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Teoria del movimento e cenni di
teoria dell’allenamento
corso istruttori 1° di livello
il vizio (del movimento) non è padre dell’ ozio
da soli
o in compagnia
per partecipare
oppure per vincere
per star bene
forse solo per
piacerci di più
cerchiamo spazi, tempi, occasioni per muoverci
tentiamo di dare sensibilità, affidabilità, disponibilità
allo strumento deputato alla realizzazione movimento:
l’ apparato locomotore
Capacità motorie
sono i prerequisiti indispensabili per la
realizzazione del movimento
velocità
resistenza
forza
capacità condizionali
potenzialità
metaboliche
muscolari
mobilità
capacità intermedie
adattamento
controllo
direzione
organizzazione
capacità coordinative
precisione
del
movimento
capacità motorie
Tutte le prestazioni
le più eleganti
le più efficaci
ma anche le più goffe
e dispendiose
sono legate da una serie di
elementi:
i fattori della prestazione
I fattori della prestazione:
• Controllo
• Costituzione
• Condizione
• Coordinazione
Il controllo
l’insieme dei processi,
emotivi,
cognitivi e motivazionali.
Le caratteristiche antropometriche (anche trasmissione genetica):
misura dei segmenti corporei
composizione corporea
mobilità articolare
La costituzione
è la capacità di un distretto articolare di realizzare un
movimento nel modo più ampio possibile
mobilità articolare … già!
sistema scheletrico
apparato muscolare
sistema nervoso
la massima velocità di esecuzione
la forza massima
l’economia del gesto
l’apprendimento tecnico
Lo sviluppo inadeguato della
Mobilità Articolare limita:
Alcuni distretti articolari
collo
spalle
busto
anche e gambe
agonisti ed antagonisti
L’impulso nervoso che raggiunge la fibra muscolare ne determina
l’attivazione, cioè l’accorciamento. L’accorciamento di tutte le fibre
muscolari disponibili rende possibile la contrazione dell’intero
muscolo. Il muscolo attivato che si contrae è definito AGONISTA.
Da Livio e Viola
L’accorciamento del muscolo AGONISTA ha una conseguenza:
l’allungamento “forzato” del muscolo che compie il movimento
opposto. Questo secondo muscolo è denominato ANTAGONISTA e in
pratica permette di bilanciare l’azione dell’AGONISTA.
La capacità di contrarre l’AGONISTA e di rilassare l’
ANTAGONISTA, consente di operare correttamente sulla mobilità
Il livello di efficienza delle capacità condizionali:
La condizione
forza
resistenza
velocità
Limiti di velocità
L'incremento della velocità di traslocazione si realizza con
una crescita della velocità della mano in acqua.
Attenzione all'aumento della frequenza dei movimenti: può
salire eccessivamente a discapito della velocità di spostamento
in acqua
Attenzione all’ampiezza dei movimenti: può ridursi fino a
compromettere l’efficienza del gesto. L’accorciamento
involontario dell’ampiezza di una sequenza motoria, ad esempio
della bracciata, può essere legato:
a) ad una carenza di forza
b) ad una inadeguata percezione del movimento
La verifica del tecnico consente di evitare l’acquisizione
involontaria ed incontrollabile di azioni errate
Due parole sulla forza
Non sempre la forza si
esercita in questo modo
.. e non sempre gli
attrezzi disponibili
sono dell’ultima
generazione
Il nostro corpo è già un ottimo attrezzo
Piegamenti braccia
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Piegamenti gambe
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l’insieme degli stimoli dell’allenamento
3° Il carico può essere:
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stimolo utilizzato per
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dall’allenatore
1° Cos’è lo stimolo
E’ l’elemento/i che determina la
variazione di un sistema rispetto
alla condizione iniziale.
• sistema = organismo
• stimolo = esercizio fisico
2° elementi dello stimolo
• intensità
• specificità
• durata
• grandezza
• densità
intensità
• Consideriamo un
compito; il grado, il
livello di impegno
richiesto rispetto alla
massima capacità del
soggetto di eseguire
quel compito,
rappresenta l’intensità.
• Possiamo dire che
l’intensità dipende dal
rapporto tra grandezza
dello stimolo e
capacità del sistema.
com para zion e di diversi livelli di inten sità .
da G rosne r e t altri
E’ possibile calibrare l’intensità
considerando:
specificità
Uno stimolo, in base alle proprie
peculiarità, determina una
risposta del sistema. Il fatto che
quello stimolo dia luogo a quella
reazione e non ad un’altra, ne
costituisce la specificità.
durata
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manifesta contribuisce alla
caratterizzazione dello stimolo.
