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Atti Convegno Asti 21.05.2014
©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-909105-6-2
Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma
http://osservatorioamianto.jimdo.com/
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Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e
l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale,
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autorizzazione dell’Editore.
ATTI DEL CONVEGNO
S.O.S. AMIANTO
ASTI, 21 maggio 2014
Aula Magna UNI ASTISS, Piazzale Fabrizio de Andrè
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 30 settembre 2014
ISBN 978-88-909105-6-2
Organizzazione del Convegno
COMITATO SCIENTIFICO
Dardanelli Carlo
Fiumi Lorenza
Mutti Luciano
Roveri Norberto
Servida Alberto
SEGRETERIA SCIENTIFICA
Gandini Gianna
Gianotti Maria Anna
Paolicchi Elisa
Petraroia Sandra
Roggero Carlo
Savergnini Luigi
Scalfari Francesco
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Barbesino Lucas
De Filippo Pasquale
Fiore Ines
ATTI A CURA DI
Fiumi Lorenza
Rucco Michele
HA COLLABORATO ALL’INIZIATIVA
Meoni Carlo
Programma dei lavori
APERTURA DEI LAVORI E SALUTI DI BENVENUTO
- Regione Piemonte, Assessore al Lavoro e Formazione Professionale – Claudia
Porchietto
- Regione Piemonte, Assessore alla Tutela della Salute e Sanità, Edilizia Sanitaria,
Politiche sociali e Politiche della Famiglia, Coordinamento interassessorile delle
politiche del volontariato – Ugo Cavallera
- Sindaco di Asti - Avv. Fabrizio Brignolo
- Provveditore agli Studi della Provincia di Asti - Dott. Alessandro Militerno
- Assessore allo Sport, Istruzione, Politiche Giovanili e del Lavoro - Dott.ssa Marta Parodi
- Presidente Università di Asti – Dott. Michele Maggiora
RELAZIONI
- LICEO SCIENTIFICO “F. VERCELLI” (Asti)
AMIANTO: COSA FU ? COSA E’ STATO? COSA NE FACCIAMO ?
Presentazione e relazione a cura della classe IV corso di scienze applicate
Introduzione del Prof. Luigi Savergnini
con il contributo del Dott. Alberto Servida (Dipart. Chimica e Chimica Industriale – Università di
Genova) e del Dott. Norberto Roveri (Dipart. Chimica G.Ciamician Alma Mater Studiorim –
Università di Bologna)
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- ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI “G.A. GIOBERT” (Asti)
SPETTRO AMIANTO
Presentazione e relazione a cura della classe 3BCAT
Introduzione del Prof. Carlo Roggero e del Prof. Cesare Zollo
con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR)
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- LICEO ARTISTICO “B. ALFIERI” (Asti)
CATALOGAZIONE DATI DI RILEVAMENTO
Presentazione e relazione Classe 5 A
Introduzione della Prof.ssa Gianna Gandini
con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR)
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- LICEO CLASSICO “V. ALFIERI” (Asti)
ASBESTOSI E MESOTELIOMA : NEMICI INVISIBILI E MORTALI
Presentazione e relazione a cura della Classe IB
Introduzione della Prof.ssa Maria Anna Gianotti
con il contributo del Dott. Carlo Dardanelli (MMG ASL212 - Asti) e del Dott. Luciano Mutti
(Presidente Gruppo Italiano Mesotelioma)
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CONCLUSIONI
- Segretario Generale ONA ONLUS – Dott. Michele Rucco
- Presidente API ASTI – Dott. Andrea Cirio
- Assessore Ambiente – Avv. Alberto Pasta
- Direttore Università di Asti – Dott. Francesco Scalfari
Moderatore: Giuseppe Rasolo
RASSEGNA STAMPA
APERTURA DEI LAVORI E SALUTI DI BENVENUTO
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
LICEO SCIENTIFICO “F. VERCELLI” (Asti)
AMIANTO: COSA FU? COSA E’ STATO? COSA NE FACCIAMO?
Presentazione e relazione a cura della classe IV corso di scienze applicate
Introduzione del Prof. Luigi Savergnini
con il contributo del Dott. Alberto Servida (Dipart. Chimica e Chimica Industriale – Università dGenova)
e del Dott. Norberto Roveri (Dipart. Chimica G.Ciamician Alma Mater Studiorim – Università di Bologna)
INTRODUZIONE
Prof. Luigi Alessandro Savergnini
Docente di Scienze Naturali, Chimica e Scienze della Terra presso il Liceo Scientifico Statale “Francesco Vercelli “ di Asti.
Quando mi è stato proposto dal mio dirigente, Prof. Angelo Barruscotto, di partecipare a questa
iniziativa, ho esitato un po’ (molte sono le proposte che arrivano dal territorio e, spesso, si deve
sacrificare qualcosa per motivi di tempo e priorità), ma l’enorme rilevanza del tema mi ha spinto ad
accettare, coinvolgendo una classe ed in particolare alcuni degli allievi più attivi.
I ragazzi hanno accolto la proposta con interesse ed ho deciso di dare loro fiducia per vedere che
cosa avrebbero prodotto in autonomia, cercando di agire come supervisione e controllo, per quanto
di mia competenza, quale docente di discipline scientifiche.
Il primo lavoro di ricerca ha definito 4 aree: natura minerale del materiale amianto; suo utilizzo
industriale in vari settori; implicazioni sociali ed ambientali; sviluppo delle tecniche di trattamento.
Prezioso è stato poter attingere, informazioni e dati, ma anche forza ed idee, dai docenti universitari,
i Professori Norberto Roveri, (Università di Bologna) ed Alberto Servida (Università di Genova).
Con tutti ci scusiamo per imprecisioni o incorrettezze.
Sintesi interventi degli allievi partecipanti (classe IV SB – liceo scientifico/scienze applicate).
Daniello Riccardo, MINERALOGIA OVVERO… "Che cos’era l'amianto?".
L'Amianto è un materiale ottenuto dalla lavorazione di diversi minerali provenienti da rocce ignee
tra cui Serpentini, Ofioliti, e diversi altre. Si tratta di minerali formati da lunghe catene di tetraedri
di silice, veri aghi; il crisotilo, il minerale più utilizzato per ricavarne l’amianto industriale, è però
un Fillosilicato, ovvero ha una struttura costituita da fogli di tetraedri di silice. Come può essere
così pericoloso? Perché gli strati di tetraedri (ed ottaedri) in questi casi non sono piani e paralleli,
ma a causa di loro difetti, si curvano ed arrotolano, formando le fibre dell’amianto.
Le impurità metalliche, purtroppo, conferiscono al materiale particolari capacità chimiche che
risultano molto pericolose in ambito biologico: il ferro agirà come catalizzatore per la produzione di
radicali, una volta in presenza dell'acqua nei tessuti organici. Di qui la pericolosità.
Alasio Matteo, LA PRODUZIONE INDUSTRIALE E GLI USI, OVVERO … Cos’è stato?
Le caratteristiche chimico-fisiche degli amianti, e particolarmente la resistenza alla trazione, al
fuoco, alla corrosione e le proprietà termoisolanti, ne hanno fatto per anni un materiale ampiamente
utilizzato nell’industria. Noto fin dall’antichità, la sua produzione, ha avuto un grande incremento a
partire dalla seconda guerra mondiale; dall’inizio degli anni ‘40 è stato utilizzato, in modo massivo,
per una svariata gamma di usi. Dal 1950 al 1979, la produzione risulta quintuplicata; nel 1977, nel
mondo venivano estratte più di 5.000.000 tonnellate di amianto.
Innumerevoli le applicazioni tecnologiche degli amianti. A migliaia. Di certo è stato uno dei
minerali maggiormente impiegati dall’industria; alcune significative tipologie di utilizzo: isolante
termoacustico, ritardante di fiamma, materiale antifrizione, rinforzante di manufatti cementizi,
materiale per la produzione di guarnizioni antiacido, carica inerte nella produzione di svariati
materiali, ecc.
Montagnani Martina , L’AMBITO SOCIALE ed AMBIENTALE. OVVERO… Cos’è ora?
Sono tre le aree di tutela: della salute; dell’ambiente; della sicurezza del lavoro.
E’ un rilevante problema ambientale con importanti ricadute sanitarie per le patologie correlate.
Notevoli le problematiche, sia sociali, per la percezione del rischio ad esso associato, sia
economiche, in considerazione dei costi conseguenti agli interventi di bonifica.
Le patologie sono caratterizzate da un lungo intervallo di latenza tra esposizione e comparsa della
malattia (nel caso del mesotelioma, in genere, decenni). Le prime e principali vittime dell'asbesto
sono state, e continuano a esserlo, i lavoratori esposti nella manipolazione delle fibre nell’attività
estrattiva, nella produzione ed uso di prodotti e materiali, nella manutenzione degli impianti;
nonché i loro familiari, che potevano respirare le fibre portate a casa con le tute. Oggi, il rischio
riguarda i lavoratori impiegati nella manutenzione, bonifica e di gestione dei rifiuti.
Obiettivi sono dunque: migliorare la qualità delle valutazioni del rischio e della sorveglianza;
sensibilizzare l’opinione pubblica; trasferire conoscenze agli amministratori pubblici.
Szabo Alexandra SMALTIMENTO od INERTIZZAZIONE? OVVERO… Cosa ne facciamo?
La normativa dà due possibilità: stabilizzare in matrici cementizie o plastiche e mandare in discarica
o effettuare trattamenti chimico-fisici che rendano innocuo il materiale e riciclarlo.
A favore della seconda sono: il fatto che, per le discarica, occorrono sempre nuovi siti e che non si
affronta il problema, rimandandone la soluzione; l’inertizzazione è definitiva ed il materiale trattato
è innocuo. Contro c’è la diffidenza più o meno pregiudiziale (disinformazione su impianti/processi,
dubbi per sicurezza ed impatto); ma anche per interessi a mantenere l’attuale sistema.
Elenco alcuni trattamenti proposti.
1. TRATTAMENTO IDROTERMICO IN ACQUA SUPERCRITICA (ASC)
Studiato presso l’Università degli studi di Genova dal gruppo di lavoro del professor Servida, il
trattamento con acqua supercritica, (600-650°C e una pressione pari a 27 Mpa); è sostanzialmente
una trasformazione della struttura dei cristalli e della loro composizione chimica, che porta alla
completa distruzione delle fibre dell'amianto.
L'acqua supercritica accelera i processi di trasporto nella matrice porosa e le cinetiche di reazione.
2. L' AMIANTO E IL SIERO DI LATTE
Chemical Center- Dipartimento di Chimica dell' Università di Bologna, a guida del Prof. Roveri.
In una prima fase, a temperatura ambiente, reagiscono (uno a dieci) cemento-amianto e siero di
latte scartato dall’industria casearia (sufficientemente acido decompone la fase cementizia); si
liberano CO2, acqua e ioni calcio; le fibre di amianto si depositano. Nella seconda fase, altro siero
acido (4 ore, temperatura 180°C), denatura le fibre a silicati più semplici e ioni metallici disciolti e
recuperabili; il precipitato (fosfati, silicati e batteri morti) può essere utilizzato come fertilizzante.
3. TORCIA AL PLASMA
Il procedimento descritto dall’ing. Riccardo Zonza per ASSOAMIANTO avviene mediante fusione
e consiste nel portare i rifiuti contenenti amianto ad alta temperatura (1600°C), grazie a un sistema
con una scarica elettrica di grande potenza. Si ottiene un prodotto inerte, insolubile, di tipo vetroso,
cioè non più dotato di una struttura cristallina. E’ molto costoso.
4. COTTURA IN FORNO CONTINUO A TUNNEL. KRY•AS
Dr. A. F. Gualtieri dell’Università di Modena e Reggio Emilia, la ZETADI s.r.l.di Ferno (VA). Il
procedimento è una conversione termica che trasforma le lastre di eternit in cemento, in forno
continuo, il materiale subisce una ricristallizzazione totale; il ciclo è fino a 1200-1300 °C, per più
di 24 ore. Il risultato è una sorta di clinker, usabile per produrre cemento. Anche questo è costoso.
Conclusioni: cos’è emerso per me ed i ragazzi dall’esperienza fatta?
Intanto la percezione della gravità, della diffusione e dell’urgenza del problema, ma anche la
speranza che siano possibili soluzioni. Ed ancora un dubbio ed un conseguente monito: che la storia
non si ripeta nei suoi aspetti peggiori; il problema dell’amianto, infatti è stato quello di averne
sottovalutato la pericolosità (per qualcuno colpevolmente) a fronte delle possibilità di ricavarne
profitti facili ed ingenti. Attenzione! Di nuovo può partire un buon business con l’amianto: ricerca,
mappatura, rimozione, trattamenti.
Noi, non siamo in grado di valutare le tecniche e non vogliamo criticare il flusso di ricchezza,
pubblica o privata che sia, in ingresso od in uscita; ma ci preme ricordare che ogni cosa dovrebbe
avere come fine ultimo il benessere di tutti. O diventa, prima o poi, fallimento.
Ho già detto che è stato importante il poter attingere informazione dai docenti universitari, voglio
ora ringraziarli, come cittadino, per tutto il lavoro di ricerca, che il mondo scientifico produce e che
solo qualche volta emerge nelle sue implicazioni. In particolare per quanto si sta facendo di studio
a livello applicativo in questo importante settore dell’inertizzazione.
Ora, ci è sembrato, le tecnologie sono mature; noi ne abbiamo esposte 4, ma vi sono centinaia di
brevetti depositati a livello italiano ed Europeo. Bisogna dunque che il mondo della Ricerca, superi
le diffidenze tra i propugnatori di questo o quel metodo di trattamento, per arrivare ad una serena
valutazione di questi ed una loro eventuale sintesi od integrazione, ottenendone il massimo
d’efficacia, con il minimo di costi economici e sociali.
Così pure l’auspicio è che i diversi livelli gestionali e politici interagiscano tra loro e vengano fatte
le scelte migliori per la soluzione del problema ed ancora, che il tutto avvenga in tempi minimi.
Infine è sicuramente fondamentale che vi sia qualcuno, come l’O.N.A. che continui a tenere alta la
dovuta attenzione, con la gravità di quello che è già un lutto collettivo e stimoli tutti e ciascuno, a
fare la propria parte, per arrivare al massimo contenimento dei danni.
Questo non avverrà certamente nascondendo tutto, in discariche, sotto un po’ di terra e fingendo di
pensare che sia per sempre. Non lo è.
Progetto Amianto
PARTE 1- MINERALOGIA
OVVERO…
"Che cosa era l'amianto?"
Liceo Scientifico F.
Vercelli Asti
Daniello Riccardo 4SB
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Inosilicati
Fillosilicati
Fillosilicati
Fillosilicati Asbestiformi
Fillosilicati Asbestiformi
Nota
Le immagini sono tratte dalla pubblicazione:
“Mineralogia” sul sito web dell’Università
“Aldo Moro” di Bari.
Progetto Amianto - PARTE 2
PRODUZIONE INDUSTRIALE
ED USI,
OVVERO …
Cos’è stato?
Liceo Scientifico F. Vercelli Asti
Matteo Alasio 4SB
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Produzione e consumo nel tempo
anni
103ton
0
50
100
150
200
1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Produzione
Consumo
Fonte U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, 2006
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Il Problema Amianto:
Come Smaltirlo
Con il DM del 29/04/2004 n. 234 è stato definito un
regolamento per la determinazione e la disciplina delle
La normativa definisce due strategie principali:
 stabilizzazione in matrici cementizie o plastiche da
mandare in discarica (rifiuti stabili e non reattivi);
 trattamenti di inertizzazione con metodi chimico-fisici che
portano alla formazione di materiali recuperabili in quanto
non hanno più le caratteristiche cristallochimiche e
morfologiche dell'amianto.
Il Problema Amianto:
Come Smaltirlo
Volumetrie di RCA smaltite negli anni 2011 e
2012 (studio INAIL, 2013).
Il Problema Amianto:
Come Smaltirlo
Panorama delle discariche in esercizio non è
confortante (studio INAIL, 2013).
Il Problema Amianto:
Come Smaltirlo
Le volumetrie residue sono insufficienti
(studio INAIL, 2013).
NOTE
Materiali tratti da:
Gazzetta Ufficiale: DM del 29/04/2004 n. 234
studio INAIL Patologie da amianto, 2013
U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, 2006
Progetto Amianto Parte 3
L’AMBITO SOCIALE,
AMBIENTALE
(ED ECOLOGICO)
OVVERO…
Cos’è ora?
Liceo Scientifico F.
Vercelli Asti
Martina Montagnani 4SB
La giusta dimensione delle cose
Ecco il problema
Un tempo… nessuna protezione!
Oggi c’è più attenzione
Eternit di Casale Monferrato
Sito di Interesse Nazionale
La cava di Balangero
Nota
Le immagini sono tratte:
dal sito web dell’Università di Genova
da pagine Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Asbesto
Dal sito
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano
&id=658&area=Sicurezza chimica&menu=amianto
Parte 4
SMALTIMENTO VS
INERTIZZAZIONE
OVVERO…
Cosa ne facciamo?
Liceo Scientifico F.
Vercelli Asti
Alexandra Szabo 4SB
La normativa definisce:
due strategie principali
stabilizzazione in matrici cementizie o
plastiche da mandare in discarica (rifiuti
stabili e non reattivi)
trattamenti di inertizzazione con metodi
chimico-fisici = formazione di materiali
diversi dall’amianto.
Il Problema Amianto:
Come Smaltirlo
Si possono identificare tre sistemi:
• Discariche;
• Spedirlo altrove;
• Processi di
trattamento/trasformazione/inertizzazione
Il conferimento in discarica, ovunque sia,
non risolve il problema
Chimicamente, può succedere che…
Reattore sperimentale ad acqua
supercritica.
L'acqua supercritica ha un
duplice ruolo:
A)accelerare i processi di
trasporto entro la matrice
porosa;
B)accelerare le cinetiche
L' AMIANTO E IL SIERO DI LATTE
L' AMIANTO E IL SIERO DI LATTE
La reazione
TORCIA AL PLASMA
L’impianto di vetrificazione
Forno continuo a tunnel
CONCLUSIONI
Occorrono RAPIDE azioni legislative
nazionali e locali
ATTENTA VALUTAZIONE DELLE
TECNICHE e reperimento dei siti per impianti
e depositi.
ALTRETTANTO RAPIDI INTERVENTI DI
RIMOZIONE PER EVITARE COSTI
SOCIALI SICURAMENTE MOLTO ALTI.
Note
Dai siti web di:
Università di Genova
Chemical Center
INERTAM
Kry-ass
Processo di trasformazione di manufatti in cemento-amianto utilizzando
siero di latte esausto e/o scarti acidi provenienti da lavorazione del settore agroalimentare.
Prof. Norberto Roveri, Dott. Isidoro Giorgio Lesci, Dott.ssa Sandra Petraroia
Nonostante l’utilizzo dell’amianto sia stato vietato in Italia già dal 7 marzo 1992 con la Legge
Fondamentale 257, nell’ambiente ne sono presenti enormi quantità a causa dell’impiego massiccio
fatto nei decenni antecedenti al divieto, per la preparazione dei più svariati tipi di materiali:
ammonta infatti a circa 30 milioni di tonnellate la quantità di rifiuti d’amianto derivanti dall’uso di
tale minerale nel secolo scorso. L’amianto è una famiglia di minerali di natura a struttura fibrosa
appartenenti alla classe minerale dei silicati quali fillosilicati e inosilicati. In base alla normativa
italiana ed internazionale per amianto si intendono i seguenti sei minerali fibrosi: crisotilo,
crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, antofillite. L’amianto è stato largamente utilizzato
nell’ambito dell’edilizia in rivestimenti isolanti, ricoprimenti a spruzzo, in rivestimenti di tubi e
caldaie, in mattonelle e pavimenti in vinile, stucchi, plastiche rinforzanti e in cemento amianto. In
tutte le sue applicazioni l’amianto si presenta in percentuale in massa nell’intervallo tra 2% - 25%,
fatta eccezione dei tessuti e delle corde dove è stato utilizzato al 100% . Nel caso specifico del
cemento amianto la concentrazione dell’amianto si aggira nell’intervallo del 10-15%. È opportuno
ricordare che le discariche non risolvono il problema nel tempo, ma lo tramandano alle generazioni
future: è pertanto importante studiare una strategia che permetta di inertizzare i RCA e sfruttarli
successivamente come raw materials nella produzione di materiali secondari.
A questo proposito, oltre alle già studiate tecniche di bonifica, la ricerca scientifica si è prodigata
nella messa a punto di nuove metodologie che permettano l’inertizzazione ed il successivo riutilizzo
dei RCA. Questi comprendono processi di condizionamento i matrici di diversa natura o processi
che intervengono direttamente sulla struttura fibrosa del minerale stesso. I primi riducono la
pericolosità delle fibre di amianto mediante un’azione di “contenimento” all’interno di una
determinata matrice, mentre i secondi provvedono ad una “trasformazione” del prodotto mediante
una modifica della struttura fibrosa. I principali processi di trasformazione di RCA si basano su
trattamenti chimici per azione di acidi forti e su trattamenti termici o meccano chimici.
Una delle problematiche maggiormente rilevate nel riciclaggio dell’amianto è il riutilizzo delle
materie prime derivanti dai processi di trasformazione chimica indicate dalla tabella b del Dlgs
248/2004. Difatti tutti i processi attualmente noti per la trasformazione chimica dell’amianto
(vetrificazione, litizzazione, vetroceramizzazione, modificazione meccano chimica, produzione di
clincker) richiedono costi elevati dal punto di vista economico-energetico; pertanto la maggior parte
degli RCA e dei MCA vengono interrati in apposite discariche.
