2. 2
contenuti del modulo
Le riforme del sistema scolastico e formativo
italiano: aggiornamento normativo sulle
innovazioni recenti.
L’amministrazione scolastica e la sua
evoluzione.
Sistemi formativi e ordinamenti in Italia e
nell’Unione Europea.
4. 4
ordinamenti: le norme principali
❒ D.Lgs. 297/94, “Testo unico delle leggi sull’istruzione”
❒ Legge n. 59/97, “Delega al Governo per il conferimento di
funzioni alle regioni e agli Enti locali per la riforma della PA”
❒ Legge n. 425/97, “Riforma esami finali del secondo ciclo”
❒ D.Lgs 112/98, “Conferimento di funzioni alle Regioni e agli Enti
locali”, artt. 138, 139
❒ DPR 275/99, “Regolamento dell’autonomia”
(in attuazione dell’art. 21 della L. 59/97)
❒ Legge n. 62/00 “Norme per la parità scolastica”
❒ Legge Costituzionale n. 3/2001 (Titolo V, artt. 114,116, 117,
118)
❒ Legge 53/2003 e relativi Decreti Legislativi
(59/04, 76/05, 77/05, 226/05 – il 227/05 è abrogato)
❒ Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (finanziaria 2007)
❒ DM n. 139/2007: innalzamento obbligo di istruzione
(in attuazione comma 622 legge 296/06)
5. 5
ordinamenti: le norme principali
❒ Legge n. 40/2007 art. 13 (riforma istruzione tecnica)
❒ DPCM 25 gennaio 2008 recante linee guida per la riorganizzazione del
Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione
degli Istituti Tecnici Superiori.
❒ Decreto-Legge 25 giugno 2008, n. 112 e
Legge di conversione 6 agosto 2008, n. 133 “Disposizioni urgenti per lo
sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione
della finanza pubblica e la perequazione tributaria.”
L’art. 64, comma, 3, prevede un Piano programmatico del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro
dell’Economia e delle Finanze (predisposto il 4 settembre 2008).
❒ Decreto-Legge 1 settembre 2008, n. 137 e
Legge di conversione 30 ottobre 2008, n. 169
Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
(maestro unico, valutazione in decimi, voto di condotta, libri di testo).
6. 6
ordinamenti: le norme principali
❒ Decreto-Legge 7 ottobre 2008, n. 154 e
Legge di conversione 4 dicembre 2008, n. 189
“Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in
materia di regolazioni contabili con le autonomie locali”
(modifica il decreto legge n. 112/08 e restituisce alla competenza di
Regioni ed Enti locali i piani per il dimensionamento delle scuole)
❒ Legge n. 42 del 5 maggio 2009 “Delega al Governo in materia di
federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”
(art. 8 “Principi e criteri direttivi sulle modalità di esercizio delle
competenze legislative e sui mezzi di finanziamento”)
7. 7
norme recenti
norme di attuazione dell’art. 64 legge n. 133/08:
❒ DPR n. 81 del 20.03.2009, Regolamento su “Norme per la
riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace
utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64,
comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con
modificazioni della legge 6 agosto 2008, n.133”;
❒ DPR n. 89 del 20.03.2009 “Regolamento su Scuola dell’infanzia e
primo Ciclo di istruzione…”
❒ DPR n. 119 del 22.06.2009 “Regolamento su Organici e personale
ATA…”
❒ DPR n. 122 del 22.06.2009 “Regolamento su Valutazione degli
alunni…”
8. 8
norme recenti
emanate dal Presidente della Repubblica il 15 marzo 2010:
❒ Regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale,
organizzativo e didattico dei licei, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del
decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6
agosto 2008, n. 133”;
❒ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti
professionali ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25
giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;
❒ Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti
tecnici ai sensi dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno
2008 n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
9. 9
norme in corso di approvazione
restano da approvare:
❒ Schema di regolamento recante “Norme generali per la ridefinizione
dell’assetto organizzativo didattico dei Centri per l’ Istruzione degli
Adulti, ivi compresi i corsi serali, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del
decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito dalla legge 6
agosto 2008, n. 133”;
❒ Schema di regolamento sull’ accorpamento delle classi di
concorso a cattedre e a posti di insegnamento di istruzione
secondaria.
❒ Schema di regolamento sulla formazione iniziale dei docenti della
scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di
secondo grado
Sono ancora da attivare gli Istituti Tecnici Superiori, anche se l’iter
di approvazione delle norme è stato completato.
