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News 49/SSL/2016
Lunedì,05 dicembre 2016
Telelavoro: come lavorare correttamente da casa e con il notebook.
Due documenti di Suva sulle attività con videoterminali si soffermano sul lavoro da
casa (home office) e sull’utilizzo di computer portatili. Come scegliere l’hardware,
migliorare le condizioni di luce e organizzare il lavoro e la postazione.
Lucerna, 2 Dic – Nel mondo del lavoro la rivoluzione tecnologica e informatica non
solo ha modificato molte mansioni e reso necessario per molti lavoratori l’utilizzo del
computer, ma ha portato alla diffusione di strumenti mobili, come il notebook, e
delle attività lavorative con videoterminali nelle abitazioni.
Tuttavia in queste specifiche situazioni lavorative sono necessari particolari
accorgimenti e misure di prevenzione per evitare i vari disturbi che possono essere
connessi all’ utilizzo errato dei videoterminali: mal di testa, tensioni alla nuca,
bruciore agli occhi e dolori muscolo-scheletrici.
er migliorare la prevenzione dei lavoratori che utilizzano dispositivi mobili o che
lavorano tramite computer da casa (home office), possiamo fare riferimento alle
indicazioni contenute in uno spazio informativo di Suva, istituto svizzero per
l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, dedicato all’ uso dei videoterminali
(VDT) e dal titolo “ Ergonomia al videoterminale”.
Partiamo dal tema del lavoro da casa, chiamato in questo caso anche “home
office” o telelavoro a domicilio.
Suva ricorda che se il lavoro da casa può offrire diversi vantaggi, spesso il posto di
lavoro nel domicilio risulta improvvisato. E questo può provocare dolori alla nuca,
alle spalle, ai polsi oppure mal di testa.
Si raccomanda dunque di organizzare il posto di lavoro “in modo da lavorare con la
postura e le condizioni di luce ottimali”, tenendo conto che per la casa “valgono le
stesse regole applicate in ufficio”.
Riportiamo alcune raccomandazioni.
Riguardo all’ambiente è bene:
- “fare in modo di poter lavorare con tranquillità e indisturbati;
- posizionare lo schermo parallelamente alla finestra in modo tale che non vi siano
abbagliamenti e rilessi sulla superficie”.
Per il tavolo e sedia:
- “regolare l'altezza del tavolo portandolo all'altezza dei gomiti. se non si possiede un
tavolo regolabile in altezza, si raccomanda di usare almeno una sedia regolabile in
altezza, in modo da portare i gomiti all'altezza del tavolo;
- fare uso di un poggiapiedi se necessario;
- fare attenzione che la sedia sia dotata di caratteristiche ergonomiche”.
Suva riporta anche vari consigli per gli acquisti degli arredi.
Il sito si sofferma anche sugli accessori.
In particolare se si usa un portatile per lavorare da casa “è necessario utilizzare i
seguenti accessori:
- “mouse e tastiera esterni;
- schermo esterno (se il portatile ha uno schermo inferiore ai 16 pollici);
- supporto per portatile (per es. portadocumenti, classificatore) per sollevare di circa
5 cm il portatile sulla parte posteriore”
È bene poi “posizionare lo schermo, la tastiera e i documenti sul tavolo in modo da
poter lavorare comodamente. La distanza schermo-occhi deve corrispondere
all'incirca alla lunghezza di un braccio; per gli schermi da 21 pollici in su aumentare
la distanza”.
Importante è poi l’organizzazione del lavoro.
È opportuno:
- “concordare per iscritto gli orari di lavoro e di presenza con il datore di lavoro;
- organizzare la giornata lavorativa in modo efficiente. Fissare e rispettare la pausa
pranzo e le pause caffè. Approfittare della pausa per fare qualche passo e
sgranchirsi le gambe”.
Veniamo ora all’utilizzo, anche non a domicilio, notebook/laptop.
Innanzitutto è necessario chiedersi se è “veramente necessario lavorare per lungo
tempo con un portatile quando siete fuori ufficio. Infatti è molto difficile mantenere
la postura corretta e lavorare in condizioni di luce ottimale se si usa il portatile in
luoghi di lavoro inadeguati (per esempio in auto, nel treno, al ristorante)”.
Suva invita poi a seguire anche le seguenti raccomandazioni riguardo all’hardware:
- scegliere uno schermo opaco per evitare riflessi;
- privilegiare gli schermi di dimensione maggiore, se il portatile ha uno schermo
piccolo;
- usare un mouse esterno se si lavora per più di un’ora con il portatile;
- usare un supporto per il laptop sul lato passeggero quando lo si usa in macchina”.
Riguardo alle condizioni di luce è bene:
- “evitare che la luce si rifletta direttamente sullo schermo (per es. evitare il posto al
finestrino nel treno);
- impostare la luminosità al massimo;
- usare la funzione zoom per non affaticare gli occhi (premere ctrl e girare la
rotellina del mouse per ingrandire)”.
Si sottolinea poi che se il portatile permette di lavorare ovunque e quando si vuole,
“è molto importante definire gli orari di lavoro e rispettarli. Altrettanto importante è
fare degli intervalli regolari. Nessuno può lavorare giorno e notte senza rimetterci in
salute”.
Può essere poi utile:
- “comunicare gli orari in cui si è raggiungibili e attenersi a questi orari;
- riflettere su quali sono lavori che si possono svolgere più facilmente con il portatile
(per es. leggere le mail, preparare presentazioni…)”.
