2. Gli studi sulle Adverse
Childhood Experiences (ACE)
Felitti e Anda osservano che, nel loro
programma di riduzione del peso, l‟alta
percentuale di abbandono era limitata
esclusivamene ai pazienti che ottenevano
buoni risultati nella perdita di peso (2008).
PERCHE‟?
3. Lo studio ACE in California
Center for Disease Control and Prevention & Kaiser
Permanente
Uno dei più grandi studi sul legame tra il
maltrattamento infantile e la salute ed il benessere
nelle età successive.
17,000 partecipanti sottoposti a screening fisici
completi. I dati offrono informazioni dettagliate
sull‟abuso infantile, la trascuratezza e il
disfunzionamento familiare.
4. Risultati dello studio ACE
(Fellitti, 1998)
Laddove maggiore è l‟intensità dell‟esperienza
traumatica infantile subita, maggiore risulta
l‟incidenza di:
Tabagismo, grave obesità, uso di alcool e droghe;
Ischemia cardiaca, ictus, patologie toraciche;
Diabete, epatite, malattie sessualmente trasmissibili;
Depressione, tentato suicidio.
5. Il punteggio ACE ed il rischio di subire
violenza sessuale una volta adulti
0
10
20
30
40
Donne Uomini
0 1 2 3 4 >5 0 1 2 3 4 >5
6. Il punteggio ACE ed il rischio di
subire violenza domestica
Donne Uomini
0
5
10
15
0 1 2 3 4 >5 0 1 2 3 4 >5
7. Il punteggio ACE ed il rischio di compiere
atti di violenza domestica
Donne Uomini
0
5
10
15
0 1 2 3 4 >5 0 1 2 3 4 >5
8. Conseguenze psicologiche del
trauma
I sopravissuti all‟abuso o a violenze estreme spesso
soffrono di sintomi psicologici e fisici.
Molti di questi sopravissuti sviluppano un Disturbo
Post-Traumatico da Stress (PTSD) complesso.
Depressione, ansia e somatizzazioni sono anche
comuni, mentre la psicosi post-traumatica è meno
comune.
9. Sintomi del PTSD Semplice
Ricordi ricorrenti e intrusivi dell‟evento
traumatico: attraverso immagini, incubi, agire o
sentire come se l‟evento fosse adesso, intenso
disagio e reattività psicologica.
Evitamento persistente di stimoli associati con
il trauma, amnesia, distacco dalle altre persone,
affettività ridotta, perdita del senso di un futuro.
Sintomi di aumentata vigilanza: disturbi del
sonno, difficoltà a concentrarsi, irritabilità e
violenza, ipervigilanza, esagerate risposte di
allarme.
10. PTSD Complesso
(Judith Herman, 1992)
Il DSM-1V fa riferimento ad un insieme di sintomi,
generalmente associati ad un trauma interpersonale (abuso di
minore, violenza domestica, detenzione e tortura):
Alterazione della modulazione degli affetti, in particolare
vergogna e rabbia
Auto-distruttività e comportamenti impulsivi
Sintomi dissociativi
Lamentele somatiche
Perdita delle credenze precedenti
Isolamento sociale.
NB: personalità stabili cambiano dopo esperienze catastrofiche.
11. Il ciclo della violenza e la tortura.
Il fenomeno dell‟abuso e della tortura e i suoi
effetti possono essere meglio compresi
attraverso le origini del triangolo dell‟abuso.
La tortura inizia nelle case di bambini vittime
di abusi - in molti casi legittimati - esercitati
per ottenere obbedienza.
I suoi effetti attraversano le generazioni per
essere rivissuti nelle vittime della tortura.
13. Attaccamento e la nascita delle
emozioni
I cuccioli di uomo sono geneticamente
predisposti ad avere bisogno della presenza o
della vicinanza di una figura di attaccamento
specialmente quando hanno paura.
Senza tale attaccamento essi muoiono.
L‟attaccamento offre loro protezione in
momenti di pericolo ed è essenziale al loro
sviluppo emotivo e cognitivo.
14. Sintonizzazione psicobiologica
I bambini piccoli non
sono capaci di:
Modulare le loro reazioni
emotive negative e
positive;
Soddisfare i loro bisogni
psicologici;
Controllarsi o confortarsi
da soli;
Mantenere l‟omeostasi
psicofisiologica.
L‟alta reattività alla nascita
dell‟asse HPA
(ipotalamico-pituitario-
surrenale) viene meglio
modulata in modo da
ridurre i livelli di cortisolo
in relazione a specifici
agenti stressogeni.
