mesothelioma A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T. Berghmans, H. Clayson, P. de Vuyst,H. Dienemann, F. Galateau- Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C. Le Pe´choux, L. Mutti, J-C. Pairon, R. Stahel, P. van Houtte, J. van Meerbeeck, D. Waller and W. Weder
  • 45. Hence what should we do to conduct fruitful pre-clinical and clinical research on asbestos-related tumours and to cope with this unsettled scenario ?
  • 46. OncoTargets and Therapy Drugs for solid cancer: the productivity crisis prompts a rethink Science does not proceed linearly but by paradigmatic shifts driven by translational productivity // Awaiting Genetic Based Medicine grows up (1)
  • 47. Awaiting Genetic Based Medicine grows up (2) Cancer Research is Translational Cancer Research aimed at changing the clinical practice via clinical research based on strong rationale Preclinical Knowledge Biomarkers validation on proper animal models and IHC from human tumours tissues aimed at Novel Therapies, Diagnosis, Prognosis Susceptibility Tests Early Phases Clinical Trials with Appropriate End Points Tests validation in humans •ASCO Blueprints, Nov 2011 (pats stratification) •Clinical Trials Directives-Regulations •GCP
  • 48. Therapies currently in Phase II trials for malignant pleural Mesothelioma 5. Expert opinion Back in 2005 in their review of theirs, Kumar and Kratzke had foreseen that targeted therapy addressed to growth factor receptors and cell cycle proteins would change the prognosis of patients with MPM [57]. Eight years later, unfortunately, such a result has not been achieved and looks like being still rather far away. To get ahead, first, we should ask ourselves: ‘Why?’. An obvious stallmate that requires a swift U-turn paradigmatic shift . New scenarios should be explored “A change is better than a rest” Irish Proverb Pinton G. et al. Expert Opin Investig Drugs, 2013
  • 49. clinicaloptions.com/oncology Clinical Focus: The Evolving Role of Systemic Therapy for Mesothelioma Inhibition of PDGFR Increases Uptake of Drug in Tumor Cells by Decreasing IFP  Imatinib inhibition of stromal PDGF-Rβ decreases tumor IFP  Drug uptake increases in tumors TumorUptakeof[3H]Taxol 248 Hrs After Injection [3H]Taxol TumorIFP(mmHg) 16. Pietras K, et al. Cancer Res. 2002;62:5476-5484. 8 6 4 2 0 PBS STI- 571 Taxol Taxol + STI-571 8 6 4 2 0 Control STI-571 Control STI-571
  • 51. Toward the shift: genetic hints Validaton of Data Mining: 119 gene deregulated in at least two refs High expression OS 20.8 vs 40 months (NME12 and THBS2 are hypoxia-regulated genes)
  • 52. Examples of diffuse immunostaining of CA IX and CA XII proteins in normal and neoplastic tissues and MPM is an extremely hypoxic tumour related to (GRP78) PAKT and low apoptosis rate. Ivanov S et al Am J Pathology, 2001 Enhancement of in vitro cell motility and invasiveness of MPM cells under hypoxia via HIF- 1/MUC1 Pathway . Morover high IHC MUC1 expression in the tumor are indicators of poor prognosis in MPM Goudarzi H et al. Cancer Letter, 2013 Pillai K et al. J Biol Markers 2013 Hypoxia induces NOTCH 1 and its down- regulation in MPM (obtained either through RNA interference or chemical inhibition) leads to cell death via AKT deactivation Graziani I et al Cancer Res, 2008 Toward the shift: Hypoxia Is Hypoxia and its effects a new direction to take ?
  • 53. Overview  Hypoxia and Translational control in cancer and in MPM Hypoxia and MPM Metabolism Therapeutic Translational implications and “Take home message”
  • 54. Have we any findings suggesting Hypoxia-dep Translational abnormalities in MPM cells ?
  • 55. Toward the shift: Hypoxia and Translation (1) In all human tumours IF-4E//4E-BP1 is critical : 4E-BP1 loss or P- reduces pts survival Hypoxic Tumours show increased P- eIF-4E and/or reduced 4E-BP1
  • 56. PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379 All major pathways regulating translation are constitutively “ON” in MPM cells… Toward the shift: Hypoxia and Translation (2)
  • 57. PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379 …however their inhibition does not reduce translation and suggests the presence of specific modulators Toward the shift: Hypoxia and Translation (3)
  • 58. …moreover, even more importantly, MPM cells have abnormal, constitutive active translation that is not stimulated by Growth Factors Toward the shift: Hypoxia and Translation (4)
  • 59. Translation in MPM cells is insensitive to mTORc1/2 dual inhibition by PP42 in spite of constitutive mTORc activity Toward the shift: Hypoxia and Translation (5)
  • 60. PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379 Eventually in MPM cells both 4E-BP1 overexpression and eIF-4E downregulation restore sensitivity to mTOR inhibition according to translation on hypoxia Toward the shift: Hypoxia and Translation (6)
  • 61. MPM cells show unique massive eIF6 expression and eIF6 is induced by hypoxia Toward the shift: Hypoxia and Translation (7)
  • 62. Have we any findings suggesting Hypoxia-dep Metabolic abnormalities in MPM cells ?
  • 63. Hypoxic tumours differently but largely rely on Glucose/Lactate metabolism and promote EMT and “Stemcellness” Warburg effect Glutamine catabolism Piruvate Lactate Glucose
  • 64. Hypoxic conditions sensitize MPM cells to glycolysis inhibitors and to interferences with lactate cycle Toward the shift : Hypoxia and metabolism
  • 65. Toward the shift : Hypoxia and EMT miR200 Family members and miR149 are related to Hypoxia and EMT miR200 Family members and miR149 are uniquely expressed in MPM -related to hypoxia levels- but not not in HMC (personal communicaton) and unleash EMT gene expression (SNAIL, SNUG, Zeb1, Twist, AKT). Ongoing project amid EU, US, AU, CN Snail expression is associated with poor prognosis in MPM Kobayashi M. et al Ann Thora Surg, 2013
  • 66. • Translation is abnormally regulated by constitutive ativation of regulatory pathways regardless Growht Factor activation • MPM with high 4E-BP1 and low eIF-4E become sensitive to mTOR inhibition • IHC analysis of MPM tissue revealed a striking increased expressions of eIF6 in MPM tissue Morevor Enzaustarin (PKC inhibitors) inhibits eIF6 with in vitro/vivo anti-neoplastic effects on MPM cells This is a Scenario that Complies with the Hypoxic Hypothesis Highlights and implications of MPM cells translation: the shift (1)
  • 67. Highlights on implications of MPM cells Metabolism and EMT: the shift (2) Hypoxia-dep responders inhibitors (not TKR that in vivo are strongly expressed only in a small fraction of hypoxic, mesenchimal MPM and without biological relevance) •Glicogenolysis inhibitors •LDH and Lactate excretion inhibitors Pathways involved in miRs-dep hypoxixc EMT •Direct miRs antagonists/agonists (Phase I Au and …Europe)
  • 68. Is this the MPM Achille’s Heel ? Is this below the ultimate paradigmatic shift ? EMT MET Hypoxia + -
  • 69. B7H3 Immunotherapy: a Master Key against Tumours and MPM ?
