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Gestire l’innovazione
tecnologica nella PMI
Avviare e mantenere attivo il “motore della crescita” aziendale
Un mondo competitivo
Competizione Origine Effetti
Diretta Imprese
nazionali ed
estere
presenti
nell’area di
business
● Erosione del margine prezzo-
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● La possibilità di determinare i modi della
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● La possibilità di godere di profitti stabili e non
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● Innovazioni tecnologiche radicali: “salti”, rivoluzioni nelle
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1) Far diventare le attività correnti un laboratorio
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3) Utilizzare le risorse per l’innovazione: asset di
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● La visione sull’idea: la capacità di esaminare lo spazio
delle possibilità tecnologiche identificando le possibili
applicazioni da sviluppare.
● La conoscenza: la capacità di ricerca, comprensione
assimilazione ed elaborazione dell’informazione.
● Le risorse finanziarie e tempo.
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profili professionali e di capitale tecnologico atti a
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● Le risorse complementari: costituite dagli asset
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Determinanti della rilevanza
La rilevanza di un progetto è proporzionale ai seguenti
attributi della singola tecnologia (valutazione quantitativa;
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● Applicabilità: stima dell’ampiezza dello spettro di
potenziali applicazioni derivabili dalla tecnologia,
qualitativa (ampiezza alta, media, bassa) o quantitativa
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● Potenziale di mercato: stima dei ricavi potenziali delle
applicazioni della tecnologia, quantitativa (numero di
clienti potenziali, spesa media per cliente, quota di
mercato dell’azienda).
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criticità del prodotto per il cliente (criticità alta, media,
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Il rischio di un progetto è proporzionale alle seguenti
componenti di rischio della singola tecnologia (valutazione
qualitativa: alto, medio, basso).
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raggiunga le prestazioni tecniche attese; probabilità crescente
con le capacità già presenti in azienda e decrescente con la
distanza della tecnologia rispetto allo stato dell’arte.
● Commerciale: valutazione della probabilità che il mercato sia
inferiore a quello stimato; probabilità crescente con la
turbolenza del mercato.
● Finanziario: valutazione della probabilità che il mercato del
capitale sia avverso al finanziamento dell’innovazione e delle
attività complementari necessarie al suo sfruttamento
(brevettazione, commercializzazione); probabilità crescente
con l’entità del progetto e con il numero/entità delle attività
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Il valore (rilevanza aggiustata per il rischio) di un nuovo
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E la Direzione?
Si potrebbe pensare che il ruolo della
Direzione nella generazione di
innovazione sia marginale. Niente di più
sbagliato.
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non è quello di fare innovazione (a cui
penserà tutta l’impresa) ma di orientare
le azioni innovative, cioè di far fare
innovazione.
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Ruolo della Direzione (1)
● Osservare: contribuire, con la propria capacità di osservazione ad
ampio spettro, a cogliere i segnali del contesto esterno (tendenze di
mercato, tecnologie emergenti, strategie dei concorrenti, ecc.9 e
interno all’impresa.
● Aprire l’impresa al confronto: essere aperti alle innovazioni e ai
cambiamenti osservati nel contesto e stimolare l’organizzazione a
guardare ai fatti inediti, senza cadere nel classico errore che tutto ciò
che viene dall’esterno non è adatto alla propria organizzazione. Non
ammalarsi cioè della cosiddetta NIH (Not Invented Here) syndrome,
la malattia che respinge tutto ciò che “non è stato inventato qui”.
● Interpretare i segnali e sviluppare la visione: integrare segnali tra
loro apparentemente sconnessi e comprenderne le mutue
implicazioni, metterli a sistema, e sviluppare quindi la visione
strategica che deriva dal nuovo contesto.
● Amplificare e comunicare: amplificare i segnali importanti, e
comunicare la visione a tutta l’organizzazione in modo che possa
fungere da indirizzo nelle azioni innovative di tutti gli attori
dell’impresa.
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Ruolo della Direzione (2)
● Sostenere il processo innovativo: incrementare la qualità e la
quantità di risorse (umane, strumentali, finanziarie) sulle attività più
coinvolte nell’innovazione e motivare tali addetti alla realizzazione di
cambiamenti radicali.
● Allevare le risorse: identificare e nutrire i champion dell’innovazione,
coloro cioè che condividono la visione strategica, la sanno tradurre in
progetti innovativi e sanno gestire la realizzazione dell’innovazione. I
champion sono gli imprenditori dell’imprenditore, i motori
dell’innovazione.
● Promuovere la cultura della gestione per progetti: abituare tutti
gli addetti dell’impresa a lavorare per progetti, cioè in attività
concentrate nel tempo finalizzate alla realizzazione di un risultato
innovativo, alla pianificazione, al lavoro in team, alla gestione
anticipata dei rischi.
