SlideShare a Scribd company logo
1 of 18
Sicurezza dei liquidi di dialisi
   protocolli di disinfezione, sorveglianza ed azioni correttive
                      P. Acciarri, F. Tavianucci, G. Sebastianelli, L. Parlani
                                             Urbino


Introduzione
    L’impiego di liquidi ultrapuri è fortemente consigliabile, anche per le metodiche emodialitiche
convenzionali.
    Tuttavia, anche il solo rispetto dei parametri microbiologici fissati dalla farmacopea Europea
per i liquidi standard, livello minimo di sicurezza accettabile, richiede un notevole sforzo
organizzativo.
    Per garantire la purezza dei liquidi di dialisi al più elevato grado compatibile con la tecnologia a
disposizione, le linee guida nazionali ed internazionali su acque e soluzioni per dialisi
raccomandano di realizzare un “sistema qualità”. (1-3)


Sicurezza dei liquidi di dialisi e “Sistema Qualità”
    Ai centri dialisi si raccomanda di progettare e realizzare un’organizzazione basata sull’adozione
di procedure operative formalmente definite e documentate, su periodici controlli di qualità e
puntuali azioni correttive.
Le procedure organizzative consigliate (1-3) per realizzare il “Sistema Qualità” sono di seguito
indicate:
    • individuazione dei responsabili e/o referenti per la gestione della tecnologia e per le
        produzione, la verifica, il continuo aggiornamento dei protocolli operativi;
    • formazione di team funzionali multi professionali, attraverso l’individuazione, il
        coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti gli interlocutori esterni;
    • adeguata identificazione degli impianti e delle apparecchiature in uso;
    • adozione di protocolli operativi (uso, gestione, verifiche di sicurezza) per il personale
        interno;
    • formalizzazione di programmi e contratti di manutenzione con personale competente;
    • adozione di protocolli formali di controlli di qualità (tecnici, chimici, batteriologici,
        clinici);
    • registrazione di tutti i dati di esercizio;
    • analisi critica, periodica, dei dati di attività, delle verifiche, dei controlli di qualità;
    • adozione di protocolli formali di azioni correttive “…fino alla chiusura temporanea del
        centro…”.


Il “Modello Marchigiano”
    La Legge della Regione Marche 20/2000 (4-6), che detta norme sull’autorizzazione all’esercizio
delle attività sanitarie e sull’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie, definisce in
particolare i requisiti organizzativi, tecnologici e strutturali ritenuti necessari e da rispettare.
    L’insieme di alcuni dei requisiti organizzativi assegnati alle strutture di dialisi, di seguito
riportati così come indicati nei manuali di autorizzazione ed accreditamento, definisce quasi
completamente il “Sistema Qualità” auspicato dalle linee guida:
    • requisito di accreditamento DDIP13:

                                                                                                      1
•   ”Sono stati individuati i referenti per l’attivazione delle procedure di manutenzione delle
       singole apparecchiature”
   •   ;
   •   requisito di accreditamento DDIP 12 ”Esiste l’inventario delle attrezzature comprendente:
       tipo di strumento, fornitore, riferimento al contratto di acquisizione, codice identificativo
       aziendale;
   •   requisito di accreditamento DDIP 14
   •   ”Esiste evidenza della esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria e
       straordinaria”;
   •

   •   requisiti di autorizzazione 4.4.2.3.46 e 4.4.2.3.29
   •   “E’ disponibile per ogni apparecchiatura il manuale d’uso e il libro macchina”
   •   requisiti di autorizzazione 4.4.2.3.45 e 4.4.2.3.28 “E’ disponibile il piano per la
       manutenzione ordinaria e straordinaria”;

   •   requisito di autorizzazione 4.4.2.3.42
   •   “Esistono e vengono seguiti i protocolli di disinfezione delle attrezzature, dell’impianto
       dell’acqua e del circuito di distribuzione dell’acqua per dialisi, delle modalità di
       sanificazione dell’ambiente e smaltimento dei rifiuti”;
   •   requisiti di autorizzazione 4.4.2.3.43 e 4.4.3.3.26 “Esistono e vengono seguiti i protocolli
       dei controlli chimici e biologici dell’acqua di dialisi”;
   •

   •   requisito di autorizzazione 4.4.2.3.47 “E’ disponibile un sistema informatico gestionale”.

    La corretta applicazione dei requisiti organizzativi sopra indicati costituisce il supporto ideale
per la realizzazione dei processi decisionali finalizzati alla salvaguardia della sicurezza.

     La legge 20/2000, che precede di alcuni anni le linee guida ERA-EDTA (2002), EDTNA-ERCA
(2002) e SIN (2005), ha costituto uno dei rarissimi casi in cui una norma ha anticipato la sensibilità
dei professionisti e delle società scientifiche.
     Le difficoltà incontrate negli anni 2000-2002, nel corso del processo di accreditamento
istituzionale, hanno educato i nefrologi marchigiani ad una maggiore consapevolezza nell’affrontare
le problematiche relative alla sicurezza, ad approfondire la normativa sui dispositivi medici, a
progettare modelli organizzativi e procedure operative condivisi, a ricercare la collaborazione dei
“fabbricanti” per un miglior servizio post vendita, ad accogliere con interesse ed applicare le
raccomandazioni delle linee guida emanate successivamente.


L’organizzazione del Centro di Urbino, applicazione del “Modello
Marchigiano”
    Anche la struttura della zona territoriale di Urbino, costituita da un servizio dialisi ospedaliero
(SDO) situato a Urbino e due centri ad assistenza limitata (CAL) situati a Cagli e Sassocorvaro, ha
affrontato, negli anni successivi al 2000, il processo di accreditamento istituzionale.
    Pur se di dimensioni medio piccole, è articolata su tre sedi operative, dispone di tre impianti
dalle caratteristiche tecniche e gestionali molto eterogenee, utilizza quattro tipi di monitor che
richiedono procedure ed accessori specifici.



                                                                                                     2
L’organizzazione per la sicurezza dei liquidi di dialisi (Tabella 1), commisurata alla complessità
ed alla articolazione della struttura, è stata progettata e realizzata sulla base dei seguenti principi
generali:
   • gestione della tecnologia tramite i protocolli operativi imposti dal processo di
        accreditamento istituzionale, nel rispetto delle normative sui dispositivi medici e sulla
        sicurezza;
   • programma di controlli di qualità e sicurezza, tramite i protocolli operativi imposti dal
        processo di accreditamento istituzionale, in applicazione delle linee guida sulla qualità
        delle acque e le soluzioni di dialisi e degli standard di riferimento;
   • puntuale archiviazione dei dati di esercizio, sia tecnici che relativi ai controlli di qualità e
        sicurezza; possibilità di accesso ai dati e di elaborazione in tempo reale su supporto
        informatico;
   • periodiche verifiche ed auto valutazioni sui risultati ottenuti, che permettono di decidere ed
        applicare azioni correttive puntuali e consequenziali.



La g
estione della tecnologia
   I referenti per la gestione e la manutenzione delle apparecchiature
   Il protocollo interno definisce le figure dei referenti ed attribuisce loro i compiti operativi. In
mancanza della figura del tecnico di dialisi, sono individuati fra gli infermieri addetti all’emodialisi.
   • Il referente per l’organizzazione generale della gestione e manutenzione delle
       apparecchiature:
       - cura ed aggiorna l’inventario delle apparecchiature;
       - coordina la stesura e la revisione continua dei protocolli;
       - coordina l’uniformità applicativa dei protocolli nelle tre sedi operative;
       - coordina la progettazione delle schede di verifica delle attività svolte;
       - coordina la predisposizione, la conservazione, l’aggiornamento, la pronta
           consultabilità dei manuali d’uso, dei libri macchina, della documentazione tecnica;
       - tiene i contatti con gli interlocutori esterni e le aziende titolari dei contratti di
           manutenzione;
       - coordina la raccolta e l’elaborazione dei dati nel sistema informatico gestionale.
   • I referenti per le singole apparecchiature,
       - collaborano alla stesura e alla revisione dei protocolli;
       - organizzano l’applicazione dei protocolli;
       - verificano l’effettivo svolgimento delle procedure, anche tramite schede di verifica;
       - svolgono direttamente gli interventi che i protocolli operativi assegnano loro;
       - eseguono la raccolta e l’elaborazione dei dati nel sistema informatico gestionale.

     L’inventario delle apparecchiature
     Il protocollo interno prevede che l’inventario sia curato ed aggiornato in tempo reale dai
referenti delle apparecchiature, ognuno secondo i propri compiti e le apparecchiature affidate; che
venga conservato ed aggiornato su supporto elettronico, nel programma di gestione del reparto; che
sia a disposizione di tutto il personale per ogni eventuale necessità di consultazione.
     Ad ogni apparecchiatura viene attribuito un numero di codice interno, riportato anche sul libro
macchina per un rapido riconoscimento. Il numero di codice viene utilizzato per la rapida
attribuzione di ogni intervento di gestione e manutenzione nel sistema informatico di gestione.




                                                                                                       3
Riporta, inoltre, numerosi dati utili alla gestione: fabbricante, matricola, anno di fabbricazione,
collaudo, inizio uso, sede di utilizzo, proprietà, gara di acquisto, contratto di acquisizione,
manutenzione, etc…

    Il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria
    La sicurezza dei liquidi di dialisi non può prescindere da una corretta gestione della tecnologia
che, a sua volta, presuppone l’applicazione delle normative che regolano la progettazione, la
fabbricazione, l’uso, la vigilanza dei dispositivi medici (7-10).
    Secondo tali normative i dispositivi medici devono essere impiegati nell’assoluto rispetto della
destinazione d’uso e delle istruzioni di utilizzo e di manutenzione, così come definite dal processo
di certificazione ed indicate nel manuale d’uso.
                                           d’uso
    Per tale motivo, secondo la nostra interpretazione, è il fabbricante stesso che deve formalizzare i
piani di manutenzione che hanno il compito di mantenere inalterate le caratteristiche tecniche e le
procedure operative certificate.

    I nostri capitolati tecnici (per l’acquisto, il service, o la manutenzione di impianti o monitor)
richiedono sempre, alle aziende offerenti, la seguente documentazione tecnica:
• “Il piano dettagliato di manutenzione programmata, ordinaria e straordinaria, che specifichi le
    tipologie degli interventi necessari al mantenimento della perfetta funzionalità del dispositivo
    medico, la cronologia, gli operatori preposti, specificando in particolare le manutenzioni da
    affidare al personale del centro dialisi”
• (Tabella 2).


In questo modo il fabbricante si fa garante del rispetto delle procedure e dei requisiti di
certificazione del dispositivo medico; il nefrologo ne valuta adeguatezza, semplicità e sicurezza,
all’atto dell’aggiudicazione, poi si impegna ad applicare il piano operativo.

    Il protocollo di disinfezione
    Il più difficile da progettare nel 2001, nel corso del processo di accreditamento istituzionale, ma
quello che maggiormente ha sviluppato la sensibilità degli operatori sulle problematiche della
sicurezza e della corretta gestione dei dispositivi medici.
    All’epoca, le procedure di disinfezione erano basate prevalentemente sulla prassi consolidata e
su convinzioni personali; la scelta degli accessori non teneva conto delle indicazioni dei manuali
d’uso; spesso si usavano disinfettanti non certificati come dispositivi medici.
    Le società scientifiche non avevano ancora elaborato le linee guida del settore.
    Nemmeno i fabbricanti avevano compreso fino in fondo la portata delle normative sui
dispositivi medici o, quanto meno, le interpretavano ad uso interno ma non per il servizio post
vendita.
    Le grandi aziende presenti nel mercato, inoltre, con lo scopo legittimo di caratterizzare i propri
“sistemi di dialisi”, tendevano, e tendono, a “personalizzare” le procedure operative e le scelte degli
accessori e dei disinfettanti, con l’inevitabile conseguenza di complicare l’organizzazione dei centri
dialisi.
    Dalla necessità di superare tali difficoltà, è nato il documento che, in modo improprio, è stato
chiamato “Gestione e disinfezione delle apparecchiature di dialisi - Linee guida della Regione
Marche” (11).
    E’ stato realizzato attraverso un processo di condivisione, fra i nefrologi della regione e le
grandi aziende del settore, volto a ricercare il miglior compromesso possibile fra esigenze
contrastanti: l’obbligo di rispettare le normative sui dispositivi medici; la necessità di uniformare
quanto più possibile le procedure fra i diversi sistemi dialitici per semplificare il peso organizzativo
dei protocolli; l’esigenza di rispettare le specificità organizzative dei centri dialisi e quelle
progettuali dei fabbricanti.

