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Modulo 5 
Gli ordinamenti
2 
contenuti del modulo 
 Le riforme del sistema scolastico e formativo 
italiano: aggiornamento normativo sulle 
innovazioni recenti. 
 L’amministrazione scolastica e la sua 
evoluzione. 
 Sistemi formativi e ordinamenti in Italia e 
nell’Unione Europea.
quadro normativo
4 
ordinamenti: le norme principali 
❒ D.Lgs. 297/94, “Testo unico delle leggi sull’istruzione” 
❒ Legge n. 59/97, “Delega al Governo per il conferimento di 
funzioni alle regioni e agli Enti locali per la riforma della PA” 
❒ Legge n. 425/97, “Riforma esami finali del secondo ciclo” 
❒ D.Lgs 112/98, “Conferimento di funzioni alle Regioni e agli Enti 
locali”, artt. 138, 139 
❒ DPR 275/99, “Regolamento dell’autonomia” 
(in attuazione dell’art. 21 della L. 59/97) 
❒ Legge n. 62/00 “Norme per la parità scolastica” 
❒ Legge Costituzionale n. 3/2001 (Titolo V, artt. 114,116, 117, 
118) 
❒ Legge 53/2003 e relativi Decreti Legislativi 
(59/04, 76/05, 77/05, 226/05 – il 227/05 è abrogato) 
❒ Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007) 
❒ DM n. 139/2007: innalzamento obbligo di istruzione 
(in attuazione comma 622 legge 296/06)
5 
ordinamenti: le norme principali 
❒ Legge n. 40/2007 art. 13 (riforma istruzione tecnica) 
❒ DPCM 25 gennaio 2008 recante linee guida per la riorganizzazione del 
Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione 
degli Istituti Tecnici Superiori. 
❒ Decreto-Legge 25 giugno 2008, n. 112 e 
Legge di conversione 6 agosto 2008, n. 133 “Disposizioni urgenti per lo 
sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione 
della finanza pubblica e la perequazione tributaria.” 
L’art. 64, comma, 3, prevede un Piano programmatico del Ministero 
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro 
dell’Economia e delle Finanze (predisposto il 4 settembre 2008). 
❒ Decreto-Legge 1 settembre 2008, n. 137 e 
Legge di conversione 30 ottobre 2008, n. 169 
Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università. 
(maestro unico, valutazione in decimi, voto di condotta, libri di testo).
6 
ordinamenti: le norme principali 
❒ Decreto-Legge 7 ottobre 2008, n. 154 e 
Legge di conversione 4 dicembre 2008, n. 189 
“Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in 
materia di regolazioni contabili con le autonomie locali” 
(modifica il decreto legge n. 112/08 e restituisce alla competenza di 
Regioni ed Enti locali i piani per il dimensionamento delle scuole) 
❒ Legge n. 42 del 5 maggio 2009 “Delega al Governo in materia di 
federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione” 
(art. 8 “Principi e criteri direttivi sulle modalità di esercizio delle 
competenze legislative e sui mezzi di finanziamento”)
7 
norme recenti 
norme di attuazione dell’art. 64 legge n. 133/08: 
❒ DPR n. 81 del 20.03.2009, Regolamento su “Norme per la 
riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace 
utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, 
comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con 
modificazioni della legge 6 agosto 2008, n.133”; 
❒ DPR n. 89 del 20.03.2009 “Regolamento su Scuola dell’infanzia e 
primo Ciclo di istruzione…” 
❒ DPR n. 119 del 22.06.2009 “Regolamento su Organici e personale 
ATA…” 
❒ DPR n. 122 del 22.06.2009 “Regolamento su Valutazione degli 
alunni…”
8 
norme recenti 
emanate dal Presidente della Repubblica il 15 marzo 2010: 
❒ Regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, 
organizzativo e didattico dei licei, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del 
decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 
agosto 2008, n. 133”; 
❒ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti 
professionali ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 
giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”; 
❒ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti 
tecnici ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 
2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
9 
norme in corso di approvazione 
restano da approvare: 
❒ Schema di regolamento recante “Norme generali per la ridefinizione 
dell’assetto organizzativo didattico dei Centri per l’ Istruzione degli 
Adulti, ivi compresi i corsi serali, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del 
decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 
agosto 2008, n. 133”; 
❒ Schema di regolamento sull’ accorpamento delle classi di 
concorso a cattedre e a posti di insegnamento di istruzione 
secondaria. 
❒ Schema di regolamento sulla formazione iniziale dei docenti della 
scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di 
secondo grado 
Sono ancora da attivare gli Istituti Tecnici Superiori, anche se l’iter 
di approvazione delle norme è stato completato.
10 
continuità e cambiamento 
negli ultimi dieci anni, si sono succeduti cinque 
Ministri (Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni, 
Gelmini) e vi sono stati tre cambi di maggioranza, 
ma alcuni temi sono sempre rimasti al centro: 
 successo formativo 
 rapporto quantità/qualità (tetti curricolari e discipline) 
 innalzamento dell’obbligo di istruzione 
 integrazione dei sistemi di istruzione e formazione 
professionale 
 difficoltà di intervento (le resistenze e le rigidità del 
sistema)
11 
quadro ordinamentale 1 
 scuola dell’infanzia: tre anni 
 1° ciclo: 
 scuola primaria: cinque anni 
 scuola secondaria di primo grado: tre anni 
sono individuati i “traguardi di competenza” 
presenza di due documenti: 
Indicazioni nazionali (Moratti) e Indicazioni per il curricolo (Fioroni) 
Spetta alle scuole armonizzarli in via transitoria (2010-2012) 
 2° ciclo: 
 licei cinque anni 
 istituti tecnici “ 
 istituti professionali “ 
sono individuati i “risultati di apprendimento”
12 
quadro ordinamentale 2 
obbligo di istruzione: fino a 16 anni 
- nel 1° biennio del secondo ciclo, oppure 
- nei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale già 
previsti nell’ intesa Stato – Regioni del luglio 2003 
Vige il D.Lgs 76/2005 su “Diritto – Dovere a istruzione e formazione 
professionale” per il quale si resta in formazione fino a 18 anni (salvo 
conseguimento di qualifica professionale entro i 18 anni). 
i percorsi formativi esistenti sono: 
 nel ciclo secondario 
 nei percorsi di istruzione e FP 
 nei percorsi formativi previsti dalla legge sull’apprendistato 
età minima: 16 anni, dopo l’obbligo 
(si discute su un ritorno alla soglia minima di 15 anni)
13 
quadro ordinamentale 3 
titoli di studio e qualifiche: 
 Istituti tecnici rilasciano diplomi 
 Istituti professionali rilasciano diplomi 
 Licei rilasciano diplomi 
istituti professionali rilasciano diplomi quinquennali; in sussidiarietà con 
le Regioni, possono rilasciare qualifiche triennali o diplomi professionali 
quadriennali (compresi nel repertorio nazionale di cui alla Legge 40/07) 
in via transitoria (fino a che le Regioni non regoleranno la materia: 
continuano a rilasciare qualifiche triennali 
Tutti i diplomi danno accesso agli studi superiori universitari o 
tecnici (Istituti Tecnici Superiori) e al mondo del lavoro. 
Riferimento obbligatorio (entro il 2010) al sistema EQF: 
European Qualifications Framework)
14 
European Qualifications Framework 
cornice europea di riferimento ad otto livelli 
descritti in termini di competenze (non di titoli) 
tutti gli stati membri dovranno indicare l’equivalenza fra i propri 
titoli di studio ed i livelli di competenze europei (entro il 2010) 
per quanto riguarda l’ordinamento italiano: 
 EQF1 = diploma del 1° Ciclo 
 EQF2 = obbligo di istruzione 
 EQF3 = qualifica professionale 
 EQF4 = diploma del 2° Ciclo 
 vedi art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009
15 
innovazioni e nuovi punti di riferimento 
 innovazioni strutturali dei regolamenti di riordino 
del secondo ciclo: 
 autonomia e flessibilità 
 dipartimenti 
 comitato tecnico-scientifico 
 laboratori e laboratorialità 
 quadro europeo delle qualifiche 
 insegnamento in lingua straniera di una disciplina 
non linguistica al 5° anno
la quota di autonomia: fonti 
DM n. 234 del 26.06.2000 (regol. art. 8 DPR 275/99) 
85% quota nazionale obbligatoria 
15% quota riservata alle scuole da utilizzare per: 
 conferma 
 compensazione 
 nuove discipline (presenza di organico funzionale) 
DM 28.12.2005 (Ministro Moratti) 
80% quota nazionale obbligatoria (solo per 2° ciclo) 
20% quota riservata alle scuole 
DM 13.06.2006 n. 47 (Ministro Fioroni) 
80% quota nazionale obbligatoria (per tutte le scuole) 
20% quota riservata alle scuole
17 
indicazioni nazionali 
 non ci saranno più i “programmi ministeriali” sulle 
discipline di insegnamento 
 il MIUR darà Indicazioni alle scuole sui risultati di 
apprendimento descritti per: 
 competenze (per 1° biennio, 2° biennio, 5° anno, con 
l’indicazione delle discipline che concorrono al loro 
raggiungimento) 
 abilità 
 conoscenze 
- i docenti individuano i percorsi formativi 
(conoscenze correlate alle abilità) per il 
conseguimento delle competenze indicate. 
