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Evoluzione del concetto di
difesa psichica
• All’interno della psicoanalisi vi sono varie
metapsicologie o teorie generali globali di alto
livello.
• E’ difficile in questa complessità trovare un
terreno comune. Si trovano invece elementi
unificanti nella teoria clinca di basso livello,
aderente all’esperienza clinica comune: teoria
del transfert e controtransfert, resistenze, difese,
ansia, conflitto e compromesso, Sé e
rappresentazione d’oggetto. (Wallerstein,1990)
• Col termine meccanismo di difesa ci
riferiamo ad un’operazione mentale che
avviene per lo più in modo inconsapevole,
la cui funzione è di proteggere l’individuo
dal provare eccessiva ansia. Secondo la
teoria psicoanalitica classica, tale ansia si
manifesterebbe nel caso in cui l’individuo
diventasse conscio di pensieri, impulsi o
desideri inaccettabili. In una moderna
concezione delle difese, una funzione
ulteriore è la protezione del Sé-
dall’autostima fino all’integrazione.
Le difese possono essere
patologiche?
• Rigidità, intensità, irreversibilità
• Distorsione della realtà o interferenza con altre
funzioni dell’Io
• Bilanciamento fra diverse difese
• Inappropriatezza rispetto alla fase di sviluppo in
cui si trova il soggetto il b.no necessita di
adeguate protezioni per svilupparsi, l’adulto
deve essere consolidato e non necessita dello
stesso tipo di tutela (sottesa idea della difesa
come forza maturativa e risorsa adattiva)
Freud
• 1937 Analisi terminabile e interminabile
I meccansismi di difesa sono quei
procedimenti di cui “l’Io si avvale per
essere all’altezza del proprio compito,
ossia, per esprimerci genericamente, per
evitare pericoli, angoscia, dispiacere”
(pag.518)
• I meccanismi di difesa sono processi attivati
dall’Io quando un segnale d’angoscia avverte
della presenza di un pericolo proveniente dalla
realtà esterna, dalle pulsioni dell’Es o dal Super-
Io. L’angoscia è la causa e non l’esito delle
difesa, come precedentemente ipotizzato.
• Le difese sono meccansismi inconsci e discreti
che l’Io utilizza, in ottemperanza al principio di
piacere, per evitare il verificarsi del trauma.
• (1925, 1926, 1937)
• Era già chiaro a Freud che il rapporto fra
segnali di angoscia e risposta difensiva si
basa su un equilibrio centrato sulla
personalità, cioè sulla vita psichica
interiore e sui suoi rapporti con il mondo
esterno.
• La tenuta dell’equilibrio psichico dipende
dall’intensità del segnale d’angoscia,
dall’impatto sulla psiche del fattore
angosciante o traumatico, dal grado di
maturazione dell’organizzazione psichica.
• I meccanismi di difesa sono utili per tenere
lontano i pericoli, ma essi stessi possono
trasformarsi in pericoli.
• L’individuo di solito seleziona alcuni meccanismi
che si fissano nel suo Io diventando abituali
modalità di reazione del suo carattere che si
ripetono nel corso dell’esistenza quando si
presentano situazioni analoghe a quella
originaria. Così i meccanismi di difesa si
trasformano in infantilismi che condividono il
destino di tante istituzioni che tendono a
conservarsi al di là dell’epoca in cui si sono
rivelate utili. (1937)
Proprietà delle difese dell’Io Freud
(1937) Sintesi
Caratterizzano sia i quadri patologici che
la vita del soggetto normale
• Sono inconsce
• Sono discrete l’una rispetto all’altra
• Possono essere reversibili
• Possono essere sia adattive che
patologiche
• Quando ripetitive e inattuali preparano e
favoriscono lo scoppio della nevrosi
Anna Freud: prima classificazione
• Anna Freud con James Strachey (1934, 1937)
descrivono la varietà e la forza dei meccansimi
di difesa.
• Anna sottolinea maggiormente l’aspetto adattivo
delle difese e la loro relazione diretta con le
situazioni esterne.