                                                                                                      4
In attesa delle linee guida del settore, nel 2002 è stato utilizzato dai nefrologi marchigiani come
riferimento condiviso per la stesura dei protocolli per l’accreditamento istituzionale.
    Gli argomenti che il documento ha approfondito, sono i seguenti:
• criteri di scelta dei disinfettanti e degli accessori;
• procedure e programmi di disinfezione interna;
• procedure di disinfezione e pulizia esterna;
• gestione differenziata delle apparecchiature in uso, di scorta, contaminate;
• gestione dei rami di alimentazione idrica e degli ultrafiltri;
• controlli dei residui dei disinfettanti;
• controlli chimici e batteriologici

    Le Aziende che hanno partecipato alla stesura delle “linee guida della Regione Marche”,
hanno poi adottato procedure aderenti alle raccomandazioni condivise e le hanno riportate su
opuscoli di facile consultazione.
    Oggi, la maggiore conoscenza delle normative (8-10; 12-15) e l’applicazione delle linee guida
nazionali ed internazionali (1-3) e degli standard di riferimento(16-18) rendono quanto meno datato
il documento marchigiano che, tuttavia, rimane ancora un riferimento.
    Anche per la stesura dei protocolli di disinfezione, la nostra organizzazione sceglie di
responsabilizzare al massimo i fabbricanti, chiamandoli a definire formalmente l’assistenza e la
gestione post vendita dei dispositivi.

    A tale scopo, i nostri capitolati tecnici, per le procedure di acquisto e/o service di impianti o
monitor, richiedono sempre, alle aziende partecipanti, di formalizzare proposte operative di
protocolli di disinfezione, in applicazione delle procedure certificate per il dispositivo, secondo lo
schema organizzativo indicato dal documento marchigiano.
    In corso di aggiudicazione, oltre all’adeguatezza ed alla sicurezza dei sistemi, vengono valutati
anche il peso organizzativo e la semplicità delle procedure e la possibilità di scegliere fra diversi
disinfettanti ed accessori.


Il monitoraggio ed i controlli di qualità e sicurezza
    Il protocollo per il controllo della purezza chimica e batteriologica delle acque per dialisi
    Ha il compito di verificare periodicamente che l’acqua di rete rientri nei parametri fissati dalle
normative (19) e che le caratteristiche chimiche, fisiche e batteriologiche dell’acqua di diluizione e
del dialisato rispettino gli standard di purezza (16-18).
    La stesura del protocollo si basa su riferimenti obiettivi: normative, linee guida, standard di
riferimento.
    Per la ricerca dei contaminanti chimici e biologici sono state applicate le raccomandazioni dei
capitoli III e IV e rispettati i calendari e gli indici di riferimento delle tabelle III.1, III.2 e IV.1 delle
linee guida SIN (3).
    Per gli indici di contaminazione microbica sono stati fissati anche i limiti di “attenzione” ( > 50
UFC/ml a 22°C per i liquidi standard; > 5 UFC/100ml a 22°C, per i liquidi ultrapuri), superati i
quali si attuano i protocolli di decontaminazione sui monitor interessati.
    Particolare attenzione è stata posta sui problemi di carattere organizzativo.
    Il primo affrontato ha riguardato l’individuazione del laboratorio di riferimento, quello di Igiene
e Sanità Pubblica di Urbania, convenzionato ARPA.
    Il direttore dr. G. Sebastianelli, responsabile del settore chimico, e la dr.ssa L. Parlani,
responsabile del settore biologico, hanno acquisito una particolare sensibilità nei confronti delle
problematiche specifiche dei liquidi di dialisi, hanno integrato le indicazioni delle linee guida SIN
(3) con le metodiche utilizzate in applicazione del D. Lgs. 31/2001 (20), hanno partecipato in prima


                                                                                                            5
persona, in collaborazione con i nostri referenti interni, alla stesura del protocollo operativo ed alle
successive revisioni.
    Per la specifica esperienza acquisita, negli ultimi due anni lo stesso laboratorio è stato
individuato come laboratorio di riferimento da altre struttura di dialisi delle province di Pesaro ed
Ancona.
    Il protocollo, inoltre, ha posto particolare attenzione alle modalità di campionamento delle
acque da esaminare, per le difficoltà derivanti dalla frequenza e dal numero dei prelievi, dalla
necessità di applicare le indicazioni del laboratorio di riferimento, dall’obbligo di rispettare le
procedure specifiche per ogni tipo di monitor o impianto.
    Nonostante le numerose revisioni, il protocollo di campionamento mantiene ancora un notevole
peso organizzativo.
    Sarebbe veramente auspicabile che i fabbricanti concordassero procedure ed accessori uniformi,
considerato anche che le modalità di prelievo, seppure importantissime per la sicurezza, non
caratterizzano particolarmente le qualità tecniche di un sistema di dialisi.
    Il protocollo, infine, organizza il trasporto dei campioni e la trasmissione dei risultati




L’archivio dei dati di esercizio
    Il libro macchina
    Imposto dalla normativa sull’accreditamento istituzionale, è divenuto nel tempo uno strumento
insostituibile per la gestione tecnica dei dispositivi medici e per la sicurezza dei liquidi di dialisi:
    • è fornito dalle aziende costruttrici, su nostra richiesta formale, al momento dell’acquisto;
    • ha in evidenza i dati di identificazione;
    • conserva i dati di installazione, collaudo, sede di utilizzo, addestramento;
    • contiene i piani di gestione tecnica e di manutenzione forniti dal fabbricante;
    • registra gli interventi di manutenzione ordinaria programmata, effettuati dai manutentori
         esterni;
    • registra i malfunzionamenti e gli interventi di manutenzione straordinaria, effettuati dai
         manutentori esterni;
    • conserva le schede degli interventi di manutenzione, gestione ordinaria, disinfezione,
         eseguiti dal personale interno;
    • registra copia di tutti i controlli di qualità, chimici e batteriologici.
    Il libro macchina segue costantemente il dispositivo medico, è la prova della sua corretta
gestione e della sua affidabilità.
    E’ sempre a disposizione per la consultazione da parte del personale interno.
    E’ a disposizione anche dei manutentori esterni, cui è fatto obbligo di aggiornarlo ad ogni
intervento.

     Il sistema informatico gestionale
     Una parte dei dati di esercizio, in particolare i malfunzionamenti, gli interventi tecnici
straordinari e i controlli batteriologici, vengono archiviati nel sistema informatico gestionale.
     Ciò permette la rapida consultazione e l’analisi dei dati per verifiche ed auto valutazioni
critiche, attraverso l’elaborazione di tabelle riassuntive o di analisi descrittive, per tipologie di
indicatori e per periodi di osservazione.
     Fissati gli indicatori e gli standard di riferimento, periodici audit organizzativi vengono utilizzati
soprattutto per la sorveglianza della purezza biologica dei liquidi di dialisi.




                                                                                                         6
Il processo di verifica ed auto valutazione
    I referti dei controlli batteriologici, effettuati secondo il protocollo di esami, vengono valutati
mensilmente per le decisioni di conseguenza.
    L’archivio dei dati di esercizio viene utilizzato per analisi periodiche sui livelli di sicurezza dei
liquidi di dialisi e per affrontare i problemi emergenti, di ordine tecnologico, procedurale o
organizzativo.
    Di seguito proviamo a porci alcuni quesiti sulla sicurezza dei nostri liquidi di dialisi ed a
rispondere, come esempio dei periodici processi di verifica.

    I nostri liquidi sono sicuri?
    E’ la prima domanda che possiamo porci, e la nostra organizzazione ci permette di dare una
prima risposta in tempo reale.
    La Tabella 3 mostra che negli anni fra il gennaio 2004 ed il dicembre 2007, nei 3 centri dialisi
della nostra Zona territoriale, sono stati effettuati 963 colturali su liquidi standard (di diluizione e di
dialisi), nel 3.7 % dei quali è stata rilevata una carica batterica > 100 UFC/ml, e 168 su liquidi
ultrapuri, nel 1.2 % dei quali è stata rilevata una carica batterica > 0.1 UFC/ml.
    Certo, non è possibile dare un giudizio assoluto sulla qualità biologica dei liquidi di dialisi
prodotti nel periodo in osservazione, che dipende, fra l’altro, dalla qualità e dall’aggiornamento
della tecnologia in uso e dall’evoluzione della nostra organizzazione.
    Si può affermare, tuttavia, che si è lavorato entro limiti di sicurezza accettabili.

    La qualità dei nostri liquidi è migliorata nel tempo?
    Nel 2007 il nostro parco macchine, rispetto al 2004, è totalmente cambiato.
    Il centro di Urbino ha un nuovo impianto, collaudato nel novembre 2006, di ultima generazione,
certificato come dispositivo medico a differenza del precedente.
    Gli accessori, le procedure, i protocolli operativi sono stati rivisti più volte.
    Proviamo di seguito a confrontare gli esami batteriologici effettuati nel 2004, su tutti i liquidi di
diluizione e di dialisi dei 3 centri dialisi della nostra Zona territoriale, con quelli effettuati nel 2007,
per verificare se all’impegno di risorse ed agli sforzi organizzativi è corrisposto un miglioramento
di qualità e sicurezza dei liquidi di dialisi (Tabella 4).
    La prima differenza significativa riguarda i liquidi ultrapuri: nel 2004 nessuno dei liquidi
prodotti aveva tali caratteristiche; nel 2007 più di 1/3 dei liquidi rientrano nei parametri specifici.
    Ciò è stato reso possibile dall’entrata in funzione del nuovo impianto di Urbino, dall’uso di
nuove apparecchiature apposite, dalla revisione del protocollo e delle metodiche degli esami
batteriologici.
    Anche i liquidi standard, tuttavia, mostrano un netto miglioramento come provato dall’aumento
dal 41.2% al 61.4% dei liquidi nei quali è stata rilevata una carica batterica < 1 UFC/ml.
    I due LAL test positivi (> 0.250 EU/ml) riscontrati nel 2007 sono imputabili ad un
osmotizzatore portatile, in seguito posto fuori servizio per motivi tecnici.

    Quale terreno di coltura?
    Le linee guida SIN raccomandano, per i liquidi di dialisi, l’uso di “terreni poveri di nutrienti”,
come il TGEA o l’R2A a 22°C per 5-7 giorni.
    Le ARPA utilizzano, per le acque per uso umano, il Water Plate Count Agar (DLgs n° 31/01 +
UNI EN ISO 6222:2001) a 22°C per 3 giorni.
    Negli anni fra il 2004 ed il 2007 il nostro laboratorio di riferimento, per una scelta interna
verosimilmente legata alle procedure di accreditamento SINAL, ha testato i nostri campioni dei
liquidi di dialisi in doppio, con entrambe le metodiche.
    Nella Tabella 5 vengono confrontati i risultati delle due metodiche, su 750 campioni di liquidi
di dialisi prelevati fra il 01/01/04 ed il 31/08/07 nei 3 centri dialisi della nostra Zona territoriale.
    La maggiore sensibilità della metodica indicata dalla SIN è facilmente leggibile.

                                                                                                          7
Quale sicurezza dai nostri impianti?
    La situazione dei nostri impianti idrici è molto articolata.
    Quello di Urbino, collaudato nel novembre 2006, è di ultima generazione, certificato come
dispositivo medico; quello di Sassocorvaro, collaudato nel 2000, è stato realizzato sulla base di un
disegno tecnico avanzato, ma è privo dei manuali d’uso e delle procedure operative predefinite che
                                               anuali
configurano il corredo indispensabile di un dispositivo medico; quello di Cagli, infine, pur se più
volte revisionato nel tempo, è un impianto artigianale che risale alla metà degli anni 80, quindi
lontanissimo dal concetto di dispositivo medico, così come definito dal D.Lgs. 46/97 (7-8).
    La preoccupazione per la precarietà dell’impianto di Cagli ci ha indotti a periodiche analisi
retrospettive, anche per valutare l’efficacia delle ricorrenti azioni correttive.
    Il confronto dei batteriologici (Tabella 6), effettuati negli ultimi 4 anni (a Urbino dal dicembre
2006, data del collaudo) a fine anello e sui punti rene dei 3 impianti, mostra, come prevedibile, che
l’aggiornamento tecnologico influisce in modo determinante sulla qualità e sulla sicurezza dei
liquidi di dialisi.
    Il centro di Cagli resta aperto solo grazie ad un notevolissimo impegno organizzativo del
personale dedicato.
    Fortunatamente, grazie anche alle verifiche ed alle analisi critiche sui controlli batteriologici che
hanno convinto la direzione aziendale sulla necessità di un intervento radicale (azione correttiva),
proprio in questi giorni presso il centro di Cagli viene montato il nuovo impianto idrico.

    Quali criticità nell’impianto di Cagli?
    Conoscere i punti critici di un impianto agevola la scelta delle azioni correttive in corso di
contaminazione.
    L’analisi dei test batteriologici (tabella 7) effettuati negli ultimi 4 anni ha permesso di
individuare nei punti rene, per il disegno tecnico non aggiornato e la presenza di punti morti, la più
frequente sede di inquinamento dell’impianto di Cagli.


Le azioni correttive
    Le cause della cattiva qualità dei liquidi di dialisi possono essere:
    - esogene: acqua di rete, accessori, disinfettanti, altro;
    - legate alla funzionalità dei dispositivi medici: tecniche, procedurali, modalità di impiego;
    - gestionali: organizzazione, protocolli interni.
    Riscontrata una contaminazione e valutate le possibili cause, è necessario individuare gli
interlocutori eventualmente coinvolti e concordare le soluzioni correttive.
    Di seguito vengono descritti alcuni processi decisionali previsti dai nostri protocolli.