Il processo di trasformazione di manufatti in cemento-amianto è stato ideato e messo a punto presso
il LEBSC (Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica) operante presso il
Dipartimento di Chimica “G. Ciamician” dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna e in
collaborazione con la Chemical Center S.r.L. (brevetto europeo: EP11175285.3).
La Chemical Center S.r.l., nasce nel 2009, come società finalizzata alla ricerca per l’innovazione
tecnologica, e si propone come punto di riferimento nella ricerca sia pubblica sia privata riguardo
alla progettazione e studio di nuovi materiali “intelligenti” e tecnologie innovative per le aziende, al
fine di risolvere le più diverse problematiche.
In quest’ottica Chemical Center ha brevettato, sia a livello italiano che Europeo esteso ai paesi
dell’est, una metodologia di trasformazione per manufatti in cemento-amianto con siero di latte
esausto.
E’ stato recentemente depositato un nuovo brevetto dal LEBSC S.r.L., in collaborazione con
Chemical Center S.r.L.. Il brevetto, depositato dal LEBSC S.r.L. (MI2014A000789), prevede di
utilizzare soluzioni acide ottenute dalle fermentazioni miste microbiologiche e fungine, in
particolare da batteri Acetobacter aceti e lieviti Saccoromyceti cervisae derivanti da substrati solidi
e liquidi di scarti alimentari. Il processo prevede quindi il riutilizzo di due materiali di risulta
inquinanti, il cui costo di smaltimento in discarica è consistente, per produrre metalli, idrossidi di
Ca , carbonato di Ca e fertilizzanti a base di fosfati aventi tutti un valore commerciale.
In definitiva, da due rifiuti possiamo ottenere materiali nuovamente e completamente
commercializzabili, con grandi benefici per l’ambiente e la salute umana.
Breve descrizione del processo.
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto pilota per la realizzazione di un processo di “
trasformazione di manufatti in cemento-amianto con siero di latte esausto e/o scarti acidi
provenienti da lavorazione del settore agroalimentare” per poi realizzare un impianto industriale che
consenta la lavorazione di 50.000/70.000 ton di cemento-amianto su base annua.
Il processo per decomporre le fibre di amianto contenute all’interno dei manufatti di cemento-
amianto prevede due fasi:
1) decomposizione del carbonato di calcio con liberazione in acqua delle fibre di amianto e
2) decomposizione delle fibre di amianto. In entrambe le fasi non si ha mai dispersione di fibre di
amianto in aria perché tutte le due fasi del processo avvengono sempre in liquidi e comunque
confinati dentro locali depressurizzati. Il processo denatura due inquinanti : amianto e scarti acidi
provenienti dal settore agroalimentare e recupera metalli Mg, Ca, Ni, Mn, produce carbonato di
calcio nanostrutturato per l’ edilizia (oppure bombole di CO2), idropittura, concime e fertilizzanti
per l’ agricoltura e a fine processo non produce rifiuti liquidi o solidi.
Da questo processo che presenta in modo immediato già il vantaggio della riconversione nobile si
aggiungono altri vantaggi indotti come il risparmio energetico, in quanto l’utilizzo di processi
naturali prevede un minore utilizzo di energia -la minore estrazione di materia prima dall’ambiente,
come per esempio la calce e i metalli.
La realizzazione di un impianto pilota come da progetto porta a dei risultati finanziari eccezionali in
tempi brevissimi.
Per ogni ciclo di lavorazione si ha un ricavo derivante dalle seguenti voci:
-Introiti da conferimento: ricavi diretti per tonnellata cemento-amianto
€ 100,00 (attualmente il prezzo medio per il deposito in discarica)
€ 25,00 di siero di latte esausto (che corrispondono a 5 ton di siero)
-Introiti indiretti (sottoprodotti)
€ 600,00 da idropittura (considerando una resa di 2400 litri ad un costo di 0,25 €/L
€ 90,00 da lingotti di Mg (considerando € 3,00/kg e una resa di circa 30 kg)
€…….altri metalli estratti per via elettrochimica (Ni, Al, Mn, Fe…)
€ 12,5 (corrispondenti a 50 kg a 0,25 /Kg per fertilizzanti innovativi per la cultura biologica e
biodinamica)
350 kg di CO2 che può essere liquefatta e venduta (€ 2 al Kg)
Approssimativamente € 1500 a tonnellata di cemento amianto trattato.
Sviluppo impianto sperimentale:
L’impianto viene sviluppato all’interno a delle cabine depressurizzate dove non è prevista alcuna
presenza dell’uomo, se non in caso di manutenzione, che assicurano, nell’ eventualità di dispersioni
di fibre, un’aspirazione continua con deposizione delle polveri direttamente nella cisterna di
reazione. L’impianto è composto da:
• n° 9 Cisterne, di cui:
o n° 1 Cisterna per lo stoccaggio del cemento-amianto di capacità 10000 litri;
o n° 1 Cisterna per lo stoccaggio del siero di latte esausto di capacità 15000 Litri;
o n° 1 Cisterna Reattore per il trattamento del cemeneto-amianto, costituito da due
camere ciascuna di capacità 4000 Litri;
o n° 2 Cisterne di raffreddamento di capacità 4000 Litri;
o n° 1 Cisterna per Idropittura di capacità 4000 Litri;
o n° 1 Cisterna per Idroleb di capacità 4000 Litri;
o n° 1 Cisterna per stoccaggio acqua Idroleb di capacità 20000 Litri;
o n° 1 Cisterna per stoccaggio siero di latte di capacità 20000 Litri.
• n° 2 Nastri trasportatori, di cui:
o n° 1 Nastro trasportatore, per conferimento dall’esterno del materiale;
o n° 1 Nastro trasportatore, per la fuoriuscita dall’impianto degli scarti prodotti dalla
lavorazione dei robot (cellophane).
• n° 1 Trituratore primario, adibito alla lacerazione del cemento-amianto.
• n° 1 Trituratore secondario, adibito alla frantumazione del cemento-amianto.
• n° 1 Polverizzatore, adibito alla polverizzazione del composto.
• n° 1 Robot antropomorfo, in grado di de-palettizzare e conferire le lastre cemento-amianto
nel trituratore.
• n° 1 Filtropressa a piastre orizzontali per fanghi.
• n° 1 Idroleb, per il trattamento delle acque provenienti dalla reazione idrotermica.
• n° 1 Impianto di pressurizzazione, per l’aspirazione delle polveri prodotte durante le
lavorazioni.
• n° 1 Cabina di regia.
• n° 1 Compressore, per l’alimentazione di tutte le valvole a ghigliottina e pneumatiche;
• n° 1 Cisterna olio diatermico, per il riscaldamento delle cisterne;
• n° 1 Impianto di refrigerazione, per il raffreddamento del composto all’uscita del secondo
stadio del reattore;
• n° 2 Camere “bianche”, per favorire l’ingresso del personale nel locale B.
In Fig.1 è riportata la planimetria dell’ impianto sperimentale per la trasformazione di manufatti in
cemento-amianto secondo il processo brevettato mentre in fig 2 una riproduzione in 3 D
dell’impianto.
Figura 1
Figura 2
A
B
C
D
In fig. 3 è riportato un disegno in 3 D contenete tutti i componenti dell’impianto:
Figura 3
ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI “G.A. GIOBERT” (Asti)
SPETTRO AMIANTO
Presentazione e relazione a cura della classe 3BCAT
Introduzione del Prof. Carlo Roggero e del Prof. Cesare Zollo
con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR)
S.O.S. AMIANTO
RELAZIONE A CURA DELLA CLASSE
3B-CAT ITCG GIOBERT
ASTI 21-05-2014
Telerilevamento o Remote Sensing
I vantaggi del telerilevamento
satellitare
Visione sinottica
del territorio
Osservazione ripetuta
della terra
Aggiornata disponibilità
dei dati
Costi relativamente
bassi
Le applicazioni del
telerilevamento satellitare
Rilievo del territorio
Difformità catastali
Desertificazione
Deforestazione
Frane
Alluvioni
Meteorologia
Terremoti
Etc.
Principi del telerilevamento
Lo spettro elettromagnetico è
l'insieme di tutte le frequenze
delleradiazioni elettromagnetiche.
Suddivisione in bande
Radiazione microonde
1 m – 1 mm
Radiazione infrarossa
1 mm – 700 nm
Radiazione visibile
700 nm – 400 nm
Radiazione ultravioletta
400 nm– 10 nm
Le bande spettrali:
Multispettrale
Esempio di sensore
Fotocamere Hasselblad per fotografia
multispettrale (1970).
Cluster di 9 obiettivi diversamente
filtrati per realizzare riprese
multispettrali sullo stesso
otogra a da ”
Cosa vediamo
La scena al suolo viene ripresa in
tante diverse bande dello spettro,
per produrre altrettante immagini
diverse della stessa realtà, resa poi
in maniera numerica e con un
opportuno codice cromatico
Sensore MIVIS
Iperspettrale
Tipologie e classificazione
sensori
Sensori attivi
utilizzano la
radiazione auto-emessa
SAR -LIDAR
Sensori passivi
utilizzano la
radiazione solare riflessa
IKONOS-LANDASAT-GEOEYE
Cenni storici
Le prime riprese dall’alto
Da aerostato o mongolfiera (1850)
Da piccione (1903)
Da aquilone (1906)
Da aereo (1909)
Cenni storici
Sensori ad alta definizione
New York, prima e dopo l’11 settembre (2001)
riprese multitemporali effettuate dal satellite Ikonos
APPLICAZIONE
MIVIS
RISOLUZIONE SPAZIALE 3 m
PROCESSO
CALIBRAZIONE
TRASFORMAZIONE
PROCEDURA IMAGE BASED
CLASSIFICAZIONE
APPLICAZIONE
Asti
Immagine
8bit “Google-API”
Dimensioni
2 km x 2km
Risoluzione spaziale
0,5 m (Geoeye based)
Metodologia
Object oriented
Training set
APPLICAZIONE
LEGENDA
POSSIBILE COPERTURA
IN CEMENTO-AMMIANTO
PROCESSO
PROCEDURA OBJECT BASED
(SEGMENTAZIONE
AREE RETTANGOLARI)
CLASSIFICAZIONE
TRAINING SET
(NEAR NEIGHBOR)
Verifica territoriale
falsi
positivi
zone
certe
GRAZIE
PER LA VOSTRA
ATTENZIONE
SOMMARIO
Telerilevamento o Remote Sensing
I vantaggi del telerilevamento satellitare
Le applicazioni del telerilevamento satellitare
Principi del telerilevamento
Le bande spettrali:
Multispettrale
Sensore MIVIS
Iperspettrale
Tipologie e classificazione sensori
Cenni storici
Le prime riprese dall’alto
Cenni storici
Sensori ad alta definizione
APPLICAZIONE
MIVIS
APPLICAZIONE
Training set
APPLICAZIONE
CONTRIBUTO
Lorenza Fiumi
CNR – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico
Sono riconoscente agli organizzatori di questo evento che considero molto importante per il tema
trattato, in particolar modo, voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per questa iniziativa unica
nel suo genere, che vede i ragazzi delle scuole superiori protagonisti.
Di fatto un palcoscenico dove hanno dimostrato il loro valore, attraverso la necessaria mediazione
degli insegnanti, che grazie al loro lavoro sono riusciti a motivarli ad entusiasmarli.
Dare voce alle nuove generazioni su un problema sociale come quello dell’amianto, ritengo che sia
il solo modo per diffondere una nuova cultura fatta di attenzione e rispetto nonché collaborazione
attiva e responsabile, verso le tematiche legate all’amianto.
Il tema trattato rappresenta ancora oggi alle soglie del terzo millennio, come un problema
ambientale di particolare entità e gravità per gli effetti nocivi sulla salute dell’uomo, provocati
dall’uso diffuso ed indiscriminato fino agli inizi degli anni ‘90. Attualmente, le emissioni di fibre di
amianto sono provenienti prevalentemente dalle coperture in eternit di fabbricati in particolare da
quelli in degrado e dallo smaltimento incontrollato di queste. Le lastre, esposte all'azione degli
agenti atmosferici, che con il tempo corrodono la matrice cementizia, rilasciano fibre che vengono
immesse nell'ambiente. Una volta immesse nell'atmosfera, le fibre di amianto, non subiscono
trasformazioni chimico-fisiche e possono percorrere distanze considerevoli a causa delle loro
proprietà aerodinamiche. La nocività del materiale dipende dalla particolare struttura delle fibre
liberate che si diffondono nell’aria e se respirate penetrano nell’apparato respiratorio causando
purtroppo le note malattie degenerative.
Con grande coinvolgimento, i ragazzi dell’ Istituto Tecnico per Geometri G.A. Giobert con il
contributo del professori Carlo Roggero e Cesare Zollo, nell’ambito dell’evento hanno dimostrato le
potenzialità del telerilevamento nel monitoraggio del territorio con particolare attenzione alla
mappatura delle coperture in cemento-amianto.
In particolare, i ragazzi delle scuole hanno sviluppato una serie di metodiche che hanno permesso
una mappatura di un’area campione, visto che, ad oggi, non esiste una mappatura completa nel
territorio Astigiano che permette agli Enti preposti un reale controllo sul degrado del materiale.
Va detto che, nonostante i pochi mezzi a disposizione (software e dati), i ragazzi hanno trattato
l’argomento, con rigore scientifico, un corretto uso del lessico, riferimenti opportuni e precisi,
evidenziando il lavoro svolto dagli insegnanti.
In considerazione del grande interesse suscitato dall’uso del telerilevamento nel monitoraggio del
territorio, ho contribuito a fornire una serie di spunti per un’ approfondimento della materia, al
fine di proseguire questa esperienza, focalizzando l’attenzione in qualcosa che aiuta a conoscere
l’ambiente che ci circonda.
Riporto di seguito brevemente alcune tematiche corredate da immagini.
• Controllo su discariche in esercizio, dismesse o abusive
spettrali è possibile enfatizzare il rilevato delle discariche interessate a problemi di
impermeabilizzazione. Mentre l’analisi della risposta della vegetazione nell’infrarosso termico
medio permette di definire bio
sito.
• Struttura della vegetazione. Il dato
arboree al fine di identificare, in funzione del loro stadio fenologico, l
• Controllo inquinamento in acqua
parametri fisici chimici e geofisici
inquinamento antropico in ambienti
brevemente alcune tematiche corredate da immagini.
Controllo su discariche in esercizio, dismesse o abusive. Attraverso l’analisi delle risposte
spettrali è possibile enfatizzare il rilevato delle discariche interessate a problemi di
impermeabilizzazione. Mentre l’analisi della risposta della vegetazione nell’infrarosso termico
medio permette di definire bio-indicatori correlati alla qualità dell’ambiente in prossimità del
Il dato tele rilevato permette la caratterizzazione delle diverse specie
arboree al fine di identificare, in funzione del loro stadio fenologico, lo stato fitosanitario.
Controllo inquinamento in acqua. L’elaborazione del dato permette una caratterizzazione di
parametri fisici chimici e geofisici (ad esempio immissioni riconducibili a fenomeni di
ambienti acquatici (fiumi, laghi, e mari).
. Attraverso l’analisi delle risposte
spettrali è possibile enfatizzare il rilevato delle discariche interessate a problemi di
impermeabilizzazione. Mentre l’analisi della risposta della vegetazione nell’infrarosso termico
dicatori correlati alla qualità dell’ambiente in prossimità del
permette la caratterizzazione delle diverse specie
o stato fitosanitario.
. L’elaborazione del dato permette una caratterizzazione di
(ad esempio immissioni riconducibili a fenomeni di
• Individuazione di siti archeologici. L’analisi dei dati telerilevati permette di estrarre
informazioni sul materiale affiorante, tracce antropiche relative all’antica presenza umana sul
territorio. I risultati dell’attività svolta, in questo specifico settore si sono dimostrati interessanti
in particolare modo nell’area Archeologica di Tor di Quinto (Roma) nella definizione di
strutture archeologiche sepolte.
LICEO ARTISTICO “B. ALFIERI” (Asti)
CATALOGAZIONE DATI DI RILEVAMENTO
Presentazione e relazione Classe 5 A
Introduzione della Prof.ssa Gianna Gandini
con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR)
CONVEGNO "S.O.S. AMIANTO"
21 maggio 2014
Istituto di Istruzione Superiore Vittorio Alfieri
Liceo Artistico Statale "Benedetto Alfieri" Asti
Catalogazione dati di
rilevamento
a cura della classe 5° AA – sezione disegnatori di architettura e arredamento
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
ANAGRAFICA
- ENTE PROPRIETARIO persona fisica o giuridica o Ente intestatario del sito o
altro soggetto interessato
- IDENTIFICATIVO INDIRIZZO COMUNE/PROVINCIA AZIENDA
inserire possibilmente all’interno dello stesso campo la Via/Viale/Piazza, nr Civico,
CAP il Comune e la Provincia di appartenenza
- RIFERIMENTI CATASTALI
- RIFERIMENTI URBANISTICI
TIPOLOGIA - DESCRIZIONE SITO indicare una o più tipologie, descrivere il sito
indicare tutti i tipi di materiale contenente amianto presenti nel sito ed
eventualmente barrare più caselle.
DESCRIZIONE MATERIALE indicare eventuali particolari caratteristiche
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
INDICATORI
A.TIPOLOGIA DI MATERIALE CONTENENTE AMIANTO valutare se il materiale
contente amianto può essere facilmente sbriciolato o ridotto in polvere
con la semplice pressione manuale.
Nel caso sia presente sia materiale compatto che materiale friabile, indicare
friabile.
B. TIPOLOGIA ATTIVITA’ indicare se il sito è un ambiente di vita con fruibilità
da parte della popolazione, accessibile a tutti e posto al servizio della
collettività.
C. ACCESSIBILITA’ indicare se c’è la possibilità di accedere al luogo dove è
ubicato fisicamente il materiale contenente Amianto.
D. PRESENZA DI CONFINAMENTO indicare se è presente una barriera fisica
permanente che separa l’ambiente esterno dal materiale contenente
amianto.
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
QUANTITÀ DI MATERIALE STIMATO (Kg)
Indicare il range in cui rientra la quantità di materiale contente
amianto, stimata come totale tra materiale friabile e compatto. I pesi
vanno considerati come totale del materiale contenete amianto e
non come % di amianto contenuto. Nel caso di materiale solo
compatto, stimare il peso assumendo come parametro medio di
riferimento per le lastre di copertura il valore di 17 Kg/mq e per i
pavimenti di vinil amianto il valore di 3,5 Kg/mq.
PESO STIMATO FRIABILE (Kg) Indicare il peso stimato.
PESO STIMATO COMPATTO (Kg) Indicare il peso stimato.
PRESENZA DI UN PROGRAMMA DI MANUTENZIONE E CONTROLLO
Indicare se sono presenti iniziative documentate finalizzate alla
vigilanza della presenza nel sito di amianto al fine del contenimento
dell’emissione di fibre (Documento previsto dal Decreto
Ministeriale 6 settembre 1994).
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
PRESENZA DI CAUSE CHE CREANO O FAVORISCONO LA
DISPERSIONE DI FIBRE
Indicare se ci sono situazioni che interferiscono con la presenza di
amianto e possono determinare la dispersione di fibre, come ad
esempio la presenza di ventilazione nelle vicinanze del materiale
contente amianto, la presenza di attività che possono determinare
vibrazioni, ecc...
CONCENTRAZIONE DI FIBRE AERODISPERSE Nel caso non siano
state eseguite delle misure, indicare idati
AREA DI ESTENSIONE DEL SITO (m2) Indicare il range in cui rientra
tutta l’area di estensione del sito e non solo quella interessata dalla
presenza di amianto.
EFFETTIVA AREA RICOMPRESA NEL PERIMETRO DEL SITO (m2)
Indicare l’area stimata.
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
SUPERFICIE ESPOSTA ALL’ARIA (m2)
Indicare il range in cui rientra la superficie interessata dalla presenza di
materiale contente amianto, esposta all’aria ovvero non confinata o
incapsulata.
EFFETTIVA SUPERFICIE CON AMIANTO FRIABILE (m2)
Indicare l’area stimata.
EFFETTIVA SUPERFICIE CON AMIANTO COMPATTO (m2)
Indicare l’area stimata.
COINVOLGIMENTO DEL SITO IN LAVORI DI URBANIZZAZIONE
Indicare se esistono atti amministrativi (permessi, autorizzazioni, altro)
attestanti il coinvolgimento del sito in lavori che prevedono interventi su
edificato o su suolo.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE EDILI specificare lo stato di
conservazione sulla base dell’accertamento dello stato di degrado delle
strutture/impianti contenti amianto, effettuato ai sensi della DGRV 265/2011. Indicare
“Dann. <10%” se dai risultati dell’indice di degrado NON E’ prevista la bonifica;
“Dann. >10%” se dai risultati dell’indice di degrado E’ prevista la bonifica.
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
TEMPO TRASCORSO DALLA DISMISSIONE (ANNI) Se il sito è ancora
in attività, precisarlo.
DATA DISMISSIONE Indicare l'eventuale data di dismissione nel
formato gg-mm-aaaa.
DATI EPIDEMIOLOGICI
Segnalare se sono presenti dati epidemiologici indicanti aumento
delle patologie correlate all’esposizione ad amianto nell’area di
mappatura (le patologie da intendersi sono l’asbestosi ed il
mesotelioma con incremento statisticamente significativo al 95%)
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
FREQUENZA DI UTILIZZO Per frequenza OCCASIONALE si intende
meno di 1 volta a settimana, PERIODICA 1-2 volte a settimana e
COSTANTE più di 2 volte a settimana. Le scuole ricadono sempre
nella frequenza COSTANTE.
DISTANZA DAL CENTRO URBANO (m)
Indicare il range entro cui ricade la distanza dal perimetro del sito al
punto di valutazione (indicativamente selezionare 0 se il sito è
ubicato in città/paese oppure selezionare >1000 se il sito è ubicato
in aperta campagna).