● Delegare: dare autonomia a chi opera nei processi per realizzare
l’innovazione, aumentandone le deleghe decisionali, una volta
condivisa la visione e acquisite le capacità di gestione
dell’innovazione.
www.gianlucavaglio.net
Ruolo della Direzione (3)
● Incentivare e valutare: orientare all’innovazione il sistema d misura
delle prestazioni e incentivare sulla base dei risultati innovativi
conseguiti in tutta l’impresa (ad esempio, valutare il commerciale non
solo sulla crescita del fatturato ma anche sull’acquisizione di
commesse innovative).
● Promuovere la cultura della sperimentazione: accettare
l’assunzione di rischi, purché condivisi e gestiti in anticipo, e quindi
accettare l’errore, se si verifica in un contesto di rischio controllato.
Incentivare gli atteggiamenti sperimentali, volti a realizzare prototipi e
test, a cercare soluzioni inedite.
● Ispirare: fungere da modello di riferimento per tutta l’impresa.
L’imprenditore deve essere coerente nei suoi comportamenti con la
visione, essere il primo a pensare in modo innovativo sempre e
comunque.
● Osare: puntare in altro nel costruire la visione e nel promuoverla.
Fissare obiettivi ambiziosi, e porre sfide che sappiano motivare e
catalizzare le energie. Ad abbassare la mira si è sempre in tempo.
www.gianlucavaglio.net
Conclusioni
Le PMI si trovano quotidianamente ad operare in un contesto
fortemente competitivo che impone loro nuove sfide basate sulla
capacità innovativa.
Per via della loro intrinseca natura dimensionale non possono
distogliere risorse dalle attività correnti per far loro fare ricerca né
possono dotarsi di un’area di R&S.
L’unica strada che possono percorrere per innovare i propri prodotti
e/o processi è quello di calare l’innovazione nelle attività correnti,
facendole diventare un laboratorio diffuso.
Fondamentale il ruolo della Direzione che deve formalizzare gli
obiettivi innovativi in una visione strategica che deve
continuamente essere raffinata sulla base dei risultati dei progetti
innovativi identificati.
Solo facendo una innovazione radicata nei suoi gangli vitali l’impresa
può accumulare competenze, capacità distintive e asset intangibili
che le consentiranno di godere di profitti stabili e non legati alle
estemporaneità del mercato e della competizione.
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Per domande o approfondimenti
Per qualsiasi domanda o ulteriori approfondimenti
sugli argomenti trattati potete contattarmi ai
seguenti riferimenti:
Email: info@gianlucavaglio.net
LinkedIn: gianlucavaglio
Grazie per l’attenzione!
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Gestire innovazione tecnologica nella pmi

  • 1. Gestire l’innovazione tecnologica nella PMI Avviare e mantenere attivo il “motore della crescita” aziendale
  • 2. Un mondo competitivo Competizione Origine Effetti Diretta Imprese nazionali ed estere presenti nell’area di business ● Erosione del margine prezzo- costo ● Invasione delle nicchie ● Perdita di singoli clienti Potenziale Imprese provenienti da altri settori o da altri mercati geografici ● Credibilità delle minacce di sostituzione ● Maggiore potere contrattuale di clienti e distributori A elevata incertezza strategica ● Perdita dei segmenti evoluti di mercato ● Imprevedibilità dell’azione dei concorrenti ● Difficoltà di imitazione www.gianlucavaglio.net
  • 4. Innovazione tecnologica Miglioramento delle funzionalità di prodotto o riduzione del costo di prodotto rispetto allo stato dell’arte ottenuti attraverso l’applicazione di conoscenze e competenze relative alle caratteristiche del processo produttivo o del prodotto. www.gianlucavaglio.net
  • 5. Perché innovare ● La differenziazione dei propri prodotti rispetto a quelli della concorrenza ● La creazione di un monopolio temporaneo, che garantisce maggiori margini e maggiori volumi ● Il godimento di vantaggi permanenti anche al termine del monopolio iniziale ● La possibilità di determinare i modi della competizione ● La possibilità di godere di profitti stabili e non legati alle estemporaneità del mercato e della competizione www.gianlucavaglio.net
  • 6. Tre tipologie d’innovazione ● Innovazioni tecnologiche discontinue: “salti” nelle prestazioni del prodotto determinati da una disgregazione, e da una successiva ricostruzione, delle competenze e delle conoscenze tecnologiche dell’impresa, ovvero da un cambiamento delle capacità dell’azienda di tipo rivoluzionario. ● Innovazioni tecnologiche incrementali: piccoli miglioramenti delle prestazioni del prodotto determinati da una evoluzione delle competenze e delle conoscenze tecnologiche dell’impresa, ovvero da una crescita organica delle capacità dell’azienda. ● Innovazioni tecnologiche radicali: “salti”, rivoluzioni nelle prestazioni del prodotto determinati da una evoluzione delle competenze e delle conoscenze tecnologiche dell’impresa, ovvero da una crescita delle capacità che si innesta in maniera organica sul patrimonio di risorse dell’azienda. www.gianlucavaglio.net
