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N° 6 - Venerdì 25 ottobre 2013
Editoriale
Il tifo è una
passione unica
Luca Di Masi
L’
amore che si prova verso
i propri colori è difficile
da spiegare per chi non si
identifica in una maglia. Ogni
supporter si sente superiore a
quello della tifoseria avversaria
perchè la sua squadra è stata migliore nell’ultima stagione o perchè ha impresso nella mente imprese memorabili che evocano
emozioni indimenticabili. Sono
sempre stato orgoglioso di appartenere a una tifoseria e riconoscermi con essa e con i Grigi mi
sono innamorato e divertito, oltre ad aver perso la voce in più di
un occasione. I nostri colori unici
devono essere il collante tra noi
per sostenere sempre la squadra.
La nostra superiorità deve derivare dalla convinzione di fare
meglio degli altri, in campo e
fuori. In campo per vincere le
partite, sugli spalti per essere
Grigi, e quindi unici. Penso che
un tifo responsabile non sia perdere la propria identità di tifoso
appassionato, ma un modo per
distinguersi rendendo ancora più
unico l’amore verso la nostra
squadra. L’avversario va battuto
sul campo di gioco e se qualche
volta ciò non accade bisogna riconoscere i meriti agli avversari,
magari applaudendoli. Dagli
spalti deve venire solo il sostegno
ai propri giocatori, non gli insulti
beceri che danneggiano l’immagine di questa meravigliosa tifoseria e la società. Il calore che regala il Moccagatta è unico; lo sarebbe ancora di più se lo rendessimo accogliente per tutti, ospiti
compresi. Per arrivare a questo
bisogna crescere insieme, tutti
nell’unica direzione che conta:
far tornare grandi i Grigi.
2. 2 - venerdì 25 ottobre 2013
Supplemento a ‘Il Piccolo’
numero 106 del 25 ottobre 2013
Grafica e impaginazione
Mauro Risciglione
Antonella Ravazzano
In collaborazione con
Medial Pubblicità Srl
via Parnisetti 12/A - Alessandria
RISULTATI 8ª GIORNATA
4-0
Alessandria-Forlì
Bra-Torres
2-1
Bellaria Igea M.-Renate
Delta Porto Tolle-Real Vicenza
0-3
Castiglione-Torres
Forlì-Cuneo
2-1
Cuneo-Monza
Mantova-Castiglione
3-0
Mantova-Rimini
Monza-V.Vecomp Verona
3-2
Pergolettese-Bra
Renate-Alessandria
0-0
Real Vicenza-Bassano V.
Rimini-Pergolettese
1-0
Spal 2013-Delta Porto Tolle
Santarcangelo-Spal 2013
2-0
__Punti vendita Booking Show: Tabaccheria Maxi, via Gramsci, 46 – ALessandria; S.O.M.S. Oviglio – Grigi Club Gino Armano, via XX Settembre, 30 – Oviglio;
Mail Box Etc, corso C. Marx, 28 – Alessandria; Roby Viaggi, C. comm. Monferrato “Bennet” – SS 31 Villanova Monferrato; D Viaggi, piazza Repubblica, 3 – Novi
Ligure.
Orshop: i Grigi
sono di moda
PROSSIMO TURNO 27/10/2013
Bassano V.-Bellaria Igea M.
Prevendita Alessandria-Forlì
V.Vecomp Verona-Santarcangelo
2ª Divisione - Girone A
Squadra
Partite
Reti
P.ti
G.
V.
N.
P.
F.
REAL VICENZA
16
8
5
1
2
15
8
MONZA
15
8
4
3
1
16
12
BASSANO V.
14
8
4
2
2
13
8
RIMINI
14
8
4
3
1
13
8
SANTARCANGELO
14
8
4
2
2
10
5
CUNEO
12
8
3
3
2
10
6
V.VECOMP VERONA
12
8
3
3
2
9
7
PERGOLETTESE
12
8
3
3
2
7
7
ALESSANDRIA
11
8
2
5
1
10
6
FORLÌ
11
8
3
2
3
12
13
MANTOVA
10
8
2
4
2
15
14
RENATE
10
8
2
4
2
5
5
SPAL 2013
8
8
1
5
2
9
10
DELTA PORTO TOLLE
7
8
1
4
3
8
10
BELLARIA IGEA M.