     In caso di riscontro di un batteriologico positivo
     Il dispositivo viene temporaneamente messo fuori servizio.
     Viene, poi, applicato il protocollo di disinfezione che prevede una procedura di
decontaminazione, specifica per ogni tipo di monitor e per ogni impianto.
     Per l’impianto la procedura di decontaminazione prevede anche l’intervento dell’azienda titolare
del contratto di assistenza, che verifica la possibilità di continuare le attività.
     Subito dopo la decontaminazione si effettuano i controlli batteriologici secondo protocollo.
     Il monitor resta in quarantena fino alla normalizzazione dei controlli batteriologici.
     Quest’ultimo accorgimento è reso possibile da uno specifico requisito tecnico di accreditamento
istituzionale, che prevede negli SDO una scorta per ogni monitor in uso; nei CAL una scorta per
ogni due monitor in uso.

   In caso di riscontro di ripetuti batteriologici positivi

                                                                                                       8
Il protocollo di gestione tecnica prevede, anche per i monitor, una revisione tecnica da parte dei
manutentori esterni; in caso di ulteriori contaminazioni dopo ripetute revisioni tecniche, il
dispositivo viene messo definitivamente fuori uso.
    La Tabella 8 mostra il percorso decisionale che ha portato al fuori uso di un osmotizzatore
portatile a marzo 2007.
    Il protocollo prevede anche la possibilità di chiudere temporaneamente un centro, in caso di
impossibilità di bonificare l’impianto e l’anello di distribuzione con le procedure previste dai
protocolli e/o con interventi tecnici immediati.
    Nel 2000 il pretrattamento dell’impianto di Sassosorvaro è stato inondato dal fango, che ha
superato anche la vasca di accumulo, a seguito di un inconveniente nella rete esterna dell’acqua per
uso umano; ne è seguita la contaminazione dell’anello di distribuzione con Pseudomonas
aeruginosa che non è stato possibile risolvere con le normali procedure di decontaminazione. Il
centro è stato chiuso temporaneamente per 15 giorni, per una profonda revisione tecnica
dell’impianto. I pazienti sono stati trasferiti ad Urbino.



    Il processo di revisione della tecnologia e delle procedure
    Il primo esempio di revisione dei protocolli riguarda la sorveglianza dei contaminanti, chimici e
batteriologici, provenienti dall’acqua di rete.
    Nel nostro territorio l’acqua di rete è normalmente di buona qualità, tranne che nei mesi estivi,
in particolare a settembre, quando la siccità costringe gli enti gestori a ricorrere a fonti di
approvvigionamento marginali, fino a dover utilizzare bacini di acque superficiali.
    La ricorrenza di tali problematiche, e dei pericoli connessi, ci ha portati a due semplici azioni
correttive: spostare a marzo e settembre gli esami semestrali sui contaminanti chimici e
batteriologici dell’acqua di rete; fissare per i primi di ottobre, nei protocolli di gestione tecnica, la
revisione programmata del pretrattamento e la sostituzione di carboni e resine.
    Le analisi periodiche degli esami batteriologici, inoltre, vengono usate per cercare correttivi,
tecnici o procedurali, alle criticità dei dispositivi in uso, come mostrato dall’esempio riportato nella
Tabella 9.
    Il monitor Integra, molto diffuso sul mercato, non permette la produzione di liquido ultrapuro e,
nella nostra realtà, per un lungo periodo ha prodotto liquido standard di qualità non ottimale.
    La tabella 9 dimostra come le ripetute revisioni del protocollo di disinfezione e gli
aggiornamenti tecnici, tutti concordati con il fabbricante e previsti dal manuale d’uso, compreso
l’impiego dei prefiltri, nel tempo hanno migliorato notevolmente le qualità del dialisato.
    L’ultimo esempio riguarda lo sforzo continuo di preservare la sicurezza dei liquidi dialisi
prodotti a Cagli, nonostante le gravi criticità dell’impianto.
    In tale centro, per ovvi motivi, si effettuano solo metodiche dialitiche compatibili con liquidi di
dialisi standard, in attesa del collaudo del nuovo impianto.
    La Tabella 10 mostra il confronto degli esami effettuati dal 01/01/04 al 31/12/06, con quelli
effettati dal 01/01/07 al 31/01/08.
    Anche in questo caso i miglioramenti sono il risultato di successive revisioni dei protocolli e
della tecnologia (fondamentale è stato l’impiego di monitor dotati di prefiltri), d’accordo con i
fabbricanti.

    Validazione di un nuovo impianto
    Anche la validazione di un impianto costituisce una decisione importante, al pari delle azioni
correttive.
    Le linee guida EDTA (1) danno sull’argomento indicazioni precise e propongono una lista ed
un calendario di esami.




                                                                                                       9
Nella nostra organizzazione il protocollo di validazione di un nuovo impianto, richiesto nel
capitolato tecnico di gara con preciso riferimento alle linee guida, viene presentato dal Fabbricante
nell’offerta tecnica, valutato nel processo di aggiudicazione, accettato, applicato prima del collaudo.
    Nel corso della validazione dell’impianto di Urbino sono stati effettuati, nelle date indicate, i
test chimici e batteriologici riportati nelle tabelle 3 e 4 della linea guida IV.3.1 EDTA.
     La Tabella 11 sintetizza ( riporta solo i test batteriologici) il processo di validazione del nuovo
impianto di Urbino.

    Il problema dell’acqua di rete
    La linea guida SIN 3.2 raccomanda ai responsabili dei centri dialisi il dialogo e la
collaborazione con le ASL territoriali e con i gestori degli acquedotti ed attribuisce loro il compito
di assicurarsi che vengano monitorati tutti i parametri di interesse dialitico.
    Il DLgs. 31/01 (qualità acque potabili) agli art. 10 commi 2 e 3 dichiara “sia che si verifichi, sia
                                                                                “s
che non si verifichi un superamento dei valori di parametro, qualora la fornitura di acque destinate
al consumo umano rappresenti un potenziale pericolo per la salute umana, l’ASL informa l’autorità
d’ambito, affinché….siano adottati provvedimenti idonei…. le autorità competenti informano i
d’ambito                                                           e
consumatori in ordine ai provvedimenti adottati”.
    Ancora oggi, tuttavia, in molte realtà può accadere di accorgersi che si è interrotta la
distribuzione dell’acqua di rete quando suonano gli allarmi della vasca di accumulo, che c’e una
rottura nella rete esterna quando il fondo della stessa vasca si riempie di melma, che si è passati ad
una fonte di approvvigionamento superficiale quando i filtri del pretrattamento si intasano ogni tre
giorni, che c’è una contaminazione batterica o chimica quando si effettuano gli esami semestrali
sull’acqua di rete.
    L’azione correttiva di situazioni così pericolose richiede, di certo, che i nefrologi migliorino la
collaborazione con gli interlocutori esterni.
    E’ chiaro, tuttavia, che la responsabilità può essere gestita solo se si dispone di informazioni
certe, puntuali e selezionate: il vero problema è chiarire se le autorità sanitarie responsabili della
sicurezza dell’acqua potabile e gli enti gestori degli acquedotti abbiano l’obbligo di avvertire i
centri dialisi, direttamente e tempestivamente, almeno in situazioni di tale pericolo.


Conclusioni
    Certamente la nostra organizzazione evidenzia ampi margini di miglioramento, così come gli
indici di qualità dei nostri liquidi di dialisi.
    Le grandi difficoltà ed i piccoli miglioramenti quotidiani, tuttavia, rafforzano la nostra
consapevolezza della necessità di perseguire con continuità e tenacia la sicurezza dei liquidi di
dialisi e ci stimolano a migliorare la gestione dei numerosi fattori tecnici ed organizzativi che la
condizionano:
    - aggiornamento della tecnologia;
    - servizio post vendita dei fabbricanti;
    - conoscenza ed applicazione delle normative e degli standard di riferimento;
    - condivisione ed applicazione delle linee guida;
    - individuazione, coinvolgimento, responsabilizzazione degli interlocutori esterni;
    - coinvolgimento e responsabilizzazione della struttura organizzativa interna;
    - organizzazione solida e sostenibile, tramite protocolli operativi condivisi, agili,
        rapidamente consultabili, facilmente applicabili, periodicamente aggiornati;
    - periodici controlli di qualità;
    - registrazione ed analisi critica periodica dei dati di attività e delle verifiche;
    - applicazione di protocolli di azioni correttive….. “fino alla chiusura temporanea del
        centro”.
        In definitiva, a realizzare il “Sistema qualità” proposto dalle linee guida SIN.

                                                                                                     10
Bibliografia
1. European Best Practice Guidelines for Haemodialysis (part 1). Section IV. Nephrol Dial
    Transplant 2002; 17 (suppl 7): S45-62
2. EDTNA/ERCA Guidelines: Technical section EDTNA/ERCA Journal 2002 Jul-Sep; 28 (3):
    107-15.
3. Linee guida su acque e soluzioni di dialisi. GIN 2005; 22: 246-273
4. Regione Marche L.R. 16-03-2000, n. 20: “Disciplina in materia di autorizzazione alla
    realizzazione e all’esercizio, accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture
    sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private”.
5. Regione Marche D.G.R. 24-10-2000, n. 2200-ME/SAN: “Determinazione dei requisiti minimi
    richiesti per l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio di strutture sanitarie e socio-
    sanitarie”.
6. Regione Marche D.G.R. 31/07/2001, n. 1889 – ME/SAN: “L.R. n. 20/2000 art. 15 –
    determinazione dei requisiti richiesti per l’accreditamento e la classificazione delle strutture
    sanitarie e socio-sanitarie.”
7. Direttiva 93/42/CEE del Consiglio, del 14 giugno 1993, concernente i dispositivi medici.
8. Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46: “Attuazione della direttiva 93/42/CEE, concernente
    i dispositivi medici”.
9. Circolare del Ministero della Salute 27 luglio 2004 - Vigilanza sugli incidenti con dispositivi
    medici.
10. Decreto Ministeriale 15 novembre 2005 – Approvazione delle schede di segnalazione di
    incidenti o mancati incidenti
11. Manuale di disinfezione apparecchi per dialisi (Linee Guida della Regione Marche)
    www.renalgate.it/articoli/LG_marche_Disinfezione%20apparecchiature.htm
12. D. Lgs. 626/94 - Sicurezza nei luoghi di lavoro

13. D. Min. San. 28/09/90 - Norme di prevenzione del contagio professionale (le “precauzioni
    universali”)
14. D. Lgs. 22/97 - Smaltimento dei
15. rifiuti
15. Lgs. 152/99 - Acque di scarico

16.
18. Farmacopea italiana XI edizione , monografia 1167, acqua per diluizione delle soluzioni
    concentrate per emodialisi
17. European Pharmacopoeia 4rd edition, 2003; monograph 1167 haemodialysis solutions,
    concentrated, water for diluting; monograph 0128 haemodialysis solutions for; monograph 0861
    haemofiltration solutions for
18. A.A.M.I. Standard for haemodialysis, 2004
19. Decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CEE relativa alla
    qualità delle acque destinate al consumo umano.
20. Bonadonna L., Ottavini M (Ed). Metodi analitici di riferimento per le acque destinate al
    consumo umano ai sensi del DL.vo 21/2001. Metodi microbiologici. Roma: Istituto Superiore di
    Sanità; 2007. (Rapporti ISTISAN 07/5)




                                                                                                   11
Dr. Piermarino Acciarri
                      Direttore U.O. Nefrologia-Dialisi
              ASUR Marche – Zona Territoriale n. 2 Urbino
              n° telefono: 0722/301292 n° fax: 0722/301144
              e-mail: piermarino.acciarri@sanita.marche.it




               Infermiere Professionale Fausto Tavianucci
     Referente organizzativo apparecchiature U.O. Nefrologia-Dialisi
              ASUR Marche – Zona Territoriale n. 2 Urbino
          n° telefono: 0721/792619 n° fax: 0721/792618 e-mail:
                   dialisi.cagli.asl2@regione.marche.it




                       Dr. Giuseppe Sebastianelli
              Resp. Laboratorio e Resp. Settore Chimico
                          Dr.ssa Lorella Parlani
   Resp. Garanzia Qualità Laboratorio e Resp. Settore Biologico
             n° telefono: 0722/316768 n° fax: 0722/316739
             e-mail: labispurbania.asl2@regione.marche.it




    Tabella 1

      La nostra organizzazione per la sicurezza

      Gestione programmata                             Controlli di
         della tecnologia                           qualità e sicurezza


                               Archivio dei
      Protocolli             dati di esercizio                 Protocolli
Tabella 2
 Il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria:
                    Analisi dei risultati in
              la nostra tempo reale
                        organizzazione

      Manutenzione                               Gestione quotidiana,
    tecnica, compito di         Verifica ed           affidata al
          esperti             autovalutazione           Centro
                               Manuale
      Il piano viene            d’uso            Il piano, redatto dal
         redatto e        Azioni correttive rapide
                                                 Fabbricante, viene
     formalizzato dal        e consequenziali       inserito nel
       Fabbricante                                protocollo interno
                             Linee guida
                               Regione
       Esecuzione              Marche                Esecuzione
        affidata a                                  affidata agli
       manutentori                                  operatori del
         esterni                                       centro
                                                                            12
                          Registrazione degli
                     interventi nel libro macchina
Tabella 3

