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Il ritardo mentaleIl ritardo mentale
“Un deficit dell’intelligenza dipendente da un
insufficiente sviluppo o da un rallentamento delle
capacità intellettive per cause prenatali, perinatali e
postnatali di diversissima natura”
DEFINIZIONE
Una definizione…
Secondo alcune tra le tante definizioni, l’intelligenza
è un insieme di processi cognitivi, tipici dell’essere
umano, come il ragionamento logico, la capacità di
formulare valutazioni ed autocorrezioni, la capacità
di perseguire uno scopo utilizzando gli strumenti
giusti.
INTELLIGENZA
La definizione di Wechsler
Secondo l’autore delle scale di intelligenza più
utilizzate in ambito psicodiagnostico, sia una
competenza generale, multidimensionale e
multideterminata, una capacità globale che in qualche
modo consente all’individuo di predisporsi alla
comprensione del mondo e ad affrontarne le sfide.
Egli ritiene che l’intelligenza sia funzione anche di
fattori diversi da quelli cognitivi e che, quindi, un test di
intelligenza misuri inevitabilmente anche tali fattori
(motivazione, personalità, emotività, ecc.).
INTELLIGENZA
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità, nel concetto di ritardo mentale va
considerata, accanto al deficit intellettivo,
l’inadeguatezza del funzionamento adattivo, ovvero
un’incapacità del soggetto a corrispondere agli
standard propri della sua età o della sua cultura in
aree come l’autonomia e la responsabilità sociale, la
comunicazione, le attività della vita quotidiana,
l’indipendenza personale e l’autosufficienza.
W.H.O., 2001
Funzionamento intellettivo significativamente
inferiore alla media: un QI di 70 o inferiore ottenuto
ad un test standardizzato di intelligenza *
Concomitanti compromissioni nel funzionamento
adattivo attuale (la capacità del sogg. di adeguarsi
agli standard propri della sua cultura e del suo
ambiente culturale) in almeno 2 delle seguenti aree:
comunicazione, cura della propria persona, vita
familiare, capacità sociali, uso delle risorse della
comunità, autodeterminazione, funzionamento
scolastico, lavoro, tempo libero, sicurezza e salute.
Esordio prima dei 18 anni
DSM IV
L’incidenza di questo disturbo non è facilmente
determinabile data la natura molteplice dei quadri clinici
con cui si presenta, tuttavia le statistiche più recenti
mettono in luce che, nel nostro paese, i soggetti con
ritardo mentale rappresentano circa il 2-3% della
popolazione totale
Incidenza
Genetici: modificazioni numeriche o strutturali del
corredo genetico
Prenatali: malattie infettive, assunzione di farmaci e
droghe durante la gravidanza
Perinatali: prematurità, postmaturità, insufficienza
placentare e traumi da parto
Postatali: encefaliti, traumi o incidenti vascolari, nel
primo anno di vita
Psicosociali: condizioni ambientali affettivamente e
culturalmente poco stimolanti
I fattori causali
Classificazione I
•Ritardo mentale gravissimo (Q.I. inferiore a 20-25).
È presente nel 1-2% dei ritardati mentali. Questi
pazienti hanno una profonda riduzione delle capacità
sensomotorie e un’assenza praticamente totale di
linguaggio. L’autonomia personale non viene
raggiunta e l’adattabilità alla vita relazionale è
pressoché nulla.
•Ritardo mentale grave (Q.I. da 20-25 a 35-40).
Rappresenta il 3-4%. Questi soggetti presentano
funzioni verbali e capacità motorie rudimentali,
manifestazioni comportamentali incontrollate ed
assenza di autonomia personale e sociale.
Classificazione II
•Ritardo mentale medio (Q.I. da 35-40 a 50-55).
Interessa il 12% dei soggetti con ritardo. I soggetti
sono in grado di sviluppare un linguaggio
elementare, utilizzato per esprimere bisogni semplici
o realizzare scambi concreti. Lo sviluppo motorio è
soddisfacente. Pur giungendo ad una relativa
autonomia personale, questi soggetti necessitano di
un ambiente protetto sia nel lavoro che nella vita
quotidiana.
