Lo Psicologo che opera in ambito educativo si trova spesso di fronte alle richieste di genitori, insegnanti, dirigenti, formatori ed educatori che necessitano di un aiuto nella gestione di comportamenti ostili e aggressivi di bambini e ragazzi. Tali comportamenti costituiscono una fonte di fatica e di frustrazione per chi si trova a doverli gestire. Ridurre questi comportamenti e aiutare il bambino/ragazzo ad acquisire un atteggiamento più adeguato al contesto è possibile, ma occorrono interventi mirati alle loro cause reali.
L’Analisi Funzionale rappresenta un’operazione che consente di valutare in che cosa consiste, come è nato e come si mantiene un determinato comportamento. È caratterizzata da un insieme di procedure e strumenti per raccogliere dati e informazioni necessarie a costruire una prima ipotesi sulla natura del comportamento presentato, a partire dalla quale strutturare e sviluppare un piano d’intervento.
Le forme che un comportamento aggressivo può assumere sono varie e diverse. Al di là delle manifestazioni silenti e nascoste, o scoperte e palesi, che il malessere può assumere, educatori, genitori e psicologi si trovano di fronte a bambini/ragazzi che non si adattano alla routine del contesto, manifestando un comportamento aggressivo, ostile, sgarbato, scontroso o poco comunicativo; richiedono all’ educatore molto più tempo, energia e pazienza della maggior parte dei loro coetanei; sembrano resistenti e irriconoscenti per qualunque aiuto si offra loro. L’analisi funzionale costituisce un valido strumento di assessment del comportamento aggressivo.
Ma cosa fare una volta definito e valutato il comportamento? Esistono numerose strategie indirizzate alla modificazione del comportamento problematico e diverse tecniche che si propongono di risocializzare le credenze e gli atteggiamenti dei ragazzi.
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
Analisi funzionale e modello di Glasser: due strumenti per gestire i comportamenti aggressivi in contesti educativi - Sessione 1
1. L’ANALISI FUNZIONALE PER LA
GESTIONE DEI
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
IN CONTESTI EDUCATIVI
ADRIANA SABA
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2. PROGRAMMA
Comportamenti aggressivi: definizione
Modi inadeguati di gestire i
comportamenti aggressivi
Interventi educativi possibili
Analisi funzionale
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3. I COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
INTRODUZIONE
I problemi di aggressività e di condotta in
età evolutiva sono in aumento
I bambini che manifestano difficoltà in
questo ambito sono a rischio nel futuro
Sono notevoli le ricadute nel sociale
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4. I COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
DEFINIZIONE
Quale terminologia utilizzare?
I bambini/ragazzi che manifestano
comportamenti aggressivi sono accomunati
dall’esibizione di qualche forma di aggressività
e di problemi comportamentali
Per pianificare interventi appropriati è utile
distinguere tra diversi livelli di aggressività e di
rabbia
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5. I COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
DEFINIZIONE
Condotte disadattive che esprimono un disagio
di natura relazionale;
modalità caratteristiche che alcuni ragazzi
mettono in atto per rispondere al contesto verso
cui cercano di esercitare il proprio controllo;
azioni dirette verso uno scopo in relazione al
contesto
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6. MODI INADEGUATI DI GESTIRE I
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
ESTRATTO DI UN’INTERVISTA
« Prima di tutto io chiamerei il genitore e andrei a controllare come si
comportava questo ragazzo alle scuole elementari. Certo, se la cosa
continua da tanto non si può fare molto! Io comunque informo gli altri
colleghi e il preside e se è necessario una visitina in presidenza gliela
faccio fare! Io cerco di dare delle regole e di proibire alcune cose, come
alzarsi senza chiedere il permesso durante la lezione o masticare la
gomma ecc. Figuriamoci se si tratta di comportamenti aggressivi! Quelli
sono vietatissimi, ovviamente! Lì per lì posso minacciare di non far fare
la ricreazione di fronte a qualche comportamento che non va bene,
oppure mando fuori…a volte l’isolamento serve, non sempre
però…Non c’è molto che si può fare comunque».