  • 7. PMI vs Grandi Imprese A differenza delle grandi imprese le PMI hanno risorse limitate che non possono essere distolte dalle attività correnti per essere dedicate ad attività di ricerca e non sono dotate di aree di R&S. Come possono quindi gestire l’innovazione tecnologica? www.gianlucavaglio.net
  • 8. L’impresa dell’innovazione È una PMI che è riuscita a immergere i processi di innovazione all’interno dei propri gangli vitali così da farne uno stile di vita, un fatto quotidiano, indistinguibile dalle altre attività correnti. www.gianlucavaglio.net
  • 9. Come fare innovazione 1) Far diventare le attività correnti un laboratorio diffuso che sostituisce l’attività formalizzata di ricerca. Tali attività diventano quindi contemporaneamente luogo di creazione di profitto nel breve termine e di creazione di innovazione nel lungo termine. 2) Stringere rapporti privilegiati con le fonti di innovazione 3) Utilizzare le risorse per l’innovazione: asset di varia natura che consentono la trasformazione dell’idea in valore economico. www.gianlucavaglio.net
  • 10. Fonti di innovazione Acquisti Progettazione Risorse Umane Produzione Marketing/ Vendite Fornitori Università Clienti guida Concorrenti Impresealtrisettori Centridiricerca Entidiprog.www.gianlucavaglio.net
  • 11. Risorse per l’innovazione ● La visione sull’idea: la capacità di esaminare lo spazio delle possibilità tecnologiche identificando le possibili applicazioni da sviluppare. ● La conoscenza: la capacità di ricerca, comprensione assimilazione ed elaborazione dell’informazione. ● Le risorse finanziarie e tempo. ● Le risorse umane e tecnologiche: la disponibilità di profili professionali e di capitale tecnologico atti a sostenere il processo innovativo. ● Le risorse complementari: costituite dagli asset necessari per appropriarsi del valore dell’innovazione, una volta che essa sia stata sviluppata. www.gianlucavaglio.net
  • 14. Determinanti della rilevanza La rilevanza di un progetto è proporzionale ai seguenti attributi della singola tecnologia (valutazione quantitativa; corrispettivo monetario; qualitativa: alta, media, bassa). ● Applicabilità: stima dell’ampiezza dello spettro di potenziali applicazioni derivabili dalla tecnologia, qualitativa (ampiezza alta, media, bassa) o quantitativa (numero di applicazioni). ● Potenziale di mercato: stima dei ricavi potenziali delle applicazioni della tecnologia, quantitativa (numero di clienti potenziali, spesa media per cliente, quota di mercato dell’azienda). ● Valore creato per il cliente: stima qualitativa della criticità del prodotto per il cliente (criticità alta, media, bassa). www.gianlucavaglio.net
  • 15. Determinanti del rischio Il rischio di un progetto è proporzionale alle seguenti componenti di rischio della singola tecnologia (valutazione qualitativa: alto, medio, basso). ● Tecnico: valutazione della probabilità che la tecnologia non raggiunga le prestazioni tecniche attese; probabilità crescente con le capacità già presenti in azienda e decrescente con la distanza della tecnologia rispetto allo stato dell’arte. ● Commerciale: valutazione della probabilità che il mercato sia inferiore a quello stimato; probabilità crescente con la turbolenza del mercato. ● Finanziario: valutazione della probabilità che il mercato del capitale sia avverso al finanziamento dell’innovazione e delle attività complementari necessarie al suo sfruttamento (brevettazione, commercializzazione); probabilità crescente con l’entità del progetto e con il numero/entità delle attività complementari. www.gianlucavaglio.net
  • 17. Interdipendenze tra progetti Il valore (rilevanza aggiustata per il rischio) di un nuovo prodotto, o di un nuovo processo produttivo, può subire impatti anche importanti dallo sviluppo e dall’introduzione di un altro prodotto. Tenere conto di questi fattori crea dei legami tra il valore dei diversi progetti e muta la collocazione dei progetti stessi sulla matrice. Grazie ad una superadditività tra progetti diversi, una certa tecnologia che – in assenza di interdipendenze – non sarebbe stata selezionata perché a basso valore o alto rischio, aumenta di rilevanza ed entra nel novero degli investimenti. www.gianlucavaglio.net
  • 19. E la Direzione? Si potrebbe pensare che il ruolo della Direzione nella generazione di innovazione sia marginale. Niente di più sbagliato. Il ruolo che viene chiesto alla Direzione non è quello di fare innovazione (a cui penserà tutta l’impresa) ma di orientare le azioni innovative, cioè di far fare innovazione. www.gianlucavaglio.net