La durata è strettamente
connessa alla specificità dello
stimolo stesso
grandezza
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ripetizione; la quantità, la somma dei metri è un altro
parametro utile all’individuazione della corretta intensità
con cui svolgere l’esercitazione.
• A volte, purtroppo, viene utilizzato come unico elemento
per organizzare l’allenamento.
densità
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alle condizioni che precedevano la sollecitazione.
Modificando la durata del recupero che separa gli esercizi
possiamo:
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La coordinazione
Il grado di sviluppo
… e di efficacia
della capacità di organizzare,
dirigere, controllare ed adattare il
movimento
Capacità coordinative:
organizzare, dirigere, controllare, adattare il
movimento
Secondo Bernstein la
coordinazione può essere:
• a mappa rigida:
ripetizione di una forma
ideale in modo costante
(sport ciclici)
• a mappa elastica:
variazione, adattamento di
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Per Meinel la cap. coordinativa
generale dipende da tre fattori:
• capacità di apprendimento:
disposizione all’acquisizione di un
nuovo gesto (velocità apprendimento)
• capacità di controllo: precisione
nell’esecuzione del gesto
• capacità di adattamento e
trasformazione: variazione del
gesto in funzione delle diverse
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Le fasi della coordinazione motoria
coordinazione
motoria
comprensione del
compito
coordinazione
grezza
coordinazione
fine
perfezionamento della
coordinazione fine
sviluppo di una
prima immagine
del movimento
dalla comprensione
del compito alle
prime esecuzioni
complete (grossolane)
sviluppo
automatismi
maggiormente
perfezionati
disponibilità variabile:
adattamento alle diverse
situazioni della tecnica
corretta
Il movimento
1° Come si realizza:
• definizione dello scopo da
raggiungere (obiettivo dell’azione)
• scelta della risposta adeguata
(scelta del programma motorio)
• anticipazione del risultato
(anticipazione mentale del risultato
del programma scelto)
• esecuzione del gesto
• confronto gesto realizzato e scelta
anticipata
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2° La via del movimento
• cervello
• midollo spinale
• nervi
• muscoli
• unità motorie
• analizzatori
3° attività muscolare
• muscoli agonisti
• muscoli antagonisti
Sentire il movimento
L’attività di
organizzazione,
direzione, controllo,
adattamento del
movimento è resa
possibile, tra l’altro,
dalla capacità di
ricevere informazioni da
parte del nostro
computer di bordo :
il sistema nervoso
Sistema nervoso
Interviene nel controllo e nella
regolazione di tutte le funzioni
del nostro organismo.
All’interno di questa complessa
struttura distinguiamo:
Il sistema nervoso centrale
Il sistema nervoso periferico
Sistema nervoso centrale
Comanda, organizza e
controlla l’attività del
corpo umano.
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Sistema nervoso periferico
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appartiene anche il sistema
nervoso autonomo
Sentire il movimento
La raccolta di dati è
affidata a cellule
specializzate:
i recettori periferici
Sono cellule nervose in
grado di rilevare una
forma di sensibilità:
trasformano l’energia
incidente in un
fenomeno elettrochimico
Sentire il movimento
Le informazioni
propriocettive (posizione del corpo, tensione di muscoli,
articolazioni e tendini), ed enterocettive (fame, sete, variazione
di pressione del sangue), provenienti dall’interno del
nostro corpo;
quelle esterocettive con i dati esterni al nostro
corpo
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Raggiungono la corteccia cerebrale. Qui vi sono zone
specifiche deputate al riconoscimento delle
informazioni provenienti dalla periferia.
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descrivono, istante per
istante, come sta
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Muscoli, tendini, articolazioni
contengono recettori in grado di percepire le variazioni
di forza e pressione che si realizzano durante la loro azione.
Sulla base di queste informazioni
i centri superiori sono in grado di
controllare in tempo reale
l’azione in corso
Sentire il movimento
Controllo del movimento
Gli analizzatori:
• Semplificando, possiamo
dire che svolgono una
duplice funzione
a Raccolgono, elaborano,
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dall’esterno e dall’interno
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successivamente ai centri
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b Aggiornano in “tempo
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cui partono i comandi
operativi, su ciò che sta
accadendo.
Gli analizzatori
Sono strutture in cui interagiscono
recettori sensoriali
vie afferenti
formazioni nervose
aree corticali • Operano come filtri estraendo
rapidamente dalla massa degli
impulsi raccolti dai recettori i
dati ritenuti in quel momento
maggiormente significativi per
quella determinata situazione
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Dal manuale didattico F.I.N. di 1°e 2°livello
Controllo del movimento
Tipi di analizzatori
• ottico ( visivo )
• stato dinamico (vestibolare)
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• cinestesico (motorio)
• tattile
Analizzatori stato dinamico e cinestesico
Stato dinamico
(vestibolare)
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accelerazioni a cui il
corpo è soggetto , in
particolare angolari, e,
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rispetto al corpo.