Concludiamo segnalando che sui temi dell’home office e del lavoro su portatile,
Suva consiglia la visione di due brevi video informativi sulla prevenzione prodotti da
una nota multinazionale di telefonia cellulare e dal titolo « El portátil en movilidad» e
« El portátil en casa».
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano
la realtà svizzera, i suggerimenti indicati sono comunque utili per tutti i lavoratori.
(Articolo di Tiziano Menduto)
Fonte: puntosicuro.it
ISO 45001: a che punto è la norma e cosa cambierà in Italia?
A maggio 2016 la bozza della ISO 45001 sui sistemi di gestione della sicurezza ha
avuto il voto negativo di molti paesi. Quando sarà disponibile? Quali le criticità
riscontrate? Ne parliamo con Antonio Terracina della Contarp centrale dell’Inail.
Bologna, 2 Dic – Come ricordato anche in un recente intervento di alcuni
rappresentanti dell’Inail, dopo circa venti anni di attesa è ormai in fase di avanzata
elaborazione quella norma ISO sui sistemi di gestione della sicurezza – la ISO 45001 -
che, “indipendentemente dall’indiscussa efficacia della gestione sistemica della
sicurezza, ha diviso per decenni detrattori e sostenitori sull’opportunità di disporre
una norma volontaria su questi temi”.
Tuttavia “disporre finalmente di una norma ISO sui sistemi di gestione della salute e
sicurezza sul lavoro” è un indubbio vantaggio, a “patto di non pagare un prezzo
troppo elevato in termini di perdita di requisiti ad alto valore”.
Proprio con riferimento a queste parole e alle domande che ogni operatore si pone
su cosa accadrà quando la nuova norma sarà disponibile, abbiamo intervistato, il
20 ottobre 2016 ad Ambiente Lavoro di Bologna, Antonio Terracina, Coordinatore
del settore primo della CONTARP Centrale (Inail) e Capodelegazione UNI presso il
Comitato che sta lavorando alla stesura della ISO 45001.
Antonio Terracina aveva appena partecipato al convegno Inail “Gestione della
sicurezza per l’industria del futuro” con una relazione dal titolo “ISO/DIS 45001: rischi
ed opportunità della nuova norma”.
Quale persona migliore per avere informazioni aggiornate sull’ultima versione (Draft
International Standard/DIS) della norma ISO 45001 e sulla maturità del testo?
Anche perché, come racconta ai nostri microfoni Terracina, “la bozza che è stata
posta a votazione a maggio 2016 è stata votata negativamente. Il nostro paese,
insieme alla stragrande maggioranza europei - così come gli Stati Uniti, il Canada,
l'Australia - ha contribuito col proprio voto negativo a fermare un testo che, in quel
momento, era, a mio e a nostro avviso, decisamente non maturo e non pronto per
una pubblicazione definitiva”.
A questo punto quali saranno i tempi realistici per l’approvazione di una versione
definitiva?
Quali sono le criticità che sono state riscontrate?
Qual è il ruolo di UNI e INAIL nella stesura della norma ISO 45001?
E cosa potrebbe accadere nel passaggio dallo standard OHSAS 18001 alla nuova
ISO 45001?
Sarà necessario modificare l’articolo 30 dell’attuale Testo Unico in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro?
Non potevamo poi non chiedere un commento sulle perplessità sollevate nei mesi
scorsi sulla ISO/DIS 45001 da una nota comune di Cgil, Cisl e Uil. Sono condivisibili o
meno le criticità evidenziate? Il futuro testo coglierà l’importanza del coinvolgimento
e della partecipazione dei lavoratori alla gestione della sicurezza?
Come sempre diamo la possibilità ai nostri lettori di ascoltare integralmente
l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
La prima domanda è relativa alla situazione attuale e alla tempistica… A che punto
è la nuova norma ISO 45001? Quando uscirà?
Antonio Terracina: “La norma è in uno stadio ancora abbastanza non definito in
termini temporali. Il progetto di norma è partito a ottobre 2013 e la norma avrebbe
dovuto vedere la luce alla fine del 2016 invece la bozza, che è stata posta a
votazione a maggio 2016, è stata votata negativamente.
Il nostro paese, insieme alla stragrande maggioranza europei - così come gli Stati
Uniti, il Canada, l'Australia - ha contribuito col proprio voto negativo a fermare un
testo che, in quel momento, era, a mio e a nostro avviso, decisamente non maturo e
non pronto per una pubblicazione definitiva.
Quindi questo voto negativo, naturalmente, implica la possibilità, se vi riusciremo, di
migliorare il testo e implica naturalmente uno slittamento dei tempi. Adesso
realisticamente la norma dovrebbe uscire, nella migliore delle ipotesi, a fine 2017
dopo un’ulteriore passaggio di votazione che dovrebbe essere probabilmente a
marzo/aprile 2017”.
Quali sono le criticità che avete riscontrato?
Antonio Terracina: “Criticità ce n'erano più di qualcuna, effettivamente.
Una riguardava il coinvolgimento e la partecipazione e la consultazione dei
lavoratori. Termini usati in maniera assolutamente fuorviante rispetto al precedente
testo e che non davano la giusta enfasi a questo fondamentale processo che
coinvolge i lavoratori, principali creditori di sicurezza e quindi anche principali
protagonisti della gestione della sicurezza in un’azienda che adotta un sistema di
gestione ma anche nelle aziende in generale, quando si fa sicurezza.