  • 70. Immunotherapy: a Master Key against Tumours and MPM (1) ? Original Research Articles Int J Cancer. Dec 1998 Primary human mesothelioma cells express class II MHC, ICAM-1 and B7-2 and can present recall antigens to autologous blood lymphocytes. Int J Mol Med. Feb 2003 Transforming growth factor-beta released by PPD-presenting malignant mesothelioma cells inhibits interferon-gamma synthesis by an anti-PPD CD4+ T-cell clone.Article first published online: 22 JUL 2011 Journal of Cellular Physiology October 2011 Expression and regulation of B7-H3 immunoregulatory receptor, in HMCandMPM: Immunotherapeutic implications PlosOne, March 2013 Synergistic Effect of CTLA-4 Blockade and Cancer Chemotherapy in the Induction of Anti-Tumor Immunity
  • 71. The Translational Research Cycle: Bench/Bedside/Bench A Master Key ? Int J Cancer. 1998; Int J Mol Med. 2003. MMe cells act as APC of recall antigens MMe cell AG HLA-DR PPD TT Expression og B7-H3 on human MMe cells and tissue J Cell Physiol. 2011 A second-line phase II clinical study with a fully humanized anti-CTLA-4 monoclonal antibody as monotherapy in patients with unresectable MMe (Pfeizer) Study extended 0 20 40 60 80 100 120 140 160 Baseline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60 1st cycle 2nd cycle cellcount/microL NR Rp<0.03 p<0.04 p<0.02
  • 72. Analysis of overall survival for 29 patients with MPM treated with tremelimumab Time points 6 months 12 months 18 months 24 months % Pts alive Pts at risk 79.3 23 48.3 14 36.7 9 36.7 8 Median OS: 10·7 months Baseline PD 2 dose PR 3 dose PR 4 dose 0 20 40 60 80 100 120 140 160 Baseline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60 1st cycle 2nd cycle cellcount/microL NR Rp<0.03 p<0.04 p<0.02 Changes in circulating CD4+ICOS+ T cell counts by response October, 2013 The Translational Research Cycle: Bench/Bedside/Bench
  • 73. Immunotherapy: a Master Key against Tumours and MPM (2) ? RCT vs Placebo (sic) on course. If/When phase II was confirmed:  •Very selected pats with very good PS and life expectancy, •Relatively low extensive disesase
  • 74. TAKE -HOME MESSAGE MPM cells show a combined unique pattern of deranged cell machinery with potential “bespoke” translational implications This combined abnormality discloses novel approaches to the treatment of this tumour aimed at increasing its sensitivity to medical treatments The evidences seem to bring us away from most of the current innovative treatment for human cancers (TKRI) We are achieving a much better understanding of how to breach MMP cells metabolic and environmental shield and of the differences among the subtypes and this seems to be a crucial step forward Taking advantage of the capability of MPM cells to elicit an immune response and the results obtained from the first early clinical trials of immunotherapy are disclosing new scenarios
  • 75. “Here is Edward Bear, coming downstairs now, bump, bump, bump, on the back of his head, behind Christopher Robin. It is, as far as he knows, the only way of coming downstairs, but sometimes he feels that there really is another way, if only he could stop bumping for a moment and think of it” A.A. Milne 1926 Illustration E.H.Shepard 192614 “If you always do what you always did, you always get what you always got” Mark Twain
  • 76. We are not «Waiting for Godot» Let’s booggie to take action now “BREAKTHROUGH”, “ FAST TRACK” TRIALS TO SPEED UP THE NEXT CLINICAL RESARCH FOR MPM
  • 77. Contributors Metabolism. Arcangela G. Manente, Giulia Pinton, Laura Moro Dept. Pharmaceutical Sciences, University of Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara, Italy Daniela Valenti, Rosa A. Vacca CNR-IBBE, Bari, Italy Puthen V. Jithesh, Liverpool Cancer Research UK Centre, University of Liverpool, UK Antonio Daga, IRCCS San Martino-IST, Genova, Italy Leonardo Rossi, Dept. of Human Morphology and Applied Biology, University of Pisa, Pisa, Italy Steven G. Gray, Kenneth J. O'Byrne, Institute of Molecular Medicine, St James's Hospital, Dublin 8, Ireland Dean Fennell, Thoracic Medical Oncology, University of Leicester & Leicester University Hospitals, Leicester, UK Translation. Stefano Biffo S. Raffaele Sci Inst, Milan, Italy Stefano Grosso MRC Toxicology Unit, University of Leicester, UK Genetics. Carlo Croce, Pierluigi Gasparini Columbus University. OH, USA Immunotherapy . M Maio, L Calabro’ Immmunotherapy Unit , Siena Hospital, Italy
  • 78. Ruolo della chirurgia nel mesotelioma pleurico Prof. Vittore Pagan
  • 79. Vittore Pagan RUOLO DELLA CHIRURGIA NEL MESOTELIOMA PLEURICO CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 81. TUMORE SIEROSO •CONFINI IMPERCETTIBILI •PROGRESSIONE ? •DIAGNOSI TARDIVA •SOTTOSTADIAZIONE polifocale contiguità diffusione CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 82. MARGINS TO BE RESECTED IN REALLY R0 MPM RESECTION REMOVED BY EPP: • PLEURA • LUNG • PERICARDIUM • DIAPHRAGM • LYMPH NODES • PHRENIC NERVE UNREMOVABLE: • CONTRALAT PLEURA INTERFACE ADHESION • RIBS + CHEST WALL • NERVES (PLEXUS, SYMPATHETIC, VAGUS T-ROOTS + INTERCOSTAL) • TRACHEA • ESOPHAGUS • THORACIC DUCT • SVC, AORTA, AZYGOS V • SUBCLAVIAN VESSELS • MEDIASTINAL TISSUE CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 83. LIMITI CH CURATIVA • R 1 DI FATTO INELUDIBILE RIPRESA POST-CHIR PREVAL LOCO-CONFINARIA CITORIDUZIONE MASSIMALE CT/RT ADIUV • LIMITATA OPERABILITA’ CANDIDABILE 60% dei 572 OSSERVATI RESEZ COMPLETA 70% dei 280 ESPLORATI • MORBI-MORTALITA’ POSTOP CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 84. OUTCOME CHIRURGIA • DA SOLA SOPRAVV MEDIA SOVRAPPONIBILE NON OPERATI • IN MULTIMODALE SOPRAVV 13% 5 ANNI CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 85. OBIETTIVI REALISTICI CHIRURGIA • IN CONTESTO MULTIMOD ALTERARE STORIA NATURALE MPM (CT NEOAD?) • MASSIMA COMPLETEZZA MACRO E MINIMI R1 E COMPLICANZE • CON MIGLIORI PALLIAZIONE E QUALITA’ DI VITA POSSIBILI CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 86. CANDIDABILI CHIRURGIA •ISTOTIPO EPIT SI’ SARC E M+ NO MISTO DIBATTUTO •CONDIZIONI GENERALI ETA’ ≤ 70 a ≤ 75 a ? I K RISERVE C-R CO-PATOL •ERADICABILITA’MACROSCOPICA E NO LINFONODI CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 87. INTERVENTI CURATIVI (PPE e PTE) • PLEURO-PNEUMONECTOMIA • PLEURECTOMIA TOTALE o P/D ± ESTESE DIAFR/PERIC CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 88. MORTALITA’ 30gg = 4% COMPLICANZE MAGGIORI PPE-RELATE 6m = 1,5-2 VOLTE VS. 30gg
  • 89. PTE PLEURECTOMIA TOTALE ESTESA CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 90. VANTAGGI PTE • INCREMENTO CANDIDABILITA’ • MINORE MORBI-MORTALITA’ • MIGLIORE Q d V E RISERVA C-R • COALESCENZA POLM-PARETE FACILITA PERFUS CT ADIUV SU R1-2 CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 91. Autori vari PPEVS.PTE MORTALITA’ 4-15% 1-4% MORBILITA’ 50% 50% REINTERV 16% 2% (EARLY+LATE) SOPRAVV 5a 15% 15% ns sopravv 3a 22% 33%
  • 92. ARRUOLATI AD OGGI 101 CASI MPM CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 93. CONCLUSIONE POICHE’ SCOPO PRAGMATICO ATTUALE CHIRURGIA E’ ALTERARE CORSO MPM, PREVEDENDO R1 E TER ADIUVANTE, OFFRENDO QV, COMPLICANZE, SOPRAVVIVENZA MIGLIORI POSSIBILI, PTE PROPONIBILE COME PRIMA SCELTA VS. PPE SE COMPROVATA PARI COMPLETEZZA EXERESI CH TORACICA IST TUMORI AVIANO
  • 94. Il significato clinico dei biomarkers molecolari nella sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad asbesto Prof.ssa Lory Santarelli
  • 95. IL SIGNIFICATO CLINICO DEI BIOMARKERS MOLECOLARI NELLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI AD ASBESTO Lory Santarelli Medicina del Lavoro Università Politecnica delle Marche Ancona II Conferenza Internazionale Amianto 21 marzo 2014
  • 96. «Morire per morire, preferisco non saperlo in anticipo» (Michele M, ex operaio della Breda Fucine di Sesto San Giovanni) 5 La scienza alimenta la speranza. Il sentirsi seguiti offre un qualche sollievo dall’ansia di ammalarsi ed il contribuire ad un progetto di ricerca rende molti lavoratori orgogliosi di partecipare e suscita sentimenti di solidarietà
  • 97. THE BENEFIT OF EARLY DIAGNOSIS FOR MALIGNANT MESOTHELIOMA
  • 98. LA NOSTRA ESPERIENZA SI BASA SULLO STUDIO DI 350 SOGGETTI CON PREGRESSA ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE, AD ASBESTO, DICUI: 280 ex esposti sani o affetti da patologia asbesto-correlata non neoplastica 70 ex esposti affetti da MM
  • 99. EX ESPOSTO AD AMIANTO FOLLOW-UP EX ESPOSTI AMIANTO CLINICA DI MEDICINA DEL LAVORO UNIVPM ANCONA D A T A M I A N T (GENE METILATO)
  • 100. CONSEGUENZE PSICOLOGICHE • Ansia e crescente preoccupazione • Fenomeno di anticipazione della morte • Percezione di ogni cambiamento dello stato di salute come connesso alla esposizione ad amianto PCQ (Psichogical CONSEQUENCES Questionnaire) • Meccanismo di rifiuto • Strategie cognitive e comportamentali messe in atto per fronteggiare la paura (“coping”) DOPO UNA BREVE RACCOLTA DEI DATI GENERALI DEL SOGGETTO (ETÀ, SESSO, ABITUDINI TABAGICHE ETC..) IL QUESTIONARIO SI SVILUPPA IN 12-ITEM PER MISURARE L’EFFETTO DEL FOLLOW UP, PER I SOGGETTI EX-ESPOSTI ALL’ASBESTO, SULLA SFERA EMOZIONALE, FISICA E SOCIALE.