• Le sue informazioni
consentono di controllare
e regolare l’equilibrio
Cinestesico ( motorio )
• Elaborando informazioni riguardanti
il movimento ne consente la
regolazione.
• L’apprendimento tecnico è
condizionato dal grado di sensibilità
di questo analizzatore.
• La sua sensibilità risulta
maggiormente elevata in atleti
praticanti discipline polivalenti.
• Il maggior livello tecnico dipende da
una maggiore capacità di
differenziazione cinestesica:
soprattutto in relazione alla disciplina
praticata(specificità).
Tipi di feed - back
• intrinseci:
informazioni
dall’interno, dal corpo
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informazioni
dall’esterno del corpo
Analizzatori
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L’invio continuo di dati, di
informazioni aggiornate, ai centri
nervosi da cui sono partiti i comandi,
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nervose il confronto tra ordini emessi
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Tipi di feed back
Intrinseci (interni )
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Inviano alla corteccia
cerebrale la informazioni
raccolte da recettori nervosi
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muscoli, nei tendini, nelle
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Estrinseci (esterni )
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movimento.
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nota: Le reafferenze esterne
hanno il compito di rendere
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Ricordare il movimento
Le acquisizioni motorie possono essere memorizzate; questa
particolarità consente:
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di movimenti più adeguata per risolvere
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b) Di accedere alle informazioni di carattere
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Due tipi di memoria motoria
• A lungo termine
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Tipi di movimento
dipende
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la corteccia cerebrale
svolge soprattutto
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automatico
circuito
stimolo / reazione
a livello di
midollo spinale
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movimento
Il movimento automatico
E’ l’elemento chiave, la base dell’apprendimento motorio.
a Consente di realizzare un gesto in forma “grossolana”
senza che la coscienza intervenga direttamente.
b I centri superiori, che possono non intervenire nel
controllo globale del gesto, sono nella condizione di
prestare attenzione ad altre informazioni che li
raggiungono.
c La coscienza, la volontà, può comunque intervenire in
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realizzazione del movimento.
d In tale situazione l’apprendimento può essere indirizzato
verso l’acquisizione dei particolari, all’affinamento
dell’azione
Forme complesse di movimento
1° Schemi motori
possono essere definiti come:
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automatici realizzate in
“modo automatico”
2° Schemi motori di base
Strutture motorie indispensabili
per l’attività terrestre. Appaiono
per primi e si sviluppano con la
pratica; naturalmente
3° Abilità motorie
azioni indirizzate all’
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struttura motoria.
4°Schemi motori acquatici
i mattoni con cui costruire le
basi del movimento in acqua.
Schemi motori
Schemi motori
Possiamo definirli
come: sequenze di
movimenti automatici
realizzate in “modo
automatico”.
.
Schemi motori Di base
Si strutturano per primi nel durante lo
sviluppo dell’individuo. Eccone alcuni:
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• Saltare
• Rotolare
• Afferrare
• Lanciare...
Il loro sviluppo è progressivo, per stadi,
ogni stadio necessita del precedente ed
avviene con la pratica, senza particolare
attenzione alla qualità del gesto.
Evoluzione degli
schemi motori di
base in funzione
dell’età.
Da Roth
Abilità Motorie
• Sono azioni, o parte di
azioni, indirizzate alla
costruzione di una
struttura motoria.
• Il movimento, obbiettivo dell’acquisizione, viene appreso in
seguito a ripetizioni, mirate alla formazione di nuovi
automatismi.
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che si strutturi il nuovo automatismo, della partecipazione
consapevole, cosciente dell’allievo.
Le abilità motorie richiedono il precedente sviluppo degli schemi
motori di base:
solo chi sa saltare
può imparare la
schiacciata
Schemi motori acquatici
• Sono “abilità motorie di
base“ acquatiche.
• Come gli schemi motori di
base costituiscono i
presupposti indispensabili,
i mattoni con cui costruire
competenze più
complesse.
• Il loro sviluppo non è
progressivo per fasi.
Eccone alcuni:
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• Immersione del capo
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sott’acqua
• Educazione respiratoria
• Rilassamento in acqua
• Capacità di equilibrio:
statico e dinamico
in posizione prona e supina…
la loro mancanza pregiudica ogni
ulteriore acquisizione
(ambientamento)
Schemi motori di base terrestri e schemi motori acquatici
Comparazione tra
gli schemi motori di
base terrestri ed
acquatici.
