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CONVEGNO NAZIONALE INU
                                      URBANISTICA & ARCHITETTURA
                   Il ruolo del progetto Urbano nella riqualificazione della città contemporanea
                                            Genova, 22-23 Giugno 2006


       Tra piano e progetto: un processo di scelta strategica per la città contemporanea.

                      Alessandro Giangrande*, Elena Mortola**, Alessia Cerqua***


              * Professore associato, docente dei corsi “Tecniche di Valutazione Ambientale di Piani e Progetti” e
                        “Progettazione e Pianificazione Sostenibile”, Università degli Studi Roma Tre,
                                dipartimento di Studi Urbani., e-mail: giangrand@uniroma3.it
                       ** Professore associato, docente del corso “Progettazione architettonica assistita
                                       dal computer”, Università degli Studi Roma Tre,
                                  dipartimento di Studi Urbani., e-mail: mortola@uniroma3.it
              ***Architetto, Dottore di Ricerca in Progetto Urbano Sostenibile, Università degli Studi Roma Tre,
                                 dipartimento di Studi Urbani., e-mail: alessiacerqua@yahoo.it



Abstract
La presa di coscienza della inadeguatezza degli approcci deterministici alla interpretazione di un territorio
in continua evoluzione, la conseguente disillusione riguardo al processo di piano, hanno evidenziato la
necessità di percorsi e strumenti progettuali aperti, flessibili, lontani da schematismi e da rigidità
gerarchico-funzionali. Tali riflessioni riguardano, in particolar modo, il tema del progetto urbano, che viene
indagato sia come strumento di apprendimento delle dinamiche evolutive del contesto - capace di
focalizzarsi sulle interazioni tra/nelle componenti (ecologiche, economiche, sociali,..) piuttosto che su
classificazioni gerarchiche - sia come percorso ad alta valenza sociale e politica, in grado di individuare
azioni volte a concordare soluzioni tra i soggetti che interagiscono nel processo di piano.
Nel seguito viene analizzato un processo di scelta strategica (Strategic Choice), il cui carattere processuale,
interattivo e flessibile permette di superare alcuni limiti della pianificazione tradizionale, derivanti da una
visione schematica, lineare e gerarchica del processo progettuale, impostando contemporaneamente una
visione olistica ed un parallelo carattere di specificità degli interventi rivolti a problematiche particolari e
superando così la contrapposizione tra piano e progetto. Viene quindi illustrata l’applicazione di tale
procedura per la riqualificazione di un contesto urbano (il quartiere di Centocelle Vecchia a Roma), quale
banco di prova per sperimentare i temi dell’innovazione sopra delineati.
La città è considerata ormai da molti anni un sistema complesso caratterizzato da incertezza; un mosaico di
eventi in cui appaiono spesso indecifrabili le categorie tradizionali dell’urbanistica (centro-periferia, città-
campagna, ecc); uno spazio fluido in cui, tuttavia, è ancora possibile rintracciare un legame tra uomini e
luoghi.
Con tali presupposti appare ormai evidente l’inadeguatezza di ogni approccio riduzionista e statico alla
pianificazione. Se la città è un sistema complesso, la sua pianificazione non può basarsi su interventi
settoriali; allo stesso tempo non è possibile prefigurare a priori, come in una sorta di “atto unico”, l’ampio
spettro delle situazioni che si verranno a determinare nel contesto urbano e, di conseguenza, gli interventi cui
la città stessa dovrà essere assoggettata nel tempo.
Secondo Edgar Morin, una delle vie possibili per la conoscenza e l’azione in una situazione caratterizzata da
complessità e incertezza è da rintracciarsi nella “strategia”, intesa come arte di utilizzare le informazioni che
“si producono con l’azione, di integrarle, di formulare determinati schemi di azione e di porsi in grado di
raccoglierne il massimo di certezza per affrontare ciò che è incerto” (Morin 1997).
Uno processo orientato alla conoscenza e all’azione, riletto in chiave urbanistica, potrebbe allora configurarsi
come:
- continua riflessione sulle trasformazioni urbane desiderabili e sulla costruzione di ipotesi e scenari
alternativi d’intervento;
- strumento per riorientare pratiche e politiche, in grado di individuare ed interpretare le dinamiche di
trasformazione in relazione all’evoluzione della domanda sociale;
- procedura interattiva capace di fare emergere e gestire i conflitti degli attori, valorizzare le differenze,
attivare processi di apprendimento sociale;
- percorso verso la sostenibilità ambientale orientato allo sviluppo di relazioni coevolutive tra dimensione
antropica e cicli naturali.
La pianificazione, se vuole vincere la sfida della complessità, deve dunque passare a forme di conoscenza e
modalità di azione di tipo continuo, interattivo e incrementale, basate sull’ascolto e sull’inclusione di tutti gli
attori territoriali.
Il laboratorio TIPUS (Tecnologie Informatiche per il Progetto Urbano Sostenibile) del Dipartimento di Studi
Urbani dell’Università di Roma Tre, approfondisce e sperimenta ormai da molti anni Strategic Choice1, un
approccio innovativo di pianificazione il cui carattere processuale e interattivo permette di superare i limiti
derivanti da una visione gerarchica e lineare del processo progettuale, sia in termini spaziali (dall’area vasta
al progetto particolareggiato) che temporali (da obiettivi di lungo periodo a scelte operabili nell’immediato).
I principi alla base di tale approccio sono (Friend & Hickling 2005):
- l’assunzione sia di una visione olistica, sia di un approccio alla pianificazione di tipo trans-scalare ed
inter-temporale, capace di cogliere le interazioni delle scelte operate ai diversi livelli;
- la necessità di considerare l’incertezza un fattore intrinseco del processo da gestire contestualmente alle
scelte di piano e progettuali;
-   l’impossibilità di separare, all’interno dei processi decisionali, gli aspetti tecnici da quelli politici;
- la necessità di superare i conflitti di interesse tra gli attori coinvolti, adottando una procedura interattiva
che permetta agli attori stessi di confrontare, valutare e scegliere tra opzioni progettuali alternative;
- l’adozione di un processo incrementale ed esplorativo nella costruzione delle scelte che evolva nel tempo
verso una sempre maggiore articolazione, definizione e contestualizzazione delle stesse.
Strategic Choice è un approccio che non perviene alla redazione di un piano, inteso come rigido sistema di
prescrizioni: piuttosto, aiuta ad identificare i passi incrementali da attuare in un processo ciclico e continuo di
pianificazione, dove ogni decisione è presa in condizioni di incertezza ed in situazioni spesso caratterizzate
da carenza di risorse e conflitti di interesse.


