1. GIORNATA DELLA MEMORIA – CLASSE TERZA A
Presso la BRAT di Treviso, martedì 15 gennaio 2013, la classe III A incontra la sig.ra Lia Finzi, sopravvissuta
alle deportazioni naziste.
In seguito a questo incontro gli alunni hanno prodotto ciascuno un tema, nel quale sono scaturiti alcuni
commenti e considerazioni. Se ne riportano brevi estratti.
“La Giornata della Memoria per alcuni è un ricordo vivo e presente ancora oggi, in persone che quegli
eventi li hanno vissuti, che hanno visto con i loro occhi l’orrore della guerra, la morte e la gioia della vittoria
e del ritorno a casa. […] Lia era una bambina come tante altre: andava a scuola, al cinema, al Lido, giocava
con le amiche. Non sapeva che essere ebrea significava essere “diversa”.” (Alessandro B.)
“Purtroppo nel 1938 l’Italia aderisce alle leggi razziali che aveva prodotto la Germania di Hitler. E da questo
momento la vita degli Ebrei cambierà per sempre” (Fatos B.)
“Ascoltando le parole di Lia Finzi ho provato moltissima rabbia ma anche paura e pietà. E’ importante che
noi ragazzi conosciamo quello che è accaduto perché ci aiuta a distinguere il bene dal male. Credo anche
che essere diversi gli uni dagli altri sia una ricchezza perché ci rende unici” (Bereket P.)
“Quando Lia venne espulsa dalla scuola pubblica, era sconvolta perché non capiva il motivo. Non sapeva di
essere ebrea, pensava di essere solo italiana […] Adesso Lia va nelle scuole per incontrare i ragazzi e
raccontare loro della sua esperienza. Sentire i suoi racconti mi ha fatto commuovere e mi ha fatto pensare
quanto il razzismo oggi sia purtroppo ancora vivo. E invece il tesoro più grande dell’umanità è proprio
questo: la diversità!” (Sara S.)
“Alla fine di questo incontro mi sono un po’ vergognata nel sentire come alcuni Italiani hanno trattato altri
Italiani. Ho provato anche tanta tristezza per quelle persone morte solo per la colpa di essere ebree. La vita
è un dono che non va sprecato e buttato via.” (Letizia C.)
“Questo incontro mi ha fatto riflettere su come le persone si lascino condizionare dagli altri. I compagni di
Lia, quelli che prima erano suoi amici, improvvisamente cominciarono a prenderla in giro, a offenderla, a
scansarla. Questo a causa di una campagna mediatica contro gli Ebrei e al clima di paura e di sospetti che il
regime fascista aveva creato. Io non sarei riuscita a sopportare una situazione così.” (Alessia P.)
“Tutte le persone che hanno aiutato gli Ebrei, a rischio anche della vita, sono oggi ricordate a Gerusalemme,
nel Viale dei Giusti. Ci sono anche circa 400 Italiani” (Alessandro B.)
“Questo incontro mi ha fatto capire che non dobbiamo disprezzare le persone che sentiamo diverse da noi
perché la diversità è una ricchezza e tutti noi abbiamo una nostra diversità” (Mey H.)
“La sig.ra Finzi mi ha fatto capire che dopo le leggi razziali la vita degli Ebrei è cambiata per sempre: hanno
vissuto nella paura, nell’emarginazione, nell’insulto e nell’offesa.” (Corrado S.)