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Corso di Biodesign
          AA 2010/2011 - Facoltà del Design - Politecnico di Milano
          3° anno – Disegno Industriale




Biomeccanica e Biomimetica
   Docente: G. Andreoni - Politecnico di Milano
Introduzione

        -CONCETTI
Biomeccanica:                          E DEFINIZIONI
dal greco “Bios”, vita + Meccanica
ovvero, etimologicamente, l’applicazione delle leggi della
meccanica allo studio ed alla descrizione degli organismi
viventi.


               3 ambiti/discipline/settori


  Statica             Cinematica              Dinamica




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Introduzione: Meccanica




Leggi della Meccanica Classica (Isaac Newton, 1687)



Primo principio della dinamica (Detto anche principio di inerzia):
"In un sistema inerziale, un corpo libero, cioè non sottoposto ad alcuna
forza, mantiene il suo stato di moto rettilineo uniforme o di quiete finchè
non interviene una forza esterna a variare tale moto".




                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
Introduzione: Meccanica




Leggi della Meccanica Classica (Isaac Newton, 1687)



Secondo Principio della Dinamica:
"L'accelerazione di un corpo è direttamente proporzionale alla forza da
esso subita". La costante di proporzionalità tra la forza e l'accelerazione
è proprio la massa inerziale del corpo.

                                    F = m*a




                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
Introduzione: Meccanica




Leggi della Meccanica Classica (Isaac Newton, 1687)



Terzo principio della dinamica (principio di azione e reazione):
“ad ogni azione corrisponde una reazione, uguale e contraria, agente
sulla stessa retta di applicazione”




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Introduzione

        -CONCETTI E DEFINIZIONI
Biomeccanica: applicazione delle leggi della
meccanica allo studio ed alla descrizione degli
organismi viventi.

  Statica              Cinematica         Dinamica




  Postura :            Movimento :      Carichi :
  allineamento         analisi della    analisi dei
  quasi-statico        mobilità e       carichi e degli
  di distretti         della funzione   sforzi agenti
  corporei nello       indipendentem    sull’organismo e
  spazio               ente dalle       delle
                       cause            implicazioni
                       generatrici      sulla funzione
                       (forze)
                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Introduzione

           -CONCETTI E DEFINIZIONI
Biomeccanica: applicazione delle leggi della
meccanica allo studio ed alla descrizione degli
organismi viventi.



    Neurologico :                       Anatomico:
    lesioni e                           lesioni e
    strategie                           patologie
    motorie

                      Funzione:
                analisi e valutazione

        FES           – Ausili –           ortesi e
                                           protesi
                Giuseppe Andreoni
                     Cesare Alippi
8
Introduzione
Tecnologie -> Dati -> Modelli -> Interpretazione -> Clinica




                                                GAMBA


                                               ASTRAGALO

                                                   PIEDE




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Il LyPhE

Laboratory of Physical Ergonomics
   Analisi quantitativa del movimento con sistemi optoelettronici di
   motion capture.
   L’analisi è realizzata su un set di variabili cinematiche ovvero
   parametri del movimento umano (angoli, traiettorie, velocità)
   calcolate mediante opportuni modelli biomeccanici.




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
L’uomo, oggetto di studio

REALTA’ ANATOMICA   MOBILITA’ REALE      MODELLO CINEMATICO DEL CORPO UMANO:

                    206 ossa, 244 GdL    18 segmenti rigidi, 17 articolazioni
                    238 Ridondanti       41 GdL




                    Giuseppe Andreoni
                         Cesare Alippi
L’uomo, oggetto di studio

   Organizzazione del Movimento e della Postura
                                           Sistema Sensoriale




Centri Superiori   Centri Spinali         Sistema Muscolare     Sistema Meccanico   Postura e Movimento




                                           Organi Tendinei




                                    Fusi Muscolari



 Le ossa sono collegate tra loro mediante articolazioni e legamenti connettivali,
 che ne consentono movimenti reciproci e conferiscono al corpo una notevole
 flessibilità e mobilità. Il movimento viene attuato dai muscoli che contraendosi,
 esercitano un’azione di avvicinamento tra due pezzi scheletrici collegati. Il SNC
 genera e controlla il movimento tramite sensori distribuiti.
                                Giuseppe Andreoni
                                     Cesare Alippi
12
   Il corpo umano

               Analogie anatomo-meccaniche

                       Ossa             Leve e aste
               Articolazioni            Cerniere e giunzioni
                    Muscoli             Motori
                     Tendini            Funi e cavi
                 Legamenti              Vincoli
Fusi musc. e Organi tendinei            Sensori
  Cervello e midollo spinale            Programmatore/controllore
                       Nervi            Sistema di trasmissione delle informazioni




                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
Il corpo umano

Il Sistema Motorio
Cenni di Anatomia e Fisiologia




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

La struttura di sostegno
Lo scheletro
Lo scheletro umano costituisce la struttura portante
del corpo, ed è formata dall'insieme delle ossa,
variamente unite tra di loro da formazioni più o meno
mobili che prendono il nome di articolazioni.
Lo scheletro ha le funzioni di
- sostegno:
- consente il movimento del corpo tramite le
contrazioni muscolari
- protezione degli organi vitali e delle altre parti molli
- produce le cellule del sangue (emopoiesi)
- è un'importante riserva di sostanze minerali di vario
genere.
Lo scheletro del soggetto adulto è formato da
206/214 ossa circa (si può avere una vertebra in più
e molte ossa del piede sono in numero variabile,
inoltre durante lo sviluppo le ossa cambiano di
numero, evolvendosi e diminuendo dopo i 45 anni.
                       Giuseppe Andreoni
                            Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

La struttura di sostegno
Lo scheletro

Lo scheletro è formato da due segmenti:
- lo scheletro assile: cranio, vertebre, gabbia toracica,
sterno;
- lo scheletro appendicolare: arti superiori e inferiori;

Le connessioni tra scheletro assile e appendicolare
prendono il nome di "cinture":
cintura scapolare: formata da clavicola e scapola;
cintura pelvica: formata dall'osso dell'anca e dall'osso
sacro.




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa

Un osso è costituito da una superficie esterna compatta, molto dura
e resistente, e da un interno che è spugnoso contenente tessuto
molle detto midollo.
La parte superficiale dura è formata da un materiale composito di
cristalli di idrossiapatite (un minerale di calcio) annegati in una
matrice di cartilagine: questa parte non è un insieme omogeneo e
compatto, ma è organizzata in una serie di tubuli e lamine di
materiale osseo (osteoni) che contengono internamente cellule e
linfa.
Nonostante siano in parte costituite da minerali, le ossa sono organi
a tutti gli effetti: la loro parte minerale viene costantemente rinnovata
da due tipi di cellule al loro interno, gli osteoclasti che distruggono
l'idrossiapatite e gli osteoblasti che invece generano nuovi cristalli
per rimpiazzare i vecchi (processo di rimaneggiamento osseo).
Nel midollo delle ossa trovano inoltre posto le cellule staminali del
sangue, necessarie per l'emopoiesi, ossia la creazione di nuovi
globuli rossi e globuli bianchi.
                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

                                                           Osso spugnoso
                                                           Osso compatto
Epifisi
Prossimale         Cartilagine                             Cartilagine articolare
                   articolare                              Ialina
Metafisi           Linea
                   epifiseale
                                                                     Endostio
                   Osso
                   spugnoso
                   Osso
                   compatto

Diafisi            Canale
                   midollare              Midollo giallo
                   (midollo
                   giallo)                Osso
                                          compatto
                                          Periostio
                                          Fibre di
                                          Sharpey
                                          Arterie

Epifisi
distale



                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa
Esternamente, le ossa hanno una
superficie liscia e sono ricoperte da una
membrana, il periostio: nei punti in cui
questa si articola con altre ossa il
periostio scompare lasciando il posto a
uno strato di cartilagine protettiva e altre
strutture (capsula sinoviale, dischi
intervertebrali ecc.). Il periostio si
interrompe anche nei punti di inserzione
della muscolatura, in cui la superficie
dell'osso si fa ruvida e irregolare per
favorire l'adesione delle fibre dei tendini




                       Giuseppe Andreoni
                            Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa
In base alla loro morfologia, possono essere distinte in cinque tipi principali:
- ossa lunghe (femore, omero), composte da un corpo o diafisi e due
estremità dette epifisi. All’interno della diafisi, vi è una cavità detta cavità
diafisaria occupata interamente da midollo osseo o tessuto emopoietico. Le
pareti della cavità sono costituite da tessuto osseo compatto. Le epifisi sono
costituite da tessuto osseo spugnoso, reso più resistente da trabecole ossee.
- ossa corte (carpali del polso, vertebre),
forma più o meno cuboide, costituite da
tessuto osseo spugnoso circondato da uno
strato sottile di tessuto osseo compatto;
non contengono perciò midollo osseo
- ossa piatte (scapola), costituite da uno
strato di tessuto spugnoso frapposto tra 2
lamine di tessuto compatto
- ossa irregolari, di forma irregolare
(sfenoide ed etmoide del cranio)
- ossa sesamoidi, nei tendini, favoriscono
meccanica del movimento (rotula).

                        Giuseppe Andreoni
                             Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa
 Osso Compatto Trabecolare o Lamellare
  Porzione esterna delle ossa lunghe
  Osso solido, privo di spazi tranne quelli per le
  cellule, ed i loro processi, ed i vasi sanguigni
  Braccia e gambe

       Osso Spugnoso o Trabecolare
  Solitamente parte più interna delle ossa.
  Molti spazi tra le specole (o trabecole)
  dell'osso.
  Midollo all'interno degli spazi.
   • Rosso ematopoietico
       Rosso,
   • Giallo grasso
       Giallo,
  Colonna vertebrale, costole, mascella, polso.
                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente                           Lacuna
Le ossa                                    Osteociti
                                        Canale di Havers
                                           Canale centrale per vasi
                                             sanguigni, etc
                                        Canalicoli
                                           Processi degli Osteociti
                                        Lamelle
                                           Cerchi concentrici originati
                                             dalla deposizione
                                             apposizionale dell’osso.