DENSITÀ DI POPOLAZIONE
Da riferirsi al grado di urbanizzazione del sito e dell’area circostante
ad esso.
ETÀ MEDIA DEI SOGGETTI FREQUENTATORI (anni)
Indicare il range in cui rientra l’età media dei soggetti che frequentano
TIPOLOGIE DI DATI
OCCORRENTI
STATO DELLA BONIFICA
Indicare lo stato della bonifica; per parzialmente bonificato si intende un sito in cui
non vi è stata la totale rimozione dei Materiali contenenti Amianto - TIPO DI
INTERVENTO Solo nel caso di bonifica selezionare uno o più tipi tra quelli in
elenco
- COSTI TOTALI STIMATI DELL’INTERVENTO (€)
In caso di interventi di bonifica multipli, ad esempio incapsulamento di
alcuni materiali contenti amianto e rimozione di altri, andranno
quantificati separatamente i costi dei singoli interventi
- DATA COMPILAZIONE
Il giorno/mese/anno in cui è stata compilata la scheda
- PERSONA CHE HA ESEGUITO LA COMPILAZIONE
Nome e Cognome della persona che ha eseguito la compilazione
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Atti Convegno Asti 21.05.2014
ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE
ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE
ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE
ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE
ESEMPI DI CLASSIFICAZIONE
FONTI
ARPAV - DIPARTIMENTO REGIONALE LABORATORI SERVIZIO LABORATORIO DI VERONA
COMUNE DI CARIATI
COMUNE DI VINCHIO
COMUNE DI REGGIO CALABRIA
CONTRIBUTO
Lorenza Fiumi
CNR – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico
Voglio rivolgere i miei complimenti ai ragazzi del Liceo Artistico B. Alfieri, classe 5^ A, per il
lavoro svolto, attraverso un lavoro di ricerca pluridisciplinare hanno sviluppato un argomento
fondamentale per la conoscenza dell’ambiente che ci circonda, dal titolo: Catalogazione Dati di
Rilevamento, con il coordinamento della prof.ssa Gianna Gandini.
Partendo dalla considerazione che il requisito previo per tutelare e salvaguardare le persone e
l’ambiente dal problema amianto è l’impegno conoscitivo, citato da molti come: “il percorso della
conoscenza”. Infatti, l’attività di inventariazione e catalogazione è fondamentale ed è preliminare
ai successivi interventi e a tutti i tipi di attività che interessano gli Enti preposti.
Evidenziare i singoli aspetti, ricostruire la storia, le caratteristiche del manufatto, è uno dei principi
guida sottesi alle metodologie di una moderna attività di ricognizione documentaria che permettono
di registrare tutte le informazioni e i dati ritenuti necessari per l’indagine e la conoscenza puntuale
del bene.
I ragazzi della 5^ A, preparati e determinati, con la guida dell’insegnante, hanno presentato il lavoro
ispirati al pieno rigore scientifico, descrivendo ed illustrando nelle linee essenziali l’impostazione
dell’attività di catalogazione nell’ambito del tema amianto.
A partire dalle informazioni anagrafiche e descrizione del sito e materiale presente, hanno inoltre
fatto accenno ad indicatori come tipologia di materiale contenete amianto, tipologia di attività,
presenza di confinamento e presenza di materiale stimato.
Attraverso un importante lavoro di ricerca bibliografica, hanno portato come esempio i lavori di
catalogazione mediante sopraluoghi, svolti dagli Enti come l’ ARPAV, dal Comune di Cariati,
dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Vinchio. Con una corretta opera di catalogazione
di dati, i ragazzi hanno puntualmente evidenziato l’importanza di avere un quadro conoscitivo,
anche di situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto deteriorato o friabile, sia di
origine antropica che naturale.
Mi preme sottolineare che questa iniziativa, alla quale ho dato tutto il mio sostegno, rientra
pienamente tra le attività che il CNR è chiamato a svolgere di comunicazione e promozione della
ricerca, in particolare curare la diffusione dei relativi risultati, creare un raccordo, incentivare e
valorizzare forme di collaborazione tra il settore della ricerca pubblica e il sistema educativo
nazionale.
Ritengo esprimere un doveroso ma soprattutto sentito ringraziamento agli organizzatori
dell’iniziativa, a quanti hanno contribuito nelle varie forme alla buona riuscita dell'evento, in
particolare ai due organizzatori Ines Fiore e Pasquale De Filippo, dell’Osservatorio Nazionale
Amianto (ONA).
Il loro impegno ha permesso la concretizzazione di questa iniziativa che ha visto i ragazzi
protagonisti.
Un’esperienza di grande valore formativo, che ha permesso agli alunni delle scuole partecipanti
di rapportarsi con persone che operano e rivestono ruoli diversi nel vasto settore dell’amianto.
Sono certa che la disponibilità e l’attenzione di tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa e di
quanti vogliono usufruire dei risultati conseguiti potranno aiutare la diffusione e la crescita della
sensibilità verso l’ambiente e la sua qualità nonché la salute della popolazione.
LICEO CLASSICO “V. ALFIERI” (Asti)
ASBESTOSI E MESOTELIOMA : NEMICI INVISIBILI E MORTALI
Presentazione e relazione a cura della Classe IB
Introduzione della Prof.ssa Maria Anna Gianotti
con il contributo del Dott. Carlo Dardanelli (MMG ASL212 - Asti)
e del Dott. Luciano Mutti (Presidente Gruppo Italiano Mesotelioma)
INTRODUZIONE
Prof.ssa Maria Anna Gianotti
In sede di organizzazione del Convegno “SOS AMIANTO”, ai ragazzi della classe Iª B del Liceo
Classico Alfieri di Asti era stato affidato il compito di illustrare le patologie correlate
all’esposizione del corpo umano alle particelle di un materiale inerte e tossico per la salute derivato
dalla lavorazione dell’asbesto, comunemente conosciuto come eternit.
L’esposizione all’amianto è la causa principale che porta le persone a contrarre il mesotelioma, una
malattia che inizia con la formazione di un piccolo nodulo che tende ad espandersi e degenerare in
forma tumorale.
Le microscopiche fibre di amianto entrano nel corpo, attraverso le narici o la bocca e qualora
riescano a insinuarsi nel mesotelio, possono cominciare a provocare lesioni che con il passare del
tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici, modificazioni genetiche dei tessuti colpiti.
Martedì 23 aprile 2014 nell’aula Magna dell’Università di Asti, gli alunni del Liceo Classico hanno
affrontato il tema ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI.
In tutto il percorso sono stata supportata dalla presenza del Dott. Carlo Dardanelli, medico di base
presso l’ASL 212 di ASTI, che con disponibilità encomiabile, ha prima spiegato la patologia e
successivamente ha chiarito i dubbi e ha risposto alle sollecitazioni.
Ogni alunno ha portato il suo contributo liberamente, condividendo la difficoltà di esprimere in
modo chiaro e comprensibile concetti spesso complessi e man mano che il lavoro prendeva forma,
da insegnante, ho visto come la classe si sia entusiasmata, abbia avuto la percezione di imparare ad
ottimizzare il tempo, l’impegno e le risorse messe a loro disposizione.
L’articolazione definitiva dell’intervento del nostro Istituto è stato frutto di una sinergia di lavoro:
• Presentazione a cura degli alunni sul tema:
“ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI“
• Intervento del Dott. Carlo Dardanelli
• Relazione della Dott.ssa Elisa Paolicchi, ricercatrice presso. l’Università di Pisa:
“LE ULTIME ACQUISIZIONI SCIENTIFICHE IN MATERIA DI MESOTELIOMA“
Sento il dovere di ringraziare la disponibilità del Prof. Luciano Mutti, tutor del gruppo, illustre
oncologo nonché Presidente del Gruppo Italiano Mesotelioma (www.gime.it) che ha seguito via
Internet il lavoro e che ha permesso alla Dott. Elisa Paolicchi di intervenire personalmente per
presentare lo stato della ricerca sulla terapia genica.
L’occasione di partecipare al convegno, ha permesso ai miei studenti di fare la scoperta personale
del sapere come modo di rapportarsi con gli altri in uno spirito amichevole e curioso, condividendo
un’esperienza formativa che ha portato ad un esito inaspettato poiché sono state gettate le basi per
un gemellaggio scientifico Asti-Pisa.
Il gruppo infatti, è stato invitato a visitare al laboratorio del Dipartimento di Biologia
dell’Università di Pisa dove la Dott.ssa Elisa Paolicchi (che lavora nella struttura diretta dal
Prof. Stefano Landi) si occupa di ricerca genetica.
Al momento è in progetto per l’anno scolastico 2014-2015 l’organizzazione di questa uscita
didattica, che senza dubbio aprirà gli orizzonti sul mondo della ricerca genetica.
Prof.ssa Maria Anna Gianotti
21 MAGGIO 2014
LICEO CLASSICO VITTORIO ALFIERI DI ASTI
Asbestosi e MESOTELIOMA : nemici invisibili e mortali
PRESENTAZIONE E RELAZIONE A CURA DELLA CLASSE IB
SEGUITA DALLA PROFESSORESSA MARIA ANNA GIANOTTI
DAL DOTT. CARLO DARDANELLI MMG ASL212 Asti
IN COLLABORAZIONE CON IL PROF. LUCIANO MUTTI
1
Il mesotelio è un tessuto che
riveste, come una sottile
pellicola, la parete interna di
torace e addome e lo spazio
intorno al cuore.
PERCHE’ SI PARLA DI CANCRO DEL MESOTELIO ?
Il mesotelioma si annida nel
rivestimento dei polmoni, del
cuore o dell’addome
2
DURANTE LO SVILUPPO
EMBRIONALE GLI ORGANI SI
FORMANO A PARTIRE DA TRE
FOGLIETTI
ECTODERMA
ENDODERMA
MESODERMA
NELL’UOMO DALL’EVOLUZIONE
DEL FOGLIETTO INTERMEDIO SI
FORMERANNO LA CAVITA’
PLEURICA E LA CAVITA’
ADDOMINALE .
3
4
Cosa causa il mesotelioma?
Nell’aria si possono
diffondere particelle di polvere
contenenti spicole di asbesto,
che riescono a penetrare
nell’apparato respiratorio
I primi sintomi della malattia
si possono sviluppare almenosi possono sviluppare almeno
dopo quindici, vent’anni
dall’esposizione .
La malattia ha un periodo di latenza
insolitamente lungo.
Radiografia di polmoni affetti da
patologia asbesto-correlata
5
6
L’ esposizione all’amianto è la causa principale che
porta le persone a contrarre il mesotelioma.
Le fibre entrano nel corpo attraverso le narici o la
bocca e se le fibre si insinuano nel mesotelio, possonobocca e se le fibre si insinuano nel mesotelio, possono
cominciare a provocare piccole lesioni che con il passare
del tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici,
modificazioni genetiche che portano a contrarre il
mesotelioma.
7
Quanti tipi di mesotelioma si
conoscono?
Mesotelioma peritoneale: colpisce la membrana che riveste lo
stomaco e l’intestino.
Mesotelioma pleurico: colpisce le membrane che rivestono i
polmonipolmoni
Mesotelioma del pericardio: colpisce la membrana che
riveste il cuore.
Mesotelioma testicolare: colpisce la membrana che riveste i
testicoli
8
L'esordio del
mesotelioma pleurico è
di solito insidioso; un
modesto deficit
COME SI MANIFESTA?
modesto deficit
respiratorio, dolore
toracico ed affanno,
sono i sintomi più
comuni.
9
Come riconoscere la malattia?
I sintomi provocano dolori al petto e in particolare:
Difficoltà respiratorie ( versamento pleurico )
Riduzione dell’ espansione del petto
Dolori addominali ( ascite )Dolori addominali ( ascite )
I pazienti all’inizio sono portati a pensare di avere
un banale disturbo alle vie respiratorie .
10
Cosa fare se viene diagnosticato il
mesotelioma?
Si possono incontrare difficoltà a compiere sforzi fisici.
Si avverte la sensazione di essere senza respiro più
frequentemente del normale.frequentemente del normale.
Si nota perdita di peso.
I sintomi portano a richiedere l’intervento del medico
per alleviare il dolore, fino alla somministrazione di
ossigeno o calmanti .
11
Quali cure?
Chirurgia : pleurectomía o la pneumonectomía extra-pleurica.
La chemioterapia utilizza farmaci che cercano di eliminare le
cellule cancerose.
La radioterapia utilizza le radiazioni per eliminare le cellule
cancerose.
La chirurgia palliativa cerca di rimuovere i tumori con lo scopoLa chirurgia palliativa cerca di rimuovere i tumori con lo scopo
di ridurre il dolore e i liquidi che si accumulano nel le cavità
interne.
La terapia con ossigeno e la terapia respiratoria aiutano il
paziente a respirar in maniera meno faticosa.
Terapie alternative come diete particolari, integratori, yoga e
agopuntura possono servire ad aiutare il corpo a recuperare
le forze in modo naturale.
12
TERAPIA GENICA
IL PUNTO SULLA RICERCA GUIDATA DAL PROF. LUCIANO MUTTI
La ricerca si è concentrata sul ruolo di AKT
una proteina la cui attivazione gioca un
ruolo essenziale nell’aumentare la
sopravvivenza delle cellule normali esposte
ad agenti tossici e/o cancerogenetici sia
nelle cellule mesoteliali coltivate
Spicole di
amianto
nelle cellule mesoteliali coltivate
sperimentalmente esposte ad amianto sia
nelle cellule di Mesotelioma.
Quindi AKT è stata considerata una
proteina chiave nel processo che porta alla
selezione di cellule mesoteliali tumorali
dopo esposizione a fibre di amianto.
13
Le contaminazioni difficili da estirpare….
DA UN ARTICOLO DI DACIA MARAINI DEL 22 APRILE 2014
A pag.35 de Il Corriere della Sera del 22.04.2014, Dacia Maraini scrive che a soli
60 anni se n’è andato un parroco gentile delle montagne abruzzesi. Don
Daniele Mussa era amato da tutti anche dai non credenti. Seguace di Papa
Francesco, ne condivideva le radici latino-americane.
.. In queste montagne dai boschi centenari, dove si vive bene, ci si ammala
troppo spesso di cancro, di malattie del sistema nervoso. .. Per via aerea e
acquifera penetrano i veleni che le varie industrie hanno disseminato per ilacquifera penetrano i veleni che le varie industrie hanno disseminato per il
Paese, nel silenzio assenso degli amministratori locali e nazionali. .. Nessuno
può ormai illudersi di rimanerne fuori. La discarica di Bussi, che si trova in
Abruzzo viene definita la più pericolosa bomba ecologica d’Europa. .. Ad
esempio l’eternit di cui parla il costruttore Gerardo Di Pirro, per smaltirlo ci
vogliono annose trafile burocratiche e nessuno controlla che la
decontaminazione sia praticata. .. Basterebbe, per cominciare, imporre la
tracciabilità dei rifiuti e dei trasporti. E’ già stato proposto in Parlamento. Il
sistema è partito con costi enormi, ma poi è abortito, perchè le grandi industrie
non volevano controlli. Nessuno ha protestato. E i nostri figli che studiano a
Pescara, bevono acqua contaminata……
14
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
15
CONTRIBUTO
Dott.ssa Elisa Paolicchi
Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa
Ascoltare la presentazione dei ragazzi della Iª B del liceo classico Alfieri di Asti è stato
entusiasmante: i ragazzi, grazie alla guida della Dott.ssa Maria Anna Gianotti, sono riusciti a
presentare in modo dettagliato e puntuale le caratteristiche dell’insorgenza e cura del mesotelioma
accennando anche alla terapia genica.
Nel laboratorio di Genetica dell’Università di Pisa sono attualmente in corso alcuni studi pre-clinici
volti a valutare l’efficacia di nuove modalità terapeutiche. Infatti in assenza di un’efficiente
strategia per la cura di tale neoplasia, impelle la necessità di comprendere i meccanismi molecolari
coinvolti nella carcinogenesi e nella chemioresistenza, cosa che potrebbe conseguentemente aiutare
a sviluppare nuove strategie terapeutiche.
Un metodo chiave potrebbe essere costituito dalla identificazione delle alterazioni cromosomiche
tipiche del mesotelioma, nonché dei geni ivi contenuti. Per questo, la strategia adottata dai nostri
laboratori è stata quella di effettuare un’estesa rewiew della letteratura, al fine di identificare le
alterazioni cromosomiche più comuni nei pazienti di mesotelioma, nonché, all’interno di esse,
quelle correlate con una prognosi peggiore.
Sono stati poi ricercati geni in esse contenuti che possono essere considerati potenziali geni target
per il mesotelioma, tra questi sono stati identificati la Mesotelina, i geni Polycomb e alcuni miRNA.
Attualmente stiamo utilizzando tecniche di silenziamento genico, volte a spegnere l’espressione dei
geni e miRNA in questione, dimostrando che la mancanza di espressione del gene target determina
una significativa riduzione della proliferazione delle cellule di mesotelioma nonché della loro
capacità di metastatizzare.
Questo risultati consentono, da un lato, di identificare nuovi bersagli terapeutici specifici, dall’ altra
pongono le basi anche per disegnare nuovi approcci di terapia genetica di questa neoplasia.
Elisa Paolicchi, Dipartimento di Biologia, Pisa
Il Mesotelioma è un tumore maligno primitivo che
origina dalle cellule mesoteliali.
Prevalentemente insorge nella pleura, più raramente
nel peritoneo, nel pericardio e nella tunica vaginale del
testicolo.
MPM è un tumore raro. In ogni milione di persone si evidenziano non più
di 2 nuovi casi di MPM . stato però stimato che nei principali
paesi europei aumenterà progressivamente causando oltre
250.000 morti entro il 2020 (Peto e coll., 1998-1999).
MPM è il più frequente tumore maligno pleurico primitivo, con frequenza in
aumento
Relazione asbesto
esposizione in 80% pz con mesotelioma
Latenza esposizione - comparsa 20 30 aa
spesso no placche ed altri segni asbestosi
Infezione da virus SV40
(Carbone et al., 2002)
Esposizione a radiazioni ionizzanti
(Wagner et al., 1960)
Fibre
Interazione diretta con le
cellule target
Interazione con le
cellule infiammatorie
Macrofagi
Mesotelio
Alterazioni geniche
Alterazioni cromosomiche
Produzione di ROS
Produzione di citochine
Produzione di ROS
Produzione di RSN
Il lungo periodo di latenza tra l'esposizione all'amianto e lo sviluppo del tumore
probabilmente implica che numerosi cambiamenti genetici sono necessari per la
trasformazione maligna delle cellule mesoteliali.
Esposizione
Periodo di latenza: 30 anni
MUTAZIONI GENETICHE IN CORSO?
MECCANISMI MOLECOLARI
COINVOLTI NELLA CARCINOGENESI
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Tumor sample Reference sample
Migliorare diagnosi, terapia e prognosi
Caratterizzare le alterazioni genetiche che si
verificano all'interno delle cellule neoplastiche
ed i geni chiave coinvolti
Normal
Tumor
Denature
Normal metaphase
chromosome
Raccolta ed analisi dei dati pubblicati in letteratura sulle
alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma individuate
tramite CGH
Identificazione delle aberrazioni
cromosomiche più comunemente
coinvolte nei tessuti di mesotelioma
Raccolta ed analisi di dati di
espressione genica
Identificazione delle aberrazioni
cromosomiche correlate con la bassa
sopravvivenza
Identificazione di geni
deregolati in altri tipi di
tumori e correlati alla bassa
sopravvivenza
Geni
CHIAVE
Microarray Scanner
Computer Software
analysis
Estesa ricerca bibliografica mirante a raccogliere tutti i lavori di CGH pubblicati.
References
Technique
employed
Cell line
Epitheliod
Cell line
Sarcomatoid
Cell line Biphasic
Tissues
Epitheliod
Tissues
Sarcomatoid
Tissues Biphasic
Kivipensas P. et al. CGH 3 3 2 3
Björkqvist A-M. et al. CGH 8 1 18
Björkqvist A-M. et al. CGH 19 5 10
Ascoli V. et al. CGH 3 1 1
Krismann M. et al. CGH 20 25 21
Musti M. et al. CGH 1
Simon F. et al. CGH 1
Knuuttila A. et al. CGH 8
Scattone A. et al. CGH 6
Schulten H.J. et al. CGH 1 1
Lindholm P.M. et al. CGH 15 8 3
8 MPM CELL LINES
4 EPITHELIOID
TYPE
1 SARCOMATOID
TYPE
3 BIPHASIC TYPE
179 MPM TISSUES
74 EPITHELIOID
TYPE
48 SARCOMATOID
TYPE
57 BIPHASIC TYPE
Raccolta di tessuti e linee cellulari di MPM
Per ciascun campione
tessutale ed ogni linea
cellulare riportati nei
manoscritti, abbiamo
registrato tutte le
alterazioni
cromosomiche.
