2. Gentile dirigente, tutto è iniziato nel momento in cui la professoressa M. Luisa Viva,
dopo aver introdotto la prima unità di apprendimento sulla Fisica, ha chiarito l’etimologia
di“ Natura”.
Alcuni di noi, pertanto, hanno pensato ed hanno espresso questa
considerazione: “La natura non si studia per se stessa ma per capirne il funzionamento
e, di conseguenza, la sua importanza.
A questo punto altre considerazioni sono emerse, del tipo: “ Se è importante va,
perciò, salvaguardata?” Abbiamo allora affrontato la tematica dell’inquinamento del
suolo, dell’aria, dell’acqua.
3. Ma, ritornando alle considerazioni di prima, in che modo va salvaguardata la
natura?
Discutendone, abbiamo pensato che, non per essere egoisti, ma ci conviene
partire dalla salvaguardia di Torrepaduli e Ruffano. E il problema che ci è venuto in
mente, immediatamente, è stato quello della foto di “indecenze” scoperte ai margini
delle strade del nostro Salento e, a queste, abbiamo posto il titolo: “ Cui prodest? A
chi giova?”
4. Ovviamente, però, questo titolo ci ha riportati alla riflessione contraria: “A che
serve la raccolta differenziata?” Abbiamo preparato un bel cartellone, dove abbiamo
inserito anche alcune nostre ipotesi logiche di soluzione del problema.
5. Pian piano, in corso d’opera, ci
rendevamo conto che stavamo
acquisendo la sensibilità nei
riguardi della valorizzazione del
nostro ambiente “ Si, ma
perché?“ ci ha spronati la nostra
professoressa.
Abbiamo vagliato le nostre
considerazioni e siamo giunti a
questa conclusione : “Perché è
vita! Per noi, e per il futuro…!”.
Quindi ci siamo resi conto che
bisogna valorizzare l’ambiente, e
tutelarlo nella sua integrità:
l’ambiente è produttore di lavoro,
e, pertanto, generatore di reddito
per le popolazioni future. Abbiamo
perciò preparato cartelloni sulla
gestione delle risorse energetiche.
6. Abbiamo poi approfondito il fatto che la natura va salvaguardata partendo
dall’ambiente in cui viviamo ogni giorno: la nostra scuola Abbiamo parlato di
etica nei comportamenti, dell’importanza del rispetto dei locali, arredi,
suppellettili, dotazioni operative e attrezzature, quali computer, materiale
scientifico, ecc. per la tutela della qualità ambientale, della salute, della
sicurezza.
Ma come si può fare per raggiungere tale l’obiettivo?
Attraverso lo spirito di gruppo, ci siamo detti, di collaborazione e di interazione
nella cura dell’ambiente e nell’impegno a mantenerlo sicuro e pulito.
Abbiamo preso atto, nel contempo, che il comportamento individuale è la base
per qualsiasi decisione o intervento concreto.
Pertanto, abbiamo elaborato alcune linee di condotta:
•svolgere le nostre attività di scolari nel rispetto dell’ambiente scolastico, interno
ed esterno;
•garantire il massimo rispetto delle infrastrutture, dei mezzi e degli strumenti
attraverso idoneo uso;
•segnalare con tempestività un eventuale uso difforme o la necessità di
manutenzione corretta.
Abbiamo, quindi, preparato alcuni cartelloni sul rispetto dell’integrità
ambientale e un cartellone con lo Statuto di una ipotetica Associazione per la
Crescita Sostenibile .
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10. Infine, la nostra professoressa ci ha fatto vedere “Ode alla natura”
con foto piene di sporcizia che distrugge la natura e, quindi, distrugge noi e
abbiamo riflettuto sul significato di: Non ereditiamo la terra dai nostri
padri, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli. Nostro dovere è
restituirgliela, proverbio indiano dei nativi americani di tribù sconosciuta. Si
tratta della risposta del capo indiano Seattle che rimane, ancora oggi, il più
bello e profondo documento ecologico mai scritto.
Per quel che riguarda noi alunni, ci sentiamo di dire che le esperienze
vissute e le continue riflessioni sulla tematica hanno fatto maturare nella
nostra mente nuovi “pensieri ecologici”.
Tutte le domande che ci siamo posti si sono intrecciate con le risposte
fino a formare una tela che serve a sorreggere le convinzioni acquisite.
In altre parole abbiamo imparato ad esercitare il pensiero complesso,
cioè un pensiero che sa cogliere le interconnessioni fra gli eventi, sapendo
che non ce n’è di isolati o scollegati. Tutto è intrecciato, le parti e il tutto
sono legate e strettamente connesse.
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12. In conclusione, ci sentiamo arricchiti e cresciuti:
Siamo divenuti cittadini del mondo, cogliendo
l’interdipendenza tra la dimensione territoriale
e quella globale.
Siamo divenuti consapevoli dell’unità della
scienza e della teoria dell’altissima
complessità umana.
- Gli alunni della 2^ A
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