1
  Strategic Choice è un approccio alla pianificazione che costituisce l’esito di ricerche ed esperienze sul campo attivate
a partire dagli anni ’60 nell’ambito della scuola di ricerca operativa di Londra (IOR).

                                                                                                                        2
Le quattro modalità di lavoro di Strategic Choice - strutturare, progettare, confrontare e scegliere - non
sono ordinate in sequenza rigida, ma permettono di costruire interattivamente un processo aperto, con la
possibilità di riformulare i problemi, di confrontare e scegliere anche retroattivamente le opzioni progettuali,
di modificarle secondo gli elementi di novità che emergono durante il processo decisionale.
Nella modalità strutturare gli attori territoriali articolano il complesso delle problematiche in aree di
decisione e ne identificano le interrelazioni. Le aree di decisione possono riguardare problemi di scala
diversa; la lista delle aree è aperta e può essere aggiornata continuamente. La definizione dei fuochi - gruppi
di aree di decisione collegate - consente di analizzare separatamente i problemi che occorre risolvere
contestualmente.
Nella modalità progettare gli attori specificano le opzioni, cioè le azioni e i progetti che rappresentano
possibili soluzioni alternative di ogni area di decisione, identificano la compatibilità delle opzioni che
appartengono ad aree diverse e individuano infine gli schemi di decisione, ovvero gli insiemi di soluzioni
mutuamente compatibili.
Nella modalità confrontare gli attori definiscono le aree di confronto, ovverosia i criteri di valutazione delle
opzioni dei diversi schemi, e identificano una prima graduatoria di preferenze. Il modello di valutazione
utilizzato si basa su indicatori in grado di interpretare l’identità complessa del sistema urbano: di fatto esso
non si configura soltanto come tecnica finalizzata a scegliere la soluzione migliore tra più alternative, ma
anche e soprattutto come strumento di conoscenza e progetto.
La modalità scegliere riguarda l’esplicitazione delle problematiche emerse, la definizione di opzioni
esplorative per ridurre le incertezze e la costruzione di schemi di azione relativi alle aree di decisione
prioritarie per importanza ed urgenza.
Il prodotto principale del processo è il progress, che sintetizza i risultati “visibili” (azioni da attuare subito,
da differire nel tempo e da intraprendere per ridurre le incertezze); tuttavia assumono particolare rilevanza
anche i risultati “invisibili”, come il miglioramento dei processi di comunicazione tra gli attori e la maggiore
conoscenza del contesto. I processi di dialogo ed interazione tra i differenti soggetti assumono un’importanza
fondamentale, ponendosi come base per una trasformazione profonda del significato stesso di pianificazione.