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7. MODI INADEGUATI DI GESTIRE I
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
ATTENZIONE-Fare del ragazzo un caso (Prima di tutto io chiamerei
il genitore e andrei a controllare come si comportava questo ragazzo
alle scuole elementari, informo gli altri colleghi e il preside)
PROIBIZIONE (Io cerco di dare delle regole e di proibire alcune
cose, come alzarsi senza chiedere il permesso durante la lezione o
masticare la gomma ecc. Figuriamoci se si tratta di comportamenti
aggressivi! Quelli sono vietatissimi, ovviamente)
MINACCIA (Lì per lì posso minacciare di non far fare la ricreazione
di fronte a qualche comportamento che non va bene)
ATTACCO ALLA PERSONA
ATTEGGIAMENTO DI RASSEGNAZIONE (Non c’è molto che si
può fare comunque)
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8. MODI ADEGUATI DI GESTIRE I COMPORTAMENTI
AGGRESSIVI
ESTRATTO DI UN’INTERVISTA
«Io penso che questi ragazzi siano molto arrabbiati. Il primo passo da
compiere è scoprire ciò che ha causato il problema. La mia esperienza
personale indica che la difficoltà può essere di molto ridotta nella
classe attraverso interventi strategici dell’insegnante. Si deve studiare
attentamente il ragazzo. Quando per esempio il ragazzo diventa
minaccioso e ostile? Quali cose lo provocano? Si giri al largo da esse o
le si eviti se possibile. Quando viola una regola o fa violenza ad un
compagno o qualunque altra cosa, si stia molto attenti a come si
utilizzano le cosiddette punizioni. Funziona per esempio portare fuori
dall’aula il ragazzo e confrontarsi rispetto a quello che è successo ed
insegnare al ragazzo a gestire la sua rabbia».
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9. MODI ADEGUATI DI GESTIRE I COMPORTAMENTI
AGGRESSIVI
UTILIZZARE STRUMENTI CON FINALITA’ ESPLICATIVA (Si deve
studiare attentamente il ragazzo. Quando per esempio il ragazzo diventa
minaccioso e ostile? Quali cose lo provocano?)
METTERE IN ATTO INTERVENTI STRATEGICI MIRATI ALLE CAUSE
DEL COMPORTAMENTO (Io penso che questi ragazzi siano molto
arrabbiati. Il primo passo da compiere è scoprire ciò che ha causato il
problema; la mia esperienza personale indica che la difficoltà può essere di
molto ridotta nella classe attraverso interventi strategici dell’insegnante)
METTERE IN ATTO INTERVENTI DI GESTIONE E MODIFICAZIONE DEL
COMPORTAMENTO (Si giri al largo da esse o le si eviti se possibile.
Quando viola una regola o fa violenza ad un compagno o qualunque altra
cosa, si stia molto attenti a come si utilizzano le cosiddette punizioni.
Funziona per esempio portare fuori dall’aula il ragazzo e confrontarsi
rispetto a quello che è successo ed insegnare al ragazzo a gestire la sua
rabbia.
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10. UNO STRUMENTO D’INDAGINE PER I
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI:
L’ANALISI FUNZIONALE
PRESUPPOSTI TEORICI
Il comportamento è finalizzato
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11. UNO STRUMENTO D’INDAGINE PER I
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI: L’ANALISI
FUNZIONALE
PREUSSUPOSTI TEORICI
Un comportamento non si verifica
nell’isolamento, bensì in risposta a determinati
elementi ambientali. Più specificamente, i
comportamenti si verificano in relazione alle
conseguenze che li mantengono e agli eventi o
antecedenti ambientali che li precedono
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12. L’ANALISI FUNZIONALE
DEFINIZIONE
Operazione di valutazione con finalità esplicative
indirizzata a comprendere in che cosa consista, come
sia nato e come si mantenga un determinato
comportamento. Consiste, quindi, in un insieme di
procedure e strumenti per raccogliere dati e
informazioni necessarie a costruire una prima ipotesi
sulla natura del comportamento presentato, a partire
dalla quale strutturare e sviluppare un piano
d’intervento
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13. PASSI PER CONDURRE L’ANALISI
FUNZIONALE
1.INDIVIDUAZIONE DEL COMPORTAMENTO: definire operazionalmente il
comportamento problema
a) Forma: come si presenta il comportamento problema? Cosa
concretamente accade nella situazione? Se si stesse filmando la scena quali
azioni o dialoghi si riprenderebbero? Come viene eseguito il comportamento?
b) Frequenza: ogni quanto si verifica?
c) Durata: quando si verifica? Quanto dura?
d) Intensità: quanto è dannoso o distruttivo il comportamento? Per chi?
e) Ambiente: dove si verifica il comportamento e chi coinvolge in genere?