Altri aspetti riguardavano la gestione dei requisiti legali.
Non si voleva dare sufficiente enfasi all'affermazione di principio che un’azienda
che adotta un sistema deve conoscere e rispettare le leggi che si attuano nel
proprio paese. Altri temi riguardavano ancora la formazione dei lavoratori, dove a
mio avviso non c'è abbastanza spazio nell'attuale testo.
E c’erano altre piccole “criticità” di ordine minore, in termini terminologici e
quant'altro, che stiamo cercando di migliorare”.
Cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere nel passaggio dallo standard
OHSAS 18001 alla nuova ISO 45001?
Antonio Terracina: “Vorrei articolare la risposta in due punti di vista: un punto di vista
tecnico e uno procedurale formale.
Dal punto di vista tecnico la norma nuova ha delle differenze rispetto alla 18001 e
quindi sicuramente le aziende, in un lasso di tempo che sarà probabilmente
individuato in un triennio, dovranno transitare dai propri sistemi 18001 a quelli 45001,
adattandoli ai nuovi standard tecnici.
Faccio due esempi a memoria: il contesto dell'organizzazione, un punto nuovo della
norma che nella precedente non c’era, così come l’enfasi sulla leadership o la
puntualizzazione sui rischi e opportunità, che mancano del tutto nella 18001. Quindi
sicuramente bisognerà adattare i sistemi alle nuove norme.
Dal punto di vista formale o procedurale il discorso è ancora più importante.
Le certificazioni, ripeto, avranno probabilmente un triennio di transizione per essere
adeguate. Ma questo significherà - una volta che ci sarà la certificazione ISO 45001 -
avere uno strumento che sarà riconosciuto da tutti i paesi del mondo. Significa che
cadranno le distinzioni che oggi in Italia, così come in altri paesi, distinguono tra
certificazioni sotto accreditamento ACCREDIA da altre certificazioni. E questo può
che consentire un più agevole scambio fra il lavoro e le aziende. Cosa che risulterà
naturalmente tanto più positiva, tanto più seria e rigorosa sarà la norma e il
successivo processo di certificazione”.
Ad oggi l’articolo 30 del Testo Unico, riguardo alla conformità dei modelli
organizzativi, fa riferimento alla 18001 e alle linee guida UNI INAIL.
Se uscirà la norma ISO 45001 si dovrà cambiare il Testo Unico?
Antonio Terracina: “Diciamo che non è strettamente indispensabile. Nel senso che
l'articolo 30 recita testualmente ‘in sede di prima applicazione valgono le linee
guida UNI INAIL e la OHSAS 18001”, quindi una volta che dovesse venire fuori la ISO
45001, norma di rango superiore rispetto alle linee guida UNI INAIL e 18001, diventa
fisiologico il passaggio, quindi al di là di un eventuale intervento normativo.
È chiaro che poi è possibile, oserei dire probabile, che in occasione di uno dei tanti,
purtroppo, emendamenti che si fanno al decreto 81, questo adeguamento possa
arrivare. Ma, ripeto, è necessario che il testo che uscirà sia effettivamente utile,
valido e, quindi - come tutti speriamo, visto che ci lavoriamo da tempo - meriti di
essere citato nell'articolo 30 (…)”.(Articolo di Tiziano Menduto)
Fonte: puntosicuro.it
Testo unico amianto, presentata proposta riordino normativa.
ROMA – Testo unico amianto. È stato presentato ieri al Senato il disegno di legge per
il riordino della normativa in materia di amianto in un testo unico. Proposta di legge
per raccogliere in un solo provvedimento leggi e norme riguardanti l’ambiente, la
salute, la sicurezza sul lavoro, le misure previdenziali, la giustizia, sanzioni e incentivi
connessi all’amianto.
Il ddl è stato elaborato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno
degli infortuni sul lavoro presieduta dalla senatrice Camilla Fabbri, con l’ausilio
dell’Università degli studi di Milano. È stato presentato in occasione della “II
Assemblea nazionale sull’amianto” che si è tenuta ieri a Palazzo Giustiniani promossa
dalla stessa Commissione. Assemblea alla quale hanno preso parte il presidente del
Senato Piero Grasso, il Ministro dell’Ambiente Galletti, il Ministro del Lavoro Poletti, il
presidente Inail De Felice e il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini.
A questo link il video integrale dell’Assemblea:
http://webtv.senato.it/webtv_evento?video_evento=3160
128 gli articoli che compongono il disegno di legge suddivisi in otto titoli. Tra le
misure previste queste le principali novità: estensione dell’applicazione delle norme
amianto a edifici pubblici privati mezzi di trasporto macchinari e siti dismessi;
introduzione del soggetto titolare di obblighi per bonifica amianto; obbligo per
medici e Asl di trasmissione patologia accertata al Renam che diviene registro di
tutti i tumori da asbesto; computo di ferie e permessi nei 10 anni per il beneficio
pensionistico; istituzione dell’Agenzia nazionale amianto; nella sicurezza sul lavoro
prevenzione anche sul rischio indiretto e sui rischi per l’ambiente esterno.