Classificazione III
•Ritardo mentale lieve (Q.I. da 50-55 a 70). È
presente nell’80% della popolazione di ritardati.
Questi soggetti hanno alterazioni sensoriali e
motorie minime, un linguaggio sufficientemente
sviluppato e una discreta autonomia personale e
sociale, presentano un pensiero aderente alla realtà
ma non sempre raggiungono la capacità di
astrazione.
funzionamento intellettivo ai limiti della
norma
Quando il Q.I. si colloca tra 71 e 80 si parla di
funzionamento intellettivo ai limiti della norma o di
pseudo-insufficienza mentale.
Questa condizione patologica è considerata
“relazionale” ed è contraddistinta da un’eziologia
esclusivamente ambientale.
Alcuni sintomi
Egocentrismo
Difetti di astrazione e di simbolizzazione
Pensiero concreto, piuttosto che ipotetico-
deduttivo
Modulazione ridotta dell’affettività
Scarso controllo dell’aggressività
Dipendenza o eccessiva opposizione nei rapporti
interpersonali
La diagnosi nei bambini
Il DSM IV specifica che in età infantile un giudizio
clinico di funzionamento intellettivo inferiore alla
norma sostituisce la valutazione tramite test di Q.I.
Tale giudizio è generalmente fondato
sull’osservazione di alcune funzioni. A tale riguardo il
gioco costituisce un importante indicatore dello
sviluppo cognitivo.
Il gioco
Il gioco può essere considerato un indice di “maturità
cognitiva”.
Esiste una progressione evolutiva universale
dell’attività ludica che normalmente passa dal livello
più semplice dell’attività esplorativa a quello più
complesso rappresentato dall’attività simbolica. Tale
evoluzione riflette lo sviluppo delle abilità cognitive
sottostanti, quali l’attenzione e l’abilità
rappresentazionale.
Il gioco
1. Attività unitaria funzionale;
2. Attività combinatoria inappropriata;
3. Attività combinatoria appropriata;
4. Gioco transizionale;
5. Simbolizzazione auto-diretta;
6. Simbolizzazione diretta ad altri;
7. Simbolizzazione sequenziale;
8. Simbolizzazione sostitutiva.
?
1. Come gioca un bambino con ritardo mentale?
2. Che differenze notiamo tra un bambino con s. di
Down, autismo o con sviluppo tipico
3. Come parla un bambino con sindrome di Down
4. Come sembra la relazione adulto-bambino con s.
di Down
La sindrome di DownLa sindrome di Down
Quella di Down è una sindrome genetica da
anomalia numerica dei cromosomi autosomici, che
risultano in soprannumero (47) rispetto al normale
cariotipo umano per la presenza di tre cromosomi
21.
DEFINIZIONE
La trisomia 21 libera interessa la grande
maggioranza dei casi di sindrome di Down (90-94%) ed
è la conseguenza di un errore nella meiosi
La trisomia 21 da traslocazione in cui il cromosoma
21 in più si presenta attaccato ad un altro cromosoma
La trisomia 21 libera in mosaicismo differisce dalle
precedenti poiché la mutazione cromosomica avviene
quando la fecondazione è già avvenuta. I soggetti hanno
sia cellule normali che cellule con 47 cromosomi e per
questo possano sviluppare quadri clinici di minore
gravità.
3 possibili forme di alterazioni
cromosomiche
In Italia la sindrome di Down colpisce circa un
bambino ogni 600 con prevalenza nei maschi e tale
incidenza sembra essere la stessa anche negli altri
paesi, indipendentemente dall’etnia o dal livello
socioeconomico.
Incidenza
L’età materna rappresenta il fattore più
ampiamente accertato. A partire dai 30 anni di età
l’incidenza aumenta vertiginosamente passando da
1:909 a 1:28 nelle donne con più di 40 anni.ù
L’età paterna rappresenta un fattore di rischio di
minore rilevanza
Non c’è accordo sul ruolo di fattori ambientali
Nel mosaicismo i genitori possano “trasmettere”
ai figli questa mutazione che è già presente nel loro
corredo genetico ma risulta bilanciata e per questo
non si manifesta.