15. „La sintonizzazione col bambino‟
la comunicazione da cervello a
cervello
La figura di accudimento
risponde ai segnali del bambino
prendendolo in braccio,
accarezzandolo, nutrendolo e
dando un senso alle sue
esperienze
Questa interazione empatica ha
come risultato un bambino che è
in grado di immedesimarsi
nella mente dell’altro e di
interagire efficacemente.
Questo senso di sicurezza lo
protegge dagli effetti del
trauma.
16. Funzione riflessiva o
mentalizzazione
La figura di accudimento dà prova di una
funzione riflessiva attraverso la capacità di
dare significato alle esperienze del bambino e
di anticipare il suo comportamento.
Questo permette alle persone di sentire
l‟empatia per l‟altro, di interagire con
successo e di sviluppare il senso dell'agire e
della continuità.
17. L’organizzazione del Sè del bambino
attraverso la regolazione
psicobiologica
Il cervello è un sistema auto-organizzato che si
organizza attraverso la mutua e ritmica
regolazione degli affetti tra madre e neonato.
Il neonato imita l‟espressione facciale del caregiver,
allo stesso tempo sintonizzandosi con quest‟ultimo,
probabilmente attraverso l‟attivazione dei neuroni
specchio cerebrali.
18. Ruolo dei neuroni specchio
Si è scoperto che I neuroni specchio non
solo riproducono e codificano gli schemi
motori dell‟altro (ad es. figura di
attaccamento).
Essi sono anche coinvolti nella comprensione
delle intenzioni che portano all‟azione
dell‟altro, generando l’EMPATIA.
19. Modelli operativi interni
Tali interazioni quotidiane forniscono le tracce
mnesiche che i bambini sintetizzano in modelli
operativi interni.
Questi modelli sono rappresentazioni della riposta
che il bambino si aspetta dalla figura di
attaccamento quando ha paura o ha bisogno di lei.
Essi muovono le sensazioni collegate a
determinati stati somatici e mentali nei bambini
e negli adulti.
20. Altri fattori di resilienza
La comprensione empatica da parte di un soggetto
esterno (insegnante o parente) può compensare gli
effetti dell'abuso nell'infanzia e proteggere contro la
riattivazione e il trauma.
Questa possibilità di cambiamento continua fino i
20 anni
Fattori genetici ed „epi-genetici‟.
21. Il substrato cerebrale del
comportamento di Attaccamento
Coinvolge:
Gran parte dell‟emisfero destro.
l‟area orbito-frontale del cervello, che è cruciale
nell‟attivazione dell‟empatia nei confronti degli
altri esseri umani.
Parzialmente mediata da: oppiacei endogeni and
ossitocina (“ormone del benessere”).
dopamina (neurotrasmettitore “stato di attivazione
energetica” ).
serotonina (neurotrasmettitore legato ai livelli di
dominanza nella gerarchia).
22. Aree cerebrali sensibili: tronco
encefalico e cervelletto (0-9 mesi).
In questa fase, alcune funzioni decisive si
organizzano:
La regolazione dello stato di attivazione, del sonno-
veglia, e dello stato di paura attraverso il Sistema Nervoso
Periferico (SNP), il sistema reticolare attivatore, il
cervelletto, 12 nervi cranici e le ghiandole surrenali
(midollo e corteccia).
Principali obiettivi di sviluppo:
Regolazione di stato
Attaccamento primario
Resilienza
25. Il Sistema Limbico: l’Ipotalamo,
l’Amigdala e l’Ippocampo (1- 4 anni)
Principali obiettivi di sviluppo:
Regolazione delle emozioni
Empatia
Nei bambini traumatizzati le funzioni del tronco encefalico e
dell‟amigdala prendono il sopravvento. Ad es. scatenano
risposte emotive di paura anche in assenza di pericolo.
La costante attivazione traumatica della risposta di stress
conduce ad un persistente stato di paura che diventa
«tratto»: ciò che una volta era una risposta adattiva ad un
ambiente caotico e terrorizzante, che attiva i comportamenti
di lotta, fuga e «freezing» (blocco) come nel Disturbo Post-
traumatico da Stress.
26. Il Sistema Limbico. L’Ippocampo:
integrazione e discriminazione
Rende possibile la memoria delle sequenze di eventi.
Converte la memoria implicita in immagini mentali
esplicite.
Integra memorie provenienti da modalità sensoriali diverse.
Vincola le dimensioni temporali e spaziali alla memoria.