10. 10
continuità e cambiamento
negli ultimi dieci anni, si sono succeduti cinque
Ministri (Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni,
Gelmini) e vi sono stati tre cambi di maggioranza,
ma alcuni temi sono sempre rimasti al centro:
successo formativo
rapporto quantità/qualità (tetti curricolari e discipline)
innalzamento dell’obbligo di istruzione
integrazione dei sistemi di istruzione e formazione
professionale
difficoltà di intervento (le resistenze e le rigidità del
sistema)
11. 11
quadro ordinamentale 1
scuola dell’infanzia: tre anni
1° ciclo:
scuola primaria: cinque anni
scuola secondaria di primo grado: tre anni
sono individuati i “traguardi di competenza”
presenza di due documenti:
Indicazioni nazionali (Moratti) e Indicazioni per il curricolo (Fioroni)
Spetta alle scuole armonizzarli in via transitoria (2010-2012)
2° ciclo:
licei cinque anni
istituti tecnici “
istituti professionali “
sono individuati i “risultati di apprendimento”
12. 12
quadro ordinamentale 2
obbligo di istruzione: fino a 16 anni
- nel 1° biennio del secondo ciclo, oppure
- nei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale già
previsti nell’ intesa Stato – Regioni del luglio 2003
Vige il D.Lgs 76/2005 su “Diritto – Dovere a istruzione e formazione
professionale” per il quale si resta in formazione fino a 18 anni (salvo
conseguimento di qualifica professionale entro i 18 anni).
i percorsi formativi esistenti sono:
nel ciclo secondario
nei percorsi di istruzione e FP
nei percorsi formativi previsti dalla legge sull’apprendistato
età minima: 16 anni, dopo l’obbligo
(si discute su un ritorno alla soglia minima di 15 anni)
13. 13
quadro ordinamentale 3
titoli di studio e qualifiche:
Istituti tecnici rilasciano diplomi
Istituti professionali rilasciano diplomi
Licei rilasciano diplomi
istituti professionali rilasciano diplomi quinquennali; in sussidiarietà con
le Regioni, possono rilasciare qualifiche triennali o diplomi professionali
quadriennali (compresi nel repertorio nazionale di cui alla Legge 40/07)
in via transitoria (fino a che le Regioni non regoleranno la materia:
continuano a rilasciare qualifiche triennali
Tutti i diplomi danno accesso agli studi superiori universitari o
tecnici (Istituti Tecnici Superiori) e al mondo del lavoro.
Riferimento obbligatorio (entro il 2010) al sistema EQF:
European Qualifications Framework)
14. 14
European Qualifications Framework
cornice europea di riferimento ad otto livelli
descritti in termini di competenze (non di titoli)
tutti gli stati membri dovranno indicare l’equivalenza fra i propri
titoli di studio ed i livelli di competenze europei (entro il 2010)
per quanto riguarda l’ordinamento italiano:
EQF1 = diploma del 1° Ciclo
EQF2 = obbligo di istruzione
EQF3 = qualifica professionale
EQF4 = diploma del 2° Ciclo
vedi art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009
15. 15
innovazioni e nuovi punti di riferimento
innovazioni strutturali dei regolamenti di riordino
del secondo ciclo:
autonomia e flessibilità
dipartimenti
comitato tecnico-scientifico
laboratori e laboratorialità
quadro europeo delle qualifiche
insegnamento in lingua straniera di una disciplina
non linguistica al 5° anno
16. la quota di autonomia: fonti
DM n. 234 del 26.06.2000 (regol. art. 8 DPR 275/99)
85% quota nazionale obbligatoria
15% quota riservata alle scuole da utilizzare per:
conferma
compensazione
nuove discipline (presenza di organico funzionale)
DM 28.12.2005 (Ministro Moratti)
80% quota nazionale obbligatoria (solo per 2° ciclo)
20% quota riservata alle scuole
DM 13.06.2006 n. 47 (Ministro Fioroni)
80% quota nazionale obbligatoria (per tutte le scuole)
20% quota riservata alle scuole
17. 17
indicazioni nazionali
non ci saranno più i “programmi ministeriali” sulle
discipline di insegnamento
il MIUR darà Indicazioni alle scuole sui risultati di
apprendimento descritti per:
competenze (per 1° biennio, 2° biennio, 5° anno, con
l’indicazione delle discipline che concorrono al loro
raggiungimento)
abilità
conoscenze
- i docenti individuano i percorsi formativi
(conoscenze correlate alle abilità) per il
conseguimento delle competenze indicate.