- impostazione più rigida (in senso disciplinare) 
nei licei
18 
obbligo di istruzione: 
competenze, abilità, conoscenze 
 competenze: comprovata capacità di usare 
conoscenze ed abilità in modo autonomo in 
situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo 
personale o professionale 
 abilità: capacità di applicare conoscenze per portare 
a termine compiti e risolvere problemi 
 conoscenze: fatti, principi, teorie relativi al settore di 
studio o di lavoro 
riferimento: decreto ministeriale n. 139/07
19 
obbligo di istruzione: 
gli assi culturali 
 sono 4: 
 asse dei linguaggi 
 lingua madre, lingua straniera, multimedia 
 asse matematico 
 aritmetica, algebra, geometria, rappresentazioni 
grafiche, problem solving 
 asse scientifico-tecnologico 
 scienze naturali, trasformazioni di energia, rapporti fra 
tecnologie ed ambiente, applicazioni informatiche 
 asse storico-sociale 
 storia, economia, cittadinanza 
riferimento: decreto ministeriale n. 139/07
20 
raccomandazioni europee: 
le competenze chiave 
 comunicazione nella madrelingua 
 comunicazione nelle lingue straniere 
 competenza matematica e competenze di base scientifiche 
e tecnologiche 
 competenza digitale 
 imparare ad imparare 
 competenze sociali e civiche 
 senso di iniziativa ed imprenditorialità 
 consapevolezza ed espressione culturali 
 le prime quattro sono legate ai saperi 
 le altre quattro al saper essere e saper fare
21 
passaggio al nuovo ordinamento 
ragionevoli previsioni (primavera 2010): 
 non ci saranno, per il momento, variazioni negli indirizzi, 
salvo quanto previsto dalle tabelle di confluenza 
 andrà costituito il comitato tecnico-scientifico, anche se non 
è obbligatorio 
 andranno costituiti i dipartimenti (idem) 
 andrà attivato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione 
 entrerà in vigore la soglia massima del 25% di assenze ai 
fini della valutabilità dell’alunno 
 potranno essere realizzate, solo a partire dal terzo anno, 
esperienze di alternanza scuola-lavoro
organizzazione 
dell’amministrazione 
centrale e periferica
23 
evoluzione normativa 
 Il decreto legislativo 30 luglio 1999, n.300 dà avvio alla riforma 
del Ministero della Pubblica Istruzione che diventa MIUR. IL 
provvedimento riordina tutti i ministeri secondo nuovi criteri: 
scompaiono le direzioni generali organizzate per strutture 
verticali (scuola elementare, istruzione tecnica ecc. e nascono i 
Dipartimenti “trasversali”: dipartimento per l’istruzione, 
dipartimento per la programmazione 
 Il Decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 2000, n. 
347 e il D.M. 30 gennaio 2001 hanno il compito di riorganizzare 
gli uffici secondo le nuove indicazioni. 
 Vengono soppressi i Provveditorati agli studi (i cui compiti sono 
distribuiti tra le scuole autonome e gli USR) e vengono istituiti gli 
Uffici Scolastici Regionali che possono articolarsi sul territorio in 
unità coincidenti o meno con le precedenti organizzazioni 
territoriali.
24 
passaggi successivi 
 nel maggio 2006 (Governo Prodi) nuovo 
assetto dei Ministeri: il Ministero della 
Pubblica Istruzione viene separato dal 
Ministero dell’Università e della ricerca. 
Viene emanato il regolamento organizzativo 
con DPR 21.12.2007 n. 260 
 nel maggio 2008 (governo Berlusconi) si 
torna al MIUR. 
Viene emanato un nuovo regolamento 
(quello in vigore) con DPR 20.01.2009 n. 17
assetto attuale 
 tre dipartimenti 
 istruzione 
 università e ricerca 
 programmazione e gestione 
 dodici direzioni generali (4 per ogni dipartimento) 
 diciotto uffici scolastici regionali 
 uffici scolastici provinciali (uno per provincia) 
non sono uffici del Ministero: 
 sovrintendenza per la Valle d’Aosta 
 intendenze per la Provincia autonoma di Bolzano 
 tre: per le scuole tedesche, italiane e ladine 
 direzione per l’istruzione Provincia autonoma di Trento
sistemi scolastici 
europei
27 
quali aspetti 
 architettura di sistema 
 ciclo unico, più cicli … 
 struttura dell’istruzione obbligatoria 
 durata, termine, percorso unico, certificazioni … 
 valutazione 
 sistema, scuole, personale, alunni 
 reclutamento 
 docenti, dirigenti 
 politiche di inclusione 
 diversamente abili, migranti, marginali, gifted ones 
 istruzione per il lavoro 
 separata / integrata, alternanza, dualità …
28 
quali fonti 
 sito italiano di Eurydice 
 http://www.indire.it/eurydice/index.php 
 home page 
 http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/eurybase_en.php#i 
taly 
 pagina riassuntiva accesso sistemi nazionali 
 http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/tools/1 
08IT.pdf 
 architettura sistemi nazionali: grafici 
 http://www.indire.it/eurydice/content/index.php? 
action=read_cnt&id_cnt=8687 
 i dirigenti scolastici in Europa 
 http://www.indire.it/eurydice/content/index.php? 
action=read_cnt&id_cnt=7776 
 valutazione apprendimenti alunni in Europa
29 
quali fonti 
 sito di European Schoolnet (EUN) 
 www.eun.org 
 home page 
 http://www.eun.org/web/guest/network 
 pagina con mappa geografica dell’Europa 
 accesso ai corrispondenti nazionali
30 
alle origini della scuola in Europa 
 conseguenza della Riforma protestante 
 attraverso: 
 il rifiuto della mediazione sacerdotale 
 il dovere della lettura autonoma dei testi sacri 
 il “rischio” della libertà di scegliere 
 l’assunzione della responsabilità individuale per le proprie 
scelte 
 il corollario pedagogico: 
 l’allievo, il maestro, gli ostacoli ad apprendere
31 
conseguenze strutturali 
 scuole parrocchiali 
 senza un modello unico 
 senza programmi predefiniti 
 istituite, sostenute e vigilate in loco 
 non esiste un sistema ispettivo centrale 
 basate sulla domanda degli utenti 
 livello accademico basso, ma per tutti 
 l’analfabetismo non esiste da secoli 
 l’istruzione è un dovere personale
32 
nel resto d’Europa, invece … 
 rivelazione + tradizione 
 quamvis indignus … 
 scuole degli ordini religiosi 
 le regole, la ratio studiorum 
 principio di conformità, ispezione 
 livello accademico alto, ma per pochi 
 l’istruzione è un bene elargito
33 
gli sviluppi successivi 
 le scuole del sistema: 
 assolutismo illuminato 
 obbligo scolastico 
 Napoleone e la Terza Repubblica 
 le scuole senza sistema: 
 municipalità, aziende, filantropi 
 riflessi sulla democrazia: 
 il diritto di voto 
 la condizione di suddito assistito
34 
il senso di un sistema di istruzione 
 un sistema presuppone un fine generale 
 trasmissivo di contenuti / valori stabili 
oppure 
 maieutico di atteggiamenti / competenze dinamici 
 il primo modello privilegia 
 uguaglianza di punti di partenza 
 coesione sociale e identità della comunità 
 cittadinanza come rimozione delle diversità 
 integrazione dall’alto 
 il secondo ritiene più importanti 
 pieno sviluppo delle potenzialità individuali 
 dinamismo sociale 
 interculturalità 
 integrazione dal basso (“melting pot”)
35 
il giardino di casa 
 è ancora possibile una riforma dell’istruzione basata sulle 
scelte di un singolo paese? 
 la scuola è un sistema sociale stretto fra due condizionamenti: 
 il profilo dei bambini in entrata 
 le richieste della società in uscita 
 finora ha sostanzialmente scelto di “ignorarli” 
 adottando contenuti “formali”, di cui non risponde 
 assumendo i propri presupposti in autoreferenza 
 ritenendo di costruire la società futura 
 ma il divario si è andato allargando 
 rappresenta un costo sociale elevato 
 rappresenta un costo economico non più sostenibile
36 
cosa chiede l’Europa 
 linguaggi 
 non solo lingue 
 nuove tecnologie 
 anche comunicazione e formazione a distanza 
 lifelong learning 
 perché diventa strategico 
 apertura interculturale 
 per la crescente integrazione interna ed esterna 
 mobilità di studenti e lavoratori 
 per moltiplicare le opportunità 
 certificazione di crediti e competenze 
 per garantire il mutuo riconoscimento
37 
sfide sul versante studenti 
 sul valore dell’istruzione 
 bene personale o bene strumentale 
 successo formativo per tutti 
 una riflessione sui dati italiani 
 crescente presenza di svantaggiati 
 handicap, immigrati, marginali 
 disagio giovanile e caduta di senso 
 dal bullismo alla devianza 
 nuova literacy e nuovo analfabetismo 
 cosa significa saper leggere e scrivere oggi 
 orientamento e riorientamento 
 il tema della seconda opportunità
38 
leader cercansi 
 il nuovo ruolo dei capi d’istituto 
 amministrare o guidare? 