Attraverso la sua azione regolatoria sul cervello influenza
fortemente lo stato mentale di una persona:
Ad es:a un ragno suscita una risposta di paura nell‟amigdala
ma l‟ippocampo consente alla persona di ricordare che è
innocuo e quindi di regolare lo stato di attivazione.
27. L’ippocampo e la sensibilità allo
stress
Una esposizione eccessiva e cronica al
cortisolo (ormone dello stress) può modificare
le sinapsi e i dendriti nell‟Ippocampo,
causando:
Atrofia provocata dalla traumatizzazione e
probabilmente una maggiore vulnerabilità alla
possibilità di sviluppare un PTSD più avanti.
Perdita della funzione di coordinamento da parte
dell‟Ippocampo tra i sistemi sensomotorio ed
emotivo-affettivo.
28. L’attaccamento Sicuro (63%)
Un bambino con attaccamento sicuro ha una
rappresentazione mentale del caregiver come
sensibile e rispondente ai suoi bisogni.
Questi bambini si sentono amati, fiduciosi e sono
capaci di empatia e di buoni legami di
attaccamento.
L‟attaccamento sicuro tende ad essere una difesa
primaria contro il trauma - psicopatologia indotta
anche attraverso la tortura:
Es. Moazzam Beg a Guantanamo.
29. Attaccamento Insicuro
Nell‟attaccamento insicuro il bambino non ha la
rappresentazione mentale di una figura di accudimento
che risponde nei momenti di bisogno.
Si sviluppano, quindi, strategie diverse per procurarsi
la vicinanza della figura di accudimento, essenziale per
la sopravvivenza.
Esistono 3 tipi di comportamenti insicuri:
Gruppo C: tipo Ansioso-Ambivalente (12%)
Gruppo A: tipo Evitante (20-25%)
Gruppo D: tipo Disorganizzato (15%)
30. Stili insicuri di attaccamento:
A e C
Ansioso-ambivalente (C): caregiver incoerente >
tendenza a sviluppare disturbi d‟ansia.
Evitante (A): rifiutati dai loro caregiver > tendenza
a sviluppare disturbi del comportamento e a negare
l‟importanza dell‟attaccamento (Sroufe, 2005).
Troy e Sroufe (1987): gli A prevaricano sui C o gli
A; i B non sono né bulli, né vittime > triangolo del
abuso.
31. Attaccamento Disorganizzato
Questi bambini evidenziano una risposta
disorganizzata nella relazione con la figura di
accudimento (A+C)
Si bloccano in stati simili alla trance, come
chi è affetto da PTSD e da dissociazione
32. Comportamento dell'Attaccamento
Disorganizzato
Le figure di accudimento incutono paura.
Oppure sono spaventate, affette da PTSD, che può
essere attivato dal bambino stesso.
Questo comportamento lascia il bambino in uno
stato di paura senza soluzioni (Main and Hesse
1992, 1999).
La funzione riflessiva è gravemente danneggiata:
più è danneggiata, più disturbato è il soggetto.
33. A. L’attaccamento traumatico:
scissione e dissociazione
I bambini, terrorizzati dall‟odio e dalla violenza da
parte della loro figura di accudimento, per mantenere un
legame di attaccamento con la figura di accudimento di
cui hanno disperatamente bisogno:
ricorrono alla scissione, creando rappresentazioni
diverse di loro stessi e di tale figura spesso
idealizzata,
con una conseguente scarsa coesione del sé nella
relazione con l‟altro, come nel Disturbo di
Personalità Borderline (Fonagy e Target, 1997).
Origine della Sindrome di Stoccolma
34. B. La Difesa Morale (Fairbairn 1952)
e l’attaccamento traumatico
Colpevolizzazione per le proprie sofferenze
come tanti sopravvissuti adulti del trauma
Mantengono il potere > difesa contra
l‟impotenza.
Mantengono la speranza di un accudimento
migliore.
Ma rinforzano l‟identificazione con l‟abusante.
35. 1. La Psicobiologia del Bambino
trascurato abusato e torturato
.
Cambiamenti nell‟asse HPA in risposta allo stress o
alla separazione
> ridotti livelli di cortisolo e aumenti dei recettori
glucocorticoidi > vulnerabilità al PTSD
> rilascio di oppioidi endogeni > analgesia
attraverso il tagliarsi o il ferirsi.