            Tabella riassuntiva degli esami effettuati dal 01/01/04 al 31/12/07
Tabella 4
n° 1131             esami colturali (TGEA 22° per 7 gg.) di cui
                Confronto fra n° 963 su liquidi standard (di diluizione quelli del 2007
                              gli esami batteriologici del 2004 e e di dialisi)
                                  n° 168 su liquidi ultrapuri (di dialisi)
        Esami effettuati dal 01/01/04 al(Gel-Clot) di cui
              n° 796              LAL Test 31/12/04
                                  n° 628 su liquidi standard (di diluizione e di dialisi)
            Liquidi ultrapuri: 0 controlli su liquidi ultrapuri (di dialisi)
                                  n° 168                         Liquidi standard: 238 controlli
                                    LAL Test: 0 controlli                                               LAL Test: 157 controlli
 100%                                                                    100%
                                    < 0,03 EU/ml = 0                                                    < 0,125 EU/ml = 157
  80%           Liquidi ultrapuri: 168 controlli 0
                                    > 0,03 EU/ml =
                                                                          80%          Liquidi standard:>963 controlli
                                                                                                          0,125 < 0,250 EU/ml = 0
  60%                                                                     60%                           >LAL Test: 628 controlli
                                                                                                          0,250 = 0
 100%                                   LAL Test: 168 controlli          100%   41,2
  40%    78                             < 0,03 EU/ml = 168                40%                               < 0,125 EU/ml = 619
  80%                                                                     80%                   24,4
                                        > 0,03 EU/ml = 0                                 18,1               > 0,125 < 0,250 EU/ml = 3
  20%                                                                     20%                            8,4      6,3
  60%       0      0       0       0          0        0          0       60%                               > 0,250 = 6 (0,96%)
                                                                                                                            0,8    0,8
                                                                                41,3
   0%                                                                     0%
  40%                                                                     40%
        <0,01    <0,05
                  20,2    <0,1    <0,5       <1,0    <2,0     >2,0               <1      <5
                                                                                         18,8   <20
                                                                                                18,8    <50      <100    <200     >200
  20%                                                                     20%                            10,4     7,1
                          0,6    UFC/ml
                                   0,6        0,0     0,0         0,6                                  UFC/ml              1,5        2,2
   0%                                                                      0%
        <0,01    <0,05    <0,1    <0,5       <1,0     <2,0    >2,0               <1       <5     <20     <50      <100     <200    >200
                                 UFC/ml                                                                UFC/ml
        Esami effettuati dal 01/01/07 al 31/12/07

                Liquidi ultrapuri: 97 controlli                                        Liquidi standard: 166 controlli
                                         LAL Test: 97 controlli                                           LAL Test: 114 controlli
 100%                                                                    100%
                                         < 0,03 EU/ml = 96                                                < 0,125 EU/ml = 112
  80%   74,2                                                             80%
                                         > 0,03 EU/ml = 1                       61,4                      > 0,125 < 0,250 EU/ml = 0
  60%                                                                    60%                              > 0,250 = 2
  40%                                                                    40%
                  23,7                                                                   18,1
  20%                                                                    20%                     9       7,2
                            1       1          0        0          0                                              2,4      0        1,8
   0%                                                                     0%
        <0,01    <0,05    <0,1    <0,5        <1,0    <2,0        >2,0          <1       <5      <20     <50     <100     <200     >200     13
                                 UFC/ml                                                                UFC/ml
Tabella 5

        Confronto fra due metodiche di analisi sugli stessi campioni di dialisato

                               UFC/ml                                                                                UFC/ml
                   758 controlli dal 01/04 al 08/07                                                      758 controlli dal 01/04 al 08/07

  90%                                                                                    90%     80,7
  80%                                 TGEA a 22° per 7 giorni                            80%
                                                                                                               UNI EN ISO 6222: 2001 a 22° per 3 giorni
  70%                                                                                    70%
  60%                                                                                    60%
  50%     45,6
                                                                                         50%
  40%                                                                                    40%
  30%                                                                                    30%
                       18,1    17,6
  20%                                    10,5                                            20%
                                                     6,3                                                  10,0
  10%                                                                      1,9                                           6,2
                                                                  0,0                    10%                                    1,7      1,2     0,0          0,1
   0%                                                                                     0%
            <1         <5      <20       <50     <100         <200         >200                   <1         <5          <20    <50     <100     <200         >200




    Tabella 6

                                      Confronto dei batteriologici dei tre impianti

                               Cagli: anni 80                                                             Sassocorvaro: 2000
              artigianale; monoosmosi; PVC; dis. chimica                                        certificato?; Biosmosi; PVDF; dis. chimica


        80%                                                                              80%                                         UFC/ml
                                                   UFC/ml
        70%                                                                              70%                             67 controlli dal 01/04 al 01/08
                                       106 controlli dal 01/04 al 01/08
        60%                                                                              60%    53,7
        50%                                                                              50%
        40%
                                                                                         40%
        30%                                     22,6       20,8
                                         17                                              30%            20,9
        20%                                                         10,4
                 6,6     8,5    6,6                                         7,5          20%
        10%                                                                                                       9
                                                                                         10%                               6      6      3
         0%                                                                                                                                    0,0      1,5
                 <1      <5    <10      <20     <50        <100 <200 >200                0%
                                                                                                <1      <5        <10     <20    <50   <100 <200 >200



                                                                           Urbino: 2006
                                                           certificato; biosmosi; PEX; dis. termica


                                              80%      73,5
                                                                                              UFC/ml
                                              70%
                                                                                  34 controlli dal 12/06 al 01/08
                                              60%
                                              50%
                                              40%
                                                                  26,5
                                              30%
                                              20%
                                              10%                          0,0     0,0    0,0    0,0     0,0       0,0
                                                0%
                                                       <1          <5      <10    <20     <50   <100 <200 >200


                                                                                                                                                                    14
Tabella 7

Batteriologici dell’impianto di Cagli: le maggiori criticità sono nei punti rene

                                                   Fine anello + punti rene
                                  80%
                                  70%
                                                                            UFC/ml
                                  60%
                                                                106 controlli dal 01/04 al 01/08
                                  50%
                                  40%
                                  30%                                   22,6   20,8
                                                                  17
                                  20%                                                 10,4
                                          6,6     8,5     6,6                                7,5
                                  10%
                                  0%
                                          <1      <5      <10     <20   <50    <100 <200 >200




                     Solo fine anello                                                        Solo punti rene

  80%                                                                   80%
                                  UFC/ml                                                                       UFC/ml
  70%                                                                   70%                        61 controlli dal 01/04/ al 01/08
                      45 controlli dal 01/04 al 01/08
  60%                                                                   60%
  50%                                                                   50%
  40%                                                                   40%
                                   28,9
  30%                                      22,2                         30%
                           17,8                                                                      18     18     19,7
  20%                                                                   20%                                               14,8   13,1
              11,1   8,9
        6,7                                                             10%    6,6    6,6
  10%                                               4,4                                      3,3
                                                            0,0
   0%                                                                   0%
        <1    <5     <10   <20     <50     <100 <200 >200                       <1     <5    <10     <20    <50   <100 <200 >200




                                                                                                                                        15
Tabella 8

                       Il processo per mettere fuori uso un dispositivo medico

                                             Osmotizzatore portatile

          300
          250                                                                                            Il dispositivo
          200                                                                                                 viene
     UFC/ML




          150                                                                                              dichiarato
                                                                                                         fuori uso e
          100
                                                                                                            sostituito
              50
               0
                   1   3   5   7   9   11   13   15   17   19   21    23   25   27   29   31   33   35
                                       controlli dal gennaio 04 al marzo 07



      Disinfezioni straordinarie come da protocollo
      Interventi tecnici straordinari




Tabella 9

               Risultati delle azioni correttive sui protocolli e sulla tecnologia
                       I batteriologici dei monitor Integra: confronto longitudinale




                                                                     Nel 2006 revisioni del protocollo di
                                                                      disinfezione

                                                                     Nel 2007 aggiornamento della
                                                                      tecnologia ed utilizzo dei prefiltri

                                                                                                                          16
Tabella 10

          Risultati delle azioni correttive sui protocolli e sulla tecnologia
                      I batteriologici del centro di Cagli: confronto longitudinale

        Esami effettuati dal 01/01/04 al 31/12/06
                      Cagli Impianto                                                Cagli Monitor

                                                              80%
  80%                                                         70%                              UFC/ml
                                 UFC/ml                                            120 controlli dal 01/04 al 12/06
  70%                                                         60%
                     82 controlli dal 01/04 al 12/06
  60%
                                                              50%
  50%
  40%                                                         40%   32,5%
  30%                  23,2%
                               18,3% 20,7%                    30%
                                                                                    20,8%
  20%          11,0%                           12,2% 8,5%                   16,7%
        6,1%                                                  20%                                   14,2%
  10%                                                                                       10,0%
                                                              10%                                                     5,8%
   0%                                                                                                       0,0%
        <1      <5      <20    <50     <100    <200    >200   0%
                                                                     <1      <5       <20    <50     <100   <200      >200



        Esami effettuati dal 01/01/07 al 31/01/08
                      Cagli Impianto                                                Cagli Monitor

                                                                    79,6
  80%                                                         80%                                 UFC/ml
  70%                            UFC/ml
                                                              70%                     49 controlli dal 01/07 al 01/08
  60%                24 controlli dal 01/07 al 01/08
                                                              60%
  50%                                                         50%
                               37,5%
  40%                                                         40%
  30%                  25,0%
                                       20,8%                  30%
  20%                                                                       16,3
        8,3%                                                  20%
  10%                                          4,2%    4,2%                           4,1
               0,0%                                           10%                            0,0     0,0     0,0        0,0
   0%                                                          0%
         <1     <5      <20     <50    <100    <200    >200          <1      <5       <20    <50    <100    <200      >200




Tabella 11
                Protocollo di validazione del nuovo impianto di Urbino
                                        Test batteriologici sull’impianto

Controlli effettuati a cura del Fabbricante
Controlli effettuati a cura della ASL

                                          26/09/06 11/10/06 11/10/06 17/10/06 24/10/06 08/11/06
                Carica 22°C TGEA 22 °C
 Uscita osmosi                               <1      <1        <1       <1       <1       <1
                  UFC/ ml      X 7 gg.
                   Miceti
                            ISTISAN 00/14    <1      <1        <1       <1       <1       <1
                  UFC/ml
                Endotossine
                               Gel-Clot    < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125
                   EU/ml
                Carica 22°C TGEA 22 °C
 Ritorno anello                              <1      <1        <1       <1       <1       <1
                  UFC/ ml      X 7 gg.
                   Miceti
                            ISTISAN 00/14    <1      <1        <1       <1       <1       <1
                  UFC/ml                                                                                                      17
                Endotossine
                               Gel-Clot    < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125
                   EU/ml
18

More Related Content

Similar to Acciarri riccione 2008 testo + tabelle

Premio forum pa sanita 2021 auto mdr on-iss
Premio forum pa sanita 2021   auto mdr on-issPremio forum pa sanita 2021   auto mdr on-iss
Premio forum pa sanita 2021 auto mdr on-issPaoloIzzo3
 
Sistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccp
Sistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccpSistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccp
Sistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccpMassimo Falsaci
 
Requisiti organizzativi generali bozza presentazione senza eff
Requisiti organizzativi generali bozza presentazione senza effRequisiti organizzativi generali bozza presentazione senza eff
Requisiti organizzativi generali bozza presentazione senza effBruno Di Gioacchino
 
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...eAmbiente
 
SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...
SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...
SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...convegnonazionaleaiic
 
DOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoro
DOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoroDOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoro
DOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoroDOCFLOW
 
Premio forum pa sanita 2021 documento di approfondimento
Premio forum pa sanita 2021   documento di approfondimentoPremio forum pa sanita 2021   documento di approfondimento
Premio forum pa sanita 2021 documento di approfondimentoAntoniettaSantoro
 
120510 Reati Ambientali E 231
120510 Reati Ambientali E 231120510 Reati Ambientali E 231
120510 Reati Ambientali E 231MarcoBraghini
 
Piumi_0_HACCP.pdf
Piumi_0_HACCP.pdfPiumi_0_HACCP.pdf
Piumi_0_HACCP.pdfnivo10
 
Template doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siap
Template doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siapTemplate doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siap
Template doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siapsiaasp7
 
Manutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosi
Manutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosiManutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosi
Manutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosiDavide Truffo
 
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...Monica Mazzoni
 
PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...
PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...
PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...convegnonazionaleaiic
 
Premio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdf
Premio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdfPremio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdf
Premio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdfAlessiaTracconaglia
 
Flyer Farma Impresa24 V.1.2
Flyer Farma Impresa24 V.1.2Flyer Farma Impresa24 V.1.2
Flyer Farma Impresa24 V.1.2Franco Crippa
 
Carignola 24 Ottobre 08
Carignola 24 Ottobre 08Carignola 24 Ottobre 08
Carignola 24 Ottobre 08cmid
 
Presentazione L Care pbk
Presentazione L Care pbkPresentazione L Care pbk
Presentazione L Care pbktacerrito
 

Similar to Acciarri riccione 2008 testo + tabelle (20)

Premio forum pa sanita 2021 auto mdr on-iss
Premio forum pa sanita 2021   auto mdr on-issPremio forum pa sanita 2021   auto mdr on-iss
Premio forum pa sanita 2021 auto mdr on-iss
 
Sistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccp
Sistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccpSistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccp
Sistema di autocontrollo dell'igiene: il metodo haccp
 
Requisiti organizzativi generali bozza presentazione senza eff
Requisiti organizzativi generali bozza presentazione senza effRequisiti organizzativi generali bozza presentazione senza eff
Requisiti organizzativi generali bozza presentazione senza eff
 
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...
MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE INERENTI LE ATTIVITA’ SPERIMENTALI ...
 
