Nell'arco quindi di qualche mese il prezzo dell'oro nero è tracollato di quasi un -30%, una discesa impetuosa che di fatto potrebbero costituire, insieme all’embargo, le seconda estremità di una manovra a tenaglia che vorrebbe soffocare la Russia. Putin però si dichiara pronto ad ogni possibile scenario, incluso un crollo "catastrofico" del petrolio ma dal braccio di ferro con l'Occidente, potrebbero scaturire degli esiti non auspicati, con deleteri risvolti globali. L'attuale comportamento del Dollar Index e dei prezzi petroliferi riporta alla mente la delicata fase del 2008 ...
1. 10 | | LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2014
L’ANALISI Putin si dichiara pronto ad ogni possibile scenario, incluso un crollo catastrofico del petrolio
Lageo-finanzadetonatoredellaprossimacrisi?
Lacadutadelgreggioel'impennatadeldollarindexricordanoildrammadel2008
Con l'inizio di novembre il
petroliohasfondatolaso-
gliapsicologicadegli80$alba-
rile e nell'arco di due settima-
neècrollatofinoadminimodi
quasi 73$ per poi reagire alla
chiusura di venerdì con un ul-
timo prezzo fissato in prossi-
mitàdei76$.Uncaloindubbia-
mente forte che si somma ad
un trend ribassista ormai av-
viatodafinegiugno,quandoil
prezzo veleggiava ben sopra i
105$. Nell'arco quindi di qual-
che mese il prezzo dell'oro ne-
ro è tracollato di quasi un
-30%, una discesa impetuosa
che oltre a deprime l'intero in-
dice delle commodity e conse-
guentemente una classica as-
set class di diversificazione
nei portafogli degli investito-
ri, ha indubbiamente acceso
nonpochiriflettoriecommen-
ti su quanto stia realmente ac-
cadendosutalemateriaprima
e su quali potrebbero essere le
implicazioni di un prezzo così
in caduta.
CAUSE REALI
In questi pochi mesi non so-
no certamente cambiate in
modo catastrofico le già ane-
miche previsioni di crescita
dell'economia globale, motivo
per cui i media generici o gli
specialisti nell'analisi di tale
settorehannonelleultimeset-
timane offerto differenti spie-
gazioni e cause per motivare
un tale rintracciamento. In
primis i fattori economici rea-
li, quali l'equilibrio tra do-
manda ed offerta ed il recente
trend in surplus che si sta ma-
nifestando a seguito della di-
minuita domanda in Asia ed
Europa e poi a seguire, sono
spesso citati i fattori produtti-
vi legati alla crescente estra-
zionedipetroliodapartedegli
Stati Uniti, attraverso l'ormai
noto shale oil e che, per la pri-
ma volta da oltre trent'anni,
ha consentito agli USA di su-
perare la soglia dei 9 milioni
di barili al giorno, portandosi
così a ridosso dei grandi pro-
duttoriqualiRussiaedArabia
Saudita. Questi due fenomeni
sono di fatto stati anche sotto-
lineati dall'agenzia interna-
zionale per l'energia (AIE) co-
me il possibile inizio di un
nuovo capitolo nella storia dei
mercati petroliferi e dunque
come le reali motivazioni del
futuro trend dell'oro nero.
CAUSE ALTERNATIVE
Ataliedoggettivespiegazio-
ni si sono però spesso aggiun-
te altre considerazioni che, al-
meno nel breve, potrebbero a-
ver avuto ed avere ancora un
significativo impatto sulle o-
scillazioni dei prezzi dell'oro
nero. Il fatto che le quotazioni
del petrolio siano espresse in
dollarièindubbiamenteunle-
game conosciuto dagli opera-
tori finanziari e ciò avrebbe
fortemente condizionato le
quotazioni di tale commodity,
essendosi negli ultimi mesi
fortemente rafforzato il dolla-
ro a livello globale. Il dollar in-
dex, indicatore della forza del
dollaro rispetto ad un paniere
divalute,sièinfattirivalutato
di quasi il 10% da fine giugno
ad oggi e questo spiegherebbe
in parte il contestuale ribasso
del prezzo del petrolio. La sto-
rica correlazione tra la mone-
ta statunitense ed il petrolio è
come noto riconducibile agli
accordi intervenuti ad inizio
anni '70 tra gli Stati Uniti ed il
governo saudita (scelto per le
enormi quantità di petrolio a
riserva e la sua rilevanza
all’interno dell’OPEC), ovve-
ro alla creazione del sistema
dei petrodollari. Un legame
che ha visto questi due paesi
fortemente coinvolti in tante
ed ormai storiche vicende
geo-politiche e che, anche in
queste settimane, appare da
molti osservatori essere la ve-
racausadelcrollodelgreggio.
L'Arabia Saudita è dunque sa-
lita sul banco degli imputati
dell'attuale instabilità dei
prezzi, a seguito di una pre-
sunta guerra commerciale i
cui fini, in base alle analisi ed
ai commentatori di turno, sa-
rebbe tutto ed il contrario di
tutto.Infattitralemotivazioni
più ricorrenti vi sarebbero: a)
una semplice difesa della pro-
pria quota di mercato attra-
verso un'offerta abbondante
con maggiori sconti ai propri
partneraseguitodellacalante
domandab)unamossastudia-
ta per ripristinare la discipli-
na fra i membri del cartello O-
PEC in modo che rispettino le
quote di produzione future c)
unalottacontrol'ISISalfinedi
abbattere gli introiti petrolife-
ridelcaliffatoedelvicinoIran
d)unastrategiageo-politicadi
sostegnoedaiutoagliUSAnei
loro obbiettivi diplomatici di
pressione sulla Russia e) un'a-
zione di pressio-
ne contro l'Ame-
rica a seguito
del boom deri-
vante dal petro-
lio di scisto sta-
tunitense.