> ridotta volume cerebrale in casi estremi di tortura
36. 2. La Psicobiologia del bambino
trascurato, abusato e torturato
L‟incapacità di regolare l‟intensità delle emozioni è l‟effetto
più pervasivo del trauma precoce e/o della deprivazione
associata a traumi successivi. Questo conduce a:
Una limitata capacità di modulare le emozioni come
terrore, rabbia e vergogna in particolare.
Una propensione all’auto-cura con sostanze
stupefacenti, alcool .
e/o ricorso alla violenza come risultato della loro scarsa
autostima e dell‟alta vulnerabilità del senso di sé.
37. Gli effetti del PTSD sono trasmessi
epigeneticamente attraverso le
generazioni
I soldati israeliani i cui genitori erano sopravvissuti
all‟Olocausto presentavano livelli più alti di PSTD
rispetto agli altri soldati.
I figli delle madri che avevano sofferto di PTSD in
seguito all‟11 Settembre presentavano livelli più
bassi di cortisolo.
Bassi livelli di cortisolo compromettono le abilità
dell’individuo di gestire lo stress e predispongono
al PTSD.
38. Il senso di Sé:
“chi sentiamo di essere”
Il senso di sé deriva da 2 categorie di esperienza.
1) Le intime esperienze di attaccamento
all‟interno della famiglia > “Io sento - quindi
sono”; il senso di sé è strettamente intrecciato
con il modo in cui i genitori ci hanno fatto
sentire (amabile/capace o cattivo/incapace).
2) L'attaccamento sicuro è una difesa primaria
contro la psicopatologia causata dal trauma
(Shore 1996)
39. Il Senso Sociale di Sé
“E' costituito dall'organizzazione delle attitudini
sociali del gruppo sociale a cui si appartiene”: “Tu
sei ciò che gli altri ti fanno sentire di essere”
Questa visione del Sé domina la maggior parte delle
culture non Occidentali per esempio le società
Mussulmana, Africana e del Lontano Oriente in cui
la vergogna gioca un ruolo maggiore nello sviluppo
del senso di identità di un individuo.
40. Il Sé ferito e la vendetta
Vergogna: la reazione emotiva nei confronti di un
Sé completamente invalidato è importantissimo
nello scatenamento di reazioni violente nelle vittime
di deprivazione affettiva cronica e di abuso.
La motivazione di base per un comportamento
violento è il desiderio di eliminare un sentimento
di vergogna o di umiliazione - sentimento
doloroso, a volte intollerabile e soverchiante -
sostituendolo con il suo opposto, il sentimento di
potere e di fierezza (Gilligan, 2001, 29).
41. Il Sé dissociato
Frammentazione della memoria
depersonalizzazione
derealizzazione
torsioni del corpo
perdere tempo
amnesia dissociativa
stati di fuga
frammentazione degli stati dell‟Io
42. Il PTSD è il risultato di un sistema
di attaccamento vulnerabile
Il nostro bisogno di un supporto sociale quando
sperimentiamo una paura intensa rivela l‟essenziale
bisogno di attaccamento dell‟uomo.
La ricerca sull‟attaccamento fornisce la cornice
psico-biologica all‟interno della quale è possibile
capire l‟origine e i sintomi del PTSD, in particolare
il PTSD complesso e il trauma durante lo sviluppo.
Piu alto è il livello di Dissociazione, più grave è il
PTSD.
43. VALUTAZIONE
La valutazione viene effettuata
in relazione agli attaccamenti con il sistema sociale
esterno
in termini di modelli operativi interni di funzionamento,
di capacità cognitive, di comportamento e di livelli di
dissociazione
necessità che una BASE SICURA sia stabilita
PRIMA dell'inizio del trattamento
44. L‟importanzia del contesto
sociale nella genesi del PTSD
Il PTSD interviene in misura minore nelle
comunità ben integrate rispetto a quelle
frammentate.
L‟assenza di un sostegno sociale è il fattore
di rischio pricipale (NICE, 2005) es.
Richiedenti Asilo nel Regno Unito.
45. Valutazione del sistema di
attaccamento esterno
Capire qual‟è la rete sociale all‟interno della
comunità e nei servizi di salute mentale. Ad es.
Livelli di supporto familiare e sociale e
coinvolgimento delle équipe di salute mentale
della comunità locale.
Genogramma per scoprire lutti in famiglia e
informazioni importanti non emerse nell‟intervista.
Grafico “a bolla” dei servizi e delle persone a vario
titolo coinvolte con il cliente, allo scopo di prevenire
problemi dovuti a frammentazione e/o mancanza di
comunicazione etc.