7
8
2
2
4
8
11
TORRES
6
8
1
3
4
9
15
CASTIGLIONE
4
8
0
4
4
5
15
BRA
4
8
1
1
6
8
22
MARCATORI
Alessandro (Real Vicenza) 10, Sinigaglia
(Monza) 6, Valentini (Alessandria) 2, Cavalli
(Alessandria) 2, Spighi (Alessandria) 1, Viviani (Alessandria) 1, Taddei (Alessandria) 1,
Rantier (Alessandria) 1, Mora (Alessandria)
1, Scotto (Alessandria) 1
S.
AMMONITI
Cammaroto (3), Valentini (3),
Scotto (2), Sabato (2), Ferrini
(1), Viviani (1), Cavalli (1)
__Dalle maglie ufficiali ai capi per il tempo libero fino all’abbigliamento più elegante: Orshop è questo e altro. Lo scaldacollo, la felpa,
il giubbotto, fino alla divisa della domenica,
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3. venerdì 25 ottobre 2013 - 3
Domenica scorsa
__Forlì - Cuneo 2-1 (1-0) marcatori
Gerolino al 26' Docente al 60' Torri
al 75'
Forlì (3-4-3) Tonti; Vesi Fantini Gerolino; Senese Evangelisti Forte (dal 57
Torelli) Boron; Nappello (dal 85 Fonte) Docente (dal 81 Petrascu) Sampaolesi. All. A. Bardi A disposizione:
Casadei Bergamaschi D'Angelo Spa-
daro.
Cuneo: Anacoura; Quitadamo (dal 83
Tempesti) D'Alessandro Cristini A.
Mucciante; Hamlili; Catanese Cristini
M. (dal 62 Martini) Fanucchi Corsetti
(dal 72 Palazzolo); Torri. All. A. Sottil
Arbitro sig. Capraro di Cassino
Note: espulsi Senese per doppia ammonizione al 13' e Catanese per fallo di reazione al 18' del primo tempo
I precedenti...
__Alessandria-Forlì. Due vittorie e due pareggi: questo il bilancio degli ultimi quattro precedenti tra Alessandria e Forlì.
La prima vittoria è datata 4
marzo 1979: 2-0 per i Grigi,
grazie alle reti di Ferraris I su
calcio di rigore al 61’ e Ferrari
al 71’. Successo anche nel
campionato successivo, il 6
gennaio 1980: un goal di Barozzi al 79’ regala la vittoria ai
padroni di casa. I pareggi: 0-0
il 18 ottobre 1981 e 1-1 il 9 febbraio 2013. In quest’ultimo
confronto a segno Ferretti al
15’ per l’Alessandria e penalty
di Petrascu al 68’ per i biancorossi.
Gli ex
__Due ex galletti nella fila grigie: Mirco Spighi, a Forlì nella
stagione 2010-11, con 34 presenze e 3 goal; Roberto Sabato, nella compagine biancorossa la scorsa stagione, con 27
presenze. Nel Forlì da questa
stagione, Andrea Boron, ex grigio con 22 presenze,
Forlì, dalla Romagna con furore
Tino Pastorino
l Forlì nasce nel 1919 dalla
fusione tra il Forlì Foot Ball
Club e l'Unione Calcio Romagnolo. Nel 1935 la prima
apparizione in serie C mentre
nell'immediato secondo dopo
guerra il Forlì è ammesso al
campionato di serie B dal quale
retrocede la stagione successiva.
Da qui in avanti si avvicendano
la serie C (12 campionati) e la
quarta serie (19 stagioni) fino al
78-79, anno della riforma della
serie C, con i bianco rossi ammessi al campionato di serie C1.
Tra gli allenatori degli anni 80
ricordiamo Cinesinho, Mazzia,
Magrini, Malatrasi, Galdiolo e
Franco Varrella che siederà più
volte sulla panchina romagnola.