                                   Morfologia dell’osso compatto


                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa




                                    Trabecole
                 Midollo




                                   Morfologia dell’osso spugnoso

                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa                                    l’osso spugnoso è
                                           presente dove le forze
                                           vengono applicate da
 Osso compatto                             varie direzioni
 vs.
 spugnoso

       l’osso compatto è molto
                 resistente alla          …ma una pressione
        compressione in senso             laterale può provocare
                longitudinale…            fratture




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

Il componente
Le ossa          osso spugnoso


                                        L’osso spugnoso è costituito da
                                        sottili trabecole o spicole
                                        disposte in modo
                                        apparentemente disordinato,
                                        che delimitano cavità
                                        intercomunicanti;

                                        tali spazi sono riempiti dal
    Osso                                midollo emopoietico;
 compatto
                                        le trabecole sono costituite da
                                        lamelle ossee non organizzate
                                        in osteoni ben definiti


                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni
Le articolazioni costituiscono il sistema di connessione tra due o più
segmenti ossei.

Le articolazioni hanno la funzione di
unire le terminazioni ossee tra di loro
garantendo uno o più gradi di libertà.
Tale funzione deve garantire anche
che lo scheletro possa espletare la
sua funzione di sostegno e
protezione.
Le articolazioni hanno anche il
compito di parte passiva nella mobilità
dell'organismo.



                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
28
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni
 In base al grado di mobilità che permettono le superfici di contatto, le
 articolazioni vengono classificate come :
 -DIARTROSI, articolazioni mobili, possono avere diversa forma ed effettuare
 diversi movimenti:
 - ANFIARTROSI, articolazioni semimobili, sono generalmente costituite da
 superfici ossee pianeggianti o quasi, con l'interposizione di un disco
 cartilagineo (es.: tra le vertebre). Consentono piccoli movimenti in tutti i sensi.
 - SINARTROSI, immobili, non hanno una vera e propria meccanica articolare.
 A seconda se tra le due ossa è interposto tessuto cartilagineo oppure tessuto
 connettivale semplice si dividono in sicondrosi e in suture (es.: tra le ossa del
 cranio).




                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
29
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni

LE ARTICOLAZIONI DEL CORPO UMANO sono:
Articolazioni del busto:
- articolazioni del capo (occipito-atlantoidea ed atlanto-
epistrofea);
- articolazioni della colonna vertebrale (intervertebrali);
- articolazioni vertebro-costali;
- articolazioni costo-sternali.
Articolazioni degli arti superiori:
- complesso articolare della spalla (sterno-clavicolare,
acromio-clavicolare e scapolo-omerale);
- articolazione del gomito (omero-radio-ulnare
superiore);
- articolazione del polso (radio-carpica e radio-ulnare
inferiore);
- articolazioni della mano.
Articolazioni degli arti inferiori:
- articolazione dell'anca (coxo-femorale);
- articolazione del ginocchio (femoro-rotuleo-tibiale);
- articolazione della caviglia (tibio-tarsica e peroneo-
tibiale inferiore);
- articolazioni del piede.

                                 Giuseppe Andreoni
                                      Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni



Sinartrosi
Sinostosi
    Movimento nullo, tessuto che unisce l’articolazione è osso
      (cranio dell’adulto).
Sincondrosi
    Movimento scarso, tessuto è cartilagine (prime costole dello
      sterno).
Sindesmosi
    Movimento limitato, tessuto è connettivo denso (sinfisi pubica).



                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni

Diartrosi
Maggior parte delle articolazioni.

Capi articolari sempre ricoperti da
  Cartilagine Ialina
                Ialina.

Capsula articolare:
   Strato fibroso esterno di
           fibroso,
      connettivo denso, continuo
      con periostio.
   Strato sinoviale cellulare
           sinoviale,
      interno, ricopre le superfici
      non cartilaginee. Detto
      anche membrana sinoviale.
                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
32
   Il corpo umano: il sistema scheletrico

    I giunti
                        - Trocleo-artrosi, una gola concava (troclea) entro la
    Le articolazioni    quale si inserisce un una faccia convessa a forma di
                        rocchetto (es.: tra la troclea omerale e l'ulna). Consente
                        movimenti di flessione ed estensione.
                        - Trocoide, un cilindro osseo avvolto da un anello fibroso
                        che scorre su una superficie leggermente cava (es.: tra il
Classificazione delle capitello del radio e l'ulna; tra l'atlante l'epistrofeo).
                        Consente movimenti di pronazione e di supinazione.
Articolazioni Diartrosi
                        - A sella, due superfici aventi ognuna due curvature, una
                        concava e l'altra convessa (es.: tra il carpo ed metacarpo
                        del pollice; tra lo sterno e la clavicola). Consente
                        movimenti di flessione, estensione, abduzione e
                        adduzione.
                        - Condilo-artrosi, una sporgenza convessa allargata
                        (ovoidale) entro una superficie concava anch'essa
                        allargata (es.: tra il radio e il carpo; tra il metacarpo e le
                        falangi; l'articolazione del ginocchio). Consente movimenti
                        di flessione, estensione, abduzione e adduzione.
                        - Enartrosi, superficie sferica (testa) entro una cavità (es.:
                        l'articolazione dell'anca; tra la scapola e l'omero).
                        Consente movimenti di flessione, estensione, abduzione,
                        adduzione, rotazione esterna e rotazione interna.
                            Giuseppe Andreoni
                                 Cesare Alippi
33
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni




                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
34
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni




    Principali tipi di diartrosi:
    1 artrodia;
    2 enartrosi;
    3 condilartrosi;
    4 articolazione a sella;
    5 ginglimo laterale o trocoide;
    6 ginglimo angolare o troclea
                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti                   Anfiartrosi
                           I dischi intervertebrali sono paragonabili a
Le articolazioni
                           cuscinetti incompressibili che impediscono
                           l'urto tra i corpi vertebrali adiacenti. Essi
                           sono costituiti da un anello fibroso, l'anulus
                           (A), che racchiude il nucleo polposo (N) ed
                           è compreso tra due piastre cartilaginee
                           intimamente addossate rispettivamente al
                           corpo vertebrale soprastante e sottostante.

                           L'anulus è costituito da una serie di lamine
                           circolari concentriche costituite da collagene
                           opportunamente orientate. Il nucleo polposo
                           è composto da cartilagine fibrosa molle, è
                           ricco d’acqua nella quale è disperso del
                           collagene sotto forma di fibrille fini non
                           orientate.
                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti                   Anfiartrosi

Le articolazioni           Il nucleo polposo è chiuso in uno spazio a
                           perfetta tenuta e si comporta come una sfera
                           liquida. Si può pertanto approssimativamente
                           considerare che il nucleo si comporti come
                           una biglia interposta tra due piani.
                           Questo tipo di articolazione consente tre tipi di
                           movimento:
                           inclinazione:
                            sul piano sagittale: quando si effettua una flessione o
                                una estensione,
                            sul piano frontale: flessione laterale,
                           rotazione di uno dei piatti vertebrali rispetto all'altro
                           taglio di un piatto sull'altro, con l'intermezzo della sfera.
                           Sommando il movimento di numerose
                           articolazioni di questo tipo si possono
                           ottenere movimenti di grande ampiezza.

                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
37
Il corpo umano: il sistema scheletrico

I giunti
Le articolazioni
In genere le superfici
articolari concordano e
combaciano in tutta la loro
estensione.
Quando esse sono
disarmoniche, le cartilagini
articolari non vengono in
contatto in tutti i loro punti.
I menischi sono formazioni
fibrocartilaginee che costituiscono
spessori interposti tra le superfici
articolari. Essi permettono il reciproco
scarico gravitazionale dei capi
articolari; ottenendo cosí una piú
vantaggiosa distribuzione delle
sollecitazioni meccaniche con una
minore usura.
                        Giuseppe Andreoni
                             Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema muscolare

Il sistema motore
L’apparato muscolare
Il sistema muscolare è l'insieme di tessuti che permette la locomozione
del soggetto e lo scorrimento di sostanze organiche (sangue e cibo).
Si distinguono due tipologie di muscoli:
muscoli volontari, che permettono il movimento del soggetto detti
anche muscoli scheletrici.
muscoli involontari che vengono detti anche muscoli viscerali perché
          involontari,
si trovano a ricoprire gran parte delle pareti degli organi interni, come nel
tratto digestivo, nella vescica, nei dotti, nelle arterie.
Fa eccezione il muscolo cardiaco, di natura involontaria ma di struttura
striata.

Dal punto di vista della funzione motoria è possibile distinguere muscoli
deputati alla statica, in particolare i muscoli della parte posteriore del
corpo, e deputati alla dinamica, rappresentati grossomodo dai muscoli
della parte anteriore.

                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema muscolare

Il sistema motore
Il Muscolo

Il Muscolo è l’elemento base.
Ciascun muscolo è formato da
fasci di cellule di forma
allungata (fibre muscolari),
innervati dal sistema nervoso
somatico o dal sistema
nervoso autonomo. Il primo è
responsabile di contrazioni di
tipo volontario, mentre il
secondo di contrazioni
involontarie. Per tale motivo, i
muscoli vengono distinti in
volontari, o scheletrici, e
involontari.


                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
40
Il corpo umano: il sistema muscolare

Il sistema motore
Il Muscolo




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
41
Il corpo umano: il sistema muscolare

Il sistema motore
Il Muscolo
La contrazione di un muscolo scheletrico ha inizio quando il segnale elettrico,
proveniente dai motoneuroni del sistema nervoso centrale arriva ai bottoni
sinaptici liberando l’acetilcolina che agisce sui recettori presenti nella placca
neuro muscolare determinando il potenziale d’azione. Il potenziale d'azione si
propaga lungo il sarcolemma (ovvero la membrana cellulare del muscolo
scheletrico) e attiva dei fenomeni elettrochimici che alla fine producono l’effetto
seguente: con una reazione di fosforilazione, l’ATP diventa ADP liberando un
gruppo fosfato che si lega alla testa di miosina, la quale sfrutta tale energia per
saltare dal suo loco, e andare ad occupare il sito di attacco nel filamento sottile,
lasciato libero dalla tropomiosina. Durante lo scorrimento le teste di miosina si
legano a quelle di actina con una precisa angolazione di 45°    .
Possiamo suddividere la contrazione e il rilassamento muscolare in tre fasi
principali, ovvero la contrazione, il rilassamento ed infine la fase latente, fase
che segue lo stimolo, ma nella quale non c’è risposta.
Il tono muscolare non è dato da una gradualità di funzionamento, ma dal
numero di fibre muscolari che entrano in azione.
                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
42
Il corpo umano: il sistema locomotore

Il sistema locomotore
Il corpo come sistema di leve
Una leva è una macchina semplice, un
dispositivo costruito dall'uomo per
vincere mediante una forza, detta
motrice, un'altra forza detta resistente.