Una applicazione al quartiere Centocelle Vecchia.
Il quartiere di Centocelle Vecchia2 di Roma (Fig 1) ha rappresentato un interessante banco di prova per
sperimentare le possibili innovazioni delle politiche urbane, con particolare riferimento ai rapporti tra piano e
progetto.
Il gruppo di progettazione3, dopo aver vinto il 2° concorso INU-WWF, ha ottenuto dal Comune l’incarico di
redigere il preliminare del Piano di Recupero (PdR) del quartiere.
L’incarico ha costituito un’occasione per sperimentare una nuova procedura di pianificazione / progettazione
partecipata e sostenibile che utilizza Strategic Choice unitamente ad altri due approcci: Visioning e A
Pattern Language4
La procedura di Visioning prevede l’attivazione di un workshop aperto a tutti gli attori interessati. I
partecipanti, sotto la guida di facilitatori, prefigurano collettivamente uno scenario futuro riferito a un
orizzonte temporale lontano che consente di identificare le volizioni dei partecipanti e le trasformazioni del
contesto che sono necessarie per realizzarle.


                                   Fig. 1. Il quartiere di Centocelle Vecchia

2
  Il primo nucleo del quartiere si è sviluppato spontaneamente negli anni ’20 attorno ad un deposito tranviario di via
Casilina, nel settore orientale di Roma; successivamente, nel PRG del 1931, il nucleo spontaneo originario viene
chiamato “Centocelle Vecchia”. Il suo tessuto a maglie regolari, frutto di una “coscienza edilizia spontanea” è
costituito prevalentemente da volumetrie contenute, soprattutto abitazioni mono e bifamiliari con giardino.
3
  Capogruppo: Elena Mortola; associati: Massimo Bastiani, Giovanni Cafiero, Barbara Del Brocco, Marco Felici,
Angelica Fortuzzi, Alessandro Giangrande, Fausta Mecarelli, Francesca Sartogo, Anna Simone, Alessandra Zarfati.
4
  Cfr, A. Giangrande 1999 e 2005.

                                                                                                                    3
A Pattern Language5 è un “linguaggio” che aiuta i partecipanti a selezionare e a definire gli interventi più
idonei a perseguire obiettivi di qualità e coerenza dello spazio urbano e architettonico.
Nel corso del processo i progettisti del piano, assieme agli abitanti, hanno identificato 21 aree di decisione,
caratterizzate da diversi livelli di urgenza ed importanza, per ognuna della quali hanno individuato più
soluzioni alternative (opzioni). Le opzioni riguardavano sia interventi di recupero degli spazi pubblici, sia le
possibili strategie di recupero delle abitazioni private.
A titolo d’esempio consideriamo il fuoco che includeva le quattro aree di decisione interrelate riguardanti:
-   interventi di riqualificazione di via Tor de’ Schiavi;
-   realizzazione di un sistema di percorsi pedonali;
-   azioni da intraprendere per moderare gli effetti negativi del traffico automobilistico;
-   progetti per il verde urbano.
Per selezionare lo schema di decisione preferito sono state definite 6 aree di confronto, atte a valutare le
diverse declinazioni della sostenibilità (ambientale, urbana, socio-culturale, economico-finanziaria), il
rispetto delle esigenze degli abitanti e il carattere innovativo delle soluzioni proposte.
La Fig. 2 mostra l’opzione preferita per via Tor de’ Schiavi, elaborata con l’aiuto di A Pattern Language.