Da Invernizzi
Schemi motori di base terrestri e schemi motori acquatici
Confronto tra:
- sviluppo della
motricità terrestre e
- le fasi di
apprendimento della
motricità in acqua.
Da Invernizzi
• il sistema nervoso
( encefalo e testa ),
raggiunge la
maturazione verso i
12-13 anni
•lo sviluppo di
scheletro,muscoli,
organi ( sviluppo
somatico ), si
conclude a 18-19
anni circa
Curve di crescita di organi e apparati
In termini pratici ciò significa che
Considerando la stretta
relazione tra
• capacità coordinative
• sistema nervoso
possiamo stimolare in
modo ottimale
l’acquisizione delle
strutture coordinative fin
verso i 12 anni
Considerando il rapporto
tra capacità condizionali
e:
• sistema muscolare
• sistema scheletrico
• apparato respiratorio
• apparato circolatorio
possiamo contribuire ad un
ottimale sviluppo
organico fino a circa 18
anni
Approfondiamo l’analisi.
La teoria delle fasi sensibili: suggerisce i periodi più
indicati per stimolare le diverse capacità motorie
La maggior parte delle
componenti psicomotorie
(capacità coordinative) ha un
periodo ideale di sollecitazione
tra gli 8 ed i12 anni circa
Tra le componenti
condizionali (capacità
condizionali), la fase ideale di
sollecitazione, parte dai 10
per la resistenza e12 anni per
la forza
Considerando nel loro insieme le curve di
crescita e la teoria delle fasi sensibili
possiamo trarre alcune indicazioni
• Il periodo tra i 4 ed i 9-10 anni è il più favorevole per agire
sulle strutture sensopercettive, ancora in fase di definizione,
allo scopo di costruire i presupposti delle future capacità
coordinative.
• Le parti “fini” del gesto tecnico potranno essere fatte
proprie dall’allievo quando la strutturazione del sistema
nervoso raggiungerà un buon livello.
• A 9-10 anni lo sviluppo del sistema nervoso è più del 90%;
verso i 12-13 raggiunge il 100%.
• L’apprendimento di gesti ( abilità motorie) raffinati avviene
con maggiore difficoltà prima dei 9-10 anni.
sviluppo delle capacità coordinative
1° principi
•multilateralità:
sviluppo omogeneo di tutte le
capacità motorie può essere:
- totale: contenuto generale; valida
per ogni attività sportiva (fascia
prepuberale)
- specifica: contiene gli elementi
propri di uno sport (fascia puberale)
• gradualità:
incremento graduale delle difficoltà
•tempestività:
la cosa giusta al momento giusto
(4-10 anni affinamento perc./coord.)
2° metodi
• imitazione di sequenze motorie
• variazione delle condizioni di
partenza ed arrivo
• variazione dell’esecuzione del gesto:
esecuzione fasi parziali, variazione ritmo
• esecuzione da entrambi i lati
• variazione delle informazioni:
aumento, riduzione informazioni
• variazione delle condizioni esterne
• combinazione abilità motorie già
automatizzate
• esercitazioni con controllo a tempo
• esercitazioni in stato di
affaticamento
Spunti per lo sviluppo coordinativo
1° Esplorazione orizzontale:
mantenere attiva la
consapevolezza dell’allievo
mediante
• apprendimento di
numerose abilità motorie
• variazione di quelle abilità
motorie già apprese
2° Esplorazione verticale:
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  • 2. il vizio (del movimento) non è padre dell’ ozio da soli o in compagnia per partecipare oppure per vincere per star bene forse solo per piacerci di più
  • 3. cerchiamo spazi, tempi, occasioni per muoverci tentiamo di dare sensibilità, affidabilità, disponibilità allo strumento deputato alla realizzazione movimento: l’ apparato locomotore
  • 4. Capacità motorie sono i prerequisiti indispensabili per la realizzazione del movimento velocità resistenza forza capacità condizionali potenzialità metaboliche muscolari mobilità capacità intermedie adattamento controllo direzione organizzazione capacità coordinative precisione del movimento capacità motorie
  • 5. Tutte le prestazioni le più eleganti le più efficaci
  • 6. ma anche le più goffe e dispendiose sono legate da una serie di elementi: i fattori della prestazione
  • 7. I fattori della prestazione: • Controllo • Costituzione • Condizione • Coordinazione
  • 8. Il controllo l’insieme dei processi, emotivi, cognitivi e motivazionali.