Agg. xv rischio informatico al
Agg. xv rischio informatico alAgg. xv rischio informatico al
Agg. xv rischio informatico al
 
SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...
SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...
SISTEMI RFID PER LA TRACCIABILITÀ DEI DISPOSITIVI MEDICI: APPLICAZIONE NELLA ...
 
DOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoro
DOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoroDOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoro
DOCFLOW IMPROVE e il D.lgs 81/2008 su salute e sicurezza in materia di lavoro
 
Premio forum pa sanita 2021 documento di approfondimento
Premio forum pa sanita 2021   documento di approfondimentoPremio forum pa sanita 2021   documento di approfondimento
Premio forum pa sanita 2021 documento di approfondimento
 
58 buone prassi-12092012
58   buone prassi-1209201258   buone prassi-12092012
58 buone prassi-12092012
 
Corso documento digitale FFL
Corso documento digitale FFLCorso documento digitale FFL
Corso documento digitale FFL
 
120510 Reati Ambientali E 231
120510 Reati Ambientali E 231120510 Reati Ambientali E 231
120510 Reati Ambientali E 231
 
Piumi_0_HACCP.pdf
Piumi_0_HACCP.pdfPiumi_0_HACCP.pdf
Piumi_0_HACCP.pdf
 
Template doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siap
Template doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siapTemplate doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siap
Template doc premio_pa-sostenibile-2018_progetto_siap
 
Manutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosi
Manutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosiManutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosi
Manutenzione impianti e strategie di prevenzione del rischio legionellosi
 
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 7 Il “Life cycle concept” applicato agli im...
 
PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...
PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...
PROGETTO DI REINGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL PARCO STRUMENTI ...
 
Premio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdf
Premio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdfPremio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdf
Premio FORUM PA Sanita 2022 - Poliambulanza - DocumentoTecnico.pdf
 
Flyer Farma Impresa24 V.1.2
Flyer Farma Impresa24 V.1.2Flyer Farma Impresa24 V.1.2
Flyer Farma Impresa24 V.1.2
 
Carignola 24 Ottobre 08
Carignola 24 Ottobre 08Carignola 24 Ottobre 08
Carignola 24 Ottobre 08
 
Presentazione L Care pbk
Presentazione L Care pbkPresentazione L Care pbk
Presentazione L Care pbk
 

More from Giuseppe Quintaliani

Master I livello ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICA
Master  I livello  ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICAMaster  I livello  ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICA
Master I livello ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICAGiuseppe Quintaliani
 
Cambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica Italiana
Cambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica ItalianaCambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica Italiana
Cambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica ItalianaGiuseppe Quintaliani
 
abatement exogenous_peritonitis_capd
abatement exogenous_peritonitis_capdabatement exogenous_peritonitis_capd
abatement exogenous_peritonitis_capdGiuseppe Quintaliani
 
Storia capd - Dialisi peritoneale
Storia capd  - Dialisi peritoneale Storia capd  - Dialisi peritoneale
Storia capd - Dialisi peritoneale Giuseppe Quintaliani
 
Paolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisi
Paolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisiPaolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisi
Paolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisiGiuseppe Quintaliani
 
Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...
Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...
Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...Giuseppe Quintaliani
 
Postorino presentazione sul rischio 2001
Postorino presentazione sul rischio 2001Postorino presentazione sul rischio 2001
Postorino presentazione sul rischio 2001Giuseppe Quintaliani
 
I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”
I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”
I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”Giuseppe Quintaliani
 
Metodologia in clinica: esiste ancora?
Metodologia in clinica: esiste ancora?Metodologia in clinica: esiste ancora?
Metodologia in clinica: esiste ancora?Giuseppe Quintaliani
 
Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...
Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...
Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...Giuseppe Quintaliani
 
Metodologia in clinica esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17
Metodologia in clinica  esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17Metodologia in clinica  esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17
Metodologia in clinica esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17Giuseppe Quintaliani
 

More from Giuseppe Quintaliani (20)

nipotini-2.pptx
nipotini-2.pptxnipotini-2.pptx
nipotini-2.pptx
 
raccomandazioni potassio per IRC
raccomandazioni potassio per IRCraccomandazioni potassio per IRC
raccomandazioni potassio per IRC
 
Rischio cosa e' il rischio
Rischio cosa e' il rischioRischio cosa e' il rischio
Rischio cosa e' il rischio
 
Master I livello ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICA
Master  I livello  ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICAMaster  I livello  ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICA
Master I livello ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL'ASSISTENZA NEFROlLOGICA
 
Cambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica Italiana
Cambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica ItalianaCambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica Italiana
Cambiamenti climatici e salute Luca Mercalli Società Meteorologica Italiana
 
sorella terra
sorella terra sorella terra
sorella terra
 
abatement exogenous_peritonitis_capd
abatement exogenous_peritonitis_capdabatement exogenous_peritonitis_capd
abatement exogenous_peritonitis_capd
 
Storia capd - Dialisi peritoneale
Storia capd  - Dialisi peritoneale Storia capd  - Dialisi peritoneale
Storia capd - Dialisi peritoneale
 
Paolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisi
Paolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisiPaolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisi
Paolo colli paper sanita-2030 con un mio contributo sulla emodialisi
 
metodologia clinica
metodologia clinicametodologia clinica
metodologia clinica
 
Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...
Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...
Widespread community-spread-of-sars-co v-2-is-damaging-to-health-society-and-...
 
Postorino presentazione sul rischio 2001
Postorino presentazione sul rischio 2001Postorino presentazione sul rischio 2001
Postorino presentazione sul rischio 2001
 
I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”
I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”
I pazienti, la nefrologia e la legge “Balduzzi”
 
Pisa dr quintaliani_lez 3 e 4
Pisa  dr  quintaliani_lez 3 e 4Pisa  dr  quintaliani_lez 3 e 4
Pisa dr quintaliani_lez 3 e 4
 
Pisa dr quintaliani_lez 1 e 2
Pisa  dr  quintaliani_lez 1 e 2Pisa  dr  quintaliani_lez 1 e 2
Pisa dr quintaliani_lez 1 e 2
 
Lezioni 1
Lezioni 1Lezioni 1
Lezioni 1
 
Metodologia in clinica: esiste ancora?
Metodologia in clinica: esiste ancora?Metodologia in clinica: esiste ancora?
Metodologia in clinica: esiste ancora?
 
Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...
Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...
Metodologia per determinazione dei fabbisogni di personale per il funzionamen...
 
Manfroni posti letto
Manfroni posti lettoManfroni posti letto
Manfroni posti letto
 
Metodologia in clinica esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17
Metodologia in clinica  esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17Metodologia in clinica  esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17
Metodologia in clinica esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17
 

