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10 | | LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2014
L’ANALISI Putin si dichiara pronto ad ogni possibile scenario, incluso un crollo catastrofico del petrolio
Lageo-finanzadetonatoredellaprossimacrisi?
Lacadutadelgreggioel'impennatadeldollarindexricordanoildrammadel2008
Con l'inizio di novembre il
petroliohasfondatolaso-
gliapsicologicadegli80$alba-
rile e nell'arco di due settima-
neècrollatofinoadminimodi
quasi 73$ per poi reagire alla
chiusura di venerdì con un ul-
timo prezzo fissato in prossi-
mitàdei76$.Uncaloindubbia-
mente forte che si somma ad
un trend ribassista ormai av-
viatodafinegiugno,quandoil
prezzo veleggiava ben sopra i
105$. Nell'arco quindi di qual-
che mese il prezzo dell'oro ne-
ro è tracollato di quasi un
-30%, una discesa impetuosa
che oltre a deprime l'intero in-
dice delle commodity e conse-
guentemente una classica as-
set class di diversificazione
nei portafogli degli investito-
ri, ha indubbiamente acceso
nonpochiriflettoriecommen-
ti su quanto stia realmente ac-
cadendosutalemateriaprima
e su quali potrebbero essere le
implicazioni di un prezzo così
in caduta.
CAUSE REALI
In questi pochi mesi non so-
no certamente cambiate in
modo catastrofico le già ane-
miche previsioni di crescita
dell'economia globale, motivo
per cui i media generici o gli
specialisti nell'analisi di tale
settorehannonelleultimeset-
timane offerto differenti spie-
gazioni e cause per motivare
un tale rintracciamento. In
primis i fattori economici rea-
li, quali l'equilibrio tra do-
manda ed offerta ed il recente
trend in surplus che si sta ma-
nifestando a seguito della di-
minuita domanda in Asia ed
Europa e poi a seguire, sono
spesso citati i fattori produtti-
vi legati alla crescente estra-
zionedipetroliodapartedegli
Stati Uniti, attraverso l'ormai
noto shale oil e che, per la pri-
ma volta da oltre trent'anni,
ha consentito agli USA di su-
perare la soglia dei 9 milioni
di barili al giorno, portandosi
così a ridosso dei grandi pro-
duttoriqualiRussiaedArabia
Saudita. Questi due fenomeni
sono di fatto stati anche sotto-
lineati dall'agenzia interna-
zionale per l'energia (AIE) co-
me il possibile inizio di un
nuovo capitolo nella storia dei
mercati petroliferi e dunque
come le reali motivazioni del
futuro trend dell'oro nero.
CAUSE ALTERNATIVE
Ataliedoggettivespiegazio-
ni si sono però spesso aggiun-
te altre considerazioni che, al-
meno nel breve, potrebbero a-
ver avuto ed avere ancora un
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scillazioni dei prezzi dell'oro
nero. Il fatto che le quotazioni
del petrolio siano espresse in
dollarièindubbiamenteunle-
game conosciuto dagli opera-
tori finanziari e ciò avrebbe
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essendosi negli ultimi mesi
fortemente rafforzato il dolla-
ro a livello globale. Il dollar in-
dex, indicatore della forza del
dollaro rispetto ad un paniere
divalute,sièinfattirivalutato
di quasi il 10% da fine giugno
ad oggi e questo spiegherebbe
in parte il contestuale ribasso
del prezzo del petrolio. La sto-
rica correlazione tra la mone-
ta statunitense ed il petrolio è
come noto riconducibile agli
accordi intervenuti ad inizio
anni '70 tra gli Stati Uniti ed il
governo saudita (scelto per le
enormi quantità di petrolio a
riserva e la sua rilevanza
all’interno dell’OPEC), ovve-
ro alla creazione del sistema
dei petrodollari. Un legame
che ha visto questi due paesi
fortemente coinvolti in tante
ed ormai storiche vicende
geo-politiche e che, anche in
queste settimane, appare da
molti osservatori essere la ve-
racausadelcrollodelgreggio.