  • 101. Auto-percezione di EXP BASSA MEDIA ALTA INCERTA Coloro che avevano una percezione di alta esposizione ad asbesto durante la pregressa attività lavorativa ottenevano un risultato elevato al PCQ, Ma lo ottenevano ancora più elevato coloro che non sapevano rispondere ai quesiti sulla propria esposizione. Auto-percezione di malattia INCERTA ALTA BASSA L’incertezza nella percezione di malattia, il non saper dare spiegazioni ai quesiti richiesti portava ad un risultato nel test PCQ ancora più elevato che in coloro che temevano di essere malati. Livello di informazione BASSO ALTO Bassi livelli di informazione sull’argomento amianto portavano ad elevatissimi punteggi nei risultati del PCQ. SEMBRA DUNQUE CHE LA SCARSA INFORMAZIONE E LA SCARSA SPIEGAZIONE DEI MEDICI SU CIÒ CHE PUÒ DIPENDERE DALL’ASBESTO E CIÒ CHE NON È CORRELATO, INTERVENGA NOTEVOLMENTE NELL’ACCENTUAZIONE DEL DISAGIO PSICOLOGICO DI QUESTI SOGGETTI. UNIVPM MEDICINA DEL LAVORO TEST PCQ-A (n° 130)
  • 102. Durante il follow up sanitario è stata riscontrata la presenza di patologie in 187 soggetti su 280 (58,4%) PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE N ° patologie asbesto-correlate Ispessimenti pleurici 75 (23,4%) Placche pleuriche 86 (26,9%) BPCO 75 (23,4%) Ispessimento interstiziale aspecifico 55 (17,2%) Asbestosi 40 (12,5%) Bronchiectasie/actelectasie 39 (12,2%) Nodulo polmonare non sospetto (calcifico/fibroso) 32 (10,0%) Nodulo polmonare sospetto 31 (9,7%) Versamento pleurico 7 (2,2%) Pachipleurite calcifica 6 (1,9%)
  • 103. Istotipi dei 70 casi di Mesotelioma Maligno, 59 maschi e 11 femmine, giunti alla nostra osservazione nel periodo compreso tra il 2003 e il 2013, provenienti dai Reparti di Pneumologia, Chirurgia Toracica e Oncologia dell’Ospedale Regionale “Ospedali Riuniti” di Ancona. ISTOTIPO MM N° casi MM-Epiteliale 47 MM-Sarcomatoide 9 MM-Misto 5 MM-PERITONEALE 1 MM con istotipo sconosciuto 8 70
  • 104. SEBBENE LA TC AD ALTA RISOLUZIONE SIA ATTUALMENTE LA FORMA DI INDAGINE CAPACE DI COGLIERE LESIONI INIZIALI, LA SUA ESECUZIONE AD INTERVALLI TROPPO RAVVICINATI IN SOGGETTI PER LO PIÙ SANI, PONE PROBLEMI DI TIPO RADIOPROTEZIONISTICO (ASSORBIMENTO DI UNA DOSE DI RADIAZIONI IONIZZANTI DA 3 A 5,5 MGRAY DURANTE UN SINGOLO ESAME) Carbone et al. The pathogenesis of mesothelioma. Seminar in Oncology 2002, 29: 2-17 Goodman et al. Ionizing radiation: a risk factor for mesothelioma Cancer Causes Control (2009) 20:1237– 1254a
  • 105. POTENZIALITÀ DEI BIOMARCATORI PER IL MESOTELIOMA MALIGNO  FACILITAZIONE DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI SOGGETTI EX ESPOSTI E DEGLI ATTUALMENTE ESPOSTI  DIAGNOSI PRECOCE DI MALATTIA  PROGNOSI E FOLLOW UP DI TERAPIE  MESSA A PUNTO TERAPIE ALTERNATIVE A QUELLE CONVENZIONALI
  • 106.
  • 107. Amati et al Mutat Res. 2008 655(1-2):52-8. doi: 10.1016/
  • 108. RELAZIONE TRA LA METILAZIONE DEL GENE DELLA MESOTELINA (MSLN) NEI TUMORI E I PEPTIDI CORRELATI ALLA MESOTELINA (SMRP) MISURABILI NEL SIERO MSLN È NORMALMENTE METILATO NELLA PLEURA. LA METILAZIONE SI PERDE NELLA MAGGIOR PARTE DEI TUMORI. IN UN SOTTOGRUPPO DI TUMORI LA METILAZIONE VIENE MANTENUTA, E QUESTO MECCANISMO SPIEGA LA SCARSA SENSIBILITÀ DEL TEST DI VALUTAZIONE SMRP Nelson et al, Epigenetics. 2011; 6:1029-34 MSLN promoter MSLN promoter Methylated CpG Unmethylated CpG Gene silencing Gene transcription
  • 109. L’espressione genica subisce alterazioni senza che la sequenza di DNA venga modificata Metilazione: : in questo modo, i geni vengono silenziati oppure attivati. Modificazioni istoniche: i geni possono essere impacchettati così strettamente da risultare «spenti» MODIFICAZIONI EPIGENETICHE EPIGENOMICA LE ALTERAZIONI EPIGENETICHE SONO COINVOLTE NELLA INIZIAZIONE DEL CANCRO E QUINDI SONO EVENTI PRECOCI DELLA TRASFORMAZIONE NEOPLASTICA
  • 111. Epigenetica e micro-RNA Regolazione attuata dai microRNA Esempio • RNA non codificanti che modulano l’espressione di oncogeni, soppressori tumorali e geni regolatori dell’epigenetica (epi-miRNAs) • risultano differentemente regolati tra cellule cancerose e cellule sane • ruolo ormai dimostrato nella cancerogenesi
  • 112. MiR126(foldchange) -10 -20 -30 -40 -50 0 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 204 5 6 7 81 2 3 Biopsies Siero MiR-126 è un micro-RNA regolato epigeneticamente Santarelli et al. PLoS One. 2011;6 (4):e18232Nelson et al, Epigenetics. 2011; 6:1029-34.
  • 113. Risk of disease miR-126 (ΔCT) Ctrl Exp MPM D Cut-off mesotelina (MMvsCtrl) Cut-off miR126 (Exp vs MM) Cut-off miR126 (Exp vs Ctrl) Santarelli et al. PLoS One. 2011;6(4):e18232
  • 114. Methylated Thrombomodulin gene (Met-TM) SIERO THROMBOMODULIN IS SILENCED IN MALIGNANT MESOTHELIOMA BY A POLY(ADP-RIBOSE) POLYMERASE-1-MEDIATED EPIGENETIC MECHANISM Nocchi et al. J Biol Chem. 2011;286:19478-88
  • 115. Comparison AUC p-value Cut-off Sensitivity (%) Specificity (%) SMRPs 0.818 (0.723-0.914) 0.0005 1.0 (nmol/L) 60 89 MiR-126 0.710 (0.568-0.822) 0.001 10 x10-3(relative exp) 75 54 Met-TM 0.750 (0.641-0.858) 0.0005 1.0 (relative exp) 60 82 precocI
  • 116. EARLY DIAGNOSIS OF MALIGNANT MESOTHELIOMA USING A COMBINATION OF CIRCULATING EPIGENETIC MARKERS AND MESOTHELIN 45 Patients with MM 44 Matched controls 99 asbestos-exposed subjects N = 188 Serum collection Combined model MM vs. Controls + Asbestos-exposed Controls vs. Asbestos-exposed Asbestos-exposed vs. MM Clinical performance SMRPs Cut-off = 75° Ctrl MiR126 Cut-off = 25° Ctrl Met-TM Cut-off = 75° Ctrl 9 asbestos-exposed with insufficient serum Excluded from the study Con l’analisi della regressione logistica è stato valutato il rischio di sviluppare la patologia attraverso la combinazione dei tre marcatori
  • 117. 0 20 40 60 80 100 120 MM 1 7 865432 Exp Ctrl Percentage Combinations COMBINATION MODEL Combination-1 SMRPs=L; MiR-126=H; Met-TM=L Combination-2 SMRPs=L; MiR-126=L; Met-TM=L Combination-3 SMRPs=L; MiR-126=H; Met-TM=H Combination-4 SMRPs=L; MiR-126=L; Met-TM=H Combination-5 SMRPs=H; MiR-126=H; Met-TM=L Combination-6 SMRPs=H; MiR-126=L; Met-TM=L Combination-7 SMRPs=H; MiR-126=H; Met-TM=H Combination-8 SMRPs=H; MiR-126=L; Met-TM=H Tutti tre i marcatori presi singolarmente sono in grado di discriminare i soggetti sani da quelli con MM, ma nessuno di essi è in grado da solo di individuare precocemente la malattia per scarsa specificità e/o sensibilità
  • 118. 0 12 24 36 48 60 72 84 96 0 20 40 80 60 100 SFRPs > 1.0 nmol/L SFRPs < 1.0 nmol/L Probabilityofsurvival(%) Months Log-Rank, p=0.001 0 12 24 36 48 60 72 84 96 0 20 40 80 60 100 MiR-126>10-3 Fold-change MiR-126<10-3 Fold-change Probabilityofsurvival(%) Months Log-Rank, p=0.040 0 12 24 36 48 60 72 84 96 0 20 40 80 60 100 Met-TM>1.0 Fold-change Met-TM<1.0Fold-change Probabilityofsurvival(%) Months Log-Rank, p=0.909 VALORE PROGNOSTICO SMRPs MiR-126 Met-TM
  • 119. WT1HE Cytokeratin Calretinin CT-1 2012 time 1 CT-2 012 time 2 SMRPs Met-TM miR-126 0 2 4 6 8 10 12 SMRPs miR-126 Met-TM Time-1 Feb2012 Verified Diagnosis Time-2 5-months Cut-off Cut-off Sperimental therapy June2012 1-month 3-months Time-3 8-months Time-4 63-year-old man 16 years of continued occupational exposure to asbestos Case report CT-2 013 time 4 NGR-hTNF VEGF miR-126
  • 120. MiR126 suppress tumor initiation
  • 121. CLINICA MEDICINA DEL LAVORO UNIVPM CARCINOMA DEL POLMONE VALUTAZIONE DELL’ASSETTO EPIGENETICO IN CELLULE (CANCEROSE E NON CANCEROSE) PROVENIENTI DA BIOPSIE INTRAOPERATORIE DI PAZIENTI AFFETTI DA CANCRO DEL POLMONE LE CELLULE PROVENIENTI DALLE BIOPSIE FRESCHE VENGONO TRATTATE CON INIBITORI EPIGENETICI E STUDIATE PER L’ESPRESSIONE DI GENI E miRNAs I GENI, LE PROTEINE DA ESSI CODIFICATE E I miRNA VENGONO RICERCATI NEL SANGUE PERIFERICO COME MARCATORI BIOLOGICI CIRCOLANTI PER LA DIAGNOSI, PROGNOSI E CAPACITÀ PREDITTIVA NELLA MALATTIA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO ELL’ESPOSIZIONE AD ASBESTO SUL NUMERO DI CANCRI DEL POLMONE TUTTI GLI STUDI SONO STATI SUPPORTATI DA FINANZIAMENTI INAIL MARCHE
  • 122.
