Messaggio della Consigliera per le Missioni_14 agosto 2021 esp
14 luglio 2015
1. Roma, 14 luglio 2015.
Carissime sorelle!
Da febbraio a giugno, abbiamo riflettuto insieme i cinque sogni missionari di Don
Bosco. In quest’anno Bicentenario della sua nascita, per l’Ambito Missioni è
molto importante avvicinarci di più al CUORE MISSIONARIO del nostro
Fondatore, Padre e Maestro della gioventù.
Oggi, ci soffermiamo su alcuni fatti che riguardano la prima Spedizione
Missionaria dei Salesiani (11 novembre 1875).
Nella festa di San Francesco di Sales del 1875, Don Bosco comunica – in modo solenne – ai confratelli e ai
giovani dell’Oratorio la conclusione delle trattative per la partenza dei Salesiani in Argentina. Tutte le
condizioni da lui poste sono state considerate, e Don Bosco personalmente ha accettato la proposta. Certo,
non prenderà nessuna decisione senza consultare Pio IX e ricevere da lui il consenso – la benedizione – per
far partire la prima Spedizione.
Raccontano le Memorie Biografiche che «non si può descrivere l'effetto prodotto da quella scena
imponente». Giovani e Salesiani si sono lasciati prendere da una grande gioia, quasi un’euforia. Alcuni pochi
si sono dimostrati riservati, poco fiduciosi davanti alla solennità con cui è stata comunicata la notizia. «Ma
alla fine l'entusiasmo infiammò talmente gli animi, che anche gli esitanti si sentirono travolti. Fu una
corrente elettrica che si propagò in un baleno dentro e fuori dell'Oratorio».
È talmente straordinaria e impegnativa questa notizia, che Don Bosco sceglie di scrivere una lettera a tutte le
case per rendere pubblico questo evento di famiglia. Nella lettera (5 febbraio 1875), fa notare che ci sono
tante persone nel mondo in attesa del Vangelo, a cui i Salesiani - aiutati dalla grazia di Dio - potranno fare
del gran bene. Comunica l’inizio dell’opera a Buenos Aires, capitale dell’Argentina, e a San Nicolás de los
Arroyos, città non lontana della capitale. Indica che c’è bisogno di preparare il personale e auspica che la
scelta ricada su coloro che «vi vadano non per obbedienza», ma di libera volontà, con vero cuore
missionario, rispondendo alla chiamata del Signore a vivere la vocazione ad gentes. Poi, dà orientamenti
pratici: chi intende partire deve presentare la domanda scritta, attendere le decisioni del Consiglio generale,
imparare la lingua e i costumi delle popolazioni locali e «se qualche grave ragione non farà cangiar
divisamento, la partenza è stabilita pel prossimo mese di Ottobre». In conclusione alla lettera, Don Bosco
ringrazia la bontà di Dio per quanto fa in beneficio di questa «nostra umile congregazione», raccomanda ai
Salesiani l’osservanza delle Costituzioni e chiede a tutti di praticare la virtù della pazienza e della
mansuetudine.
Dopo l’approvazione di Pio IX, Don Bosco pensa alla preparazione di questa prima spedizione missionaria.
Chissà quanti pensieri coltivava nel suo cuore… finché un giorno approfitta dalla presenza di Don Cagliero e
condivide con lui un suo desiderio: «Vorrei mandare qualcuno dei nostri preti più antichi ad accompagnare i
Missionari in America e che si fermasse là un tre mesi con loro, finché non siano ben collocati. Abbandonarli
subito soli senza un appoggio, un consigliere col quale abbiano confidenza, mi sembra cosa un po' dura. Non
mi regge il cuore a pensarci».
E Don Cagliero, con cuore di figlio, gli risponde: «Se Don Bosco non trovasse alcuno, al quale affidare
quest'incarico, e se mi credesse atto a tale ufficio, io sono pronto».
In cuor suo, D. Bosco accetta la disponibilità di questo figlio “prediletto”.
Le Memorie Biografiche ci raccontano ancora che, passati alcuni mesi, D. Bosco torna a parlare con D.
Cagliero sulla spedizione missionaria e gli chiede se ancora è disponibile a partire oppure se scherzava
quanto aveva detto “io sono pronto”.
Giovanni Cagliero, giovane sacerdote di 37 anni, conferma il suo sì. Dopo di che D. Bosco vede la sognata
America più vicina che mai. «Va bene. Preparati. È tempo.»