- impostazione più rigida (in senso disciplinare)
nei licei
18. 18
obbligo di istruzione:
competenze, abilità, conoscenze
competenze: comprovata capacità di usare
conoscenze ed abilità in modo autonomo in
situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo
personale o professionale
abilità: capacità di applicare conoscenze per portare
a termine compiti e risolvere problemi
conoscenze: fatti, principi, teorie relativi al settore di
studio o di lavoro
riferimento: decreto ministeriale n. 139/07
19. 19
obbligo di istruzione:
gli assi culturali
sono 4:
asse dei linguaggi
lingua madre, lingua straniera, multimedia
asse matematico
aritmetica, algebra, geometria, rappresentazioni
grafiche, problem solving
asse scientifico-tecnologico
scienze naturali, trasformazioni di energia, rapporti fra
tecnologie ed ambiente, applicazioni informatiche
asse storico-sociale
storia, economia, cittadinanza
riferimento: decreto ministeriale n. 139/07
20. 20
raccomandazioni europee:
le competenze chiave
comunicazione nella madrelingua
comunicazione nelle lingue straniere
competenza matematica e competenze di base scientifiche
e tecnologiche
competenza digitale
imparare ad imparare
competenze sociali e civiche
senso di iniziativa ed imprenditorialità
consapevolezza ed espressione culturali
le prime quattro sono legate ai saperi
le altre quattro al saper essere e saper fare
21. 21
passaggio al nuovo ordinamento
ragionevoli previsioni (primavera 2010):
non ci saranno, per il momento, variazioni negli indirizzi,
salvo quanto previsto dalle tabelle di confluenza
andrà costituito il comitato tecnico-scientifico, anche se non
è obbligatorio
andranno costituiti i dipartimenti (idem)
andrà attivato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione
entrerà in vigore la soglia massima del 25% di assenze ai
fini della valutabilità dell’alunno
potranno essere realizzate, solo a partire dal terzo anno,
esperienze di alternanza scuola-lavoro
23. 23
evoluzione normativa
Il decreto legislativo 30 luglio 1999, n.300 dà avvio alla riforma
del Ministero della Pubblica Istruzione che diventa MIUR. IL
provvedimento riordina tutti i ministeri secondo nuovi criteri:
scompaiono le direzioni generali organizzate per strutture
verticali (scuola elementare, istruzione tecnica ecc. e nascono i
Dipartimenti “trasversali”: dipartimento per l’istruzione,
dipartimento per la programmazione
Il Decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 2000, n.
347 e il D.M. 30 gennaio 2001 hanno il compito di riorganizzare
gli uffici secondo le nuove indicazioni.
Vengono soppressi i Provveditorati agli studi (i cui compiti sono
distribuiti tra le scuole autonome e gli USR) e vengono istituiti gli
Uffici Scolastici Regionali che possono articolarsi sul territorio in
unità coincidenti o meno con le precedenti organizzazioni
territoriali.
24. 24
passaggi successivi
nel maggio 2006 (Governo Prodi) nuovo
assetto dei Ministeri: il Ministero della
Pubblica Istruzione viene separato dal
Ministero dell’Università e della ricerca.
Viene emanato il regolamento organizzativo
con DPR 21.12.2007 n. 260
nel maggio 2008 (governo Berlusconi) si
torna al MIUR.
Viene emanato un nuovo regolamento
(quello in vigore) con DPR 20.01.2009 n. 17
25. assetto attuale
tre dipartimenti
istruzione
università e ricerca
programmazione e gestione
dodici direzioni generali (4 per ogni dipartimento)
diciotto uffici scolastici regionali
uffici scolastici provinciali (uno per provincia)
non sono uffici del Ministero:
sovrintendenza per la Valle d’Aosta
intendenze per la Provincia autonoma di Bolzano
tre: per le scuole tedesche, italiane e ladine
direzione per l’istruzione Provincia autonoma di Trento
27. 27
quali aspetti
architettura di sistema
ciclo unico, più cicli …
struttura dell’istruzione obbligatoria
durata, termine, percorso unico, certificazioni …
valutazione
sistema, scuole, personale, alunni
reclutamento
docenti, dirigenti
politiche di inclusione
diversamente abili, migranti, marginali, gifted ones
istruzione per il lavoro
separata / integrata, alternanza, dualità …
28. 28
quali fonti
sito italiano di Eurydice
http://www.indire.it/eurydice/index.php
home page
http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/eurybase_en.php#i
taly
pagina riassuntiva accesso sistemi nazionali
http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/tools/1
08IT.pdf
architettura sistemi nazionali: grafici
http://www.indire.it/eurydice/content/index.php?
action=read_cnt&id_cnt=8687
i dirigenti scolastici in Europa
http://www.indire.it/eurydice/content/index.php?