Acciarri riccione 2008 testo + tabelle

  • 1. Sicurezza dei liquidi di dialisi protocolli di disinfezione, sorveglianza ed azioni correttive P. Acciarri, F. Tavianucci, G. Sebastianelli, L. Parlani Urbino Introduzione L’impiego di liquidi ultrapuri è fortemente consigliabile, anche per le metodiche emodialitiche convenzionali. Tuttavia, anche il solo rispetto dei parametri microbiologici fissati dalla farmacopea Europea per i liquidi standard, livello minimo di sicurezza accettabile, richiede un notevole sforzo organizzativo. Per garantire la purezza dei liquidi di dialisi al più elevato grado compatibile con la tecnologia a disposizione, le linee guida nazionali ed internazionali su acque e soluzioni per dialisi raccomandano di realizzare un “sistema qualità”. (1-3) Sicurezza dei liquidi di dialisi e “Sistema Qualità” Ai centri dialisi si raccomanda di progettare e realizzare un’organizzazione basata sull’adozione di procedure operative formalmente definite e documentate, su periodici controlli di qualità e puntuali azioni correttive. Le procedure organizzative consigliate (1-3) per realizzare il “Sistema Qualità” sono di seguito indicate: • individuazione dei responsabili e/o referenti per la gestione della tecnologia e per le produzione, la verifica, il continuo aggiornamento dei protocolli operativi; • formazione di team funzionali multi professionali, attraverso l’individuazione, il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti gli interlocutori esterni; • adeguata identificazione degli impianti e delle apparecchiature in uso; • adozione di protocolli operativi (uso, gestione, verifiche di sicurezza) per il personale interno; • formalizzazione di programmi e contratti di manutenzione con personale competente; • adozione di protocolli formali di controlli di qualità (tecnici, chimici, batteriologici, clinici); • registrazione di tutti i dati di esercizio; • analisi critica, periodica, dei dati di attività, delle verifiche, dei controlli di qualità; • adozione di protocolli formali di azioni correttive “…fino alla chiusura temporanea del centro…”. Il “Modello Marchigiano” La Legge della Regione Marche 20/2000 (4-6), che detta norme sull’autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie e sull’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie, definisce in particolare i requisiti organizzativi, tecnologici e strutturali ritenuti necessari e da rispettare. L’insieme di alcuni dei requisiti organizzativi assegnati alle strutture di dialisi, di seguito riportati così come indicati nei manuali di autorizzazione ed accreditamento, definisce quasi completamente il “Sistema Qualità” auspicato dalle linee guida: • requisito di accreditamento DDIP13: 1
  • 2. ”Sono stati individuati i referenti per l’attivazione delle procedure di manutenzione delle singole apparecchiature” • ; • requisito di accreditamento DDIP 12 ”Esiste l’inventario delle attrezzature comprendente: tipo di strumento, fornitore, riferimento al contratto di acquisizione, codice identificativo aziendale; • requisito di accreditamento DDIP 14 • ”Esiste evidenza della esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria”; • • requisiti di autorizzazione 4.4.2.3.46 e 4.4.2.3.29 • “E’ disponibile per ogni apparecchiatura il manuale d’uso e il libro macchina” • requisiti di autorizzazione 4.4.2.3.45 e 4.4.2.3.28 “E’ disponibile il piano per la manutenzione ordinaria e straordinaria”; • requisito di autorizzazione 4.4.2.3.42 • “Esistono e vengono seguiti i protocolli di disinfezione delle attrezzature, dell’impianto dell’acqua e del circuito di distribuzione dell’acqua per dialisi, delle modalità di sanificazione dell’ambiente e smaltimento dei rifiuti”; • requisiti di autorizzazione 4.4.2.3.43 e 4.4.3.3.26 “Esistono e vengono seguiti i protocolli dei controlli chimici e biologici dell’acqua di dialisi”; • • requisito di autorizzazione 4.4.2.3.47 “E’ disponibile un sistema informatico gestionale”. La corretta applicazione dei requisiti organizzativi sopra indicati costituisce il supporto ideale per la realizzazione dei processi decisionali finalizzati alla salvaguardia della sicurezza. La legge 20/2000, che precede di alcuni anni le linee guida ERA-EDTA (2002), EDTNA-ERCA (2002) e SIN (2005), ha costituto uno dei rarissimi casi in cui una norma ha anticipato la sensibilità dei professionisti e delle società scientifiche. Le difficoltà incontrate negli anni 2000-2002, nel corso del processo di accreditamento istituzionale, hanno educato i nefrologi marchigiani ad una maggiore consapevolezza nell’affrontare le problematiche relative alla sicurezza, ad approfondire la normativa sui dispositivi medici, a progettare modelli organizzativi e procedure operative condivisi, a ricercare la collaborazione dei “fabbricanti” per un miglior servizio post vendita, ad accogliere con interesse ed applicare le raccomandazioni delle linee guida emanate successivamente. L’organizzazione del Centro di Urbino, applicazione del “Modello Marchigiano” Anche la struttura della zona territoriale di Urbino, costituita da un servizio dialisi ospedaliero (SDO) situato a Urbino e due centri ad assistenza limitata (CAL) situati a Cagli e Sassocorvaro, ha affrontato, negli anni successivi al 2000, il processo di accreditamento istituzionale. Pur se di dimensioni medio piccole, è articolata su tre sedi operative, dispone di tre impianti dalle caratteristiche tecniche e gestionali molto eterogenee, utilizza quattro tipi di monitor che richiedono procedure ed accessori specifici. 2
  • 3. L’organizzazione per la sicurezza dei liquidi di dialisi (Tabella 1), commisurata alla complessità ed alla articolazione della struttura, è stata progettata e realizzata sulla base dei seguenti principi generali: • gestione della tecnologia tramite i protocolli operativi imposti dal processo di accreditamento istituzionale, nel rispetto delle normative sui dispositivi medici e sulla sicurezza; • programma di controlli di qualità e sicurezza, tramite i protocolli operativi imposti dal processo di accreditamento istituzionale, in applicazione delle linee guida sulla qualità delle acque e le soluzioni di dialisi e degli standard di riferimento; • puntuale archiviazione dei dati di esercizio, sia tecnici che relativi ai controlli di qualità e sicurezza; possibilità di accesso ai dati e di elaborazione in tempo reale su supporto informatico; • periodiche verifiche ed auto valutazioni sui risultati ottenuti, che permettono di decidere ed applicare azioni correttive puntuali e consequenziali. La g estione della tecnologia I referenti per la gestione e la manutenzione delle apparecchiature Il protocollo interno definisce le figure dei referenti ed attribuisce loro i compiti operativi. In mancanza della figura del tecnico di dialisi, sono individuati fra gli infermieri addetti all’emodialisi. • Il referente per l’organizzazione generale della gestione e manutenzione delle apparecchiature: - cura ed aggiorna l’inventario delle apparecchiature; - coordina la stesura e la revisione continua dei protocolli; - coordina l’uniformità applicativa dei protocolli nelle tre sedi operative; - coordina la progettazione delle schede di verifica delle attività svolte; - coordina la predisposizione, la conservazione, l’aggiornamento, la pronta consultabilità dei manuali d’uso, dei libri macchina, della documentazione tecnica; - tiene i contatti con gli interlocutori esterni e le aziende titolari dei contratti di manutenzione; - coordina la raccolta e l’elaborazione dei dati nel sistema informatico gestionale. • I referenti per le singole apparecchiature, - collaborano alla stesura e alla revisione dei protocolli; - organizzano l’applicazione dei protocolli; - verificano l’effettivo svolgimento delle procedure, anche tramite schede di verifica; - svolgono direttamente gli interventi che i protocolli operativi assegnano loro; - eseguono la raccolta e l’elaborazione dei dati nel sistema informatico gestionale. L’inventario delle apparecchiature Il protocollo interno prevede che l’inventario sia curato ed aggiornato in tempo reale dai referenti delle apparecchiature, ognuno secondo i propri compiti e le apparecchiature affidate; che venga conservato ed aggiornato su supporto elettronico, nel programma di gestione del reparto; che sia a disposizione di tutto il personale per ogni eventuale necessità di consultazione. Ad ogni apparecchiatura viene attribuito un numero di codice interno, riportato anche sul libro macchina per un rapido riconoscimento. Il numero di codice viene utilizzato per la rapida attribuzione di ogni intervento di gestione e manutenzione nel sistema informatico di gestione. 3
  • 4. Riporta, inoltre, numerosi dati utili alla gestione: fabbricante, matricola, anno di fabbricazione, collaudo, inizio uso, sede di utilizzo, proprietà, gara di acquisto, contratto di acquisizione, manutenzione, etc… Il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria La sicurezza dei liquidi di dialisi non può prescindere da una corretta gestione della tecnologia che, a sua volta, presuppone l’applicazione delle normative che regolano la progettazione, la fabbricazione, l’uso, la vigilanza dei dispositivi medici (7-10). Secondo tali normative i dispositivi medici devono essere impiegati nell’assoluto rispetto della destinazione d’uso e delle istruzioni di utilizzo e di manutenzione, così come definite dal processo di certificazione ed indicate nel manuale d’uso. d’uso Per tale motivo, secondo la nostra interpretazione, è il fabbricante stesso che deve formalizzare i piani di manutenzione che hanno il compito di mantenere inalterate le caratteristiche tecniche e le procedure operative certificate. I nostri capitolati tecnici (per l’acquisto, il service, o la manutenzione di impianti o monitor) richiedono sempre, alle aziende offerenti, la seguente documentazione tecnica: • “Il piano dettagliato di manutenzione programmata, ordinaria e straordinaria, che specifichi le tipologie degli interventi necessari al mantenimento della perfetta funzionalità del dispositivo medico, la cronologia, gli operatori preposti, specificando in particolare le manutenzioni da affidare al personale del centro dialisi” • (Tabella 2). In questo modo il fabbricante si fa garante del rispetto delle procedure e dei requisiti di certificazione del dispositivo medico; il nefrologo ne valuta adeguatezza, semplicità e sicurezza, all’atto dell’aggiudicazione, poi si impegna ad applicare il piano operativo. Il protocollo di disinfezione Il più difficile da progettare nel 2001, nel corso del processo di accreditamento istituzionale, ma quello che maggiormente ha sviluppato la sensibilità degli operatori sulle problematiche della sicurezza e della corretta gestione dei dispositivi medici. All’epoca, le procedure di disinfezione erano basate prevalentemente sulla prassi consolidata e su convinzioni personali; la scelta degli accessori non teneva conto delle indicazioni dei manuali d’uso; spesso si usavano disinfettanti non certificati come dispositivi medici. Le società scientifiche non avevano ancora elaborato le linee guida del settore. Nemmeno i fabbricanti avevano compreso fino in fondo la portata delle normative sui dispositivi medici o, quanto meno, le interpretavano ad uso interno ma non per il servizio post vendita. Le grandi aziende presenti nel mercato, inoltre, con lo scopo legittimo di caratterizzare i propri “sistemi di dialisi”, tendevano, e tendono, a “personalizzare” le procedure operative e le scelte degli accessori e dei disinfettanti, con l’inevitabile conseguenza di complicare l’organizzazione dei centri dialisi. Dalla necessità di superare tali difficoltà, è nato il documento che, in modo improprio, è stato chiamato “Gestione e disinfezione delle apparecchiature di dialisi - Linee guida della Regione Marche” (11). E’ stato realizzato attraverso un processo di condivisione, fra i nefrologi della regione e le grandi aziende del settore, volto a ricercare il miglior compromesso possibile fra esigenze contrastanti: l’obbligo di rispettare le normative sui dispositivi medici; la necessità di uniformare quanto più possibile le procedure fra i diversi sistemi dialitici per semplificare il peso organizzativo dei protocolli; l’esigenza di rispettare le specificità organizzative dei centri dialisi e quelle progettuali dei fabbricanti. 4
  • 5. In attesa delle linee guida del settore, nel 2002 è stato utilizzato dai nefrologi marchigiani come riferimento condiviso per la stesura dei protocolli per l’accreditamento istituzionale. Gli argomenti che il documento ha approfondito, sono i seguenti: • criteri di scelta dei disinfettanti e degli accessori; • procedure e programmi di disinfezione interna; • procedure di disinfezione e pulizia esterna; • gestione differenziata delle apparecchiature in uso, di scorta, contaminate; • gestione dei rami di alimentazione idrica e degli ultrafiltri; • controlli dei residui dei disinfettanti; • controlli chimici e batteriologici Le Aziende che hanno partecipato alla stesura delle “linee guida della Regione Marche”, hanno poi adottato procedure aderenti alle raccomandazioni condivise e le hanno riportate su opuscoli di facile consultazione. Oggi, la maggiore conoscenza delle normative (8-10; 12-15) e l’applicazione delle linee guida nazionali ed internazionali (1-3) e degli standard di riferimento(16-18) rendono quanto meno datato il documento marchigiano che, tuttavia, rimane ancora un riferimento. Anche per la stesura dei protocolli di disinfezione, la nostra organizzazione sceglie di responsabilizzare al massimo i fabbricanti, chiamandoli a definire formalmente l’assistenza e la gestione post vendita dei dispositivi. A tale scopo, i nostri capitolati tecnici, per le procedure di acquisto e/o service di impianti o monitor, richiedono sempre, alle aziende partecipanti, di formalizzare proposte operative di protocolli di disinfezione, in applicazione delle procedure certificate per il dispositivo, secondo lo schema organizzativo indicato dal documento marchigiano. In corso di aggiudicazione, oltre all’adeguatezza ed alla sicurezza dei sistemi, vengono valutati anche il peso organizzativo e la semplicità delle procedure e la possibilità di scegliere fra diversi disinfettanti ed accessori. Il monitoraggio ed i controlli di qualità e sicurezza Il protocollo per il controllo della purezza chimica e batteriologica delle acque per dialisi Ha il compito di verificare periodicamente che l’acqua di rete rientri nei parametri fissati dalle normative (19) e che le caratteristiche chimiche, fisiche e batteriologiche dell’acqua di diluizione e del dialisato rispettino gli standard di purezza (16-18). La stesura del protocollo si basa su riferimenti obiettivi: normative, linee guida, standard di riferimento. Per la ricerca dei contaminanti chimici e biologici sono state applicate le raccomandazioni dei capitoli III e IV e rispettati i calendari e gli indici di riferimento delle tabelle III.1, III.2 e IV.1 delle linee guida SIN (3). Per gli indici di contaminazione microbica sono stati fissati anche i limiti di “attenzione” ( > 50 UFC/ml a 22°C per i liquidi standard; > 5 UFC/100ml a 22°C, per i liquidi ultrapuri), superati i quali si attuano i protocolli di decontaminazione sui monitor interessati. Particolare attenzione è stata posta sui problemi di carattere organizzativo. Il primo affrontato ha riguardato l’individuazione del laboratorio di riferimento, quello di Igiene e Sanità Pubblica di Urbania, convenzionato ARPA. Il direttore dr. G. Sebastianelli, responsabile del settore chimico, e la dr.ssa L. Parlani, responsabile del settore biologico, hanno acquisito una particolare sensibilità nei confronti delle problematiche specifiche dei liquidi di dialisi, hanno integrato le indicazioni delle linee guida SIN (3) con le metodiche utilizzate in applicazione del D. Lgs. 31/2001 (20), hanno partecipato in prima 5