Atti Convegno Asti 21.05.2014
La presenza di uno qualsiasi dei riarrangiamenti che coinvolgono
la perdita di: 1p / 4p o il guadagno di: 7pter-7q31.2 / 8q (= 1)
risulta associata ad una minore sopravvivenza dei pazienti con MPM
rispetto a quelli che non sono portatori di nessuno di essi (= 0)
100
80
60
40
20
0
Survivalprobability(%)
0 20 40 60 80
Months
Class 0
Class 1
KEGG Pathway
Genes mapped
in the pathway Adjusted
P-value
Focal adhesion
KDR, LAMB1,
ACTB, CAV1,
MET,
PDGFRA,
CAV2, LAMC2
8.53 x 10-6
Pathways in cancer
CCNE2,
CASP3, MYC,
IL8, LAMB1,
MET,
PDGFRA,
LAMC2, FZD6
1.61 x 10-5
Cell cycle
MCM4,
CCNE2,
CDC14A,
CDC7, MYC,
RAD21
2.92 x 10-5
Cytokine-cytokine
receptor interaction
CXCL2, MET,
PDGFRA,
IL15, KDR, IL8
8.00 x 10-4
Relativeabsorbance492nm
Days
0
1
2
3
4
5
0 2 4 6
*
siCtrl
siMSLN-1
siMSLN-1
siCtrl
70 KDa
40 KDa
56 KDa
42 KDa
42 KDa
40 KDa
42 KDa
p-AKT
p-ERK
ERK1-2
-actin
MSLNVector
EmptyVector
Mesothelin
Mero-14 NCI-H28
Mesotelina (MSLN) è normalmente espressa a bassi livelli nelle cellule mesoteliali e
sovra-espressa in diversi tumori umani, tra cui MPM, cancro ovarico e adenocarcinoma
pancreatico.
siCtrl siMSLN-1
Mero-14
0
20
40
60
80
100
120
sict simslnsiCtrl siMSLN-1
Cellpercentage(%)
50 µm 50 µm
siCtrl
siMSLN-1
Mero-14
invasivecells
siCtrl siMSLN-1
Caspaseactivity
Mero-14
*
42 KDa -actin
P5353 KDa
PARP89 KDa
40 KDa Mesothelin
siMSLN-1+cisplatin5M
siCtrl+cisplatin5M
siMSLN-1+cisplatin10
siCtrl+cisplatin10M
siMSLN-1+cisplatin20M
siCtrl+cisplatin20M
Mero-14
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Caratteristiche:
Frequenza variabile (0.1- 20%) in diversi tipi di tumore, stadio e grado
Tumorigenicità
Multipotenti (plasticità)
Sede di chemioresistenza
Responsabili delle metastasi
Crescono come sfere
Cellule di
mesotelioma
aderenti
Cellule di
mesotelioma
sferoidali
«Cellule
Staminali
Tumorali»
profondamente alterati nel mesotelioma.
La mesotelina e EZH2 potrebbero costituire dei promettenti targets terapeutici.
Prospettive future
Ulteriore approfondimento sul ruolo della mesotelina
attraverso tecniche di silenziamneto genico.
Tumorali in condizioni di ipossia
Grazie
Ringraziamenti:
Università di PISA
Prof. Stefano Landi,
Prof. Federica Gemignani
Dott.ssa Ombretta Melaiu
Dott.ssa Elisa Barone
Imperial College of LONDON
Prof. J. Stebbing, Dr. G. Giamas
Ospedale di Borgosesia, Vercelli
Prof. Luciano Mutti
CONCLUSIONI
Conclusioni
Michele Rucco
Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 340 2553965
E-mail: segretariogenerale.ona@gmail.com
Buongiorno Signore e Signori, vi porto anche il saluto del nostro Presidente, l’avv. Ezio Bonanni,
che, essendo impegnato in udienza in un’altra città, non ha potuto partecipare a questo Convegno
che è stato ricchissimo di riflessioni e di spunti.
Permettetemi di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo
importante evento e che non cito per non incorrere nel deprecabile rischio di dimenticare qualcuno.
Voglio rivolgere i miei complimenti ai ragazzi, non solo per il pregevole lavoro svolto, ma
soprattutto perché hanno colto l’occasione di mettersi alla prova, affrontando in modo compiuto e
con entusiasmo questo tema; concretizzando il loro impegno in qualcosa che li aiuta a capire questo
nostro mondo e questi nostri tempi; arricchendo e sperimentando il loro bagaglio di capacità, in un
momento come questo in cui assistiamo proprio ad una massiccia distruzione di capacità e che è
rappresentata dall’alto livello di disoccupazione giovanile che registriamo nel nostro Paese. Le
migliori risorse della nostra società, la nostra vera ricchezza, costrette all’inattività e al fatalismo nel
periodo in cui si esprime la loro maggiore fecondità.
Bravi, siete stati veramente bravi! Credo che l’amministrazione comunale, nell’attenzione che la
caratterizza, potrà e vorrà ancora avvalersi del vostro positivo contributo, per iniziative ad alto
valore aggiunto e a costo zero, il che non guasta mai, soprattutto in momenti come questo.
Venendo ai temi del Convegno, voglio evidenziare che l’amianto ed il suo uso nefasto e criminale
rappresentano l’emblema di come il rapporto tra salute, lavoro ed ambiente sia stato spesso
impostato e gestito in un modo sbagliato, facendo passare in secondo piano il rispetto della vita,
della sua dignità, della sua qualità. La battaglia contro l’asbesto non è una battaglia di retroguardia,
volta a sanzionare e a stigmatizzare comportamenti criminali del passato; la storia dell’amianto è un
caso emblematico, un caso di studio da cui apprendere per evitare di trovarci fra pochi anni a fare
una nuova conta dei morti causati da altre sostanze tossiche, presenti e usate fra di noi nella più
rigorosa disinformazione.
Abbiamo contato circa 5.000 decessi ogni anno dovuti alle patologie asbesto correlate.
Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di informazione, in un
contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale impunità dei responsabili di questo
eccidio.
Le vittime, i familiari, gli esposti sono quasi sempre lasciati soli con la loro sofferenza e con le loro
difficoltà ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito
un “problema privato”.
In molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al problema degli esposti,
delle loro patologie, un problema, che riguarda in definitiva una porzione limitata della
popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal
problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti
patogeni. I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli
ambienti di vita e di lavoro: unica vera prevenzione primaria è un ambiente pulito.
Voglio fornire ulteriori elementi di approfondimento al vostro pregevole lavoro e vi voglio parlare
di quella che abbiamo definito “Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per
continuare ad uccidere”. Andrò quindi ad affrontare quel concetto di disinformazione cui ho
accennato in precedenza.
La letalità dell’amianto era nota fin dai tempi dell’antichità; già Plinio il Vecchio, riferisce che gli
addetti alla lavorazione si fasciavano il viso con membrane di vesciche allentate, per non assorbire
respirando quella polvere nociva e per aver modo tuttavia di guardare attraverso di esse. Il rischio
morbigeno legato all’esposizione a polveri e fibre di amianto emerse in modo incontrovertibile
durante i lavori del Primo Congresso Internazionale per le malattie del lavoro, tenutosi a Milano nel
1906. In quella occasione vennero presentati gli studi del prof. L. Scarpa, del Policlinico Generale
di Torino, il quale ebbe modo di constatare che tra i 27.000 ammalati di tubercolosi polmonare,
curati tra il 1892 e il 1906, soltanto 30 erano quelli che erano stati esposti a polveri e fibre di
amianto, poiché ne erano impiegati un numero esiguo nelle relative lavorazioni e pur tuttavia tra
questi, 21 donne e 9 uomini, persero la vita ad un anno dalla diagnosi, tranne uno, con una rapidità
di progressione della malattia tale da far concludere che ci fosse una relazione con l’inalazione di
polveri di amianto. Pensate, per inciso, che tale studio fu condotto con le tecniche del tempo e
quindi senza l’uso del computer: immaginate,quindi, cosa può voler dire individuare 30 casi su
27.000!
Queste evidenze e questi studi costituirono i presupposti utilizzati dal Tribunale di Torino nel 1906
per pronunciare la sentenza di assoluzione di un giornalista citato per calunnia da un imprenditore:
il primo aveva affermato sul suo giornale la pericolosità della lavorazione dell’amianto che si
svolgeva nella fabbrica del secondo. La sentenza del Tribunale venne confermata l’anno successivo
dalla Corte di Appello di Torino; entrambi i documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di
Torino.
Quindi, fin dall’inizio del Novecento vi era la consapevolezza degli effetti patogeni dell’amianto.
E’ appena il caso di rilevare come la storia giudiziaria dell’amianto inizi con una sentenza che
riguarda l’informazione e come, sin da subito, si svilupparono le azioni per negare ciò che era
scientificamente evidente.
Analizzando i volumi della produzione e dell’importazione di amianto in Italia dal 1946 al 1992,
anno di entrata in vigore della Legge 257 che ne bandiva l’estrazione e la lavorazione, vediamo
come essi crescano esponenzialmente, raggiungendo il loro picco fra gli anni Settanta ed Ottanta,
quando arrivano quasi a 250.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente solo a partire dal
1990.
Confrontando il dato italiano con l’analogo dato degli USA, si evidenzia come in questo paese la
produzione di amianto invece inizi a diminuire proprio a partire dal 1970, in concomitanza con la
divulgazione degli studi di Irving Selikoff, che dimostravano il nesso di causalità tra amianto e
mesotelioma e carcinoma polmonare.
Proprio partendo da queste evidenze si ha la conferma dell’esistenza di una lobby, che ha operato
nell’interesse degli industriali dell’amianto, incurante dei danni provocati alla salute ed
all’ambiente, dei morti e delle sofferenze indotte.
Ulteriore e più cogente conferma dell’esistenza e dell’operato di questa lobby viene fornita da due
documenti attualmente depositati presso l’Archivio di Stato di Torino e rinvenuti fra i documenti
del Consiglio di Amministrazione della ditta “Amiantifera” di Balangero (TO), come noto la cava
per l’estrazione di amianto più grande d’Europa.
Il primo documento è la relazione scritta il 20 dicembre 1976 dall’ing. Ermanno Martini, con la
quale lo stesso riferisce i lavori del corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 16 dicembre 1976
dall’Unione dei Produttori di Cemento-Amianto WVAZ: in questo rapporto è possibile leggere
chiaramente la frase “Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dott. Selikoff astenendosi dal
citarlo”. Un vero e proprio manuale della controinformazione!
Il secondo documento è ancora più pregnante e fornisce la dimensione delle entità coinvolte, che
non sono solo le industri dell’amianto, ma anche enti ed istituzioni pubbliche che dovrebbero
tutelare la salute dei cittadini in ossequio al dettato dell’art.32 della Costituzione.
Si tratta di una nota scritta a mano durante un incontro presso l’”Assocemento”, tenutosi in Roma il
17 novembre 1978. In questo documento è possibile leggere le frasi:
“chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione
dei lavoratori” (si tratta, come noto, della famigerata norma del limite di soglia a 100 fibre/litro,
giudicata già di per sé totalmente inadeguata dalla comunità scientifica);
“l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) ha aderito a questa richiesta”;
“il Ministro della Salute ha confermato questo fatto”.
Non credo siano necessari ulteriori commenti: siamo nella seconda metà degli anni Settanta; il
nesso di causalità fra amianto e mesoteolioma è ormai definitivamente dimostrato; la Comunità
Europea si sta orientando per la messa al bando dell’amianto.
Le conseguenze di questi comportamenti le troviamo nel Quarto Rapporto RENAM 2012, che
rileva la presenza di circa 1.500 casi di mesotelioma ogni anno in Italia, anche se secondo le nostre
stime i decessi per patologie asbesto correlate si attestano intorno ai 5.000 casi annui.
Mi sia consentita un’ulteriore notazione: nel nostro Paese all’inizio di ogni mese conosciamo
perfettamente l’andamento del PIL del mese precedente, suddiviso per settori e rami, ma abbiamo
dovuto aspettare il 2012 per avere il rapporto sui casi di mesotelioma registrati nel 2008! E dal 2008
al 2014 sono passati sei anni dei quali non sappiamo nulla!
Il Tribunale di Torino, con la sentenza n. 565 del 2012, ha condannato l’imprenditore elvetico
Stephan Schmidheiny, proprietario della Eternit, a sedici anni di reclusione per disastro ambientale
doloso permanente e per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. La decisione è stata poi
confermata nel 2013 dalla Corte di Appello di Torino, che ha aggravato la pena a diciotto anni di
reclusione.
Questo criminale, il cui patrimonio è stato calcolato nel 2008 da una rivista svizzera dedicata
all'economia ammontare a 1,9 miliardi di sterline britanniche, è oggi presidente onorario di una
organizzazione (la World Business Council for Sustainable Development – WBCSD), che a
tutt'oggi conta come membri le 160 più importanti società del pianeta ed ha rapporti amicali con
esponenti politici di tutti i Paesi. Abbiamo trovato una foto che lo ritrae insieme al prof. Romano
Prodi, più volte Presidente del Consiglio del nostro Paese e già Presidente dell’Unione Europea, ma
sicuramente le sue frequentazioni sono più ampie.
Purtroppo la storia della lobby dell’amianto non si conclude nel 1992 con l’approvazione della
legge 257, basta un rapido excursus sulla situazione attuale per rendersene conto.
Le strutture mediche, che pure potrebbero dare un maggiore contributo in termini di diagnosi
precoce e di prevenzione secondaria, non vengono messe in condizione di portare avanti seri
programmi di sorveglianza sanitaria e di analisi epidemiologica.
La ricerca di base, dalla quale sola possono venire le terapie e le cure per debellare le patologie
asbesto correlate, viene impastoiata dalla sottostima dell’universo di riferimento e dalla cronica
mancanza di fondi.
La Magistratura, nella sua azione di contrasto dei reati contro la salute e contro l’ambiente e nella
sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità, si trova, spesso da sola, a
fronteggiare un complesso di normative farraginoso, a volte contradditorio, con l’ulteriore difficoltà
di dover svolgere un lavoro certosino per ricostruire situazioni e per individuare correttamente
responsabilità.
Le istituzioni preposte alla sicurezza ambientale, dopo 22 anni dall’approvazione della legge 257,
brancolano ancora nel buio, ancora non sanno dove si annida l’amianto e periodicamente indicono
solenni e faraonici censimenti, tanto vani quanto costosi: e nel frattempo, solo per fare un esempio,
migliaia di bambini e di ragazzi sono costretti a frequentare edifici scolastici pieni di amianto e mai
bonificati.
Le bonifiche, quando vengono fatte, evidenziano un altro annoso problema, quello dello
smaltimento, un capitolo della vicenda dell’amianto di cui si parla poco, che muove ingenti interessi
economici e che spesso lo rende appetibile anche per la criminalità organizzata.
La soluzione adottata in Italia, ed ancora caldeggiata da più parti, anche autorevoli, è quella dello
stoccaggio di tali materiali in discarica, mettendo, non solo in senso figurato ma anche in senso
reale, il problema sotto il tappeto, costituendo una ipoteca per le future generazioni e dimenticando
che il territorio del nostro Paese è quasi tutto ad alto rischio sismico ed idrogeologico.
La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 ritiene che le discariche siano solo una
soluzione provvisoria e che sia di gran lunga preferibile il ricorso agli impianti di inertizzazione,
capaci di rendere definitivamente innocue le fibre dell’amianto.
In Italia non esistono impianti di inertizzazione dell’amianto.
Il DM 248/2004 ne consente la realizzazione, ma ad oggi (a dieci anni dall’emanazione del
provvedimento!!!) mancano alcuni regolamenti attuativi e continua a circolare la fola che “tutto è in
via sperimentale”: eppure, nella vicina Francia, un impianto del genere è operativo fin dal 1997 ed
ha smaltito oltre 2.000.000 di tonnellate di amianto friabile, il più pericoloso.
Cosa ha fatto il legislatore in questi 22 anni per far fronte a tutto questo?
Nessun intervento organico, solo una serie infinita di micro modifiche e di integrazioni normative, il
cui risultato è stato rendere l’accesso ai benefici previdenziali un vero percorso ad ostacoli!
Nessuna programmazione sanitaria, nessun programma di bonifica, nessun termine entro il quale
completare la bonifica dell’amianto su tutto il territorio nazionale.
Lo stesso Piano Nazionale Amianto, presentato durante la seconda Conferenza Governativa del
novembre 2012 ed approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 Marzo 2013 (quando l’esecutivo era
in carica solo per gli affari correnti), lascia aperte molte di queste questioni, limitandosi a prevedere
una ulteriore mappatura, ad auspicare progressi scientifici sul versante delle cure del solo
mesotelioma pleurico e sul versante della inertizzazione, a spendere alcuni milioni di euro per la
realizzazione di uno spot informativo di dubbio gusto e per interventi ancora una volta a favore
della popolazione di Casale Monferrato, quasi fosse l’unica vittima in Italia dell’uso dissennato e
criminale dell’amianto.
Sostanzialmente, si continua ad alimentare il problema amianto, quasi a voler creare con questo
funesto materiale una cortina fumogena che continui ad occultare la pervasività dell’uso non sano
dell’ambiente e dei suoi componenti, per avidità di profitto, per mancanza di coraggio nel fare il
proprio dovere.
In questo quadro di pesanti criticità, secondo noi esistono formidabili opportunità: liberarsi
dall’amianto può costituire per il nostro Paese una grande occasione per il rilancio dell’economia,
reimpostando la politica industriale, migliorando la qualità della vita nelle città, attivando un circolo
virtuoso fra ricerca di base e pratica clinica, applicando quello che abbiamo imparato
dall’esperienza dell’amianto agli altri agenti tossici e patogeni, tutelando i diritti delle persone, in
primis quello della salute.
Voglio concludere con questo pensiero di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del rispetto della vita,
un pensiero che segna i limiti dell’uomo e contemporaneamente è un inno alla sua potenza: “Quello
che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita”.
Vi ringrazio per l’attenzione.
dott. Michele Rucco
Segretario Generale
1
Convegno
S.O.S.
Aula Magna UNI ASTISS - Asti
21 Maggio 2014
AMIANTOPOLI:
LA LOBBY ASSASSINA
Nascondere la realtà
per continuare ad uccidere.
2
3
Sentenza del Tribunale di
Torino,
31 ottobre 1906
Consapevolezza degli
effetti patogeni
dell'amianto a partire
dai primi del 1900
4
5
6
Relazione scritta il 20 dicembre 1976,da
Ermanno Martini, ingegnere e
dipendente della ditta "Amiantifera" di
Balangero (Torino). La relazione è
stata redatta sul corso tenuto a Neuss
(Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre
1976 da Wirtschaftsverband Asbestzement
e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di
cemento-amianto].
In questo rapporto è possibile leggere la
frase "Dissociarsi da ogni
discussione delle idee del
dottor Selikoff e astenersi
dal citarlo".
7
Nota scritta a mano in un
"incontro" presso la "Assocemento" di
Roma, il 17 novembre 1978.
fra le carte del Consiglio
di Amministrazione della società
"Amiantifera di
ora è presso l'Archivio di Stato di Torino.
possibile leggere le frasi:
chiedere di rallentare la questione
della normativa sui limiti di
esposizione legati alla protezione dei
lavoratori
l'ENPI ha aderito a questa richiesta
Il ministro della Salute ha
confermato questo fatto
8
9
Il Tribunale di Torino,
con la Sentenza n.
565 del 2012, ha
condannato Stephan
Schmidheiny a sedici
anni di reclusione.
La decisione è stata
poi confermata dalla
Corte di Appello di
Torino, che ha
aggravato la pena a
18 anni di reclusione. Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte
Europea, Prof. Romano Prodi
10
11111111
Piano nazionale amianto del Governo Monti
Termine della mappatura;
Sensibilizzazione ed informazione;
Studio del problema amianto, per cercare una soluzione;
Utilizzo delle discariche;
Sottovalutazione dei dati relativi alla presenza di amianto e
in corso;
Limitazione del problema amianto ai soli siti Eternit (e a
pochi altri).
12121212
I. PREVENZIONE PRIMARIA.
Decontaminazione dei luoghi di vita e di lavoro, con la
bonifica, attraverso un piano pluriennale nazionale di
modernizzazione infrastrutturale e di rilancio industriale,
attraverso la detrazione fiscale delle spese, dei fondi
strutturali europei, e dei finanziamenti della cassa depositi e
prestiti;
Governo pubblico attraverso una costituzione
che detti regole precise, con lo Stato arbitro, in
grado di intervenire per interdire eventuali distorsioni del
libero mercato e per fini sociali;
Valorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà.
13131313
II. PREVENZIONE SECONDARIA.
Ricerca scientifica, con la valorizzazione delle esperienze e
dei risultati conseguiti a livello internazionale;
Sorveglianza sanitaria per i cittadini e lavoratori esposti a
fibre di amianto;
Istituzione di una cabina di regia, per la costituzione di un
unico protocollo nazionale, applicabile ai casi di patologie
asbesto correlate.
14141414
III. PREVENZIONE TERZIARIA E TUTELA GIURIDICA DELLE VITTIME
.
Indagini epidemiologiche riferite a tutte le patologie asbesto correlate;
Istituzione del Registro degli esposti ad amianto;
Aggiornamento delle tabelle INAIL, con di tutte le patologie
asbesto correlate;
Istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro;
Riforma legislativa, che porti della norma di cui . 254 del
D.Lgs. 81/08;
Abrogazione del termine di decadenza per i benefici contributivi per
esposizione ad amianto per coloro che non hanno presentato la domanda entro il
15 giugno 2005;
Pensionamento anticipato per coloro che hanno patologie asbesto correlate,
anche qualora non abbiano ancora età pensionabile.
Dipartimento Ricerca e Cura del
Mesotelioma
Ambulatorio oncologico on line
Guardie Nazionali Amianto
15
16
17
Dipartimento Ricerca e Cura del
Mesotelioma
Ambulatorio oncologico on line
Guardie Nazionali Amianto
Ricorso alla Corte Europea
Petizione popolare
18
Quello che tu puoi fare
ma è ciò che dà significato
alla tua vita.
Albert Schweitzer
20
21
Grazie
Atti Convegno Asti 21.05.2014
Il Progetto S.O.S Amianto
Obiettivi
A. Migliorare le strutture, il patrimonio pubblico e
privato, etc.
Miglioramento
Salute
Ambiti Aspetti
1
2
Ambiente
3
Competitività
La fibra di amianto è killerA.
Un problema oggi e una minaccia domaniB.
