Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Anticorpi monoclonali
1.
2. Le Biotecnologie moderne hanno avuto un notevole
sviluppo nell’ultimo trentennio e uno dei maggiori campi
di intervento è stato nel settore medico e nello sviluppo dei
farmaci. Tra questi, si può considerare una pietra miliare la
descrizione,da parte di Köhler e Milstein(1975) del metodo
per l’ottenimento di anticorpi monoclonali.
3. PRODUZIONE DI ANTICORPI
MONOCLONALI TRAMITE IBRIDOMA.
Cosa sono gli anticorpi?
Gli anticorpi (o immunoglobuline) sono glicoproteine prodotte dai linfociti B del sistema
immunitario umorale. Tali proteine sono in grado di riconoscere e legarsi in maniera specifica
ad altri tipi di proteine definite “antigeni". La funzione degli anticorpi è quella di riconoscere e
neutralizzare gli agenti estranei e/o patogeni, come, ad esempio, virus, batteri o tossine. Ciò è
possibile grazie alla particolare struttura di queste molecole.
Gli anticorpi, infatti, sono proteine globulari dotate di una particolare conformazione a "Y”.
All'interno di questa struttura proteica vi sono una regione cosiddetta costante e delle regioni
variabili, corrispondenti alle braccia della "Y". È proprio a livello delle regioni variabili che si
trovano i siti di legame specifici per l'antigene. Ogni linfocita B è in grado di produrre milioni
di anticorpi, a loro volta in grado di riconoscere diversi tipi di antigeni (anticorpi policlonali).
Una volta che l'anticorpo si lega all'antigene per cui è specifico, l'anticorpo stesso si attiva e dà
origine alla risposta immunitaria che porterà all'eliminazione dell'agente estraneo.
Cosa sono gli anticorpi monoclonali?
Gli anticorpi monoclonali sono particolari tipi di anticorpi, più correttamente, gli anticorpi
monoclonali possono essere definiti come proteine omogenee ibride, ottenute da un singolo
clone di linfocita:le cellule figlie derivate da uno specifico linfocita B per divisione cellulare
costituiscono dei cloni e producono lo stesso anticorpo, detto appunto anticorpo monoclonale.
4. Come ottenere un anticorpo specifico
per un certo antigene?
Si inietta i un topo l’antigene purificato, Tale procedura è
simile alla vaccinazione:il sistema immunitario del topo è
stimolato a produrre diversi cloni di linfociti B,ciascuno
secernente un diverso anticorpo .Per selezionare uno
specifico clone, si isolano i linfociti B dalla milza del topo,
che vengono posti in coltura assieme a specifiche cellule
tumorali( di mieloma):in condizioni opportune, le
plasmacellule (linfociti) del topo si fondono con le cellule
tumorali per generare un tipo di cellule ibride detto
ibridoma. Queste vengono poi selezionate sfruttando 2
caratteristiche:
le cellule tumorali muoiono se poste in terreni di coltura
selettivi;
le plasmacellule derivate dalla milza sopravvivono solo
per poche generazioni al di fuori dell’organismo;
Quindi,in presenza del terreno di coltura selettivo, solo le
cellule ibride sopravvivono: esse infatti hanno acquisito la
capacità di moltiplicarsi indefinitamente tipica delle
cellule tumorali e allo stesso tempo possiedono un
metabolismo normale grazie alle plasmacellule.
A questo punto le cellule dell’ibridoma vengono diluite in
speciali camere di coltura, in modo che rimanga una sola
cellula per camera . Queste dividendosi producono dei
cloni, ciascuno dei quali secerne un diverso anticorpo
monoclonale.
Dal clone di cellule che producono lo specifico anticorpo è
poi possibile clonare il gene corrispondente per inserirlo
in altri organismi per la produzione su larga scala( es. le
piante di tabacco)
5. Quale è il loro meccanismo d'azione?
Gli anticorpi monoclonali agiscono con il medesimo meccanismo d'azione appena descritto
per gli anticorpi policlonali. Gli anticorpi monoclonali, infatti, possiedono un'affinità
altamente specifica per un determinato tipo di antigene e si legano ad esso, consentendo
in questo modo di ottenere una marcata risposta immunitaria nei confronti di quella
tossina, proteina, cellula maligna o agente patogeno.
Come possiamo classificarli?
Una prima suddivisione:
Anticorpi monoclonali nudi (ossia non coniugati ad altre molecole);
Anticorpi monoclonali coniugati a farmaci o a isotopi radioattivi.
6. Con la coniugazione di uno o più
farmaci agli anticorpi monoclonali è
possibile direzionare con estrema
precisione quello stesso principio
attivo verso il target di interesse,
evitando di coinvolgere altri distretti
dell’organismo; in questo modo si
possono ridurre gli effetti indesiderati
e aumentare le probabilità di efficacia
terapeutica.
La coniugazione di isotopi
radioattivi agli anticorpi
monoclonali, invece, è una tecnica
che viene sfruttata sopratutto nella
terapia antitumorale , più
precisamente si parla di
radioimmunoterapia.
7. ANTICORPI MONOCLONALI PER LA
RICERCA, LA TERAPIA E LA DIAGNOSTICA.
Anticorpi monoclonali impiegati in
ambito diagnostico:
Gli anticorpi monoclonali sono utilizzati nel
campo della ricerca biomedica. Questa
tipologia di anticorpi monoclonali viene
utilizzata per diagnosticare la presenza di un
determinato antigene e, se necessario, perfino
per misurarne la quantità.