  • 6. persona, in collaborazione con i nostri referenti interni, alla stesura del protocollo operativo ed alle successive revisioni. Per la specifica esperienza acquisita, negli ultimi due anni lo stesso laboratorio è stato individuato come laboratorio di riferimento da altre struttura di dialisi delle province di Pesaro ed Ancona. Il protocollo, inoltre, ha posto particolare attenzione alle modalità di campionamento delle acque da esaminare, per le difficoltà derivanti dalla frequenza e dal numero dei prelievi, dalla necessità di applicare le indicazioni del laboratorio di riferimento, dall’obbligo di rispettare le procedure specifiche per ogni tipo di monitor o impianto. Nonostante le numerose revisioni, il protocollo di campionamento mantiene ancora un notevole peso organizzativo. Sarebbe veramente auspicabile che i fabbricanti concordassero procedure ed accessori uniformi, considerato anche che le modalità di prelievo, seppure importantissime per la sicurezza, non caratterizzano particolarmente le qualità tecniche di un sistema di dialisi. Il protocollo, infine, organizza il trasporto dei campioni e la trasmissione dei risultati L’archivio dei dati di esercizio Il libro macchina Imposto dalla normativa sull’accreditamento istituzionale, è divenuto nel tempo uno strumento insostituibile per la gestione tecnica dei dispositivi medici e per la sicurezza dei liquidi di dialisi: • è fornito dalle aziende costruttrici, su nostra richiesta formale, al momento dell’acquisto; • ha in evidenza i dati di identificazione; • conserva i dati di installazione, collaudo, sede di utilizzo, addestramento; • contiene i piani di gestione tecnica e di manutenzione forniti dal fabbricante; • registra gli interventi di manutenzione ordinaria programmata, effettuati dai manutentori esterni; • registra i malfunzionamenti e gli interventi di manutenzione straordinaria, effettuati dai manutentori esterni; • conserva le schede degli interventi di manutenzione, gestione ordinaria, disinfezione, eseguiti dal personale interno; • registra copia di tutti i controlli di qualità, chimici e batteriologici. Il libro macchina segue costantemente il dispositivo medico, è la prova della sua corretta gestione e della sua affidabilità. E’ sempre a disposizione per la consultazione da parte del personale interno. E’ a disposizione anche dei manutentori esterni, cui è fatto obbligo di aggiornarlo ad ogni intervento. Il sistema informatico gestionale Una parte dei dati di esercizio, in particolare i malfunzionamenti, gli interventi tecnici straordinari e i controlli batteriologici, vengono archiviati nel sistema informatico gestionale. Ciò permette la rapida consultazione e l’analisi dei dati per verifiche ed auto valutazioni critiche, attraverso l’elaborazione di tabelle riassuntive o di analisi descrittive, per tipologie di indicatori e per periodi di osservazione. Fissati gli indicatori e gli standard di riferimento, periodici audit organizzativi vengono utilizzati soprattutto per la sorveglianza della purezza biologica dei liquidi di dialisi. 6
  • 7. Il processo di verifica ed auto valutazione I referti dei controlli batteriologici, effettuati secondo il protocollo di esami, vengono valutati mensilmente per le decisioni di conseguenza. L’archivio dei dati di esercizio viene utilizzato per analisi periodiche sui livelli di sicurezza dei liquidi di dialisi e per affrontare i problemi emergenti, di ordine tecnologico, procedurale o organizzativo. Di seguito proviamo a porci alcuni quesiti sulla sicurezza dei nostri liquidi di dialisi ed a rispondere, come esempio dei periodici processi di verifica. I nostri liquidi sono sicuri? E’ la prima domanda che possiamo porci, e la nostra organizzazione ci permette di dare una prima risposta in tempo reale. La Tabella 3 mostra che negli anni fra il gennaio 2004 ed il dicembre 2007, nei 3 centri dialisi della nostra Zona territoriale, sono stati effettuati 963 colturali su liquidi standard (di diluizione e di dialisi), nel 3.7 % dei quali è stata rilevata una carica batterica > 100 UFC/ml, e 168 su liquidi ultrapuri, nel 1.2 % dei quali è stata rilevata una carica batterica > 0.1 UFC/ml. Certo, non è possibile dare un giudizio assoluto sulla qualità biologica dei liquidi di dialisi prodotti nel periodo in osservazione, che dipende, fra l’altro, dalla qualità e dall’aggiornamento della tecnologia in uso e dall’evoluzione della nostra organizzazione. Si può affermare, tuttavia, che si è lavorato entro limiti di sicurezza accettabili. La qualità dei nostri liquidi è migliorata nel tempo? Nel 2007 il nostro parco macchine, rispetto al 2004, è totalmente cambiato. Il centro di Urbino ha un nuovo impianto, collaudato nel novembre 2006, di ultima generazione, certificato come dispositivo medico a differenza del precedente. Gli accessori, le procedure, i protocolli operativi sono stati rivisti più volte. Proviamo di seguito a confrontare gli esami batteriologici effettuati nel 2004, su tutti i liquidi di diluizione e di dialisi dei 3 centri dialisi della nostra Zona territoriale, con quelli effettuati nel 2007, per verificare se all’impegno di risorse ed agli sforzi organizzativi è corrisposto un miglioramento di qualità e sicurezza dei liquidi di dialisi (Tabella 4). La prima differenza significativa riguarda i liquidi ultrapuri: nel 2004 nessuno dei liquidi prodotti aveva tali caratteristiche; nel 2007 più di 1/3 dei liquidi rientrano nei parametri specifici. Ciò è stato reso possibile dall’entrata in funzione del nuovo impianto di Urbino, dall’uso di nuove apparecchiature apposite, dalla revisione del protocollo e delle metodiche degli esami batteriologici. Anche i liquidi standard, tuttavia, mostrano un netto miglioramento come provato dall’aumento dal 41.2% al 61.4% dei liquidi nei quali è stata rilevata una carica batterica < 1 UFC/ml. I due LAL test positivi (> 0.250 EU/ml) riscontrati nel 2007 sono imputabili ad un osmotizzatore portatile, in seguito posto fuori servizio per motivi tecnici. Quale terreno di coltura? Le linee guida SIN raccomandano, per i liquidi di dialisi, l’uso di “terreni poveri di nutrienti”, come il TGEA o l’R2A a 22°C per 5-7 giorni. Le ARPA utilizzano, per le acque per uso umano, il Water Plate Count Agar (DLgs n° 31/01 + UNI EN ISO 6222:2001) a 22°C per 3 giorni. Negli anni fra il 2004 ed il 2007 il nostro laboratorio di riferimento, per una scelta interna verosimilmente legata alle procedure di accreditamento SINAL, ha testato i nostri campioni dei liquidi di dialisi in doppio, con entrambe le metodiche. Nella Tabella 5 vengono confrontati i risultati delle due metodiche, su 750 campioni di liquidi di dialisi prelevati fra il 01/01/04 ed il 31/08/07 nei 3 centri dialisi della nostra Zona territoriale. La maggiore sensibilità della metodica indicata dalla SIN è facilmente leggibile. 7
  • 8. Quale sicurezza dai nostri impianti? La situazione dei nostri impianti idrici è molto articolata. Quello di Urbino, collaudato nel novembre 2006, è di ultima generazione, certificato come dispositivo medico; quello di Sassocorvaro, collaudato nel 2000, è stato realizzato sulla base di un disegno tecnico avanzato, ma è privo dei manuali d’uso e delle procedure operative predefinite che anuali configurano il corredo indispensabile di un dispositivo medico; quello di Cagli, infine, pur se più volte revisionato nel tempo, è un impianto artigianale che risale alla metà degli anni 80, quindi lontanissimo dal concetto di dispositivo medico, così come definito dal D.Lgs. 46/97 (7-8). La preoccupazione per la precarietà dell’impianto di Cagli ci ha indotti a periodiche analisi retrospettive, anche per valutare l’efficacia delle ricorrenti azioni correttive. Il confronto dei batteriologici (Tabella 6), effettuati negli ultimi 4 anni (a Urbino dal dicembre 2006, data del collaudo) a fine anello e sui punti rene dei 3 impianti, mostra, come prevedibile, che l’aggiornamento tecnologico influisce in modo determinante sulla qualità e sulla sicurezza dei liquidi di dialisi. Il centro di Cagli resta aperto solo grazie ad un notevolissimo impegno organizzativo del personale dedicato. Fortunatamente, grazie anche alle verifiche ed alle analisi critiche sui controlli batteriologici che hanno convinto la direzione aziendale sulla necessità di un intervento radicale (azione correttiva), proprio in questi giorni presso il centro di Cagli viene montato il nuovo impianto idrico. Quali criticità nell’impianto di Cagli? Conoscere i punti critici di un impianto agevola la scelta delle azioni correttive in corso di contaminazione. L’analisi dei test batteriologici (tabella 7) effettuati negli ultimi 4 anni ha permesso di individuare nei punti rene, per il disegno tecnico non aggiornato e la presenza di punti morti, la più frequente sede di inquinamento dell’impianto di Cagli. Le azioni correttive Le cause della cattiva qualità dei liquidi di dialisi possono essere: - esogene: acqua di rete, accessori, disinfettanti, altro; - legate alla funzionalità dei dispositivi medici: tecniche, procedurali, modalità di impiego; - gestionali: organizzazione, protocolli interni. Riscontrata una contaminazione e valutate le possibili cause, è necessario individuare gli interlocutori eventualmente coinvolti e concordare le soluzioni correttive. Di seguito vengono descritti alcuni processi decisionali previsti dai nostri protocolli. In caso di riscontro di un batteriologico positivo Il dispositivo viene temporaneamente messo fuori servizio. Viene, poi, applicato il protocollo di disinfezione che prevede una procedura di decontaminazione, specifica per ogni tipo di monitor e per ogni impianto. Per l’impianto la procedura di decontaminazione prevede anche l’intervento dell’azienda titolare del contratto di assistenza, che verifica la possibilità di continuare le attività. Subito dopo la decontaminazione si effettuano i controlli batteriologici secondo protocollo. Il monitor resta in quarantena fino alla normalizzazione dei controlli batteriologici. Quest’ultimo accorgimento è reso possibile da uno specifico requisito tecnico di accreditamento istituzionale, che prevede negli SDO una scorta per ogni monitor in uso; nei CAL una scorta per ogni due monitor in uso. In caso di riscontro di ripetuti batteriologici positivi 8
  • 9. Il protocollo di gestione tecnica prevede, anche per i monitor, una revisione tecnica da parte dei manutentori esterni; in caso di ulteriori contaminazioni dopo ripetute revisioni tecniche, il dispositivo viene messo definitivamente fuori uso. La Tabella 8 mostra il percorso decisionale che ha portato al fuori uso di un osmotizzatore portatile a marzo 2007. Il protocollo prevede anche la possibilità di chiudere temporaneamente un centro, in caso di impossibilità di bonificare l’impianto e l’anello di distribuzione con le procedure previste dai protocolli e/o con interventi tecnici immediati. Nel 2000 il pretrattamento dell’impianto di Sassosorvaro è stato inondato dal fango, che ha superato anche la vasca di accumulo, a seguito di un inconveniente nella rete esterna dell’acqua per uso umano; ne è seguita la contaminazione dell’anello di distribuzione con Pseudomonas aeruginosa che non è stato possibile risolvere con le normali procedure di decontaminazione. Il centro è stato chiuso temporaneamente per 15 giorni, per una profonda revisione tecnica dell’impianto. I pazienti sono stati trasferiti ad Urbino. Il processo di revisione della tecnologia e delle procedure Il primo esempio di revisione dei protocolli riguarda la sorveglianza dei contaminanti, chimici e batteriologici, provenienti dall’acqua di rete. Nel nostro territorio l’acqua di rete è normalmente di buona qualità, tranne che nei mesi estivi, in particolare a settembre, quando la siccità costringe gli enti gestori a ricorrere a fonti di approvvigionamento marginali, fino a dover utilizzare bacini di acque superficiali. La ricorrenza di tali problematiche, e dei pericoli connessi, ci ha portati a due semplici azioni correttive: spostare a marzo e settembre gli esami semestrali sui contaminanti chimici e batteriologici dell’acqua di rete; fissare per i primi di ottobre, nei protocolli di gestione tecnica, la revisione programmata del pretrattamento e la sostituzione di carboni e resine. Le analisi periodiche degli esami batteriologici, inoltre, vengono usate per cercare correttivi, tecnici o procedurali, alle criticità dei dispositivi in uso, come mostrato dall’esempio riportato nella Tabella 9. Il monitor Integra, molto diffuso sul mercato, non permette la produzione di liquido ultrapuro e, nella nostra realtà, per un lungo periodo ha prodotto liquido standard di qualità non ottimale. La tabella 9 dimostra come le ripetute revisioni del protocollo di disinfezione e gli aggiornamenti tecnici, tutti concordati con il fabbricante e previsti dal manuale d’uso, compreso l’impiego dei prefiltri, nel tempo hanno migliorato notevolmente le qualità del dialisato. L’ultimo esempio riguarda lo sforzo continuo di preservare la sicurezza dei liquidi dialisi prodotti a Cagli, nonostante le gravi criticità dell’impianto. In tale centro, per ovvi motivi, si effettuano solo metodiche dialitiche compatibili con liquidi di dialisi standard, in attesa del collaudo del nuovo impianto. La Tabella 10 mostra il confronto degli esami effettuati dal 01/01/04 al 31/12/06, con quelli effettati dal 01/01/07 al 31/01/08. Anche in questo caso i miglioramenti sono il risultato di successive revisioni dei protocolli e della tecnologia (fondamentale è stato l’impiego di monitor dotati di prefiltri), d’accordo con i fabbricanti. Validazione di un nuovo impianto Anche la validazione di un impianto costituisce una decisione importante, al pari delle azioni correttive. Le linee guida EDTA (1) danno sull’argomento indicazioni precise e propongono una lista ed un calendario di esami. 9