• Promuove lo spostamento dall’Es e dalle
pulsioni verso l’Io e le difese (sviluppi nella
Psicologia dell’Io nordamaricana – Hartmann)
• Questa prima sistematizzazione dei
meccansimi di difesa consente l’avvio
dell’integrazione tra teorie, clinica e
ricerca.
• Inizia ad essere indagata la correlazione
fra l’assetto gerarchico dei meccanismi di
difesa e la maturità e la salute dell’io.
• Criteri sui quali valutare la funzionalità di
una difesa:
• Intensità
• Adeguatezza rispetto all’età
• Reversibilità
• Equilibrio fra le difese impiegate
Melanie Klein
• Klein ha studiato i meccanismi primitivi di
difesa, legati in particolare agli stati
psicotici.
• Importante il contributo per cui i
meccanismi di difesa non si limiterebbero
a proteggere l’Io da sentimenti dolorosi,
ma costituiscono principi organizzativi
della vita psichica.
• Mentre Anna Freud è interessata a
comprendere il funzionamento delle difese
e il ruolo dell’Io, la Klein si focalizza sul
contenuto profondo delle fantasie
angosciose.
• La novità introdotta dalla Klein deriva
dall’osservazione per cui il bambino
introietta parti del corpo del genitore, su
cui ha proiettato le sue pulsioni nelle fasi
precoci dello sviluppo del Super-Io, prima
di interiorizzare i genitori come oggetti
interi e distinti.
• Scissione, idealizzazione, onnipotenza,
identificazione proiettiva implicano percezioni
distorte del Sé o del mondo esterno, legate a
stati pulsionali interni.
• identificazione proiettiva: fin dai primi stadi di
vita esiste un processo psichico attraverso il
quale aspetti del Sé non sono semplicemente
proiettati sulla rappresentazione psichica
dell’altro, ma dentro l’oggetto, in modo da
controllarlo dall’interno e di giungere
all’esperienza dell’oggetto come parte di sé.
Otto Kernberg
• Il principale contributo di Kernberg è la tesi per
cui i pazienti borderline mostrano caratteristiche
“difese primitive”, la cui presenza è
patognomonica per formulare la diagnosi.
• Sottesa è l’idea di una concezione gerarchica
(continuum di gravità) ed evolutiva delle difese,
per cui i pz. più gravi mantengono le difese
caratteristiche dell’infanzia.
Dal modello intrapsichico al
modello relazionale
• Lo spostamento del baricentro psicoanalitico dal
modello pulsionale al modello relazionale ha
radicalmente modificato l’originario concetto
freudiano di difesa.
• Mentre prima le difese erano lette come tentativi
di fronteggiare i moti pulsionali e i derivati
pulsionali, si sottolinea ora il ruolo dei
meccansimi di difesa nelle relazioni (compresa
la loro perdita) e nel contesto dell’influenza
ambientale nella costruzione del Sé.
• Si allarga il significato del concetto di difesa ad
un insieme di operazioni dove l’idea della
pulsione è ridimensionata e l’aspetto cognitivo-
operativo non è separabile da quello
emozionale-affettivo.
• Meccansimi di difesa sono quindi tutti quegli
espedienti psicologici che, oltre che a difenderci
dall’ansia, ci riparano dalla delusione, dalla
mortificazione, dall’umiliazione, dalla vergogna e
contribuiscono a difendere il senso di sicurezza
interiore(e quindi la coesione del Sé)
• Se limitiamo il concetto di difesa alla sua
classicità escludiamo dalla comprensione le
personalità narcisistiche o le organizzazioni
Falso-Sé, rispetto alle quali è prioritario
considerare le problematiche relative alla
sicurezza e alla protezione del Sé nei confronti
dell’ambiente umano, prima di prendere in
considerazione i conflitti erotici o pulsionali.