Malgrado la retrocessione in C2
del 1994, il Forlì conquista la finale di Coppa Italia di serie C,
persa contro il Varese ma che
consente di partecipare, l'anno
dopo, al tabellone principale di
coppa dove arriva fino agli ottavi
e perde onorevolmente contro il
Milan di Capello (0-2). Nel 1997
nuova retrocessione in serie D e
nel 2002, classificandosi secondo nel proprio girone, viene ripescato in C2. Miglior campionato il 2004-05 con la conquista
dei play off persi contro il Ravenna. L'anno successivo nuova retrocessione in serie D; la società
non riesce ad iscriversi, fallisce e
viene radiata dalla FIGC. Nasce
cosi l'ASD Nuovo Forlì 1919 che
riparte dalla Terza Categoria ma
kimonoarredobagno
I
nell'estate 2007 viene fondato il
Forlì Football Club srl che acquisisce il titolo sportivo dell'Asd
Sporting Forlì e si iscrive al campionato di Eccellenza. La promozione in D arriva nel 2010 e
dopo 2 stagioni il ritorno tra i
professionisti sotto la guida tecnica di Attilio Bardi e la presidenza di Romano Conficconi. In
Seconda Divisione decimo posto
finale dopo aver cullato per
qualche mese il sogno play off.
lio Bardi, quinta stagione in Romagna, dopo aver vinto la serie
D con il Boca San Lazzaro, esonerato la stagione successiva, cosi come a Rovigo. Lo schema tattico abituale è il 3-4-3. Sono 9 i
giocatori riconfermati rispetto
allo scorso campionato. In porta
il titolare è Alessandro Tonti
(92) ex Borgo a Buggiano; il secondo è Riccardo Casadei (91) al
Squadra giovane carica
di entusiasmo arriva
ad Alessandria senza
timore, decisa a fare bene
La squadra
Il Presidente è Romano Conficconi, con Sandro Cangini Direttore Sportivo; in panchina Atti-
quarto anno. La linea difensiva è
schierata a tre ma dei titolari il
mister dovrà fare a meno di Marco Vesi (92), al secondo anno ex
Cesena, appiedato dal giudice
sportivo per somma di ammonizioni. Potrebbe essere sostituito
da Emanuele Fonte (92) seconda
stagione ex Mantova che farà reparto con Enrico Fantini (84) ex
Fano e Bellaria e Adolfo Gerolino (90) arrivato dal Bellaria. Assente anche il confermato Leonardo Arrigoni (93) alle prese
con un grave infortunio al crociato. A centrocampo squalificato Marco Senese (94) dalla Primavera del Bologna, espulso do-
menica scorsa per doppia ammonizione dopo solo 13 minuti
di gioco. Al suo posto rientra
Christian Jidayi (87) prelevato
dal Valle d'Aosta ex Cesena e Novara, in diffida, non è sceso in
campo contro il Cuneo. Affiancherà il capitano Alessandro Evangelisti (91) terzo anno, ex Livorno Spal e San Marino; Daniele Forte (90) altro arrivo dal Borgo a Buggiano ma scuola Cesena; il quarto a sinistra sarà l'ex
di turno, Andrea Boron (93), 22
presenze in maglia grigia la scorsa stagione. Completano il reparto Luca Bergamaschi (93)
quarta stagione; Francesco Torelli (94) elemento con doti offensive visti i 7 gol realizzati a
Mezzolara in serie D. In attacco
dovrebbe partire dall'inizio il romeno Sebastian Petrascu (82),
quarto anno, ex Valenzana, 14
gol la scorsa stagione che ha recuperato da un infortunio. Al
centro Emilio Docente (83) dal
Trapani ma con esperienze in B
a Messina Rimini Avellino e ballottaggio per una maglia tra
Massimiliano Sampaolesi (92),
terzo anno e Umberto Nappello
(91) dal Gubbio ex Monza. Ancora problemi per Marco Bernacci
(83) l'acquisto clou dell'estate, 8
gol a Bellaria, oltre 200 partite e
56 gol tra i cadetti ma una sola
apparizione in stagione. Fuori
per infortunio Daniele Melandri
(88), frattura alla clavicola e Simone Tonelli (91) dal Venezia, 4
gol in questo scorcio di campionato, per guai muscolari.
Il benessere comincia da qui.
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4. 4 - venerdì 25 ottobre 2013
venerdì 25 ottobre 2013 - 5
Tredici domande a...