46. Valutazione del sistema di
attaccamento esterno/2
Gli aspetti culturali devono essere tenuti in
considerazione. Ad esempio:
Famiglia proveniente dal Bangladesh o altra cultura
Rispetto per i genitori in molte culture dell‟Africa e del medio Oriente.
Quali sono le implicazioni dello stupro in queste culture.
Tutto ciò è importante in relazione ai pazienti coinvolti in
episodi di violenza domestica e abuso sessuale o quando il
disagio del paziente viene sistematicamente rinfozato dalla
famiglia.
Ad es. Fallimento nella valutazione
Ad es. Il trattamento della violenza domestica diventa complicato
47. VALUTAZIONE DEL SISTEMA DI
ATTACCAMENTO INTERNO
Attraverso la valutazione del mondo dei modelli
operativi interni (relazione con l'oggetto) e della
sicurezza dell'attaccamento:
Uso di domande in AAI: per esempio: quando eri piccolo
da chi andavi quando eri ferito o sconvolto?
Incoerenza nella dimensione temporale: uso del
presente nel parlare di qualcuno che è morto.
Capacità di esercitare la funzione riflessiva, per
esempio collocarsi dal punto di vista di un'altra
persona.
49. VALUTARE L'ATTACCAMENTO
TRAUMATICO O DISORGANIZZATO
Cercare le caratteristiche principali:
una forte “difesa morale”
idealizzazione e scissione
resistenza al cambiamento
> legami di attaccamento traumatico alla figura di
accudimento
Cercare i livelli di dissociazione:
Ad es. > uso della Scala di Valutazione della Dissociazione (DES)
Ad es. Durante il colloquio con il paziente nella stanza di terapia.
50. IMPLICAZIONI DEL FENOMENO
DELLA DISSOCIAZIONE
Esempi di dissociazione:
inspiegabili cambiamenti nell'affettività e
discontinuità nella logica del pensiero
cambiamenti nelle espressioni facciali, nel
modo di parlare e nei modi di fare
comportamento apparentemente inspiegabile
fenomeni dissociativi somatici
51. Ricerca di difese atte a mantenere lo
“status quo” nei pazienti con
attaccamenti traumatici
autocura: dipendenza da droghe o alcol (può anche
esserci con il PTSD semplice)
abuso di oppioidi (endogeni) attraverso gesti
autolesivi, come procurarsi dei tagli
suicidio: atto di controllo sull‟attaccamento
traumatico
disturbi alimentari per mantenere il controllo
53. Come elicitare l‟attaccamento traumatico
attraverso il TAIT (Traumatic Attachment
Induction Test)
Si attua attraverso un‟intervista semi-strutturata
e richiede:
Un contesto terapeutico in cui il paziente è
invitando a focalizzarsi sulle esperienze infantili
di attaccamento.
Il rapporto tra terapeuta e paziente deve essere
caratterizzato da fiducia e sensibilità, in modo da
consentirgli di parlare dei suoi sentimenti di
estrema paura e vulnerabilità.
54. Come elicitare l‟attaccamento
traumatico (2)
Il Sé adulto viene “presentificato” nella
stanza di terapia, ad es. al paziente vengono
fatti ricordare i suoi successi/capacità da
adulto.
Questo non è un Role Play come avviene
nella Gestalt terapia.
E‟ essenziale mantenere l‟adulto presente
nella stanza per commentare la sua
esperienza durante il TAIT.
55. Come elicitare l‟attaccamento
traumatico (3)
La risposta al TAIT è di paura e di attivazione
autonoma del SNP ma non dura a lungo come nel
caso di un flashback dovuto a PTSD.
Scelta del caregiver: è importante scegliere la
figura genitoriale più coinvolta nell‟accudimento.
Ad es. Di solito è la madre che non protegge il
bambino.
A volte si osserva una risposta tipo “freezing”
(blocco) o “numbing” (stato di coscienza simile
allo stordimento/confusione) invece dell‟attivazione
SNP a causa del terrore che il caregiver induce nel
paziente.
56. E dopo?
Dopo che il paziente ha terminato il TAIT, viene
invitato a condividere i suoi sentimenti e pensieri
rispetto alle sue reazioni mentre immaginava il
caregiver durante il TAIT.
Questi pensieri e associazioni sono l‟aspetto più
importante della procedura poichè è a partire da
questo momento che i pazienti cominciano a dare
significato del perchè si sentono e si comportano in
quella maniera.
IL TAIT può essere somministrato in relazione a
più caregivers ma non nella stessa seduta.