• Il concetto di difesa può essere riletto nell’ottica
di “modelli individuali di adattamento organizzati
per far fronte a eventi o situazioni interpersonali
stressanti. (Dazzi, De Coro 2001)
• Influenze delll’Infant Research (Stern)
dell’attaccamento…
Donald Winnicott
• Winnicott (1965) distingue
• le difese organizzate contro l’esperienza
istintuale (l’Io gestisce l’Es)
• le difese organizzate contro i fallimenti
ambientali traumatici (alla base delle
costruzioni autoprotettive come gli
adattamenti Falso Sé)
• L’occultamento del vero Sé è una difesa
contro la manifestazione ( nelle forme più
estreme la consapevolezza) dei propri
sentimenti, dei propri bisogni, per
proteggere sia il vero Sé sia la relazione
con il caregiver.
• Winnicott sottolinea anche la necessità di
modulare l’espressione del vero Sé,
sistema puro di desideri e bisogni,
precedente ogni compromesso.
• Paradosso winnicottiano: ”Bisogna
proteggersi dal vero Sé (controllarlo), o si
svilupperà una psicosi, ma bisogna anche
proteggere il vero Sé (sostenerlo) come
sorgente dell’energia vitale e della
motivazione” (Cooper 1998).
• Dopo Winnicott l’essere umano non può
più essere pensato come sistema chiuso
e anche le difese vengono lette come
fenomeni interattivi
Heinz Kohut
• Per Kohut i meccanismi di difesa sono
primariamente tentativi finalizzati a
proteggere la fragilità del Sé, cioè sistemi
organizzati fin dall’infanzia contro i
fallimenti empatici di “oggetti-Sé” deludenti
• Le difese che proteggono la vulnerabilità
di un Sé nucleare vanno trattate con
rispetto
Psicoanalisi e intersoggettività
• Intersoggettività: studio dei processi che
reciprocamente coinvolgono e influenzano
paziente e terapeuta. (non più rimozione ma
omissione)
• Le difese sono plasmate e influenzate dal
conteso relazionale.
• Da p.d.v. clinico integrare aspetti intrapsichici e
interpersonali, meccanismi di difesa interni e
fattori relazionali (fattori di stato e fattori di tratto)
John Bowlby e gli sviluppi delle
teorie sull’attaccamento
• Lettura delle difese collegate ai Modelli Operativi
Interni
• non più solo piano intrapsichico, ma difese come
conseguenza di traumi psichici causati da
disturbi della funzione di contenimento dei
genitori
 difese come fenomeno interpersonale e
ambientale, strategie cognitive, fondate
sull’esperienza affettiva, che organizzano e
programmano il comportamento, diventando con
il tempo automatizzate
sviluppi delle teorie
sull’attaccamento
• Fonagy equipara i modelli di attaccamento
ai meccanismi di difesa messi in atto dal
b.no per affrontare gli stili di interazione
delle figure di accudimento.
• Pattern di attaccamento: “abituali modelli
di relazione sviluppati dall’Io per
minimizzzare l’angoscia e ottimizzare
l’adattamento”
sviluppi delle teorie
sull’attaccamento
• Fonagy e Target ritengono che la funzione
riflessiva (integrazione delle primitive
modalità di equivalenza psichica e del fare
finta) sia il cuore della realtà psichica, una
conquista intrapsichica e interpersonale ,
soggetta a conflitti e difese.
• Il mancato sviluppo della funzione riflessiva viene visto
come difesa estrema nei b.ni esposti a situazioni
traumatiche, dove la contemplazione del proprio stato
mentale o di quello del caregiver sarebbe un’esperienza
soverchiante
• Winnicott individua delle difese che il
neonato può impiegare di fronte ad
“agonie” primitive. Tali agonie si
riferiscono a ciò che il neonato può vivere
quando è in uno stato di dipendenza
assoluta dalla madre (e dal suo Io
ausiliario) e non ha operato una
distinzione fra il me e il non me.