 criticità nella gestione del personale 
 burnout ed invecchiamento 
 rigidità dei problemi, debolezza degli strumenti 
 vincoli economici 
 risorse sempre più limitate 
 crescenti vincoli, crescente rendicontazione 
 committenza plurale ed implicita 
 relazione con le richieste del contesto 
 lettura dei bisogni inespressi 
 capacità di istituire un sistema di autovalutazione
39 
alcuni casi nazionali 
aspetti presi in considerazione 
 architettura del sistema 
 durata dell’obbligo 
 sistema di valutazione 
 reclutamento docenti / dirigenti 
 funzione ispettiva 
 eventuali particolarità interessanti
40 
paesi presi in considerazione 
 Francia 
 Inghilterra 
 Olanda 
 Finlandia 
 Spagna
41 
Francia 
 architettura 
 école primaire 5 anni 
 collège 4 anni 
 lycée 3 anni 
 obbligo 
 dai 6 ai 16 anni fino ad inizio liceo 
 valutazione 
 diagnostica a livello di scuola 
 bilan a livello di sistema
42 
Francia 
 reclutamento del personale 
 nazionale per i dirigenti 
 regionale per i docenti 
 funzione ispettiva 
 molto articolata 
 tutti sono valutati periodicamente 
 il sistema è molto centralizzato 
 siti utili 
 http://www.education.gouv.fr 
 http://www.education.gouv.fr/pid12/outils-de-documentation- 
d-information.html
43 
Inghilterra 
 architettura 
 primary school 6 anni (da 5 di età) 
 lower secondary 5 anni 
 upper secondary 2 anni oppure 
 further education 2 anni 
 obbligo 
 dai 5 ai 16 anni 
 valutazione 
 del sistema tramite OFSTED 
 delle scuole tramite OFSTED 
 degli apprendimenti tramite test nazionali
44 
Inghilterra 
 reclutamento 
 diretto da parte delle scuole (dirigenti) 
 diretto da parte delle scuole (docenti) 
 su curriculum ed intervista professionale 
 funzione ispettiva 
 molto forte e strutturata 
 non riguarda direttamente il personale 
 siti utili 
 http://www.dcsf.gov.uk/ 
 http://www.dius.gov.uk/Policies/higher-education 
 http://www.dcsf.gov.uk/furthereducation/ 
 http://www.ofsted.gov.uk/
45 
Olanda 
 architettura 
 scuola di base 7 anni (da 5 di età) 
 scuola secondaria 
 inferiore + superiore 3 + 3 anni (fino a 18) 
 divisa fra generale e professionale 
 obbligo 
 fino a 18 anni (17 nel professionale) 
 valutazione 
 del sistema tramite ispettorato 
 delle scuole autovalutazione + ispezione 
 di apprendimenti tramite agenzie indipendenti
46 
Olanda 
 reclutamento 
 diretto da parte delle scuole o reti 
 su curriculum ed intervista professionale 
 funzione ispettiva 
 prevalentemente a livello di sistema 
 verifica dell’autovalutazione delle scuole 
 aspetti particolari 
 forte presenza di scuole private 
 sviluppo separato delle comunità
47 
Finlandia 
 architettura 
 un anno prescuola, facoltativo 
 ciclo unico 9 anni (dai 7 di età) 
 liceo da tre a cinque anni 
 professionale tre anni (in alternativa) 
 obbligo 
 dai 7 ai 16 anni 
 valutazione 
 non c’è un servizio centrale 
 le singole municipalità si organizzano
48 
Finlandia 
 reclutamento 
 da parte delle municipalità 
 funzione ispettiva 
 non esiste a livello strutturato 
 aspetti singolari 
 liceo modulare, di durata variabile 
 siti utili 
 http://www.oph.fi/english 
 http://www.oph.fi/english/publications/2009/national_core_c 
urricula_for_basci_education 
 http://www.oph.fi/english/education/overview_of_the_educa 
tion_system
49 
Spagna 
 architettura 
 educaciòn primaria 6 anni (dai 6 di età) 
 ESO 4 anni 
 bachillerato 2 anni 
 obbligo 
 dai 6 ai 16 anni 
 valutazione 
 nazionale su campioni, a 10 e 14 
 finalità statistica comparativa 
 regionale su tutti, a 10 e 14 di età 
 a fini di governo
50 
Spagna 
 reclutamento 
 docenti: regionale, centralizzato 
 dirigenti: sono elettivi ed a tempo 
 funzione ispettiva 
 non strutturata 
 prevalentemente regionale 
 siti utili 
 http://www.educacion.es/portada.html 
 http://www.isftic.educacion.es/ 
 http://www.isftic.educacion.es/formacion_profesorado/ 
 http://www.isftic.educacion.es/profesores/ 
 http://www.educacion.es/educacion/sistema-educativo.html 
 http://www.institutodeevaluacion.educacion.es/
51 
altri siti utili 
 Germania 
 http://www.indire.it/ifts/doc/sezb_germania.pdf 
 www.indire.it/ifts/doc/seza_germania.pdf 
 Ungheria 
 http://www.okm.gov.hu/english 
 http://www.okm.gov.hu/english/hungarian-national- 
core 
 http://www.okm.gov.hu/letolt/english/education_in 
_hungary_080805.pdf
ISTRUZIONE E 
FORMAZIONE 
Le politiche dell’Unione Europea
53 
LE POLITICHE EUROPEE 
Gli inizi: la RELAZIONE ADONNINO 
Milano 1985: il Consiglio europeo adotta il rapporto su 
“L’Europa dei cittadini” ed assume l’educazione 
come tema della cooperazione europea; Istruzione 
e formazione sono indispensabili per la maturazione 
culturale ed educativa del cittadino europeo, inserito 
in un ampio sistema di relazioni.
54 
LE POLITICHE EUROPEE 
LA RELAZIONE ADONNINO 
Il rapporto stabilisce che: 
 devono essere stimolati gli scambi tra i giovani; 
 tutti i giovani devono avere la possibilità di apprendere e 
praticare due lingue comunitarie; 
 i problemi europei devono diventare oggetto di studio e di 
discussione nelle scuole; 
 la comunità europea deve aiutare i giovani ad inserirsi nella vita 
lavorativa; 
 La qualificazione professionale acquisita deve avere validità in 
tutti gli stati comunitari.
55 
LE POLITICHE EUROPEE 
IL TRATTATO DI MAASTRICHT 
novembre 1993 
Istituzione dell’UNIONE EUROPEA: l’istruzione entra a pieno titolo 
tra le competenze delle politiche comunitarie. 
Art. 126: “Istruzione, formazione professionale e gioventù”, comma 
2: “L’azione della comunità è intesa: 
 A sviluppare la dimensione europea dell’istruzione, 
segnatamente con l’apprendimento e la diffusione della lingua 
degli stati membri; 
 A favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti, 
promuovendo, tra l’altro, il riconoscimento accademico dei 
diplomi e dei periodi di studio;
56 
LE POLITICHE EUROPEE 
IL TRATTATO DI MAASTRICHT 
novembre 1993 
 A promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento; 
 A sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze su 
problemi comuni dei sistemi di istruzione degli Stati membri; 
 A favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di 
attività socio educative 
 A incoraggiare lo sviluppo della formazione a distanza.
LE POLITICHE EUROPEE 
IL TRATTATO DI MAASTRICHT 
novembre 1993 
Articolo 128: 
“la Comunità contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati 
membri, nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, 
evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune. 
L’azione della Comunità è intesa ad incoraggiare la 
cooperazione tra gli Stati membri e, se necessario, ad 
appoggiare ed integrare l’azione di questi ultimi nei seguenti 
settori: 
 Miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e 
della storia dei popoli europei; 
57
58 
LE POLITICHE EUROPEE 
IL TRATTATO DI MAASTRICHT 
novembre 1993 
 Conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di 
importanza europea; 
 Scambi culturali non commerciali; 
 Creazione artistica e letteraria compreso il settore audiovisivo.” 
Gli impegni comunitari derivano da: 
 Trasformazioni strutturali della società e del mercato del lavoro 
 Crisi della scuola e dei sistemi formativi 
 Necessità di un’organizzazione sistemica delle molteplici azioni 
nel campo dell’istruzione e della formazione.
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione - 
1993 
La Commissione europea presenta il Libro verde che stabilisce gli 
obiettivi da realizzare: 
 “promuovere una cittadinanza europea nel rispetto delle 
differenze culturali ed etniche e nella lotta contro tutte le forme di 
sciovinismo e di xenofobia. I sistemi di istruzione nazionale 
devono formare i giovani anche su tematiche quali la 
democrazia, la tolleranza, l’accettazione della diversità. Il senso 
della cittadinanza europea deve essere alimentato attraverso 
l’apprendimento delle lingue, la conoscenza degli altri paesi, la 
collaborazione e progetti transnazionali comuni; 
59
60 
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione - 
1993 
 Migliorare la qualità dell’istruzione attraverso il confronto dei 
sistemi pedagogici e delle esperienze didattiche; 
 Facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro anche 
attraverso lo sviluppo di partenariati tra istituti scolastici, autorità 
locali, mondo dell’impresa, reti transnazionali di cooperazione.
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività, 
occupazione” - 1993 
“Crescita, competitività, occupazione: Le sfide e le vie da percorrere 
per entrare nel XXI secolo” . I problemi che appaiono con 
evidenza: 
 L’emergere della disoccupazione come conseguenza dei 
mutamenti industriali; 
 L’emergere della società dell’informazione; 
 L’affermarsi di nuovi servizi e la scomparsa di altri obsoleti. 
Si afferma il ruolo centrale dell’istruzione e della formazione come 
risposta ai problemi del rilancio dello sviluppo economico. 
61
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività, 
occupazione” 
Si afferma la necessità dell’apprendimento come processo che dura 
per tutto l’arco della vita. 
Gli obiettivi del libro bianco: 
 Valorizzare il capitale umano per tutta la vita, innestando la 
formazione continua sulla formazione iniziale; 
 Garantire una solida formazione di base e il collegamento tra la 
vita scolastica e la vita attiva; 
 Incrementare l’attività di apprendistato e di tirocinio presso le 
imprese per facilitare la transizione alla vita attiva. 