Fattori di rischio
Questo materiale genetico addizionale altera il corso
dello sviluppo somatico dell’individuo determinando
diversi deficit di tipo somatico/medico
Inoltre determina anche conseguenze sul sistema
nervoso che condizionano la soglia di reattività agli
stimoli, i processi di elaborazione dell’informazione e
la regolazione delle emozioni.
Caratteristiche
-ipertelorismo, ovvero l’eccessiva distanza tra gli
occhi le rime palpebrali oblique (“occhi a mandorla”)
-facies rotondeggiante, collo basso e largo
macroglossia
-le mani strette e corte;
-cassa toracica corta con addome prominente;
-tono muscolare generale ridotto che non impedisce
di raggiungere il controllo del capo e delle varie
posture, ma può avere conseguenze su respirazione,
deglutizione e fonazione
Sintomi somatici
- il ritardo mentale inteso come deficit delle funzioni
cognitive associato a difficoltà di adattamento
all’ambiente
- Il grado di ritardo risulta variabile, secondo alcune
stime è prevalentemente lieve
- essi rimangono fermi alle soglie del pensiero
formale.
-non raggiungono la padronanza del
ragionamento ipotetico-deduttivo, mostrando
difficoltà di astrazione ed un pensiero
fondamentalmente concreto.
Sintomi psichici
la natura genetica di tale patologia determina un
quadro di deficit cognitivo che è omogeneo e già
definito alla nascita, favorendo così la possibilità di
efficaci strategie di “compenso” .
le alterazioni a carico dei circuiti neurali non hanno
carattere distruttivo ma comportano semplicemente
un rallentamento dei processi di trasmissione.
Specificità del quadro clinico
Il particolare tipo di danno insieme con alcuni aspetti
tipici della relazione interpersonale adulto-bambino
garantiscono a questi soggetti un migliore
funzionamento sul piano cognitivo ed un migliore
adattamento alla realtà rispetto ad altri ritardati mentali.
Specificità del quadro clinico
Alcune caratteristiche somatiche del bambino Down
favoriscono l’istaurarsi di un soddisfacente rapporto
con la madre.
A esempio l’ipotonia fa sì che si lasci tenere in
braccio con un atteggiamento fiducioso e tranquillo
che gratifica la madre.
Relazione adulto-bambino
Il fatto di essere bambini calmi, passivi e propensi al
contatto fisico genera un’esperienza piacevole per le
madri che si traduce nella abituale richiesta affettiva
del Down, il quale continua a manifestare piacere
nella relazione duale anche in fasi successive dello
sviluppo.
È dunque possibile l’instaurarsi di quella reciprocità
relazionale con la figura materna che normalmente
assolve l’irrinunciabile funzione di supporto emotivo
per lo sviluppo cognitivo del bambino.
Relazione adulto-bambino
Mostrano una buona capacità comunicativa
Tuttavia presentano un ritardo significativo nello
sviluppo delle abilità linguistiche.
Il vocabolario si forma più lentamente rispetto agli altri
bambini ma cresce progressivamente fino
all’adolescenza.
il deficit linguistico principale è relativo alla abilità
morfosintattiche (conoscenza e utilizzo delle strutture
grammaticali).
Linguaggio
La produzione verbale è più compromessa rispetto
alla comprensione, che invece rientra spesso nella
norma.
Il ritardo linguistico dei soggetti con sindrome di
Down non dipende esclusivamente dal più generale
ritardo mentale ma possiede caratteristiche specifiche.
 Le loro competenze linguistiche risultano inferiori, a
parità di livello intellettivo, sia rispetto a quelle di
bambini con sviluppo normale sia rispetto a quelle di
bambini con ritardo mentale di altra natura.
Linguaggio
Grado variabile di ritardo motorio riconducibile a:
-condizioni fisiche quali ipotonia, lassismo dei
legamenti e problemi medici di diversa natura
-ritardo mentale che comporta una difficoltà
nella pianificazione delle sequenze motorie.
Manifestano difficoltà prassiche, dell’equilibrio
dinamico e della coordinazione, nonché disturbi dello
schema corporeo.
Ritardo motorio
•Iperprotezione: vuol dire impedire che il bambino
faccia le sue esperienze in modo originale per paura
che lui non sia dotato per reggere l’urto con la realtà.