4
Un ambiente sicuro, a misura d'uomo, rispettoso
dell'ambiente
A.
La bonifica rende più sicuro e attrattivo il territorioA.
Nuove opportunità di sviluppoB.
Migliorare la qualità della vitaB.
A. Informa, assiste in ogni passaggio burocratico il
cittadino e le imprese
Sportello
Finanziamenti
Ambiti Azioni
1
2
Bonifica
3
Incontra e
promuove
Indirizza il cittadino nella richiesta di finanziamentiA.
5
Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privatiA.
Promuove ogni anno incontri formativiA.
Promuove corsi sulla sicurezza lavoro introducendo
cancerogene
B.
Il Progetto S.O.S Amianto
Consulenza
Sanitaria e
Consulenza Legale
4
A. Consulenza Sanitaria e Consulenza Legale
A. Informa, assiste, aggiorna la situazioneSportello
Gestito project
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1
Eroga i contributiB.
contributi
Assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino
dovranno fornire servizi chiavi in mano)
Il Progetto S.O.S Amianto
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Bonifica
3
Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privatiA.
Verrà creata una lista di aziende che verranno accreditate al progetto SOS Amianto le
e/o 10 B (comma 1) e che siano in grado di fornire un servizio chiavi in mano
Il Progetto S.O.S Amianto
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promuove
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imprenditoriA.
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  • 2. ©Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-909105-6-2 Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email osservatorioamianto@gmail.com Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l’adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell’Editore.
  • 3. ATTI DEL CONVEGNO S.O.S. AMIANTO ASTI, 21 maggio 2014 Aula Magna UNI ASTISS, Piazzale Fabrizio de Andrè Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali Prima edizione: 30 settembre 2014 ISBN 978-88-909105-6-2
  • 4. Organizzazione del Convegno COMITATO SCIENTIFICO Dardanelli Carlo Fiumi Lorenza Mutti Luciano Roveri Norberto Servida Alberto SEGRETERIA SCIENTIFICA Gandini Gianna Gianotti Maria Anna Paolicchi Elisa Petraroia Sandra Roggero Carlo Savergnini Luigi Scalfari Francesco SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Barbesino Lucas De Filippo Pasquale Fiore Ines ATTI A CURA DI Fiumi Lorenza Rucco Michele HA COLLABORATO ALL’INIZIATIVA Meoni Carlo
  • 5. Programma dei lavori APERTURA DEI LAVORI E SALUTI DI BENVENUTO - Regione Piemonte, Assessore al Lavoro e Formazione Professionale – Claudia Porchietto - Regione Piemonte, Assessore alla Tutela della Salute e Sanità, Edilizia Sanitaria, Politiche sociali e Politiche della Famiglia, Coordinamento interassessorile delle politiche del volontariato – Ugo Cavallera - Sindaco di Asti - Avv. Fabrizio Brignolo - Provveditore agli Studi della Provincia di Asti - Dott. Alessandro Militerno - Assessore allo Sport, Istruzione, Politiche Giovanili e del Lavoro - Dott.ssa Marta Parodi - Presidente Università di Asti – Dott. Michele Maggiora RELAZIONI - LICEO SCIENTIFICO “F. VERCELLI” (Asti) AMIANTO: COSA FU ? COSA E’ STATO? COSA NE FACCIAMO ? Presentazione e relazione a cura della classe IV corso di scienze applicate Introduzione del Prof. Luigi Savergnini con il contributo del Dott. Alberto Servida (Dipart. Chimica e Chimica Industriale – Università di Genova) e del Dott. Norberto Roveri (Dipart. Chimica G.Ciamician Alma Mater Studiorim – Università di Bologna) Slide - ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI “G.A. GIOBERT” (Asti) SPETTRO AMIANTO Presentazione e relazione a cura della classe 3BCAT Introduzione del Prof. Carlo Roggero e del Prof. Cesare Zollo con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR) Slide
  • 6. - LICEO ARTISTICO “B. ALFIERI” (Asti) CATALOGAZIONE DATI DI RILEVAMENTO Presentazione e relazione Classe 5 A Introduzione della Prof.ssa Gianna Gandini con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR) Slide - LICEO CLASSICO “V. ALFIERI” (Asti) ASBESTOSI E MESOTELIOMA : NEMICI INVISIBILI E MORTALI Presentazione e relazione a cura della Classe IB Introduzione della Prof.ssa Maria Anna Gianotti con il contributo del Dott. Carlo Dardanelli (MMG ASL212 - Asti) e del Dott. Luciano Mutti (Presidente Gruppo Italiano Mesotelioma) Slide CONCLUSIONI - Segretario Generale ONA ONLUS – Dott. Michele Rucco - Presidente API ASTI – Dott. Andrea Cirio - Assessore Ambiente – Avv. Alberto Pasta - Direttore Università di Asti – Dott. Francesco Scalfari Moderatore: Giuseppe Rasolo RASSEGNA STAMPA
  • 7. APERTURA DEI LAVORI E SALUTI DI BENVENUTO
  • 11. LICEO SCIENTIFICO “F. VERCELLI” (Asti) AMIANTO: COSA FU? COSA E’ STATO? COSA NE FACCIAMO? Presentazione e relazione a cura della classe IV corso di scienze applicate Introduzione del Prof. Luigi Savergnini con il contributo del Dott. Alberto Servida (Dipart. Chimica e Chimica Industriale – Università dGenova) e del Dott. Norberto Roveri (Dipart. Chimica G.Ciamician Alma Mater Studiorim – Università di Bologna)
  • 12. INTRODUZIONE Prof. Luigi Alessandro Savergnini Docente di Scienze Naturali, Chimica e Scienze della Terra presso il Liceo Scientifico Statale “Francesco Vercelli “ di Asti. Quando mi è stato proposto dal mio dirigente, Prof. Angelo Barruscotto, di partecipare a questa iniziativa, ho esitato un po’ (molte sono le proposte che arrivano dal territorio e, spesso, si deve sacrificare qualcosa per motivi di tempo e priorità), ma l’enorme rilevanza del tema mi ha spinto ad accettare, coinvolgendo una classe ed in particolare alcuni degli allievi più attivi. I ragazzi hanno accolto la proposta con interesse ed ho deciso di dare loro fiducia per vedere che cosa avrebbero prodotto in autonomia, cercando di agire come supervisione e controllo, per quanto di mia competenza, quale docente di discipline scientifiche. Il primo lavoro di ricerca ha definito 4 aree: natura minerale del materiale amianto; suo utilizzo industriale in vari settori; implicazioni sociali ed ambientali; sviluppo delle tecniche di trattamento. Prezioso è stato poter attingere, informazioni e dati, ma anche forza ed idee, dai docenti universitari, i Professori Norberto Roveri, (Università di Bologna) ed Alberto Servida (Università di Genova). Con tutti ci scusiamo per imprecisioni o incorrettezze. Sintesi interventi degli allievi partecipanti (classe IV SB – liceo scientifico/scienze applicate). Daniello Riccardo, MINERALOGIA OVVERO… "Che cos’era l'amianto?". L'Amianto è un materiale ottenuto dalla lavorazione di diversi minerali provenienti da rocce ignee tra cui Serpentini, Ofioliti, e diversi altre. Si tratta di minerali formati da lunghe catene di tetraedri di silice, veri aghi; il crisotilo, il minerale più utilizzato per ricavarne l’amianto industriale, è però un Fillosilicato, ovvero ha una struttura costituita da fogli di tetraedri di silice. Come può essere così pericoloso? Perché gli strati di tetraedri (ed ottaedri) in questi casi non sono piani e paralleli, ma a causa di loro difetti, si curvano ed arrotolano, formando le fibre dell’amianto. Le impurità metalliche, purtroppo, conferiscono al materiale particolari capacità chimiche che risultano molto pericolose in ambito biologico: il ferro agirà come catalizzatore per la produzione di radicali, una volta in presenza dell'acqua nei tessuti organici. Di qui la pericolosità. Alasio Matteo, LA PRODUZIONE INDUSTRIALE E GLI USI, OVVERO … Cos’è stato? Le caratteristiche chimico-fisiche degli amianti, e particolarmente la resistenza alla trazione, al fuoco, alla corrosione e le proprietà termoisolanti, ne hanno fatto per anni un materiale ampiamente utilizzato nell’industria. Noto fin dall’antichità, la sua produzione, ha avuto un grande incremento a partire dalla seconda guerra mondiale; dall’inizio degli anni ‘40 è stato utilizzato, in modo massivo, per una svariata gamma di usi. Dal 1950 al 1979, la produzione risulta quintuplicata; nel 1977, nel mondo venivano estratte più di 5.000.000 tonnellate di amianto. Innumerevoli le applicazioni tecnologiche degli amianti. A migliaia. Di certo è stato uno dei minerali maggiormente impiegati dall’industria; alcune significative tipologie di utilizzo: isolante termoacustico, ritardante di fiamma, materiale antifrizione, rinforzante di manufatti cementizi, materiale per la produzione di guarnizioni antiacido, carica inerte nella produzione di svariati materiali, ecc.
  • 13. Montagnani Martina , L’AMBITO SOCIALE ed AMBIENTALE. OVVERO… Cos’è ora? Sono tre le aree di tutela: della salute; dell’ambiente; della sicurezza del lavoro. E’ un rilevante problema ambientale con importanti ricadute sanitarie per le patologie correlate. Notevoli le problematiche, sia sociali, per la percezione del rischio ad esso associato, sia economiche, in considerazione dei costi conseguenti agli interventi di bonifica. Le patologie sono caratterizzate da un lungo intervallo di latenza tra esposizione e comparsa della malattia (nel caso del mesotelioma, in genere, decenni). Le prime e principali vittime dell'asbesto sono state, e continuano a esserlo, i lavoratori esposti nella manipolazione delle fibre nell’attività estrattiva, nella produzione ed uso di prodotti e materiali, nella manutenzione degli impianti; nonché i loro familiari, che potevano respirare le fibre portate a casa con le tute. Oggi, il rischio riguarda i lavoratori impiegati nella manutenzione, bonifica e di gestione dei rifiuti. Obiettivi sono dunque: migliorare la qualità delle valutazioni del rischio e della sorveglianza; sensibilizzare l’opinione pubblica; trasferire conoscenze agli amministratori pubblici. Szabo Alexandra SMALTIMENTO od INERTIZZAZIONE? OVVERO… Cosa ne facciamo? La normativa dà due possibilità: stabilizzare in matrici cementizie o plastiche e mandare in discarica o effettuare trattamenti chimico-fisici che rendano innocuo il materiale e riciclarlo. A favore della seconda sono: il fatto che, per le discarica, occorrono sempre nuovi siti e che non si affronta il problema, rimandandone la soluzione; l’inertizzazione è definitiva ed il materiale trattato è innocuo. Contro c’è la diffidenza più o meno pregiudiziale (disinformazione su impianti/processi, dubbi per sicurezza ed impatto); ma anche per interessi a mantenere l’attuale sistema. Elenco alcuni trattamenti proposti. 1. TRATTAMENTO IDROTERMICO IN ACQUA SUPERCRITICA (ASC) Studiato presso l’Università degli studi di Genova dal gruppo di lavoro del professor Servida, il trattamento con acqua supercritica, (600-650°C e una pressione pari a 27 Mpa); è sostanzialmente una trasformazione della struttura dei cristalli e della loro composizione chimica, che porta alla completa distruzione delle fibre dell'amianto. L'acqua supercritica accelera i processi di trasporto nella matrice porosa e le cinetiche di reazione. 2. L' AMIANTO E IL SIERO DI LATTE Chemical Center- Dipartimento di Chimica dell' Università di Bologna, a guida del Prof. Roveri. In una prima fase, a temperatura ambiente, reagiscono (uno a dieci) cemento-amianto e siero di latte scartato dall’industria casearia (sufficientemente acido decompone la fase cementizia); si liberano CO2, acqua e ioni calcio; le fibre di amianto si depositano. Nella seconda fase, altro siero acido (4 ore, temperatura 180°C), denatura le fibre a silicati più semplici e ioni metallici disciolti e recuperabili; il precipitato (fosfati, silicati e batteri morti) può essere utilizzato come fertilizzante. 3. TORCIA AL PLASMA Il procedimento descritto dall’ing. Riccardo Zonza per ASSOAMIANTO avviene mediante fusione e consiste nel portare i rifiuti contenenti amianto ad alta temperatura (1600°C), grazie a un sistema con una scarica elettrica di grande potenza. Si ottiene un prodotto inerte, insolubile, di tipo vetroso, cioè non più dotato di una struttura cristallina. E’ molto costoso. 4. COTTURA IN FORNO CONTINUO A TUNNEL. KRY•AS Dr. A. F. Gualtieri dell’Università di Modena e Reggio Emilia, la ZETADI s.r.l.di Ferno (VA). Il procedimento è una conversione termica che trasforma le lastre di eternit in cemento, in forno continuo, il materiale subisce una ricristallizzazione totale; il ciclo è fino a 1200-1300 °C, per più di 24 ore. Il risultato è una sorta di clinker, usabile per produrre cemento. Anche questo è costoso.
  • 14. Conclusioni: cos’è emerso per me ed i ragazzi dall’esperienza fatta? Intanto la percezione della gravità, della diffusione e dell’urgenza del problema, ma anche la speranza che siano possibili soluzioni. Ed ancora un dubbio ed un conseguente monito: che la storia non si ripeta nei suoi aspetti peggiori; il problema dell’amianto, infatti è stato quello di averne sottovalutato la pericolosità (per qualcuno colpevolmente) a fronte delle possibilità di ricavarne profitti facili ed ingenti. Attenzione! Di nuovo può partire un buon business con l’amianto: ricerca, mappatura, rimozione, trattamenti. Noi, non siamo in grado di valutare le tecniche e non vogliamo criticare il flusso di ricchezza, pubblica o privata che sia, in ingresso od in uscita; ma ci preme ricordare che ogni cosa dovrebbe avere come fine ultimo il benessere di tutti. O diventa, prima o poi, fallimento. Ho già detto che è stato importante il poter attingere informazione dai docenti universitari, voglio ora ringraziarli, come cittadino, per tutto il lavoro di ricerca, che il mondo scientifico produce e che solo qualche volta emerge nelle sue implicazioni. In particolare per quanto si sta facendo di studio a livello applicativo in questo importante settore dell’inertizzazione. Ora, ci è sembrato, le tecnologie sono mature; noi ne abbiamo esposte 4, ma vi sono centinaia di brevetti depositati a livello italiano ed Europeo. Bisogna dunque che il mondo della Ricerca, superi le diffidenze tra i propugnatori di questo o quel metodo di trattamento, per arrivare ad una serena valutazione di questi ed una loro eventuale sintesi od integrazione, ottenendone il massimo d’efficacia, con il minimo di costi economici e sociali. Così pure l’auspicio è che i diversi livelli gestionali e politici interagiscano tra loro e vengano fatte le scelte migliori per la soluzione del problema ed ancora, che il tutto avvenga in tempi minimi. Infine è sicuramente fondamentale che vi sia qualcuno, come l’O.N.A. che continui a tenere alta la dovuta attenzione, con la gravità di quello che è già un lutto collettivo e stimoli tutti e ciascuno, a fare la propria parte, per arrivare al massimo contenimento dei danni. Questo non avverrà certamente nascondendo tutto, in discariche, sotto un po’ di terra e fingendo di pensare che sia per sempre. Non lo è.
  • 15. Progetto Amianto PARTE 1- MINERALOGIA OVVERO… "Che cosa era l'amianto?" Liceo Scientifico F. Vercelli Asti Daniello Riccardo 4SB
  • 22. Nota Le immagini sono tratte dalla pubblicazione: “Mineralogia” sul sito web dell’Università “Aldo Moro” di Bari.
  • 23. Progetto Amianto - PARTE 2 PRODUZIONE INDUSTRIALE ED USI, OVVERO … Cos’è stato? Liceo Scientifico F. Vercelli Asti Matteo Alasio 4SB
  • 25. Produzione e consumo nel tempo anni 103ton 0 50 100 150 200 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Produzione Consumo Fonte U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, 2006
  • 30. Il Problema Amianto: Come Smaltirlo Con il DM del 29/04/2004 n. 234 è stato definito un regolamento per la determinazione e la disciplina delle La normativa definisce due strategie principali:  stabilizzazione in matrici cementizie o plastiche da mandare in discarica (rifiuti stabili e non reattivi);  trattamenti di inertizzazione con metodi chimico-fisici che portano alla formazione di materiali recuperabili in quanto non hanno più le caratteristiche cristallochimiche e morfologiche dell'amianto.
  • 31. Il Problema Amianto: Come Smaltirlo Volumetrie di RCA smaltite negli anni 2011 e 2012 (studio INAIL, 2013).
  • 32. Il Problema Amianto: Come Smaltirlo Panorama delle discariche in esercizio non è confortante (studio INAIL, 2013).
  • 33. Il Problema Amianto: Come Smaltirlo Le volumetrie residue sono insufficienti (studio INAIL, 2013).
  • 34. NOTE Materiali tratti da: Gazzetta Ufficiale: DM del 29/04/2004 n. 234 studio INAIL Patologie da amianto, 2013 U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, 2006
  • 35. Progetto Amianto Parte 3 L’AMBITO SOCIALE, AMBIENTALE (ED ECOLOGICO) OVVERO… Cos’è ora? Liceo Scientifico F. Vercelli Asti Martina Montagnani 4SB
  • 36. La giusta dimensione delle cose
  • 38. Un tempo… nessuna protezione!
  • 39. Oggi c’è più attenzione
  • 40. Eternit di Casale Monferrato Sito di Interesse Nazionale
  • 41. La cava di Balangero
  • 42. Nota Le immagini sono tratte: dal sito web dell’Università di Genova da pagine Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Asbesto Dal sito http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano &id=658&area=Sicurezza chimica&menu=amianto
  • 43. Parte 4 SMALTIMENTO VS INERTIZZAZIONE OVVERO… Cosa ne facciamo? Liceo Scientifico F. Vercelli Asti Alexandra Szabo 4SB
  • 44. La normativa definisce: due strategie principali stabilizzazione in matrici cementizie o plastiche da mandare in discarica (rifiuti stabili e non reattivi) trattamenti di inertizzazione con metodi chimico-fisici = formazione di materiali diversi dall’amianto.
  • 45. Il Problema Amianto: Come Smaltirlo Si possono identificare tre sistemi: • Discariche; • Spedirlo altrove; • Processi di trattamento/trasformazione/inertizzazione Il conferimento in discarica, ovunque sia, non risolve il problema
  • 47. Reattore sperimentale ad acqua supercritica. L'acqua supercritica ha un duplice ruolo: A)accelerare i processi di trasporto entro la matrice porosa; B)accelerare le cinetiche
  • 48. L' AMIANTO E IL SIERO DI LATTE
  • 49. L' AMIANTO E IL SIERO DI LATTE
  • 54. CONCLUSIONI Occorrono RAPIDE azioni legislative nazionali e locali ATTENTA VALUTAZIONE DELLE TECNICHE e reperimento dei siti per impianti e depositi. ALTRETTANTO RAPIDI INTERVENTI DI RIMOZIONE PER EVITARE COSTI SOCIALI SICURAMENTE MOLTO ALTI.
  • 55. Note Dai siti web di: Università di Genova Chemical Center INERTAM Kry-ass
  • 56. Processo di trasformazione di manufatti in cemento-amianto utilizzando siero di latte esausto e/o scarti acidi provenienti da lavorazione del settore agroalimentare. Prof. Norberto Roveri, Dott. Isidoro Giorgio Lesci, Dott.ssa Sandra Petraroia Nonostante l’utilizzo dell’amianto sia stato vietato in Italia già dal 7 marzo 1992 con la Legge Fondamentale 257, nell’ambiente ne sono presenti enormi quantità a causa dell’impiego massiccio fatto nei decenni antecedenti al divieto, per la preparazione dei più svariati tipi di materiali: ammonta infatti a circa 30 milioni di tonnellate la quantità di rifiuti d’amianto derivanti dall’uso di tale minerale nel secolo scorso. L’amianto è una famiglia di minerali di natura a struttura fibrosa appartenenti alla classe minerale dei silicati quali fillosilicati e inosilicati. In base alla normativa italiana ed internazionale per amianto si intendono i seguenti sei minerali fibrosi: crisotilo, crocidolite, amosite, tremolite, actinolite, antofillite. L’amianto è stato largamente utilizzato nell’ambito dell’edilizia in rivestimenti isolanti, ricoprimenti a spruzzo, in rivestimenti di tubi e caldaie, in mattonelle e pavimenti in vinile, stucchi, plastiche rinforzanti e in cemento amianto. In tutte le sue applicazioni l’amianto si presenta in percentuale in massa nell’intervallo tra 2% - 25%, fatta eccezione dei tessuti e delle corde dove è stato utilizzato al 100% . Nel caso specifico del cemento amianto la concentrazione dell’amianto si aggira nell’intervallo del 10-15%. È opportuno ricordare che le discariche non risolvono il problema nel tempo, ma lo tramandano alle generazioni future: è pertanto importante studiare una strategia che permetta di inertizzare i RCA e sfruttarli successivamente come raw materials nella produzione di materiali secondari. A questo proposito, oltre alle già studiate tecniche di bonifica, la ricerca scientifica si è prodigata nella messa a punto di nuove metodologie che permettano l’inertizzazione ed il successivo riutilizzo dei RCA. Questi comprendono processi di condizionamento i matrici di diversa natura o processi che intervengono direttamente sulla struttura fibrosa del minerale stesso. I primi riducono la pericolosità delle fibre di amianto mediante un’azione di “contenimento” all’interno di una determinata matrice, mentre i secondi provvedono ad una “trasformazione” del prodotto mediante una modifica della struttura fibrosa. I principali processi di trasformazione di RCA si basano su trattamenti chimici per azione di acidi forti e su trattamenti termici o meccano chimici. Una delle problematiche maggiormente rilevate nel riciclaggio dell’amianto è il riutilizzo delle materie prime derivanti dai processi di trasformazione chimica indicate dalla tabella b del Dlgs 248/2004. Difatti tutti i processi attualmente noti per la trasformazione chimica dell’amianto (vetrificazione, litizzazione, vetroceramizzazione, modificazione meccano chimica, produzione di clincker) richiedono costi elevati dal punto di vista economico-energetico; pertanto la maggior parte degli RCA e dei MCA vengono interrati in apposite discariche. Il processo di trasformazione di manufatti in cemento-amianto è stato ideato e messo a punto presso il LEBSC (Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica) operante presso il Dipartimento di Chimica “G. Ciamician” dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna e in collaborazione con la Chemical Center S.r.L. (brevetto europeo: EP11175285.3).