Le leve obbediscono ad un principio
fisico semplice: il sistema è in equilibrio
se la risultante dei momenti delle due
forze è nulla.

M OMENTO = F ORZA x b raccio

Se la risultante dei momenti deve essere nulla
(affinché il sistema si trovi in equilibrio) allora:

M FORZA IN ENTRATA = M FORZA IN USCITA

F x b = F' x b'

                              Giuseppe Andreoni
                                   Cesare Alippi
43
Il corpo umano: il sistema locomotore

Leva di prima specie:
  il fulcro si trova tra la forza motrice e la forza resistente.
  A sua volta la leva di primo tipo può essere vantaggiosa se la forza motrice è più
  distante dal fulcro della forza resistente oppure, nel caso contrario, svantaggiosa.




                           Giuseppe Andreoni
                                Cesare Alippi
44
Il corpo umano: il sistema locomotore

Leva di seconda specie:
  il fulcro si trova dalla stessa parte della forza motrice e della forza resistente, allo
  stesso tempo occorre che la forza motrice sia più distante dal fulcro rispetto alla
  resistente. Si deduce quindi che le leve di secondo tipo sono sempre vantaggiose.

                                         Vantaggio statico e Vantaggio dinamico.
                                         Si ha un vantaggio statico, quando
                                         impiegando una minore forza motrice si può
                                         vincere una maggiore forza resistente (leva
                                         vantaggiosa), in questo caso però la
                                         velocità e l'ampiezza del movimento sono
                                         piccole, si ha quindi uno svantaggio
                                         dinamico.
                                         Automaticamente uno svantaggio statico
                                         (leva svantaggiosa) permette una maggiore
                                         velocità e ampiezza di movimento, cioè un
                                         vantaggio dinamico.




                           Giuseppe Andreoni
                                Cesare Alippi
45
Il corpo umano: il sistema locomotore

Leva di terza specie (tipo):
   il fulcro si trova dalla stessa parte della forza motrice e della forza resistente, e allo
   stesso tempo occorre che la forza motrice sia più vicina al fulcro rispetto alla resistente.
   Si deduce quindi che le leve di terzo tipo sono sempre svantaggiose.




                                           Essendo più corto il braccio di leva, la forza
                                           sviluppata dal muscolo bicipite deve essere di
                                           gran lunga superiore rispetto alla forza peso
                                           della palla che si tiene sulla mano. Questo tipo
                                           di leva, permette però una grande ampiezza e
                                           rapidità di movimento.


                            Giuseppe Andreoni
                                 Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema nervoso
Il sistema di Comando
Il Sistema Nervoso




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema nervoso

Applicazioni: ortesi e SEF



                                     Sistema visivo, uditivo,
                                      vestibolare, tattile, ...




               Centri            Centri         Attuatori          Sistema      Movimenti
              superiori          spinali        muscolari         scheletrico



                                             Fusi
                                           muscolari
                                                                       Forze
                                           Organi del                 esterne
                                             Golgi



                    Giuseppe Andreoni
                         Cesare Alippi
Il corpo umano: il sistema nervoso

Applicazioni: ortesi e SEF


                                       Internal cable
                                                             Thumb switch
                                                                     4 ch stimulator
                                                                 connector        Electrodes cable

                                                                                       thigh cuff
                                                        Spiral cable




                                                                                    electrodes




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il movimento

Convenzioni e Terminologie del Movimento




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il movimento


Movimenti nel piano sagittale




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il movimento

Movimenti nel piano frontale




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il movimento

Movimenti nel piano coronale




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
Il corpo umano: il movimento

Movimenti di prono - supinazione




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
54
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Il concetto


              Biomimicry (from bios, meaning life,
              and mimesis, meaning to imitate) is a
              new discipline that studies nature’s
              best ideas and then imitates these
              designs and processes to solve human
              problems. …
              I think of it as “innovation inspired by
              nature”.




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
55
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Il concetto



          Life has been performing design experiments
          on Earth’s R&D lab for 3.8 billion years.
          What’s flourishing on the planet today are the
          best ideas---those that perform well in context,
          while economizing on energy and materials.
          Whatever your company’s design challenge,
          the odds are high that one or more of the
          world’s 30 million creatures has not only faced
          the same challenge, but has evolved effective
          strategies to solve it.




                    Giuseppe Andreoni
                         Cesare Alippi
56
La natura sorgente di idee

Biomimetica
La definizione

            Processo di astrazione dalla natura al design


                         Ipotesi fondativa:
   L’evoluzione garantisce che il design usato in natura funziona
        Miliardi di anni di evoluzione, di tentativi e continui miglioramenti (trial
        and error) che si offrono alla cultura del progetto come un enorme
        bagaglio di soluzioni progettuali a cui ispirarsi.

                      Problema associato:
 Processo induttivo-deduttivo per capire la funzione che la struttura
     svolge in natura e come applicarla nel tuo problema

                        Criticità/Potenzialità:
             La struttura spesso di funzioni ne ha molte

                        Giuseppe Andreoni
                             Cesare Alippi
57
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi
La nascita della biomimetica si può “datare” al 1948, quando il
chimico svizzero George de Mestral inventò il velcro: accorgendosi
che i pallini spinosi di nappole che si attaccavano ai suoi pantaloni e
al pelo del suo cane terminavano con dei piccoli gancetti, pensò di
sfruttare lo stesso sistema e nacque così il sistema di aggancio ad
uncino che ha trovato moltissime applicazioni nella vita quotidiana,
dalle chiusure lampo, alle tute spaziali e agli stivali progettati dalla
NASA per i suoi astronauti.




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
58
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi
La Concept Car Bionic di Mercedes si ispira a una creatura marina che vive
a latitudini tropicali: l’Ostracion Cubicus. Più noto come “pesce scatola”,
nonostante le sue forme insolite è estremamente aerodinamico e riesce a
muoversi consumando una quantità minima di energia. È inoltre in grado di
sopportare pressioni elevate, grazie ad una corazza esterna costituita da
piastre ossee di forma esagonale, che gli consentono di uscire indenne da
collisioni con la barriera corallina. Nel movimento libero il suo corpo ha un
coefficiente di penetrazione aerodinamica di 0,06! Queste caratteristiche
sono ideali per un’automobile che intende conseguire livelli di efficienza
energetica straordinari, senza rinunciare alla sicurezza dei passeggeri..




                        Giuseppe Andreoni
                             Cesare Alippi
59
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi
La foglia di loto ha una superficie autopulente e idrorepellente, grazie a delle
micro e nanostrutture oleose che in unione con l’acqua, formano delle
gocce che rotolando eliminano la polvere. Questa vernice è impermeabile e
resistente alle macchie e soprattutto autopulente e quindi estremamente
utile per rivestimenti esterni.
Le piante di loto hanno delle superfici
super-idrofobiche. Di conseguenza, anche
una lieve inclinazione della foglia, dovuta al
peso dell’acqua, le fa scivolare via. La
superficie della foglia rimane asciutta anche
durante un forte temporale.
Il rotolamento delle goccioline su piccole
particelle di sporco ne favorisce
l’asportazione, sicché le foglie del loto sono
autopulenti.

Foglie di Nelumbo Nucifera subito dopo la caduta di
goccioline di liquido colorato ed alcuni secondi dopo

                              Giuseppe Andreoni
                                   Cesare Alippi
60
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Il concetto
Il tessuto del nuovo costume Fastskin Speedo è stato sviluppato
osservando la struttura della pelle di squalo.
La pelle di squalo è formata da squame dette “denticles” o dentelli
dermici, che grazie alla loro forma, struttura e disposizione,
riducono la resistenza dell’acqua, consentendone un fluire più
rapido e quindi una maggiore velocità.




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
61
  Il corpo umano: sorgente di idee

  Biomimetica
  Il concetto



Meccanismo di apertura e
chiusura delle pigne




                                          Tessuti a diversi
                                          gradi di
                                          traspirabilità per
                                          abbigliamento



                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
62
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi
Le setae del geco
Insetti, ragni e lucertole hanno sviluppato un’abilità unica di attaccarsi o
staccarsi dalle superfici su comando. Tale capacità è attribuibile a
micro/nanostrutture riscontrate sui cuscinetti di adesione di queste
creature. Sebbene la forma e la dimensione di queste strutture vari da
creatura a creatura, in tutti i casi i cuscinetti sono ricoperti da peli,
chiamati setae. All’aumentare della dimensione (massa) della creatura,
decresce il raggio degli elementi di adesione terminali ed aumenta la
densità di questi elementi.
Il geco è l’animale più grande a disporre di questo sistema di adesione a
secco e per questo motivo ha rappresentato il principale oggetto della
ricerca scientifica.


                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
63
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Il concetto

Struttura delle setae del geco
Le zampe dei gechi arborei rappresentano forse la maggiore richiesta
al mondo di applicazione adesiva; essi sono in grado di attaccare e
staccare le loro zampe adesive nell’arco di millisecondi mentre
sfrecciano su superfici verticali e soffitti senza ricorrere ad alcuna
secrezione. Le setae del geco si presentano in serie uniformi di
tappetini lamellari sovrapposti ad una densità di 14,400 mm²;
ciascuna seta misura circa 110 µm di lunghezza e 5 µm di diametro
con ramificazioni all’estremità in 100-1000 spatulae. Quest’ultime sono
steli con una terminazione sottile approssimatamene triangolare, in cui
il vertice lega la spatula al suo stelo. Le spatulae misurano circa 200
nm in lunghezza e larghezza all’estremità, con uno spessore
decrescente da 30 nm alla base fino a 10 nm all’estremità.
                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
64
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi




                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
65
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi
L’adesione avviene quando le spatulae si appiattiscono contro un
substrato, e le loro interazioni cumulative di van der Waals spatola-
substrato generano forze capaci di supportare diverse volte il peso del
corpo dell’animale, considerato che la totalità di 6,5 milioni di setae di un
gecko tokay di 50 g che sfrutta appieno le capacità adesive potrebbe
teoricamente generare 1300 N di forze di taglio – sufficienti a supportare
133 kg.