62
63 
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e 
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 
La “società cognitiva” è definita da: 
 Società dell’informazione con lo sviluppo delle tecnologie della 
comunicazione che ha prodotto una rivoluzione 
nell’organizzazione del lavoro e della produzione; 
 Estensione a livello mondiale degli scambi con lo sviluppo del 
mercato globale; 
 Civiltà scientifica e tecnologica, con le conseguenze in positivo e 
in negativo (rapporto scienza/etica).
64 
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e 
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 
5 obiettivi: 
1. Incoraggiare l’acquisizione di nuove conoscenze attraverso il 
riconoscimento delle competenze, la mobilità, lo sviluppo dei 
programmi informatici educativi multimediali; 
2. Avvicinare la scuola all’impresa attraverso l’apprendistato e la 
formazione professionale; 
3. Lottare contro l’esclusione favorendo le scuole della seconda 
opportunità e il servizio volontario europeo; 
4. Promuovere la conoscenza di tre lingue comunitarie;
65 
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e 
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 
5. Porre su un piano di parità gli investimenti materiali e gli 
investimenti nella formazione. 
Viene favorita la mobilità degli studenti anche attraverso il reciproco 
riconoscimento professionale attraverso il trasferimento di 
“unità di valore” di insegnamento (ECTS – European Transfer 
Credit System) con l’obiettivo di giungere al riconoscimento di 
moduli di formazione anche professionale. Ciò comporta la 
soppressione di vincoli amministrativi, giuridici ed anche di 
protezione sociale, che ostacolano, in ogni paese, questo 
processo.
66 
LE POLITICHE EUROPEE 
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e 
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 
Parole d’ordine: 
 Flessibilità nei sistemi di istruzione; 
 Nuove metodiche per l’insegnamento degli adulti; 
 Pluralità di linguaggi per rispondere alle richieste di una società 
multiculturale e multietnica; 
 Maggiore autonomia agli istituti scolastici per consentire risposte 
adeguate a bisogni diversificati.
67 
LE POLITICHE EUROPEE 
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 
“Occupazione, riforme economiche e coesione sociale” 
“Le persone sono la principale risorsa dell’Europa…Investire nelle 
persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà 
essenziale per la posizione dell’Europa nell’economia della 
conoscenza nonché per garantire che l’affermarsi di questa 
nuova economia non aggravi i problemi sociali esistenti 
rappresentati dalla disoccupazione, dall’esclusione sociale e 
dalla povertà”
68 
LE POLITICHE EUROPEE 
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 
 Adeguamento dei sistemi europei di istruzione e formazione alle 
esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il 
livello e la qualità dell’occupazione; 
 Sviluppo di centri locali di apprendimento; 
 Promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle 
tecnologie dell’informazione; 
 Qualifiche più trasparenti.
69 
LE POLITICHE EUROPEE 
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 
Obiettivi: 
1. Sostanziale aumento annuale degli investimenti pro capite in 
risorse umane; 
2. Il numero di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno assolto solo 
il primo ciclo di studi secondari e che non continuano gli studi 
né intraprendono altro tipo di formazione dovrebbe essere 
dimezzato entro il 2010; 
3. Scuole e centri di formazione (tutti collegati a Internet) 
dovrebbero essere trasformati in centri locali di apprendimento 
accessibili a tutti;
70 
LE POLITICHE EUROPEE 
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 
4. Dovranno essere definite le nuove competenze di base da 
fornire durante tutto l’arco della vita: tecnologie 
dell’informazione, lingue straniere, cultura tecnologica, 
imprenditorialità, competenze sociali: istituzione di un diploma 
europeo per le competenze di base in materia di tecnologia 
dell’informazione, con procedure di certificazione decentrate, 
al fine di promuovere l’alfabetizzazione “digitale” in tutta 
l’Unione; 
5. Individuazione, entro il 2000 dei mezzi per promuovere la 
mobilità degli studenti, docenti e personale per la formazione; 
entro il 2002, rimozione degli ostacoli per la mobilità dei 
docenti;
71 
LE POLITICHE EUROPEE 
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 
6. Elaborazione di un modello comune europeo per i curriculum 
vitae, da utilizzare su base volontaria, per favorire la mobilità 
contribuendo alla valutazione delle conoscenze acquisite, sia 
negli istituti di insegnamento e formazione che presso i datori di 
lavoro.
72 
LE POLITICHE EUROPEE 
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo 
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 
Obiettivi: 
1. Promozione di una cittadinanza attiva 
2. Promozione delle capacità professionali per adattarsi alle 
esigenze della nuova società della conoscenza e per 
permettere la piena partecipazione alla vita sociale ed 
economica. 
6 messaggi chiave: 
1. Poter acquisire o rinnovare le competenze necessarie per una 
partecipazione attiva alla società della conoscenza; 
2. Garantire un incremento tangibile dell’investimento nelle 
risorse umane per dare priorità alla principale qualità europea: 
la popolazione;
LE POLITICHE EUROPEE 
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo 
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 
3. Introdurre innovazioni nell’insegnamento e nell’apprendimento 
elaborando metodi efficaci per offrire ininterrottamente istruzione 
e formazione lungo tutto l’arco della vita e in tutti i settori; 
4. Valorizzare la formazione migliorando il modo in cui la 
partecipazione ed i risultati vengono percepiti ed apprezzati, in 
particolare nell’ambito di un apprendimento informale; 
5. Garantire a tutti un accesso facile ed efficace ad informazioni e 
consigli nel settore dell’istruzione e della formazione in Europa; 
6. Avvicinare quanto più è possibile l’offerta in materia di istruzione 
e formazione alle esigenze dei cittadini. 
73
74 
LE POLITICHE EUROPEE 
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo 
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 
Si evidenziano 3 categorie di apprendimento finalizzato, da valorizzare in 
egual misura e che costituiscono il punto nodale della Lifelong 
Learning: 
1. Apprendimento formale che si svolge negli istituti di istruzione e di 
formazione e porta all’ottenimento di diplomi e di qualifiche 
professionali; 
2. Apprendimento non formale che si svolge al di fuori delle principali 
strutture di formazione e di istruzione e che, di solito, non porta a 
certificati ufficiali. In genere avviene nel luogo di lavoro, in 
associazioni, sindacati, aggregazioni della vita civile; può anche 
essere fornito a completamento dell’apprendimento formale (corsi su 
discipline particolari, d’istruzione artistica, musicale, sportiva…)
LE POLITICHE EUROPEE 
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo 
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 
3. Apprendimento informale che è il corollario naturale della vita 
quotidiana. Contrariamente all’apprendimento formale e non 
formale, esso non è necessariamente intenzionale e può 
pertanto non essere riconosciuto, a volte dallo stesso 
interessato, come apporto alle sue conoscenze e competenze. 
La sfida del futuro è quella di valorizzare, riconoscere ed anche 
certificare, gli apprendimenti non formali ed informali ed integrarli 
con l’apprendimento formale. Istruzione e formazione 
permanente devono essere in grado di valorizzare tutte le 
competenze dei soggetti, indipendentemente dalle modalità di 
acquisizione. 
75
76 
LE POLITICHE EUROPEE 
Come attuare i principi di Lisbona 
Programma di lavoro per il 2010: 
“Il Consiglio Europeo fissa l’obiettivo di rendere, entro il 2010, i 
sistemi di istruzione e di formazione dell’Unione Europea un 
punto di riferimento di qualità a livello mondiale. Esso conviene 
che i tre principi fondamentali cui dovrà ispirarsi tale programma 
siano il miglioramento della qualità, l’agevolazione dell’accesso 
universale e l’apertura al resto del mondo”
77 
Come attuare i principi di Lisbona, per una formazione 
diversificata e mobile. 
L’urgenza delle riforme 
“Resta molto da fare”: i punti di crisi dell’ UE su istruzione e formazione: 
 L’UE continua ad esser in ritardo in rapporto a USA e Giappone per 
quanto riguarda gli investimenti nel settore: 
- deficit di investimenti in risorse umane; 
- insufficiente numero di laureati; 
- pochi talenti in arrivo dall’esterno; 
- molti indicatori in rosso 
- alto tasso di dipersione scolastica; 
- carenza di insegnanti e di formatori qualificati; 
- troppo poche donne nell’area scientifica e tecnologica 
- circa il 20% di giovani non acquisiscono competenze di base; 
- partecipazione insufficiente degli adulti alla formazione permanente.
78 
L’urgenza delle riforme: che fare? 