L'Arabia Saudita è dunque sa-
lita sul banco degli imputati
dell'attuale instabilità dei
prezzi, a seguito di una pre-
sunta guerra commerciale i
cui fini, in base alle analisi ed
ai commentatori di turno, sa-
rebbe tutto ed il contrario di
tutto.Infattitralemotivazioni
più ricorrenti vi sarebbero: a)
una semplice difesa della pro-
pria quota di mercato attra-
verso un'offerta abbondante
con maggiori sconti ai propri
partneraseguitodellacalante
domandab)unamossastudia-
ta per ripristinare la discipli-
na fra i membri del cartello O-
PEC in modo che rispettino le
quote di produzione future c)
unalottacontrol'ISISalfinedi
abbattere gli introiti petrolife-
ridelcaliffatoedelvicinoIran
d)unastrategiageo-politicadi
sostegnoedaiutoagliUSAnei
loro obbiettivi diplomatici di
pressione sulla Russia e) un'a-
zione di pressio-
ne contro l'Ame-
rica a seguito
del boom deri-
vante dal petro-
lio di scisto sta-
tunitense.
GEO-FINANZA
Ovviamente
tutte le ipotesi
precedentemen-
te riportate, pos-
sono sussistere
nonché convive-
re tra loro e far
trarre differenti
vantaggi a di-
versi attori ma
come spesso ac-
cade, per capir-
ne le reali moti-
vazioni,bisogna
forse individua-
re chi non trae
alcun reale be-
neficio, ovvero
la Russia. Di fat-
to le quotazioni
d e l p e-
trolio po-
trebbero
costitui-
re, insie-
m e
all’embargo, le due estremità
di una manovra a tenaglia che
vorrebbe soffocare la federa-
zione in quanto gas e petrolio
contribuiscono per oltre la
metà delle entrate governati-
ve del paese. La geo-finanza a-
vrebbe dunque lavorato ala-
cremente ed a partire proba-
bilmente dal meeting di Da-
vos, come rivelava a fine gen-
naioMauroBottarelliconl’ar-
ticolo “Spy Finanza: un attac-
co a Putin con il prezzo del pe-
trolio”. L’opzione di un forte
calo del petrolio fin anche sot-
to i 60$ sarebbe stata la solu-
zione pensata dall’Occidente
per ridimensionare politica-
mente Putin e la Russia, in
quantoilprezzoperilbreak-e-
venfiscalenecessarioaMosca
per bilanciare il budget stata-
le sarebbe ben superiore a 100
dollari al barile e quindi un
protrattocaloavrebbecostret-
toilgovernoametteresempre
più mano alle proprie riserve,
nonché avrebbe innescato fu-
ghe di capitali ed affossato nel
contempo la valuta, rendendo
così la Russia più addomesti-
cabile nel grande scacchiere
globale. Fatti che emergono i-
nequivocabilmente osservan-
dolarelazionegraficatral’an-
damentodelpetrolioedilcam-
bio rublo/$, con lo svolgersi
degli eventi post invasione
della Crimea.
COSA ASPETTARSI
In un mondo globalizzato, o-
gni azione comporta inevita-
bilmente delle conseguenze
anche collaterali. In primis
sta già portando molti paesi
produttori di petrolio sotto
pressione in quanto intacca
pesantemente anche il loro
budget e non solo i bilanci del-
la Russia, come evidente dal
grafico pubblicato qualche
tempo fa sul Wall Street Jour-
nalecomemanifestatodaltra-
collodeibondvenezuelaniche
sembrano anticipare un pros-
simofallimentodelpaeseoco-
me per il Messico che vede in-
troitiminoriper300milionidi
dollari ad ogni dollaro di calo.