                                 Fig. 2 Riqualificazione di via Tor de’ Schiavi


Lo schema di decisione preferito del fuoco considerato comprendeva opzioni non attuabili nell’immediato: al
fine di ridurre le incertezze che ne impedivano l’attuazione, sono state pertanto individuate alcune opzioni
esplorative, che hanno comportato specifiche indagini e processi di negoziazione. Ad esempio, prima di
decidere la realizzazione del sistema di percorsi pedonali, è stato necessario verificare la disponibilità dei
proprietari a cedere al Comune gli spazi necessari al loro completamento, in cambio di alcuni benefici. Allo
stesso modo, l’opzione esplorativa per via di Tor de’ Schiavi ha richiesto che fosse messa in atto una
strategia conoscitiva circa le opposizioni potenziali degli abitanti e dei commercianti nei confronti degli
interventi di riqualificazione prefigurati (in particolare, della pedonalizzazione della strada).
A seguito dell’adozione del nuovo piano regolatore, il Comune ha deciso di non dare seguito al PdR, ma di
avviare, sulla base dei risultati raggiunti durante l’elaborazione del preliminare di piano, il Programma
d’Intervento (PRINT) previsto dal PRG per l’area di Centocelle Vecchia.
Il Dipartimento XIX del Comune ha affidato ai progettisti del PdR la redazione del preliminare del PRINT,
del quale si riportano qui alcuni stralci nelle Figg 3, 4 e 5.




Fig. 3    PRINT. Interventi pubblici prioritari: il sistema del        Fig. 4 PRINT. Classi di recupero dell’edi
         traffico e le centralità locali                                    lizia privata




5
  A Pattern Language è un linguaggio creato da C. Alexander el al.(1977). Esso fornisce agli abitanti gli strumenti per
scegliere e comunicare ai progettisti le caratteristiche spaziali degli ambiti da realizzarsi.

                                                                                                                     4
Fig 5 PRINT. Interventi di demolizione e ricostruzione: due esempi




Bibliografia
C. Alexander, S. Ishikawa, M. Silverstein: A Pattern Language. Town, Building ,Construction, Oxford
              University Press, New York, 1977.
Friend J.K., Hickling A. (2005), Planning under pressure. The Strategic Choice Approach, Elsevier,
              London.
Giangrande A. (1999), Pianificazione strategica e sviluppo locale, in IV Rassegna urbanistica nazionale,
              Venezia, 8-13 novembre 1999.
Giangrande A., Mortola E. (2005) Combining Strategic Choice with other design methods (in J.K. Friend
              and A. Hickling, ‘Planning under Pressure. The Strategic Choice Approach’, Elsevier,
              London, p. 322-326).
Morin E. (1977), La Méthode: La Nature de la Nature, ed. du Seuil, Paris (Trad. It. Il metodo, Feltrinelli,
              Milano.




                                                                                                         5

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Cerqua A., "Un Processo Di Scelta Strategica per la città contemporanea"