  • 9. Le caratteristiche antropometriche (anche trasmissione genetica): misura dei segmenti corporei composizione corporea mobilità articolare La costituzione
  • 10. è la capacità di un distretto articolare di realizzare un movimento nel modo più ampio possibile mobilità articolare … già! sistema scheletrico apparato muscolare sistema nervoso
  • 11. la massima velocità di esecuzione la forza massima l’economia del gesto l’apprendimento tecnico Lo sviluppo inadeguato della Mobilità Articolare limita:
  • 13. agonisti ed antagonisti L’impulso nervoso che raggiunge la fibra muscolare ne determina l’attivazione, cioè l’accorciamento. L’accorciamento di tutte le fibre muscolari disponibili rende possibile la contrazione dell’intero muscolo. Il muscolo attivato che si contrae è definito AGONISTA. Da Livio e Viola L’accorciamento del muscolo AGONISTA ha una conseguenza: l’allungamento “forzato” del muscolo che compie il movimento opposto. Questo secondo muscolo è denominato ANTAGONISTA e in pratica permette di bilanciare l’azione dell’AGONISTA. La capacità di contrarre l’AGONISTA e di rilassare l’ ANTAGONISTA, consente di operare correttamente sulla mobilità
  • 14. Il livello di efficienza delle capacità condizionali: La condizione forza resistenza velocità
  • 15. Limiti di velocità L'incremento della velocità di traslocazione si realizza con una crescita della velocità della mano in acqua. Attenzione all'aumento della frequenza dei movimenti: può salire eccessivamente a discapito della velocità di spostamento in acqua Attenzione all’ampiezza dei movimenti: può ridursi fino a compromettere l’efficienza del gesto. L’accorciamento involontario dell’ampiezza di una sequenza motoria, ad esempio della bracciata, può essere legato: a) ad una carenza di forza b) ad una inadeguata percezione del movimento La verifica del tecnico consente di evitare l’acquisizione involontaria ed incontrollabile di azioni errate
  • 16. Due parole sulla forza Non sempre la forza si esercita in questo modo .. e non sempre gli attrezzi disponibili sono dell’ultima generazione
  • 17. Il nostro corpo è già un ottimo attrezzo Piegamenti braccia Trazioni Piegamenti gambe Addominali
  • 18. Carico fisico: l’insieme degli stimoli dell’allenamento 3° Il carico può essere: • interno: risposta dell’organismo allo stimolo proposto • esterno: è il compito proposto, lo stimolo utilizzato per raggiungere un obiettivo dall’allenatore 1° Cos’è lo stimolo E’ l’elemento/i che determina la variazione di un sistema rispetto alla condizione iniziale. • sistema = organismo • stimolo = esercizio fisico 2° elementi dello stimolo • intensità • specificità • durata • grandezza • densità
  • 19. intensità • Consideriamo un compito; il grado, il livello di impegno richiesto rispetto alla massima capacità del soggetto di eseguire quel compito, rappresenta l’intensità. • Possiamo dire che l’intensità dipende dal rapporto tra grandezza dello stimolo e capacità del sistema. com para zion e di diversi livelli di inten sità . da G rosne r e t altri
  • 20. E’ possibile calibrare l’intensità considerando: specificità Uno stimolo, in base alle proprie peculiarità, determina una risposta del sistema. Il fatto che quello stimolo dia luogo a quella reazione e non ad un’altra, ne costituisce la specificità. durata La quantità di tempo in cui si manifesta contribuisce alla caratterizzazione dello stimolo. La durata è strettamente connessa alla specificità dello stimolo stesso
  • 21. grandezza • Il numero di serie, il numero di ripetizioni, la distanza per ripetizione; la quantità, la somma dei metri è un altro parametro utile all’individuazione della corretta intensità con cui svolgere l’esercitazione. • A volte, purtroppo, viene utilizzato come unico elemento per organizzare l’allenamento. densità Il recupero ha lo scopo di riportare, in un certo tempo, il sistema alle condizioni che precedevano la sollecitazione. Modificando la durata del recupero che separa gli esercizi possiamo: modulare la specificità variare la durata dello stimolo ( recupero incompleto) • Il rapporto tra tempo di lavoro e recupero rappresenta la densità.