Giacomo Poluzzi
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Nato a
Bologna
Data di nascita
25 febbraio 1988
Fidanzato/sposato/libero
Fidanzato con Alessia
Prima società
Iperzola
Hai sempre giocato
in questo ruolo
Ala sinistra
Squadra del cuore
Milan
Momento top
della carriera
Quest’anno
L’avversario/compagno
che ha fatto più carriera
Tabanelli
Il mister più importante
Gadda
Passatempo
Playstation, libri
Attrice preferita
Jessica Alba
Attore preferito
Denzel Washington
Musicista preferito
Vasco Rossi
1
l
2
l
3
l
4
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5
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10
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11
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13
l
Tredici domande a...
Andrea Servili
Nato a
Tolentino
Data di nascita
18 luglio 1975
Fidanzato/sposato/libero
Sposato
Prima società
Sambenedettese
Hai sempre giocato
in questo ruolo
Portiere
Squadra del cuore
Juventus
Momento top
della carriera
La B sfiorata nel 2011
L’avversario/compagno
che ha fatto più carriera
Terlizzi
Il mister più importante
Sarri
Passatempo
La famiglia
Attrice preferita
Julia Roberts
Attore preferito
Denzel Washington
Musicista preferito
Ligabue
5. 6 - venerdì 25 ottobre 2013
A Bassano…
__Ricca di eventi e trasformazioni, la storia di Bassano del Grappa passa attraverso dominazioni
diverse che ne sfruttarono la posizione strategica. Bassano vive
nell’immagine del Ponte degli Alpini, un manufatto ricostruito in
più di una circostanza, nel segno
di una storia che fluisce tra pie-
ne del Brenta ed eventi bellici.
Suggestivo il giro della città che
porta nelle sue architetture e nei
suoi spazi il segno dei diversi governi che guidarono la città. Se il
ponte è l’emblema più famoso e
conosciuto, il resto della città
porta con sé il fascino di una
storia millenaria, carica di influenze importanti. Se il vostro
soggiorno sarà più lungo dello
spazio della partita dei Grigi, fermatevi all’osteria al Cardellino,
in via Bellavitis, 17. A pochi passi
dal ponte degli alpini, piatti della
tradizione con la pasta e fagioli
e i bigoli in salsa bassanese. E
poi il baccalà alla vicentina e
l’ossobuco di vitello. Tanto per
gradire
Barbera tra passato e futuro
Gigi Poggio
italiano Maccario i
Grigi li segue e li ama.
La scelta di legare il
nome dell’azienda vitivicola di famiglia all’Alessandria
è dunque una scelta sentimentale. Ma non solo. “Ci sentiamo
alessandrini nel profondo –
puntualizza – ed è inevitabile seguire il cammino della squadra
più importante del territorio.
Che poi sia stato possibile, attraverso i Grigi, mettere in pista anche una collaborazione commerciale, beh… questo fa parte
del nostro mestiere di imprenditori che guardano al meglio e al
nuovo”. Meglio e nuovo e l’idea
corre veloce al bag in box. “Il bag
in box è stata un’intuizione geniale in cui coinvolgere tre realtà importanti come l’Alessandria, la Smurfit Kappa e la nostra azienda ma e un’idea che
nasce da una filosofia precisa:
fare sistema tra eccellenze del
territorio, in una logica di collaborazione e di scambio che può
portare lontano”. Da lontano arriva la famiglia Maccario, famiglia di agricoltori, che dopo la
scomparsa del nonno, nel 1979,
inizia un percorso di diversificazione della produzione che porta poi alla nascita dell’azienda
Pico Maccario – dal nome del
fratello di Vitaliano – nel 79.
“Siamo in continua evoluzione
perché così richiede il mercato,
conferma Maccario La svolta
che ci portò a trasformarci da
V
contadini che facevano e conferivano uva ad azienda vitinicola
ci ha portato a darci obiettivi
sempre nuovi, in linea con le esigenze che andavano manifestandosi, in un contesto sempre
più globalizzato”. Innovazione
nel segno della tradizione, dunque… “Esatto. Un binomio imprescindibile. Il nostro è un progetto assolutamente territoriale
perché è partito da qui, puntando sulla Barbera d’Asti, cercando di dare a un prodotto assolutamente tipico ed autoctono lo
slancio per farsi riconoscere ed
affermarsi.” Puntando sulla tecnologia…e le rose… “Una combinazione suggestiva, vero? – ribatte Maccario – ma per fare
questo mestiere, e per farlo con
successo, non bisogna mai smettere di essere curiosi, cercando
di studiare e imparare. Noi siamo in continuo aggiornamento.