Tutti aspetti che non favori-
sconogliinvestimentineipae-
si emergenti. Ma se questo po-
trebbeinteressarepocoagliU-
SAèperòforseperloropiùim-
portante osservarne i poten-
ziali effetti negativi sulle a-
ziende statunitensi specializ-
zatenelloshaleoil,avendotali
produttoricosticompresitrai
40 e i 70 dollari al barile, non-
ché essendosi negli ultimi an-
ni fortemente indebitati per
ampliare il business come ri-
porta il grafico di Bloomberg,
con potenziali ripercussioni
ad esempio sui mercati dei
bondhighyieldsocietari.Infi-
ne e da non sottovalutare an-
che gli effetti collaterali sui
mercati dei cambi anche ver-
sopaesiconsideratipiùstabili
come la Norvegia. Un tale ed
arditopiano,sullafalsarigadi
quelli che in molti vedono as-
similabile al periodo antece-
denteilcollassodell'URSS,po-
trebbe avere esiti non così
scontati, in quanto seppur ve-
ro che la Russia sia in oggetti-
va difficoltà, si sta però sem-
pre più sganciando da tali di-
namiche, con un rafforzamen-
tocommercialeversolaCinae
gli altri paesi dei BRIC. Fatti
che probabilmente hanno
consentitoaPutin,alsuoarri-
vo a Brisbane per il G20, di di-
chiarare di essere pronto ad o-
gni possibile scenario circa
l'andamento del mercato del
petrolio,inclusoquellochepo-
trebbe vedere un crollo "cata-
strofico" dei prezzi del greg-
gio. Ecco dunque che dal brac-
cio di ferro tra Occidente e
Russia, potrebbero scaturire
degli esiti non auspicati, con
deleteri risvolti globali e non
solo regionali o collegabili ai
produttori del petrolio. E se
osserviamoilcomportamento
attuale del citato dollar index
rispetto ad un'altra delicata
fase, quale fu quella del 2008,
verrebbe da porsi la domanda
se non stiamo già correndo ec-
cessivi rischi e se non siamo
già arrivati a dei prezzi petro-
liferi in grado di creare più
scompensichebeneficiecono-
mici. Certamente il prossimo
vertice OPEC, in programma
per fine novembre, potrà esse-
re un'importante occasione di
verifica ma la sensazione è
che i prezzi del petrolio po-
trebbero ancora essere volati-
li nelle prossime settimane
ma se non si vuole oltrepassa-
relasogliadinonritornodeve
presto modificarsi qualcosa,
semmai con un recupero del
petrolio ed un indebolimento
deldollaro,alfinediridarefia-
to ai contendenti e semmai ri-
portarli a nuovi tavoli di trat-
tativa, pena una potenziale di-
scesa agli inferi, come antici-
pò la forza del dollaro nel
2008.
(Rubens Ligabue)
RISPARMIO,ICONTIINTASCA L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lu-
nedì “Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-
taliana Analisi Tecnica, iscritto
all'Albo Unico Nazionale dei
Promotori Finanziari. Per do-
mande e chiarimenti potete
scrivere a
info@rubensligabue.com

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  • 1. 10 | | LUNEDÌ 17 NOVEMBRE 2014 L’ANALISI Putin si dichiara pronto ad ogni possibile scenario, incluso un crollo catastrofico del petrolio Lageo-finanzadetonatoredellaprossimacrisi? Lacadutadelgreggioel'impennatadeldollarindexricordanoildrammadel2008 Con l'inizio di novembre il petroliohasfondatolaso- gliapsicologicadegli80$alba- rile e nell'arco di due settima- neècrollatofinoadminimodi quasi 73$ per poi reagire alla chiusura di venerdì con un ul- timo prezzo fissato in prossi- mitàdei76$.Uncaloindubbia- mente forte che si somma ad un trend ribassista ormai av- viatodafinegiugno,quandoil prezzo veleggiava ben sopra i 105$. Nell'arco quindi di qual- che mese il prezzo dell'oro ne- ro è tracollato di quasi un -30%, una discesa impetuosa che oltre a deprime l'intero in- dice delle commodity e conse- guentemente una classica as- set class di diversificazione nei portafogli degli investito- ri, ha indubbiamente acceso nonpochiriflettoriecommen- ti su quanto stia realmente ac- cadendosutalemateriaprima e su quali potrebbero essere le implicazioni di un prezzo così in caduta. CAUSE REALI In questi pochi mesi non so- no certamente cambiate in modo catastrofico le già ane- miche previsioni di crescita dell'economia globale, motivo per cui i media generici o gli specialisti nell'analisi