1. La Diagnosi funzionale
La Diagnosi Funzionale è così definita nel
D.P.R. 24/2/1994. Per diagnosi funzionale si
intende la descrizione analitica della
compromissione funzionale dello stato
psicofisico dell’alunno in situazione di
handicap al momento in cui accede alla
struttura sanitaria per conseguire gli
interventi previsti dagli artt. 12 e 13 della
legge 104/1992 (art. 3, comma 1).
2. Alla diagnosi funzionale provvede l’unità
multidisciplinare composta: dal medico
specialista nella patologia segnalata, dallo
specialista in neuropsichiatria infantile, dal
terapista della riabilitazione, dagli operatori
sociali in servizio presso l’unità sanitaria
locale o in regime di convenzione con la
medesima (art. 3, comma 2).
3. Essi hanno il compito di eseguire accertamenti
che prendano in esame l’anamnesi fisiologica e
patologica prossima e remota del soggetto, con
particolare riferimento alla nascita e alle fasi di
sviluppo neuro-psicologico da zero a sedici
anni, alle vaccinazioni, alle malattie riferite, alle
eventuali ospedalizzazioni, agli eventuali
interventi terapeutici e chirurgici, alle eventuali
esperienze riabilitative (art. 3, lett. a).
4. A questi accertamenti si aggiunge una diagnosi
clinica redatta dal medico specialista nella patologia
segnalata con preciso riferimento all’eziologia e alle
conseguenze funzionali accompagnate da una
previsione di evoluzione naturale (art. 3, lett. b). La
diagnosi funzionale, essendo finalizzata al recupero
del soggetto, deve tenere particolarmente conto
delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti
aspetti: cognitivo, affettivo relazionale, linguistico,
sensoriale, motorio-prassico, neuropsicologico,
autonomia personale e sociale (art. 4, lett. a-g).
5. E’ importante sottolineare, alla luce del D.P.C.M. n.
185/2006 (art. 2, comma 1), che da una parte la richiesta
di certificazione dell’handicap e, quindi, della successiva
stesura di diagnosi funzionale, è prerogativa del soggetto
a cui è costituzionalmente affidata la responsabilità
primaria dell’educazione dei figli, la famiglia (o degli
esercenti la potestà parentale); dall’altra che la diagnosi
funzionale, cui provvede l’unità multidisciplinare, deve
essere formulata secondo i criteri di classificazione di
disabilità e salute previsti dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità (art. 2, comma 3).
6. Pertanto il riferimento più recente per la redazione
della Diagnosi Funzionale è la Classificazione
Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e
della Salute (ICF), che rappresenta uno strumento
diagnostico adeguato in quanto abbandona una
prospettiva meramente tecnico-sanitaria e afferma
una prospettiva interdisciplinare, capace di tenere
presente i diversi aspetti della vita della persona
disabile