  • 22. La coordinazione Il grado di sviluppo … e di efficacia della capacità di organizzare, dirigere, controllare ed adattare il movimento
  • 23. Capacità coordinative: organizzare, dirigere, controllare, adattare il movimento Secondo Bernstein la coordinazione può essere: • a mappa rigida: ripetizione di una forma ideale in modo costante (sport ciclici) • a mappa elastica: variazione, adattamento di gesti conosciuti a nuove situazioni al fine di raggiungere un obiettivo (sport aciclici) Per Meinel la cap. coordinativa generale dipende da tre fattori: • capacità di apprendimento: disposizione all’acquisizione di un nuovo gesto (velocità apprendimento) • capacità di controllo: precisione nell’esecuzione del gesto • capacità di adattamento e trasformazione: variazione del gesto in funzione delle diverse situazioni
  • 24. Le fasi della coordinazione motoria coordinazione motoria comprensione del compito coordinazione grezza coordinazione fine perfezionamento della coordinazione fine sviluppo di una prima immagine del movimento dalla comprensione del compito alle prime esecuzioni complete (grossolane) sviluppo automatismi maggiormente perfezionati disponibilità variabile: adattamento alle diverse situazioni della tecnica corretta
  • 25. Il movimento 1° Come si realizza: • definizione dello scopo da raggiungere (obiettivo dell’azione) • scelta della risposta adeguata (scelta del programma motorio) • anticipazione del risultato (anticipazione mentale del risultato del programma scelto) • esecuzione del gesto • confronto gesto realizzato e scelta anticipata • regolazione dell’azione 2° La via del movimento • cervello • midollo spinale • nervi • muscoli • unità motorie • analizzatori 3° attività muscolare • muscoli agonisti • muscoli antagonisti
  • 26. Sentire il movimento L’attività di organizzazione, direzione, controllo, adattamento del movimento è resa possibile, tra l’altro, dalla capacità di ricevere informazioni da parte del nostro computer di bordo : il sistema nervoso
  • 27. Sistema nervoso Interviene nel controllo e nella regolazione di tutte le funzioni del nostro organismo. All’interno di questa complessa struttura distinguiamo: Il sistema nervoso centrale Il sistema nervoso periferico
  • 28. Sistema nervoso centrale Comanda, organizza e controlla l’attività del corpo umano. E’ costituito da: Encefalo Midollo spinale
  • 29. Sistema nervoso periferico E’ costituito dai nervi. Consente il collegamento con i distretti periferici. Al sistema nervoso periferico appartiene anche il sistema nervoso autonomo
  • 30. Sentire il movimento La raccolta di dati è affidata a cellule specializzate: i recettori periferici Sono cellule nervose in grado di rilevare una forma di sensibilità: trasformano l’energia incidente in un fenomeno elettrochimico
  • 31. Sentire il movimento Le informazioni propriocettive (posizione del corpo, tensione di muscoli, articolazioni e tendini), ed enterocettive (fame, sete, variazione di pressione del sangue), provenienti dall’interno del nostro corpo; quelle esterocettive con i dati esterni al nostro corpo Sono condotte dai nervi verso il SNC e …
  • 32. Raggiungono la corteccia cerebrale. Qui vi sono zone specifiche deputate al riconoscimento delle informazioni provenienti dalla periferia.
  • 33. I dati raccolti descrivono, istante per istante, come sta avvenendo il movimento. Muscoli, tendini, articolazioni contengono recettori in grado di percepire le variazioni di forza e pressione che si realizzano durante la loro azione. Sulla base di queste informazioni i centri superiori sono in grado di controllare in tempo reale l’azione in corso Sentire il movimento
  • 34. Controllo del movimento Gli analizzatori: • Semplificando, possiamo dire che svolgono una duplice funzione a Raccolgono, elaborano, gli stimoli che provengono dall’esterno e dall’interno dell’organismo inviandoli successivamente ai centri superiori. b Aggiornano in “tempo reale” i centri nervosi da cui partono i comandi operativi, su ciò che sta accadendo.
  • 35. Gli analizzatori Sono strutture in cui interagiscono recettori sensoriali vie afferenti formazioni nervose aree corticali • Operano come filtri estraendo rapidamente dalla massa degli impulsi raccolti dai recettori i dati ritenuti in quel momento maggiormente significativi per quella determinata situazione
  • 36. Gli analizzatori in forma schematica Dal manuale didattico F.I.N. di 1°e 2°livello
  • 37. Controllo del movimento Tipi di analizzatori • ottico ( visivo ) • stato dinamico (vestibolare) • acustico • cinestesico (motorio) • tattile
  • 38. Analizzatori stato dinamico e cinestesico Stato dinamico (vestibolare) • Ci informa delle accelerazioni a cui il corpo è soggetto , in particolare angolari, e, della posizione della testa rispetto al corpo. • Le sue informazioni consentono di controllare e regolare l’equilibrio Cinestesico ( motorio ) • Elaborando informazioni riguardanti il movimento ne consente la regolazione. • L’apprendimento tecnico è condizionato dal grado di sensibilità di questo analizzatore. • La sua sensibilità risulta maggiormente elevata in atleti praticanti discipline polivalenti. • Il maggior livello tecnico dipende da una maggiore capacità di differenziazione cinestesica: soprattutto in relazione alla disciplina praticata(specificità).