  • 123. Linee guida per il trattamento multimodale del mesotelioma pleurico Prof. Luciano Mutti e Prof. Vittore Pagan
  • 124. L Mutti V. Pagan MPM Staging: Guidelines and Reccomendations on how taking action EBM Rules/Experience/Common Sense
  • 126. Staging IMIG (1) TX Primary tumor cannot be assessed. T0 No evidence of primary tumor. T1 Tumor limited to the ipsilateral parietal pleura with or without mediastinal pleura and with or without diaphragmatic pleural involvement. T1a No involvement of the visceral pleura. T1b Tumor also involving the visceral pleura.
  • 127. Staging IMIG (2) • T2 • Tumor involving each of the ipsilateral pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of the following: involvement of diaphragmatic muscle; extension of tumor from visceral pleura into the underlying pulmonary parenchyma. • T3 • Locally advanced but potentially resectable tumor. Tumor involving all of the ipsilateral pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of the following: involvement of the endothoracic fascia; extension into the mediastinal fat; solitary, completely resectable focus of tumor extending into the soft tissues of the chest wall; nontransmural involvement of the pericardium. • T4 • Locally advanced technically unresectable tumor. Tumor involving all of the ipsilateral pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of the following: diffuse extension or multifocal masses of tumor in the chest wall, with or without associated rib destruction; direct transdiaphragmatic extension of tumor to the peritoneum; direct extension of tumor to the contralateral pleura; direct extension of tumor to mediastinal organs; direct extension of tumor into the spine; tumor extending through to the internal surface of the pericardium with or without a pericardial effusion or tumor involving the myocardium.
  • 128. Staging IMIG (3) • Regional Lymph Nodes (N)a • • NX • Regional lymph nodes cannot be assessed. • N0 • No regional lymph node metastases. • N1 • Metastases in the ipsilateral bronchopulmonary or hilar lymph nodes. • N2 • Metastases in the subcarinal or the ipsilateral mediastinal lymph nodes including the ipsilateral internal mammary and peridiaphragmatic nodes. • N3 • Metastases in the contralateral mediastinal, contralateral internal mammary, ipsilateral or contralateral supraclavicular lymph nodes.
  • 129. Surgery (1) The role of surgical cytoreduction in the treatment of malignant pleural mesothelioma: Meeting summary of the International Mesothelioma Interest Group Congress, September 11- 14, 2012, Boston, Mass
  • 130. Surgery (2) Surgical macroscopic complete resection (MCR) and control of micrometastatic disease play a vital role in the multimodality therapy ofMPM, as is the case for other solid malignancies. Surgical cytoreduction is indicated when macroscopic complete resection is deemed achievable. The type of surgery (EPP or P/D) depends on clinical factors and on individual surgical judgment and expertise. All patients with the diagnosis of MPM should be initially evaluated in a multidisciplinary setting, including medical oncology, radiation oncology, and surgery. Clinical staging (lymph node sampling, positron emission tomography, magnetic resonance imaging) should be performed before therapy. The histologic subtype should be identified by tissue biopsy before initiation of therapy.
  • 132. Chemotherapy ERS/ESTS TASK FORCE Guidelines of the European Respiratory Society and the European Society of Thoracic Surgeons for the management of malignant pleural mesothelioma A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T. Berghmans, H. Clayson, P. de Vuyst, H. Dienemann, F. Galateau-Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C. Le Pe´choux, L. Mutti, J-C. Pairon, R. Stahel, P. van Houtte, J. van Meerbeeck, D. Waller and W. Weder • R1a. Every patient should receive best supportive care. • R1b. When a decision is made to treat patients with chemotherapy alone, patients in a good performance status (PS; > 60 on the Karnofsky scale or < 3 on the ECOG scale) should be treated with first line combination chemotherapy consisting of platinum and pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively, patients could be included in first and second-line clinical trials. • R1c. In the light of limited evidence of efficacy of chemotherapy, the decision to administer chemotherapy should be discussed with the patients and his relatives on a case by case basis .
  • 133. Radiotherapy • Multimodality • Pain Relief • Prophilactic ? • Neo-adjuvant ? MPM is resistant to RT. No curative purposes !
  • 134. Take-Home Message • Surgery: in early phases (no T3 / no N2) • Chemotherapy: on pt basis, negligible effects on survival • Radiotherapy: a few indications • Neo-adjuvant : no evidences
  • 135. “Here is Edward Bear, coming downstairs now, bump, bump, bump, on the back of his head, behind Christopher Robin. It is, as far as he knows, the only way of coming downstairs, but sometimes he feels that there really is another way, if only he could stop bumping for a moment and think of it” A.A. Milne 1926 Illustration E.H.Shepard 192614 “If you always do what you always did, you always get what you always got” Mark Twain RESEARCH
  • 136. I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Dott. Roberto Valenza
  • 137. I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus Dott. Roberto Valenza MD
  • 143. In oncologia asbesto correla a : MESOTELIOMA diagnosi prognosi terapia Dott. Roberto Valenza
  • 144. ambulatorio oncologico dell’ONA Onlus OBIETTIVI: • ASCOLTO • ACCOGLIENZA • FEED-BACK (risposte) • Ospedalizzazione • Cure • Riindirizzare • Follow-up Dott. Roberto Valenza
  • 145. Popolazione solo esposti maschi MESOTELIOMA  Chemioterapia 2% • Patologia benigna Polmone 6 % Fegato 4% • Surrene, cuore, vescica, tiroide… • Suggeriti ulteriori accertamenti 4 % • … e le donne ? Dott. Roberto Valenza I servizi dell’ambulatorio oncologico reale dell’ONA Onlus
  • 146.
  • 147. • Nessuna richiesta Motivazioni caratteristiche degli utenti • Misconoscimento dell’on line (o difficoltà di accesso) • Vedono ONA solo in termini risarcitori Dott. Roberto Valenza I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
  • 148. Realmente utile ? SI risponde a richieste orienta paziente e famiglia Verso la prevenzione • Divulgare • Coinvolgere I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus Dott. Roberto Valenza
  • 149. Chiunque (anche chi non è iscritto all’ONA) potrà chiedere assistenza e consulenza all’associazione, con e-mail all’indirizzo e-mail: ambulatoriooncologico.ona@gmail.com e/o osservatorioamianto@gmail.com I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus Attivato l’Ambulatorio Oncologico on-line dell’ONA ONLUS, in collaborazione con il Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma dell’ONA ONLUS. Direttore Dott. Roberto Valenza Medico Chirurgo Specialista in Oncologia Medica Direttore U.O.C. Oncologia dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela Roma, 26.09.2013 Ufficio Stampa ONA Regione Sicilia Dott. Roberto Valenza
  • 150. Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto per prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche Ing. Flavio Domenichini
  • 151. 2 Seconda Conferenza Internazionale ”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza” 21 marzo 2014 - Regione Lazio – Sala Tirreno ing. Flavio Domenichini – Comitato Tecnico Scientifico ONA Onlus Ph. D. Ingegneria Chimica e dei Materiali Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto per prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
  • 152. 3 Riferimenti normativi 1/2 257/92 art. 13 comma 8 (e s.m.i.) prevede benefici specifici per i lavoratori che siano stati esposti ad amianto in maniera qualificata (misera compensazione se i rischi sono stati già corsi…) Data la vastità delle sottocategorie tipologiche lavorative, si è dovuto fissare un riferimento. Pur essendo tale scelta opinabile, va tenuta presente dagli operatori del settore. Il riferimento di legge è pari a: 0,1 ff/cc. 21/03/2014 Roma
  • 153. 4 Riferimenti normativi 2/2 Quando non sono disponibili monitoraggi ambientali, alcune sentenze della Cassazione hanno sancito che il CTU può basarsi, per formare il proprio convincimento, su criteri di ragionevolezza e verosimiglianza. Questo non può essere sempre svolto basandosi solo sui documenti disponibili: spesso infatti questi ultimi permettono di confermare l’esposizione ma non di quantificarla, né di determinare univocamente il termine della stessa. 21/03/2014 Roma
  • 154. 5 Sviluppo di una perizia Compito dei CCTT durante lo svolgimento delle operazioni peritali, è di scegliere i metodi caso per caso più adatti a quantificare l’esposizione. Il risultato è l’individuazione delle attività, svolte dal lavoratore, che potevano comportare esposizione al rischio amianto, contestualizzandole nell’ambito della giornata lavorativa tipo. Un metodo diffuso per la quantificazione è attualmente il seguente: le attività su indicate vengono comparate con statistiche internazionali che vi assegnano un livello espositivo. 21/03/2014 Roma
  • 155. 6 Banca dati Amyant 1/2 Per la determinazione dell’esposizione all’amianto è prassi consolidata ed universalmente riconosciuta fare riferimento al Database Amyant INAIL e all’algoritmo di calcolo dell’Ente tedesco Berufsgenossenchaften. Il calcolo della concentrazione media annuale delle fibre di amianto, come valore medio di 8 h al giorno, necessario per l’identificazione dell’esposizione nel caso di attività previste può essere dunque effettuato sulla base del criterio consolidato e messo a punto in Germania dall’Hauptferband der Berufgenossenschaften nel 1993. I presupposti sono i seguenti: – la durata di un turno giornaliero è posta pari a 8 h; – in un anno si hanno 240 giornate lavorative. La concentrazione media giornaliera di fibre di amianto alla quale il lavoratore è stato esposto durante l’anno è data allora dalla: 21/03/2014 Roma
  • 156. 7 Banca dati Amyant 2/2 dove: F = concentrazione delle fibre, t = tempo di esposizione in ore (per esposizioni giornaliere di pochi minuti va posta la durata, dell’esposizione pari a 1/8 di giornata; per esposizioni settimanali più occasionali - per pochi minuti non tutti i giorni - va posta pari a 1/16 di ogni giornata lavorativa) 5,21 x 10-4 = 1 h lavorativa/1 anno lavorativo = 1/(8 x 240) = 1/1920 Se si ottiene un valore superiore a 0,1 fibre cm-3, il lavoratore viene considerato “esposto all’amianto” 21/03/2014 Roma
  • 157. 8 21/03/2014 Roma Evalutil 1/2 Il database Evalutil (redatto dagli enti francesi INVS, ISVED, …), può essere considerato come confronto (previo endorsement INAIL)
  • 158. 9 21/03/2014 Roma Evalutil 2/2 I valori sono dati da una media ponderata sulla base di molteplici elementi (non necessariamente coordinati con la legislazione italiana): probabilité de l’exposition: 0 : absence d’exposition, 1 : 0 < probabilité < 10 % (peu probable), 2 : 10 % < probabilité < 50 % (possible), 3 : 50 % < probabilité < 90 % (probable), 4 : probabilité > 90 % (certaine) ; intensité d’exposition ou concentration moyenne de fibres sur une journée de travail: 0 : absence d’exposition, 1 : 0 < intensité < 0,1 f/ml (faible), 2 : 0,1 < intensité < 1 f/ml (moyenne), 3 : 1 < intensité < 10 f/ml (élevée), 4 : intensité > 10 f/ml (très élevée) ; fréquence de l’exposition: 0 : absence d’exposition, 1 : 0 < fréquence < 5 % (sporadique), 2 : 5 % < fréquence < 30 % (intermittente), 3 : 30 % < fréquence < 70 % (fréquente), 4 : fréquence > 70 % (très fréquente).