• Agonie: Difese
1) ritorno ad uno stato non integrato
disintegrazione
2)Cadere per sempre Autocontenimento
Self-holding
3) Perdita della collusione psicosomatica
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Teorie e difese

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Teorie e difese

  • 1. Evoluzione del concetto di difesa psichica
  • 2. • All’interno della psicoanalisi vi sono varie metapsicologie o teorie generali globali di alto livello. • E’ difficile in questa complessità trovare un terreno comune. Si trovano invece elementi unificanti nella teoria clinca di basso livello, aderente all’esperienza clinica comune: teoria del transfert e controtransfert, resistenze, difese, ansia, conflitto e compromesso, Sé e rappresentazione d’oggetto. (Wallerstein,1990)
  • 3. • Col termine meccanismo di difesa ci riferiamo ad un’operazione mentale che avviene per lo più in modo inconsapevole, la cui funzione è di proteggere l’individuo dal provare eccessiva ansia. Secondo la teoria psicoanalitica classica, tale ansia si manifesterebbe nel caso in cui l’individuo diventasse conscio di pensieri, impulsi o desideri inaccettabili. In una moderna concezione delle difese, una funzione ulteriore è la protezione del Sé- dall’autostima fino all’integrazione.
  • 4. Le difese possono essere patologiche? • Rigidità, intensità, irreversibilità • Distorsione della realtà o interferenza con altre funzioni dell’Io • Bilanciamento fra diverse difese • Inappropriatezza rispetto alla fase di sviluppo in cui si trova il soggetto il b.no necessita di adeguate protezioni per svilupparsi, l’adulto deve essere consolidato e non necessita dello stesso tipo di tutela (sottesa idea della difesa come forza maturativa e risorsa adattiva)
  • 5. Freud • 1937 Analisi terminabile e interminabile I meccansismi di difesa sono quei procedimenti di cui “l’Io si avvale per essere all’altezza del proprio compito, ossia, per esprimerci genericamente, per evitare pericoli, angoscia, dispiacere” (pag.518)
  • 6. • I meccanismi di difesa sono processi attivati dall’Io quando un segnale d’angoscia avverte della presenza di un pericolo proveniente dalla realtà esterna, dalle pulsioni dell’Es o dal Super- Io. L’angoscia è la causa e non l’esito delle difesa, come precedentemente ipotizzato. • Le difese sono meccansismi inconsci e discreti che l’Io utilizza, in ottemperanza al principio di piacere, per evitare il verificarsi del trauma. • (1925, 1926, 1937)
  • 7. • Era già chiaro a Freud che il rapporto fra segnali di angoscia e risposta difensiva si basa su un equilibrio centrato sulla personalità, cioè sulla vita psichica interiore e sui suoi rapporti con il mondo esterno. • La tenuta dell’equilibrio psichico dipende dall’intensità del segnale d’angoscia, dall’impatto sulla psiche del fattore angosciante o traumatico, dal grado di maturazione dell’organizzazione psichica.
  • 8. • I meccanismi di difesa sono utili per tenere lontano i pericoli, ma essi stessi possono trasformarsi in pericoli. • L’individuo di solito seleziona alcuni meccanismi che si fissano nel suo Io diventando abituali modalità di reazione del suo carattere che si ripetono nel corso dell’esistenza quando si presentano situazioni analoghe a quella originaria. Così i meccanismi di difesa si trasformano in infantilismi che condividono il destino di tante istituzioni che tendono a conservarsi al di là dell’epoca in cui si sono rivelate utili. (1937)
  • 9. Proprietà delle difese dell’Io Freud (1937) Sintesi Caratterizzano sia i quadri patologici che la vita del soggetto normale • Sono inconsce • Sono discrete l’una rispetto all’altra • Possono essere reversibili • Possono essere sia adattive che patologiche • Quando ripetitive e inattuali preparano e favoriscono lo scoppio della nevrosi
  • 10. Anna Freud: prima classificazione • Anna Freud con James Strachey (1934, 1937) descrivono la varietà e la forza dei meccansimi di difesa. • Anna sottolinea maggiormente l’aspetto adattivo delle difese e la loro relazione diretta con le situazioni esterne. • Promuove lo spostamento dall’Es e dalle pulsioni verso l’Io e le difese (sviluppi nella Psicologia dell’Io nordamaricana – Hartmann)
  • 11. • Questa prima sistematizzazione dei meccansimi di difesa consente l’avvio dell’integrazione tra teorie, clinica e ricerca. • Inizia ad essere indagata la correlazione fra l’assetto gerarchico dei meccanismi di difesa e la maturità e la salute dell’io.