Così il presidente del Senato Piero Grasso, intervenuto in apertura di Assemblea
amianto:
“Presidente Fabbri, Onorevoli Ministri, autorità, gentili ospiti, esattamente un anno fa,
proprio in questa sala, avevamo preso l’impegno di scrivere e portare all’attenzione
del Parlamento un Testo Unico che indicasse un nuovo approccio rispetto al
delicatissimo problema dell’amianto. Sono davvero felice che oggi ci ritroviamo qui
per presentare i risultati di un lungo e intenso lavoro della Commissione d’inchiesta
sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, che si è avvalso anche delle
competenze dell’Inail e dell’Università degli Studi di Milano. Abbiamo infatti bisogno
di unire le forze, di mettere da parte le indecisioni e le contraddizioni che hanno
segnato l’approccio dello Stato al tema dell’amianto. Ringrazio i relatori per aver
voluto essere qui oggi. Insieme mandiamo un messaggio inequivocabile
assumendoci, tutti, la responsabilità di agire presto e bene.
Non è un mistero che il numero delle vittime dell’amianto, delle persone che si
ammalano e di quelle che inevitabilmente lo faranno nei prossimi anni stia
crescendo. L’impatto sulla collettività, tanto sotto il profilo sociale quanto sotto
quello di sostenibilità economica, è impossibile da ridurre a cifre, anche perché
riguarda dimensioni che vanno bel al di là dei dati economici. Sebbene sia
sicuramente più alta l’attenzione pubblica e la consapevolezza collettiva dei
devastanti effetti dati dall’esposizione all’amianto sulla salute, sono ancora molti i
cittadini che vivono, lavorano, frequentano edifici o strutture nelle quali è presente
questa letale sostanza.
Oggi, finalmente, siamo in grado di proporre una revisione normativa complessiva in
grado di affrontare tutte le sfaccettature – dalla tutela dell’ambiente alla sicurezza
sul lavoro, dalle misure di prevenzione e protezione a quelle previdenziali – di una
vera e propria emergenza nazionale. Finalmente le Istituzioni stanno tentando di
colmare questo gravissimo ritardo. In questa Legislatura abbiamo già compiuto
alcuni passi considerevoli: penso all’approvazione della legge sugli Ecoreati,
all’aumento del Fondo per le vittime contenuto nella scorsa legge di stabilità, ai
decreti che a livello ministeriale hanno implementato le norme previste dal
“collegato ambientale”.
Il mio ruolo istituzionale mi impedisce di entrare nel merito de testo che viene
presentato oggi: posso però dire che ritengo profondamente convincente la
strategia complessiva indicata. Due anni fa ho incontrato alcuni familiari di vittime
dell’amianto: conoscevo il tema come molti cittadini ma mai mi era capitato di
toccare con mano la loro tragedia. Quando Romana Blasotti venne a trovarmi nel
mio studio mi disse una frase che non posso dimenticare e che ricordai anche un
anno fa, proprio insieme a voi: “ho perso cinque familiari e ormai ho finito le
lacrime”. La sua vita, come quella di tutte le persone che hanno visto soffrire e poi
hanno perduto una persona cara, è segnata in maniera indelebile. Agire significa
dare dignità al dolore di nonne come Romana e, soprattutto, assicurare ai nostri figli
e nipoti garanzie e tutele degne di un Paese civile.
Concludo con l’auspicio che nel più breve tempo possibile si possa discutere,
approfondire e approvare il Testo Unico. Da parte mia posso assicurarvi che farò
tutto quello che il mio ruolo consente perché si possa raggiungere al più presto il
risultato auspicato da tutti”. (Articolo di Corrado De Paolis)
Fonte: quotidianosicurezza.it
Ispettorato nazionale del lavoro, il nuovo sito, i dati del 2016.
ROMA – Ispettorato nazionale del lavoro. È stato presentato ieri ufficialmente
l’Ispettorato nazionale istituito in attuazione del Decreto legislativo 14 settembre
2015, n. 149 attuativo del Jobs Act. Si tratta ricordiamo della nuova agenzia
pubblica per le ispezioni del lavoro che aggrega e coordina le attività condotte da
risorse Inail, Inps e Ministero del Lavoro.
Nuovo sito
Un nuovo sistema organico di vigilanza che avrà a disposizione un personale di 8.000
unità tra le quali 4.500 ispettori, in 78 uffici provinciali e 4 interregionali. Un nuovo
sistema che avrà come riferimento online il nuovo sito Ispettorato.gov.
Il sito raccoglie comunicazioni, circolari sugli orientamenti ispettivi, studi e statistiche,
interpelli e documenti riguardanti la normativa, quindi riferimenti e sedi territoriali,
campagne di vigilaza e risultati.
Dati 2016 Ministero Lavoro
“Il nuovo Ispettorato inizia la sua attività raccogliendo il testimone dalle diverse
strutture impegnate sinora nella vigilanza che hanno già cominciato a collaborare
nell’ottica della futura integrazione, dimostrando di saper rendere più mirati e incisivi
i controlli e facendo emergere un tasso di irregolarità complessivo pari a circa il 61%,
a fronte del 59,51% registrato nei primi tre trimestri dello scorso anno”. Ha dichiarato
Danilo Papa direttore generale attività ispettiva del Ministero.
In occasione della presentazione dell’Ispettorato sono stati diffusi i dati dell’attività di
vigilanza condotta dal Ministero nei primi tre trimestri del 2016, ovvero fino al 22
settembre.