GEO-FINANZA
Ovviamente
tutte le ipotesi
precedentemen-
te riportate, pos-
sono sussistere
nonché convive-
re tra loro e far
trarre differenti
vantaggi a di-
versi attori ma
come spesso ac-
cade, per capir-
ne le reali moti-
vazioni,bisogna
forse individua-
re chi non trae
alcun reale be-
neficio, ovvero
la Russia. Di fat-
to le quotazioni
d e l p e-
trolio po-
trebbero
costitui-
re, insie-
m e
all’embargo, le due estremità
di una manovra a tenaglia che
vorrebbe soffocare la federa-
zione in quanto gas e petrolio
contribuiscono per oltre la
metà delle entrate governati-
ve del paese. La geo-finanza a-
vrebbe dunque lavorato ala-
cremente ed a partire proba-
bilmente dal meeting di Da-
vos, come rivelava a fine gen-
naioMauroBottarelliconl’ar-
ticolo “Spy Finanza: un attac-
co a Putin con il prezzo del pe-
trolio”. L’opzione di un forte
calo del petrolio fin anche sot-
to i 60$ sarebbe stata la solu-
zione pensata dall’Occidente
per ridimensionare politica-
mente Putin e la Russia, in
quantoilprezzoperilbreak-e-
venfiscalenecessarioaMosca
per bilanciare il budget stata-
le sarebbe ben superiore a 100
dollari al barile e quindi un
protrattocaloavrebbecostret-
toilgovernoametteresempre
più mano alle proprie riserve,
nonché avrebbe innescato fu-
ghe di capitali ed affossato nel
contempo la valuta, rendendo
così la Russia più addomesti-
cabile nel grande scacchiere
globale. Fatti che emergono i-
nequivocabilmente osservan-
dolarelazionegraficatral’an-
damentodelpetrolioedilcam-
bio rublo/$, con lo svolgersi
degli eventi post invasione
della Crimea.
COSA ASPETTARSI
In un mondo globalizzato, o-
gni azione comporta inevita-
bilmente delle conseguenze
anche collaterali. In primis
sta già portando molti paesi
produttori di petrolio sotto
pressione in quanto intacca
pesantemente anche il loro
budget e non solo i bilanci del-
la Russia, come evidente dal
grafico pubblicato qualche
tempo fa sul Wall Street Jour-
nalecomemanifestatodaltra-
collodeibondvenezuelaniche
sembrano anticipare un pros-
simofallimentodelpaeseoco-
me per il Messico che vede in-
troitiminoriper300milionidi
dollari ad ogni dollaro di calo.
Tutti aspetti che non favori-
sconogliinvestimentineipae-
si emergenti. Ma se questo po-
trebbeinteressarepocoagliU-
SAèperòforseperloropiùim-
portante osservarne i poten-
ziali effetti negativi sulle a-
ziende statunitensi specializ-
zatenelloshaleoil,avendotali
produttoricosticompresitrai
40 e i 70 dollari al barile, non-
ché essendosi negli ultimi an-
ni fortemente indebitati per
ampliare il business come ri-
porta il grafico di Bloomberg,
con potenziali ripercussioni
ad esempio sui mercati dei
bondhighyieldsocietari.Infi-
ne e da non sottovalutare an-
che gli effetti collaterali sui
mercati dei cambi anche ver-
sopaesiconsideratipiùstabili
come la Norvegia. Un tale ed
arditopiano,sullafalsarigadi
quelli che in molti vedono as-
similabile al periodo antece-
denteilcollassodell'URSS,po-
trebbe avere esiti non così
scontati, in quanto seppur ve-
ro che la Russia sia in oggetti-
va difficoltà, si sta però sem-
pre più sganciando da tali di-
namiche, con un rafforzamen-
tocommercialeversolaCinae
gli altri paesi dei BRIC. Fatti
che probabilmente hanno
consentitoaPutin,alsuoarri-
vo a Brisbane per il G20, di di-
chiarare di essere pronto ad o-
gni possibile scenario circa
l'andamento del mercato del
petrolio,inclusoquellochepo-
trebbe vedere un crollo "cata-
strofico" dei prezzi del greg-
gio. Ecco dunque che dal brac-
cio di ferro tra Occidente e
Russia, potrebbero scaturire
degli esiti non auspicati, con
deleteri risvolti globali e non
solo regionali o collegabili ai
produttori del petrolio. E se
osserviamoilcomportamento
attuale del citato dollar index
rispetto ad un'altra delicata
fase, quale fu quella del 2008,
verrebbe da porsi la domanda
se non stiamo già correndo ec-
cessivi rischi e se non siamo
già arrivati a dei prezzi petro-
liferi in grado di creare più
scompensichebeneficiecono-
mici. Certamente il prossimo
vertice OPEC, in programma
per fine novembre, potrà esse-
re un'importante occasione di
verifica ma la sensazione è
che i prezzi del petrolio po-
trebbero ancora essere volati-
li nelle prossime settimane
ma se non si vuole oltrepassa-
relasogliadinonritornodeve
presto modificarsi qualcosa,
semmai con un recupero del
petrolio ed un indebolimento
deldollaro,alfinediridarefia-
to ai contendenti e semmai ri-
portarli a nuovi tavoli di trat-
tativa, pena una potenziale di-
scesa agli inferi, come antici-
pò la forza del dollaro nel
2008.
(Rubens Ligabue)
RISPARMIO,ICONTIINTASCA L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lu-
nedì “Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-
taliana Analisi Tecnica, iscritto
all'Albo Unico Nazionale dei
Promotori Finanziari. Per do-
mande e chiarimenti potete
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