  • 1. CONVEGNO NAZIONALE INU URBANISTICA & ARCHITETTURA Il ruolo del progetto Urbano nella riqualificazione della città contemporanea Genova, 22-23 Giugno 2006 Tra piano e progetto: un processo di scelta strategica per la città contemporanea. Alessandro Giangrande*, Elena Mortola**, Alessia Cerqua*** * Professore associato, docente dei corsi “Tecniche di Valutazione Ambientale di Piani e Progetti” e “Progettazione e Pianificazione Sostenibile”, Università degli Studi Roma Tre, dipartimento di Studi Urbani., e-mail: giangrand@uniroma3.it ** Professore associato, docente del corso “Progettazione architettonica assistita dal computer”, Università degli Studi Roma Tre, dipartimento di Studi Urbani., e-mail: mortola@uniroma3.it ***Architetto, Dottore di Ricerca in Progetto Urbano Sostenibile, Università degli Studi Roma Tre, dipartimento di Studi Urbani., e-mail: alessiacerqua@yahoo.it Abstract La presa di coscienza della inadeguatezza degli approcci deterministici alla interpretazione di un territorio in continua evoluzione, la conseguente disillusione riguardo al processo di piano, hanno evidenziato la necessità di percorsi e strumenti progettuali aperti, flessibili, lontani da schematismi e da rigidità gerarchico-funzionali. Tali riflessioni riguardano, in particolar modo, il tema del progetto urbano, che viene indagato sia come strumento di apprendimento delle dinamiche evolutive del contesto - capace di focalizzarsi sulle interazioni tra/nelle componenti (ecologiche, economiche, sociali,..) piuttosto che su classificazioni gerarchiche - sia come percorso ad alta valenza sociale e politica, in grado di individuare azioni volte a concordare soluzioni tra i soggetti che interagiscono nel processo di piano. Nel seguito viene analizzato un processo di scelta strategica (Strategic Choice), il cui carattere processuale, interattivo e flessibile permette di superare alcuni limiti della pianificazione tradizionale, derivanti da una visione schematica, lineare e gerarchica del processo progettuale, impostando contemporaneamente una visione olistica ed un parallelo carattere di specificità degli interventi rivolti a problematiche particolari e superando così la contrapposizione tra piano e progetto. Viene quindi illustrata l’applicazione di tale procedura per la riqualificazione di un contesto urbano (il quartiere di Centocelle Vecchia a Roma), quale banco di prova per sperimentare i temi dell’innovazione sopra delineati.
  • 2. La città è considerata ormai da molti anni un sistema complesso caratterizzato da incertezza; un mosaico di eventi in cui appaiono spesso indecifrabili le categorie tradizionali dell’urbanistica (centro-periferia, città- campagna, ecc); uno spazio fluido in cui, tuttavia, è ancora possibile rintracciare un legame tra uomini e luoghi. Con tali presupposti appare ormai evidente l’inadeguatezza di ogni approccio riduzionista e statico alla pianificazione. Se la città è un sistema complesso, la sua pianificazione non può basarsi su interventi settoriali; allo stesso tempo non è possibile prefigurare a priori, come in una sorta di “atto unico”, l’ampio spettro delle situazioni che si verranno a determinare nel contesto urbano e, di conseguenza, gli interventi cui la città stessa dovrà essere assoggettata nel tempo. Secondo Edgar Morin, una delle vie possibili per la conoscenza e l’azione in una situazione caratterizzata da complessità e incertezza è da rintracciarsi nella “strategia”, intesa come arte di utilizzare le informazioni che “si producono con l’azione, di integrarle, di formulare determinati schemi di azione e di porsi in grado di raccoglierne il massimo di certezza per affrontare ciò che è incerto” (Morin 1997). Uno processo orientato alla conoscenza e all’azione, riletto in chiave urbanistica, potrebbe allora configurarsi come: - continua riflessione sulle trasformazioni urbane desiderabili e sulla costruzione di ipotesi e scenari alternativi d’intervento; - strumento per riorientare pratiche e politiche, in grado di individuare ed interpretare le dinamiche di trasformazione in relazione all’evoluzione della domanda sociale; - procedura interattiva capace di fare emergere e gestire i conflitti degli attori, valorizzare le differenze, attivare processi di apprendimento sociale; - percorso verso la sostenibilità ambientale orientato allo sviluppo di relazioni coevolutive tra dimensione antropica e cicli naturali. La pianificazione, se vuole vincere la sfida della complessità, deve dunque passare a forme di conoscenza e modalità di azione di tipo continuo, interattivo e incrementale, basate sull’ascolto e sull’inclusione di tutti gli attori territoriali. Il laboratorio TIPUS (Tecnologie Informatiche per il Progetto Urbano Sostenibile) del Dipartimento di Studi Urbani dell’Università di Roma Tre, approfondisce e sperimenta ormai da molti anni Strategic Choice1, un approccio innovativo di pianificazione il cui carattere processuale e interattivo permette di superare