 L’iperprotezione si traduce concretamente in
scarse esigenze, scarse richieste e scarsa
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•Scarsa innovazione nella stimolazione: i soggetti
Down hanno bisogno di continue innovazioni e
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  • 2. “Un deficit dell’intelligenza dipendente da un insufficiente sviluppo o da un rallentamento delle capacità intellettive per cause prenatali, perinatali e postnatali di diversissima natura” DEFINIZIONE
  • 3. Una definizione… Secondo alcune tra le tante definizioni, l’intelligenza è un insieme di processi cognitivi, tipici dell’essere umano, come il ragionamento logico, la capacità di formulare valutazioni ed autocorrezioni, la capacità di perseguire uno scopo utilizzando gli strumenti giusti. INTELLIGENZA
  • 4. La definizione di Wechsler Secondo l’autore delle scale di intelligenza più utilizzate in ambito psicodiagnostico, sia una competenza generale, multidimensionale e multideterminata, una capacità globale che in qualche modo consente all’individuo di predisporsi alla comprensione del mondo e ad affrontarne le sfide. Egli ritiene che l’intelligenza sia funzione anche di fattori diversi da quelli cognitivi e che, quindi, un test di intelligenza misuri inevitabilmente anche tali fattori (motivazione, personalità, emotività, ecc.). INTELLIGENZA
  • 5. Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel concetto di ritardo mentale va considerata, accanto al deficit intellettivo, l’inadeguatezza del funzionamento adattivo, ovvero un’incapacità del soggetto a corrispondere agli standard propri della sua età o della sua cultura in aree come l’autonomia e la responsabilità sociale, la comunicazione, le attività della vita quotidiana, l’indipendenza personale e l’autosufficienza. W.H.O., 2001
  • 6. Funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla media: un QI di 70 o inferiore ottenuto ad un test standardizzato di intelligenza * Concomitanti compromissioni nel funzionamento adattivo attuale (la capacità del sogg. di adeguarsi agli standard propri della sua cultura e del suo ambiente culturale) in almeno 2 delle seguenti aree: comunicazione, cura della propria persona, vita familiare, capacità sociali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, sicurezza e salute. Esordio prima dei 18 anni DSM IV
  • 7. L’incidenza di questo disturbo non è facilmente determinabile data la natura molteplice dei quadri clinici con cui si presenta, tuttavia le statistiche più recenti mettono in luce che, nel nostro paese, i soggetti con ritardo mentale rappresentano circa il 2-3% della popolazione totale Incidenza
  • 8. Genetici: modificazioni numeriche o strutturali del corredo genetico Prenatali: malattie infettive, assunzione di farmaci e droghe durante la gravidanza Perinatali: prematurità, postmaturità, insufficienza placentare e traumi da parto Postatali: encefaliti, traumi o incidenti vascolari, nel primo anno di vita Psicosociali: condizioni ambientali affettivamente e culturalmente poco stimolanti I fattori causali
  • 9. Classificazione I •Ritardo mentale gravissimo (Q.I. inferiore a 20-25). È presente nel 1-2% dei ritardati mentali. Questi pazienti hanno una profonda riduzione delle capacità sensomotorie e un’assenza praticamente totale di linguaggio. L’autonomia personale non viene raggiunta e l’adattabilità alla vita relazionale è pressoché nulla. •Ritardo mentale grave (Q.I. da 20-25 a 35-40). Rappresenta il 3-4%. Questi soggetti presentano funzioni verbali e capacità motorie rudimentali, manifestazioni comportamentali incontrollate ed assenza di autonomia personale e sociale.
  • 10. Classificazione II •Ritardo mentale medio (Q.I. da 35-40 a 50-55). Interessa il 12% dei soggetti con ritardo. I soggetti sono in grado di sviluppare un linguaggio elementare, utilizzato per esprimere bisogni semplici o realizzare scambi concreti. Lo sviluppo motorio è soddisfacente. Pur giungendo ad una relativa autonomia personale, questi soggetti necessitano di un ambiente protetto sia nel lavoro che nella vita quotidiana.
  • 11. Classificazione III •Ritardo mentale lieve (Q.I. da 50-55 a 70). È presente nell’80% della popolazione di ritardati. Questi soggetti hanno alterazioni sensoriali e motorie minime, un linguaggio sufficientemente sviluppato e una discreta autonomia personale e sociale, presentano un pensiero aderente alla realtà ma non sempre raggiungono la capacità di astrazione.