  • 159. 10 21/03/2014 Roma Quale usare? 1/2 Come previsto dalla Nota Tecnica della Circolare INAIL del 26/09/1995, approvata con lettera 13/11/1995 dal Ministero del Lavoro (e come ulteriormente specificato nella Circolare INAIL n. 70 del 24 ottobre 2001), i pareri Contarp dell’INAIL si devono basare su: - la ricostruzione delle singole attività svolte dai lavoratori e che potevano comportare un’esposizione all’amianto, - l’individuazione della loro durata e frequenza di svolgimento e - la quantificazione puntuale dell’esposizione associata allo svolgimento di tali attività:
  • 161. 12 21/03/2014 Roma Esempio applicazione Esempio applicazione: -raccolta informazioni -passaggio dalle informazioni ai calcoli e quindi -alla quantificazione dell’esposizione
  • 162. 13 21/03/2014 Roma Raccolta informazioni Si considerano 3 fattori: tipo, frequenza e durata di ogni attività.
  • 163. 14 21/03/2014 Roma Dalle informazioni ai calcoli1/2 PROFILO: MANUTENTORE MECCANICO - uso DPI in amianto (3 ore al giorno in officina e 2 ore al giorno nei reparti) - manutenzione bandelle ceste e banco pellegrino (6/7 giorni al mese) - manutenzione porte forni (sia preriscaldo + omogen.) (2 ore 1 volta a settimana + straordinari) - manutenzione (preparazione, taglio, foratura) guarnizioni flange e premistoppa pompe e tubazioni e bruciatori (1 ora al giorno) - distruzione cemento amianto delle canale e pulizia con scopa e paletta (1 h 1 volta/sett.) - impiego calza in MCA per coprire la tubazione dei cannelli (20 minuti 2/3 volte a settimana) - posizionamento temporaneo pannelli in amianto sui guasti (+ prelievo dal magazzino + applicazione staffe quindi foratura) (alcuni minuti 1 volta a settimana) - pulizia forni (coibentazioni e pavimenti che si sgretolavano contenenti amianto) (10/12 ore 1/2 volte al mese) - interventi sul tetto in cemento amianto (sagomatura, foratura, riposizionamento, ecc.) (1 settimana di lavoro ogni 2 mesi) - manutenzione carroponte (motore, ferodi freni) (settimanale) - manutenzione muletti (avvolgimento marmitte con fasce di amianto, manutenzione ferodi, ecc.) (settimanale) - partecipazione bonifica ceste (8 ore 1 volta ogni mese o due) - impiego getto aria compressa per pulizia vestiti (1 minuto 20/30 volte al giorno)
  • 165. 16 21/03/2014 Roma Calcoli 1/2 Piegatura Concentrazione (ff/cc): 2.0000 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.2500 Taglio Concentrazione (ff/cc): 2.0000 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.2500 Foratura Concentrazione (ff/cc): 2.0000 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.2500 Sostituzione ferodi Concentrazione (ff/cc): 1.8400 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.2300 Soffiatura freni: area nella nuvola di polvere Concentrazione (ff/cc): 1.2500 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.15625
  • 166. 17 Guanti, grembiuli, giacche in ogni situazione d’uso Concentrazione (ff/cc): 3.0000 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.3750 Saldatura in officina Concentrazione (ff/cc): 0.4400 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.0550 Preparazione di una guarnizione di amianto Concentrazione (ff/cc): 0.5000 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.0625 Perforazione di lastre in cemento amianto Concentrazione (ff/cc): 0.9000 Ore/giorno: 1 Giorni/anno: 240 Esposizione annuale (ff/cc): 0.1125 Totale esposizione diretta (ff/cc): 1,7412 Esposizione ambientale (ff/cc): 0,0870 (*) Totale esposizione all’amianto (ff/cc) : 1,8283 21/03/2014 Roma Calcoli 2/2
  • 167. 18 21/03/2014 Roma FINE Domande? Recapiti: studioingdomenichini @ gmail.com Tel/fax 06.81903101 Via Firenze 38 – 00184 - Roma
  • 168. La Consulenza Tecnica d’Ufficio come mezzo di prova per la sussistenza dell’esposizione qualificata all’amianto: metodologia d’indagine e criteri di accertamento Ing. Giuseppe Infusini
  • 169. OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO Presidenza Nazionale Seconda Conferenza Internazionale ”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza” Regione Lazio – Sala Tirreno 21 Marzo 2014 LA CONSULENZA TECNICA D'UFFICIO COME MEZZO DI PROVA PER LA SUSSISTENZA DELL'ESPOSIZIONE QUALIFICATA ALL'AMIANTO: METODOLOGIA D'INDAGINE E CRITERI DI ACCERTAMENTO (Ing. Giuseppe Infusini)
  • 170. I BENEFICI PREVIDENZIALI DEI LAVORATORI ESPOSTI In questi ultimi anni si registra un aumento del numero di cause intentate dai lavoratori nei confronti dell'INPS per la mancata concessione dei benefici previdenziali di cui all’art. 13, comma 8, della L. 257/1992, per ex-esposti ad amianto. In ciò ha contribuito la richiesta di parità di trattamento con lavoratori di vari aziende che, per simili mansioni ed analogia di lavorazioni, avevano già ottenuto i benefici previdenziali a seguito di atti di indirizzo del Ministero del Lavoro emanati nel corso degli anno 2000 e 2001 (per es. atto Guerrini del 08.03.2001-Centrali termoelettriche, reparto manutenzione). Di conseguenza numerose sono le Consulenze Tecniche affidate ai Professionisti (tecnici, medici del lavoro, medici legali) al fine di accertare la sussistenza dei presupposti di legge per il riconoscimento dei benefici previdenziali a questi lavoratori.
  • 171. I PRESUPPOSTI DI LEGGE PER IL RICONOSCIMENTO DEI BENEFICI PREVIDENZIALI L’ESPOSIZIONE DEVE ESSERE QUALIFICATA Ai sensi dell’art. 2 del Decreto Interministeriale del 27.10.2004 attuativo dell’art. 47 del D.L 269/2003 (Determinazione del beneficio pensionistico e criteri di accertamento), l’esposizione si ritiene “QUALIFICATA” nel caso in cui il lavoratore sia stato occupato, per un periodo non inferiore a 10 anni, in attività lavorative comportanti esposizione all'amianto, in concentrazione media annua non inferiore a 100 fibre/litro (0,1 f/cm3) come valore medio su otto ore al giorno. Nel suddetto periodo dovranno essere computate le pause "fisiologiche" di attività (riposi, ferie, festività) che rientrano nella normale evoluzione del rapporto di lavoro. DUNQUE SONO DUE GLI ELEMENTI CHE QUALIFICANO L’ESPOSIZIONE: L’ULTRADECENNALITA’ E LA CONCENTRAZIONE LA NORMA VARIATA (Ex art. 13, c. 8, L. 257/92) Per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni, l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, gestita dall'INAIL, è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,25. (comma prima sostituito dall’art. 1, c. 1, del DL 5 giugno 1993, n°169; poi così modificato dal c. 1 dell’art. 47 del DL 30 settembre 2003, n°269, convertito nella L. 24 novembre 2003, n°326. DM 27.10.2004 di attuazione dell’art. 47 del DL 269/2003) A norma dell’art. 1, comma 20, della L. 24.12.2007, n°247, il periodo di attività lavorativa svolta con esposizione all'amianto deve essere considerato fino all'avvio dell'azione di bonifica e, comunque, non oltre il 2 ottobre 2003. (ALTRO LIMITE PER LA CTU)
  • 172. IL TERMINE PER LE DOMANDE Art. 1- D. Interministeriale 27.10.2004 (attuativo del D.L. 30 settembre 2003, n°269) Ai lavoratori che sono stati esposti all'amianto per periodi lavorativi soggetti all'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, gestita dall'INAIL, che abbiano già maturato, alla data del 2 ottobre 2003, il diritto al conseguimento dei benefici previdenziali di cui all'art. 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, si applica la disciplina previgente alla medesima data, fermo restando, qualora non abbiano già provveduto, l'obbligo di presentazione della domanda di cui all'art. 3 entro il termine di 180 giorni, a pena di decadenza, dalla data di entrata in vigore del presente decreto (termine scaduto il 15.06.2005, definitivamente stabilito dalla L. 24.12.2007, n°247). N.B.: non approvato l’emendamento per la riapertura dei termini
  • 173. LE DIFFICOLTA’ DEL CTU Lo schema istruttorio della Consulenza è condizionato dall’arduo compito assegnato al CTU il quale, a notevole distanza di tempo, con riferimento alle singole collocazioni lavorative (reparti, periodi) deve accertare la sussistenza di una esposizione “qualificata” all’amianto, ovvero un’esposizione che comporti il superamento del valore limite previsto dal D.L. N°269/2003 (SOGLIA DI RISCHIO). Infatti le vertenze si riferiscono ad aziende nelle quali, proprio a causa delle disposizioni legislative sulla dismissione e bonifica dell’amianto, sono mutate, nel tempo, le condizioni produttive, la frequenza e la durata dell'esposizione dei ricorrenti. In alcuni casi il ciclo produttivo è mutato ed in altri è proprio l’azienda che non esiste più.