Quattro leve per riuscire: 
1. Concentrare le riforme e gli investimenti sui punti chiave; 
2. Fare dell’apprendimento per tutta la vita una realtà concreta; 
3. Costruire finalmente l’Europa dell’educazione e della formazione; 
4. Dare uno spazio reale a “Educazione & formazione 2010”.
79 
Verso il 2020 
Conclusioni del Consiglio d’Europa del 12 
maggio 2009 su un quadro strategico per 
la cooperazione europea nel settore 
dell'istruzione e della formazione 
I quattro obiettivi strategici
80 
Verso il 2020 
 Obiettivo strategico 1: Fare in modo che 
l'apprendimento permanente e la mobilità 
divengano una realtà 
 Obiettivo strategico 2: Migliorare la qualità e 
l'efficacia dell'istruzione e della formazione 
 Obiettivo strategico 3: Promuovere l'equità, la 
coesione sociale e la cittadinanza attiva 
 Obiettivo strategico 4: Incoraggiare la creatività 
e l'innovazione, compresa l'imprenditorialità, a 
tutti i livelli dell'istruzione e della formazione
81 
Verso il 2020 
Con quali strumenti? 
 strumenti e approcci di riferimento comuni; 
 l'apprendimento tra pari e lo scambio di buone 
pratiche, compresa la diffusione dei risultati; 
 il monitoraggio periodico e la presentazione 
periodica di relazioni; 
 elementi concreti e dati di tutte le agenzie europee, 
reti europee e organizzazioni internazionali 
competenti ; 
 il pieno sfruttamento delle opportunità disponibili 
nell'ambito dei programmi comunitari, in particolare 
nel settore dell'apprendimento permanente
Verso il 2020 
FUTURA STRATEGIA "UE 2020” 
documento della Commissione dell’11 
novembre 2009: 
 Un periodo di profondi mutamenti per 
l’Europa: crisi economica, 
disoccupazione, questione demografica 
(invecchiamento della popolazione e 
problemi intergenerazionali), migrazioni… 
82
83 
Le priorità di base dell'UE 2020 
 una crescita basata sulla conoscenza come fattore di 
ricchezza: in un mondo in cui i prodotti e i processi si 
differenziano in funzione dell’innovazione, le opportunità e la 
coesione sociale vanno potenziate valorizzando l’istruzione, la 
ricerca e l’economia 
digitale; 
 coinvolgimento dei cittadini in una società partecipativa: 
l’acquisizione di nuove competenze, l’accento sulla creatività e 
l’innovazione, lo sviluppo dell’imprenditorialità e la possibilità di 
cambiare facilmente lavoro saranno fattori essenziali in un 
mondo che offrirà più occupazione in cambio di maggiore 
adattabilità;
84 
Le priorità di base dell'UE 2020 
 un’economia competitiva, interconnessa e più verde: l’UE 
dovrà essere più efficace in termini di competitività e produttività 
riducendo e razionalizzando il consumo delle energie non 
rinnovabili e delle risorse, in un contesto in cui l’energia e le 
risorse implicano costi elevati e maggiore pressione 
concorrenziale. Un tale approccio permetterà di stimolare la 
crescita e di conseguire gli obiettivi 
ambientali. Tutti i settori economici, dalle manifatture tradizionali 
alle start up ad alto contenuto tecnologico ne trarranno beneficio. 
A tal fine, potranno contribuire anche il potenziamento e 
l’interconnessione infrastrutturale, la riduzione degli oneri 
amministrativi e una maggiore rapidità dei mercati a sfruttare le 
innovazioni.

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Modulo 5 gli ordinamenti

  • 1. Modulo 5 Gli ordinamenti
  • 2. 2 contenuti del modulo  Le riforme del sistema scolastico e formativo italiano: aggiornamento normativo sulle innovazioni recenti.  L’amministrazione scolastica e la sua evoluzione.  Sistemi formativi e ordinamenti in Italia e nell’Unione Europea.
  • 4. 4 ordinamenti: le norme principali ❒ D.Lgs. 297/94, “Testo unico delle leggi sull’istruzione” ❒ Legge n. 59/97, “Delega al Governo per il conferimento di funzioni alle regioni e agli Enti locali per la riforma della PA” ❒ Legge n. 425/97, “Riforma esami finali del secondo ciclo” ❒ D.Lgs 112/98, “Conferimento di funzioni alle Regioni e agli Enti locali”, artt. 138, 139 ❒ DPR 275/99, “Regolamento dell’autonomia” (in attuazione dell’art. 21 della L. 59/97) ❒ Legge n. 62/00 “Norme per la parità scolastica” ❒ Legge Costituzionale n. 3/2001 (Titolo V, artt. 114,116, 117, 118) ❒ Legge 53/2003 e relativi Decreti Legislativi (59/04, 76/05, 77/05, 226/05 – il 227/05 è abrogato) ❒ Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007) ❒ DM n. 139/2007: innalzamento obbligo di istruzione (in attuazione comma 622 legge 296/06)
  • 5. 5 ordinamenti: le norme principali ❒ Legge n. 40/2007 art. 13 (riforma istruzione tecnica) ❒ DPCM 25 gennaio 2008 recante linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori. ❒ Decreto-Legge 25 giugno 2008, n. 112 e Legge di conversione 6 agosto 2008, n. 133 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.” L’art. 64, comma, 3, prevede un Piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze (predisposto il 4 settembre 2008). ❒ Decreto-Legge 1 settembre 2008, n. 137 e Legge di conversione 30 ottobre 2008, n. 169 Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università. (maestro unico, valutazione in decimi, voto di condotta, libri di testo).
  • 6. 6 ordinamenti: le norme principali ❒ Decreto-Legge 7 ottobre 2008, n. 154 e Legge di conversione 4 dicembre 2008, n. 189 “Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali” (modifica il decreto legge n. 112/08 e restituisce alla competenza di Regioni ed Enti locali i piani per il dimensionamento delle scuole) ❒ Legge n. 42 del 5 maggio 2009 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione” (art. 8 “Principi e criteri direttivi sulle modalità di esercizio delle competenze legislative e sui mezzi di finanziamento”)
  • 7. 7 norme recenti norme di attuazione dell’art. 64 legge n. 133/08: ❒ DPR n. 81 del 20.03.2009, Regolamento su “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni della legge 6 agosto 2008, n.133”; ❒ DPR n. 89 del 20.03.2009 “Regolamento su Scuola dell’infanzia e primo Ciclo di istruzione…” ❒ DPR n. 119 del 22.06.2009 “Regolamento su Organici e personale ATA…” ❒ DPR n. 122 del 22.06.2009 “Regolamento su Valutazione degli alunni…”
  • 8. 8 norme recenti emanate dal Presidente della Repubblica il 15 marzo 2010: ❒ Regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”; ❒ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”; ❒ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
  • 9. 9 norme in corso di approvazione restano da approvare: ❒ Schema di regolamento recante “Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri per l’ Istruzione degli Adulti, ivi compresi i corsi serali, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”; ❒ Schema di regolamento sull’ accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento di istruzione secondaria. ❒ Schema di regolamento sulla formazione iniziale dei docenti della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado Sono ancora da attivare gli Istituti Tecnici Superiori, anche se l’iter di approvazione delle norme è stato completato.
  • 10. 10 continuità e cambiamento negli ultimi dieci anni, si sono succeduti cinque Ministri (Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni, Gelmini) e vi sono stati tre cambi di maggioranza, ma alcuni temi sono sempre rimasti al centro:  successo formativo  rapporto quantità/qualità (tetti curricolari e discipline)  innalzamento dell’obbligo di istruzione  integrazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale  difficoltà di intervento (le resistenze e le rigidità del sistema)
  • 11. 11 quadro ordinamentale 1  scuola dell’infanzia: tre anni  1° ciclo:  scuola primaria: cinque anni  scuola secondaria di primo grado: tre anni sono individuati i “traguardi di competenza” presenza di due documenti: Indicazioni nazionali (Moratti) e Indicazioni per il curricolo (Fioroni) Spetta alle scuole armonizzarli in via transitoria (2010-2012)  2° ciclo:  licei cinque anni  istituti tecnici “  istituti professionali “ sono individuati i “risultati di apprendimento”
  • 12. 12 quadro ordinamentale 2 obbligo di istruzione: fino a 16 anni - nel 1° biennio del secondo ciclo, oppure - nei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale già previsti nell’ intesa Stato – Regioni del luglio 2003 Vige il D.Lgs 76/2005 su “Diritto – Dovere a istruzione e formazione professionale” per il quale si resta in formazione fino a 18 anni (salvo conseguimento di qualifica professionale entro i 18 anni). i percorsi formativi esistenti sono:  nel ciclo secondario  nei percorsi di istruzione e FP  nei percorsi formativi previsti dalla legge sull’apprendistato età minima: 16 anni, dopo l’obbligo (si discute su un ritorno alla soglia minima di 15 anni)
  • 13. 13 quadro ordinamentale 3 titoli di studio e qualifiche:  Istituti tecnici rilasciano diplomi  Istituti professionali rilasciano diplomi  Licei rilasciano diplomi istituti professionali rilasciano diplomi quinquennali; in sussidiarietà con le Regioni, possono rilasciare qualifiche triennali o diplomi professionali quadriennali (compresi nel repertorio nazionale di cui alla Legge 40/07) in via transitoria (fino a che le Regioni non regoleranno la materia: continuano a rilasciare qualifiche triennali Tutti i diplomi danno accesso agli studi superiori universitari o tecnici (Istituti Tecnici Superiori) e al mondo del lavoro. Riferimento obbligatorio (entro il 2010) al sistema EQF: European Qualifications Framework)
  • 14. 14 European Qualifications Framework cornice europea di riferimento ad otto livelli descritti in termini di competenze (non di titoli) tutti gli stati membri dovranno indicare l’equivalenza fra i propri titoli di studio ed i livelli di competenze europei (entro il 2010) per quanto riguarda l’ordinamento italiano:  EQF1 = diploma del 1° Ciclo  EQF2 = obbligo di istruzione  EQF3 = qualifica professionale  EQF4 = diploma del 2° Ciclo  vedi art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009
  • 15. 15 innovazioni e nuovi punti di riferimento  innovazioni strutturali dei regolamenti di riordino del secondo ciclo:  autonomia e flessibilità  dipartimenti  comitato tecnico-scientifico  laboratori e laboratorialità  quadro europeo delle qualifiche  insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica al 5° anno