action=read_cnt&id_cnt=7776
valutazione apprendimenti alunni in Europa
29. 29
quali fonti
sito di European Schoolnet (EUN)
www.eun.org
home page
http://www.eun.org/web/guest/network
pagina con mappa geografica dell’Europa
accesso ai corrispondenti nazionali
30. 30
alle origini della scuola in Europa
conseguenza della Riforma protestante
attraverso:
il rifiuto della mediazione sacerdotale
il dovere della lettura autonoma dei testi sacri
il “rischio” della libertà di scegliere
l’assunzione della responsabilità individuale per le proprie
scelte
il corollario pedagogico:
l’allievo, il maestro, gli ostacoli ad apprendere
31. 31
conseguenze strutturali
scuole parrocchiali
senza un modello unico
senza programmi predefiniti
istituite, sostenute e vigilate in loco
non esiste un sistema ispettivo centrale
basate sulla domanda degli utenti
livello accademico basso, ma per tutti
l’analfabetismo non esiste da secoli
l’istruzione è un dovere personale
32. 32
nel resto d’Europa, invece …
rivelazione + tradizione
quamvis indignus …
scuole degli ordini religiosi
le regole, la ratio studiorum
principio di conformità, ispezione
livello accademico alto, ma per pochi
l’istruzione è un bene elargito
33. 33
gli sviluppi successivi
le scuole del sistema:
assolutismo illuminato
obbligo scolastico
Napoleone e la Terza Repubblica
le scuole senza sistema:
municipalità, aziende, filantropi
riflessi sulla democrazia:
il diritto di voto
la condizione di suddito assistito
34. 34
il senso di un sistema di istruzione
un sistema presuppone un fine generale
trasmissivo di contenuti / valori stabili
oppure
maieutico di atteggiamenti / competenze dinamici
il primo modello privilegia
uguaglianza di punti di partenza
coesione sociale e identità della comunità
cittadinanza come rimozione delle diversità
integrazione dall’alto
il secondo ritiene più importanti
pieno sviluppo delle potenzialità individuali
dinamismo sociale
interculturalità
integrazione dal basso (“melting pot”)
35. 35
il giardino di casa
è ancora possibile una riforma dell’istruzione basata sulle
scelte di un singolo paese?
la scuola è un sistema sociale stretto fra due condizionamenti:
il profilo dei bambini in entrata
le richieste della società in uscita
finora ha sostanzialmente scelto di “ignorarli”
adottando contenuti “formali”, di cui non risponde
assumendo i propri presupposti in autoreferenza
ritenendo di costruire la società futura
ma il divario si è andato allargando
rappresenta un costo sociale elevato
rappresenta un costo economico non più sostenibile
36. 36
cosa chiede l’Europa
linguaggi
non solo lingue
nuove tecnologie
anche comunicazione e formazione a distanza
lifelong learning
perché diventa strategico
apertura interculturale
per la crescente integrazione interna ed esterna
mobilità di studenti e lavoratori
per moltiplicare le opportunità
certificazione di crediti e competenze
per garantire il mutuo riconoscimento
37. 37
sfide sul versante studenti
sul valore dell’istruzione
bene personale o bene strumentale
successo formativo per tutti
una riflessione sui dati italiani
crescente presenza di svantaggiati
handicap, immigrati, marginali
disagio giovanile e caduta di senso
dal bullismo alla devianza
nuova literacy e nuovo analfabetismo
cosa significa saper leggere e scrivere oggi
orientamento e riorientamento
il tema della seconda opportunità
38. 38
leader cercansi
il nuovo ruolo dei capi d’istituto
amministrare o guidare?
criticità nella gestione del personale
burnout ed invecchiamento
rigidità dei problemi, debolezza degli strumenti
vincoli economici
risorse sempre più limitate
crescenti vincoli, crescente rendicontazione
committenza plurale ed implicita
relazione con le richieste del contesto
lettura dei bisogni inespressi
capacità di istituire un sistema di autovalutazione
39. 39
alcuni casi nazionali
aspetti presi in considerazione
architettura del sistema
durata dell’obbligo
sistema di valutazione
reclutamento docenti / dirigenti
funzione ispettiva
eventuali particolarità interessanti
40. 40
paesi presi in considerazione
Francia
Inghilterra
Olanda
Finlandia
Spagna
41. 41
Francia
architettura
école primaire 5 anni
collège 4 anni
lycée 3 anni
obbligo
dai 6 ai 16 anni fino ad inizio liceo
valutazione
diagnostica a livello di scuola
bilan a livello di sistema
42. 42
Francia
reclutamento del personale
nazionale per i dirigenti
regionale per i docenti
funzione ispettiva
molto articolata
tutti sono valutati periodicamente
il sistema è molto centralizzato
siti utili
http://www.education.gouv.fr
http://www.education.gouv.fr/pid12/outils-de-documentation-
d-information.html
43. 43
Inghilterra
architettura
primary school 6 anni (da 5 di età)
lower secondary 5 anni
upper secondary 2 anni oppure
further education 2 anni
obbligo
dai 5 ai 16 anni
valutazione
del sistema tramite OFSTED
delle scuole tramite OFSTED
degli apprendimenti tramite test nazionali
44. 44
Inghilterra
reclutamento
diretto da parte delle scuole (dirigenti)