57. FASI DEL TRATTAMENTO:
la 2 e 3 possono coesistere
1.Stabilizzazione e sicurezza: usare la relazione
terapeutica, all‟interno della quale insegnare
tecniche di respirazione e di rilassamento, effetto
“luogo sicuro”, tecniche di terapie bio-energetiche e
l‟importanza della terapia psico-educazionale.
2. La modulazione degli emozioni in relazione al
lavoro sul trauma e alla dissociazione:
„mindfulness‟, yoga, meditazione.
3. Consentire l‟elaborazione del lutto per la perdita
dell'infanzia, paese, genitori, famiglia, amici etc.
4. Evoluzione: andare avanti; integrazione.
58. STABILIZZAZIONE
STABILIZZAZIONE E
RAFFORZAMENTO
Approccio psico-educativo rispetto alla
traumatizzazione, alla dissociazione, sia per
il paziente che per la famiglia o gli amici
Formazione di una base sicura esterna se è
possibile.
59. REGOLAZIONE DELLE
EMOZIONI
uso di tecniche di rilassamento e del “luogo sicuro”
(EMDR) per cominciare a raggiungere la
modulazione dell'affettività in relazione alle
esperienze traumatiche
„Mindfulness‟, meditazione e yoga
Terapia dialettica del comportamento (DBT)
Terapia senso-motoria di Pat Ogden.
Terapie bio-energetiche
60. TRATTAMENTO del PTSD
Complesso
desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i
movimenti oculari: è utile nelle vittime di stupro e
tortura e per i sintomi somatici (EMDR)
cura farmacologica come “cintura di sicurezza”
durante il percorso del trattamento
terapia familiare
scrittura creativa, danzaterapia, arte terapia.
61. IL LAVORO SUL TRAUMA NELLA
SEGUENTE CORNICE:
per essere efficace il lavoro sul trauma deve
essere svolto con un paziente che non sia né
iperstimolato né ipostimolato, per esempio
all‟interno di una “finestra di tolleranza” così
come definita da Pat Ogden nella terapia
Senso-Motoria.
62. IL LAVORO SUL TRAUMA:
“molte strade portano a Roma”
L'importanza di fornire un supporto di attaccamento
coerente, sensibile e duraturo. Ad es. 2-3 anni in
casi gravi di tortura.
Lavoro dettagliato sul trauma utilizzando insieme
terapia psicodinamica e altre tecniche (EMDR o Life
span integration)
Modulazione dell'affettività e “un piede nel passato e
uno nel presente”
Tecniche di riferimento per la dissociazione.
63. Importanza della Vergogna e
del “mantenere il controllo”
Vergogna: essenziale per essere consapevoli
dei segni della vergogna “tossica” dovuta
all'umiliazione di essere stati messi nella
condizione di sentirsi “nulla” e il bisogno di
di portare questo in trattamento per ridurre:
- dissociazione
- „acting out‟ violenti
64. Trattare la dissociazione e la
funzione riflessiva
l'obiettivo: mantenere “un piede nel passato e
uno nel presente” per evitare la ri-
traumatizzazione.
tecniche per ridurne la frequenza e l'intensità
la dissociazione: olii essenziali ecc.
Uso di video o registrazioni audio in pazienti
gravemente dissociati per migliorare la
funzione riflessiva.
65. L'importanza del giusto
coinvolgimento del cervello del
terapeuta
la traumatizzazione coinvolge l'emisfero
destro (sentimenti, ricordi, attaccamento) del
paziente e del terapeuta
inevitabilità della riattivazione dell'abuso in
terapia es „nell‟ombra del abusante‟
importanza della riparazione durante il
processo terapeutico: dire mi dispiace!
66. La relazione come strumento
terapeutico
La relazione è il più importante strumento nella
terapia con le vittime di tortura perché è la
relazione perversa con il torturatore che è
all‟origine della loro sofferenze.
Il grande pericolo è che il terapeuta possa diventare
un torturatore o colludere/osservarlo nel transfert,
da cui la necessità di modificare l‟approccio
psicoanalitico in questi casi.
67. La sopravvivenza del terapeuta
Sicurezza del setting terapeutico
Importanza della supervisione tra pari o da parte di
altri a causa della probabilità della riattivazione
dell‟attaccamento traumatico.
La traumatizzazione secondaria è inevitable in
questo tipo di lavoro ed è necessario intervenire su
tutti i livelli: cura di sé, carico del caso, supporto.
Importanza della supervisione, della cura di sé e del
divertimento!