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
66
La natura sorgente di idee

Biomimetica
Esempi




                                       Gecko - textiles

         Gecko - tapes
                  Giuseppe Andreoni
                       Cesare Alippi
67
 Il corpo umano: sorgente di idee

Lampada “Tizio” by Artemide, Design R. Sapper




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
68
Il corpo umano: sorgente di idee

Lampada “L-2” by Luxo




                    Giuseppe Andreoni
                         Cesare Alippi
69




Richiami ed esempi applicativi




            Giuseppe Andreoni
                 Cesare Alippi
Richiami

STATICA: UN CORPO RIGIDO SI TROVA IN CONDIZIONI
STATICHE SE SONO SODDISFATTE LE CONDIZIONI DI
ECQUILIBRIO ALLA TRASLAZIONE E ALLA ROTAZIONE
                                   -F ext

                                            -M ext


C.N.S.                                  IL CG DEL CORPO UMANO NON E’ UN
                                        PUNTO FISSO, MA DIPENDE DALLA
EQUILIBRIO:                             CONFIGURAZIONE DEI SEGMENTI
                                        CHE LO COMPONGONO
Σ F=0
                        -mg
Σ M=0

                              -M

                         -R


      IN PARTICOLARE   MG+FEXT = R e MEXT = M


                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Richiami

DINAMICA:
DINAMICA DIRETTA: ANALISI MECCANICA DI UN SISTEMA IN CUI SI
CONOSCONO LE FORZE E SI VUOLE DETERMINARE IL MOVIMENTO.


      FORZE                             MOVIMENTO


DINAMICA INVERSA: ANALISI MECCANICA DI UN SISTEMA IN CUI SI
CONOSCE IL MOVIMENTO E SI VOGLIONO DETERMINARE LE FORZE.

      MOVIMENTO                         FORZE

IL LEGAME TRA MOVIMENTO E FORZE E’ FORMALIZZATO DA SISTEMI
DI EQUAZIONI
                  Σ F = ma
                  Σ M = dT/dt = I ω0
                   Giuseppe Andreoni
                        Cesare Alippi
Richiami

Per ricavare le misure dei segmenti articolari si fa uso di tabelle
antropometriche:
                                      Tabella di Zatsiorsky
                                               Peso del soggetto




                                                              Peso del singolo
                                                                 segmento

                                           Lunghezza di ogni arto




                                                          Posizione del baricentro


                          Giuseppe Andreoni
                               Cesare Alippi
Richiami




           Giuseppe Andreoni
                Cesare Alippi
Esercitazione
Esercizio
Un sistema di tre aste vincolate tra loro è orientato nello spazio come da
figura: calcolare la posizione del baricentro (x,y,z) del sistema sapendo che le
aste rappresentano l’arto inferiore di un soggetto di 80 Kg.

Si ipotizzi che:
AB= segmento coscia
BC= segmento gamba                      Y
CD= segmento piede
coordinate (cm):                         A
A=(10,80,25)
B=(45,50,15)                                      B
C=(20,10,20)
D=(40,0,15)                                       D    X
                                              C
mAB=0.14165 *mTOT             Z
mBC=0.04330 *mTOT
mCD=0.01371 *mTOT


                         Giuseppe Andreoni
                              Cesare Alippi
Esercitazione

CENTRO DI GRAVITÀ: da un punto di vista operativo il CG si calcola

             A        y
                                                      A(Ax,Ay,Az)
                               B                      B(Bx,By,Bz)
                                               x
                                                      C(Cx,Cy,Cz)
                 C
         z


CGx=(Ax mA +Bx mB +Cx mC)/(mA+mB+mC)
CGy=(Ay mA +By mB +Cy mC)/(mA+mB+mC)
CGx=(Az mA +Bz mB +Cz mC)/(mA+mB+mC)

Il problema si generalizza ovviamente in caso di n particelle
Questa formula è valida anche nel caso il corpo rigido sia
rappresentabile come una singola particella.


                          Giuseppe Andreoni
                               Cesare Alippi
Esercitazione

Soluzione esercizio
                                                   Y
mAB=0.14165 *80=11.132 kg
mBC=0.04330 *80=3.464 kg                           A
mCD=0.01371 *80=1.0968 kg                              G(28.78,53.08,19.27)
                                                          B
GAB ((10+45)/2,(80+50)/2,(25+15)/2)=(27.5,65,20)
GBC (32.5,30,17.5)                                        D        X
                                                   C
GCD (30,5,17.5)                               Z

Gx=(11.132*27.5+3.464*32.5+1.0968*30)/(11.132+3.464+1.0968)=
  =(306.13+112.58+32.904)/15.6928=28.78
Gy=(11.132*65+3.464*30+1.0968*5)/(11.132+3.464+1.0968)=
  =(723.58+103.92+5.484)/15.6928=53.08
GZ=(11.132*20+3.464*17.5+1.0968*17.5)/(11.132+3.464+1.0968)=
  =(222.64+60.62+19.194)/15.6928=19.27

                        Giuseppe Andreoni
                             Cesare Alippi
Esercitazione

Esercizio
Calcolare la forza prodotta dal bicipite per mantenere l’avambraccio
nella posizione in figura, sapendo che il bicipite si attacca a 90°
rispetto all’avambraccio, a 3 cm dal centro di rotazione del gomito.
Si supponga che il peso P sia applicato sulla verticale passante per
il baricentro della mano.
                                                 -Fm
Peso soggetto: 80 Kg
H soggetto: 180 cm
b=3 cm
P=70 N                                  -90°

Lunghezza avambraccio:
0.146*H                                                    -P
                                            -b
Peso avambraccio=0.01615 PTOT
                       Giuseppe Andreoni
                            Cesare Alippi
Esercitazione

Soluzione esercizio
                                                 -Fm
Peso soggetto: 80 Kg
H soggetto: 180 cm
b=3 cm
P=70 N                                 -R
                                            -90°
Peso avambraccio:
0.01615*80=1.29Kg
Lunghezza avambraccio:
                                                             -P
                                            -b
0.146*180=26.28 cm                                     -mg

Σ F=0: Fm-mg-P+R=0 2 incognite NON RISOLVIBILE
Σ M=0: Fm*d1-mg*d2 -P*d3 +R*d4 =0
        Fm*0.03-1.29*9.81*0.1314-70*0.2628+R *0=0
        Fm*0.03=1.66+18.40+0=20.06 Nm
        Fm=20.06/0.03=669N
                       Giuseppe Andreoni
                            Cesare Alippi
Esercitazione

La movimentazione manuale dei carichi
    FATTORI di CRITICITA’: INCLINAZIONE del TRONCO




                Giuseppe Andreoni
                     Cesare Alippi
Esercitazione

         Modello statico 2D
Modelli che analizzano le forze agenti sul disco L3-L4 durante un sollevamento


                                                P1 : forza peso testa e braccia
F2
                                                P2 : forza peso torace e lombare
                         P1                     F1 : forza peso dell’oggetto
     F      P2
     3                                          F2 : forza intraddominale
                                                F3 : forza intratoracica

                                                Caratteristiche :
                      F1                        bidimensionale
                                                statico
                                                punti di applicazione = baricentri

                           Giuseppe Andreoni
                                Cesare Alippi
Esercitazione

    Modello dinamico 3D

                                 Modello 3D :

                                 • sistema optoelettronico
                                 • 18 marker
                                 • piattaforma di forza

                                 Caratteristiche :

                                 • tridimensionale (considera traslazioni
                                              e rotazioni su tutti i piani)
                                 • dinamico (con componenti inerziali)



                Giuseppe Andreoni
                     Cesare Alippi
Esercitazione


LEGGI DEL MOTO DI NEWTON:

Dettagli applicativi sulla terza legge di Newton: VINCOLI


                                           F1        Rx
                                                     Ry
 F1
                                                RY

                                            Rx
               F2                                         F2

  cerniera
                    Rx e Ry sono reazioni vincolari
                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Esercitazione

      LEGGI DEL MOTO DI NEWTON:

      Dettagli applicativi sulla terza legge di Newton: VINCOLI



                                            F1    M Rx
                                                      Ry
 F1
                                                 RY   M

                                             Rx
                 F2                                        F2

Vincolo rigido
                       M è un momento interno
                       Giuseppe Andreoni
                            Cesare Alippi
Esercitazione
             Modello delle forze agenti sul disco L3-L4:
Baricentro
  upper                                           FX è la somma delle forze orizzontali
  body
                                                  e bx il suo braccio

                                                  FY è la somma della forze verticali
                                                  e by il suo braccio

                                                  F3 è la forza intraddominale e A3
                                                  il suo braccio

                                                  F2 è la forza intratoracica e A2 il
                                                  suo braccio

                                                   è l’angolo di applicazione delle
                                                  forze F2 e F3

                                                  β è l’angolo di inclinazione del disco
                             Giuseppe Andreoni
                                  Cesare Alippi
Esercitazione
             Modello delle forze agenti sul disco L3-L4:
Baricentro
  upper
  body
                                                  Le incognite sono : R , β e F2

                                                  Tramite le equazioni di equilibrio
                                                  dinamico:
                                                           − Fx + F3 ⋅ senα − F2 ⋅ senα
                                                  tg β =
                                                           − FY + F3 ⋅ cos α − F2 ⋅ cos α


                                                           − FY ⋅ bY + FX ⋅ b X − F3 ⋅ A3
                                                  F2=
                                                                        A2


                                                        − FY + ( F3 − F2 ) cos α
                                                  R=
                                                                 cos β




                             Giuseppe Andreoni
                                  Cesare Alippi
Esercitazione
equilibrio orizzontale :

  Fy - F3·cos       +F2·cos         + R·cosβ = 0

equilibrio verticale :

   Fx- F3·sen        +F2·sen        + R·senβ = 0

momento sul disco :

  F2·A2 + F3·A3 + Fy · by – Fx · bx = 0

dividendo la seconda per la prima:

tg β =

           − Fx + F3 ⋅ senα − F2 ⋅ senα
F2=        − FY + F3 ⋅ cos α − F2 ⋅ cos α

         − FY ⋅ bY + FX ⋅ b X − F3 ⋅ A3
                      A2




                                          Giuseppe Andreoni
                                               Cesare Alippi
Esercitazione

Esempio applicativo: sollevamento di bimbi con diverse modalità e
  strategie




                                               -α
                  -V                      -D


                                                        -H




                     Giuseppe Andreoni
                          Cesare Alippi
Esercitazione

Esempio applicativo
• 6 soggetti analizzati
                - sistema optoelettronico di rilevamento marker