diretto da parte delle scuole (docenti)
su curriculum ed intervista professionale
funzione ispettiva
molto forte e strutturata
non riguarda direttamente il personale
siti utili
http://www.dcsf.gov.uk/
http://www.dius.gov.uk/Policies/higher-education
http://www.dcsf.gov.uk/furthereducation/
http://www.ofsted.gov.uk/
45. 45
Olanda
architettura
scuola di base 7 anni (da 5 di età)
scuola secondaria
inferiore + superiore 3 + 3 anni (fino a 18)
divisa fra generale e professionale
obbligo
fino a 18 anni (17 nel professionale)
valutazione
del sistema tramite ispettorato
delle scuole autovalutazione + ispezione
di apprendimenti tramite agenzie indipendenti
46. 46
Olanda
reclutamento
diretto da parte delle scuole o reti
su curriculum ed intervista professionale
funzione ispettiva
prevalentemente a livello di sistema
verifica dell’autovalutazione delle scuole
aspetti particolari
forte presenza di scuole private
sviluppo separato delle comunità
47. 47
Finlandia
architettura
un anno prescuola, facoltativo
ciclo unico 9 anni (dai 7 di età)
liceo da tre a cinque anni
professionale tre anni (in alternativa)
obbligo
dai 7 ai 16 anni
valutazione
non c’è un servizio centrale
le singole municipalità si organizzano
48. 48
Finlandia
reclutamento
da parte delle municipalità
funzione ispettiva
non esiste a livello strutturato
aspetti singolari
liceo modulare, di durata variabile
siti utili
http://www.oph.fi/english
http://www.oph.fi/english/publications/2009/national_core_c
urricula_for_basci_education
http://www.oph.fi/english/education/overview_of_the_educa
tion_system
49. 49
Spagna
architettura
educaciòn primaria 6 anni (dai 6 di età)
ESO 4 anni
bachillerato 2 anni
obbligo
dai 6 ai 16 anni
valutazione
nazionale su campioni, a 10 e 14
finalità statistica comparativa
regionale su tutti, a 10 e 14 di età
a fini di governo
50. 50
Spagna
reclutamento
docenti: regionale, centralizzato
dirigenti: sono elettivi ed a tempo
funzione ispettiva
non strutturata
prevalentemente regionale
siti utili
http://www.educacion.es/portada.html
http://www.isftic.educacion.es/
http://www.isftic.educacion.es/formacion_profesorado/
http://www.isftic.educacion.es/profesores/
http://www.educacion.es/educacion/sistema-educativo.html
http://www.institutodeevaluacion.educacion.es/
53. 53
LE POLITICHE EUROPEE
Gli inizi: la RELAZIONE ADONNINO
Milano 1985: il Consiglio europeo adotta il rapporto su
“L’Europa dei cittadini” ed assume l’educazione
come tema della cooperazione europea; Istruzione
e formazione sono indispensabili per la maturazione
culturale ed educativa del cittadino europeo, inserito
in un ampio sistema di relazioni.
54. 54
LE POLITICHE EUROPEE
LA RELAZIONE ADONNINO
Il rapporto stabilisce che:
devono essere stimolati gli scambi tra i giovani;
tutti i giovani devono avere la possibilità di apprendere e
praticare due lingue comunitarie;
i problemi europei devono diventare oggetto di studio e di
discussione nelle scuole;
la comunità europea deve aiutare i giovani ad inserirsi nella vita
lavorativa;
La qualificazione professionale acquisita deve avere validità in
tutti gli stati comunitari.
55. 55
LE POLITICHE EUROPEE
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
novembre 1993
Istituzione dell’UNIONE EUROPEA: l’istruzione entra a pieno titolo
tra le competenze delle politiche comunitarie.
Art. 126: “Istruzione, formazione professionale e gioventù”, comma
2: “L’azione della comunità è intesa:
A sviluppare la dimensione europea dell’istruzione,
segnatamente con l’apprendimento e la diffusione della lingua
degli stati membri;
A favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti,
promuovendo, tra l’altro, il riconoscimento accademico dei
diplomi e dei periodi di studio;
56. 56
LE POLITICHE EUROPEE
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
novembre 1993
A promuovere la cooperazione tra gli istituti di insegnamento;
A sviluppare lo scambio di informazioni e di esperienze su
problemi comuni dei sistemi di istruzione degli Stati membri;
A favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di
attività socio educative
A incoraggiare lo sviluppo della formazione a distanza.
57. LE POLITICHE EUROPEE
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
novembre 1993
Articolo 128:
“la Comunità contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati
membri, nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali,
evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune.
L’azione della Comunità è intesa ad incoraggiare la
cooperazione tra gli Stati membri e, se necessario, ad
appoggiare ed integrare l’azione di questi ultimi nei seguenti
settori:
Miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e
della storia dei popoli europei;
57
58. 58
LE POLITICHE EUROPEE
IL TRATTATO DI MAASTRICHT
novembre 1993
Conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di
importanza europea;
Scambi culturali non commerciali;
Creazione artistica e letteraria compreso il settore audiovisivo.”
