1. I PROCESSI DI RIFORMA DEL WELFARE STATE
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Attilio Gugiatti
Public Management and Policy
2. LO SCHEMA DI ANALISI
1. I MODELLI DI WELFARE EUROPEI
2. I MODELLI DI SOLIDARIETA’
3. SINDROME DELL’INADEGUATEZZA E TRAPPOLE ISTITUZIONALI
4. I PROCESSI DI RIFORMA DEL WELFARE IN EUROPA
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3. I MODELLI PREVALENTI DI WELFARE IN EUROPA
• Prendendo in considerazione i 5 aspetti fondamentali di un sistema
di protezione sociale (area dei rischi coperti, requisiti di accesso
alle prestazioni, struttura delle prestazioni, sistemi di finanziamento
dei programmi e assetti organizzativi) gli studiosi concordano
nell’individuare in Europa 4 modelli prevalenti:
1. L’area dei paesi scandinavi (fortemente o esclusivamente
universalistici);
2. I paesi anglosassoni (universalistici con presenza maggiore di
programmi di tipo assicurativo, es. Previdenza sociale);
3. I paesi dell’Europa Centrale (programmi prevalentemente assicurativi
integrati con interventi assistenziali e prevalenza contributi su
imposte);
4. I paesi dell’Europa Mediterranea (modello “misto” o ibrido tra i modelli
precedenti con elevato grado di particolarismo categoriale).
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4. FERRERA E I MODELLI DI SOLIDARIETA’
FERRERA DISTINGUE DUE MODELLI DI RIFERIMENTO
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MODELLO UNIVERSALISTICO
IN QUESTO MODELLO LA COMUNITA’ DI RIFERIMENTO DEGLI
INTERVENTI E’ RAPPRESENTATA DA TUTTA LA POPOLAZIONE E IL
SISTEMA DI FINANZIAMENTO E’ PREVALENTEMENTE O
ESCLUSIVAMENTE FISCALE.
LOGICA DEL DIRITTO DI CITTADINANZA
MODELLO OCCUPAZIONALE
IN QUESTO MODELLO L’ACCESSO AI SERVIZI E’ REGOLATO
DALL’APPARTENENZA A DIVERSE CATEGORIE. ESISTE QUINDI UNA
FRAMMENTAZIONE DEGLI INTERVENTI FRA LE CATEGORIE. IL SISTEMA
DI FINANZIAMENTO DEGLI INTERVENTI E’ PREVALENTEMENTE O
ESCLUSIVAMENTE BASATO SUI CONTRIBUTI VERSATI DALLE DIVERSE
CATEGORIE.
LOGICA DELL’APPARTENENZA A GRUPPI SOCIALI.
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5. MODELLI PURI E MISTI
MODELLI MODELLI
UNIVERSALISTICI OCCUPAZIONALI
PURI SVE NOR DK F B D A
MISTI UK CAN NZ ITA SVI NL IRL
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6. CRISI DEL WELFARE STATE
CAUSE E FATTORI DI EVOLUZIONE DEI DIVERSI MODELLI DI WS:
1. GLOBALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA
2. NUOVE TECNOLOGIE E LIVELLI OCCUPAZIONALI
3. FATTORI DEMOGRAFICI
4. FENOMENI MIGRATORI
5. VALORI DOMINANTI EMERGENTI
I FATTORI DI CRISI CONDUCONO A DUE GRANDI CONSEGUENZE:
1. CRESCENTI CONTRASTI TRA CATEGORIE (GIOVANI/VECCHI,
OCCUPATI/DISOCCUPATI, GARANTITI/NON GARANTITI, …)
2. CRISI FISCALE DELLO STATO (CRESCITA SPESA PUBBLICA)
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7. LA SINDROME DELL’INADEGUATEZZA
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FINO AGLI ANNI ’70 OGGI
- SPERANZA DI VITA
- FERTILITA’
- MALATTIE PREVALENTI
- CAUSE DI MORTE
- FATTORI DI DISAGIO
SOCIALE
- DISOCCUPAZIONE
- CARATTERISTICHE DEL
RAPPORTO DI LAVORO
- MODELLO DI RELAZIONI
INDUSTRIALI
- RUOLO DELLADONNA
NELMERCATO DEL LAVORO
- FENOMENI MIGRATORI
- RUOLO DELL’AGRICOLTURA
- RUOLO DEL SINDACATO
- VALORI SOCIALI EMERGENTI
8. LA RIFORMA DEL WELFARE IN EUROPA
• Durante gli anni ‘90 tutti i paesi europei hanno introdotto elementi di
riforma nell’ambito delle proprie politiche per la protezione sociale.
• I fattori che hanno spinto maggiormente nella direzione di riformare i
diversi sistemi sono stati:
1. Le politiche di risanamento dei bilanci pubblici in vista dell’Unione
Monetaria;
2. Le trasformazioni strutturali che hanno un impatto significativo sulla spesa
e sugli strumenti della protezione sociale (dinamiche demografiche,
integrazione economica internazionale, innovazioni tecnologiche)
• Gli indirizzi seguiti in tutti i paesi europei, seppure in misura diversa,
hanno puntato a:
1. Aumentare la selettività nell’accertamento dei beneficiari (diffusione
maggiore di means test)
2. Privilegiare le misure di welfare to work, ovvero la ricerca di percorsi di
inclusione tramite servizi e incentivi volti a migliorare l’occupabilità delle
persone, in alternativa o come integrazione dei sostegni monetari passivi.
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9. UN PERCORSO DIFFICILE E NON DEFINITO
• I tentativi di riforma sono stati fortemente condizionati, oltre che dalla
difficile congiuntura economica e dalle politiche restrittive di bilancio, dagli
accentuati cambiamenti nei mercati del lavoro in tutti i paesi europei:
1. Progressivo superamento del sistema di produzione fordista,
2. Estensione di forme di impiego flessibile e aumento dei rischi di interruzione del
rapporto di lavoro,
3. Nuove forme di esclusione,
4. Maggiore ricorso alle reti di protezione dell’assistenza pubblica.
• I processi di riforma del welfare sono quindi sempre più intrecciati con le
trasformazioni del mercato del lavoro che rendono questi processi continui
con una forte pressione verso l’innovazione degli schemi di protezione
sociale.
• Più che di una riduzione in senso assoluto delle risorse a disposizione del
welfare si è trattato di ricercare forme di utilizzo diverso delle stesse
grandezze economiche con l’obiettivo di fornire prestazioni più efficaci e
favorire l’integrazione sociale dell’assistito.
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10. I TRATTI COMUNI
Pur nelle differenze esistenti tra le politiche di riforma e innovazione
a livello dei paesi europei almeno due elementi appaiono comuni:
1. Il tendenziale e difficile passaggio dai sostegni monetari all’erogazione
di servizi;
2. La ricerca di un maggiore coordinamento tra le politiche per
l’assistenza e le politiche per il lavoro.
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