  • 57. La Chemical Center S.r.l., nasce nel 2009, come società finalizzata alla ricerca per l’innovazione tecnologica, e si propone come punto di riferimento nella ricerca sia pubblica sia privata riguardo alla progettazione e studio di nuovi materiali “intelligenti” e tecnologie innovative per le aziende, al fine di risolvere le più diverse problematiche. In quest’ottica Chemical Center ha brevettato, sia a livello italiano che Europeo esteso ai paesi dell’est, una metodologia di trasformazione per manufatti in cemento-amianto con siero di latte esausto. E’ stato recentemente depositato un nuovo brevetto dal LEBSC S.r.L., in collaborazione con Chemical Center S.r.L.. Il brevetto, depositato dal LEBSC S.r.L. (MI2014A000789), prevede di utilizzare soluzioni acide ottenute dalle fermentazioni miste microbiologiche e fungine, in particolare da batteri Acetobacter aceti e lieviti Saccoromyceti cervisae derivanti da substrati solidi e liquidi di scarti alimentari. Il processo prevede quindi il riutilizzo di due materiali di risulta inquinanti, il cui costo di smaltimento in discarica è consistente, per produrre metalli, idrossidi di Ca , carbonato di Ca e fertilizzanti a base di fosfati aventi tutti un valore commerciale. In definitiva, da due rifiuti possiamo ottenere materiali nuovamente e completamente commercializzabili, con grandi benefici per l’ambiente e la salute umana. Breve descrizione del processo. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto pilota per la realizzazione di un processo di “ trasformazione di manufatti in cemento-amianto con siero di latte esausto e/o scarti acidi provenienti da lavorazione del settore agroalimentare” per poi realizzare un impianto industriale che consenta la lavorazione di 50.000/70.000 ton di cemento-amianto su base annua. Il processo per decomporre le fibre di amianto contenute all’interno dei manufatti di cemento- amianto prevede due fasi: 1) decomposizione del carbonato di calcio con liberazione in acqua delle fibre di amianto e 2) decomposizione delle fibre di amianto. In entrambe le fasi non si ha mai dispersione di fibre di amianto in aria perché tutte le due fasi del processo avvengono sempre in liquidi e comunque confinati dentro locali depressurizzati. Il processo denatura due inquinanti : amianto e scarti acidi provenienti dal settore agroalimentare e recupera metalli Mg, Ca, Ni, Mn, produce carbonato di calcio nanostrutturato per l’ edilizia (oppure bombole di CO2), idropittura, concime e fertilizzanti per l’ agricoltura e a fine processo non produce rifiuti liquidi o solidi. Da questo processo che presenta in modo immediato già il vantaggio della riconversione nobile si aggiungono altri vantaggi indotti come il risparmio energetico, in quanto l’utilizzo di processi naturali prevede un minore utilizzo di energia -la minore estrazione di materia prima dall’ambiente, come per esempio la calce e i metalli. La realizzazione di un impianto pilota come da progetto porta a dei risultati finanziari eccezionali in tempi brevissimi.
  • 58. Per ogni ciclo di lavorazione si ha un ricavo derivante dalle seguenti voci: -Introiti da conferimento: ricavi diretti per tonnellata cemento-amianto € 100,00 (attualmente il prezzo medio per il deposito in discarica) € 25,00 di siero di latte esausto (che corrispondono a 5 ton di siero) -Introiti indiretti (sottoprodotti) € 600,00 da idropittura (considerando una resa di 2400 litri ad un costo di 0,25 €/L € 90,00 da lingotti di Mg (considerando € 3,00/kg e una resa di circa 30 kg) €…….altri metalli estratti per via elettrochimica (Ni, Al, Mn, Fe…) € 12,5 (corrispondenti a 50 kg a 0,25 /Kg per fertilizzanti innovativi per la cultura biologica e biodinamica) 350 kg di CO2 che può essere liquefatta e venduta (€ 2 al Kg) Approssimativamente € 1500 a tonnellata di cemento amianto trattato.
  • 59. Sviluppo impianto sperimentale: L’impianto viene sviluppato all’interno a delle cabine depressurizzate dove non è prevista alcuna presenza dell’uomo, se non in caso di manutenzione, che assicurano, nell’ eventualità di dispersioni di fibre, un’aspirazione continua con deposizione delle polveri direttamente nella cisterna di reazione. L’impianto è composto da: • n° 9 Cisterne, di cui: o n° 1 Cisterna per lo stoccaggio del cemento-amianto di capacità 10000 litri; o n° 1 Cisterna per lo stoccaggio del siero di latte esausto di capacità 15000 Litri; o n° 1 Cisterna Reattore per il trattamento del cemeneto-amianto, costituito da due camere ciascuna di capacità 4000 Litri; o n° 2 Cisterne di raffreddamento di capacità 4000 Litri; o n° 1 Cisterna per Idropittura di capacità 4000 Litri; o n° 1 Cisterna per Idroleb di capacità 4000 Litri; o n° 1 Cisterna per stoccaggio acqua Idroleb di capacità 20000 Litri; o n° 1 Cisterna per stoccaggio siero di latte di capacità 20000 Litri. • n° 2 Nastri trasportatori, di cui: o n° 1 Nastro trasportatore, per conferimento dall’esterno del materiale; o n° 1 Nastro trasportatore, per la fuoriuscita dall’impianto degli scarti prodotti dalla lavorazione dei robot (cellophane). • n° 1 Trituratore primario, adibito alla lacerazione del cemento-amianto. • n° 1 Trituratore secondario, adibito alla frantumazione del cemento-amianto. • n° 1 Polverizzatore, adibito alla polverizzazione del composto. • n° 1 Robot antropomorfo, in grado di de-palettizzare e conferire le lastre cemento-amianto nel trituratore. • n° 1 Filtropressa a piastre orizzontali per fanghi. • n° 1 Idroleb, per il trattamento delle acque provenienti dalla reazione idrotermica. • n° 1 Impianto di pressurizzazione, per l’aspirazione delle polveri prodotte durante le lavorazioni. • n° 1 Cabina di regia. • n° 1 Compressore, per l’alimentazione di tutte le valvole a ghigliottina e pneumatiche; • n° 1 Cisterna olio diatermico, per il riscaldamento delle cisterne; • n° 1 Impianto di refrigerazione, per il raffreddamento del composto all’uscita del secondo stadio del reattore; • n° 2 Camere “bianche”, per favorire l’ingresso del personale nel locale B.
  • 60. In Fig.1 è riportata la planimetria dell’ impianto sperimentale per la trasformazione di manufatti in cemento-amianto secondo il processo brevettato mentre in fig 2 una riproduzione in 3 D dell’impianto. Figura 1
  • 62. In fig. 3 è riportato un disegno in 3 D contenete tutti i componenti dell’impianto: Figura 3
  • 63. ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE E PER GEOMETRI “G.A. GIOBERT” (Asti) SPETTRO AMIANTO Presentazione e relazione a cura della classe 3BCAT Introduzione del Prof. Carlo Roggero e del Prof. Cesare Zollo con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR)
  • 64. S.O.S. AMIANTO RELAZIONE A CURA DELLA CLASSE 3B-CAT ITCG GIOBERT ASTI 21-05-2014
  • 66. I vantaggi del telerilevamento satellitare Visione sinottica del territorio Osservazione ripetuta della terra Aggiornata disponibilità dei dati Costi relativamente bassi
  • 67. Le applicazioni del telerilevamento satellitare Rilievo del territorio Difformità catastali Desertificazione Deforestazione Frane Alluvioni Meteorologia Terremoti Etc.
  • 68. Principi del telerilevamento Lo spettro elettromagnetico è l'insieme di tutte le frequenze delleradiazioni elettromagnetiche. Suddivisione in bande Radiazione microonde 1 m – 1 mm Radiazione infrarossa 1 mm – 700 nm Radiazione visibile 700 nm – 400 nm Radiazione ultravioletta 400 nm– 10 nm
  • 69. Le bande spettrali: Multispettrale Esempio di sensore Fotocamere Hasselblad per fotografia multispettrale (1970). Cluster di 9 obiettivi diversamente filtrati per realizzare riprese multispettrali sullo stesso otogra a da ” Cosa vediamo La scena al suolo viene ripresa in tante diverse bande dello spettro, per produrre altrettante immagini diverse della stessa realtà, resa poi in maniera numerica e con un opportuno codice cromatico
  • 71. Tipologie e classificazione sensori Sensori attivi utilizzano la radiazione auto-emessa SAR -LIDAR Sensori passivi utilizzano la radiazione solare riflessa IKONOS-LANDASAT-GEOEYE
  • 72. Cenni storici Le prime riprese dall’alto Da aerostato o mongolfiera (1850) Da piccione (1903) Da aquilone (1906) Da aereo (1909)
  • 73. Cenni storici Sensori ad alta definizione New York, prima e dopo l’11 settembre (2001) riprese multitemporali effettuate dal satellite Ikonos
  • 74. APPLICAZIONE MIVIS RISOLUZIONE SPAZIALE 3 m PROCESSO CALIBRAZIONE TRASFORMAZIONE PROCEDURA IMAGE BASED CLASSIFICAZIONE
  • 75. APPLICAZIONE Asti Immagine 8bit “Google-API” Dimensioni 2 km x 2km Risoluzione spaziale 0,5 m (Geoeye based) Metodologia Object oriented
  • 77. APPLICAZIONE LEGENDA POSSIBILE COPERTURA IN CEMENTO-AMMIANTO PROCESSO PROCEDURA OBJECT BASED (SEGMENTAZIONE AREE RETTANGOLARI) CLASSIFICAZIONE TRAINING SET (NEAR NEIGHBOR)
  • 80. SOMMARIO Telerilevamento o Remote Sensing I vantaggi del telerilevamento satellitare Le applicazioni del telerilevamento satellitare Principi del telerilevamento Le bande spettrali: Multispettrale Sensore MIVIS Iperspettrale Tipologie e classificazione sensori Cenni storici Le prime riprese dall’alto Cenni storici Sensori ad alta definizione APPLICAZIONE MIVIS APPLICAZIONE Training set APPLICAZIONE
  • 81. CONTRIBUTO Lorenza Fiumi CNR – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico Sono riconoscente agli organizzatori di questo evento che considero molto importante per il tema trattato, in particolar modo, voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per questa iniziativa unica nel suo genere, che vede i ragazzi delle scuole superiori protagonisti. Di fatto un palcoscenico dove hanno dimostrato il loro valore, attraverso la necessaria mediazione degli insegnanti, che grazie al loro lavoro sono riusciti a motivarli ad entusiasmarli. Dare voce alle nuove generazioni su un problema sociale come quello dell’amianto, ritengo che sia il solo modo per diffondere una nuova cultura fatta di attenzione e rispetto nonché collaborazione attiva e responsabile, verso le tematiche legate all’amianto. Il tema trattato rappresenta ancora oggi alle soglie del terzo millennio, come un problema ambientale di particolare entità e gravità per gli effetti nocivi sulla salute dell’uomo, provocati dall’uso diffuso ed indiscriminato fino agli inizi degli anni ‘90. Attualmente, le emissioni di fibre di amianto sono provenienti prevalentemente dalle coperture in eternit di fabbricati in particolare da quelli in degrado e dallo smaltimento incontrollato di queste. Le lastre, esposte all'azione degli agenti atmosferici, che con il tempo corrodono la matrice cementizia, rilasciano fibre che vengono immesse nell'ambiente. Una volta immesse nell'atmosfera, le fibre di amianto, non subiscono trasformazioni chimico-fisiche e possono percorrere distanze considerevoli a causa delle loro proprietà aerodinamiche. La nocività del materiale dipende dalla particolare struttura delle fibre liberate che si diffondono nell’aria e se respirate penetrano nell’apparato respiratorio causando purtroppo le note malattie degenerative. Con grande coinvolgimento, i ragazzi dell’ Istituto Tecnico per Geometri G.A. Giobert con il contributo del professori Carlo Roggero e Cesare Zollo, nell’ambito dell’evento hanno dimostrato le potenzialità del telerilevamento nel monitoraggio del territorio con particolare attenzione alla mappatura delle coperture in cemento-amianto. In particolare, i ragazzi delle scuole hanno sviluppato una serie di metodiche che hanno permesso una mappatura di un’area campione, visto che, ad oggi, non esiste una mappatura completa nel territorio Astigiano che permette agli Enti preposti un reale controllo sul degrado del materiale. Va detto che, nonostante i pochi mezzi a disposizione (software e dati), i ragazzi hanno trattato l’argomento, con rigore scientifico, un corretto uso del lessico, riferimenti opportuni e precisi, evidenziando il lavoro svolto dagli insegnanti. In considerazione del grande interesse suscitato dall’uso del telerilevamento nel monitoraggio del territorio, ho contribuito a fornire una serie di spunti per un’ approfondimento della materia, al fine di proseguire questa esperienza, focalizzando l’attenzione in qualcosa che aiuta a conoscere l’ambiente che ci circonda.
  • 82. Riporto di seguito brevemente alcune tematiche corredate da immagini. • Controllo su discariche in esercizio, dismesse o abusive spettrali è possibile enfatizzare il rilevato delle discariche interessate a problemi di impermeabilizzazione. Mentre l’analisi della risposta della vegetazione nell’infrarosso termico medio permette di definire bio sito. • Struttura della vegetazione. Il dato arboree al fine di identificare, in funzione del loro stadio fenologico, l • Controllo inquinamento in acqua parametri fisici chimici e geofisici inquinamento antropico in ambienti brevemente alcune tematiche corredate da immagini. Controllo su discariche in esercizio, dismesse o abusive. Attraverso l’analisi delle risposte spettrali è possibile enfatizzare il rilevato delle discariche interessate a problemi di impermeabilizzazione. Mentre l’analisi della risposta della vegetazione nell’infrarosso termico medio permette di definire bio-indicatori correlati alla qualità dell’ambiente in prossimità del Il dato tele rilevato permette la caratterizzazione delle diverse specie arboree al fine di identificare, in funzione del loro stadio fenologico, lo stato fitosanitario. Controllo inquinamento in acqua. L’elaborazione del dato permette una caratterizzazione di parametri fisici chimici e geofisici (ad esempio immissioni riconducibili a fenomeni di ambienti acquatici (fiumi, laghi, e mari). . Attraverso l’analisi delle risposte spettrali è possibile enfatizzare il rilevato delle discariche interessate a problemi di impermeabilizzazione. Mentre l’analisi della risposta della vegetazione nell’infrarosso termico dicatori correlati alla qualità dell’ambiente in prossimità del permette la caratterizzazione delle diverse specie o stato fitosanitario. . L’elaborazione del dato permette una caratterizzazione di (ad esempio immissioni riconducibili a fenomeni di
  • 83. • Individuazione di siti archeologici. L’analisi dei dati telerilevati permette di estrarre informazioni sul materiale affiorante, tracce antropiche relative all’antica presenza umana sul territorio. I risultati dell’attività svolta, in questo specifico settore si sono dimostrati interessanti in particolare modo nell’area Archeologica di Tor di Quinto (Roma) nella definizione di strutture archeologiche sepolte.
  • 84. LICEO ARTISTICO “B. ALFIERI” (Asti) CATALOGAZIONE DATI DI RILEVAMENTO Presentazione e relazione Classe 5 A Introduzione della Prof.ssa Gianna Gandini con il contributo della Dott.ssa Lorenza Fiumi (Istituto sull’Inquinamento Atmosferico - IIA CNR)
  • 85. CONVEGNO "S.O.S. AMIANTO" 21 maggio 2014 Istituto di Istruzione Superiore Vittorio Alfieri Liceo Artistico Statale "Benedetto Alfieri" Asti
  • 86. Catalogazione dati di rilevamento a cura della classe 5° AA – sezione disegnatori di architettura e arredamento
  • 87. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI ANAGRAFICA - ENTE PROPRIETARIO persona fisica o giuridica o Ente intestatario del sito o altro soggetto interessato - IDENTIFICATIVO INDIRIZZO COMUNE/PROVINCIA AZIENDA inserire possibilmente all’interno dello stesso campo la Via/Viale/Piazza, nr Civico, CAP il Comune e la Provincia di appartenenza - RIFERIMENTI CATASTALI - RIFERIMENTI URBANISTICI TIPOLOGIA - DESCRIZIONE SITO indicare una o più tipologie, descrivere il sito indicare tutti i tipi di materiale contenente amianto presenti nel sito ed eventualmente barrare più caselle. DESCRIZIONE MATERIALE indicare eventuali particolari caratteristiche
  • 88. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI INDICATORI A.TIPOLOGIA DI MATERIALE CONTENENTE AMIANTO valutare se il materiale contente amianto può essere facilmente sbriciolato o ridotto in polvere con la semplice pressione manuale. Nel caso sia presente sia materiale compatto che materiale friabile, indicare friabile. B. TIPOLOGIA ATTIVITA’ indicare se il sito è un ambiente di vita con fruibilità da parte della popolazione, accessibile a tutti e posto al servizio della collettività. C. ACCESSIBILITA’ indicare se c’è la possibilità di accedere al luogo dove è ubicato fisicamente il materiale contenente Amianto. D. PRESENZA DI CONFINAMENTO indicare se è presente una barriera fisica permanente che separa l’ambiente esterno dal materiale contenente amianto.
  • 89. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI QUANTITÀ DI MATERIALE STIMATO (Kg) Indicare il range in cui rientra la quantità di materiale contente amianto, stimata come totale tra materiale friabile e compatto. I pesi vanno considerati come totale del materiale contenete amianto e non come % di amianto contenuto. Nel caso di materiale solo compatto, stimare il peso assumendo come parametro medio di riferimento per le lastre di copertura il valore di 17 Kg/mq e per i pavimenti di vinil amianto il valore di 3,5 Kg/mq. PESO STIMATO FRIABILE (Kg) Indicare il peso stimato. PESO STIMATO COMPATTO (Kg) Indicare il peso stimato. PRESENZA DI UN PROGRAMMA DI MANUTENZIONE E CONTROLLO Indicare se sono presenti iniziative documentate finalizzate alla vigilanza della presenza nel sito di amianto al fine del contenimento dell’emissione di fibre (Documento previsto dal Decreto Ministeriale 6 settembre 1994).
  • 90. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI PRESENZA DI CAUSE CHE CREANO O FAVORISCONO LA DISPERSIONE DI FIBRE Indicare se ci sono situazioni che interferiscono con la presenza di amianto e possono determinare la dispersione di fibre, come ad esempio la presenza di ventilazione nelle vicinanze del materiale contente amianto, la presenza di attività che possono determinare vibrazioni, ecc... CONCENTRAZIONE DI FIBRE AERODISPERSE Nel caso non siano state eseguite delle misure, indicare idati AREA DI ESTENSIONE DEL SITO (m2) Indicare il range in cui rientra tutta l’area di estensione del sito e non solo quella interessata dalla presenza di amianto. EFFETTIVA AREA RICOMPRESA NEL PERIMETRO DEL SITO (m2) Indicare l’area stimata.
  • 91. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI SUPERFICIE ESPOSTA ALL’ARIA (m2) Indicare il range in cui rientra la superficie interessata dalla presenza di materiale contente amianto, esposta all’aria ovvero non confinata o incapsulata. EFFETTIVA SUPERFICIE CON AMIANTO FRIABILE (m2) Indicare l’area stimata. EFFETTIVA SUPERFICIE CON AMIANTO COMPATTO (m2) Indicare l’area stimata. COINVOLGIMENTO DEL SITO IN LAVORI DI URBANIZZAZIONE Indicare se esistono atti amministrativi (permessi, autorizzazioni, altro) attestanti il coinvolgimento del sito in lavori che prevedono interventi su edificato o su suolo. STATO DI CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE EDILI specificare lo stato di conservazione sulla base dell’accertamento dello stato di degrado delle strutture/impianti contenti amianto, effettuato ai sensi della DGRV 265/2011. Indicare “Dann. <10%” se dai risultati dell’indice di degrado NON E’ prevista la bonifica; “Dann. >10%” se dai risultati dell’indice di degrado E’ prevista la bonifica.