Sintesi: scrivere una definizione operazionale del comportamento utilizzando
le risposte alle domande sopra riportate
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14. PASSI PER CONDURRE L’ANALISI
FUNZIONALE
2.IDENTIFICAZIONE DEGLI ANTECEDENTI: identificare gli
eventi stimolo che precedono il comportamento e che sembrano
innescarlo. Quali sono le situazioni che avviano il
comportamento? Quali sono le persone di fronte alle quali è più
probabile che il comportamento si verifichi e quale è la loro
modalità relazionale? In quali situazioni e/o di fronte a quali
persone il comportamento problema non si presenta?
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15. PASSI PER CONDURRE L’ANALISI
FUNZIONALE
3.IDENTIFICAZIONE DEI CONSEGUENTI: identificare gli eventi
stimolo che seguono il comportamento e che sembrano
mantenerlo. Cosa accade dopo e come ciò che accade migliora
o peggiora il problema? In quali situazioni e/o di fronte a quali
persone il comportamento problema aumenta o si estingue?
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16. PASSI PER CONDURRE L’ANALISI
FUNZIONALE
4.INDIVIDUAZIONE DELLO SCOPO: identificare le possibili
funzioni o obiettivi che il comportamento può avere per il ragazzo
5.FORMULAZIONE DI UN’IPOTESI: costruire un’ipotesi
utilizzando le informazioni raccolte precedentemente
(antecedenti, comportamento, conseguenti, scopo) e
descrivendo operativamente il comportamento desiderato
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17. SCHEDA DI ANALISI FUNZIONALE
Nome: Roberto
Cognome:______
1) INDIVIDUAZIONE DEL COMPORTAMENTO
Forma: Roberto si alza dalla sedia senza permesso, gira per la classe, sceglie un
compagno a caso, prende il suo cellulare e minaccia di gettarlo dalla finestra.
Frequenza: una volta al giorno
Durata: in genere 10 minuti, prima del suono della campanella della ricreazione
Intensità: media (dura 10 minuti, non per tutta la lezione; non coinvolge
direttamente gli altri)
Ambiente: classe
Sintesi
Una volta al giorno, 10 minuti prima del suono della campanella della ricreazione
Roberto si alza dalla sedia senza il permesso dell’insegnante, gira per la classe,
prende il cellulare di un compagno e minaccia di gettarlo dalla finestra.
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18. SCHEDA DI ANALISI FUNZIONALE
2) IDENTIFICAZIONE DEGLI ANTECEDENTI
Comportamento dell’insegnante: l’insegnante sta spiegando la lezione
Comportamento degli altri alunni: ascoltano l’insegnante mentre parla
Fattori ambientali: accesso al cellulare
Comportamento o sensazione interna dell’alunno che emette il
comportamento: consapevolezza della prossimità del suono della campanella
3) IDENTIFICAZIONE DEI CONSEGUENTI
Comportamento dell’insegnante: urla dicendogli di sedersi e ricordandogli che
non può fare come vuole
Comportamento degli altri alunni: alcuni compagni ridono, mentre il compagno
a cui viene preso il cellulare si arrabbia. La classe si distrae rispetto al compito
Comportamento o sensazione interna dell’alunno che emette il
comportamento: Roberto si arrabbia dicendo che è lui che decide quando alzarsi
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19. SCHEDA DI ANALISI FUNZIONALE
4) INDIVIDUAZIONE DELLO SCOPO
essere riconosciuto come leader/affermare il proprio potere richiamare l’attenzione
dell’insegnante e dei compagni
5) FORMULAZIONE DI UN’IPOTESI
Ipotesi: ogni giorno Roberto, consapevole della prossimità del suono della campanella della
ricreazione, mentre l’insegnante parla ed i compagni ascoltano la spiegazione, si alza dalla sedia
senza permesso, gira per la classe, sceglie un compagno a cui sottrae il cellulare. Avvicinandosi
alla finestra minaccia di gettare il cellulare. Sembra che questi comportamenti siano mossi dalla
necessità di richiamare l’attenzione del docente e dei compagni e dal desiderio di essere
confermato come leader. I compagni si distraggono rispetto al compito. L’insegnante urla
dicendogli di sedersi e di ridare il cellulare al compagno. Inoltre gli ricorda che non può fare come
vuole. Roberto si arrabbia dicendo che è lui che decide quando alzarsi.
Comportamento desiderato: ogni giorno Roberto, consapevole della prossimità del suono della
campanella della campanella della ricreazione, mentre l’insegnante parla ed i compagni
ascoltano la spiegazione, rimane seduto e attende che l’insegnante dia il permesso per alzarsi.
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