di tale settorehannonelleultimeset- timane offerto differenti spie- gazioni e cause per motivare un tale rintracciamento. In primis i fattori economici rea- li, quali l'equilibrio tra do- manda ed offerta ed il recente trend in surplus che si sta ma- nifestando a seguito della di- minuita domanda in Asia ed Europa e poi a seguire, sono spesso citati i fattori produtti- vi legati alla crescente estra- zionedipetroliodapartedegli Stati Uniti, attraverso l'ormai noto shale oil e che, per la pri- ma volta da oltre trent'anni, ha consentito agli USA di su- perare la soglia dei 9 milioni di barili al giorno, portandosi così a ridosso dei grandi pro- duttoriqualiRussiaedArabia Saudita. Questi due fenomeni sono di fatto stati anche sotto- lineati dall'agenzia interna- zionale per l'energia (AIE) co- me il possibile inizio di un nuovo capitolo nella storia dei mercati petroliferi e dunque come le reali motivazioni del futuro trend dell'oro nero. CAUSE ALTERNATIVE Ataliedoggettivespiegazio- ni si sono però spesso aggiun- te altre considerazioni che, al- meno nel breve, potrebbero a- ver avuto ed avere ancora un significativo impatto sulle o- scillazioni dei prezzi dell'oro nero. Il fatto che le quotazioni del petrolio siano espresse in dollarièindubbiamenteunle- game conosciuto dagli opera- tori finanziari e ciò avrebbe fortemente condizionato le quotazioni di tale commodity, essendosi negli ultimi mesi fortemente rafforzato il dolla- ro a livello globale. Il dollar in- dex, indicatore della forza del dollaro rispetto ad un paniere divalute,sièinfattirivalutato di quasi il 10% da fine giugno ad oggi e questo spiegherebbe in parte il contestuale ribasso del prezzo del petrolio. La sto- rica correlazione tra la mone- ta statunitense ed il petrolio è come noto riconducibile agli accordi intervenuti ad inizio anni '70 tra gli Stati Uniti ed il governo saudita (scelto per le enormi quantità di petrolio a riserva e la sua rilevanza all’interno dell’OPEC), ovve- ro alla creazione del sistema dei petrodollari. Un legame che ha visto questi due paesi fortemente coinvolti in tante ed ormai storiche vicende geo-politiche e che, anche in queste settimane, appare da molti osservatori essere la ve- racausadelcrollodelgreggio. L'Arabia Saudita è dunque sa- lita sul banco degli imputati dell'attuale instabilità dei prezzi, a seguito di una pre- sunta guerra commerciale i cui fini, in base alle analisi ed ai commentatori di turno, sa- rebbe tutto ed il contrario di tutto.Infattitralemotivazioni più ricorrenti vi sarebbero: a) una semplice difesa della pro- pria quota di mercato attra- verso un'offerta abbondante con maggiori sconti ai propri partneraseguitodellacalante domandab)unamossastudia- ta per ripristinare la discipli- na fra i membri del cartello O- PEC in modo che rispettino le quote di produzione future c) unalottacontrol'ISISalfinedi abbattere gli introiti petrolife- ridelcaliffatoedelvicinoIran d)unastrategiageo-politicadi sostegnoedaiutoagliUSAnei loro obbiettivi diplomatici di pressione sulla Russia e) un'a- zione di pressio- ne contro l'Ame- rica a seguito del boom deri- vante dal petro- lio di scisto sta- tunitense. GEO-FINANZA Ovviamente tutte le ipotesi precedentemen- te riportate, pos- sono sussistere nonché convive- re tra loro e far trarre differenti vantaggi a di- versi attori ma come spesso ac- cade, per capir- ne le reali moti- vazioni,bisogna forse individua- re chi non trae alcun reale be- neficio, ovvero la Russia. Di fat- to le quotazioni d e l p e- trolio po- trebbero costitui- re, insie- m e all’embargo, le due estremità di una manovra a tenaglia che vorrebbe soffocare la federa- zione in quanto gas e petrolio contribuiscono per oltre la metà delle entrate governati- ve del paese. La geo-finanza a- vrebbe dunque lavorato ala- cremente ed a partire proba- bilmente dal meeting di Da- vos, come rivelava a fine gen- naioMauroBottarelliconl’ar- ticolo “Spy Finanza: un attac- co a Putin con il prezzo del pe- trolio”. L’opzione di un forte calo del petrolio fin anche sot- to i 60$ sarebbe stata la solu- zione pensata dall’Occidente per ridimensionare politica- mente Putin e la Russia, in quantoilprezzoperilbreak-e- venfiscalenecessarioaMosca per bilanciare il budget stata- le sarebbe ben superiore a 100 dollari al barile e quindi un protrattocaloavrebbecostret- toilgovernoametteresempre più mano alle proprie riserve, nonché avrebbe innescato fu- ghe di capitali ed affossato nel contempo la valuta, rendendo così la Russia più addomesti- cabile nel grande scacchiere globale. Fatti che emergono i- nequivocabilmente osservan- dolarelazionegraficatral’an- damentodelpetrolioedilcam- bio rublo/$, con lo svolgersi degli eventi post invasione della Crimea. COSA ASPETTARSI In un mondo globalizzato, o- gni azione comporta inevita- bilmente delle conseguenze anche collaterali. In primis sta già portando molti paesi produttori di petrolio sotto pressione in quanto intacca pesantemente anche il loro budget e non solo i bilanci del- la Russia, come evidente dal grafico pubblicato qualche tempo fa sul Wall Street Jour- nalecomemanifestatodaltra- collodeibondvenezuelaniche sembrano anticipare un pros- simofallimentodelpaeseoco- me per il Messico che vede in- troitiminoriper300milionidi dollari ad ogni dollaro di calo. Tutti aspetti che non favori- sconogliinvestimentineipae- si emergenti. Ma se questo po- trebbeinteressarepocoagliU- SAèperòforseperloropiùim- portante osservarne i poten- ziali effetti negativi sulle a- ziende statunitensi specializ- zatenelloshaleoil,avendotali produttoricosticompresitrai 40 e i 70 dollari al barile, non- ché essendosi negli ultimi an- ni fortemente indebitati per ampliare il business come ri- porta il grafico di Bloomberg, con potenziali ripercussioni ad esempio sui mercati dei bondhighyieldsocietari.Infi- ne e da non sottovalutare an- che gli effetti collaterali sui mercati dei cambi anche ver- sopaesiconsideratipiùstabili come la Norvegia. Un tale ed arditopiano,sullafalsarigadi quelli che in molti vedono as- similabile al periodo antece- denteilcollassodell'URSS,po- trebbe avere esiti non così scontati, in quanto seppur ve- ro che la Russia sia in oggetti- va difficoltà, si sta però sem- pre più sganciando da tali di- namiche, con un rafforzamen- tocommercialeversolaCinae gli altri paesi dei BRIC. Fatti che probabilmente hanno consentitoaPutin,alsuoarri- vo a Brisbane per il G20, di di- chiarare di essere pronto ad o- gni possibile scenario circa l'andamento del mercato del petrolio,inclusoquellochepo- trebbe vedere un crollo "cata- strofico" dei prezzi del greg- gio. Ecco dunque che dal brac- cio di ferro tra Occidente e Russia, potrebbero scaturire degli esiti non auspicati, con deleteri risvolti globali e non solo regionali o collegabili ai produttori del petrolio. E se osserviamoilcomportamento attuale del citato dollar index rispetto ad un'altra delicata fase, quale fu quella del 2008, verrebbe da porsi la domanda se non stiamo già correndo ec- cessivi rischi e se non siamo già arrivati a dei prezzi petro- liferi in grado di creare più scompensichebeneficiecono- mici. Certamente il prossimo vertice OPEC, in programma per fine novembre, potrà esse- re un'importante occasione di verifica ma la sensazione è che i prezzi del petrolio po- trebbero ancora essere volati- li nelle prossime settimane ma se non si vuole oltrepassa- relasogliadinonritornodeve presto modificarsi qualcosa, semmai con un recupero del petrolio ed un indebolimento deldollaro,alfinediridarefia- to ai contendenti e semmai ri- portarli a nuovi tavoli di trat- tativa, pena una potenziale di- scesa agli inferi, come antici- pò la forza del dollaro nel 2008. (Rubens Ligabue) RISPARMIO,ICONTIINTASCA L’autore della rubrica La pagina settimanale del lu- nedì “Risparmio, i conti in tasca”, è a cura del nostro consulente Rubens Ligabue, professionista certificato Efa - European Financial Advisor, associato SIAT - Società I- taliana Analisi Tecnica, iscritto all'Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per do- mande e chiarimenti potete scrivere a info@rubensligabue.com