  • 16. la quota di autonomia: fonti DM n. 234 del 26.06.2000 (regol. art. 8 DPR 275/99) 85% quota nazionale obbligatoria 15% quota riservata alle scuole da utilizzare per:  conferma  compensazione  nuove discipline (presenza di organico funzionale) DM 28.12.2005 (Ministro Moratti) 80% quota nazionale obbligatoria (solo per 2° ciclo) 20% quota riservata alle scuole DM 13.06.2006 n. 47 (Ministro Fioroni) 80% quota nazionale obbligatoria (per tutte le scuole) 20% quota riservata alle scuole
  • 17. 17 indicazioni nazionali  non ci saranno più i “programmi ministeriali” sulle discipline di insegnamento  il MIUR darà Indicazioni alle scuole sui risultati di apprendimento descritti per:  competenze (per 1° biennio, 2° biennio, 5° anno, con l’indicazione delle discipline che concorrono al loro raggiungimento)  abilità  conoscenze - i docenti individuano i percorsi formativi (conoscenze correlate alle abilità) per il conseguimento delle competenze indicate. - impostazione più rigida (in senso disciplinare) nei licei
  • 18. 18 obbligo di istruzione: competenze, abilità, conoscenze  competenze: comprovata capacità di usare conoscenze ed abilità in modo autonomo in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo personale o professionale  abilità: capacità di applicare conoscenze per portare a termine compiti e risolvere problemi  conoscenze: fatti, principi, teorie relativi al settore di studio o di lavoro riferimento: decreto ministeriale n. 139/07
  • 19. 19 obbligo di istruzione: gli assi culturali  sono 4:  asse dei linguaggi  lingua madre, lingua straniera, multimedia  asse matematico  aritmetica, algebra, geometria, rappresentazioni grafiche, problem solving  asse scientifico-tecnologico  scienze naturali, trasformazioni di energia, rapporti fra tecnologie ed ambiente, applicazioni informatiche  asse storico-sociale  storia, economia, cittadinanza riferimento: decreto ministeriale n. 139/07
  • 20. 20 raccomandazioni europee: le competenze chiave  comunicazione nella madrelingua  comunicazione nelle lingue straniere  competenza matematica e competenze di base scientifiche e tecnologiche  competenza digitale  imparare ad imparare  competenze sociali e civiche  senso di iniziativa ed imprenditorialità  consapevolezza ed espressione culturali  le prime quattro sono legate ai saperi  le altre quattro al saper essere e saper fare
  • 21. 21 passaggio al nuovo ordinamento ragionevoli previsioni (primavera 2010):  non ci saranno, per il momento, variazioni negli indirizzi, salvo quanto previsto dalle tabelle di confluenza  andrà costituito il comitato tecnico-scientifico, anche se non è obbligatorio  andranno costituiti i dipartimenti (idem)  andrà attivato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione  entrerà in vigore la soglia massima del 25% di assenze ai fini della valutabilità dell’alunno  potranno essere realizzate, solo a partire dal terzo anno, esperienze di alternanza scuola-lavoro
  • 23. 23 evoluzione normativa  Il decreto legislativo 30 luglio 1999, n.300 dà avvio alla riforma del Ministero della Pubblica Istruzione che diventa MIUR. IL provvedimento riordina tutti i ministeri secondo nuovi criteri: scompaiono le direzioni generali organizzate per strutture verticali (scuola elementare, istruzione tecnica ecc. e nascono i Dipartimenti “trasversali”: dipartimento per l’istruzione, dipartimento per la programmazione  Il Decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 2000, n. 347 e il D.M. 30 gennaio 2001 hanno il compito di riorganizzare gli uffici secondo le nuove indicazioni.  Vengono soppressi i Provveditorati agli studi (i cui compiti sono distribuiti tra le scuole autonome e gli USR) e vengono istituiti gli Uffici Scolastici Regionali che possono articolarsi sul territorio in unità coincidenti o meno con le precedenti organizzazioni territoriali.
  • 24. 24 passaggi successivi  nel maggio 2006 (Governo Prodi) nuovo assetto dei Ministeri: il Ministero della Pubblica Istruzione viene separato dal Ministero dell’Università e della ricerca. Viene emanato il regolamento organizzativo con DPR 21.12.2007 n. 260  nel maggio 2008 (governo Berlusconi) si torna al MIUR. Viene emanato un nuovo regolamento (quello in vigore) con DPR 20.01.2009 n. 17
  • 25. assetto attuale  tre dipartimenti  istruzione  università e ricerca  programmazione e gestione  dodici direzioni generali (4 per ogni dipartimento)  diciotto uffici scolastici regionali  uffici scolastici provinciali (uno per provincia) non sono uffici del Ministero:  sovrintendenza per la Valle d’Aosta  intendenze per la Provincia autonoma di Bolzano  tre: per le scuole tedesche, italiane e ladine  direzione per l’istruzione Provincia autonoma di Trento
  • 27. 27 quali aspetti  architettura di sistema  ciclo unico, più cicli …  struttura dell’istruzione obbligatoria  durata, termine, percorso unico, certificazioni …  valutazione  sistema, scuole, personale, alunni  reclutamento  docenti, dirigenti  politiche di inclusione  diversamente abili, migranti, marginali, gifted ones  istruzione per il lavoro  separata / integrata, alternanza, dualità …
  • 28. 28 quali fonti  sito italiano di Eurydice  http://www.indire.it/eurydice/index.php  home page  http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/eurybase_en.php#i taly  pagina riassuntiva accesso sistemi nazionali  http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/tools/1 08IT.pdf  architettura sistemi nazionali: grafici  http://www.indire.it/eurydice/content/index.php? action=read_cnt&id_cnt=8687  i dirigenti scolastici in Europa  http://www.indire.it/eurydice/content/index.php? action=read_cnt&id_cnt=7776  valutazione apprendimenti alunni in Europa
  • 29. 29 quali fonti  sito di European Schoolnet (EUN)  www.eun.org  home page  http://www.eun.org/web/guest/network  pagina con mappa geografica dell’Europa  accesso ai corrispondenti nazionali
  • 30. 30 alle origini della scuola in Europa  conseguenza della Riforma protestante  attraverso:  il rifiuto della mediazione sacerdotale  il dovere della lettura autonoma dei testi sacri  il “rischio” della libertà di scegliere  l’assunzione della responsabilità individuale per le proprie scelte  il corollario pedagogico:  l’allievo, il maestro, gli ostacoli ad apprendere
  • 31. 31 conseguenze strutturali  scuole parrocchiali  senza un modello unico  senza programmi predefiniti  istituite, sostenute e vigilate in loco  non esiste un sistema ispettivo centrale  basate sulla domanda degli utenti  livello accademico basso, ma per tutti  l’analfabetismo non esiste da secoli  l’istruzione è un dovere personale
  • 32. 32 nel resto d’Europa, invece …  rivelazione + tradizione  quamvis indignus …  scuole degli ordini religiosi  le regole, la ratio studiorum  principio di conformità, ispezione  livello accademico alto, ma per pochi  l’istruzione è un bene elargito
  • 33. 33 gli sviluppi successivi  le scuole del sistema:  assolutismo illuminato  obbligo scolastico  Napoleone e la Terza Repubblica  le scuole senza sistema:  municipalità, aziende, filantropi  riflessi sulla democrazia:  il diritto di voto  la condizione di suddito assistito
  • 34. 34 il senso di un sistema di istruzione  un sistema presuppone un fine generale  trasmissivo di contenuti / valori stabili oppure  maieutico di atteggiamenti / competenze dinamici  il primo modello privilegia  uguaglianza di punti di partenza  coesione sociale e identità della comunità  cittadinanza come rimozione delle diversità  integrazione dall’alto  il secondo ritiene più importanti  pieno sviluppo delle potenzialità individuali  dinamismo sociale  interculturalità  integrazione dal basso (“melting pot”)
  • 35. 35 il giardino di casa  è ancora possibile una riforma dell’istruzione basata sulle scelte di un singolo paese?  la scuola è un sistema sociale stretto fra due condizionamenti:  il profilo dei bambini in entrata  le richieste della società in uscita  finora ha sostanzialmente scelto di “ignorarli”  adottando contenuti “formali”, di cui non risponde  assumendo i propri presupposti in autoreferenza  ritenendo di costruire la società futura  ma il divario si è andato allargando  rappresenta un costo sociale elevato  rappresenta un costo economico non più sostenibile
  • 36. 36 cosa chiede l’Europa  linguaggi  non solo lingue  nuove tecnologie  anche comunicazione e formazione a distanza  lifelong learning  perché diventa strategico  apertura interculturale  per la crescente integrazione interna ed esterna  mobilità di studenti e lavoratori  per moltiplicare le opportunità  certificazione di crediti e competenze  per garantire il mutuo riconoscimento
  • 37. 37 sfide sul versante studenti  sul valore dell’istruzione  bene personale o bene strumentale  successo formativo per tutti  una riflessione sui dati italiani  crescente presenza di svantaggiati  handicap, immigrati, marginali  disagio giovanile e caduta di senso  dal bullismo alla devianza  nuova literacy e nuovo analfabetismo  cosa significa saper leggere e scrivere oggi  orientamento e riorientamento  il tema della seconda opportunità
  • 38. 38 leader cercansi  il nuovo ruolo dei capi d’istituto  amministrare o guidare?  criticità nella gestione del personale  burnout ed invecchiamento  rigidità dei problemi, debolezza degli strumenti  vincoli economici  risorse sempre più limitate  crescenti vincoli, crescente rendicontazione  committenza plurale ed implicita  relazione con le richieste del contesto  lettura dei bisogni inespressi  capacità di istituire un sistema di autovalutazione
  • 39. 39 alcuni casi nazionali aspetti presi in considerazione  architettura del sistema  durata dell’obbligo  sistema di valutazione  reclutamento docenti / dirigenti  funzione ispettiva  eventuali particolarità interessanti
  • 40. 40 paesi presi in considerazione  Francia  Inghilterra  Olanda  Finlandia  Spagna