Il nostro lavoro riguarda ovviamente gli impianti e le cantine,
con continui interventi sulla
strumentazione e la tecnologia,
senza dimenticare lo spirito della rosa, come dici tu”. Vale a dire? “La rosa nella vigna è un’idea
dei vignaioli francesi che l’hanno sempre usata come sentinella
per i parassiti: la malattia della
rosa, secondo l’esperienza tran-
Il Bag in box di Pico Maccario prodotto da Smurfit Kappa
salpina, poteva in qualche anticipare l’insorgere di problemi alla vite. Noi abbiamo trasferito
quest’idea alle nostre coltivazioni, con 8000 piante di rose. Una
scelta anche estetica ma soprattutto di grande utilità che conferma quel connubio tra innovazione e tradizione che è la stella
polare del nostro lavoro”. Voi
parlate a un mercato eterogeneo; la consacrazione, anche recente, con la presenza della vostra produzione su riviste come
Con Pico Maccario
tradizione e innovazione
nel segno di 2 marchi:
i Grigi e la Barbera
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dimensi
one d
i
ben
ess
ere
Wine Spectator testimonia come
Pico Maccario abbia ormai orizzonti di vendita quasi illimitati… “E’ un obbligo per un’azienda moderna ricavarsi nuovi obiettivi per la promozione del
proprio prodotto. Posso dire che
per noi la crisi quasi non esiste
anche perché sull’estero abbiamo investito in maniera costante e consistente, coniugando linguaggi nuovi ma con l’attenzione a concetti che, comunque,
fanno parte della tradizione e ri-
vestono anche per il mercato estero, il “certificato” dell’assoluta garanzia”. Tant’è vero che le
vostre cantine sono diventate
quasi una metà turistica… “Questa è una soddisfazione nella
soddisfazione. Ho negli occhi la
piacevolezza di certi vigneti
francesi, visti negli anni passati
e di come la cura di quelle colture facesse apparire tutto più
bello e più accogliente. E nel trasformare la nostra azienda, nel
renderla più funzionale alle necessità di un target in continua
evoluzione ed espansione, abbiamo cercato di valorizzare anche l’aspetto degli ambienti e degli spazi. Per non parlare di
quello che si vede tutto attorno,
il paesaggio, la natura, l’aria.
Non è un caso che, mentre ti parlo, stia aspettando dei clienti
svizzeri, mentre, ieri, avevo degli
ospiti americani”. Una scelta
che coniuga molti elementi ma
non dimentica la passione, come
coi Grigi… “Si, con un’idea che
forse va al di là della nostra identità pura e semplice di imprenditori che è poi la scelta di
Luca Di Masi, nella quale noi
stessi c’identifichiamo: lavorare
a un progetto importante e ambizioso, con obiettivi puntuali e
ben definiti, che coniughi qualità, competenza e innovazione,
sempre nel rispetto di un valore
che fa parte della nostra storia e
della nostra tradizione, che sia
la Barbera o i Grigi…”. Allora a
domenica, Vitaliano… “A domenica…”
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6. venerdì 25 ottobre 2013 - 7
Chi è Claudio Di Pucchio
__Claudio Di Pucchio (Sora 9 agosto 1944) è
stato il classico centrocampista di regia, perno della manovra, ispiratore di mille geometrie. Ha iniziato la carriera nel Sora nel
1963/64 per poi passare la stagione successiva in C all'Avellino per poi trasferirsi al
Chieti. Con i neroverdi si è messo in luce tanto da meritarsi la convocazione nella nazionale semiprofessionisti ed il successivo ac-
quisto da parte della Lazio. Nel giugno1966
è subito aggregato al gruppo dei titolari con
cui parte per il Venezuela per la tournée di fine stagione. Nella stagione 1966/67 il giocatore, pur gravitando nell'orbita di Prima
Squadra, viene impiegato stabilmente con
la formazione De Martino, con cui ha partecipato al Campionato di categoria. Con la Lazio, l'occasione per l'esordio in serie A si presenta soltanto nell'ultima e decisiva giorna-
ta di campionato a Torino sul campo della
Juventus. L'allenatore Neri decideva infatti
di schierarlo titolare. La partita si concludeva con la sconfitta dei biancocelesti e la conseguente retrocessione in serie B, ma Di
Pucchio, si toglieva la soddisfazione di bagnare l'esordio nella massima serie con un
goal realizzato su calcio di rigore. Nel
1967/68 viene ceduto in prestito alla Massese. Torna alla Lazio nel 1968/69 e, suc-
cessivamente, alla Sambenedettese, dove
rimaneva un anno prima di approdare all'Alessandria. Ai due anni con i grigi, in cui collezionava 64 presenze e 4 goal, facevano
seguito una stagione alla Massese e una alla Salernitana. Appesi le scarpe al chiodo, diventa mister, guidando varie formazioni del
centro Italia: Isernia, Isola di Liri, Formia, Avezzano, Frosinone e Sora, con un palmares
che ne fa uno dei tecnici più titolati d’Italia.