Gli impegni comunitari derivano da:
Trasformazioni strutturali della società e del mercato del lavoro
Crisi della scuola e dei sistemi formativi
Necessità di un’organizzazione sistemica delle molteplici azioni
nel campo dell’istruzione e della formazione.
59. LE POLITICHE EUROPEE
Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione -
1993
La Commissione europea presenta il Libro verde che stabilisce gli
obiettivi da realizzare:
“promuovere una cittadinanza europea nel rispetto delle
differenze culturali ed etniche e nella lotta contro tutte le forme di
sciovinismo e di xenofobia. I sistemi di istruzione nazionale
devono formare i giovani anche su tematiche quali la
democrazia, la tolleranza, l’accettazione della diversità. Il senso
della cittadinanza europea deve essere alimentato attraverso
l’apprendimento delle lingue, la conoscenza degli altri paesi, la
collaborazione e progetti transnazionali comuni;
59
60. 60
LE POLITICHE EUROPEE
Il libro verde sulla dimensione europea dell’istruzione -
1993
Migliorare la qualità dell’istruzione attraverso il confronto dei
sistemi pedagogici e delle esperienze didattiche;
Facilitare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro anche
attraverso lo sviluppo di partenariati tra istituti scolastici, autorità
locali, mondo dell’impresa, reti transnazionali di cooperazione.
61. LE POLITICHE EUROPEE
Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività,
occupazione” - 1993
“Crescita, competitività, occupazione: Le sfide e le vie da percorrere
per entrare nel XXI secolo” . I problemi che appaiono con
evidenza:
L’emergere della disoccupazione come conseguenza dei
mutamenti industriali;
L’emergere della società dell’informazione;
L’affermarsi di nuovi servizi e la scomparsa di altri obsoleti.
Si afferma il ruolo centrale dell’istruzione e della formazione come
risposta ai problemi del rilancio dello sviluppo economico.
61
62. LE POLITICHE EUROPEE
Il libro bianco di J. Delors “Crescita, competitività,
occupazione”
Si afferma la necessità dell’apprendimento come processo che dura
per tutto l’arco della vita.
Gli obiettivi del libro bianco:
Valorizzare il capitale umano per tutta la vita, innestando la
formazione continua sulla formazione iniziale;
Garantire una solida formazione di base e il collegamento tra la
vita scolastica e la vita attiva;
Incrementare l’attività di apprendistato e di tirocinio presso le
imprese per facilitare la transizione alla vita attiva.
62
63. 63
LE POLITICHE EUROPEE
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995
La “società cognitiva” è definita da:
Società dell’informazione con lo sviluppo delle tecnologie della
comunicazione che ha prodotto una rivoluzione
nell’organizzazione del lavoro e della produzione;
Estensione a livello mondiale degli scambi con lo sviluppo del
mercato globale;
Civiltà scientifica e tecnologica, con le conseguenze in positivo e
in negativo (rapporto scienza/etica).
64. 64
LE POLITICHE EUROPEE
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995
5 obiettivi:
1. Incoraggiare l’acquisizione di nuove conoscenze attraverso il
riconoscimento delle competenze, la mobilità, lo sviluppo dei
programmi informatici educativi multimediali;
2. Avvicinare la scuola all’impresa attraverso l’apprendistato e la
formazione professionale;
3. Lottare contro l’esclusione favorendo le scuole della seconda
opportunità e il servizio volontario europeo;
4. Promuovere la conoscenza di tre lingue comunitarie;
65. 65
LE POLITICHE EUROPEE
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995
5. Porre su un piano di parità gli investimenti materiali e gli
investimenti nella formazione.
Viene favorita la mobilità degli studenti anche attraverso il reciproco
riconoscimento professionale attraverso il trasferimento di
“unità di valore” di insegnamento (ECTS – European Transfer
Credit System) con l’obiettivo di giungere al riconoscimento di
moduli di formazione anche professionale. Ciò comporta la
soppressione di vincoli amministrativi, giuridici ed anche di
protezione sociale, che ostacolano, in ogni paese, questo
processo.
66. 66
LE POLITICHE EUROPEE
Il libro bianco di Cresson e Flynn “Insegnare e
apprendere. Verso la società cognitiva” 1995
Parole d’ordine:
Flessibilità nei sistemi di istruzione;
Nuove metodiche per l’insegnamento degli adulti;
Pluralità di linguaggi per rispondere alle richieste di una società
multiculturale e multietnica;
Maggiore autonomia agli istituti scolastici per consentire risposte
adeguate a bisogni diversificati.