  • 41. 41 Francia  architettura  école primaire 5 anni  collège 4 anni  lycée 3 anni  obbligo  dai 6 ai 16 anni fino ad inizio liceo  valutazione  diagnostica a livello di scuola  bilan a livello di sistema
  • 42. 42 Francia  reclutamento del personale  nazionale per i dirigenti  regionale per i docenti  funzione ispettiva  molto articolata  tutti sono valutati periodicamente  il sistema è molto centralizzato  siti utili  http://www.education.gouv.fr  http://www.education.gouv.fr/pid12/outils-de-documentation- d-information.html
  • 43. 43 Inghilterra  architettura  primary school 6 anni (da 5 di età)  lower secondary 5 anni  upper secondary 2 anni oppure  further education 2 anni  obbligo  dai 5 ai 16 anni  valutazione  del sistema tramite OFSTED  delle scuole tramite OFSTED  degli apprendimenti tramite test nazionali
  • 44. 44 Inghilterra  reclutamento  diretto da parte delle scuole (dirigenti)  diretto da parte delle scuole (docenti)  su curriculum ed intervista professionale  funzione ispettiva  molto forte e strutturata  non riguarda direttamente il personale  siti utili  http://www.dcsf.gov.uk/  http://www.dius.gov.uk/Policies/higher-education  http://www.dcsf.gov.uk/furthereducation/  http://www.ofsted.gov.uk/
  • 45. 45 Olanda  architettura  scuola di base 7 anni (da 5 di età)  scuola secondaria  inferiore + superiore 3 + 3 anni (fino a 18)  divisa fra generale e professionale  obbligo  fino a 18 anni (17 nel professionale)  valutazione  del sistema tramite ispettorato  delle scuole autovalutazione + ispezione  di apprendimenti tramite agenzie indipendenti
  • 46. 46 Olanda  reclutamento  diretto da parte delle scuole o reti  su curriculum ed intervista professionale  funzione ispettiva  prevalentemente a livello di sistema  verifica dell’autovalutazione delle scuole  aspetti particolari  forte presenza di scuole private  sviluppo separato delle comunità
  • 47. 47 Finlandia  architettura  un anno prescuola, facoltativo  ciclo unico 9 anni (dai 7 di età)  liceo da tre a cinque anni  professionale tre anni (in alternativa)  obbligo  dai 7 ai 16 anni  valutazione  non c’è un servizio centrale  le singole municipalità si organizzano
  • 48. 48 Finlandia  reclutamento  da parte delle municipalità  funzione ispettiva  non esiste a livello strutturato  aspetti singolari  liceo modulare, di durata variabile  siti utili  http://www.oph.fi/english  http://www.oph.fi/english/publications/2009/national_core_c urricula_for_basci_education  http://www.oph.fi/english/education/overview_of_the_educa tion_system
  • 49. 49 Spagna  architettura  educaciòn primaria 6 anni (dai 6 di età)  ESO 4 anni  bachillerato 2 anni  obbligo  dai 6 ai 16 anni  valutazione  nazionale su campioni, a 10 e 14  finalità statistica comparativa  regionale su tutti, a 10 e 14 di età  a fini di governo
  • 50. 50 Spagna  reclutamento  docenti: regionale, centralizzato  dirigenti: sono elettivi ed a tempo  funzione ispettiva  non strutturata  prevalentemente regionale  siti utili  http://www.educacion.es/portada.html  http://www.isftic.educacion.es/  http://www.isftic.educacion.es/formacion_profesorado/  http://www.isftic.educacion.es/profesores/  http://www.educacion.es/educacion/sistema-educativo.html  http://www.institutodeevaluacion.educacion.es/
  • 51. 51 altri siti utili  Germania  http://www.indire.it/ifts/doc/sezb_germania.pdf  www.indire.it/ifts/doc/seza_germania.pdf  Ungheria  http://www.okm.gov.hu/english  http://www.okm.gov.hu/english/hungarian-national- core  http://www.okm.gov.hu/letolt/english/education_in _hungary_080805.pdf
  • 52. ISTRUZIONE E FORMAZIONE Le politiche dell’Unione Europea
  • 53. 53 LE POLITICHE EUROPEE Gli inizi: la RELAZIONE ADONNINO Milano 1985: il Consiglio europeo adotta il rapporto su “L’Europa dei cittadini” ed assume l’educazione come tema della cooperazione europea; Istruzione e formazione sono indispensabili per la maturazione culturale ed educativa del cittadino europeo, inserito in un ampio sistema di relazioni.
  • 54. 54 LE POLITICHE EUROPEE LA RELAZIONE ADONNINO Il rapporto stabilisce che:  devono essere stimolati gli scambi tra i giovani;  tutti i giovani devono avere la possibilità di apprendere e praticare due lingue comunitarie;  i problemi europei devono diventare oggetto di studio e di discussione nelle scuole;  la comunità europea deve aiutare i giovani ad inserirsi nella vita lavorativa;  La qualificazione professionale acquisita deve avere validità in tutti gli stati comunitari.
  • 55. 55 LE POLITICHE EUROPEE IL TRATTATO DI MAASTRICHT novembre 1993 Istituzione dell’UNIONE EUROPEA: l’istruzione entra a pieno titolo tra le competenze delle politiche comunitarie. Art. 126: “Istruzione, formazione professionale e gioventù”, comma 2: “L’azione della comunità è intesa:  A sviluppare la dimensione europea dell’istruzione, segnatamente con l’apprendimento e la diffusione della lingua degli stati membri;  A favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti, promuovendo, tra l’altro, il riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio;
  • 56. 56 LE POLITICHE EUROPEE IL TRATTATO DI MAASTRICHT novembre 1993  A promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento;  A sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze su problemi comuni dei sistemi di istruzione degli Stati membri;  A favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socio educative  A incoraggiare lo sviluppo della formazione a distanza.
  • 57. LE POLITICHE EUROPEE IL TRATTATO DI MAASTRICHT novembre 1993 Articolo 128: “la Comunità contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri, nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune. L’azione della Comunità è intesa ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri e, se necessario, ad appoggiare ed integrare l’azione di questi ultimi nei seguenti settori:  Miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei; 57
  • 58. 58 LE POLITICHE EUROPEE IL TRATTATO DI MAASTRICHT novembre 1993  Conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea;  Scambi culturali non commerciali;  Creazione artistica e letteraria compreso il settore audiovisivo.” Gli impegni comunitari derivano da:  Trasformazioni strutturali della società e del mercato del lavoro  Crisi della scuola e dei sistemi formativi  Necessità di un’organizzazione sistemica delle molteplici azioni nel campo dell’istruzione e della formazione.
  • 59. LE POLITICHE EUROPEE Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione - 1993 La Commissione europea presenta il Libro verde che stabilisce gli obiettivi da realizzare:  “promuovere una cittadinanza europea nel rispetto delle differenze culturali ed etniche e nella lotta contro tutte le forme di sciovinismo e di xenofobia. I sistemi di istruzione nazionale devono formare i giovani anche su tematiche quali la democrazia, la tolleranza, l’accettazione della diversità. Il senso della cittadinanza europea deve essere alimentato attraverso l’apprendimento delle lingue, la conoscenza degli altri paesi, la collaborazione e progetti transnazionali comuni; 59
  • 60. 60 LE POLITICHE EUROPEE Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione - 1993  Migliorare la qualità dell’istruzione attraverso il confronto dei sistemi pedagogici e delle esperienze didattiche;  Facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro anche attraverso lo sviluppo di partenariati tra istituti scolastici, autorità locali, mondo dell’impresa, reti transnazionali di cooperazione.
  • 61. LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività, occupazione” - 1993 “Crescita, competitività, occupazione: Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo” . I problemi che appaiono con evidenza:  L’emergere della disoccupazione come conseguenza dei mutamenti industriali;  L’emergere della società dell’informazione;  L’affermarsi di nuovi servizi e la scomparsa di altri obsoleti. Si afferma il ruolo centrale dell’istruzione e della formazione come risposta ai problemi del rilancio dello sviluppo economico. 61
  • 62. LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività, occupazione” Si afferma la necessità dell’apprendimento come processo che dura per tutto l’arco della vita. Gli obiettivi del libro bianco:  Valorizzare il capitale umano per tutta la vita, innestando la formazione continua sulla formazione iniziale;  Garantire una solida formazione di base e il collegamento tra la vita scolastica e la vita attiva;  Incrementare l’attività di apprendistato e di tirocinio presso le imprese per facilitare la transizione alla vita attiva. 62
  • 63. 63 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 La “società cognitiva” è definita da:  Società dell’informazione con lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione che ha prodotto una rivoluzione nell’organizzazione del lavoro e della produzione;  Estensione a livello mondiale degli scambi con lo sviluppo del mercato globale;  Civiltà scientifica e tecnologica, con le conseguenze in positivo e in negativo (rapporto scienza/etica).
  • 64. 64 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 5 obiettivi: 1. Incoraggiare l’acquisizione di nuove conoscenze attraverso il riconoscimento delle competenze, la mobilità, lo sviluppo dei programmi informatici educativi multimediali; 2. Avvicinare la scuola all’impresa attraverso l’apprendistato e la formazione professionale; 3. Lottare contro l’esclusione favorendo le scuole della seconda opportunità e il servizio volontario europeo; 4. Promuovere la conoscenza di tre lingue comunitarie;
  • 65. 65 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 5. Porre su un piano di parità gli investimenti materiali e gli investimenti nella formazione. Viene favorita la mobilità degli studenti anche attraverso il reciproco riconoscimento professionale attraverso il trasferimento di “unità di valore” di insegnamento (ECTS – European Transfer Credit System) con l’obiettivo di giungere al riconoscimento di moduli di formazione anche professionale. Ciò comporta la soppressione di vincoli amministrativi, giuridici ed anche di protezione sociale, che ostacolano, in ogni paese, questo processo.