i limiti derivanti da una visione gerarchica e lineare del processo progettuale, sia in termini spaziali (dall’area vasta al progetto particolareggiato) che temporali (da obiettivi di lungo periodo a scelte operabili nell’immediato). I principi alla base di tale approccio sono (Friend & Hickling 2005): - l’assunzione sia di una visione olistica, sia di un approccio alla pianificazione di tipo trans-scalare ed inter-temporale, capace di cogliere le interazioni delle scelte operate ai diversi livelli; - la necessità di considerare l’incertezza un fattore intrinseco del processo da gestire contestualmente alle scelte di piano e progettuali; - l’impossibilità di separare, all’interno dei processi decisionali, gli aspetti tecnici da quelli politici; - la necessità di superare i conflitti di interesse tra gli attori coinvolti, adottando una procedura interattiva che permetta agli attori stessi di confrontare, valutare e scegliere tra opzioni progettuali alternative; - l’adozione di un processo incrementale ed esplorativo nella costruzione delle scelte che evolva nel tempo verso una sempre maggiore articolazione, definizione e contestualizzazione delle stesse. Strategic Choice è un approccio che non perviene alla redazione di un piano, inteso come rigido sistema di prescrizioni: piuttosto, aiuta ad identificare i passi incrementali da attuare in un processo ciclico e continuo di pianificazione, dove ogni decisione è presa in condizioni di incertezza ed in situazioni spesso caratterizzate da carenza di risorse e conflitti di interesse. 1 Strategic Choice è un approccio alla pianificazione che costituisce l’esito di ricerche ed esperienze sul campo attivate a partire dagli anni ’60 nell’ambito della scuola di ricerca operativa di Londra (IOR). 2
  • 3. Le quattro modalità di lavoro di Strategic Choice - strutturare, progettare, confrontare e scegliere - non sono ordinate in sequenza rigida, ma permettono di costruire interattivamente un processo aperto, con la possibilità di riformulare i problemi, di confrontare e scegliere anche retroattivamente le opzioni progettuali, di modificarle secondo gli elementi di novità che emergono durante il processo decisionale. Nella modalità strutturare gli attori territoriali articolano il complesso delle problematiche in aree di decisione e ne identificano le interrelazioni. Le aree di decisione possono riguardare problemi di scala diversa; la lista delle aree è aperta e può essere aggiornata continuamente. La definizione dei fuochi - gruppi di aree di decisione collegate - consente di analizzare separatamente i problemi che occorre risolvere contestualmente. Nella modalità progettare gli attori specificano le opzioni, cioè le azioni e i progetti che rappresentano possibili soluzioni alternative di ogni area di decisione, identificano la compatibilità delle opzioni che appartengono ad aree diverse e individuano infine gli schemi di decisione, ovvero gli insiemi di soluzioni mutuamente compatibili. Nella modalità confrontare gli attori definiscono le aree di confronto, ovverosia i criteri di valutazione delle opzioni dei diversi schemi, e identificano una prima graduatoria di preferenze. Il modello di valutazione utilizzato si basa su indicatori in grado di interpretare l’identità complessa del sistema urbano: di fatto esso non si configura soltanto come tecnica finalizzata a scegliere la soluzione migliore tra più alternative, ma anche e soprattutto come strumento di conoscenza e progetto. La modalità scegliere riguarda l’esplicitazione delle problematiche emerse, la definizione di opzioni esplorative per ridurre le incertezze e la costruzione di schemi di azione relativi alle aree di decisione prioritarie per importanza ed urgenza. Il prodotto principale del processo è il progress, che sintetizza i risultati “visibili” (azioni da attuare subito, da differire nel tempo e da intraprendere per ridurre le incertezze); tuttavia assumono particolare rilevanza anche i risultati “invisibili”, come il miglioramento dei processi di comunicazione tra gli attori e la maggiore conoscenza del contesto. I processi di dialogo ed interazione tra i differenti soggetti assumono un’importanza fondamentale, ponendosi come base per una trasformazione profonda del significato stesso di pianificazione. Una applicazione al quartiere Centocelle Vecchia. Il quartiere di Centocelle Vecchia2 di Roma (Fig 1) ha rappresentato un interessante banco di prova per sperimentare le possibili innovazioni delle politiche urbane, con particolare riferimento ai rapporti tra piano e progetto. Il gruppo di progettazione3, dopo aver vinto il 2° concorso INU-WWF, ha ottenuto dal Comune l’incarico di redigere il preliminare del Piano di Recupero (PdR) del quartiere. L’incarico ha costituito un’occasione per sperimentare una nuova procedura di pianificazione / progettazione partecipata e sostenibile che utilizza Strategic Choice unitamente ad altri due approcci: Visioning e A Pattern Language4 