67. 67
LE POLITICHE EUROPEE
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000
“Occupazione, riforme economiche e coesione sociale”
“Le persone sono la principale risorsa dell’Europa…Investire nelle
persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà
essenziale per la posizione dell’Europa nell’economia della
conoscenza nonché per garantire che l’affermarsi di questa
nuova economia non aggravi i problemi sociali esistenti
rappresentati dalla disoccupazione, dall’esclusione sociale e
dalla povertà”
68. 68
LE POLITICHE EUROPEE
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000
Adeguamento dei sistemi europei di istruzione e formazione alle
esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il
livello e la qualità dell’occupazione;
Sviluppo di centri locali di apprendimento;
Promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle
tecnologie dell’informazione;
Qualifiche più trasparenti.
69. 69
LE POLITICHE EUROPEE
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000
Obiettivi:
1. Sostanziale aumento annuale degli investimenti pro capite in
risorse umane;
2. Il numero di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno assolto solo
il primo ciclo di studi secondari e che non continuano gli studi
né intraprendono altro tipo di formazione dovrebbe essere
dimezzato entro il 2010;
3. Scuole e centri di formazione (tutti collegati a Internet)
dovrebbero essere trasformati in centri locali di apprendimento
accessibili a tutti;
70. 70
LE POLITICHE EUROPEE
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000
4. Dovranno essere definite le nuove competenze di base da
fornire durante tutto l’arco della vita: tecnologie
dell’informazione, lingue straniere, cultura tecnologica,
imprenditorialità, competenze sociali: istituzione di un diploma
europeo per le competenze di base in materia di tecnologia
dell’informazione, con procedure di certificazione decentrate,
al fine di promuovere l’alfabetizzazione “digitale” in tutta
l’Unione;
5. Individuazione, entro il 2000 dei mezzi per promuovere la
mobilità degli studenti, docenti e personale per la formazione;
entro il 2002, rimozione degli ostacoli per la mobilità dei
docenti;
71. 71
LE POLITICHE EUROPEE
Consiglio Europeo di Lisbona 23 – 24 marzo 2000
6. Elaborazione di un modello comune europeo per i curriculum
vitae, da utilizzare su base volontaria, per favorire la mobilità
contribuendo alla valutazione delle conoscenze acquisite, sia
negli istituti di insegnamento e formazione che presso i datori di
lavoro.
72. 72
LE POLITICHE EUROPEE
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000
Obiettivi:
1. Promozione di una cittadinanza attiva
2. Promozione delle capacità professionali per adattarsi alle
esigenze della nuova società della conoscenza e per
permettere la piena partecipazione alla vita sociale ed
economica.
6 messaggi chiave:
1. Poter acquisire o rinnovare le competenze necessarie per una
partecipazione attiva alla società della conoscenza;
2. Garantire un incremento tangibile dell’investimento nelle
risorse umane per dare priorità alla principale qualità europea:
la popolazione;
73. LE POLITICHE EUROPEE
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000
3. Introdurre innovazioni nell’insegnamento e nell’apprendimento
elaborando metodi efficaci per offrire ininterrottamente istruzione
e formazione lungo tutto l’arco della vita e in tutti i settori;
4. Valorizzare la formazione migliorando il modo in cui la
partecipazione ed i risultati vengono percepiti ed apprezzati, in
particolare nell’ambito di un apprendimento informale;
5. Garantire a tutti un accesso facile ed efficace ad informazioni e
consigli nel settore dell’istruzione e della formazione in Europa;
6. Avvicinare quanto più è possibile l’offerta in materia di istruzione
e formazione alle esigenze dei cittadini.
73
74. 74
LE POLITICHE EUROPEE
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000
Si evidenziano 3 categorie di apprendimento finalizzato, da valorizzare in
egual misura e che costituiscono il punto nodale della Lifelong
Learning:
1. Apprendimento formale che si svolge negli istituti di istruzione e di
formazione e porta all’ottenimento di diplomi e di qualifiche
professionali;
2. Apprendimento non formale che si svolge al di fuori delle principali
strutture di formazione e di istruzione e che, di solito, non porta a
certificati ufficiali. In genere avviene nel luogo di lavoro, in
associazioni, sindacati, aggregazioni della vita civile; può anche
essere fornito a completamento dell’apprendimento formale (corsi su
discipline particolari, d’istruzione artistica, musicale, sportiva…)
75. LE POLITICHE EUROPEE
Memorandum sull’istruzione e la formazione lungo
tutto l’arco della vita - 30 ottobre 2000
3. Apprendimento informale che è il corollario naturale della vita
quotidiana. Contrariamente all’apprendimento formale e non
formale, esso non è necessariamente intenzionale e può
pertanto non essere riconosciuto, a volte dallo stesso
interessato, come apporto alle sue conoscenze e competenze.
La sfida del futuro è quella di valorizzare, riconoscere ed anche
certificare, gli apprendimenti non formali ed informali ed integrarli
con l’apprendimento formale. Istruzione e formazione
permanente devono essere in grado di valorizzare tutte le
competenze dei soggetti, indipendentemente dalle modalità di
acquisizione.