•   2 task motori : SOLLEVAMENTO e POSIZIONAMENTO
•   3 strategie motorie : gambe tese, parzialmente flesse e flesse
•   2 diverse distanze : D1 e D2
•   peso da sollevare / posizionare : 8 kg

Totale = 250 prove circa
            Per tutti i soggetti si è ricavato:
            • baricentro dei segmenti
            • velocità lineari e angolari
            • accelerazioni lineari e angolari
            • angoli dei segmenti (relativi ed assoluti)
            • reazioni statiche e dinamiche sul disco
                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
Esercitazione

             3000
                             FORZE di Compressione                             SOGGETTO n°1 sollevamento
             2500


             2000                                                             Forza di compressione
             1500
Newton




             1000
                                                                                            Fase 1 :   standing
              500
                                                                                            Fase 2 :   abbassamento
                0
                                                                                            Fase 3 :   plateau
             -500
                    0   20   40            60
                                         frame
                                                       80       100    120                  Fase 4 :   aggiunta del carico
             1200
                                  coordinata y del polso                                    Fase 5 :   risalita
             1100                                                                           Fase 6 :   standing
             1000

              900
millimetri




              800

              700

              600

              500

              400
                                                                              Coordinata Y del polso
              300
                    0   20   40             60             80    100    120
                                          frame

                                                                       Giuseppe Andreoni
                                                                            Cesare Alippi
Esercitazione
                             Risultati: MEDIA SOGGETTI (sollevamento D2)
                              forze di compressione                                                  forze di taglio

                            3098                                                    350
                 3100                                                                        336
                                           2951
                                                                                                               321
                 2900                                                               325

                 2700                                                               300
Newton




                                                                           Newton
                 2500
                                       -26%                                         275             -23%
                                                                                                                              261
                                                                                    250
                 2300                                            2297
                                                                                    225
                 2100
                                                                                    200
                 1900
                                                                                          tese D2            poc fl D2   flex D2
                        tese D2          poc fl D2           flex D2




                                    momento

                 140
                                                                           • Elevata differenza tra strategia
                 130                       127                             ottimale e le restanti
  Newton metri




                           125

                 120                                                       • Deviazioni standard molto basse
                              -12%                                112
                 110


                 100
                        tese D2          poc fl D2           flex D2




                                                      Giuseppe Andreoni
                                                           Cesare Alippi
Esercitazione


Conclusioni
I carichi massimi agenti aumentano al diminuire del grado di flessione
 delle gambe :

               + 30% tra strategia ottimale e peggiore

La gravosità cresce con l’aumentare della distanza :

               + 5% passando da D1 a D2




                      Giuseppe Andreoni
                           Cesare Alippi
92
  Riferimenti

Docente:
Giuseppe Andreoni
Dip. INDACO – Politecnico di Milano
Tel. 02 2399.8881
Email: giuseppe.andreoni@polimi.it

Assistenti:
Fiammetta Costa
Tel. 02 2399.7269         e-mail: fcosta@mail.polimi.it

Marco Mazzola
Tel. 02 2399.5944         e-mail: marco.mazzola@mail.polimi.it

Paolo Perego
Tel. 0341 48.8897         e-mail: paolo.perego@polimi.it

Maximiliano Romero
Tel. 02 2399.5990         e-mail: maximiliano.romero@polimi.it