103.348 sono stati i controlli, 5.104 gli accertamenti su cassa integrazione e contratti
di solidarietà. 57.307 gli illeciti contestati, per irregolarità pari al 61%. In particolare
30.416 i i lavoratori in nero (+8% rispetto al 2015), 5.483 le ordinanze di sospensione
attività per impiego di personale non dichiarato, 8.962 casi di esternalizzazione
irregolare (+86% rispetto al 2015), 5.601 rapporti fittizi; 598 violazioni tutela madri
lavoratrici e pari opportunità; 9.478 orario di lavoro, 19.990 violazioni normativa
sicurezza sul lavoro; 1.124 casi di impiego lavoratori clandestini. (Articolo di Corrado
De Paolis)
Info: Ministero Lavoro presentazione Ispettorato nazionale
Fonte: quotidianosicurezza.it

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News SSL 49 2016

  • 1. News 49/SSL/2016 Lunedì,05 dicembre 2016 Telelavoro: come lavorare correttamente da casa e con il notebook. Due documenti di Suva sulle attività con videoterminali si soffermano sul lavoro da casa (home office) e sull’utilizzo di computer portatili. Come scegliere l’hardware, migliorare le condizioni di luce e organizzare il lavoro e la postazione. Lucerna, 2 Dic – Nel mondo del lavoro la rivoluzione tecnologica e informatica non solo ha modificato molte mansioni e reso necessario per molti lavoratori l’utilizzo del computer, ma ha portato alla diffusione di strumenti mobili, come il notebook, e delle attività lavorative con videoterminali nelle abitazioni. Tuttavia in queste specifiche situazioni lavorative sono necessari particolari accorgimenti e misure di prevenzione per evitare i vari disturbi che possono essere connessi all’ utilizzo errato dei videoterminali: mal di testa, tensioni alla nuca, bruciore agli occhi e dolori muscolo-scheletrici. er migliorare la prevenzione dei lavoratori che utilizzano dispositivi mobili o che lavorano tramite computer da casa (home office), possiamo fare riferimento alle indicazioni contenute in uno spazio informativo di Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, dedicato all’ uso dei videoterminali (VDT) e dal titolo “ Ergonomia al videoterminale”. Partiamo dal tema del lavoro da casa, chiamato in questo caso anche “home office” o telelavoro a domicilio. Suva ricorda che se il lavoro da casa può offrire diversi vantaggi, spesso il posto di lavoro nel domicilio risulta improvvisato. E questo può provocare dolori alla nuca, alle spalle, ai polsi oppure mal di testa. Si raccomanda dunque di organizzare il posto di lavoro “in modo da lavorare con la postura e le condizioni di luce ottimali”, tenendo conto che per la casa “valgono le stesse regole applicate in ufficio”. Riportiamo alcune raccomandazioni.
  • 2. Riguardo all’ambiente è bene: - “fare in modo di poter lavorare con tranquillità e indisturbati; - posizionare lo schermo parallelamente alla finestra in modo tale che non vi siano abbagliamenti e rilessi sulla superficie”. Per il tavolo e sedia: - “regolare l'altezza del tavolo portandolo all'altezza dei gomiti. se non si possiede un tavolo regolabile in altezza, si raccomanda di usare almeno una sedia regolabile in altezza, in modo da portare i gomiti all'altezza del tavolo; - fare uso di un poggiapiedi se necessario; - fare attenzione che la sedia sia dotata di caratteristiche ergonomiche”. Suva riporta anche vari consigli per gli acquisti degli arredi. Il sito si sofferma anche sugli accessori. In particolare se si usa un portatile per lavorare da casa “è necessario utilizzare i seguenti accessori: - “mouse e tastiera esterni; - schermo esterno (se il portatile ha uno schermo inferiore ai 16 pollici); - supporto per portatile (per es. portadocumenti, classificatore) per sollevare di circa 5 cm il portatile sulla parte posteriore” È bene poi “posizionare lo schermo, la tastiera e i documenti sul tavolo in modo da poter lavorare comodamente. La distanza schermo-occhi deve corrispondere all'incirca alla lunghezza di un braccio; per gli schermi da 21 pollici in su aumentare la distanza”. Importante è poi l’organizzazione del lavoro. È opportuno: - “concordare per iscritto gli orari di lavoro e di presenza con il datore di lavoro; - organizzare la giornata lavorativa in modo efficiente. Fissare e rispettare la pausa pranzo e le pause caffè. Approfittare della pausa per fare qualche passo e sgranchirsi le gambe”. Veniamo ora all’utilizzo, anche non a domicilio, notebook/laptop. Innanzitutto è necessario chiedersi se è “veramente necessario lavorare per lungo
  • 3. tempo con un portatile quando siete fuori ufficio. Infatti è molto difficile mantenere la postura corretta e lavorare in condizioni di luce ottimale se si usa il portatile in luoghi di lavoro inadeguati (per esempio in auto, nel treno, al ristorante)”. Suva invita poi a seguire anche le seguenti raccomandazioni riguardo all’hardware: - scegliere uno schermo opaco per evitare riflessi; - privilegiare gli schermi di dimensione maggiore, se il portatile ha uno schermo piccolo; - usare un mouse esterno se si lavora per più di un’ora con il portatile; - usare un supporto per il laptop sul lato passeggero quando lo si usa in macchina”. Riguardo alle condizioni di luce è bene: - “evitare che la luce si rifletta direttamente sullo schermo (per es. evitare il posto al finestrino nel treno); - impostare la luminosità al massimo; - usare la funzione zoom per non affaticare gli occhi (premere ctrl e girare la rotellina del mouse per ingrandire)”. Si sottolinea poi che se il portatile