  • 66. 66 LE POLITICHE EUROPEE Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e apprendere. Verso la società cognitiva” 1995 Parole d’ordine:  Flessibilità nei sistemi di istruzione;  Nuove metodiche per l’insegnamento degli adulti;  Pluralità di linguaggi per rispondere alle richieste di una società multiculturale e multietnica;  Maggiore autonomia agli istituti scolastici per consentire risposte adeguate a bisogni diversificati.
  • 67. 67 LE POLITICHE EUROPEE Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 “Occupazione, riforme economiche e coesione sociale” “Le persone sono la principale risorsa dell’Europa…Investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà essenziale per la posizione dell’Europa nell’economia della conoscenza nonché per garantire che l’affermarsi di questa nuova economia non aggravi i problemi sociali esistenti rappresentati dalla disoccupazione, dall’esclusione sociale e dalla povertà”
  • 68. 68 LE POLITICHE EUROPEE Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000  Adeguamento dei sistemi europei di istruzione e formazione alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell’occupazione;  Sviluppo di centri locali di apprendimento;  Promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle tecnologie dell’informazione;  Qualifiche più trasparenti.
  • 69. 69 LE POLITICHE EUROPEE Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 Obiettivi: 1. Sostanziale aumento annuale degli investimenti pro capite in risorse umane; 2. Il numero di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno assolto solo il primo ciclo di studi secondari e che non continuano gli studi né intraprendono altro tipo di formazione dovrebbe essere dimezzato entro il 2010; 3. Scuole e centri di formazione (tutti collegati a Internet) dovrebbero essere trasformati in centri locali di apprendimento accessibili a tutti;
  • 70. 70 LE POLITICHE EUROPEE Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 4. Dovranno essere definite le nuove competenze di base da fornire durante tutto l’arco della vita: tecnologie dell’informazione, lingue straniere, cultura tecnologica, imprenditorialità, competenze sociali: istituzione di un diploma europeo per le competenze di base in materia di tecnologia dell’informazione, con procedure di certificazione decentrate, al fine di promuovere l’alfabetizzazione “digitale” in tutta l’Unione; 5. Individuazione, entro il 2000 dei mezzi per promuovere la mobilità degli studenti, docenti e personale per la formazione; entro il 2002, rimozione degli ostacoli per la mobilità dei docenti;
  • 71. 71 LE POLITICHE EUROPEE Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000 6. Elaborazione di un modello comune europeo per i curriculum vitae, da utilizzare su base volontaria, per favorire la mobilità contribuendo alla valutazione delle conoscenze acquisite, sia negli istituti di insegnamento e formazione che presso i datori di lavoro.
  • 72. 72 LE POLITICHE EUROPEE Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 Obiettivi: 1. Promozione di una cittadinanza attiva 2. Promozione delle capacità professionali per adattarsi alle esigenze della nuova società della conoscenza e per permettere la piena partecipazione alla vita sociale ed economica. 6 messaggi chiave: 1. Poter acquisire o rinnovare le competenze necessarie per una partecipazione attiva alla società della conoscenza; 2. Garantire un incremento tangibile dell’investimento nelle risorse umane per dare priorità alla principale qualità europea: la popolazione;
  • 73. LE POLITICHE EUROPEE Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 3. Introdurre innovazioni nell’insegnamento e nell’apprendimento elaborando metodi efficaci per offrire ininterrottamente istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita e in tutti i settori; 4. Valorizzare la formazione migliorando il modo in cui la partecipazione ed i risultati vengono percepiti ed apprezzati, in particolare nell’ambito di un apprendimento informale; 5. Garantire a tutti un accesso facile ed efficace ad informazioni e consigli nel settore dell’istruzione e della formazione in Europa; 6. Avvicinare quanto più è possibile l’offerta in materia di istruzione e formazione alle esigenze dei cittadini. 73
  • 74. 74 LE POLITICHE EUROPEE Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 Si evidenziano 3 categorie di apprendimento finalizzato, da valorizzare in egual misura e che costituiscono il punto nodale della Lifelong Learning: 1. Apprendimento formale che si svolge negli istituti di istruzione e di formazione e porta all’ottenimento di diplomi e di qualifiche professionali; 2. Apprendimento non formale che si svolge al di fuori delle principali strutture di formazione e di istruzione e che, di solito, non porta a certificati ufficiali. In genere avviene nel luogo di lavoro, in associazioni, sindacati, aggregazioni della vita civile; può anche essere fornito a completamento dell’apprendimento formale (corsi su discipline particolari, d’istruzione artistica, musicale, sportiva…)
  • 75. LE POLITICHE EUROPEE Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000 3. Apprendimento informale che è il corollario naturale della vita quotidiana. Contrariamente all’apprendimento formale e non formale, esso non è necessariamente intenzionale e può pertanto non essere riconosciuto, a volte dallo stesso interessato, come apporto alle sue conoscenze e competenze. La sfida del futuro è quella di valorizzare, riconoscere ed anche certificare, gli apprendimenti non formali ed informali ed integrarli con l’apprendimento formale. Istruzione e formazione permanente devono essere in grado di valorizzare tutte le competenze dei soggetti, indipendentemente dalle modalità di acquisizione. 75
  • 76. 76 LE POLITICHE EUROPEE Come attuare i principi di Lisbona Programma di lavoro per il 2010: “Il Consiglio Europeo fissa l’obiettivo di rendere, entro il 2010, i sistemi di istruzione e di formazione dell’Unione Europea un punto di riferimento di qualità a livello mondiale. Esso conviene che i tre principi fondamentali cui dovrà ispirarsi tale programma siano il miglioramento della qualità, l’agevolazione dell’accesso universale e l’apertura al resto del mondo”
  • 77. 77 Come attuare i principi di Lisbona, per una formazione diversificata e mobile. L’urgenza delle riforme “Resta molto da fare”: i punti di crisi dell’ UE su istruzione e formazione:  L’UE continua ad esser in ritardo in rapporto a USA e Giappone per quanto riguarda gli investimenti nel settore: - deficit di investimenti in risorse umane; - insufficiente numero di laureati; - pochi talenti in arrivo dall’esterno; - molti indicatori in rosso - alto tasso di dipersione scolastica; - carenza di insegnanti e di formatori qualificati; - troppo poche donne nell’area scientifica e tecnologica - circa il 20% di giovani non acquisiscono competenze di base; - partecipazione insufficiente degli adulti alla formazione permanente.
  • 78. 78 L’urgenza delle riforme: che fare? Quattro leve per riuscire: 1. Concentrare le riforme e gli investimenti sui punti chiave; 2. Fare dell’apprendimento per tutta la vita una realtà concreta; 3. Costruire finalmente l’Europa dell’educazione e della formazione; 4. Dare uno spazio reale a “Educazione & formazione 2010”.
  • 79. 79 Verso il 2020 Conclusioni del Consiglio d’Europa del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione I quattro obiettivi strategici
  • 80. 80 Verso il 2020  Obiettivo strategico 1: Fare in modo che l'apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà  Obiettivo strategico 2: Migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione e della formazione  Obiettivo strategico 3: Promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva  Obiettivo strategico 4: Incoraggiare la creatività e l'innovazione, compresa l'imprenditorialità, a tutti i livelli dell'istruzione e della formazione
  • 81. 81 Verso il 2020 Con quali strumenti?  strumenti e approcci di riferimento comuni;  l'apprendimento tra pari e lo scambio di buone pratiche, compresa la diffusione dei risultati;  il monitoraggio periodico e la presentazione periodica di relazioni;  elementi concreti e dati di tutte le agenzie europee, reti europee e organizzazioni internazionali competenti ;  il pieno sfruttamento delle opportunità disponibili nell'ambito dei programmi comunitari, in particolare nel settore dell'apprendimento permanente
  • 82. Verso il 2020 FUTURA STRATEGIA "UE 2020” documento della Commissione dell’11 novembre 2009:  Un periodo di profondi mutamenti per l’Europa: crisi economica, disoccupazione, questione demografica (invecchiamento della popolazione e problemi intergenerazionali), migrazioni… 82
  • 83. 83 Le priorità di base dell'UE 2020  una crescita basata sulla conoscenza come fattore di ricchezza: in un mondo in cui i prodotti e i processi si differenziano in funzione dell’innovazione, le opportunità e la coesione sociale vanno potenziate valorizzando l’istruzione, la ricerca e l’economia digitale;  coinvolgimento dei cittadini in una società partecipativa: l’acquisizione di nuove competenze, l’accento sulla creatività e l’innovazione, lo sviluppo dell’imprenditorialità e la possibilità di cambiare facilmente lavoro saranno fattori essenziali in un mondo che offrirà più occupazione in cambio di maggiore adattabilità;
  • 84. 84 Le priorità di base dell'UE 2020  un’economia competitiva, interconnessa e più verde: l’UE dovrà essere più efficace in termini di competitività e produttività riducendo e razionalizzando il consumo delle energie non rinnovabili e delle risorse, in un contesto in cui l’energia e le risorse implicano costi elevati e maggiore pressione concorrenziale. Un tale approccio permetterà di stimolare la crescita e di conseguire gli obiettivi ambientali. Tutti i settori economici, dalle manifatture tradizionali alle start up ad alto contenuto tecnologico ne trarranno beneficio. A tal fine, potranno contribuire anche il potenziamento e l’interconnessione infrastrutturale, la riduzione degli oneri amministrativi e una maggiore rapidità dei mercati a sfruttare le innovazioni.