  • 174. LA SOGLIA DI RISCHIO La Suprema Corte, con una serie di recenti pronunce, è pervenuta alla affermazione dei seguenti principi: a) l’esistenza di una soglia di rischio è elemento indispensabile per il diritto ai benefici previdenziali sia per le richieste successive all’entrata in vigore del D.L. n. 269/2003 che per quelle precedenti (Cass. n° 22422/2006 e Cass. n°15800/2006); b) per la individuazione di tale soglia occorre sempre un accertamento tecnico, salvo i casi in cui l’INAIL abbia rilasciato il c.d. attestato di rischio sulla base degli atti di indirizzo adottati dal Ministero competente (Cass. n° 15800/2006); c) la soglia di rischio è quella del D. Lgs. n. 277/1991 (Cass. n°4913/2001; Cass. n°16118/2005; Cass. n°15119/2005, Cass. n° 16256/2003, Cass. n°10185/2002 ed altre);
  • 175. IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI RISCHIO Per quanto attiene le modalità con cui può essere dimostrata l’esposizione, più recentemente la Corte Suprema si è espressa nel senso che “la prova dell’inquinamento ambientale che grava sul lavoratore deve essere valutata in termini di ragionevole certezza, nel senso che…….….questa può essere ravvisata in presenza di un elevato grado di probabilità, che può essere ritenuto sussistente sulla base delle valutazioni compiute dal consulente” (v., in motivazione, Cass. n°27297/2006; Cass. 20 settembre 2007, n°19456 ed inoltre le precedenti: Cass. 18.11.2004 n°21862, Cass. 1 agosto 2005, n°16119; Cass. 24 settembre 2007, n°19692; Corte di Appello di Bari, sez. lavoro, sent. del 7 aprile 2008; Cass. n°9680/2009; Cass. 29 marzo 2011, n°7142 Cass, sez. lavoro 18 maggio 2012, n. 7962). QUINDI IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI RISCHIO PUÒ ESSERE ACCERTATO ANCHE ADOTTANDO IL CRITERIO DELLA RILEVANTE PROBABILITÀ Tale accertamento di fatto è insindacabile in sede di legittimità, se congruamente motivato
  • 176. LE MOTIVAZIONI NELLE SENTENZE Cass. 7142/2100 E 7962/2012 L'attribuzione dell'eccezionale beneficio di cui alla Legge 27 marzo 1992, n. 257, articolo 13, comma 8, presuppone l'assegnazione ultradecennale del lavoratore a mansioni comportanti un effettivo e personale rischio morbigeno, a causa della presenza nel luogo di lavoro, di una concentrazione di fibre di amianto superiore ai valori limite indicati nel Decreto Legislativo n. 277 del 1991 e s.m.i.; al fine del riconoscimento di tale beneficio, non è necessario che il lavoratore fornisca la prova atta a quantificare con esattezza la frequenza e la durata dell'esposizione, potendo ritenersi sufficiente, qualora ciò non sia possibile, avuto riguardo al tempo trascorso e al mutamento delle condizioni di lavoro, che si accerti, anche a mezzo di consulenza tecnica, la rilevante probabilità di esposizione del lavoratore al rischio morbigeno, attraverso un giudizio di pericolosità dell'ambiente di lavoro, con un margine di approssimazione di ampiezza tale da indicare la presenza di un rilevante grado di probabilità di superamento della soglia massima di tollerabilità (così anche in Cass n°16119/2005 e 27297/2006).
  • 177. LA SVOLTA DELLA GIURISPRUDENZA Con le citate sentenze, di fatto, assistiamo ad un mitigazione del rigore della prova sulla frequenza e durata dell’esposizione LA “RAGIONEVOLE VEROSIMIGLIANZA” DEL DM 27.10.2004 La soluzione delle sentenze di Cass. 7142/2011 e 7962/2012, è conforme anche al contenuto del D.M. 27.10.2004 di attuazione dell’art. 47 D.L. 30.09.03 n. 269 (conv. nella L. 24.11.03 n. 326) ove si stabilisce che l’INAIL, cui è demandato il compito di accertare la sussistenza e la durata dell’esposizione all’amianto, “si avvale dei dati delle indagini mirate di igiene industriale, di quelli della letteratura scientifica, delle informazioni tecniche, ricavabili da situazioni di lavoro con caratteristiche analoghe, nonché di ogni altra documentazione e conoscenza utile a formulare un giudizio sull’esposizione all’amianto fondato su criteri di ragionevole verosimiglianza” (art. 3, comma 7, del decreto)
  • 178. LA DIVERSA INTERPRETAZIONE DELLA SENTENZA N°5/2000 Nessun richiamo al superamento di “valori di soglia”, secondo tali giuristi, sancisce la decisione n°5/2000 della Corte Cost. che afferma “il concetto di esposizione ultradecennale, coniugando l’elemento temporale con quello di attività lavorativa soggetta al richiamato sistema di tutela previdenziale (art. 1 e 3 DPR n°1124 del 1965), viene ad implicare, necessariamente, quello di rischio, e, più precisamente di rischio morbigeno rispetto alle patologie, quali esse siano, che l’amianto è capace di generare per la presenza nell’ambiente di lavoro “ Questa interpretazione è stata adottata in diverse sentenze (prima, è bene precisare, della L. n° 269/2003) delle quali la più rappresentativa è quella del Tribunale di Ravenna del 13 aprile 2001 il cui estensore si è espresso nel senso che: “In base alla L. n. 257/1992, secondo l'interpretazione della Corte costituzionale resa con la sentenza 12 gennaio 2000, n° 5, i benefici per l'esposizione all'amianto non sono limitati a chi era soggetto al premio per l'asbestosi, né solamente a chi ha perso il posto nel settore amianto, ma sono dovuti a tutti i lavoratori esposti per oltre dieci anni all'amianto - in funzione compensativa/risarcitoria - senza che sia necessario raggiungere una soglia di esposizione. Successivamente, però, la sentenza n° 4913/2001 (e successive) della Corte di Cassazione ha introdotto, il requisito della "soglia rischio", cioè del parametro "quantitativo" da superare affinché venga riconosciuta l’effettiva esposizione diretta o ambientale all'amianto da parte del lavoratore.
  • 179. VALORI LIMITE CONTRASTANTI LE NORME: 0,1 fibre/cm3 (100 fibre/litro) – secondo art. 254 D. Lvo 81/2008 2 fibre/litro – D.M. 6.9.94 (Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 6 e 12 della L. 257/92) punto 2c e 6b - criteri per la certificazione della restituibilità) Valori superiori a tale concentrazione possono essere indicativi di una situazione di inquinamento in atto LA SCIENZA MEDICA NON STABILISCE UN LIMITE AL DI SOTTO DEL QUALE SI E’ CERTI DI NON POTER CONTRARRE ALCUNA MALATTIA COLLEGATA CON LA PRESENZA DI AMIANTO
  • 180. IL QUESITO POSTO AL CTU Accerti il C.T.U., avvalendosi di tutta la documentazione necessaria, comprese eventuali altre C.T.U. espletate in giudizi analoghi e relativi allegati, nonché quelle esistenti presso l’I.N.A.I.L.: 1) la sussistenza dell’esposizione al rischio amianto del ricorrente, nei termini e nelle modalità previste dall’art. 13 c. 8 della L. 257/92, accertando se nelle lavorazioni erano impiegati materiali o semilavorati contenenti amianto; 2) se le macchine utilizzate prevedevano componenti, parti o materiali d’uso in amianto; 3) se, comunque, negli ambienti lavorativi dove ha prestato l’attività il ricorrente vi era presenza di fibre di amianto; 4) la durata dell’eventuale esposizione con l’indicazione della concentrazione della quantità di fibre/litro, anche in rapporto alla specificità delle mansioni effettivamente svolte, alla consistenza delle materie prime utilizzate, all’amianto effettivamente riscontrato negli ambienti di lavoro, alla durata e modalità di esposizione così come specificato nel D. L.vo 277/91 e, per i giudizi iniziati con ricorso depositato dopo il 02.10.2003, con il coefficiente di cui all’art. 47 del D.L. 269/2003”.