75
76. 76
LE POLITICHE EUROPEE
Come attuare i principi di Lisbona
Programma di lavoro per il 2010:
“Il Consiglio Europeo fissa l’obiettivo di rendere, entro il 2010, i
sistemi di istruzione e di formazione dell’Unione Europea un
punto di riferimento di qualità a livello mondiale. Esso conviene
che i tre principi fondamentali cui dovrà ispirarsi tale programma
siano il miglioramento della qualità, l’agevolazione dell’accesso
universale e l’apertura al resto del mondo”
77. 77
Come attuare i principi di Lisbona, per una formazione
diversificata e mobile.
L’urgenza delle riforme
“Resta molto da fare”: i punti di crisi dell’ UE su istruzione e formazione:
L’UE continua ad esser in ritardo in rapporto a USA e Giappone per
quanto riguarda gli investimenti nel settore:
- deficit di investimenti in risorse umane;
- insufficiente numero di laureati;
- pochi talenti in arrivo dall’esterno;
- molti indicatori in rosso
- alto tasso di dipersione scolastica;
- carenza di insegnanti e di formatori qualificati;
- troppo poche donne nell’area scientifica e tecnologica
- circa il 20% di giovani non acquisiscono competenze di base;
- partecipazione insufficiente degli adulti alla formazione permanente.
78. 78
L’urgenza delle riforme: che fare?
Quattro leve per riuscire:
1. Concentrare le riforme e gli investimenti sui punti chiave;
2. Fare dell’apprendimento per tutta la vita una realtà concreta;
3. Costruire finalmente l’Europa dell’educazione e della formazione;
4. Dare uno spazio reale a “Educazione & formazione 2010”.
79. 79
Verso il 2020
Conclusioni del Consiglio d’Europa del 12
maggio 2009 su un quadro strategico per
la cooperazione europea nel settore
dell'istruzione e della formazione
I quattro obiettivi strategici
80. 80
Verso il 2020
Obiettivo strategico 1: Fare in modo che
l'apprendimento permanente e la mobilità
divengano una realtà
Obiettivo strategico 2: Migliorare la qualità e
l'efficacia dell'istruzione e della formazione
Obiettivo strategico 3: Promuovere l'equità, la
coesione sociale e la cittadinanza attiva
Obiettivo strategico 4: Incoraggiare la creatività
e l'innovazione, compresa l'imprenditorialità, a
tutti i livelli dell'istruzione e della formazione
81. 81
Verso il 2020
Con quali strumenti?
strumenti e approcci di riferimento comuni;
l'apprendimento tra pari e lo scambio di buone
pratiche, compresa la diffusione dei risultati;
il monitoraggio periodico e la presentazione
periodica di relazioni;
elementi concreti e dati di tutte le agenzie europee,
reti europee e organizzazioni internazionali
competenti ;
il pieno sfruttamento delle opportunità disponibili
nell'ambito dei programmi comunitari, in particolare
nel settore dell'apprendimento permanente
82. Verso il 2020
FUTURA STRATEGIA "UE 2020”
documento della Commissione dell’11
novembre 2009:
Un periodo di profondi mutamenti per
l’Europa: crisi economica,
disoccupazione, questione demografica
(invecchiamento della popolazione e
problemi intergenerazionali), migrazioni…
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83. 83
Le priorità di base dell'UE 2020
una crescita basata sulla conoscenza come fattore di
ricchezza: in un mondo in cui i prodotti e i processi si
differenziano in funzione dell’innovazione, le opportunità e la
coesione sociale vanno potenziate valorizzando l’istruzione, la
ricerca e l’economia
digitale;
coinvolgimento dei cittadini in una società partecipativa:
l’acquisizione di nuove competenze, l’accento sulla creatività e
l’innovazione, lo sviluppo dell’imprenditorialità e la possibilità di
cambiare facilmente lavoro saranno fattori essenziali in un
mondo che offrirà più occupazione in cambio di maggiore
adattabilità;
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Le priorità di base dell'UE 2020
un’economia competitiva, interconnessa e più verde: l’UE
dovrà essere più efficace in termini di competitività e produttività
riducendo e razionalizzando il consumo delle energie non
rinnovabili e delle risorse, in un contesto in cui l’energia e le
risorse implicano costi elevati e maggiore pressione
concorrenziale. Un tale approccio permetterà di stimolare la
crescita e di conseguire gli obiettivi
ambientali. Tutti i settori economici, dalle manifatture tradizionali
alle start up ad alto contenuto tecnologico ne trarranno beneficio.
A tal fine, potranno contribuire anche il potenziamento e
l’interconnessione infrastrutturale, la riduzione degli oneri
amministrativi e una maggiore rapidità dei mercati a sfruttare le
innovazioni.