Di Pucchio, una vita
al centro del campo
Gigi Poggio
Spengo il trattorino e arrivo…”. A Sora è ancora caldo
e Claudio Di Pucchio, la
mattina della nostra intervista, è alle prese con il taglio
dell’erba in giardino. Non fatica
a confessarci quanto sia gradevole il tempo passato a gestire le
occupazioni della quotidianità
ma, quando iniziamo la nostra
chiacchierata, i suoi concetti e le
sue osservazioni sono subito
puntuali, proprio come i lanci
della mezzala che conoscemmo
in maglia grigia, agli inizi degli
anni 70. “Se mi chiedi qual è il
mio attuale rapporto col calcio –
esordisce – non faccio fatica a
dirti che è pressoché nullo. E non
potrebbe essere altrimenti…”.
Come mai – lo incalziamo – dopo
tanti anni di lavoro e tante soddisfazioni? “Dopo la legge Bosman il calcio è cambiato radicalmente; questo è un mondo in
cui faccio fatica a riconoscermi,
forse anche perché l’ho vissuto in
un modo tutto mio. E di sicuro
mi porto dietro il peso e il valore
delle mie esperienze, prima di
calciatore e poi di allenatore”.
Claudio Di Pucchio, tra campionati e spareggi, ha vinto molto in realtà diverse e in condizioni differenti. Il suo nome è legato
“
a quello del Sora, portato e mantenuto per anni, alla ribalta del
calcio nazionale; potremmo parlare di miracolo ma, in realtà,
quella storia, intensa e vincente,
non ha niente di fantascientifico
ma solo tanto lavoro e una discreta voglia di cambiare metodi
e abitudini… “Si, a Sora abbiamo
fatto grandi cose, partendo
dall’Eccellenza e sfiorando anche obiettivi impensabili (la serie B, ndr) avendo però chiaro in
testa un progetto che coinvolgeva l’uomo e il calciatore; un progetto da costruire nel tempo,
contando sulla disponibilità del
giocatore che in quella tipologia
di lavoro si riconosceva, sia che
gli servisse da trampolino di lancio sia che gli fornisse l’opportunità di riproporsi dopo esperienza sfortunate. Il legame con la
maglia, il senso del gruppo, la disponibilità a costruire un ciclo erano scelte di vita e non solo professionali”.
In una realtà piccola, lontana
dal grande calcio, immagino sia
stata un ‘esperienza straordinaria… “Si, è stato tutto molto appagante. A Sora ho costruito un
modello di calcio nel quale mi
sentivo coinvolto totalmente e
che dava ragione alla mia scelta
di tornare al mio paese dopo una
vita da calciatore. Lì lavorai pra-
ticamente come un manager, curando certamente gli aspetti del
campo e della tattica ma guardando anche oltre; occupandomi della costruzione dell’organico, visionando decine delle Primavere che giocavano lì attorno,
dalla Roma alla Lazio al Napoli e
dando a quella società un modello e un’idea di lavoro e di organizzazione che, sono i risultati a
dirlo, ha fatto storia”.
Ogni mister porta con sé un’idea di calcio. Oggi che va molto
di moda parlare di motivazioni,
non pensi anche tu di essere stato un motivatore? “Penso di sì,
anche se non mi sono mai posto
il problema” e ci fa su una risata.