  • 92. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI TEMPO TRASCORSO DALLA DISMISSIONE (ANNI) Se il sito è ancora in attività, precisarlo. DATA DISMISSIONE Indicare l'eventuale data di dismissione nel formato gg-mm-aaaa. DATI EPIDEMIOLOGICI Segnalare se sono presenti dati epidemiologici indicanti aumento delle patologie correlate all’esposizione ad amianto nell’area di mappatura (le patologie da intendersi sono l’asbestosi ed il mesotelioma con incremento statisticamente significativo al 95%)
  • 93. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI FREQUENZA DI UTILIZZO Per frequenza OCCASIONALE si intende meno di 1 volta a settimana, PERIODICA 1-2 volte a settimana e COSTANTE più di 2 volte a settimana. Le scuole ricadono sempre nella frequenza COSTANTE. DISTANZA DAL CENTRO URBANO (m) Indicare il range entro cui ricade la distanza dal perimetro del sito al punto di valutazione (indicativamente selezionare 0 se il sito è ubicato in città/paese oppure selezionare >1000 se il sito è ubicato in aperta campagna). DENSITÀ DI POPOLAZIONE Da riferirsi al grado di urbanizzazione del sito e dell’area circostante ad esso. ETÀ MEDIA DEI SOGGETTI FREQUENTATORI (anni) Indicare il range in cui rientra l’età media dei soggetti che frequentano
  • 94. TIPOLOGIE DI DATI OCCORRENTI STATO DELLA BONIFICA Indicare lo stato della bonifica; per parzialmente bonificato si intende un sito in cui non vi è stata la totale rimozione dei Materiali contenenti Amianto - TIPO DI INTERVENTO Solo nel caso di bonifica selezionare uno o più tipi tra quelli in elenco - COSTI TOTALI STIMATI DELL’INTERVENTO (€) In caso di interventi di bonifica multipli, ad esempio incapsulamento di alcuni materiali contenti amianto e rimozione di altri, andranno quantificati separatamente i costi dei singoli interventi - DATA COMPILAZIONE Il giorno/mese/anno in cui è stata compilata la scheda - PERSONA CHE HA ESEGUITO LA COMPILAZIONE Nome e Cognome della persona che ha eseguito la compilazione
  • 103. FONTI ARPAV - DIPARTIMENTO REGIONALE LABORATORI SERVIZIO LABORATORIO DI VERONA COMUNE DI CARIATI COMUNE DI VINCHIO COMUNE DI REGGIO CALABRIA
  • 104. CONTRIBUTO Lorenza Fiumi CNR – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico Voglio rivolgere i miei complimenti ai ragazzi del Liceo Artistico B. Alfieri, classe 5^ A, per il lavoro svolto, attraverso un lavoro di ricerca pluridisciplinare hanno sviluppato un argomento fondamentale per la conoscenza dell’ambiente che ci circonda, dal titolo: Catalogazione Dati di Rilevamento, con il coordinamento della prof.ssa Gianna Gandini. Partendo dalla considerazione che il requisito previo per tutelare e salvaguardare le persone e l’ambiente dal problema amianto è l’impegno conoscitivo, citato da molti come: “il percorso della conoscenza”. Infatti, l’attività di inventariazione e catalogazione è fondamentale ed è preliminare ai successivi interventi e a tutti i tipi di attività che interessano gli Enti preposti. Evidenziare i singoli aspetti, ricostruire la storia, le caratteristiche del manufatto, è uno dei principi guida sottesi alle metodologie di una moderna attività di ricognizione documentaria che permettono di registrare tutte le informazioni e i dati ritenuti necessari per l’indagine e la conoscenza puntuale del bene. I ragazzi della 5^ A, preparati e determinati, con la guida dell’insegnante, hanno presentato il lavoro ispirati al pieno rigore scientifico, descrivendo ed illustrando nelle linee essenziali l’impostazione dell’attività di catalogazione nell’ambito del tema amianto. A partire dalle informazioni anagrafiche e descrizione del sito e materiale presente, hanno inoltre fatto accenno ad indicatori come tipologia di materiale contenete amianto, tipologia di attività, presenza di confinamento e presenza di materiale stimato. Attraverso un importante lavoro di ricerca bibliografica, hanno portato come esempio i lavori di catalogazione mediante sopraluoghi, svolti dagli Enti come l’ ARPAV, dal Comune di Cariati, dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Vinchio. Con una corretta opera di catalogazione di dati, i ragazzi hanno puntualmente evidenziato l’importanza di avere un quadro conoscitivo, anche di situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto deteriorato o friabile, sia di origine antropica che naturale. Mi preme sottolineare che questa iniziativa, alla quale ho dato tutto il mio sostegno, rientra pienamente tra le attività che il CNR è chiamato a svolgere di comunicazione e promozione della ricerca, in particolare curare la diffusione dei relativi risultati, creare un raccordo, incentivare e valorizzare forme di collaborazione tra il settore della ricerca pubblica e il sistema educativo nazionale. Ritengo esprimere un doveroso ma soprattutto sentito ringraziamento agli organizzatori dell’iniziativa, a quanti hanno contribuito nelle varie forme alla buona riuscita dell'evento, in particolare ai due organizzatori Ines Fiore e Pasquale De Filippo, dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA).
  • 105. Il loro impegno ha permesso la concretizzazione di questa iniziativa che ha visto i ragazzi protagonisti. Un’esperienza di grande valore formativo, che ha permesso agli alunni delle scuole partecipanti di rapportarsi con persone che operano e rivestono ruoli diversi nel vasto settore dell’amianto. Sono certa che la disponibilità e l’attenzione di tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa e di quanti vogliono usufruire dei risultati conseguiti potranno aiutare la diffusione e la crescita della sensibilità verso l’ambiente e la sua qualità nonché la salute della popolazione.
  • 106. LICEO CLASSICO “V. ALFIERI” (Asti) ASBESTOSI E MESOTELIOMA : NEMICI INVISIBILI E MORTALI Presentazione e relazione a cura della Classe IB Introduzione della Prof.ssa Maria Anna Gianotti con il contributo del Dott. Carlo Dardanelli (MMG ASL212 - Asti) e del Dott. Luciano Mutti (Presidente Gruppo Italiano Mesotelioma)
  • 107. INTRODUZIONE Prof.ssa Maria Anna Gianotti In sede di organizzazione del Convegno “SOS AMIANTO”, ai ragazzi della classe Iª B del Liceo Classico Alfieri di Asti era stato affidato il compito di illustrare le patologie correlate all’esposizione del corpo umano alle particelle di un materiale inerte e tossico per la salute derivato dalla lavorazione dell’asbesto, comunemente conosciuto come eternit. L’esposizione all’amianto è la causa principale che porta le persone a contrarre il mesotelioma, una malattia che inizia con la formazione di un piccolo nodulo che tende ad espandersi e degenerare in forma tumorale. Le microscopiche fibre di amianto entrano nel corpo, attraverso le narici o la bocca e qualora riescano a insinuarsi nel mesotelio, possono cominciare a provocare lesioni che con il passare del tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici, modificazioni genetiche dei tessuti colpiti. Martedì 23 aprile 2014 nell’aula Magna dell’Università di Asti, gli alunni del Liceo Classico hanno affrontato il tema ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI. In tutto il percorso sono stata supportata dalla presenza del Dott. Carlo Dardanelli, medico di base presso l’ASL 212 di ASTI, che con disponibilità encomiabile, ha prima spiegato la patologia e successivamente ha chiarito i dubbi e ha risposto alle sollecitazioni. Ogni alunno ha portato il suo contributo liberamente, condividendo la difficoltà di esprimere in modo chiaro e comprensibile concetti spesso complessi e man mano che il lavoro prendeva forma, da insegnante, ho visto come la classe si sia entusiasmata, abbia avuto la percezione di imparare ad ottimizzare il tempo, l’impegno e le risorse messe a loro disposizione. L’articolazione definitiva dell’intervento del nostro Istituto è stato frutto di una sinergia di lavoro: • Presentazione a cura degli alunni sul tema: “ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI“ • Intervento del Dott. Carlo Dardanelli • Relazione della Dott.ssa Elisa Paolicchi, ricercatrice presso. l’Università di Pisa: “LE ULTIME ACQUISIZIONI SCIENTIFICHE IN MATERIA DI MESOTELIOMA“ Sento il dovere di ringraziare la disponibilità del Prof. Luciano Mutti, tutor del gruppo, illustre oncologo nonché Presidente del Gruppo Italiano Mesotelioma (www.gime.it) che ha seguito via Internet il lavoro e che ha permesso alla Dott. Elisa Paolicchi di intervenire personalmente per presentare lo stato della ricerca sulla terapia genica.
  • 108. L’occasione di partecipare al convegno, ha permesso ai miei studenti di fare la scoperta personale del sapere come modo di rapportarsi con gli altri in uno spirito amichevole e curioso, condividendo un’esperienza formativa che ha portato ad un esito inaspettato poiché sono state gettate le basi per un gemellaggio scientifico Asti-Pisa. Il gruppo infatti, è stato invitato a visitare al laboratorio del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa dove la Dott.ssa Elisa Paolicchi (che lavora nella struttura diretta dal Prof. Stefano Landi) si occupa di ricerca genetica. Al momento è in progetto per l’anno scolastico 2014-2015 l’organizzazione di questa uscita didattica, che senza dubbio aprirà gli orizzonti sul mondo della ricerca genetica. Prof.ssa Maria Anna Gianotti
  • 109. 21 MAGGIO 2014 LICEO CLASSICO VITTORIO ALFIERI DI ASTI Asbestosi e MESOTELIOMA : nemici invisibili e mortali PRESENTAZIONE E RELAZIONE A CURA DELLA CLASSE IB SEGUITA DALLA PROFESSORESSA MARIA ANNA GIANOTTI DAL DOTT. CARLO DARDANELLI MMG ASL212 Asti IN COLLABORAZIONE CON IL PROF. LUCIANO MUTTI 1
  • 110. Il mesotelio è un tessuto che riveste, come una sottile pellicola, la parete interna di torace e addome e lo spazio intorno al cuore. PERCHE’ SI PARLA DI CANCRO DEL MESOTELIO ? Il mesotelioma si annida nel rivestimento dei polmoni, del cuore o dell’addome 2
  • 111. DURANTE LO SVILUPPO EMBRIONALE GLI ORGANI SI FORMANO A PARTIRE DA TRE FOGLIETTI ECTODERMA ENDODERMA MESODERMA NELL’UOMO DALL’EVOLUZIONE DEL FOGLIETTO INTERMEDIO SI FORMERANNO LA CAVITA’ PLEURICA E LA CAVITA’ ADDOMINALE . 3
  • 112. 4
  • 113. Cosa causa il mesotelioma? Nell’aria si possono diffondere particelle di polvere contenenti spicole di asbesto, che riescono a penetrare nell’apparato respiratorio I primi sintomi della malattia si possono sviluppare almenosi possono sviluppare almeno dopo quindici, vent’anni dall’esposizione . La malattia ha un periodo di latenza insolitamente lungo. Radiografia di polmoni affetti da patologia asbesto-correlata 5
  • 114. 6
  • 115. L’ esposizione all’amianto è la causa principale che porta le persone a contrarre il mesotelioma. Le fibre entrano nel corpo attraverso le narici o la bocca e se le fibre si insinuano nel mesotelio, possonobocca e se le fibre si insinuano nel mesotelio, possono cominciare a provocare piccole lesioni che con il passare del tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici, modificazioni genetiche che portano a contrarre il mesotelioma. 7
  • 116. Quanti tipi di mesotelioma si conoscono? Mesotelioma peritoneale: colpisce la membrana che riveste lo stomaco e l’intestino. Mesotelioma pleurico: colpisce le membrane che rivestono i polmonipolmoni Mesotelioma del pericardio: colpisce la membrana che riveste il cuore. Mesotelioma testicolare: colpisce la membrana che riveste i testicoli 8
  • 117. L'esordio del mesotelioma pleurico è di solito insidioso; un modesto deficit COME SI MANIFESTA? modesto deficit respiratorio, dolore toracico ed affanno, sono i sintomi più comuni. 9
  • 118. Come riconoscere la malattia? I sintomi provocano dolori al petto e in particolare: Difficoltà respiratorie ( versamento pleurico ) Riduzione dell’ espansione del petto Dolori addominali ( ascite )Dolori addominali ( ascite ) I pazienti all’inizio sono portati a pensare di avere un banale disturbo alle vie respiratorie . 10
  • 119. Cosa fare se viene diagnosticato il mesotelioma? Si possono incontrare difficoltà a compiere sforzi fisici. Si avverte la sensazione di essere senza respiro più frequentemente del normale.frequentemente del normale. Si nota perdita di peso. I sintomi portano a richiedere l’intervento del medico per alleviare il dolore, fino alla somministrazione di ossigeno o calmanti . 11
  • 120. Quali cure? Chirurgia : pleurectomía o la pneumonectomía extra-pleurica. La chemioterapia utilizza farmaci che cercano di eliminare le cellule cancerose. La radioterapia utilizza le radiazioni per eliminare le cellule cancerose. La chirurgia palliativa cerca di rimuovere i tumori con lo scopoLa chirurgia palliativa cerca di rimuovere i tumori con lo scopo di ridurre il dolore e i liquidi che si accumulano nel le cavità interne. La terapia con ossigeno e la terapia respiratoria aiutano il paziente a respirar in maniera meno faticosa. Terapie alternative come diete particolari, integratori, yoga e agopuntura possono servire ad aiutare il corpo a recuperare le forze in modo naturale. 12
  • 121. TERAPIA GENICA IL PUNTO SULLA RICERCA GUIDATA DAL PROF. LUCIANO MUTTI La ricerca si è concentrata sul ruolo di AKT una proteina la cui attivazione gioca un ruolo essenziale nell’aumentare la sopravvivenza delle cellule normali esposte ad agenti tossici e/o cancerogenetici sia nelle cellule mesoteliali coltivate Spicole di amianto nelle cellule mesoteliali coltivate sperimentalmente esposte ad amianto sia nelle cellule di Mesotelioma. Quindi AKT è stata considerata una proteina chiave nel processo che porta alla selezione di cellule mesoteliali tumorali dopo esposizione a fibre di amianto. 13
  • 122. Le contaminazioni difficili da estirpare…. DA UN ARTICOLO DI DACIA MARAINI DEL 22 APRILE 2014 A pag.35 de Il Corriere della Sera del 22.04.2014, Dacia Maraini scrive che a soli 60 anni se n’è andato un parroco gentile delle montagne abruzzesi. Don Daniele Mussa era amato da tutti anche dai non credenti. Seguace di Papa Francesco, ne condivideva le radici latino-americane. .. In queste montagne dai boschi centenari, dove si vive bene, ci si ammala troppo spesso di cancro, di malattie del sistema nervoso. .. Per via aerea e acquifera penetrano i veleni che le varie industrie hanno disseminato per ilacquifera penetrano i veleni che le varie industrie hanno disseminato per il Paese, nel silenzio assenso degli amministratori locali e nazionali. .. Nessuno può ormai illudersi di rimanerne fuori. La discarica di Bussi, che si trova in Abruzzo viene definita la più pericolosa bomba ecologica d’Europa. .. Ad esempio l’eternit di cui parla il costruttore Gerardo Di Pirro, per smaltirlo ci vogliono annose trafile burocratiche e nessuno controlla che la decontaminazione sia praticata. .. Basterebbe, per cominciare, imporre la tracciabilità dei rifiuti e dei trasporti. E’ già stato proposto in Parlamento. Il sistema è partito con costi enormi, ma poi è abortito, perchè le grandi industrie non volevano controlli. Nessuno ha protestato. E i nostri figli che studiano a Pescara, bevono acqua contaminata…… 14
  • 124. CONTRIBUTO Dott.ssa Elisa Paolicchi Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa Ascoltare la presentazione dei ragazzi della Iª B del liceo classico Alfieri di Asti è stato entusiasmante: i ragazzi, grazie alla guida della Dott.ssa Maria Anna Gianotti, sono riusciti a presentare in modo dettagliato e puntuale le caratteristiche dell’insorgenza e cura del mesotelioma accennando anche alla terapia genica. Nel laboratorio di Genetica dell’Università di Pisa sono attualmente in corso alcuni studi pre-clinici volti a valutare l’efficacia di nuove modalità terapeutiche. Infatti in assenza di un’efficiente strategia per la cura di tale neoplasia, impelle la necessità di comprendere i meccanismi molecolari coinvolti nella carcinogenesi e nella chemioresistenza, cosa che potrebbe conseguentemente aiutare a sviluppare nuove strategie terapeutiche. Un metodo chiave potrebbe essere costituito dalla identificazione delle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma, nonché dei geni ivi contenuti. Per questo, la strategia adottata dai nostri laboratori è stata quella di effettuare un’estesa rewiew della letteratura, al fine di identificare le alterazioni cromosomiche più comuni nei pazienti di mesotelioma, nonché, all’interno di esse, quelle correlate con una prognosi peggiore. Sono stati poi ricercati geni in esse contenuti che possono essere considerati potenziali geni target per il mesotelioma, tra questi sono stati identificati la Mesotelina, i geni Polycomb e alcuni miRNA. Attualmente stiamo utilizzando tecniche di silenziamento genico, volte a spegnere l’espressione dei geni e miRNA in questione, dimostrando che la mancanza di espressione del gene target determina una significativa riduzione della proliferazione delle cellule di mesotelioma nonché della loro capacità di metastatizzare. Questo risultati consentono, da un lato, di identificare nuovi bersagli terapeutici specifici, dall’ altra pongono le basi anche per disegnare nuovi approcci di terapia genetica di questa neoplasia.
  • 125. Elisa Paolicchi, Dipartimento di Biologia, Pisa
  • 126. Il Mesotelioma è un tumore maligno primitivo che origina dalle cellule mesoteliali. Prevalentemente insorge nella pleura, più raramente nel peritoneo, nel pericardio e nella tunica vaginale del testicolo.
  • 127. MPM è un tumore raro. In ogni milione di persone si evidenziano non più di 2 nuovi casi di MPM . stato però stimato che nei principali paesi europei aumenterà progressivamente causando oltre 250.000 morti entro il 2020 (Peto e coll., 1998-1999). MPM è il più frequente tumore maligno pleurico primitivo, con frequenza in aumento
  • 128. Relazione asbesto esposizione in 80% pz con mesotelioma Latenza esposizione - comparsa 20 30 aa spesso no placche ed altri segni asbestosi
  • 129. Infezione da virus SV40 (Carbone et al., 2002) Esposizione a radiazioni ionizzanti (Wagner et al., 1960)
  • 130. Fibre Interazione diretta con le cellule target Interazione con le cellule infiammatorie Macrofagi Mesotelio Alterazioni geniche Alterazioni cromosomiche Produzione di ROS Produzione di citochine Produzione di ROS Produzione di RSN
  • 131. Il lungo periodo di latenza tra l'esposizione all'amianto e lo sviluppo del tumore probabilmente implica che numerosi cambiamenti genetici sono necessari per la trasformazione maligna delle cellule mesoteliali. Esposizione Periodo di latenza: 30 anni MUTAZIONI GENETICHE IN CORSO? MECCANISMI MOLECOLARI COINVOLTI NELLA CARCINOGENESI
  • 134. Migliorare diagnosi, terapia e prognosi Caratterizzare le alterazioni genetiche che si verificano all'interno delle cellule neoplastiche ed i geni chiave coinvolti
  • 135. Normal Tumor Denature Normal metaphase chromosome Raccolta ed analisi dei dati pubblicati in letteratura sulle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma individuate tramite CGH Identificazione delle aberrazioni cromosomiche più comunemente coinvolte nei tessuti di mesotelioma Raccolta ed analisi di dati di espressione genica Identificazione delle aberrazioni cromosomiche correlate con la bassa sopravvivenza Identificazione di geni deregolati in altri tipi di tumori e correlati alla bassa sopravvivenza Geni CHIAVE Microarray Scanner Computer Software analysis
  • 136. Estesa ricerca bibliografica mirante a raccogliere tutti i lavori di CGH pubblicati. References Technique employed Cell line Epitheliod Cell line Sarcomatoid Cell line Biphasic Tissues Epitheliod Tissues Sarcomatoid Tissues Biphasic Kivipensas P. et al. CGH 3 3 2 3 Björkqvist A-M. et al. CGH 8 1 18 Björkqvist A-M. et al. CGH 19 5 10 Ascoli V. et al. CGH 3 1 1 Krismann M. et al. CGH 20 25 21 Musti M. et al. CGH 1 Simon F. et al. CGH 1 Knuuttila A. et al. CGH 8 Scattone A. et al. CGH 6 Schulten H.J. et al. CGH 1 1 Lindholm P.M. et al. CGH 15 8 3 8 MPM CELL LINES 4 EPITHELIOID TYPE 1 SARCOMATOID TYPE 3 BIPHASIC TYPE 179 MPM TISSUES 74 EPITHELIOID TYPE 48 SARCOMATOID TYPE 57 BIPHASIC TYPE Raccolta di tessuti e linee cellulari di MPM Per ciascun campione tessutale ed ogni linea cellulare riportati nei manoscritti, abbiamo registrato tutte le alterazioni cromosomiche.
  • 138. La presenza di uno qualsiasi dei riarrangiamenti che coinvolgono la perdita di: 1p / 4p o il guadagno di: 7pter-7q31.2 / 8q (= 1) risulta associata ad una minore sopravvivenza dei pazienti con MPM rispetto a quelli che non sono portatori di nessuno di essi (= 0) 100 80 60 40 20 0 Survivalprobability(%) 0 20 40 60 80 Months Class 0 Class 1
  • 139. KEGG Pathway Genes mapped in the pathway Adjusted P-value Focal adhesion KDR, LAMB1, ACTB, CAV1, MET, PDGFRA, CAV2, LAMC2 8.53 x 10-6 Pathways in cancer CCNE2, CASP3, MYC, IL8, LAMB1, MET, PDGFRA, LAMC2, FZD6 1.61 x 10-5 Cell cycle MCM4, CCNE2, CDC14A, CDC7, MYC, RAD21 2.92 x 10-5 Cytokine-cytokine receptor interaction CXCL2, MET, PDGFRA, IL15, KDR, IL8 8.00 x 10-4
  • 140. Relativeabsorbance492nm Days 0 1 2 3 4 5 0 2 4 6 * siCtrl siMSLN-1 siMSLN-1 siCtrl 70 KDa 40 KDa 56 KDa 42 KDa 42 KDa 40 KDa 42 KDa p-AKT p-ERK ERK1-2 -actin MSLNVector EmptyVector Mesothelin Mero-14 NCI-H28 Mesotelina (MSLN) è normalmente espressa a bassi livelli nelle cellule mesoteliali e sovra-espressa in diversi tumori umani, tra cui MPM, cancro ovarico e adenocarcinoma pancreatico.