  • 39. Tipi di feed - back • intrinseci: informazioni dall’interno, dal corpo • estrinseci informazioni dall’esterno del corpo Analizzatori la reafferenza L’invio continuo di dati, di informazioni aggiornate, ai centri nervosi da cui sono partiti i comandi, ( retroazione ) consente alle strutture nervose il confronto tra ordini emessi ed esecuzione reale. •La modulazione e l’eventuale correzione, a seguito del dispositivo di retroazione, dei comandi motori in esecuzione prende il nome di reafferernza ( feed - back )
  • 40. Tipi di feed back Intrinseci (interni ) - analizzatore motorio - analizzatore vestibolare Inviano alla corteccia cerebrale la informazioni raccolte da recettori nervosi localizzati nella cute, nei muscoli, nei tendini, nelle articolazioni, a livello vestibolare. Estrinseci (esterni ) Si realizzano per effetto delle informazioni che l’allievo riceve dall’esterno: - Attraverso la visione diretta (ma parziale ) del proprio movimento. - Da fonti esterne (istruttore, compagno…). nota: Le reafferenze esterne hanno il compito di rendere disponibili, coscienti e fruibili le informazioni interne
  • 41. Ricordare il movimento Le acquisizioni motorie possono essere memorizzate; questa particolarità consente: a) Di scegliere il movimento o la sequenza di movimenti più adeguata per risolvere per una situazione già sperimentata b) Di accedere alle informazioni di carattere sensopercettivo che hanno accompagnato le precedenti acquisizioni ( impronta motoria)
  • 42. Due tipi di memoria motoria • A lungo termine Ha un grande capacità (spazio, volume) Rende duraturo l’apprendimento E’ importante: 1) la sua formazione 2) La capacità di una rapida rievocazione dei contenuti • A breve termine Ha una limitata capacità Consente: 1) Il passaggio delle acquisizioni al settore della memoria a lungo termine 2) Il confronto tra le percezioni attuali e quelle presenti nella memoria a lungo termine
  • 43. maturazione •La ricchezza delle sperimentazioni (esplorazione orizzontale e verticale) •L’ orientamento verso le corrette percezioni •Il controllo cosciente degli esercizi Consentono la valida educazione delle attività senso-percettive
  • 44. Tipi di movimento dipende dalla volontà (corteccia cerebrale) volontario la corteccia cerebrale svolge soprattutto azione di controllo (pilota automatico) automatico circuito stimolo / reazione a livello di midollo spinale riflesso movimento
  • 45. Il movimento automatico E’ l’elemento chiave, la base dell’apprendimento motorio. a Consente di realizzare un gesto in forma “grossolana” senza che la coscienza intervenga direttamente. b I centri superiori, che possono non intervenire nel controllo globale del gesto, sono nella condizione di prestare attenzione ad altre informazioni che li raggiungono. c La coscienza, la volontà, può comunque intervenire in qualsiasi momento per riprendere governare il processo di realizzazione del movimento. d In tale situazione l’apprendimento può essere indirizzato verso l’acquisizione dei particolari, all’affinamento dell’azione
  • 46. Forme complesse di movimento 1° Schemi motori possono essere definiti come: sequenze di movimenti automatici realizzate in “modo automatico” 2° Schemi motori di base Strutture motorie indispensabili per l’attività terrestre. Appaiono per primi e si sviluppano con la pratica; naturalmente 3° Abilità motorie azioni indirizzate all’ acquisizione di un forma o struttura motoria. 4°Schemi motori acquatici i mattoni con cui costruire le basi del movimento in acqua.
  • 47. Schemi motori Schemi motori Possiamo definirli come: sequenze di movimenti automatici realizzate in “modo automatico”. . Schemi motori Di base Si strutturano per primi nel durante lo sviluppo dell’individuo. Eccone alcuni: • Camminare • Correre • Saltare • Rotolare • Afferrare • Lanciare... Il loro sviluppo è progressivo, per stadi, ogni stadio necessita del precedente ed avviene con la pratica, senza particolare attenzione alla qualità del gesto.
