2. Il sistema elettorale comprende l’insieme di regole e procedure
attraverso le quali si giunge alle elezioni. Si tratta, dunque, di un
processo che si occupa di trasformare le preferenze in voti ed i
voti in seggi, articolandosi in due modalità fondamentali:
4. MAGGIORITARIO
il sistema elettorale maggioritario è il più antico in quanto nacque in Inghilterra nel
1600 ma è tuttora in vigore oltre che in Gran Bretagna anche negli Stati Uniti,
Australia e Canada.
Tale sistema permette l’attribuzione di un premio di maggioranza al partito con il
maggior numero di voti.
Il territorio del paese viene suddiviso in varie aree geografiche denominate collegi
che possono essere: uninominali (se ad ogni collegio è affidata l’elezione di un solo
deputato o senatore) o plurinominali.
Ogni partito, in genere, presenta un solo candidato ed il seggio è attribuito a colui
che ottiene più voti.
5. PROPORZIONALE
puro corretto
Il sistema elettorale proporzionale è il più diffuso nei paesi
dell’Europa continentale. In Italia è rimasto in vigore fino al
1993 circa. Tramite questo sistema elettorale, i partiti politici
ottengono un numero di posti in Parlamento in base al numero
dei voti ricevuti.
Il sistema proporzionale può essere :
6. PURO
Un sistema proporzionale è definito puro quando la percentuale dei seggi assegnati
ad ogni partito corrisponde alla percentuale dei voti ottenuti sul piano nazionale
7. CORRETTO
Il sistema proporzionale può essere adottato in forma corretta per impedire
l’accesso al parlamento di formazioni politiche troppo piccole e impedire
un’eccessiva frammentazione dei partiti, favorendo invece la formazione di
maggioranze stabili. Tale correzione può consistere in una soglia di sbarramento.
8. MIXATO
Esiste anche una terza tipologia di sistema elettorale che è una fusione dei primi
due.
In questo caso, l’elettore avrà due schede di voto e i deputati saranno eletti per i 2/3
attraverso il maggioritario con una scheda e per 1/3 con il proporzionale con la
seconda scheda, utilizzando sempre la soglia di sbarramento
9. Per correggere il sistema elettorale proporzionale esistono due meccanismi
Sbarramento IL PREMIO DI MAGGIORANZA
10. LO SBARRAMENTO
Soltanto i partiti che superano una certa percentuale di voti, come il 4%, possono
accedere al parlamento.
I partiti che rimangono al di sotto di questa percentuale non ottengono neanche un
seggio
In questo modo viene scoraggiata la presentazione dei partiti minori, riducendo il
numero di essi in parlamento
11. IL PREMIO DI
MAGGIORANZA
Il partito, o la coalizione di partiti che ottiene la maggioranza relativa, riceve un
numero di deputati maggiore che gli consente di avere la maggioranza assoluta dei
seggi .
Questo meccanismo, in Italia, è attuato per le elezioni del parlamento
12. MATTARELLUM
In Italia fino al 1994 era in vigore il sistema proporzionale; dopo il 1994, con la
nascita delle coalizioni, nasce il famoso ‘Mattarellum’ che è un sistema mixato,
ovvero un sistema misto.
Fu ideato da Sergio Mattarella (attuale presidente della repubblica)e messo in atto
l’anno dopo il referendum del 18 aprile 1993; è rimasto in vigore fino al 2001.
Questo sistema introduceva in Italia il maggioritario. I parlamentari erano eletti per il
75% in collegi uninominali, per il 25% con proporzionale per chi superava la soglia
del 4%.
14. PORCELLUM
Nel 2005 nasce il ‘Porcellum’(o legge ‘porcata’) che venne definita così in seguito alle
polemiche sorte dopo la sua nascita. Il suo ideatore fu il Ministro per le Riforme, Roberto
Calderoli.
Si tratta di un sistema proporzionale con liste bloccate: gli elettori non esprimevano
preferenza per un singolo candidato ma sceglievano esclusivamente un partito che, in
un secondo tempo avrebbe decretato gli esponenti alla Camera e al Senato.
Le coalizioni che superavano la quota del 10% dei voti avevano diritto di essere
rappresentate alla Camera, mentre in Senato la quota minima era del 20%.
La Corte Costituzionale, il 4 Dicembre 2013, dichiara la legge ‘Porcellum’
incostituzionale: le liste bloccate e il premio di maggioranza sono considerati illegittimi.
15. Il ‘Rosatellum’ prende il nome dal capogruppo del PD Ettore Rosato.
Questo sistema elettorale è stato presentato la scorsa primavera, introducendo un
sistema misto, con il 50% dei deputati ( e dei senatori) eletti in collegi uninominali
maggioritari e l’altro 50% con metodo proporzionale.