  • 20. Ruolo della Direzione (1) ● Osservare: contribuire, con la propria capacità di osservazione ad ampio spettro, a cogliere i segnali del contesto esterno (tendenze di mercato, tecnologie emergenti, strategie dei concorrenti, ecc.9 e interno all’impresa. ● Aprire l’impresa al confronto: essere aperti alle innovazioni e ai cambiamenti osservati nel contesto e stimolare l’organizzazione a guardare ai fatti inediti, senza cadere nel classico errore che tutto ciò che viene dall’esterno non è adatto alla propria organizzazione. Non ammalarsi cioè della cosiddetta NIH (Not Invented Here) syndrome, la malattia che respinge tutto ciò che “non è stato inventato qui”. ● Interpretare i segnali e sviluppare la visione: integrare segnali tra loro apparentemente sconnessi e comprenderne le mutue implicazioni, metterli a sistema, e sviluppare quindi la visione strategica che deriva dal nuovo contesto. ● Amplificare e comunicare: amplificare i segnali importanti, e comunicare la visione a tutta l’organizzazione in modo che possa fungere da indirizzo nelle azioni innovative di tutti gli attori dell’impresa. www.gianlucavaglio.net
  • 21. Ruolo della Direzione (2) ● Sostenere il processo innovativo: incrementare la qualità e la quantità di risorse (umane, strumentali, finanziarie) sulle attività più coinvolte nell’innovazione e motivare tali addetti alla realizzazione di cambiamenti radicali. ● Allevare le risorse: identificare e nutrire i champion dell’innovazione, coloro cioè che condividono la visione strategica, la sanno tradurre in progetti innovativi e sanno gestire la realizzazione dell’innovazione. I champion sono gli imprenditori dell’imprenditore, i motori dell’innovazione. ● Promuovere la cultura della gestione per progetti: abituare tutti gli addetti dell’impresa a lavorare per progetti, cioè in attività concentrate nel tempo finalizzate alla realizzazione di un risultato innovativo, alla pianificazione, al lavoro in team, alla gestione anticipata dei rischi. ● Delegare: dare autonomia a chi opera nei processi per realizzare l’innovazione, aumentandone le deleghe decisionali, una volta condivisa la visione e acquisite le capacità di gestione dell’innovazione. www.gianlucavaglio.net
  • 22. Ruolo della Direzione (3) ● Incentivare e valutare: orientare all’innovazione il sistema d misura delle prestazioni e incentivare sulla base dei risultati innovativi conseguiti in tutta l’impresa (ad esempio, valutare il commerciale non solo sulla crescita del fatturato ma anche sull’acquisizione di commesse innovative). ● Promuovere la cultura della sperimentazione: accettare l’assunzione di rischi, purché condivisi e gestiti in anticipo, e quindi accettare l’errore, se si verifica in un contesto di rischio controllato. Incentivare gli atteggiamenti sperimentali, volti a realizzare prototipi e test, a cercare soluzioni inedite. ● Ispirare: fungere da modello di riferimento per tutta l’impresa. L’imprenditore deve essere coerente nei suoi comportamenti con la visione, essere il primo a pensare in modo innovativo sempre e comunque. ● Osare: puntare in altro nel costruire la visione e nel promuoverla. Fissare obiettivi ambiziosi, e porre sfide che sappiano motivare e catalizzare le energie. Ad abbassare la mira si è sempre in tempo. www.gianlucavaglio.net
  • 23. Conclusioni Le PMI si trovano quotidianamente ad operare in un contesto fortemente competitivo che impone loro nuove sfide basate sulla capacità innovativa. Per via della loro intrinseca natura dimensionale non possono distogliere risorse dalle attività correnti per far loro fare ricerca né possono dotarsi di un’area di R&S. L’unica strada che possono percorrere per innovare i propri prodotti e/o processi è quello di calare l’innovazione nelle attività correnti, facendole diventare un laboratorio diffuso. Fondamentale il ruolo della Direzione che deve formalizzare gli obiettivi innovativi in una visione strategica che deve continuamente essere raffinata sulla base dei risultati dei progetti innovativi identificati. Solo facendo una innovazione radicata nei suoi gangli vitali l’impresa può accumulare competenze, capacità distintive e asset intangibili che le consentiranno di godere di profitti stabili e non legati alle estemporaneità del mercato e della competizione. www.gianlucavaglio.net
  • 24. Per domande o approfondimenti Per qualsiasi domanda o ulteriori approfondimenti sugli argomenti trattati potete contattarmi ai seguenti riferimenti: Email: info@gianlucavaglio.net LinkedIn: gianlucavaglio Grazie per l’attenzione! www.gianlucavaglio.net