Per D. Cagliero, quei “tre mesi” in America si sono moltiplicati al punto da diventare decine di anni. Infatti,
da quando è partito, ha vissuto da missionario per tutta la vita!!!
Con cuore di padre, Don Bosco prepara i primi missionari e offre loro delle raccomandazioni molto chiare
perché, secondo lui, «Forse tutti non potremo più vederci su questa terra».
2. «Voi fortunati, che getterete il primo seme evangelico in quelle lande! [Dio] per mezzo mio vi assicura una
messe innumerabile; siatene certi. Non badate a fatiche, a privazioni, a disprezzi del mondo».
«Speriamo nel Signore. Noi in questa impresa facciamo come in tutte le altre. Tutta la confidenza sia
riposta in Dio e speriamo tutto da lui; ma nello stesso tempo spieghiamo tutta la nostra attività. […]
dobbiamo essere pronti a dare la vita e mille vite, senza temere che, mancando noi, abbia da patir
detrimento la buona causa. Il Signore in questo caso supplirà.»
È molto bello sapere che, prima della partenza, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, Don Bosco abbia
ricordato ai suoi figli il mandato missionario di Gesù: «prima di andare al Celeste Padre, radunati i suoi
Apostoli, disse loro: Ite in mundum universum... docete omnes gentes... Praedicate evangelium meum omni
creaturae. Andate per tutto il mondo... insegnate a tutti... predicate il mio Vangelo a tutte le creature».
Questo richiamo alla Parola di Dio ci mostra che Don Bosco era consapevole che il mandato missionario non
era un consiglio, ma «un comando di Gesù ai suoi apostoli, affinché andassero a portare la luce del Vangelo
in tutte le parti della terra». E poi, D. Bosco insiste sull’universalità di questo mandato missionario: «andate
per tutto il mondo».
Discorrendo su quanto avrebbero potuto fare i missionari in America, D. Bosco, con uno sguardo allargato
ma molto a terra a terra, dice: «In questo modo noi diamo principio ad una grand'opera, non perché si
abbiano pretensioni o si creda di convertire l'universo intero in pochi giorni, no; ma chi sa, che non sia
questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Chi sa, che
non sia come un granellino di miglio o di senapa, che a poco a poco vada estendendosi e non sia per
fare un gran bene? Chi sa che questa partenza non abbia svegliato nel cuore di molti il desiderio di
consacrarsi a Dio nelle Missioni, facendo corpo con noi e rinforzando le nostre file? Io lo spero.»
Dopo avervi segnalato questi brevi fatti, vorrei farvi un invito, carissime sorelle: coltivate in ogni stagione
della vita un cuore disponibile; prima di tutto al Signore, e di conseguenza, disponibile al grido di tante
giovani e tanti giovani, nelle diverse realtà dei 5 continenti. Un cuore generoso che sappia lasciarsi guidare
dal mandato missionario di Gesù: “Andate in tutto il mondo”. Un cuore «pronto a dare la vita per la maggior
gloria di Dio», come chiedeva Don Bosco in una lettera al missionario D. Tomatis (1876).
Con questo invito, vi do anche una comunicazione.
Sr. BERNARDA SANTAMARÍA, dal 2007 collaboratrice dell’Ambito per le Missioni, è stata chiamata ad
nuova missione: la Madre le ha chiesto di fare la Direttrice di Casa Generalizia. Vogliamo esprimere il
nostro grazie a Sr. Bernarda per il servizio disponibile e generoso svolto in questi anni, servizio vissuto
sempre con amore, con competenza, dedizione e responsabilità.
Auguriamo che possa continuare ad essere sorella tra le sorelle, costruendo comunione nelle differenze
perché questa sia una CASA aperta, come quella di Mornese e di Valdocco, casa dell’incontro e dell’invio,
una Casa “in uscita”, dove si vive l’accoglienza reciproca, il dialogo fraterno e lo sguardo allargato verso la
realtà.
Carissima Sr. Bernarda, per ciò che sei stata
per noi e per tante missionarie e neo-
missionarie che hai conosciuto e
accompagnato; per ciò che hai sempre
realizzato con tanto amore e senso di appartenenza e per quanto continuerai a donare all’Ambito Missioni
attraverso la tua presenza e il tuo cuore missionario in Casa Generalizia.
Il Signore ti benedica e ti conceda la Luce del Suo Spirito! Maria, l’Ausiliatrice ti accompagnerà in ogni
momento come Madre, Maestra e Guida.
A tutte voi, con affetto di sorella, un caro saluto e un ricordo nella preghiera.
Sr. Alaide Deretti
Consigliera per le Missioni