  • 10. Nella nostra organizzazione il protocollo di validazione di un nuovo impianto, richiesto nel capitolato tecnico di gara con preciso riferimento alle linee guida, viene presentato dal Fabbricante nell’offerta tecnica, valutato nel processo di aggiudicazione, accettato, applicato prima del collaudo. Nel corso della validazione dell’impianto di Urbino sono stati effettuati, nelle date indicate, i test chimici e batteriologici riportati nelle tabelle 3 e 4 della linea guida IV.3.1 EDTA. La Tabella 11 sintetizza ( riporta solo i test batteriologici) il processo di validazione del nuovo impianto di Urbino. Il problema dell’acqua di rete La linea guida SIN 3.2 raccomanda ai responsabili dei centri dialisi il dialogo e la collaborazione con le ASL territoriali e con i gestori degli acquedotti ed attribuisce loro il compito di assicurarsi che vengano monitorati tutti i parametri di interesse dialitico. Il DLgs. 31/01 (qualità acque potabili) agli art. 10 commi 2 e 3 dichiara “sia che si verifichi, sia “s che non si verifichi un superamento dei valori di parametro, qualora la fornitura di acque destinate al consumo umano rappresenti un potenziale pericolo per la salute umana, l’ASL informa l’autorità d’ambito, affinché….siano adottati provvedimenti idonei…. le autorità competenti informano i d’ambito e consumatori in ordine ai provvedimenti adottati”. Ancora oggi, tuttavia, in molte realtà può accadere di accorgersi che si è interrotta la distribuzione dell’acqua di rete quando suonano gli allarmi della vasca di accumulo, che c’e una rottura nella rete esterna quando il fondo della stessa vasca si riempie di melma, che si è passati ad una fonte di approvvigionamento superficiale quando i filtri del pretrattamento si intasano ogni tre giorni, che c’è una contaminazione batterica o chimica quando si effettuano gli esami semestrali sull’acqua di rete. L’azione correttiva di situazioni così pericolose richiede, di certo, che i nefrologi migliorino la collaborazione con gli interlocutori esterni. E’ chiaro, tuttavia, che la responsabilità può essere gestita solo se si dispone di informazioni certe, puntuali e selezionate: il vero problema è chiarire se le autorità sanitarie responsabili della sicurezza dell’acqua potabile e gli enti gestori degli acquedotti abbiano l’obbligo di avvertire i centri dialisi, direttamente e tempestivamente, almeno in situazioni di tale pericolo. Conclusioni Certamente la nostra organizzazione evidenzia ampi margini di miglioramento, così come gli indici di qualità dei nostri liquidi di dialisi. Le grandi difficoltà ed i piccoli miglioramenti quotidiani, tuttavia, rafforzano la nostra consapevolezza della necessità di perseguire con continuità e tenacia la sicurezza dei liquidi di dialisi e ci stimolano a migliorare la gestione dei numerosi fattori tecnici ed organizzativi che la condizionano: - aggiornamento della tecnologia; - servizio post vendita dei fabbricanti; - conoscenza ed applicazione delle normative e degli standard di riferimento; - condivisione ed applicazione delle linee guida; - individuazione, coinvolgimento, responsabilizzazione degli interlocutori esterni; - coinvolgimento e responsabilizzazione della struttura organizzativa interna; - organizzazione solida e sostenibile, tramite protocolli operativi condivisi, agili, rapidamente consultabili, facilmente applicabili, periodicamente aggiornati; - periodici controlli di qualità; - registrazione ed analisi critica periodica dei dati di attività e delle verifiche; - applicazione di protocolli di azioni correttive….. “fino alla chiusura temporanea del centro”. In definitiva, a realizzare il “Sistema qualità” proposto dalle linee guida SIN. 10
  • 11. Bibliografia 1. European Best Practice Guidelines for Haemodialysis (part 1). Section IV. Nephrol Dial Transplant 2002; 17 (suppl 7): S45-62 2. EDTNA/ERCA Guidelines: Technical section EDTNA/ERCA Journal 2002 Jul-Sep; 28 (3): 107-15. 3. Linee guida su acque e soluzioni di dialisi. GIN 2005; 22: 246-273 4. Regione Marche L.R. 16-03-2000, n. 20: “Disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private”. 5. Regione Marche D.G.R. 24-10-2000, n. 2200-ME/SAN: “Determinazione dei requisiti minimi richiesti per l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio di strutture sanitarie e socio- sanitarie”. 6. Regione Marche D.G.R. 31/07/2001, n. 1889 – ME/SAN: “L.R. n. 20/2000 art. 15 – determinazione dei requisiti richiesti per l’accreditamento e la classificazione delle strutture sanitarie e socio-sanitarie.” 7. Direttiva 93/42/CEE del Consiglio, del 14 giugno 1993, concernente i dispositivi medici. 8. Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46: “Attuazione della direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici”. 9. Circolare del Ministero della Salute 27 luglio 2004 - Vigilanza sugli incidenti con dispositivi medici. 10. Decreto Ministeriale 15 novembre 2005 – Approvazione delle schede di segnalazione di incidenti o mancati incidenti 11. Manuale di disinfezione apparecchi per dialisi (Linee Guida della Regione Marche) www.renalgate.it/articoli/LG_marche_Disinfezione%20apparecchiature.htm 12. D. Lgs. 626/94 - Sicurezza nei luoghi di lavoro 13. D. Min. San. 28/09/90 - Norme di prevenzione del contagio professionale (le “precauzioni universali”) 14. D. Lgs. 22/97 - Smaltimento dei 15. rifiuti 15. Lgs. 152/99 - Acque di scarico 16. 18. Farmacopea italiana XI edizione , monografia 1167, acqua per diluizione delle soluzioni concentrate per emodialisi 17. European Pharmacopoeia 4rd edition, 2003; monograph 1167 haemodialysis solutions, concentrated, water for diluting; monograph 0128 haemodialysis solutions for; monograph 0861 haemofiltration solutions for 18. A.A.M.I. Standard for haemodialysis, 2004 19. Decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 Attuazione della direttiva 98/83/CEE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano. 20. Bonadonna L., Ottavini M (Ed). Metodi analitici di riferimento per le acque destinate al consumo umano ai sensi del DL.vo 21/2001. Metodi microbiologici. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2007. (Rapporti ISTISAN 07/5) 11
  • 12. Dr. Piermarino Acciarri Direttore U.O. Nefrologia-Dialisi ASUR Marche – Zona Territoriale n. 2 Urbino n° telefono: 0722/301292 n° fax: 0722/301144 e-mail: piermarino.acciarri@sanita.marche.it Infermiere Professionale Fausto Tavianucci Referente organizzativo apparecchiature U.O. Nefrologia-Dialisi ASUR Marche – Zona Territoriale n. 2 Urbino n° telefono: 0721/792619 n° fax: 0721/792618 e-mail: dialisi.cagli.asl2@regione.marche.it Dr. Giuseppe Sebastianelli Resp. Laboratorio e Resp. Settore Chimico Dr.ssa Lorella Parlani Resp. Garanzia Qualità Laboratorio e Resp. Settore Biologico n° telefono: 0722/316768 n° fax: 0722/316739 e-mail: labispurbania.asl2@regione.marche.it Tabella 1 La nostra organizzazione per la sicurezza Gestione programmata Controlli di della tecnologia qualità e sicurezza Archivio dei Protocolli dati di esercizio Protocolli Tabella 2 Il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria: Analisi dei risultati in la nostra tempo reale organizzazione Manutenzione Gestione quotidiana, tecnica, compito di Verifica ed affidata al esperti autovalutazione Centro Manuale Il piano viene d’uso Il piano, redatto dal redatto e Azioni correttive rapide Fabbricante, viene formalizzato dal e consequenziali inserito nel Fabbricante protocollo interno Linee guida Regione Esecuzione Marche Esecuzione affidata a affidata agli manutentori operatori del esterni centro 12 Registrazione degli interventi nel libro macchina
  • 13. Tabella 3 Tabella riassuntiva degli esami effettuati dal 01/01/04 al 31/12/07 Tabella 4 n° 1131 esami colturali (TGEA 22° per 7 gg.) di cui Confronto fra n° 963 su liquidi standard (di diluizione quelli del 2007 gli esami batteriologici del 2004 e e di dialisi) n° 168 su liquidi ultrapuri (di dialisi) Esami effettuati dal 01/01/04 al(Gel-Clot) di cui n° 796 LAL Test 31/12/04 n° 628 su liquidi standard (di diluizione e di dialisi) Liquidi ultrapuri: 0 controlli su liquidi ultrapuri (di dialisi) n° 168 Liquidi standard: 238 controlli LAL Test: 0 controlli LAL Test: 157 controlli 100% 100% < 0,03 EU/ml = 0 < 0,125 EU/ml = 157 80% Liquidi ultrapuri: 168 controlli 0 > 0,03 EU/ml = 80% Liquidi standard:>963 controlli 0,125 < 0,250 EU/ml = 0 60% 60% >LAL Test: 628 controlli 0,250 = 0 100% LAL Test: 168 controlli 100% 41,2 40% 78 < 0,03 EU/ml = 168 40% < 0,125 EU/ml = 619 80% 80% 24,4 > 0,03 EU/ml = 0 18,1 > 0,125 < 0,250 EU/ml = 3 20% 20% 8,4 6,3 60% 0 0 0 0 0 0 0 60% > 0,250 = 6 (0,96%) 0,8 0,8 41,3 0% 0% 40% 40% <0,01 <0,05 20,2 <0,1 <0,5 <1,0 <2,0 >2,0 <1 <5 18,8 <20 18,8 <50 <100 <200 >200 20% 20% 10,4 7,1 0,6 UFC/ml 0,6 0,0 0,0 0,6 UFC/ml 1,5 2,2 0% 0% <0,01 <0,05 <0,1 <0,5 <1,0 <2,0 >2,0 <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 UFC/ml UFC/ml Esami effettuati dal 01/01/07 al 31/12/07 Liquidi ultrapuri: 97 controlli Liquidi standard: 166 controlli LAL Test: 97 controlli LAL Test: 114 controlli 100% 100% < 0,03 EU/ml = 96 < 0,125 EU/ml = 112 80% 74,2 80% > 0,03 EU/ml = 1 61,4 > 0,125 < 0,250 EU/ml = 0 60% 60% > 0,250 = 2 40% 40% 23,7 18,1 20% 20% 9 7,2 1 1 0 0 0 2,4 0 1,8 0% 0% <0,01 <0,05 <0,1 <0,5 <1,0 <2,0 >2,0 <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 13 UFC/ml UFC/ml
  • 14. Tabella 5 Confronto fra due metodiche di analisi sugli stessi campioni di dialisato UFC/ml UFC/ml 758 controlli dal 01/04 al 08/07 758 controlli dal 01/04 al 08/07 90% 90% 80,7 80% TGEA a 22° per 7 giorni 80% UNI EN ISO 6222: 2001 a 22° per 3 giorni 70% 70% 60% 60% 50% 45,6 50% 40% 40% 30% 30% 18,1 17,6 20% 10,5 20% 6,3 10,0 10% 1,9 6,2 0,0 10% 1,7 1,2 0,0 0,1 0% 0% <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 Tabella 6 Confronto dei batteriologici dei tre impianti Cagli: anni 80 Sassocorvaro: 2000 artigianale; monoosmosi; PVC; dis. chimica certificato?; Biosmosi; PVDF; dis. chimica 80% 80% UFC/ml UFC/ml 70% 70% 67 controlli dal 01/04 al 01/08 106 controlli dal 01/04 al 01/08 60% 60% 53,7 50% 50% 40% 40% 30% 22,6 20,8 17 30% 20,9 20% 10,4 6,6 8,5 6,6 7,5 20% 10% 9 10% 6 6 3 0% 0,0 1,5 <1 <5 <10 <20 <50 <100 <200 >200 0% <1 <5 <10 <20 <50 <100 <200 >200 Urbino: 2006 certificato; biosmosi; PEX; dis. termica 80% 73,5 UFC/ml 70% 34 controlli dal 12/06 al 01/08 60% 50% 40% 26,5 30% 20% 10% 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0% <1 <5 <10 <20 <50 <100 <200 >200 14
  • 15. Tabella 7 Batteriologici dell’impianto di Cagli: le maggiori criticità sono nei punti rene Fine anello + punti rene 80% 70% UFC/ml 60% 106 controlli dal 01/04 al 01/08 50% 40% 30% 22,6 20,8 17 20% 10,4 6,6 8,5 6,6 7,5 10% 0% <1 <5 <10 <20 <50 <100 <200 >200 Solo fine anello Solo punti rene 80% 80% UFC/ml UFC/ml 70% 70% 61 controlli dal 01/04/ al 01/08 45 controlli dal 01/04 al 01/08 60% 60% 50% 50% 40% 40% 28,9 30% 22,2 30% 17,8 18 18 19,7 20% 20% 14,8 13,1 11,1 8,9 6,7 10% 6,6 6,6 10% 4,4 3,3 0,0 0% 0% <1 <5 <10 <20 <50 <100 <200 >200 <1 <5 <10 <20 <50 <100 <200 >200 15
  • 16. Tabella 8 Il processo per mettere fuori uso un dispositivo medico Osmotizzatore portatile 300 250 Il dispositivo 200 viene UFC/ML 150 dichiarato fuori uso e 100 sostituito 50 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 controlli dal gennaio 04 al marzo 07 Disinfezioni straordinarie come da protocollo Interventi tecnici straordinari Tabella 9 Risultati delle azioni correttive sui protocolli e sulla tecnologia I batteriologici dei monitor Integra: confronto longitudinale Nel 2006 revisioni del protocollo di disinfezione Nel 2007 aggiornamento della tecnologia ed utilizzo dei prefiltri 16
  • 17. Tabella 10 Risultati delle azioni correttive sui protocolli e sulla tecnologia I batteriologici del centro di Cagli: confronto longitudinale Esami effettuati dal 01/01/04 al 31/12/06 Cagli Impianto Cagli Monitor 80% 80% 70% UFC/ml UFC/ml 120 controlli dal 01/04 al 12/06 70% 60% 82 controlli dal 01/04 al 12/06 60% 50% 50% 40% 40% 32,5% 30% 23,2% 18,3% 20,7% 30% 20,8% 20% 11,0% 12,2% 8,5% 16,7% 6,1% 20% 14,2% 10% 10,0% 10% 5,8% 0% 0,0% <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 0% <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 Esami effettuati dal 01/01/07 al 31/01/08 Cagli Impianto Cagli Monitor 79,6 80% 80% UFC/ml 70% UFC/ml 70% 49 controlli dal 01/07 al 01/08 60% 24 controlli dal 01/07 al 01/08 60% 50% 50% 37,5% 40% 40% 30% 25,0% 20,8% 30% 20% 16,3 8,3% 20% 10% 4,2% 4,2% 4,1 0,0% 10% 0,0 0,0 0,0 0,0 0% 0% <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 <1 <5 <20 <50 <100 <200 >200 Tabella 11 Protocollo di validazione del nuovo impianto di Urbino Test batteriologici sull’impianto Controlli effettuati a cura del Fabbricante Controlli effettuati a cura della ASL 26/09/06 11/10/06 11/10/06 17/10/06 24/10/06 08/11/06 Carica 22°C TGEA 22 °C Uscita osmosi <1 <1 <1 <1 <1 <1 UFC/ ml X 7 gg. Miceti ISTISAN 00/14 <1 <1 <1 <1 <1 <1 UFC/ml Endotossine Gel-Clot < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 EU/ml Carica 22°C TGEA 22 °C Ritorno anello <1 <1 <1 <1 <1 <1 UFC/ ml X 7 gg. Miceti ISTISAN 00/14 <1 <1 <1 <1 <1 <1 UFC/ml 17 Endotossine Gel-Clot < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 < 0,125 EU/ml
  • 18. 18