“Ho sempre lavorato sui giocatori cercando di valorizzarne le caratteristiche individuali: schede
personalizzate, studio della loro
carriera e ascolto delle loro impressioni. Se una giocatore lavora bene e si sente considerato e
seguito, inevitabilmente, ti da di
più. Ovviamente non c’era solo
quello perché il lavoro imponeva
continuo aggiornamento, scelte
“Io... e i Grigi” incontra
Claudio Di Pucchio,
maestro di calcio
giocato e insegnato
tattiche, metodologie innovative,
in cui il singolo
potesse riconoscersi portando
poi del suo nel
collettivo. Motivare non era
un problema
se sapevi di
avere conquistato i
singoli e
il gruppo alla
tua idea di calcio…”.
Quindi la Bosman ha distrutto questa logica? “Si, questa è la
mia convinzione. E’ stata uno
strappo violento, troppo violento; un rimedio peggiore del male. Forse i rapporti tra calciatori
e società potevano essere ripensati, per migliorarli. Ma, certo,
questa è stata una soluzione che
ha fatto saltare il banco, modificando equilibri e comportamenti, ovunque e in qualunque categoria: lì ho capito che il mio
mondo andava cambiando e anche la mia prospettiva di lavoro”.
La maglia per te ha avuto un
ruolo determinante e per maglia
intendiamo le radici, il valore da
dare a qualcosa che senti tuo…
“Già… per la maglia dei Grigi dis-
si no a Giorgio Chinaglia che mi
chiese di tornare alla Lazio, dopo
il primo campionato con l’Alessandria. Ma c’era da continuare
un lavoro; da recuperare lo
smacco del campionato perso
per un soffio con la Reggiana;
dissi di no a Long John e lui un
po’ se la legò al dito e per la stessa ragione dissi no anche ai Grigi
e al loro Presidente di allora, Remo Sacco che, alla fine del secondo campionato, mi accompagnò
fino a Frosinone per convincermi a rimanere. Quella volta funzionò il richiamo di casa e la necessità di trovare la mia stabilità
di uomo. E in quella decisione ci
sta la mia storia calcistica…”
Con un po’ di cuore grigio…
insinuiamo. “Solo un po'? Non
scherzare, amico mio”,
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7. 8 - venerdì 25 ottobre 2013
Allievi Nazionali ‘97
__Rosa - Portieri: Agazzi Loris, Baralis Simone, Marchesotti Andrea Matteo.
Difensori: Basile Lorenzo, Benech Riccardo, Canapa William, Chiarlo Giorgio, Dolce
Daniel, Giudice Andrea, Mignacco Francesco, Mutti Alessandro, Sala Andrea.
Centrocampisti: Amello Sebastiano, Casula
Leonardo, Checchin Luca, Giordano Andrea, Limone Michele, Vecchié Riccardo,
Zemide Fabio.
Attaccanti: Cabella Riccardo, Casone Andrea, Dubois Filippo, Gentile Marco, Neirotti Filippo, Serio Daniele.
Staff - Allenatore: Maurizio Ferrarese
Dirigente: Fabio Neirotti
Dirigente Arb.: Paolo Baralis
Mass.: Lorenzo Alvigini
Prep. Atlet.: Jacopo Capocchiano
Prep. Portieri: Andrea Carozzo
I risultati
del Settore Giovanile
__Nella gara di sabato 19 Ottobre al Michelin Sport Club di Spinetta Marengo, valida
per la quinta giornata del campionato Berretti, la formazione grigia ha pareggiato 3-3
con la Pro Patria.
Le reti per i ragazzi di Mister Melchiori sono
state messe a segno da De Nardi (2, il se-
condo goal su calcio di rigore) e Marongiu.
Due sconfitte esterne nell’ultimo turno di
campionato per gli Allievi e i Giovanissimi
Nazionali contro i pari età della Pro Vercelli.
I ragazzi di Mister Ferrarese sono stati
sconfitti 3-2. Le reti grigie sono state messe a segno da Gentile e Neirotti.
La formazione allenata da Mister Guaraldo
invece è stata battuta 1-0.
Il maestro Ferrarese
Michela Amisano
C
on Maurizio Ferrarese
continua il nostro giro
tra le squadre del settore Giovanile grigio.
D__ Mister Ferrarese, come valuta questo inizio di campionato?