                          Giuseppe Andreoni
                               Cesare Alippi

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  • 1. Corso di Biodesign AA 2010/2011 - Facoltà del Design - Politecnico di Milano 3° anno – Disegno Industriale Biomeccanica e Biomimetica Docente: G. Andreoni - Politecnico di Milano
  • 2. Introduzione -CONCETTI Biomeccanica: E DEFINIZIONI dal greco “Bios”, vita + Meccanica ovvero, etimologicamente, l’applicazione delle leggi della meccanica allo studio ed alla descrizione degli organismi viventi. 3 ambiti/discipline/settori Statica Cinematica Dinamica Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 3. Introduzione: Meccanica Leggi della Meccanica Classica (Isaac Newton, 1687) Primo principio della dinamica (Detto anche principio di inerzia): "In un sistema inerziale, un corpo libero, cioè non sottoposto ad alcuna forza, mantiene il suo stato di moto rettilineo uniforme o di quiete finchè non interviene una forza esterna a variare tale moto". Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 4. Introduzione: Meccanica Leggi della Meccanica Classica (Isaac Newton, 1687) Secondo Principio della Dinamica: "L'accelerazione di un corpo è direttamente proporzionale alla forza da esso subita". La costante di proporzionalità tra la forza e l'accelerazione è proprio la massa inerziale del corpo. F = m*a Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 5. Introduzione: Meccanica Leggi della Meccanica Classica (Isaac Newton, 1687) Terzo principio della dinamica (principio di azione e reazione): “ad ogni azione corrisponde una reazione, uguale e contraria, agente sulla stessa retta di applicazione” Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 6. Introduzione -CONCETTI E DEFINIZIONI Biomeccanica: applicazione delle leggi della meccanica allo studio ed alla descrizione degli organismi viventi. Statica Cinematica Dinamica Postura : Movimento : Carichi : allineamento analisi della analisi dei quasi-statico mobilità e carichi e degli di distretti della funzione sforzi agenti corporei nello indipendentem sull’organismo e spazio ente dalle delle cause implicazioni generatrici sulla funzione (forze) Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 7. Introduzione -CONCETTI E DEFINIZIONI Biomeccanica: applicazione delle leggi della meccanica allo studio ed alla descrizione degli organismi viventi. Neurologico : Anatomico: lesioni e lesioni e strategie patologie motorie Funzione: analisi e valutazione FES – Ausili – ortesi e protesi Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 8. 8 Introduzione Tecnologie -> Dati -> Modelli -> Interpretazione -> Clinica GAMBA ASTRAGALO PIEDE Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 9. Il LyPhE Laboratory of Physical Ergonomics Analisi quantitativa del movimento con sistemi optoelettronici di motion capture. L’analisi è realizzata su un set di variabili cinematiche ovvero parametri del movimento umano (angoli, traiettorie, velocità) calcolate mediante opportuni modelli biomeccanici. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 10. L’uomo, oggetto di studio REALTA’ ANATOMICA MOBILITA’ REALE MODELLO CINEMATICO DEL CORPO UMANO: 206 ossa, 244 GdL 18 segmenti rigidi, 17 articolazioni 238 Ridondanti 41 GdL Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 11. L’uomo, oggetto di studio Organizzazione del Movimento e della Postura Sistema Sensoriale Centri Superiori Centri Spinali Sistema Muscolare Sistema Meccanico Postura e Movimento Organi Tendinei Fusi Muscolari Le ossa sono collegate tra loro mediante articolazioni e legamenti connettivali, che ne consentono movimenti reciproci e conferiscono al corpo una notevole flessibilità e mobilità. Il movimento viene attuato dai muscoli che contraendosi, esercitano un’azione di avvicinamento tra due pezzi scheletrici collegati. Il SNC genera e controlla il movimento tramite sensori distribuiti. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 12. 12 Il corpo umano Analogie anatomo-meccaniche Ossa Leve e aste Articolazioni Cerniere e giunzioni Muscoli Motori Tendini Funi e cavi Legamenti Vincoli Fusi musc. e Organi tendinei Sensori Cervello e midollo spinale Programmatore/controllore Nervi Sistema di trasmissione delle informazioni Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 13. Il corpo umano Il Sistema Motorio Cenni di Anatomia e Fisiologia Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 14. Il corpo umano: il sistema scheletrico La struttura di sostegno Lo scheletro Lo scheletro umano costituisce la struttura portante del corpo, ed è formata dall'insieme delle ossa, variamente unite tra di loro da formazioni più o meno mobili che prendono il nome di articolazioni. Lo scheletro ha le funzioni di - sostegno: - consente il movimento del corpo tramite le contrazioni muscolari - protezione degli organi vitali e delle altre parti molli - produce le cellule del sangue (emopoiesi) - è un'importante riserva di sostanze minerali di vario genere. Lo scheletro del soggetto adulto è formato da 206/214 ossa circa (si può avere una vertebra in più e molte ossa del piede sono in numero variabile, inoltre durante lo sviluppo le ossa cambiano di numero, evolvendosi e diminuendo dopo i 45 anni. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 15. Il corpo umano: il sistema scheletrico La struttura di sostegno Lo scheletro Lo scheletro è formato da due segmenti: - lo scheletro assile: cranio, vertebre, gabbia toracica, sterno; - lo scheletro appendicolare: arti superiori e inferiori; Le connessioni tra scheletro assile e appendicolare prendono il nome di "cinture": cintura scapolare: formata da clavicola e scapola; cintura pelvica: formata dall'osso dell'anca e dall'osso sacro. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 16. Il corpo umano: il sistema scheletrico Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 17. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa Un osso è costituito da una superficie esterna compatta, molto dura e resistente, e da un interno che è spugnoso contenente tessuto molle detto midollo. La parte superficiale dura è formata da un materiale composito di cristalli di idrossiapatite (un minerale di calcio) annegati in una matrice di cartilagine: questa parte non è un insieme omogeneo e compatto, ma è organizzata in una serie di tubuli e lamine di materiale osseo (osteoni) che contengono internamente cellule e linfa. Nonostante siano in parte costituite da minerali, le ossa sono organi a tutti gli effetti: la loro parte minerale viene costantemente rinnovata da due tipi di cellule al loro interno, gli osteoclasti che distruggono l'idrossiapatite e gli osteoblasti che invece generano nuovi cristalli per rimpiazzare i vecchi (processo di rimaneggiamento osseo). Nel midollo delle ossa trovano inoltre posto le cellule staminali del sangue, necessarie per l'emopoiesi, ossia la creazione di nuovi globuli rossi e globuli bianchi. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 18. Il corpo umano: il sistema scheletrico Osso spugnoso Osso compatto Epifisi Prossimale Cartilagine Cartilagine articolare articolare Ialina Metafisi Linea epifiseale Endostio Osso spugnoso Osso compatto Diafisi Canale midollare Midollo giallo (midollo giallo) Osso compatto Periostio Fibre di Sharpey Arterie Epifisi distale Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 19. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 20. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa Esternamente, le ossa hanno una superficie liscia e sono ricoperte da una membrana, il periostio: nei punti in cui questa si articola con altre ossa il periostio scompare lasciando il posto a uno strato di cartilagine protettiva e altre strutture (capsula sinoviale, dischi intervertebrali ecc.). Il periostio si interrompe anche nei punti di inserzione della muscolatura, in cui la superficie dell'osso si fa ruvida e irregolare per favorire l'adesione delle fibre dei tendini Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 21. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa In base alla loro morfologia, possono essere distinte in cinque tipi principali: - ossa lunghe (femore, omero), composte da un corpo o diafisi e due estremità dette epifisi. All’interno della diafisi, vi è una cavità detta cavità diafisaria occupata interamente da midollo osseo o tessuto emopoietico. Le pareti della cavità sono costituite da tessuto osseo compatto. Le epifisi sono costituite da tessuto osseo spugnoso, reso più resistente da trabecole ossee. - ossa corte (carpali del polso, vertebre), forma più o meno cuboide, costituite da tessuto osseo spugnoso circondato da uno strato sottile di tessuto osseo compatto; non contengono perciò midollo osseo - ossa piatte (scapola), costituite da uno strato di tessuto spugnoso frapposto tra 2 lamine di tessuto compatto - ossa irregolari, di forma irregolare (sfenoide ed etmoide del cranio) - ossa sesamoidi, nei tendini, favoriscono meccanica del movimento (rotula). Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 22. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa Osso Compatto Trabecolare o Lamellare Porzione esterna delle ossa lunghe Osso solido, privo di spazi tranne quelli per le cellule, ed i loro processi, ed i vasi sanguigni Braccia e gambe Osso Spugnoso o Trabecolare Solitamente parte più interna delle ossa. Molti spazi tra le specole (o trabecole) dell'osso. Midollo all'interno degli spazi. • Rosso ematopoietico Rosso, • Giallo grasso Giallo, Colonna vertebrale, costole, mascella, polso. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 23. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Lacuna Le ossa Osteociti Canale di Havers Canale centrale per vasi sanguigni, etc Canalicoli Processi degli Osteociti Lamelle Cerchi concentrici originati dalla deposizione apposizionale dell’osso. Morfologia dell’osso compatto Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 24. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa Trabecole Midollo Morfologia dell’osso spugnoso Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 25. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa l’osso spugnoso è presente dove le forze vengono applicate da Osso compatto varie direzioni vs. spugnoso l’osso compatto è molto resistente alla …ma una pressione compressione in senso laterale può provocare longitudinale… fratture Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 26. Il corpo umano: il sistema scheletrico Il componente Le ossa osso spugnoso L’osso spugnoso è costituito da sottili trabecole o spicole disposte in modo apparentemente disordinato, che delimitano cavità intercomunicanti; tali spazi sono riempiti dal Osso midollo emopoietico; compatto le trabecole sono costituite da lamelle ossee non organizzate in osteoni ben definiti Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 27. Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni Le articolazioni costituiscono il sistema di connessione tra due o più segmenti ossei. Le articolazioni hanno la funzione di unire le terminazioni ossee tra di loro garantendo uno o più gradi di libertà. Tale funzione deve garantire anche che lo scheletro possa espletare la sua funzione di sostegno e protezione. Le articolazioni hanno anche il compito di parte passiva nella mobilità dell'organismo. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 28. 28 Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni In base al grado di mobilità che permettono le superfici di contatto, le articolazioni vengono classificate come : -DIARTROSI, articolazioni mobili, possono avere diversa forma ed effettuare diversi movimenti: - ANFIARTROSI, articolazioni semimobili, sono generalmente costituite da superfici ossee pianeggianti o quasi, con l'interposizione di un disco cartilagineo (es.: tra le vertebre). Consentono piccoli movimenti in tutti i sensi. - SINARTROSI, immobili, non hanno una vera e propria meccanica articolare. A seconda se tra le due ossa è interposto tessuto cartilagineo oppure tessuto connettivale semplice si dividono in sicondrosi e in suture (es.: tra le ossa del cranio). Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 29. 29 Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni LE ARTICOLAZIONI DEL CORPO UMANO sono: Articolazioni del busto: - articolazioni del capo (occipito-atlantoidea ed atlanto- epistrofea); - articolazioni della colonna vertebrale (intervertebrali); - articolazioni vertebro-costali; - articolazioni costo-sternali. Articolazioni degli arti superiori: - complesso articolare della spalla (sterno-clavicolare, acromio-clavicolare e scapolo-omerale); - articolazione del gomito (omero-radio-ulnare superiore); - articolazione del polso (radio-carpica e radio-ulnare inferiore); - articolazioni della mano. Articolazioni degli arti inferiori: - articolazione dell'anca (coxo-femorale); - articolazione del ginocchio (femoro-rotuleo-tibiale); - articolazione della caviglia (tibio-tarsica e peroneo- tibiale inferiore); - articolazioni del piede. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 30. Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni Sinartrosi Sinostosi Movimento nullo, tessuto che unisce l’articolazione è osso (cranio dell’adulto). Sincondrosi Movimento scarso, tessuto è cartilagine (prime costole dello sterno). Sindesmosi Movimento limitato, tessuto è connettivo denso (sinfisi pubica). Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 31. Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni Diartrosi Maggior parte delle articolazioni. Capi articolari sempre ricoperti da Cartilagine Ialina Ialina. Capsula articolare: Strato fibroso esterno di fibroso, connettivo denso, continuo con periostio. Strato sinoviale cellulare sinoviale, interno, ricopre le superfici non cartilaginee. Detto anche membrana sinoviale. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 32. 32 Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti - Trocleo-artrosi, una gola concava (troclea) entro la Le articolazioni quale si inserisce un una faccia convessa a forma di rocchetto (es.: tra la troclea omerale e l'ulna). Consente movimenti di flessione ed estensione. - Trocoide, un cilindro osseo avvolto da un anello fibroso che scorre su una superficie leggermente cava (es.: tra il Classificazione delle capitello del radio e l'ulna; tra l'atlante l'epistrofeo). Consente movimenti di pronazione e di supinazione. Articolazioni Diartrosi - A sella, due superfici aventi ognuna due curvature, una concava e l'altra convessa (es.: tra il carpo ed metacarpo del pollice; tra lo sterno e la clavicola). Consente movimenti di flessione, estensione, abduzione e adduzione. - Condilo-artrosi, una sporgenza convessa allargata (ovoidale) entro una superficie concava anch'essa allargata (es.: tra il radio e il carpo; tra il metacarpo e le falangi; l'articolazione del ginocchio). Consente movimenti di flessione, estensione, abduzione e adduzione. - Enartrosi, superficie sferica (testa) entro una cavità (es.: l'articolazione dell'anca; tra la scapola e l'omero). Consente movimenti di flessione, estensione, abduzione, adduzione, rotazione esterna e rotazione interna. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 33. 33 Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 34. 34 Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni Principali tipi di diartrosi: 1 artrodia; 2 enartrosi; 3 condilartrosi; 4 articolazione a sella; 5 ginglimo laterale o trocoide; 6 ginglimo angolare o troclea Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 35. Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Anfiartrosi I dischi intervertebrali sono paragonabili a Le articolazioni cuscinetti incompressibili che impediscono l'urto tra i corpi vertebrali adiacenti. Essi sono costituiti da un anello fibroso, l'anulus (A), che racchiude il nucleo polposo (N) ed è compreso tra due piastre cartilaginee intimamente addossate rispettivamente al corpo vertebrale soprastante e sottostante. L'anulus è costituito da una serie di lamine circolari concentriche costituite da collagene opportunamente orientate. Il nucleo polposo è composto da cartilagine fibrosa molle, è ricco d’acqua nella quale è disperso del collagene sotto forma di fibrille fini non orientate. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 36. Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Anfiartrosi Le articolazioni Il nucleo polposo è chiuso in uno spazio a perfetta tenuta e si comporta come una sfera liquida. Si può pertanto approssimativamente considerare che il nucleo si comporti come una biglia interposta tra due piani. Questo tipo di articolazione consente tre tipi di movimento: inclinazione: sul piano sagittale: quando si effettua una flessione o una estensione, sul piano frontale: flessione laterale, rotazione di uno dei piatti vertebrali rispetto all'altro taglio di un piatto sull'altro, con l'intermezzo della sfera. Sommando il movimento di numerose articolazioni di questo tipo si possono ottenere movimenti di grande ampiezza. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 37. 37 Il corpo umano: il sistema scheletrico I giunti Le articolazioni In genere le superfici articolari concordano e combaciano in tutta la loro estensione. Quando esse sono disarmoniche, le cartilagini articolari non vengono in contatto in tutti i loro punti. I menischi sono formazioni fibrocartilaginee che costituiscono spessori interposti tra le superfici articolari. Essi permettono il reciproco scarico gravitazionale dei capi articolari; ottenendo cosí una piú vantaggiosa distribuzione delle sollecitazioni meccaniche con una minore usura. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 38. Il corpo umano: il sistema muscolare Il sistema motore L’apparato muscolare Il sistema muscolare è l'insieme di tessuti che permette la locomozione del soggetto e lo scorrimento di sostanze organiche (sangue e cibo). Si distinguono due tipologie di muscoli: muscoli volontari, che permettono il movimento del soggetto detti anche muscoli scheletrici. muscoli involontari che vengono detti anche muscoli viscerali perché involontari, si trovano a ricoprire gran parte delle pareti degli organi interni, come nel tratto digestivo, nella vescica, nei dotti, nelle arterie. Fa eccezione il muscolo cardiaco, di natura involontaria ma di struttura striata. Dal punto di vista della funzione motoria è possibile distinguere muscoli deputati alla statica, in particolare i muscoli della parte posteriore del corpo, e deputati alla dinamica, rappresentati grossomodo dai muscoli della parte anteriore. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 39. Il corpo umano: il sistema muscolare Il sistema motore Il Muscolo Il Muscolo è l’elemento base. Ciascun muscolo è formato da fasci di cellule di forma allungata (fibre muscolari), innervati dal sistema nervoso somatico o dal sistema nervoso autonomo. Il primo è responsabile di contrazioni di tipo volontario, mentre il secondo di contrazioni involontarie. Per tale motivo, i muscoli vengono distinti in volontari, o scheletrici, e involontari. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 40. 40 Il corpo umano: il sistema muscolare Il sistema motore Il Muscolo Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 41. 41 Il corpo umano: il sistema muscolare Il sistema motore Il Muscolo La contrazione di un muscolo scheletrico ha inizio quando il segnale elettrico, proveniente dai motoneuroni del sistema nervoso centrale arriva ai bottoni sinaptici liberando l’acetilcolina che agisce sui recettori presenti nella placca neuro muscolare determinando il potenziale d’azione. Il potenziale d'azione si propaga lungo il sarcolemma (ovvero la membrana cellulare del muscolo scheletrico) e attiva dei fenomeni elettrochimici che alla fine producono l’effetto seguente: con una reazione di fosforilazione, l’ATP diventa ADP liberando un gruppo fosfato che si lega alla testa di miosina, la quale sfrutta tale energia per saltare dal suo loco, e andare ad occupare il sito di attacco nel filamento sottile, lasciato libero dalla tropomiosina. Durante lo scorrimento le teste di miosina si legano a quelle di actina con una precisa angolazione di 45° . Possiamo suddividere la contrazione e il rilassamento muscolare in tre fasi principali, ovvero la contrazione, il rilassamento ed infine la fase latente, fase che segue lo stimolo, ma nella quale non c’è risposta. Il tono muscolare non è dato da una gradualità di funzionamento, ma dal numero di fibre muscolari che entrano in azione. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 42. 42 Il corpo umano: il sistema locomotore Il sistema locomotore Il corpo come sistema di leve Una leva è una macchina semplice, un dispositivo costruito dall'uomo per vincere mediante una forza, detta motrice, un'altra forza detta resistente. Le leve obbediscono ad un principio fisico semplice: il sistema è in equilibrio se la risultante dei momenti delle due forze è nulla. M OMENTO = F ORZA x b raccio Se la risultante dei momenti deve essere nulla (affinché il sistema si trovi in equilibrio) allora: M FORZA IN ENTRATA = M FORZA IN USCITA F x b = F' x b' Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 43. 43 Il corpo umano: il sistema locomotore Leva di prima specie: il fulcro si trova tra la forza motrice e la forza resistente. A sua volta la leva di primo tipo può essere vantaggiosa se la forza motrice è più distante dal fulcro della forza resistente oppure, nel caso contrario, svantaggiosa. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 44. 44 Il corpo umano: il sistema locomotore Leva di seconda specie: il fulcro si trova dalla stessa parte della forza motrice e della forza resistente, allo stesso tempo occorre che la forza motrice sia più distante dal fulcro rispetto alla resistente. Si deduce quindi che le leve di secondo tipo sono sempre vantaggiose. Vantaggio statico e Vantaggio dinamico. Si ha un vantaggio statico, quando impiegando una minore forza motrice si può vincere una maggiore forza resistente (leva vantaggiosa), in questo caso però la velocità e l'ampiezza del movimento sono piccole, si ha quindi uno svantaggio dinamico. Automaticamente uno svantaggio statico (leva svantaggiosa) permette una maggiore velocità e ampiezza di movimento, cioè un vantaggio dinamico. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 45. 45 Il corpo umano: il sistema locomotore Leva di terza specie (tipo): il fulcro si trova dalla stessa parte della forza motrice e della forza resistente, e allo stesso tempo occorre che la forza motrice sia più vicina al fulcro rispetto alla resistente. Si deduce quindi che le leve di terzo tipo sono sempre svantaggiose. Essendo più corto il braccio di leva, la forza sviluppata dal muscolo bicipite deve essere di gran lunga superiore rispetto alla forza peso della palla che si tiene sulla mano. Questo tipo di leva, permette però una grande ampiezza e rapidità di movimento. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 46. Il corpo umano: il sistema nervoso Il sistema di Comando Il Sistema Nervoso Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 47. Il corpo umano: il sistema nervoso Applicazioni: ortesi e SEF Sistema visivo, uditivo, vestibolare, tattile, ... Centri Centri Attuatori Sistema Movimenti superiori spinali muscolari scheletrico Fusi muscolari Forze Organi del esterne Golgi Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 48. Il corpo umano: il sistema nervoso Applicazioni: ortesi e SEF Internal cable Thumb switch 4 ch stimulator connector Electrodes cable thigh cuff Spiral cable electrodes Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 49. Il corpo umano: il movimento Convenzioni e Terminologie del Movimento Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 50. Il corpo umano: il movimento Movimenti nel piano sagittale Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 51. Il corpo umano: il movimento Movimenti nel piano frontale Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 52. Il corpo umano: il movimento Movimenti nel piano coronale Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 53. Il corpo umano: il movimento Movimenti di prono - supinazione Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 54. 54 La natura sorgente di idee Biomimetica Il concetto Biomimicry (from bios, meaning life, and mimesis, meaning to imitate) is a new discipline that studies nature’s best ideas and then imitates these designs and processes to solve human problems. … I think of it as “innovation inspired by nature”. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 55. 55 La natura sorgente di idee Biomimetica Il concetto Life has been performing design experiments on Earth’s R&D lab for 3.8 billion years. What’s flourishing on the planet today are the best ideas---those that perform well in context, while economizing on energy and materials. Whatever your company’s design challenge, the odds are high that one or more of the world’s 30 million creatures has not only faced the same challenge, but has evolved effective strategies to solve it. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 56. 56 La natura sorgente di idee Biomimetica La definizione Processo di astrazione dalla natura al design Ipotesi fondativa: L’evoluzione garantisce che il design usato in natura funziona Miliardi di anni di evoluzione, di tentativi e continui miglioramenti (trial and error) che si offrono alla cultura del progetto come un enorme bagaglio di soluzioni progettuali a cui ispirarsi. Problema associato: Processo induttivo-deduttivo per capire la funzione che la struttura svolge in natura e come applicarla nel tuo problema Criticità/Potenzialità: La struttura spesso di funzioni ne ha molte Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 57. 57 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi La nascita della biomimetica si può “datare” al 1948, quando il chimico svizzero George de Mestral inventò il velcro: accorgendosi che i pallini spinosi di nappole che si attaccavano ai suoi pantaloni e al pelo del suo cane terminavano con dei piccoli gancetti, pensò di sfruttare lo stesso sistema e nacque così il sistema di aggancio ad uncino che ha trovato moltissime applicazioni nella vita quotidiana, dalle chiusure lampo, alle tute spaziali e agli stivali progettati dalla NASA per i suoi astronauti. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 58. 58 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi La Concept Car Bionic di Mercedes si ispira a una creatura marina che vive a latitudini tropicali: l’Ostracion Cubicus. Più noto come “pesce scatola”, nonostante le sue forme insolite è estremamente aerodinamico e riesce a muoversi consumando una quantità minima di energia. È inoltre in grado di sopportare pressioni elevate, grazie ad una corazza esterna costituita da piastre ossee di forma esagonale, che gli consentono di uscire indenne da collisioni con la barriera corallina. Nel movimento libero il suo corpo ha un coefficiente di penetrazione aerodinamica di 0,06! Queste caratteristiche sono ideali per un’automobile che intende conseguire livelli di efficienza energetica straordinari, senza rinunciare alla sicurezza dei passeggeri.. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 59. 59 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi La foglia di loto ha una superficie autopulente e idrorepellente, grazie a delle micro e nanostrutture oleose che in unione con l’acqua, formano delle gocce che rotolando eliminano la polvere. Questa vernice è impermeabile e resistente alle macchie e soprattutto autopulente e quindi estremamente utile per rivestimenti esterni. Le piante di loto hanno delle superfici super-idrofobiche. Di conseguenza, anche una lieve inclinazione della foglia, dovuta al peso dell’acqua, le fa scivolare via. La superficie della foglia rimane asciutta anche durante un forte temporale. Il rotolamento delle goccioline su piccole particelle di sporco ne favorisce l’asportazione, sicché le foglie del loto sono autopulenti. Foglie di Nelumbo Nucifera subito dopo la caduta di goccioline di liquido colorato ed alcuni secondi dopo Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 60. 60 La natura sorgente di idee Biomimetica Il concetto Il tessuto del nuovo costume Fastskin Speedo è stato sviluppato osservando la struttura della pelle di squalo. La pelle di squalo è formata da squame dette “denticles” o dentelli dermici, che grazie alla loro forma, struttura e disposizione, riducono la resistenza dell’acqua, consentendone un fluire più rapido e quindi una maggiore velocità. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 61. 61 Il corpo umano: sorgente di idee Biomimetica Il concetto Meccanismo di apertura e chiusura delle pigne Tessuti a diversi gradi di traspirabilità per abbigliamento Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 62. 62 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi Le setae del geco Insetti, ragni e lucertole hanno sviluppato un’abilità unica di attaccarsi o staccarsi dalle superfici su comando. Tale capacità è attribuibile a micro/nanostrutture riscontrate sui cuscinetti di adesione di queste creature. Sebbene la forma e la dimensione di queste strutture vari da creatura a creatura, in tutti i casi i cuscinetti sono ricoperti da peli, chiamati setae. All’aumentare della dimensione (massa) della creatura, decresce il raggio degli elementi di adesione terminali ed aumenta la densità di questi elementi. Il geco è l’animale più grande a disporre di questo sistema di adesione a secco e per questo motivo ha rappresentato il principale oggetto della ricerca scientifica. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 63. 63 La natura sorgente di idee Biomimetica Il concetto Struttura delle setae del geco Le zampe dei gechi arborei rappresentano forse la maggiore richiesta al mondo di applicazione adesiva; essi sono in grado di attaccare e staccare le loro zampe adesive nell’arco di millisecondi mentre sfrecciano su superfici verticali e soffitti senza ricorrere ad alcuna secrezione. Le setae del geco si presentano in serie uniformi di tappetini lamellari sovrapposti ad una densità di 14,400 mm²; ciascuna seta misura circa 110 µm di lunghezza e 5 µm di diametro con ramificazioni all’estremità in 100-1000 spatulae. Quest’ultime sono steli con una terminazione sottile approssimatamene triangolare, in cui il vertice lega la spatula al suo stelo. Le spatulae misurano circa 200 nm in lunghezza e larghezza all’estremità, con uno spessore decrescente da 30 nm alla base fino a 10 nm all’estremità. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 64. 64 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 65. 65 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi L’adesione avviene quando le spatulae si appiattiscono contro un substrato, e le loro interazioni cumulative di van der Waals spatola- substrato generano forze capaci di supportare diverse volte il peso del corpo dell’animale, considerato che la totalità di 6,5 milioni di setae di un gecko tokay di 50 g che sfrutta appieno le capacità adesive potrebbe teoricamente generare 1300 N di forze di taglio – sufficienti a supportare 133 kg. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 66. 66 La natura sorgente di idee Biomimetica Esempi Gecko - textiles Gecko - tapes Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 67. 67 Il corpo umano: sorgente di idee Lampada “Tizio” by Artemide, Design R. Sapper Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 68. 68 Il corpo umano: sorgente di idee Lampada “L-2” by Luxo Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 69. 69 Richiami ed esempi applicativi Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 70. Richiami STATICA: UN CORPO RIGIDO SI TROVA IN CONDIZIONI STATICHE SE SONO SODDISFATTE LE CONDIZIONI DI ECQUILIBRIO ALLA TRASLAZIONE E ALLA ROTAZIONE -F ext -M ext C.N.S. IL CG DEL CORPO UMANO NON E’ UN PUNTO FISSO, MA DIPENDE DALLA EQUILIBRIO: CONFIGURAZIONE DEI SEGMENTI CHE LO COMPONGONO Σ F=0 -mg Σ M=0 -M -R IN PARTICOLARE MG+FEXT = R e MEXT = M Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 71. Richiami DINAMICA: DINAMICA DIRETTA: ANALISI MECCANICA DI UN SISTEMA IN CUI SI CONOSCONO LE FORZE E SI VUOLE DETERMINARE IL MOVIMENTO. FORZE MOVIMENTO DINAMICA INVERSA: ANALISI MECCANICA DI UN SISTEMA IN CUI SI CONOSCE IL MOVIMENTO E SI VOGLIONO DETERMINARE LE FORZE. MOVIMENTO FORZE IL LEGAME TRA MOVIMENTO E FORZE E’ FORMALIZZATO DA SISTEMI DI EQUAZIONI Σ F = ma Σ M = dT/dt = I ω0 Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 72. Richiami Per ricavare le misure dei segmenti articolari si fa uso di tabelle antropometriche: Tabella di Zatsiorsky Peso del soggetto Peso del singolo segmento Lunghezza di ogni arto Posizione del baricentro Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 73. Richiami Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 74. Esercitazione Esercizio Un sistema di tre aste vincolate tra loro è orientato nello spazio come da figura: calcolare la posizione del baricentro (x,y,z) del sistema sapendo che le aste rappresentano l’arto inferiore di un soggetto di 80 Kg. Si ipotizzi che: AB= segmento coscia BC= segmento gamba Y CD= segmento piede coordinate (cm): A A=(10,80,25) B=(45,50,15) B C=(20,10,20) D=(40,0,15) D X C mAB=0.14165 *mTOT Z mBC=0.04330 *mTOT mCD=0.01371 *mTOT Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 75. Esercitazione CENTRO DI GRAVITÀ: da un punto di vista operativo il CG si calcola A y A(Ax,Ay,Az) B B(Bx,By,Bz) x C(Cx,Cy,Cz) C z CGx=(Ax mA +Bx mB +Cx mC)/(mA+mB+mC) CGy=(Ay mA +By mB +Cy mC)/(mA+mB+mC) CGx=(Az mA +Bz mB +Cz mC)/(mA+mB+mC) Il problema si generalizza ovviamente in caso di n particelle Questa formula è valida anche nel caso il corpo rigido sia rappresentabile come una singola particella. Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 76. Esercitazione Soluzione esercizio Y mAB=0.14165 *80=11.132 kg mBC=0.04330 *80=3.464 kg A mCD=0.01371 *80=1.0968 kg G(28.78,53.08,19.27) B GAB ((10+45)/2,(80+50)/2,(25+15)/2)=(27.5,65,20) GBC (32.5,30,17.5) D X C GCD (30,5,17.5) Z Gx=(11.132*27.5+3.464*32.5+1.0968*30)/(11.132+3.464+1.0968)= =(306.13+112.58+32.904)/15.6928=28.78 Gy=(11.132*65+3.464*30+1.0968*5)/(11.132+3.464+1.0968)= =(723.58+103.92+5.484)/15.6928=53.08 GZ=(11.132*20+3.464*17.5+1.0968*17.5)/(11.132+3.464+1.0968)= =(222.64+60.62+19.194)/15.6928=19.27 Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 77. Esercitazione Esercizio Calcolare la forza prodotta dal bicipite per mantenere l’avambraccio nella posizione in figura, sapendo che il bicipite si attacca a 90° rispetto all’avambraccio, a 3 cm dal centro di rotazione del gomito. Si supponga che il peso P sia applicato sulla verticale passante per il baricentro della mano. -Fm Peso soggetto: 80 Kg H soggetto: 180 cm b=3 cm P=70 N -90° Lunghezza avambraccio: 0.146*H -P -b Peso avambraccio=0.01615 PTOT Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 78. Esercitazione Soluzione esercizio -Fm Peso soggetto: 80 Kg H soggetto: 180 cm b=3 cm P=70 N -R -90° Peso avambraccio: 0.01615*80=1.29Kg Lunghezza avambraccio: -P -b 0.146*180=26.28 cm -mg Σ F=0: Fm-mg-P+R=0 2 incognite NON RISOLVIBILE Σ M=0: Fm*d1-mg*d2 -P*d3 +R*d4 =0 Fm*0.03-1.29*9.81*0.1314-70*0.2628+R *0=0 Fm*0.03=1.66+18.40+0=20.06 Nm Fm=20.06/0.03=669N Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 79. Esercitazione La movimentazione manuale dei carichi FATTORI di CRITICITA’: INCLINAZIONE del TRONCO Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 80. Esercitazione Modello statico 2D Modelli che analizzano le forze agenti sul disco L3-L4 durante un sollevamento P1 : forza peso testa e braccia F2 P2 : forza peso torace e lombare P1 F1 : forza peso dell’oggetto F P2 3 F2 : forza intraddominale F3 : forza intratoracica Caratteristiche : F1 bidimensionale statico punti di applicazione = baricentri Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 81. Esercitazione Modello dinamico 3D Modello 3D : • sistema optoelettronico • 18 marker • piattaforma di forza Caratteristiche : • tridimensionale (considera traslazioni e rotazioni su tutti i piani) • dinamico (con componenti inerziali) Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 82. Esercitazione LEGGI DEL MOTO DI NEWTON: Dettagli applicativi sulla terza legge di Newton: VINCOLI F1 Rx Ry F1 RY Rx F2 F2 cerniera Rx e Ry sono reazioni vincolari Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 83. Esercitazione LEGGI DEL MOTO DI NEWTON: Dettagli applicativi sulla terza legge di Newton: VINCOLI F1 M Rx Ry F1 RY M Rx F2 F2 Vincolo rigido M è un momento interno Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 84. Esercitazione Modello delle forze agenti sul disco L3-L4: Baricentro upper FX è la somma delle forze orizzontali body e bx il suo braccio FY è la somma della forze verticali e by il suo braccio F3 è la forza intraddominale e A3 il suo braccio F2 è la forza intratoracica e A2 il suo braccio è l’angolo di applicazione delle forze F2 e F3 β è l’angolo di inclinazione del disco Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 85. Esercitazione Modello delle forze agenti sul disco L3-L4: Baricentro upper body Le incognite sono : R , β e F2 Tramite le equazioni di equilibrio dinamico: − Fx + F3 ⋅ senα − F2 ⋅ senα tg β = − FY + F3 ⋅ cos α − F2 ⋅ cos α − FY ⋅ bY + FX ⋅ b X − F3 ⋅ A3 F2= A2 − FY + ( F3 − F2 ) cos α R= cos β Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 86. Esercitazione equilibrio orizzontale : Fy - F3·cos +F2·cos + R·cosβ = 0 equilibrio verticale : Fx- F3·sen +F2·sen + R·senβ = 0 momento sul disco : F2·A2 + F3·A3 + Fy · by – Fx · bx = 0 dividendo la seconda per la prima: tg β = − Fx + F3 ⋅ senα − F2 ⋅ senα F2= − FY + F3 ⋅ cos α − F2 ⋅ cos α − FY ⋅ bY + FX ⋅ b X − F3 ⋅ A3 A2 Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 87. Esercitazione Esempio applicativo: sollevamento di bimbi con diverse modalità e strategie -α -V -D -H Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 88. Esercitazione Esempio applicativo • 6 soggetti analizzati - sistema optoelettronico di rilevamento marker • 2 task motori : SOLLEVAMENTO e POSIZIONAMENTO • 3 strategie motorie : gambe tese, parzialmente flesse e flesse • 2 diverse distanze : D1 e D2 • peso da sollevare / posizionare : 8 kg Totale = 250 prove circa Per tutti i soggetti si è ricavato: • baricentro dei segmenti • velocità lineari e angolari • accelerazioni lineari e angolari • angoli dei segmenti (relativi ed assoluti) • reazioni statiche e dinamiche sul disco Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 89. Esercitazione 3000 FORZE di Compressione SOGGETTO n°1 sollevamento 2500 2000 Forza di compressione 1500 Newton 1000 Fase 1 : standing 500 Fase 2 : abbassamento 0 Fase 3 : plateau -500 0 20 40 60 frame 80 100 120 Fase 4 : aggiunta del carico 1200 coordinata y del polso Fase 5 : risalita 1100 Fase 6 : standing 1000 900 millimetri 800 700 600 500 400 Coordinata Y del polso 300 0 20 40 60 80 100 120 frame Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 90. Esercitazione Risultati: MEDIA SOGGETTI (sollevamento D2) forze di compressione forze di taglio 3098 350 3100 336 2951 321 2900 325 2700 300 Newton Newton 2500 -26% 275 -23% 261 250 2300 2297 225 2100 200 1900 tese D2 poc fl D2 flex D2 tese D2 poc fl D2 flex D2 momento 140 • Elevata differenza tra strategia 130 127 ottimale e le restanti Newton metri 125 120 • Deviazioni standard molto basse -12% 112 110 100 tese D2 poc fl D2 flex D2 Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 91. Esercitazione Conclusioni I carichi massimi agenti aumentano al diminuire del grado di flessione delle gambe : + 30% tra strategia ottimale e peggiore La gravosità cresce con l’aumentare della distanza : + 5% passando da D1 a D2 Giuseppe Andreoni Cesare Alippi
  • 92. 92 Riferimenti Docente: Giuseppe Andreoni Dip. INDACO – Politecnico di Milano Tel. 02 2399.8881 Email: giuseppe.andreoni@polimi.it Assistenti: Fiammetta Costa Tel. 02 2399.7269 e-mail: fcosta@mail.polimi.it Marco Mazzola Tel. 02 2399.5944 e-mail: marco.mazzola@mail.polimi.it Paolo Perego Tel. 0341 48.8897 e-mail: paolo.perego@polimi.it Maximiliano Romero Tel. 02 2399.5990 e-mail: maximiliano.romero@polimi.it Giuseppe Andreoni Cesare Alippi