permette di lavorare ovunque e quando si vuole, “è molto importante definire gli orari di lavoro e rispettarli. Altrettanto importante è fare degli intervalli regolari. Nessuno può lavorare giorno e notte senza rimetterci in salute”. Può essere poi utile: - “comunicare gli orari in cui si è raggiungibili e attenersi a questi orari; - riflettere su quali sono lavori che si possono svolgere più facilmente con il portatile (per es. leggere le mail, preparare presentazioni…)”. Concludiamo segnalando che sui temi dell’home office e del lavoro su portatile, Suva consiglia la visione di due brevi video informativi sulla prevenzione prodotti da una nota multinazionale di telefonia cellulare e dal titolo « El portátil en movilidad» e « El portátil en casa». N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati sono comunque utili per tutti i lavoratori. (Articolo di Tiziano Menduto) Fonte: puntosicuro.it
  • 4. ISO 45001: a che punto è la norma e cosa cambierà in Italia? A maggio 2016 la bozza della ISO 45001 sui sistemi di gestione della sicurezza ha avuto il voto negativo di molti paesi. Quando sarà disponibile? Quali le criticità riscontrate? Ne parliamo con Antonio Terracina della Contarp centrale dell’Inail. Bologna, 2 Dic – Come ricordato anche in un recente intervento di alcuni rappresentanti dell’Inail, dopo circa venti anni di attesa è ormai in fase di avanzata elaborazione quella norma ISO sui sistemi di gestione della sicurezza – la ISO 45001 - che, “indipendentemente dall’indiscussa efficacia della gestione sistemica della sicurezza, ha diviso per decenni detrattori e sostenitori sull’opportunità di disporre una norma volontaria su questi temi”. Tuttavia “disporre finalmente di una norma ISO sui sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro” è un indubbio vantaggio, a “patto di non pagare un prezzo troppo elevato in termini di perdita di requisiti ad alto valore”. Proprio con riferimento a queste parole e alle domande che ogni operatore si pone su cosa accadrà quando la nuova norma sarà disponibile, abbiamo intervistato, il 20 ottobre 2016 ad Ambiente Lavoro di Bologna, Antonio Terracina, Coordinatore del settore primo della CONTARP Centrale (Inail) e Capodelegazione UNI presso il Comitato che sta lavorando alla stesura della ISO 45001. Antonio Terracina aveva appena partecipato al convegno Inail “Gestione della sicurezza per l’industria del futuro” con una relazione dal titolo “ISO/DIS 45001: rischi ed opportunità della nuova norma”. Quale persona migliore per avere informazioni aggiornate sull’ultima versione (Draft International Standard/DIS) della norma ISO 45001 e sulla maturità del testo? Anche perché, come racconta ai nostri microfoni Terracina, “la bozza che è stata posta a votazione a maggio 2016 è stata votata negativamente. Il nostro paese, insieme alla stragrande maggioranza europei - così come gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia - ha contribuito col proprio voto negativo a fermare un testo che, in quel momento, era, a mio e a nostro avviso, decisamente non maturo e non pronto per una pubblicazione definitiva”. A questo punto quali saranno i tempi realistici per l’approvazione di una versione definitiva?
  • 5. Quali sono le criticità che sono state riscontrate? Qual è il ruolo di UNI e INAIL nella stesura della norma ISO 45001? E cosa potrebbe accadere nel passaggio dallo standard OHSAS 18001 alla nuova ISO 45001? Sarà necessario modificare l’articolo 30 dell’attuale Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro? Non potevamo poi non chiedere un commento sulle perplessità sollevate nei mesi scorsi sulla ISO/DIS 45001 da una nota comune di Cgil, Cisl e Uil. Sono condivisibili o meno le criticità evidenziate? Il futuro testo coglierà l’importanza del coinvolgimento e della partecipazione dei lavoratori alla gestione della sicurezza? Come sempre diamo la possibilità ai nostri lettori di ascoltare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione. La prima domanda è relativa alla situazione attuale e alla tempistica… A che punto è la nuova norma ISO 45001? Quando uscirà? Antonio Terracina: “La norma è in uno stadio ancora abbastanza non definito in termini temporali. Il progetto di norma è partito a ottobre 2013 e la norma avrebbe dovuto vedere la luce alla fine del 2016 invece la bozza, che è stata posta a votazione a maggio 2016, è stata votata negativamente. Il nostro paese, insieme alla stragrande maggioranza europei - così come gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia - ha contribuito col proprio voto negativo a fermare un testo che, in quel momento, era, a mio e a nostro avviso, decisamente non maturo e non pronto per una pubblicazione definitiva. Quindi questo voto negativo, naturalmente, implica la possibilità, se vi riusciremo, di migliorare il testo e implica naturalmente uno slittamento dei tempi. Adesso realisticamente la norma dovrebbe uscire, nella migliore delle ipotesi, a fine 2017 dopo un’ulteriore passaggio di votazione che dovrebbe essere probabilmente a marzo/aprile 2017”. Quali sono le criticità che avete riscontrato? Antonio Terracina: “Criticità ce n'erano più di qualcuna, effettivamente. Una riguardava il coinvolgimento e la partecipazione e la consultazione dei