R__ In queste prime giornate abbiamo incontrato squadre importanti di Lega Pro, come Virtus Entella, Pro Vercelli e Pro
Patria e squadre di Serie A, come
il Torino e Genoa, che partecipano a questo campionato con
ragazzi del ’98. Entella e Pro Vercelli sono squadre strutturate,
da anni affrontano questo campionato, infatti sono in testa alla
classifica e sono le formazioni
che ci hanno battuto. Noi siamo
partiti quest’anno, con alcuni ragazzi nuovi e stiamo cercando
soprattutto di diventare squadra. Siamo orgogliosi di poterci
confrontare con squadre di questo livello e ringraziamo la società che ci ha dato l’opportunità di
partecipare ad un campionato
così importante.
D__ Quali sono gli obiettivi della
stagione?
R__ In accordo con il Coordinatore Organizzativo del Settore
Giovanile, Alberto Sala, l’obiettivo è quello di lavorare sui ragazzi per prepararli a vivere
quella che un giorno potrebbe
essere la prima squadra. Per po-
ter arrivare a pensare calcio a
buoni livelli bisogna avere una
valida formazione di base e bisogna essere preparati a farlo. E
questo è un obiettivo che quest’anno il Settore Giovanile si è
prefissato, partendo fin dall’inizio con un lavoro incredibile che
si sta cercando di migliorare di
giorno in giorno. Il risultato, secondo me, deve essere sempre figlio del gioco, soprattutto con i
giovani, perché se riesci ad esprimere gioco alla fine il risultato viene e i valori vengono premiati.
D__ Due settimane fa uno splendido 4-0 con il Torino. Oltre alla
soddisfazione per la vittoria, come riesce a lavorare un allenatore la settimana seguente?
R__ Fa sempre piacere ottenere
il risultato, ma non dobbiamo
perdere di vista il nostro obiet-
tivo che è la crescita. Dopo quella vittoria non nascondo che si è
vissuta una settimana diversa,
nello spogliatoio si respirava
un’altra aria. Sono quelle partite
che danno all’allenatore la possibilità di lavorare in modo costruttivo perché i ragazzi si convincono che stanno facendo bene. Col gruppo stiamo instaurando un bel rapporto; tutti
stanno dimostrando di aver voglia di crescere. Io dico sempre
ai ragazzi che la fortuna del calciatore è quella di essere l’unico
responsabile della propria prestazione: per questo, quando si
scende in campo, bisogna dare
tutto quello che si ha dentro senza lasciare in sospeso se e ma
che poi possono suonare solo come rimpianti.
D__ Nella stagione 2011/12 ha
vissuto l’esperienza da allenato-
re in seconda al fianco di Mister
Sonzogni in prima squadra. Che
esperienza è stata?
R__ Dopo la carriera da giocatore, sono rimasto nel mondo calcio e ho avuto la fortuna di essere chiamato a dare una mano
a questo allenatore, arrivato dopo l’esonero di Mister De Petrillo. Mi sono messo subito a disposizione perché i miei trascorsi in grigio mi hanno legato a
questa maglia e a questa città.
Mi sono avvicinato ad una persona che aveva 35 anni di esperienza tra Serie B e C, con un incredibile bagaglio di conoscenza
del calcio; per me è stata una
bellissima occasione perché ho
imparato tanto, in un anno difficile. La società e il gruppo si sono impegnati per risolvere una
situazione pesante; i ragazzi sono riusciti a ritrovarsi e abbiamo
fatto un girone di ritorno impor-
tante. E’ mancato davvero poco
ad arrivare ai play-off: sarebbe
stato un premio a tutti gli sforzi
fuori e dentro il campo.
D__ Dopo l’esperienza in prima
squadra e una parentesi in Bulgaria, il ritorno in Alessandria.
Soddisfatto della scelta?
R__ Io vivo qui e già anni fa ci
sono stati degli avvicinamenti
anche con il Settore Giovanile,
ma non si era mai concretizzato
nulla. Alberto Sala e la nuova società mi hanno contattato e mi
hanno scelto per vivere questa esperienza e io non posso che essere felice e ringraziarli perché,
avendo anche vissuto Alessandria da calciatore, questa maglia
per me ha un valore assoluto..
Da calciatore Alessandria mi ha
portato fortuna, chissà che non
accada la stessa cosa da allenatore.