Gli anticorpi monoclonali, pertanto, possono
essere impiegati per individuare agenti
batterici o virali, particolari tipi di proteine o
cellule e marker tumorali. Appare quindi
chiaro come questi possano essere sfruttati in
laboratori clinici per la diagnosi di patologie
ma non solo.
Infatti, gli anticorpi monoclonali impiegati in
quest'ambito vengono ampiamente utilizzati
anche nei cosiddetti kit diagnostici d'uso
domestico, quali, ad esempio, i test di
gravidanza e i test dell'ovulazione.
8. Sempre facendo riferimento alle
applicazioni nella diagnostica
possiamo citare la
immunoscintigrafia, con la
quale è possibile utilizzare
anticorpi marcati con isotopi
radioattivi per evidenziare la
presenza di cellule tumorali
nell’organismo: gli anticorpi si
legano alle proteine di
superficie presenti sulle cellule
tumorali e la radiazione emessa
viene registrata da
un’apparecchiatura, che fornisce
una mappatura dettagliata delle
zone in cui è presente il tumore.
Questa tecnica è in grado di
rilevare tumori quali il tumore
al seno o il linfoma in stadi
molto precoci.
9.
10. Anticorpi monoclonali impiegati in ambito terapeutico:
Sono diversi i tipi di anticorpi monoclonali ad essere impiegati per fini
terapeutici; possiamo suddividerli in funzione dell'attività da essi
esercitata:
-Anticorpi monoclonali ad azione antinfiammatoria: appartengono a
questo gruppo farmaci quali l‘ “infliximab”. Questi anticorpi
monoclonali sono maggiormente coinvolti nella sintomatologia di
patologie infiammatorie su base autoimmune, come, ad esempio,
l'artrite reumatoide e l'artrite psoriasica.
-Anticorpi monoclonali ad azione immunosoppressiva:
Appartengono a questo gruppo di anticorpi monoclonali i farmaci
impiegati nel trattamento di patologie autoimmuni e nella prevenzione
del rigetto nei trapianti d'organo, fra cui ricordiamo il “rituximab”, il
“basiliximab”e l‘”omalizumab”, impiegato nel trattamento dell'asma
allergica.
-Anticorpi monoclonali ad azione antitumorale:
Il target di questi anticorpi monoclonali è costituito perlopiù da fattori
fondamentali per lo sviluppo delle cellule maligne, oppure da proteine
che vengono sovraespresse quando sono presenti determinati tipi di
tumori, come avviene, ad esempio, nel caso dei tumori della
mammella. In questo caso, per il trattamento di questa forma
tumorale, si utilizza l'anticorpo monoclonale “trastuzumab”.
11. Microscopia a
immunofluorescenza(ambito
terapeutico):
Grazie ad essa, marcando anticorpi con
gruppi fluorescenti, si può registrare
la localizzazione di una determinata
proteina all’interno o sulla superficie
di una cellula; è possibile anche
seguire gli spostamenti di una data
proteina all’interno della cellula.
Questo ha reso possibile l’utilizzo di
tale proprietà in diversi settori della
medicina. Per esempio, come già
accennato, esistono anticorpi
monoclonali che si legano ai recettori
presenti sulle cellule tumorali e ne
bloccano la crescita. Cocktail di
anticorpi monoclonali sono utilizzati
per l’ immunizzazione passiva contro
malattie virali come l’epatite A e B e
contro le infezioni da virus Ebola.
12. Immunoprofilassi in
gravidanza(ambito
terapeutico):
La somministrazione di anticorpi
monoclonali è impiegata anche
per l’immunoprofilassi contro le
complicazioni durante la
gravidanza per le donne Rh
negative, cioè che non possiedono
il fattore Rh sui loro globuli rossi.
Se il nascituro presenta questo
antigene, ma la madre ne è priva,
si può sviluppare una grave
reazione contro il feto. La
somministrazione di anticorpi
diretti contro il fattore Rh evita
che questo accada, in quanto
protegge la madre dall’antigene
del figlio nel caso che il sangue
materno e quello fetale vengano a
contatto durante il parto.
13. Limiti ed Effetti collaterali:
Gli effetti collaterali che possono manifestarsi durante la terapia a base di anticorpi
monoclonali dipendono da molte variabili, quali il tipo di principio attivo scelto, la
patologia che s'intende trattare, la coniugazione o meno dell'anticorpo con altri farmaci o
isotopi radioattivi, le condizioni generali e la sensibilità dei pazienti nei confronti dello
stesso farmaco.
Tuttavia, vi sono dei limiti che accomunano tutti i tipi di terapia a base di anticorpi
monoclonali, indifferentemente dal tipo di principio attivo scelto.
Più precisamente, stiamo parlando dell'elevato costo di produzione e
dell'immunogenicità di questi farmaci. In altre parole, può accadere che l'organismo dei
pazienti sviluppi egli stesso degli anticorpi atti a contrastare gli anticorpi monoclonali
introdotti con la terapia, poiché li riconosce come agenti estranei, portando così
all'inefficacia del trattamento.
Ad ogni modo, vista l'elevata potenzialità della terapia a base di anticorpi monoclonali, la
ricerca in quest'ambito è tuttora in costante sviluppo, nel tentativo di individuare
molecole sempre più efficaci e con meno effetti collaterali possibili.