  • 6. lavoratori. Termini usati in maniera assolutamente fuorviante rispetto al precedente testo e che non davano la giusta enfasi a questo fondamentale processo che coinvolge i lavoratori, principali creditori di sicurezza e quindi anche principali protagonisti della gestione della sicurezza in un’azienda che adotta un sistema di gestione ma anche nelle aziende in generale, quando si fa sicurezza. Altri aspetti riguardavano la gestione dei requisiti legali. Non si voleva dare sufficiente enfasi all'affermazione di principio che un’azienda che adotta un sistema deve conoscere e rispettare le leggi che si attuano nel proprio paese. Altri temi riguardavano ancora la formazione dei lavoratori, dove a mio avviso non c'è abbastanza spazio nell'attuale testo. E c’erano altre piccole “criticità” di ordine minore, in termini terminologici e quant'altro, che stiamo cercando di migliorare”. Cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere nel passaggio dallo standard OHSAS 18001 alla nuova ISO 45001? Antonio Terracina: “Vorrei articolare la risposta in due punti di vista: un punto di vista tecnico e uno procedurale formale. Dal punto di vista tecnico la norma nuova ha delle differenze rispetto alla 18001 e quindi sicuramente le aziende, in un lasso di tempo che sarà probabilmente individuato in un triennio, dovranno transitare dai propri sistemi 18001 a quelli 45001, adattandoli ai nuovi standard tecnici. Faccio due esempi a memoria: il contesto dell'organizzazione, un punto nuovo della norma che nella precedente non c’era, così come l’enfasi sulla leadership o la puntualizzazione sui rischi e opportunità, che mancano del tutto nella 18001. Quindi sicuramente bisognerà adattare i sistemi alle nuove norme. Dal punto di vista formale o procedurale il discorso è ancora più importante. Le certificazioni, ripeto, avranno probabilmente un triennio di transizione per essere adeguate. Ma questo significherà - una volta che ci sarà la certificazione ISO 45001 - avere uno strumento che sarà riconosciuto da tutti i paesi del mondo. Significa che cadranno le distinzioni che oggi in Italia, così come in altri paesi, distinguono tra certificazioni sotto accreditamento ACCREDIA da altre certificazioni. E questo può che consentire un più agevole scambio fra il lavoro e le aziende. Cosa che risulterà naturalmente tanto più positiva, tanto più seria e rigorosa sarà la norma e il successivo processo di certificazione”. Ad oggi l’articolo 30 del Testo Unico, riguardo alla conformità dei modelli
  • 7. organizzativi, fa riferimento alla 18001 e alle linee guida UNI INAIL. Se uscirà la norma ISO 45001 si dovrà cambiare il Testo Unico? Antonio Terracina: “Diciamo che non è strettamente indispensabile. Nel senso che l'articolo 30 recita testualmente ‘in sede di prima applicazione valgono le linee guida UNI INAIL e la OHSAS 18001”, quindi una volta che dovesse venire fuori la ISO 45001, norma di rango superiore rispetto alle linee guida UNI INAIL e 18001, diventa fisiologico il passaggio, quindi al di là di un eventuale intervento normativo. È chiaro che poi è possibile, oserei dire probabile, che in occasione di uno dei tanti, purtroppo, emendamenti che si fanno al decreto 81, questo adeguamento possa arrivare. Ma, ripeto, è necessario che il testo che uscirà sia effettivamente utile, valido e, quindi - come tutti speriamo, visto che ci lavoriamo da tempo - meriti di essere citato nell'articolo 30 (…)”.(Articolo di Tiziano Menduto) Fonte: puntosicuro.it Testo unico amianto, presentata proposta riordino normativa. ROMA – Testo unico amianto. È stato presentato ieri al Senato il disegno di legge per il riordino della normativa in materia di amianto in un testo unico. Proposta di legge per raccogliere in un solo provvedimento leggi e norme riguardanti l’ambiente, la salute, la sicurezza sul lavoro, le misure previdenziali, la giustizia, sanzioni e incentivi connessi all’amianto. Il ddl è stato elaborato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro presieduta dalla senatrice Camilla Fabbri, con l’ausilio dell’Università degli studi di Milano. È stato presentato in occasione della “II Assemblea nazionale sull’amianto” che si è tenuta ieri a Palazzo Giustiniani promossa dalla stessa Commissione. Assemblea alla quale hanno preso parte il presidente del Senato Piero Grasso, il Ministro dell’Ambiente Galletti, il Ministro del Lavoro Poletti, il presidente Inail De Felice e il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini. A questo link il video integrale dell’Assemblea: http://webtv.senato.it/webtv_evento?video_evento=3160 128 gli articoli che compongono il disegno di legge suddivisi in otto titoli. Tra le misure previste queste le principali novità: estensione dell’applicazione delle norme
  • 8. amianto a edifici pubblici privati mezzi di trasporto macchinari e siti dismessi; introduzione del soggetto titolare di obblighi per bonifica amianto; obbligo per medici e Asl di trasmissione patologia accertata al Renam che diviene registro di tutti i tumori da asbesto; computo di ferie e permessi nei 10 anni per il beneficio pensionistico; istituzione dell’Agenzia nazionale amianto; nella sicurezza sul lavoro prevenzione anche sul rischio indiretto e sui rischi per l’ambiente esterno. Così il presidente del Senato Piero Grasso, intervenuto in apertura di Assemblea amianto: “Presidente Fabbri, Onorevoli Ministri, autorità, gentili ospiti, esattamente un anno fa, proprio in questa sala, avevamo preso l’impegno di scrivere e portare all’attenzione del Parlamento un Testo Unico che indicasse un nuovo approccio rispetto al delicatissimo problema dell’amianto. Sono davvero felice che oggi