  • 181. LO SCHEMA ISTRUTTORIO DELLA CONSULENZA CRONOLOGIA DELLE INDAGINI 1 - ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI DI CAUSA 2 - ANAMNESI LAVORATIVA 3/A– ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI (dal datore di lavoro) 3/B – ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI (dall’A.S.P. – dipartimento prevenzione) 4 - IL SOPRALLUOGO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO 5/A – LA RICERCA DI LETTERATURA (ricerca dei valori delle concentrazioni di amianto di specifiche lavorazioni) 5/B – LA RICERCA DI LETTERATURA (casistica giuridisprudenziale: le conclusioni di sentenze di settore) 6 - LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INDAGINI
  • 182. 1 - ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI DI CAUSA Prima di ogni altra attività il Consulente deve esaminare e vagliare attentamente la documentazione agli atti di causa (tuttavia spesso carente). In particolare egli dovrà tenere conto: -delle prove testimoniali presenti nei verbali di causa -delle motivazioni esposte nell’atto di ricorso al Giudice del lavoro -del libretto di lavoro (sono indicati: qualifica, periodi di impiego e aziende presso le quali il lavoratore ha svolto la sua attività) -eventuali pareri espressi dalla CON.T.A.R.P. – INAIL (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi Professionali Protezione e Prevenzione) -di eventuale CTP allegata agli atti di causa TUTTE QUESTE INFORMAZIONI , EVIDENTEMENTE, ANDRANNO CONFRONTATE CON GLI ESITI DEGLI ALTRI SUCCESSIVI ACCERTAMENTI.
  • 183. 2 - ANAMNESI LAVORATIVA (tipologia: documentale) Interessa l’ambiente in cui ha lavorato il ricorrente (da confrontare con gli esiti del sopralluogo) Il CTU dovrà acquisire dall’Azienda tutta la documentazione tecnica relativa agli ambienti di lavoro ed al ciclo produttivo. Questa indagine dovrà essere condotta con meticolosità, stante la sua fondamentale importanza ai fini della ricostruzione dei periodi di esposizione. Essa dovrà accertare: -la mansione, il tipo di attività svolta, il reparto di appartenenza ed i rispettivi periodi di impiego; -l’esistenza di eventuali ordini di lavoro, report di giornata, ecc.; -numero di lavoratori presenti nello specifico reparto; -l’utilizzo di eventuali dispositivi di protezione; In riferimento al ciclo produttivo, il CTU dovrà conoscenza dettagliata delle attività lavorative che comporta il ciclo produttivo ed acquisire (a secondo dell’azienda): -lo schema di funzionamento di macchine ed apparecchiature, i relativi collegamenti elettromeccanici e delle tubazioni; -le caratteristiche termodinamiche di eventuali cicli termici; -i parametri di esercizio degli impianti (T, P), di scambiatori di calore, turbine, ecc.. -i disegni rappresentativi dei corpi di fabbrica che ospitano l’attività quali: planimetrie, piante, sezioni al fine di valutare la superficie e volumetria degli ambienti, la presenza di aperture (porte, finestre), la presenza di eventuali dispositivi di aspirazione. LO SCOPO E’ QUELLO DI TENER CONTO DELLE MANSIONI SPECIFICHE SVOLTE DAL LAVORATORE NEL CORSO DELLA SUA ATTIVITA’ LAVORATIVA, SE SIA VENUTO A CONTATTO CON COMPONENTI DI IMPIANTO CONTENENTI AMIANTO (esposizione diretta) E STABILIRE IL LIVELLO DI CONTAMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO (esposizione indoor)
  • 184. 3/A– ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI DAL DATORE DI LAVORO E’ il terzo passo importante prima di procedere al sopralluogo degli ambienti di lavoro (laddove ancora esistenti) e pervenire ad alla ricostruzione più attendibile delle fonti di esposizione all’amianto ed alla probabile entità dell’esposizione a cui potrebbe essere stato esposto il lavoratore nello svolgimento delle sue mansioni. Il CTU dovrà acquisire dal datore di lavoro: a) Il curriculum del lavoratore, riportante la tipologia delle attività svolte nel corso del rapporto d’impiego, le mansioni ed i reparti di appartenenza, eventuale formazione/informazione; b) la mappatura dell’amianto, riportata sia graficamente che su schede, in ottemperanza al DM 06.09.1994, a cui il datore di lavoro doveva ottemperare, anche nelle aziende in cui l’amianto non era utilizzato come materia prima, ma comunque era presente nel ciclo produttivo (per es. centrali termoelettriche, cementifici, comparto siderurgico, ecc..); si tratta delle schede Informative per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nell’opificio; c) eventuali monitoraggi ambientali d) Piani di Lavoro per la rimozione di MAC; e) certificazioni sulla restitutibilità; f) relazioni annuali utilizzo e/o smaltimento e/o bonifica amianto (Legge 257/92 art. 9) che in prima applicazione dovevano riferirsi anche alle attività svolte nell’ultimo quinquennio (a cura delle aziende) che riportano: attività svolta, procedimenti applicati, tipi e quantitativi di rifiuti smaltiti, esposizione ad amianto degli addetti, caratteristiche dei prodotti contenenti amianto, ecc..); g) eventuali relazioni di sopralluogo da parte del Dipartimento Prevenzione delle ASP (prima U.S.L. anche in applicazione della Circ. Min. San. n°45 del 10.07.1986 – Piano di interventi e misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all’impiego di materiali contenenti amianto in edifici scolastici ed ospedalieri pubblici e privati); h) eventuali dichiarazioni rilasciate dal RSPP.
  • 185. 3/B – ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI DALL’A.S.P. – DIPARTIMENTO PREVENZIONE E’ di fondamentale importanza che il CTU acquisisca (facendosi autorizzare dal Giudice) dagli archivi ASP tutta la documentazione inerente interventi di coibentazione/scoibentazione e bonifiche di ambienti, macchine, strutture, ecc.. A partire dall’entrata in vigore del D. Lvo 277/91 infatti, per ogni intervento del genere era necessario trasmettere il Piano di Lavoro (art. 34) per la sua approvazione. Nel Piano di Lavoro l’impresa specializzata ed incaricata della bonifica doveva indicare necessariamente: -la descrizione delle aree / impianti da bonificare con allegate disegni rappresentativi della collocazione del MAC; -la tipologia, stato di conservazione, e la presunta quantità del materia da rimuovere; -l’allestimento del cantiere, i confinamenti, le attività di bonifica, le procedure di accesso e di uscita, il monitoraggio ambientale, le attività di smaltimento (insacco ed allontanamento dei rifiuti), ecc.. Inoltre, alla fine degli interventi l’ASP, provvedeva ad accertare la restituibilità degli ambienti in sicurezza, previo determinazione della concentrazione delle fibre aerodisperse con l’uso della microscopia elettronica a scansione ( punto 6/b del DM 6.9.94 – limite max 2 f/l). Utilissimi, inoltre sono: -le prescrizioni disposte dall’ASP sui Piani di Lavoro trasmessi; -i verbali di sopralluogo degli ispettori ASP; - le foto allegate ai sopralluoghi.
  • 186. 4 - IL SOPRALLUOGO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Questa attività del CTU rappresenta l’altra fondamentale indagine che, unitamente alle precedenti gli consentono di poter assolvere al suo mandato. In sede di sopralluogo potrà essere possibile verificare: -la presenza o meno (ancora) di amianto; -contestualizzare le informazioni documentali già vagliate; -identificare gli ambienti di lavoro interessati alla causa anche se dovessero essere stati sottoposti a bonifica (nella gran parte dei casi gli ambienti sono stati già bonificati); -identificare macchinari, attrezzature, valvole tubi, caldaie, ecc.. ove era presente l’amianto. Bisogna considerare che in diversi comparti produttivi (produzione energia elettrica, industrie siderurgiche e meccaniche, industrie chimiche, cantieristica navale, rotabili ferroviari, ecc..) l’amianto è stato ampiamente utilizzato nel passato per la coibentazione e l’isolamento termico di apparecchiature o parti di esse, sotto forma di impasto cemento-amianto (valvole, tubi, caldaie, ecc.) od anche amianto a spruzzo. Per tale motivo cospicue esposizioni hanno riguardato talune figure professionali particolarmente esposte come ad esempio i manutentori, i meccanici, gli elettricisti, i saldatori, i muratori, ecc. che, per le loro mansioni, venivano a contato diretto con l’amianto, oltre che a quelle che risultavano esposte, indirettamente, nello svolgimento di altre mansioni nello stesso ambiente di lavoro.
  • 187. 5/A – LA RICERCA DI LETTERATURA (ricerca dei valori delle concentrazioni di amianto di specifiche lavorazioni) In molti casi, in assenza della documentazione di cui si è già argomentato e delle indagini ambientali, è possibile ricostruire le caratteristiche e l’entità dell’esposizione del lavoratore attraverso i dati di letteratura di settore, riguardante dati sui livelli di esposizione personale di la lavoratori impiegati in vari comparti produttivi. I più noti sono quelli pubblicati da Verdel, Ripanucci e Ballarà – CON.T.A.R.P. INAIL (Mappa storica dell’esposizione all’amianto nell’industria italiana; Valutazione dell’esposizione all’amianto ai fini dei benefici previdenziali) sulla Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali. Verdel e Ripanucci, in particolare, propongono ed applicano, per il calcolo della concentrazione media di fibre di amianto, un criterio (di cui si parlerà successivamente) messo a punto in Germania dall' Hauptferband der Berufgenossenschaften nel 1993, con proprie istruzioni ad uso interno degli istituti assicuratori tedeschi, concernenti indirizzi relativi alla determinazione della dose cumulativa di fibre d'amianto nei luoghi di lavoro. A seguito dell’uso di questo criterio (contenuto nelle Linee Guida di condotta nelle CT INAIL), nel corso del tempo l’INAIL, si è dotata di una banca dati che raccoglie i dati sulle concentrazioni di fibre d’amianto negli ambienti di lavoro, ricorrendo sia alla vasta casistica tedesca, che alla pubblicistica ed alla sperimentazione internazionale e nazionale (Software DatAmiant elaborato dall’ing. Stefano Casini – INAIL)). Adottando tale criterio/formula si perviene al valore dell’esposizione media su base annuale per ciascuna lavorazione interessata, sulla base delle ore (o frazioni) d’occupazione giornalmente trascorse in presenza di una specifica concentrazione dell’inquinante. Per potere calcolare l’esposizione su base annuale, è necessario conoscere tre fondamentali parametri: la concentrazione dell’inquinante alla quale il lavoratore è stato puntualmente esposto nel corso di quella determinata attività lavorativa (dato che può essere estrapolato dalla banca dati), la durata di detta operazione e la frequenza (espressa in giorni / anno) di detta operazione. La formula è legata a lavorazioni comportanti la manipolazione diretta di materiale contenente amianto.