La procedura di Visioning prevede l’attivazione di un workshop aperto a tutti gli attori interessati. I partecipanti, sotto la guida di facilitatori, prefigurano collettivamente uno scenario futuro riferito a un orizzonte temporale lontano che consente di identificare le volizioni dei partecipanti e le trasformazioni del contesto che sono necessarie per realizzarle. Fig. 1. Il quartiere di Centocelle Vecchia 2 Il primo nucleo del quartiere si è sviluppato spontaneamente negli anni ’20 attorno ad un deposito tranviario di via Casilina, nel settore orientale di Roma; successivamente, nel PRG del 1931, il nucleo spontaneo originario viene chiamato “Centocelle Vecchia”. Il suo tessuto a maglie regolari, frutto di una “coscienza edilizia spontanea” è costituito prevalentemente da volumetrie contenute, soprattutto abitazioni mono e bifamiliari con giardino. 3 Capogruppo: Elena Mortola; associati: Massimo Bastiani, Giovanni Cafiero, Barbara Del Brocco, Marco Felici, Angelica Fortuzzi, Alessandro Giangrande, Fausta Mecarelli, Francesca Sartogo, Anna Simone, Alessandra Zarfati. 4 Cfr, A. Giangrande 1999 e 2005. 3
  • 4. A Pattern Language5 è un “linguaggio” che aiuta i partecipanti a selezionare e a definire gli interventi più idonei a perseguire obiettivi di qualità e coerenza dello spazio urbano e architettonico. Nel corso del processo i progettisti del piano, assieme agli abitanti, hanno identificato 21 aree di decisione, caratterizzate da diversi livelli di urgenza ed importanza, per ognuna della quali hanno individuato più soluzioni alternative (opzioni). Le opzioni riguardavano sia interventi di recupero degli spazi pubblici, sia le possibili strategie di recupero delle abitazioni private. A titolo d’esempio consideriamo il fuoco che includeva le quattro aree di decisione interrelate riguardanti: - interventi di riqualificazione di via Tor de’ Schiavi; - realizzazione di un sistema di percorsi pedonali; - azioni da intraprendere per moderare gli effetti negativi del traffico automobilistico; - progetti per il verde urbano. Per selezionare lo schema di decisione preferito sono state definite 6 aree di confronto, atte a valutare le diverse declinazioni della sostenibilità (ambientale, urbana, socio-culturale, economico-finanziaria), il rispetto delle esigenze degli abitanti e il carattere innovativo delle soluzioni proposte. La Fig. 2 mostra l’opzione preferita per via Tor de’ Schiavi, elaborata con l’aiuto di A Pattern Language. Fig. 2 Riqualificazione di via Tor de’ Schiavi Lo schema di decisione preferito del fuoco considerato comprendeva opzioni non attuabili nell’immediato: al fine di ridurre le incertezze che ne impedivano l’attuazione, sono state pertanto individuate alcune opzioni esplorative, che hanno comportato specifiche indagini e processi di negoziazione. Ad esempio, prima di decidere la realizzazione del sistema di percorsi pedonali, è stato necessario verificare la disponibilità dei proprietari a cedere al Comune gli spazi necessari al loro completamento, in cambio di alcuni benefici. Allo stesso modo, l’opzione esplorativa per via di Tor de’ Schiavi ha richiesto che fosse messa in atto una strategia conoscitiva circa le opposizioni potenziali degli abitanti e dei commercianti nei confronti degli interventi di riqualificazione prefigurati (in particolare, della pedonalizzazione della strada). A seguito dell’adozione del nuovo piano regolatore, il Comune ha deciso di non dare seguito al PdR, ma di avviare, sulla base dei risultati raggiunti durante l’elaborazione del preliminare di piano, il Programma d’Intervento (PRINT) previsto dal PRG per l’area di Centocelle Vecchia. Il Dipartimento XIX del Comune ha affidato ai progettisti del PdR la redazione del preliminare del PRINT, del quale si riportano qui alcuni stralci nelle Figg 3, 4 e 5. Fig. 3 PRINT. Interventi pubblici prioritari: il sistema del Fig. 4 PRINT. Classi di recupero dell’edi traffico e le centralità locali lizia privata 5 A Pattern Language è un linguaggio creato da C. Alexander el al.(1977). Esso fornisce agli abitanti gli strumenti per scegliere e comunicare ai progettisti le caratteristiche spaziali degli ambiti da realizzarsi. 4
  • 5. Fig 5 PRINT. Interventi di demolizione e ricostruzione: due esempi Bibliografia C. Alexander, S. Ishikawa, M. Silverstein: A Pattern Language. Town, Building ,Construction, Oxford University Press, New York, 1977. Friend J.K., Hickling A. (2005), Planning under pressure. The Strategic Choice Approach, Elsevier, London. Giangrande A. (1999), Pianificazione strategica e sviluppo locale, in IV Rassegna urbanistica nazionale, Venezia, 8-13 novembre 1999. Giangrande A., Mortola E. (2005) Combining Strategic Choice with other design methods (in J.K. Friend and A. Hickling, ‘Planning under Pressure. The Strategic Choice Approach’, Elsevier, London, p. 322-326). Morin E. (1977), La Méthode: La Nature de la Nature, ed. du Seuil, Paris (Trad. It. Il metodo, Feltrinelli, Milano. 5