ci ritroviamo qui per presentare i risultati di un lungo e intenso lavoro della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, che si è avvalso anche delle competenze dell’Inail e dell’Università degli Studi di Milano. Abbiamo infatti bisogno di unire le forze, di mettere da parte le indecisioni e le contraddizioni che hanno segnato l’approccio dello Stato al tema dell’amianto. Ringrazio i relatori per aver voluto essere qui oggi. Insieme mandiamo un messaggio inequivocabile assumendoci, tutti, la responsabilità di agire presto e bene. Non è un mistero che il numero delle vittime dell’amianto, delle persone che si ammalano e di quelle che inevitabilmente lo faranno nei prossimi anni stia crescendo. L’impatto sulla collettività, tanto sotto il profilo sociale quanto sotto quello di sostenibilità economica, è impossibile da ridurre a cifre, anche perché riguarda dimensioni che vanno bel al di là dei dati economici. Sebbene sia sicuramente più alta l’attenzione pubblica e la consapevolezza collettiva dei devastanti effetti dati dall’esposizione all’amianto sulla salute, sono ancora molti i cittadini che vivono, lavorano, frequentano edifici o strutture nelle quali è presente questa letale sostanza. Oggi, finalmente, siamo in grado di proporre una revisione normativa complessiva in grado di affrontare tutte le sfaccettature – dalla tutela dell’ambiente alla sicurezza sul lavoro, dalle misure di prevenzione e protezione a quelle previdenziali – di una vera e propria emergenza nazionale. Finalmente le Istituzioni stanno tentando di colmare questo gravissimo ritardo. In questa Legislatura abbiamo già compiuto alcuni passi considerevoli: penso all’approvazione della legge sugli Ecoreati, all’aumento del Fondo per le vittime contenuto nella scorsa legge di stabilità, ai decreti che a livello ministeriale hanno implementato le norme previste dal
  • 9. “collegato ambientale”. Il mio ruolo istituzionale mi impedisce di entrare nel merito de testo che viene presentato oggi: posso però dire che ritengo profondamente convincente la strategia complessiva indicata. Due anni fa ho incontrato alcuni familiari di vittime dell’amianto: conoscevo il tema come molti cittadini ma mai mi era capitato di toccare con mano la loro tragedia. Quando Romana Blasotti venne a trovarmi nel mio studio mi disse una frase che non posso dimenticare e che ricordai anche un anno fa, proprio insieme a voi: “ho perso cinque familiari e ormai ho finito le lacrime”. La sua vita, come quella di tutte le persone che hanno visto soffrire e poi hanno perduto una persona cara, è segnata in maniera indelebile. Agire significa dare dignità al dolore di nonne come Romana e, soprattutto, assicurare ai nostri figli e nipoti garanzie e tutele degne di un Paese civile. Concludo con l’auspicio che nel più breve tempo possibile si possa discutere, approfondire e approvare il Testo Unico. Da parte mia posso assicurarvi che farò tutto quello che il mio ruolo consente perché si possa raggiungere al più presto il risultato auspicato da tutti”. (Articolo di Corrado De Paolis) Fonte: quotidianosicurezza.it Ispettorato nazionale del lavoro, il nuovo sito, i dati del 2016. ROMA – Ispettorato nazionale del lavoro. È stato presentato ieri ufficialmente l’Ispettorato nazionale istituito in attuazione del Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149 attuativo del Jobs Act. Si tratta ricordiamo della nuova agenzia pubblica per le ispezioni del lavoro che aggrega e coordina le attività condotte da risorse Inail, Inps e Ministero del Lavoro. Nuovo sito Un nuovo sistema organico di vigilanza che avrà a disposizione un personale di 8.000 unità tra le quali 4.500 ispettori, in 78 uffici provinciali e 4 interregionali. Un nuovo sistema che avrà come riferimento online il nuovo sito Ispettorato.gov. Il sito raccoglie comunicazioni, circolari sugli orientamenti ispettivi, studi e statistiche, interpelli e documenti riguardanti la normativa, quindi riferimenti e sedi territoriali, campagne di vigilaza e risultati. Dati 2016 Ministero Lavoro “Il nuovo Ispettorato inizia la sua attività raccogliendo il testimone dalle diverse strutture impegnate sinora nella vigilanza che hanno già cominciato a collaborare nell’ottica della futura integrazione, dimostrando di saper rendere più mirati e incisivi
  • 10. i controlli e facendo emergere un tasso di irregolarità complessivo pari a circa il 61%, a fronte del 59,51% registrato nei primi tre trimestri dello scorso anno”. Ha dichiarato Danilo Papa direttore generale attività ispettiva del Ministero. In occasione della presentazione dell’Ispettorato sono stati diffusi i dati dell’attività di vigilanza condotta dal Ministero nei primi tre trimestri del 2016, ovvero fino al 22 settembre. 103.348 sono stati i controlli, 5.104 gli accertamenti su cassa integrazione e contratti di solidarietà. 57.307 gli illeciti contestati, per irregolarità pari al 61%. In particolare 30.416 i i lavoratori in nero (+8% rispetto al 2015), 5.483 le ordinanze di sospensione attività per impiego di personale non dichiarato, 8.962 casi di esternalizzazione irregolare (+86% rispetto al 2015), 5.601 rapporti fittizi; 598 violazioni tutela madri lavoratrici e pari opportunità; 9.478 orario di lavoro, 19.990 violazioni normativa sicurezza sul lavoro; 1.124 casi di impiego lavoratori clandestini. (Articolo di Corrado De Paolis) Info: Ministero Lavoro presentazione Ispettorato nazionale Fonte: quotidianosicurezza.it