  • 12. funzionamento intellettivo ai limiti della norma Quando il Q.I. si colloca tra 71 e 80 si parla di funzionamento intellettivo ai limiti della norma o di pseudo-insufficienza mentale. Questa condizione patologica è considerata “relazionale” ed è contraddistinta da un’eziologia esclusivamente ambientale.
  • 13. Alcuni sintomi Egocentrismo Difetti di astrazione e di simbolizzazione Pensiero concreto, piuttosto che ipotetico- deduttivo Modulazione ridotta dell’affettività Scarso controllo dell’aggressività Dipendenza o eccessiva opposizione nei rapporti interpersonali
  • 14. La diagnosi nei bambini Il DSM IV specifica che in età infantile un giudizio clinico di funzionamento intellettivo inferiore alla norma sostituisce la valutazione tramite test di Q.I. Tale giudizio è generalmente fondato sull’osservazione di alcune funzioni. A tale riguardo il gioco costituisce un importante indicatore dello sviluppo cognitivo.
  • 15. Il gioco Il gioco può essere considerato un indice di “maturità cognitiva”. Esiste una progressione evolutiva universale dell’attività ludica che normalmente passa dal livello più semplice dell’attività esplorativa a quello più complesso rappresentato dall’attività simbolica. Tale evoluzione riflette lo sviluppo delle abilità cognitive sottostanti, quali l’attenzione e l’abilità rappresentazionale.
  • 16. Il gioco 1. Attività unitaria funzionale; 2. Attività combinatoria inappropriata; 3. Attività combinatoria appropriata; 4. Gioco transizionale; 5. Simbolizzazione auto-diretta; 6. Simbolizzazione diretta ad altri; 7. Simbolizzazione sequenziale; 8. Simbolizzazione sostitutiva.
  • 17. ? 1. Come gioca un bambino con ritardo mentale? 2. Che differenze notiamo tra un bambino con s. di Down, autismo o con sviluppo tipico 3. Come parla un bambino con sindrome di Down 4. Come sembra la relazione adulto-bambino con s. di Down
  • 18. La sindrome di DownLa sindrome di Down
  • 19. Quella di Down è una sindrome genetica da anomalia numerica dei cromosomi autosomici, che risultano in soprannumero (47) rispetto al normale cariotipo umano per la presenza di tre cromosomi 21. DEFINIZIONE
  • 20. La trisomia 21 libera interessa la grande maggioranza dei casi di sindrome di Down (90-94%) ed è la conseguenza di un errore nella meiosi La trisomia 21 da traslocazione in cui il cromosoma 21 in più si presenta attaccato ad un altro cromosoma La trisomia 21 libera in mosaicismo differisce dalle precedenti poiché la mutazione cromosomica avviene quando la fecondazione è già avvenuta. I soggetti hanno sia cellule normali che cellule con 47 cromosomi e per questo possano sviluppare quadri clinici di minore gravità. 3 possibili forme di alterazioni cromosomiche
  • 21. In Italia la sindrome di Down colpisce circa un bambino ogni 600 con prevalenza nei maschi e tale incidenza sembra essere la stessa anche negli altri paesi, indipendentemente dall’etnia o dal livello socioeconomico. Incidenza
  • 22. L’età materna rappresenta il fattore più ampiamente accertato. A partire dai 30 anni di età l’incidenza aumenta vertiginosamente passando da 1:909 a 1:28 nelle donne con più di 40 anni.ù L’età paterna rappresenta un fattore di rischio di minore rilevanza Non c’è accordo sul ruolo di fattori ambientali Nel mosaicismo i genitori possano “trasmettere” ai figli questa mutazione che è già presente nel loro corredo genetico ma risulta bilanciata e per questo non si manifesta. Fattori di rischio
  • 23. Questo materiale genetico addizionale altera il corso dello sviluppo somatico dell’individuo determinando diversi deficit di tipo somatico/medico Inoltre determina anche conseguenze sul sistema nervoso che condizionano la soglia di reattività agli stimoli, i processi di elaborazione dell’informazione e la regolazione delle emozioni. Caratteristiche