  • 12. • Criteri sui quali valutare la funzionalità di una difesa: • Intensità • Adeguatezza rispetto all’età • Reversibilità • Equilibrio fra le difese impiegate
  • 13. Melanie Klein • Klein ha studiato i meccanismi primitivi di difesa, legati in particolare agli stati psicotici. • Importante il contributo per cui i meccanismi di difesa non si limiterebbero a proteggere l’Io da sentimenti dolorosi, ma costituiscono principi organizzativi della vita psichica.
  • 14. • Mentre Anna Freud è interessata a comprendere il funzionamento delle difese e il ruolo dell’Io, la Klein si focalizza sul contenuto profondo delle fantasie angosciose. • La novità introdotta dalla Klein deriva dall’osservazione per cui il bambino introietta parti del corpo del genitore, su cui ha proiettato le sue pulsioni nelle fasi precoci dello sviluppo del Super-Io, prima di interiorizzare i genitori come oggetti interi e distinti.
  • 15. • Scissione, idealizzazione, onnipotenza, identificazione proiettiva implicano percezioni distorte del Sé o del mondo esterno, legate a stati pulsionali interni. • identificazione proiettiva: fin dai primi stadi di vita esiste un processo psichico attraverso il quale aspetti del Sé non sono semplicemente proiettati sulla rappresentazione psichica dell’altro, ma dentro l’oggetto, in modo da controllarlo dall’interno e di giungere all’esperienza dell’oggetto come parte di sé.
  • 16. Otto Kernberg • Il principale contributo di Kernberg è la tesi per cui i pazienti borderline mostrano caratteristiche “difese primitive”, la cui presenza è patognomonica per formulare la diagnosi. • Sottesa è l’idea di una concezione gerarchica (continuum di gravità) ed evolutiva delle difese, per cui i pz. più gravi mantengono le difese caratteristiche dell’infanzia.
  • 17. Dal modello intrapsichico al modello relazionale • Lo spostamento del baricentro psicoanalitico dal modello pulsionale al modello relazionale ha radicalmente modificato l’originario concetto freudiano di difesa. • Mentre prima le difese erano lette come tentativi di fronteggiare i moti pulsionali e i derivati pulsionali, si sottolinea ora il ruolo dei meccansimi di difesa nelle relazioni (compresa la loro perdita) e nel contesto dell’influenza ambientale nella costruzione del Sé.
  • 18. • Si allarga il significato del concetto di difesa ad un insieme di operazioni dove l’idea della pulsione è ridimensionata e l’aspetto cognitivo- operativo non è separabile da quello emozionale-affettivo. • Meccansimi di difesa sono quindi tutti quegli espedienti psicologici che, oltre che a difenderci dall’ansia, ci riparano dalla delusione, dalla mortificazione, dall’umiliazione, dalla vergogna e contribuiscono a difendere il senso di sicurezza interiore(e quindi la coesione del Sé)
  • 19. • Se limitiamo il concetto di difesa alla sua classicità escludiamo dalla comprensione le personalità narcisistiche o le organizzazioni Falso-Sé, rispetto alle quali è prioritario considerare le problematiche relative alla sicurezza e alla protezione del Sé nei confronti dell’ambiente umano, prima di prendere in considerazione i conflitti erotici o pulsionali. • Il concetto di difesa può essere riletto nell’ottica di “modelli individuali di adattamento organizzati per far fronte a eventi o situazioni interpersonali stressanti. (Dazzi, De Coro 2001) • Influenze delll’Infant Research (Stern) dell’attaccamento…
  • 20. Donald Winnicott • Winnicott (1965) distingue • le difese organizzate contro l’esperienza istintuale (l’Io gestisce l’Es) • le difese organizzate contro i fallimenti ambientali traumatici (alla base delle costruzioni autoprotettive come gli adattamenti Falso Sé)
  • 21. • L’occultamento del vero Sé è una difesa contro la manifestazione ( nelle forme più estreme la consapevolezza) dei propri sentimenti, dei propri bisogni, per proteggere sia il vero Sé sia la relazione con il caregiver. • Winnicott sottolinea anche la necessità di modulare l’espressione del vero Sé, sistema puro di desideri e bisogni, precedente ogni compromesso.
