2. INTRODUZIONE AL TEMA TRATTATO
Negli ultimi anni,il tasso dell’immigrazione è
cresciuto a dismisura, ma rimangono ignote le cause e
le modalità d’intervento dei paesi ospitanti. La
Caritas quindi, attraverso questo progetto composto
da 5 incontri, si pone di sensibilizzare e far
riflettere i ragazzi su questo delicato tema, ai fini
di portare gli studenti ad avere una personalissima
opinione sull’argomento.
3. 1^ incontro: percezione degli
immigrati
Attività: Vengono distribuiti articoli di
giornale dove alcuni riguardano reati
compiuti da immigrati ed altri invece reati
compiuti da italiani. Dovranno così esser
colte le differenze tra i due articoli da
poter giungere a stilare un identikit dei
soggetti evidenziando come spesso pur
trattandosi di situazioni e reati simili,
cambiano i linguaggi e le modalità
utilizzate dai giornalisti per distribuire
le informazioni… a seconda dei protagonisti.
Dal lavoro di analisi emergerà che, molto
spesso nel caso di reati compiuti da
cittadini italiani, gli stessi vengano
indicati con il nome e cognome o con le
iniziali puntate mentre, nel caso di
soggetti immigrati, il reato è quasi sempre
associato alla nazionalità.
4. 2^Incontro: mettersi
nei panni di chi parte
Nella prima parte dell’incontro vi è la
proiezione di un video di una “bambina
siriana” prodotto da SAVE THE CHILDREN.
Solo successivamente a ciò avrà inizio
l’attività: i ragazzi saranno protagonisti
di un viaggio, immaginando di scappare dal
loro paese a seguito di una guerra,
Dovranno programmare la loro fuga
orientandosi con il planisfero. Dovranno
essere scritti tre quesiti: Dove andresti,
come andresti, cosa e chi porteresti?
Nella seconda parte
dell’incontro invece c’è una
seconda proiezione, di un video
dell’UNHCR: dove attori
americani leggono elenchi di
cose che nel tempo hanno portato
i rifugiati accompagnati da
immagini vere.
A ciò seguono riflessioni sulle
risposte degli studenti.
5. 3^incontro: cause e rotte
dell’immigrazione Gli studenti vengono sottoposti a
tre quesiti: “Cosa faccio? Cosa
uso? Cose di cui non posso fare a
meno”. Seguiranno poi riflessioni
sulla provenienza di tanti
oggetti e cibo di uso quotidiano,
come ad esempio il “COLTAN” per i
cellulari. Viene inoltre
proiettato un video ““Niger
Famiglia Nigeriana in fuga dagli
orrori di Boko Haram”, e infine
vengono mostrate le rotte
principali.
6. 4^incontro: i sistemi di accoglienza in italia
Centro di prima accoglienza:
HOTSPOT
● hanno sostituito i vecchi CIE
(Centri Identificazione ed
Espulsione), sorgendo nelle
località più sensibili agli
sbarchi;
● centri di detenzione per
cittadini stranieri sprovvisti
di permesso di soggiorno;
● permanenza massima di 48 ore,
durante le quali c’è la
divisione tra clandestini e
Centro di seconda accoglienza: SPRAR
● lo SPRAR (Sistema Protezione
Richiedenti Asilo e Rifugiati);
● composto da una rete di enti
locali che realizzano progetti di
accoglienza integrata. Il sistema
non si limita a un’accoglienza
meramente assistenziale ma è
volto ad integrare le persone nel
territorio attraverso
l’accoglienza in piccoli centri
sviluppando progetti
personalizzati.
I sistemi di accoglienza in Italia si dividono in quelli di prima
accoglienza e quelli di seconda:
7. 5^incontro:
testimonianza
Nell’ultimo incontro viene ascoltata una
testimonianza di un ragazzo ospite nello
SPRAR, fuggito dal suo paese, il
Camerun, in quanto minacciato
continuamente dagli attacchi
terroristici del gruppo Boko Haram.
Viene raccontato il viaggio, dove la
vita è appesa ad un filo sottilissimo e
la probabilità di morire si alza
notevolmente… in conclusione viene
raccontata la sua storia in Italia,
dallo sbarco in poi e dei vari tipi di
accoglienza e di come ha cercato di
integrarsi.