  • 141. siCtrl siMSLN-1 Mero-14 0 20 40 60 80 100 120 sict simslnsiCtrl siMSLN-1 Cellpercentage(%) 50 µm 50 µm
  • 143. Caspaseactivity Mero-14 * 42 KDa -actin P5353 KDa PARP89 KDa 40 KDa Mesothelin siMSLN-1+cisplatin5M siCtrl+cisplatin5M siMSLN-1+cisplatin10 siCtrl+cisplatin10M siMSLN-1+cisplatin20M siCtrl+cisplatin20M Mero-14
  • 145. Caratteristiche: Frequenza variabile (0.1- 20%) in diversi tipi di tumore, stadio e grado Tumorigenicità Multipotenti (plasticità) Sede di chemioresistenza Responsabili delle metastasi Crescono come sfere
  • 147. profondamente alterati nel mesotelioma. La mesotelina e EZH2 potrebbero costituire dei promettenti targets terapeutici. Prospettive future Ulteriore approfondimento sul ruolo della mesotelina attraverso tecniche di silenziamneto genico. Tumorali in condizioni di ipossia
  • 148. Grazie Ringraziamenti: Università di PISA Prof. Stefano Landi, Prof. Federica Gemignani Dott.ssa Ombretta Melaiu Dott.ssa Elisa Barone Imperial College of LONDON Prof. J. Stebbing, Dr. G. Giamas Ospedale di Borgosesia, Vercelli Prof. Luciano Mutti
  • 150. Conclusioni Michele Rucco Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 340 2553965 E-mail: segretariogenerale.ona@gmail.com Buongiorno Signore e Signori, vi porto anche il saluto del nostro Presidente, l’avv. Ezio Bonanni, che, essendo impegnato in udienza in un’altra città, non ha potuto partecipare a questo Convegno che è stato ricchissimo di riflessioni e di spunti. Permettetemi di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante evento e che non cito per non incorrere nel deprecabile rischio di dimenticare qualcuno. Voglio rivolgere i miei complimenti ai ragazzi, non solo per il pregevole lavoro svolto, ma soprattutto perché hanno colto l’occasione di mettersi alla prova, affrontando in modo compiuto e con entusiasmo questo tema; concretizzando il loro impegno in qualcosa che li aiuta a capire questo nostro mondo e questi nostri tempi; arricchendo e sperimentando il loro bagaglio di capacità, in un momento come questo in cui assistiamo proprio ad una massiccia distruzione di capacità e che è rappresentata dall’alto livello di disoccupazione giovanile che registriamo nel nostro Paese. Le migliori risorse della nostra società, la nostra vera ricchezza, costrette all’inattività e al fatalismo nel periodo in cui si esprime la loro maggiore fecondità. Bravi, siete stati veramente bravi! Credo che l’amministrazione comunale, nell’attenzione che la caratterizza, potrà e vorrà ancora avvalersi del vostro positivo contributo, per iniziative ad alto valore aggiunto e a costo zero, il che non guasta mai, soprattutto in momenti come questo. Venendo ai temi del Convegno, voglio evidenziare che l’amianto ed il suo uso nefasto e criminale rappresentano l’emblema di come il rapporto tra salute, lavoro ed ambiente sia stato spesso impostato e gestito in un modo sbagliato, facendo passare in secondo piano il rispetto della vita, della sua dignità, della sua qualità. La battaglia contro l’asbesto non è una battaglia di retroguardia, volta a sanzionare e a stigmatizzare comportamenti criminali del passato; la storia dell’amianto è un caso emblematico, un caso di studio da cui apprendere per evitare di trovarci fra pochi anni a fare una nuova conta dei morti causati da altre sostanze tossiche, presenti e usate fra di noi nella più rigorosa disinformazione. Abbiamo contato circa 5.000 decessi ogni anno dovuti alle patologie asbesto correlate. Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di informazione, in un contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale impunità dei responsabili di questo eccidio. Le vittime, i familiari, gli esposti sono quasi sempre lasciati soli con la loro sofferenza e con le loro difficoltà ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito un “problema privato”. In molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al problema degli esposti, delle loro patologie, un problema, che riguarda in definitiva una porzione limitata della popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal
  • 151. problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti patogeni. I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli ambienti di vita e di lavoro: unica vera prevenzione primaria è un ambiente pulito. Voglio fornire ulteriori elementi di approfondimento al vostro pregevole lavoro e vi voglio parlare di quella che abbiamo definito “Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per continuare ad uccidere”. Andrò quindi ad affrontare quel concetto di disinformazione cui ho accennato in precedenza. La letalità dell’amianto era nota fin dai tempi dell’antichità; già Plinio il Vecchio, riferisce che gli addetti alla lavorazione si fasciavano il viso con membrane di vesciche allentate, per non assorbire respirando quella polvere nociva e per aver modo tuttavia di guardare attraverso di esse. Il rischio morbigeno legato all’esposizione a polveri e fibre di amianto emerse in modo incontrovertibile durante i lavori del Primo Congresso Internazionale per le malattie del lavoro, tenutosi a Milano nel 1906. In quella occasione vennero presentati gli studi del prof. L. Scarpa, del Policlinico Generale di Torino, il quale ebbe modo di constatare che tra i 27.000 ammalati di tubercolosi polmonare, curati tra il 1892 e il 1906, soltanto 30 erano quelli che erano stati esposti a polveri e fibre di amianto, poiché ne erano impiegati un numero esiguo nelle relative lavorazioni e pur tuttavia tra questi, 21 donne e 9 uomini, persero la vita ad un anno dalla diagnosi, tranne uno, con una rapidità di progressione della malattia tale da far concludere che ci fosse una relazione con l’inalazione di polveri di amianto. Pensate, per inciso, che tale studio fu condotto con le tecniche del tempo e quindi senza l’uso del computer: immaginate,quindi, cosa può voler dire individuare 30 casi su 27.000! Queste evidenze e questi studi costituirono i presupposti utilizzati dal Tribunale di Torino nel 1906 per pronunciare la sentenza di assoluzione di un giornalista citato per calunnia da un imprenditore: il primo aveva affermato sul suo giornale la pericolosità della lavorazione dell’amianto che si svolgeva nella fabbrica del secondo. La sentenza del Tribunale venne confermata l’anno successivo dalla Corte di Appello di Torino; entrambi i documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di Torino. Quindi, fin dall’inizio del Novecento vi era la consapevolezza degli effetti patogeni dell’amianto. E’ appena il caso di rilevare come la storia giudiziaria dell’amianto inizi con una sentenza che riguarda l’informazione e come, sin da subito, si svilupparono le azioni per negare ciò che era scientificamente evidente. Analizzando i volumi della produzione e dell’importazione di amianto in Italia dal 1946 al 1992, anno di entrata in vigore della Legge 257 che ne bandiva l’estrazione e la lavorazione, vediamo come essi crescano esponenzialmente, raggiungendo il loro picco fra gli anni Settanta ed Ottanta, quando arrivano quasi a 250.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente solo a partire dal 1990. Confrontando il dato italiano con l’analogo dato degli USA, si evidenzia come in questo paese la produzione di amianto invece inizi a diminuire proprio a partire dal 1970, in concomitanza con la divulgazione degli studi di Irving Selikoff, che dimostravano il nesso di causalità tra amianto e mesotelioma e carcinoma polmonare. Proprio partendo da queste evidenze si ha la conferma dell’esistenza di una lobby, che ha operato nell’interesse degli industriali dell’amianto, incurante dei danni provocati alla salute ed all’ambiente, dei morti e delle sofferenze indotte. Ulteriore e più cogente conferma dell’esistenza e dell’operato di questa lobby viene fornita da due documenti attualmente depositati presso l’Archivio di Stato di Torino e rinvenuti fra i documenti del Consiglio di Amministrazione della ditta “Amiantifera” di Balangero (TO), come noto la cava per l’estrazione di amianto più grande d’Europa.
  • 152. Il primo documento è la relazione scritta il 20 dicembre 1976 dall’ing. Ermanno Martini, con la quale lo stesso riferisce i lavori del corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 16 dicembre 1976 dall’Unione dei Produttori di Cemento-Amianto WVAZ: in questo rapporto è possibile leggere chiaramente la frase “Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dott. Selikoff astenendosi dal citarlo”. Un vero e proprio manuale della controinformazione! Il secondo documento è ancora più pregnante e fornisce la dimensione delle entità coinvolte, che non sono solo le industri dell’amianto, ma anche enti ed istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelare la salute dei cittadini in ossequio al dettato dell’art.32 della Costituzione. Si tratta di una nota scritta a mano durante un incontro presso l’”Assocemento”, tenutosi in Roma il 17 novembre 1978. In questo documento è possibile leggere le frasi: “chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione dei lavoratori” (si tratta, come noto, della famigerata norma del limite di soglia a 100 fibre/litro, giudicata già di per sé totalmente inadeguata dalla comunità scientifica); “l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) ha aderito a questa richiesta”; “il Ministro della Salute ha confermato questo fatto”. Non credo siano necessari ulteriori commenti: siamo nella seconda metà degli anni Settanta; il nesso di causalità fra amianto e mesoteolioma è ormai definitivamente dimostrato; la Comunità Europea si sta orientando per la messa al bando dell’amianto. Le conseguenze di questi comportamenti le troviamo nel Quarto Rapporto RENAM 2012, che rileva la presenza di circa 1.500 casi di mesotelioma ogni anno in Italia, anche se secondo le nostre stime i decessi per patologie asbesto correlate si attestano intorno ai 5.000 casi annui. Mi sia consentita un’ulteriore notazione: nel nostro Paese all’inizio di ogni mese conosciamo perfettamente l’andamento del PIL del mese precedente, suddiviso per settori e rami, ma abbiamo dovuto aspettare il 2012 per avere il rapporto sui casi di mesotelioma registrati nel 2008! E dal 2008 al 2014 sono passati sei anni dei quali non sappiamo nulla! Il Tribunale di Torino, con la sentenza n. 565 del 2012, ha condannato l’imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, proprietario della Eternit, a sedici anni di reclusione per disastro ambientale doloso permanente e per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. La decisione è stata poi confermata nel 2013 dalla Corte di Appello di Torino, che ha aggravato la pena a diciotto anni di reclusione. Questo criminale, il cui patrimonio è stato calcolato nel 2008 da una rivista svizzera dedicata all'economia ammontare a 1,9 miliardi di sterline britanniche, è oggi presidente onorario di una organizzazione (la World Business Council for Sustainable Development – WBCSD), che a tutt'oggi conta come membri le 160 più importanti società del pianeta ed ha rapporti amicali con esponenti politici di tutti i Paesi. Abbiamo trovato una foto che lo ritrae insieme al prof. Romano Prodi, più volte Presidente del Consiglio del nostro Paese e già Presidente dell’Unione Europea, ma sicuramente le sue frequentazioni sono più ampie. Purtroppo la storia della lobby dell’amianto non si conclude nel 1992 con l’approvazione della legge 257, basta un rapido excursus sulla situazione attuale per rendersene conto. Le strutture mediche, che pure potrebbero dare un maggiore contributo in termini di diagnosi precoce e di prevenzione secondaria, non vengono messe in condizione di portare avanti seri programmi di sorveglianza sanitaria e di analisi epidemiologica. La ricerca di base, dalla quale sola possono venire le terapie e le cure per debellare le patologie asbesto correlate, viene impastoiata dalla sottostima dell’universo di riferimento e dalla cronica mancanza di fondi.
  • 153. La Magistratura, nella sua azione di contrasto dei reati contro la salute e contro l’ambiente e nella sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità, si trova, spesso da sola, a fronteggiare un complesso di normative farraginoso, a volte contradditorio, con l’ulteriore difficoltà di dover svolgere un lavoro certosino per ricostruire situazioni e per individuare correttamente responsabilità. Le istituzioni preposte alla sicurezza ambientale, dopo 22 anni dall’approvazione della legge 257, brancolano ancora nel buio, ancora non sanno dove si annida l’amianto e periodicamente indicono solenni e faraonici censimenti, tanto vani quanto costosi: e nel frattempo, solo per fare un esempio, migliaia di bambini e di ragazzi sono costretti a frequentare edifici scolastici pieni di amianto e mai bonificati. Le bonifiche, quando vengono fatte, evidenziano un altro annoso problema, quello dello smaltimento, un capitolo della vicenda dell’amianto di cui si parla poco, che muove ingenti interessi economici e che spesso lo rende appetibile anche per la criminalità organizzata. La soluzione adottata in Italia, ed ancora caldeggiata da più parti, anche autorevoli, è quella dello stoccaggio di tali materiali in discarica, mettendo, non solo in senso figurato ma anche in senso reale, il problema sotto il tappeto, costituendo una ipoteca per le future generazioni e dimenticando che il territorio del nostro Paese è quasi tutto ad alto rischio sismico ed idrogeologico. La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 ritiene che le discariche siano solo una soluzione provvisoria e che sia di gran lunga preferibile il ricorso agli impianti di inertizzazione, capaci di rendere definitivamente innocue le fibre dell’amianto. In Italia non esistono impianti di inertizzazione dell’amianto. Il DM 248/2004 ne consente la realizzazione, ma ad oggi (a dieci anni dall’emanazione del provvedimento!!!) mancano alcuni regolamenti attuativi e continua a circolare la fola che “tutto è in via sperimentale”: eppure, nella vicina Francia, un impianto del genere è operativo fin dal 1997 ed ha smaltito oltre 2.000.000 di tonnellate di amianto friabile, il più pericoloso. Cosa ha fatto il legislatore in questi 22 anni per far fronte a tutto questo? Nessun intervento organico, solo una serie infinita di micro modifiche e di integrazioni normative, il cui risultato è stato rendere l’accesso ai benefici previdenziali un vero percorso ad ostacoli! Nessuna programmazione sanitaria, nessun programma di bonifica, nessun termine entro il quale completare la bonifica dell’amianto su tutto il territorio nazionale. Lo stesso Piano Nazionale Amianto, presentato durante la seconda Conferenza Governativa del novembre 2012 ed approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 Marzo 2013 (quando l’esecutivo era in carica solo per gli affari correnti), lascia aperte molte di queste questioni, limitandosi a prevedere una ulteriore mappatura, ad auspicare progressi scientifici sul versante delle cure del solo mesotelioma pleurico e sul versante della inertizzazione, a spendere alcuni milioni di euro per la realizzazione di uno spot informativo di dubbio gusto e per interventi ancora una volta a favore della popolazione di Casale Monferrato, quasi fosse l’unica vittima in Italia dell’uso dissennato e criminale dell’amianto. Sostanzialmente, si continua ad alimentare il problema amianto, quasi a voler creare con questo funesto materiale una cortina fumogena che continui ad occultare la pervasività dell’uso non sano
  • 154. dell’ambiente e dei suoi componenti, per avidità di profitto, per mancanza di coraggio nel fare il proprio dovere. In questo quadro di pesanti criticità, secondo noi esistono formidabili opportunità: liberarsi dall’amianto può costituire per il nostro Paese una grande occasione per il rilancio dell’economia, reimpostando la politica industriale, migliorando la qualità della vita nelle città, attivando un circolo virtuoso fra ricerca di base e pratica clinica, applicando quello che abbiamo imparato dall’esperienza dell’amianto agli altri agenti tossici e patogeni, tutelando i diritti delle persone, in primis quello della salute. Voglio concludere con questo pensiero di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del rispetto della vita, un pensiero che segna i limiti dell’uomo e contemporaneamente è un inno alla sua potenza: “Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita”. Vi ringrazio per l’attenzione.
  • 155. dott. Michele Rucco Segretario Generale 1 Convegno S.O.S. Aula Magna UNI ASTISS - Asti 21 Maggio 2014
  • 156. AMIANTOPOLI: LA LOBBY ASSASSINA Nascondere la realtà per continuare ad uccidere. 2
  • 157. 3 Sentenza del Tribunale di Torino, 31 ottobre 1906 Consapevolezza degli effetti patogeni dell'amianto a partire dai primi del 1900
  • 158. 4
  • 159. 5
  • 160. 6 Relazione scritta il 20 dicembre 1976,da Ermanno Martini, ingegnere e dipendente della ditta "Amiantifera" di Balangero (Torino). La relazione è stata redatta sul corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre 1976 da Wirtschaftsverband Asbestzement e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di cemento-amianto]. In questo rapporto è possibile leggere la frase "Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dottor Selikoff e astenersi dal citarlo".
  • 161. 7 Nota scritta a mano in un "incontro" presso la "Assocemento" di Roma, il 17 novembre 1978. fra le carte del Consiglio di Amministrazione della società "Amiantifera di ora è presso l'Archivio di Stato di Torino. possibile leggere le frasi: chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione dei lavoratori l'ENPI ha aderito a questa richiesta Il ministro della Salute ha confermato questo fatto
  • 162. 8
  • 163. 9 Il Tribunale di Torino, con la Sentenza n. 565 del 2012, ha condannato Stephan Schmidheiny a sedici anni di reclusione. La decisione è stata poi confermata dalla Corte di Appello di Torino, che ha aggravato la pena a 18 anni di reclusione. Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte Europea, Prof. Romano Prodi
  • 164. 10
  • 165. 11111111 Piano nazionale amianto del Governo Monti Termine della mappatura; Sensibilizzazione ed informazione; Studio del problema amianto, per cercare una soluzione; Utilizzo delle discariche; Sottovalutazione dei dati relativi alla presenza di amianto e in corso; Limitazione del problema amianto ai soli siti Eternit (e a pochi altri).
  • 166. 12121212 I. PREVENZIONE PRIMARIA. Decontaminazione dei luoghi di vita e di lavoro, con la bonifica, attraverso un piano pluriennale nazionale di modernizzazione infrastrutturale e di rilancio industriale, attraverso la detrazione fiscale delle spese, dei fondi strutturali europei, e dei finanziamenti della cassa depositi e prestiti; Governo pubblico attraverso una costituzione che detti regole precise, con lo Stato arbitro, in grado di intervenire per interdire eventuali distorsioni del libero mercato e per fini sociali; Valorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà.
  • 167. 13131313 II. PREVENZIONE SECONDARIA. Ricerca scientifica, con la valorizzazione delle esperienze e dei risultati conseguiti a livello internazionale; Sorveglianza sanitaria per i cittadini e lavoratori esposti a fibre di amianto; Istituzione di una cabina di regia, per la costituzione di un unico protocollo nazionale, applicabile ai casi di patologie asbesto correlate.
  • 168. 14141414 III. PREVENZIONE TERZIARIA E TUTELA GIURIDICA DELLE VITTIME . Indagini epidemiologiche riferite a tutte le patologie asbesto correlate; Istituzione del Registro degli esposti ad amianto; Aggiornamento delle tabelle INAIL, con di tutte le patologie asbesto correlate; Istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro; Riforma legislativa, che porti della norma di cui . 254 del D.Lgs. 81/08; Abrogazione del termine di decadenza per i benefici contributivi per esposizione ad amianto per coloro che non hanno presentato la domanda entro il 15 giugno 2005; Pensionamento anticipato per coloro che hanno patologie asbesto correlate, anche qualora non abbiano ancora età pensionabile.
  • 169. Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma Ambulatorio oncologico on line Guardie Nazionali Amianto 15
  • 170. 16
  • 171. 17
  • 172. Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma Ambulatorio oncologico on line Guardie Nazionali Amianto Ricorso alla Corte Europea Petizione popolare 18
  • 173. Quello che tu puoi fare ma è ciò che dà significato alla tua vita. Albert Schweitzer 20
  • 176. Il Progetto S.O.S Amianto Obiettivi A. Migliorare le strutture, il patrimonio pubblico e privato, etc. Miglioramento Salute Ambiti Aspetti 1 2 Ambiente 3 Competitività La fibra di amianto è killerA. Un problema oggi e una minaccia domaniB. 4 Un ambiente sicuro, a misura d'uomo, rispettoso dell'ambiente A. La bonifica rende più sicuro e attrattivo il territorioA. Nuove opportunità di sviluppoB. Migliorare la qualità della vitaB.
  • 177. A. Informa, assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino e le imprese Sportello Finanziamenti Ambiti Azioni 1 2 Bonifica 3 Incontra e promuove Indirizza il cittadino nella richiesta di finanziamentiA. 5 Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privatiA. Promuove ogni anno incontri formativiA. Promuove corsi sulla sicurezza lavoro introducendo cancerogene B. Il Progetto S.O.S Amianto Consulenza Sanitaria e Consulenza Legale 4 A. Consulenza Sanitaria e Consulenza Legale
  • 178. A. Informa, assiste, aggiorna la situazioneSportello Gestito project Manager Ambiti Azioni 1 Eroga i contributiB. contributi Assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino dovranno fornire servizi chiavi in mano) Il Progetto S.O.S Amianto
  • 179. Ambiti Azioni Bonifica 3 Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privatiA. Verrà creata una lista di aziende che verranno accreditate al progetto SOS Amianto le e/o 10 B (comma 1) e che siano in grado di fornire un servizio chiavi in mano Il Progetto S.O.S Amianto
  • 180. Ambiti Azioni Incontra e promuove 5 Promuove ogni anno incontri con la popolazione e gli imprenditoriA. Il Comune promuove dal 2013 nuove azioni di censimento e monitoraggio stato di conservazioneB. Il Progetto S.O.S Amianto formazione, corsi sulla sicurezza lavoro introducendo sessioni dedicate Al fine di rendere il censimento sempre più attendibile si ricorrerà a tecniche