  • 24. -ipertelorismo, ovvero l’eccessiva distanza tra gli occhi le rime palpebrali oblique (“occhi a mandorla”) -facies rotondeggiante, collo basso e largo macroglossia -le mani strette e corte; -cassa toracica corta con addome prominente; -tono muscolare generale ridotto che non impedisce di raggiungere il controllo del capo e delle varie posture, ma può avere conseguenze su respirazione, deglutizione e fonazione Sintomi somatici
  • 25. - il ritardo mentale inteso come deficit delle funzioni cognitive associato a difficoltà di adattamento all’ambiente - Il grado di ritardo risulta variabile, secondo alcune stime è prevalentemente lieve - essi rimangono fermi alle soglie del pensiero formale. -non raggiungono la padronanza del ragionamento ipotetico-deduttivo, mostrando difficoltà di astrazione ed un pensiero fondamentalmente concreto. Sintomi psichici
  • 26. la natura genetica di tale patologia determina un quadro di deficit cognitivo che è omogeneo e già definito alla nascita, favorendo così la possibilità di efficaci strategie di “compenso” . le alterazioni a carico dei circuiti neurali non hanno carattere distruttivo ma comportano semplicemente un rallentamento dei processi di trasmissione. Specificità del quadro clinico
  • 27. Il particolare tipo di danno insieme con alcuni aspetti tipici della relazione interpersonale adulto-bambino garantiscono a questi soggetti un migliore funzionamento sul piano cognitivo ed un migliore adattamento alla realtà rispetto ad altri ritardati mentali. Specificità del quadro clinico
  • 28. Alcune caratteristiche somatiche del bambino Down favoriscono l’istaurarsi di un soddisfacente rapporto con la madre. A esempio l’ipotonia fa sì che si lasci tenere in braccio con un atteggiamento fiducioso e tranquillo che gratifica la madre. Relazione adulto-bambino
  • 29. Il fatto di essere bambini calmi, passivi e propensi al contatto fisico genera un’esperienza piacevole per le madri che si traduce nella abituale richiesta affettiva del Down, il quale continua a manifestare piacere nella relazione duale anche in fasi successive dello sviluppo. È dunque possibile l’instaurarsi di quella reciprocità relazionale con la figura materna che normalmente assolve l’irrinunciabile funzione di supporto emotivo per lo sviluppo cognitivo del bambino. Relazione adulto-bambino
  • 30. Mostrano una buona capacità comunicativa Tuttavia presentano un ritardo significativo nello sviluppo delle abilità linguistiche. Il vocabolario si forma più lentamente rispetto agli altri bambini ma cresce progressivamente fino all’adolescenza. il deficit linguistico principale è relativo alla abilità morfosintattiche (conoscenza e utilizzo delle strutture grammaticali). Linguaggio
  • 31. La produzione verbale è più compromessa rispetto alla comprensione, che invece rientra spesso nella norma. Il ritardo linguistico dei soggetti con sindrome di Down non dipende esclusivamente dal più generale ritardo mentale ma possiede caratteristiche specifiche.  Le loro competenze linguistiche risultano inferiori, a parità di livello intellettivo, sia rispetto a quelle di bambini con sviluppo normale sia rispetto a quelle di bambini con ritardo mentale di altra natura. Linguaggio
  • 32. Grado variabile di ritardo motorio riconducibile a: -condizioni fisiche quali ipotonia, lassismo dei legamenti e problemi medici di diversa natura -ritardo mentale che comporta una difficoltà nella pianificazione delle sequenze motorie. Manifestano difficoltà prassiche, dell’equilibrio dinamico e della coordinazione, nonché disturbi dello schema corporeo. Ritardo motorio
  • 33. •Iperprotezione: vuol dire impedire che il bambino faccia le sue esperienze in modo originale per paura che lui non sia dotato per reggere l’urto con la realtà.  L’iperprotezione si traduce concretamente in scarse esigenze, scarse richieste e scarsa fiducia •Scarsa innovazione nella stimolazione: i soggetti Down hanno bisogno di continue innovazioni e stimolazioni altrimenti si demotivano I comportamenti erronei di tipo educativo