  • 48. Evoluzione degli schemi motori di base in funzione dell’età. Da Roth
  • 49. Abilità Motorie • Sono azioni, o parte di azioni, indirizzate alla costruzione di una struttura motoria. • Il movimento, obbiettivo dell’acquisizione, viene appreso in seguito a ripetizioni, mirate alla formazione di nuovi automatismi. • L’apprendimento necessita quindi, almeno inizialmente, prima che si strutturi il nuovo automatismo, della partecipazione consapevole, cosciente dell’allievo.
  • 50. Le abilità motorie richiedono il precedente sviluppo degli schemi motori di base: solo chi sa saltare può imparare la schiacciata
  • 51. Schemi motori acquatici • Sono “abilità motorie di base“ acquatiche. • Come gli schemi motori di base costituiscono i presupposti indispensabili, i mattoni con cui costruire competenze più complesse. • Il loro sviluppo non è progressivo per fasi. Eccone alcuni: • Immersione del corpo • Immersione del capo • Apertura di bocca e occhi sott’acqua • Educazione respiratoria • Rilassamento in acqua • Capacità di equilibrio: statico e dinamico in posizione prona e supina… la loro mancanza pregiudica ogni ulteriore acquisizione (ambientamento)
  • 52. Schemi motori di base terrestri e schemi motori acquatici Comparazione tra gli schemi motori di base terrestri ed acquatici. Da Invernizzi
  • 53. Schemi motori di base terrestri e schemi motori acquatici Confronto tra: - sviluppo della motricità terrestre e - le fasi di apprendimento della motricità in acqua. Da Invernizzi
  • 54. • il sistema nervoso ( encefalo e testa ), raggiunge la maturazione verso i 12-13 anni •lo sviluppo di scheletro,muscoli, organi ( sviluppo somatico ), si conclude a 18-19 anni circa Curve di crescita di organi e apparati
  • 55. In termini pratici ciò significa che Considerando la stretta relazione tra • capacità coordinative • sistema nervoso possiamo stimolare in modo ottimale l’acquisizione delle strutture coordinative fin verso i 12 anni Considerando il rapporto tra capacità condizionali e: • sistema muscolare • sistema scheletrico • apparato respiratorio • apparato circolatorio possiamo contribuire ad un ottimale sviluppo organico fino a circa 18 anni
  • 56. Approfondiamo l’analisi. La teoria delle fasi sensibili: suggerisce i periodi più indicati per stimolare le diverse capacità motorie La maggior parte delle componenti psicomotorie (capacità coordinative) ha un periodo ideale di sollecitazione tra gli 8 ed i12 anni circa Tra le componenti condizionali (capacità condizionali), la fase ideale di sollecitazione, parte dai 10 per la resistenza e12 anni per la forza
  • 57. Considerando nel loro insieme le curve di crescita e la teoria delle fasi sensibili possiamo trarre alcune indicazioni • Il periodo tra i 4 ed i 9-10 anni è il più favorevole per agire sulle strutture sensopercettive, ancora in fase di definizione, allo scopo di costruire i presupposti delle future capacità coordinative. • Le parti “fini” del gesto tecnico potranno essere fatte proprie dall’allievo quando la strutturazione del sistema nervoso raggiungerà un buon livello. • A 9-10 anni lo sviluppo del sistema nervoso è più del 90%; verso i 12-13 raggiunge il 100%. • L’apprendimento di gesti ( abilità motorie) raffinati avviene con maggiore difficoltà prima dei 9-10 anni.
  • 58. sviluppo delle capacità coordinative 1° principi •multilateralità: sviluppo omogeneo di tutte le capacità motorie può essere: - totale: contenuto generale; valida per ogni attività sportiva (fascia prepuberale) - specifica: contiene gli elementi propri di uno sport (fascia puberale) • gradualità: incremento graduale delle difficoltà •tempestività: la cosa giusta al momento giusto (4-10 anni affinamento perc./coord.) 2° metodi • imitazione di sequenze motorie • variazione delle condizioni di partenza ed arrivo • variazione dell’esecuzione del gesto: esecuzione fasi parziali, variazione ritmo • esecuzione da entrambi i lati • variazione delle informazioni: aumento, riduzione informazioni • variazione delle condizioni esterne • combinazione abilità motorie già automatizzate • esercitazioni con controllo a tempo • esercitazioni in stato di affaticamento
  • 59. Spunti per lo sviluppo coordinativo 1° Esplorazione orizzontale: mantenere attiva la consapevolezza dell’allievo mediante • apprendimento di numerose abilità motorie • variazione di quelle abilità motorie già apprese 2° Esplorazione verticale: per raffinare gradualmente le abilità motorie già apprese attraverso: • esecuzione e percezione del feed-back • confronto tra programma di movimento ed i gesto reale • eliminazione delle discrepanze