  • 188. 5/B – LA RICERCA DI LETTERATURA (casistica giuridisprudenziale: le conclusioni di sentenze di settore) Assolutamente utile, da ricercare ed esaminare attentamente, sono le sentenze (Tribunali, Corti di Appello e Cassazione) che hanno trattato cause per il riconoscimento dell’esposizione qualificata all’amianto di lavoratori che hanno svolto identiche o simili attività lavorative rispetto a quella del ricorrente. Ancor di più è utile reperire quelle sentenze che hanno riguardato anche le stesse tipologie di aziende (per es. produzione energia elettrica) Generalmente queste sentenze sono molto articolate e definiscono: -l’esposizione diretta ed indiretta (bystander) -le attività lavorative connesse con le mansioni del ricorrente -le modalità con cui il CTU è giunto alle sue determinazioni -l’entità (a volte non numericamente quantificata), della contaminazione ambientale, espressa in maniera qualitativa (massiccia/rilevante) In alcune di esse si rileva che il Giudici sono pervenuti a riconoscere l’esposizione qualificata all’amianto senza la necessità di disporre l’accertamento tecnico. (per es.in casi di similarità con mansioni contenute in atti di indirizzo ministeriale) Le sentenze, dunque, possono contenere elementi utili allo svolgimento della Consulenza sia in ordine agli ambienti di lavoro che alle mansioni svolte dal ricorrente, ove si tratti di esposizioni accertate in aziende simili, il cui ciclo produttivo, ambienti di lavoro e mansioni svolte dai lavoratori, presentavano caratteristiche analoghe a quelle oggetto di CTU.
  • 189. 6 - LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INDAGINI ESPLETATE Raccogliendo e razionalizzando le risultanze documentali, gli esiti dei sopralluoghi, le ricerche di letteratura e tutte le altre informazioni a disposizione, sulla base delle proprie cognizioni tecniche, il CTU può riuscire nel suo “arduo” compito nella maniera più scientifica, con alto grado di probabilità senza far richiamo alla sua “coscienza”, o applicare “artifici matematici” del tutto arbitrari (per esempio inappropriato uso della formula “Tedesca”, applicazioni di coeff. riduttivi)
  • 190. ESPOSIZIONE DIRETTA ED ESPOSIZIONE AMBIENTALE ALL’AMIANTO Nella valutazione dell’esposizione all’amianto di un lavoratore bisogna considerare l’azione dei due seguenti contributi: a) quello derivante da attività che lo portano ad avere un contatto diretto con l’amianto; b) quello derivante dalla contaminazione ambientale L’esposizione totale si ottiene, quindi, dalla somma dell’esposizione personale e di quella ambientale secondo la seguente formula: Etot = ΣiEi + Eamb in cui: ΣiEi è la sommatoria dei singoli contributi di esposizione individuale derivanti dalle diverse tipologie di attività che comportano il contatto diretto (o manipolazione) con materiali contenenti amianto Eamb in rappresenta il contributo derivante dall’esposizione ambientale QUINDI SI DEVE TENER CONTO DEL RISCHIO ESPOSIZIONE SIA IN DIPENDENZA DELLE MANSIONI SPECIFICHE DEL LAVORATORE CHE DEL CONTESTO AMBIENTALE IN CUI LO STESSO HA SVOLTO LE PROPRIE ATTIVITA’ LAVORATIVE
  • 191. ESPOSIZIONE DIRETTA ED INDIRETTA L’esposizione si definisce diretta (o personale) quando si accerta che essa è conseguenza delle specifiche mansioni svolte dal lavoratore (manipolazione e/o contatto con materiali contenente amianto); L’esposizione si definisce (invece) indiretta (o ambientale) quando si accerta che il lavoratore, pur non venendo a contatto con materiali contenenti amianto, ha svolto le sue mansioni in locali o ambienti ove l’amianto è stato utilizzato in maniera massiccia nelle componenti impiantistiche (coibentazioni di apparecchiature varie, tubazioni, ecc..), determinando una contaminazione ril evante e diffusa di fibre di amianto, costante degli ambienti di lavoro. L’esposizione definita “indiretta”, che ricorre in alcune sentenze di settore, non è altro che una forma particolare dell’esposizione ambientale . Infatti il lavoratore che, pur svolgendo mansioni che non lo pongono in contatto con materiali contenenti amianto, si trova a svolgere il suo lavoro vicino alla fonte d’inquinamento (per es. da attività di altri addetti su freni e frizioni) può risultare esposto “indirettamente” in virtù della sua posizione nell’ambiente di lavoro contaminato da amianto (posizione definita di bystander). Si confronti, all’uopo, la sentenza della Corte d’Appello di Bari del 03.03.2008 (riportata in parag. 7.3.1.2. lett. a) che ha riconosciuto l’esposizione qualificata ad un lavoratore che svolgeva le mansioni di “disegnatore progettista” all’interno di un’officina dove venivano ridotti i ferodi.
  • 192. METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO A) Esposizione diretta In pratica la procedura di calcolo utilizzata dalle sezioni tecniche regionali dell’I.N.A.I.L. (CON.T.A.R.P.) consiste nell’applicazione della seguente formula (criterio Tedesco): F x t x g E = −−−−−−−−−− dove: 1920 E = concentrazione media giornaliera di fibre d’amianto alla quale il lavoratore è stato esposto durante l’anno, in fibre/cm3 (non meno di 10 anni per poter accedere ai benefici previdenziali) F = concentrazione fibre di amianto nell’ambiente, in fibre/ cm3 t = ore lavorate giornalmente: per esposizioni giornaliere di pochi minuti, t va posto pari ad 1 ora; per esposizioni di pochi minuti non giornaliere, saltuarie nel corso della settimana, t va posto pari ad 0.5 ore g = giorni effettivi nel corso dell'anno in cui si è lavorato in presenza della concentrazione di fibre F 1920 = ore lavorative annue convenzionali (8 ore per 240 giorni, equivalente a 48 settimane lavorative all’anno) Si devono considerare i tempi effettivi di servizio, escludendo i periodi di astensione dal lavoro L’applicazione della citata formula per il calcolo dell’esposizione trova ragionevole consenso allorquando sia noto il fattore “t”, ricavato sulla base di notizie certe e documentate (frequenza e durata degli interventi); in assenza di tali dati, a parere del sottoscritto, il suo utilizzo è del tutto arbitrario ed ingiustificato. Infatti qualora tale formula utilizzi dati del tutto presuntivi, l’esposizione che ne deriva non può avere alcun valore scientifico. MOLTI CTU USANO IMPROPRIAMENTE LA SUDDETTA FORMULA
  • 193. METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO A) Esposizione diretta (per diverse attività lavorative) (formula di G. Massacci, P.L. Cocco, C. Manca, G. Avataneo, G. Gigli, G. Usala) E’ la riscrizione della formula adottata da Verdel-Ripanucci (1966) che raccoglie le variazioni succedutesi nel corso della storia lavorativa individuale: E = [ ΣTiFi x (Te/T0)]/([ Σ Ti) dove: E= concentrazione media giornaliera delle fibre cui il lavoratore è stato esposto nel corso di una carriera lavorativa Fi = concentrazione delle fibre nell'ambiente nell'iesimo periodo di lavoro, rilevabile da stime elaborate sulle misurazioni disponibili, sulla base di simulazione di condizioni di lavoro non più esistenti, o, in loro sostituzione, approssimabile in maniera critica a partire da dati pubblicati (Verdel e Ripanucci, 1996) o reperibili nella banca dati Amyant dell'INAIL; Ti = durata dell’iesimo periodo di lavoro; Te = durata dell'esposizione riferita ad un anno; T0 = durata standard dell'attività lavorativa nel corso di un anno, corrispondente ad 8 ore al giorno per 240 giorni all'anno, equivalente a 48 settimane lavorative all'anno o a circa 11 mesi all'anno.
  • 194. METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO DELL’ESPOSIZIONE INDIRETTA O AMBIENTALE (tipologia più frequenta e complessa oggetto di approfondimento nel presente lavoro) B) Esposizione indiretta o ambientale Alla valutazione di questo tipo di esposizione (come prima definita), in assenza di indagini scientifiche e in conseguenza della trasformazione subite dagli ambienti di lavoro, si può pervenire (in maniera presuntiva) attraverso un attento e scrupoloso esame di tutti gli elementi oggettivi e certi, tali da costituire una molteplicità di indici presuntivi che, se concordanti tra loro, possono portare a ritenere, sebbene in via presuntiva, ma comunque con ragionevole certezza e con alto grado di probabilità , l’esistenza (o non) dell’esposizione qualificata al rischio amianto negli ambienti di lavoro. Tali indici attengono a dati, prove e circostanze che, contestualizzate con lo stato dei luoghi, consentono di definire l’entità della contaminazione ambientale da amianto (diffusa e massiccia/rilevante, pericolosità dell’ambiente). Tale metodologia è specificatamente applicabile per esposizione indoor e per materiali costituiti da amianto di tipo friabile