  • 22. • Paradosso winnicottiano: ”Bisogna proteggersi dal vero Sé (controllarlo), o si svilupperà una psicosi, ma bisogna anche proteggere il vero Sé (sostenerlo) come sorgente dell’energia vitale e della motivazione” (Cooper 1998). • Dopo Winnicott l’essere umano non può più essere pensato come sistema chiuso e anche le difese vengono lette come fenomeni interattivi
  • 23. Heinz Kohut • Per Kohut i meccanismi di difesa sono primariamente tentativi finalizzati a proteggere la fragilità del Sé, cioè sistemi organizzati fin dall’infanzia contro i fallimenti empatici di “oggetti-Sé” deludenti • Le difese che proteggono la vulnerabilità di un Sé nucleare vanno trattate con rispetto
  • 24. Psicoanalisi e intersoggettività • Intersoggettività: studio dei processi che reciprocamente coinvolgono e influenzano paziente e terapeuta. (non più rimozione ma omissione) • Le difese sono plasmate e influenzate dal conteso relazionale. • Da p.d.v. clinico integrare aspetti intrapsichici e interpersonali, meccanismi di difesa interni e fattori relazionali (fattori di stato e fattori di tratto)
  • 25. John Bowlby e gli sviluppi delle teorie sull’attaccamento • Lettura delle difese collegate ai Modelli Operativi Interni • non più solo piano intrapsichico, ma difese come conseguenza di traumi psichici causati da disturbi della funzione di contenimento dei genitori  difese come fenomeno interpersonale e ambientale, strategie cognitive, fondate sull’esperienza affettiva, che organizzano e programmano il comportamento, diventando con il tempo automatizzate
  • 26. sviluppi delle teorie sull’attaccamento • Fonagy equipara i modelli di attaccamento ai meccanismi di difesa messi in atto dal b.no per affrontare gli stili di interazione delle figure di accudimento. • Pattern di attaccamento: “abituali modelli di relazione sviluppati dall’Io per minimizzzare l’angoscia e ottimizzare l’adattamento”
  • 27. sviluppi delle teorie sull’attaccamento • Fonagy e Target ritengono che la funzione riflessiva (integrazione delle primitive modalità di equivalenza psichica e del fare finta) sia il cuore della realtà psichica, una conquista intrapsichica e interpersonale , soggetta a conflitti e difese. • Il mancato sviluppo della funzione riflessiva viene visto come difesa estrema nei b.ni esposti a situazioni traumatiche, dove la contemplazione del proprio stato mentale o di quello del caregiver sarebbe un’esperienza soverchiante
  • 28. • Winnicott individua delle difese che il neonato può impiegare di fronte ad “agonie” primitive. Tali agonie si riferiscono a ciò che il neonato può vivere quando è in uno stato di dipendenza assoluta dalla madre (e dal suo Io ausiliario) e non ha operato una distinzione fra il me e il non me. 
  • 29.
  • 30. • Agonie: Difese 1) ritorno ad uno stato non integrato disintegrazione 2)Cadere per sempre Autocontenimento Self-holding 3) Perdita della collusione psicosomatica Depersonalizzazione 4) Perdita della capacità di relazionarsi con gli oggetti Stati autistici