Lo scorso ottobre il deputato del PD Emanuele Fiano ha depositato la nuova
proposta di legge elettorale, chiamata ‘Rosatellum Bis’,in Commissione Affari
costituzionali alla Camera.
Quest’ultimo prevede un sistema elettorale misto, in cui la distribuzione dei seggi è
per il 36% maggioritaria e per il 64% proporzionale.
Si prevedono 231 seggi alla Camera e 116 seggi al Senato, assegnati attraverso
collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il candidato più votato.
L’assegnazione dei restanti seggi avviene con metodo proporzionale, nell’ambito di
collegi plurinominali.
In questo caso sono previsti dei listini molto corti, con un minimo di due ed un
massimo di quattro candidati.
ROSATELLUM
16. COME SI VOTA ?
Domenica 4 marzo si voterà per rinnovare 630 deputati e 315 senatori
Agli elettori saranno consegnate due schede (una sola per gli under venticinque
che non possono votare per il Senato), con cui esprimeranno le loro preferenze per
eleggere deputati e senatori.
Ogni scheda sarà composta da due sezioni differenti. Ci saranno il nome del
candidato uninominale (232 collegi per la Camera e 116 per il Senato) e i simboli
dei partiti che compongono le coalizioni, o i singoli partiti, con a fianco i nomi dei
candidati al plurinominale.
17.
18. Le modalità per votare sono due, l’elettore può tracciare una croce sul nome del
candidato all’uninominale oppure il simbolo di uno dei partiti. Il ?Rosatellum non
prevede il voto disgiunto; quindi, qualora l’elettore dovesse votare un candidato
all’uninominale e una lista che non lo appoggia, il suo voto verrebbe considerato
nullo.
Nel caso in cui l’elettore esprima la sua preferenza nell’uninominale, il suo voto al
candidato viene esteso automaticamente alla lista e, nel caso di coalizione, sarà
distribuito tra le liste che lo sostengono proporzionalmente ai risultati delle liste
stesse in quel collegio elettorale.
Nel caso in cui l’elettore voti invece per un partito – in coalizione o da solo – il voto
verrà automaticamente assegnato al candidato dell’uninominale.
19. SCRUTINIO
Le prime ad essere scrutinate saranno le schede riguardanti le elezioni del Senato,
concluse le quali si scrutineranno quelle relative alle elezioni della Camera. Il
sistema di voto renderà le operazioni di scrutinio complicate, poiché per ogni
scheda (Camera e Senato) sarà necessario effettuare un doppio scrutinio:
uninominale e proporzionale.
20. QUANDO NON SI VOTA
Sempre più spesso coloro che non vogliono votare decidono di
ricorrere all’astensione, ovvero non si recano alle urne. Si tratta di un meccanismo
sempre più in crescita nel nostro paese, dovuto ad un malcontento che porta ad
allontanarsi dalla politica. Tramite l’astensione il cittadino dichiara di non
riconoscersi in nessuno schieramento. Chi opta per questa ipotesi viene inserito
nell’elenco degli astenuti e, di conseguenza, il suo voto non viene conteggiato e
non influirà nel risultato finale.
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21. SCHEDA BIANCA
Un’altra alternativa è la scheda bianca, nel caso in cui l’elettore si reca comunque a
votare, ma sceglie di non dare alcuna indicazione di voto. Ciò nonostante, le schede
bianche saranno comunque valide pur non contenendo alcuna preferenza e perciò non
andranno ad influire sul risultato finale, mentre incideranno sulla percentuale dei votanti a
favore della legittimità dell’elezione, aumentando così i dati relativi all’affluenza alle urne.
Tra i possibili ‘rischi’ del votare scheda bianca vi è la possibilità che lo scrutatore riesca a
mettervi una croce al momento dello spoglio.
23. SCHEDA NULLA
Un’altra possibilità è la scheda nulla, una qualsiasi scheda che viene compilata,
volontariamente, o per errore, non rispettando le regole stabilite dal ministero
dell’Interno. Può essere una decisione voluta, ovvero l’elettore può scarabocchiare
la scheda o indicare nomi di candidati non presenti o neppure reali, o può trattarsi
di una mancanza di attenzione, poiché spesso non vengono fornite le informazioni
necessarie. Queste schede vengono conteggiate nei voti non validi e quindi non
influiscono sull’esito finale del voto, mentre vanno ad incrementare (come nel caso
della scheda bianca) i dati relativi all’affluenza alle urne.
24. RIFIUTO DELLA
PROPRIA SCHEDA
ELETTORALE
È possibile rifiutarsi di ritirare la propria scheda elettorale, anche se per questa
pratica non vi è una specifica normativa, ma non può certamente ritenersi vietato.
Rifiutare di ritirare la propria scheda elettorale è legittimo; ci troviamo dunque, di
fronte ad un non voto e in sostanza è la medesima condizione del non recarsi a
votare.